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Miami

Messaggioda Sandyon » 04/01/2012, 20:25

Miami è una città di 404.048 abitanti (5.400.000 nell'area metropolitana) degli Stati Uniti d'America, capoluogo della Contea di Miami-Dade, situata sulla costa sud-orientale dello stato della Florida. La sua area urbana si trova tra il fiume Miami, la baia di Biscayne, le Everglades e l'oceano Atlantico.

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Messaggioda JaneYue » 31/08/2012, 16:49

[Vacanze Estive a Miami]


19h ore dopo il decollo, atterrarono all'aeroporto di Miami. Dalla finestrina Jane riconobbe l'hammer della polizia scientifica di Miami Dade e poco distante dal mezzo, intravide un uomo dai capelli rossi, con occhiali da sole, braccia poggiate sui fianchi e sguardo rivolto all'aereo. Lo riconobbe all'istante, era Horatio! Un enorme sorriso apparve sul volto della piccola. Una volta atterrati, l'uomo ricordò alla bambina di ritornare al proprio aspetto, cosa di cui si era quasi dimenticata. Furono accolti da un preoccupato quanto contento Horatio. L'abbracciò forte, salutò con un cenno l'uomo e salirono sull'hammer diretti a casa di Horatio. Quando mise piede nell'abitazione, si sentì finalmente a casa. Avrebbe voluto parlare subito con il padre adottivo, aveva tanto da raccontare ma al momento era esausta. Riuscì a farsi una doccia veloce, poi si sdraiò sul letto e crollò. Diverse ore dopo, si svegliò completamente riposata e di ottimo umore. Andò nel salone dove trovò Horatio e l'uomo mascherato chiacchierare seduti comodamente. Il suo padre adottivo/amico l'accolse calorosamente, l'altro le chiese se avesse riposato bene. Dopo aver risposto ad entrambi fece un salto in cucina deve si prese qualcosa da mangiare e una bevanda fresca. Il caldo di Miami cominciava a farsi sentire! Tornò da loro. Horatio le chiese di Hogwarts, così la piccola cominciò a raccontare ad entrambi di quei pochi ma intensi mesi passati lì. Quando finì di narrare le sue piccole avventure, l'uomo mascherato li congedò dichiarando che sarebbe tornato a prenderla il 25 Agosto per procurarsi l'occorrente per il secondo anno a Diagon Alley. Prima di scomparire nel camino, l'uomo rivelò loro il proprio nome. Disse di chiamarlo Robert. Un nome inglese.. La piccola era certa che l'uomo fosse orientale o che potesse essere il suo Sensei, che quello quindi non fosse il suo vero nome, ma un nome in codice. Per lo meno non l'avrebbero più chiamato “uomo mascherato”, il che era già una gran cosa! Una volta scomparso, lei ed Horatio si guardarono ed entrambi sapevano che stavano pensando la stessa cosa. Quella sera, l'amico pensò bene di affrontare il discorso del rapimento del Clan. Meglio affrontarlo subito, pensò la piccola. Seduti comodamente sul divano del salone con il condizionatore rigorosamente acceso, Jane si prese qualche minuto per riordinare le idee. Minuti che lui le concesse ben sapendo, da bravo Tenente qual'era, quanto fosse complicato specialmente per una bambina, parlare e ricordare certi eventi. JaneYue cominciò a parlare senza guardarlo negli occhi ma ostinandosi a guardare fisso la propria mano giocherellare nervosamente con la federa del divano. Ogni tanto dovette fermarsi, un po' per riprendere fiato, un po' perché mentre raccontava inevitabilmente la sua mente le faceva rivedere tutto come in un flashback. Non seppe quindi quali furono le reazioni di Horatio quando le disse di John prima e specialmente delle torture che lei aveva subito dopo. Lui non parlò finché lei non arrivò alla fine, all'arrivo ad Hogwarts. Solo allora lei, dopo qualche secondo di silenzio, alzò lo sguardo verso di lui. L'espressione di Horatio era un misto tra dispiacere e rabbia. Le disse che avrebbe voluto poter fare qualcosa, in quel momento avrebbe voluto essere un mago! Per lo meno sarebbe intervenuto sul piano psicologico. Avrebbe fatto il possibile per farla stare meglio e farla tornare come prima che accadesse il fatto. Disse che non avrebbero più affrontato l'argomento o solo se l'avesse voluto lei e che da quella sera fino al 25 Agosto sarebbero stati giorni di puro e sano divertimento! Un sorriso pieno di gratitudine apparve sul visino della piccola e in quello stesso momento le venne in mente per la prima volta di chiamarlo “papà”. Le scappò in giapponese ed allo sguardo curioso di lui, lei lo ringraziò facendogli credere che si trattasse di un ringraziamento. Lui la guardò dolcemente, poi la prese a sé e l'abbracciò. Quanto le erano mancati quegli abbracci! I giorni, le settimane passarono rapidamente ma come premesso piene di divertimenti. Essendo anche lui in ferie, tranne per casi particolari che per fortuna furono ben pochi, passarono molto tempo insieme. Visto l'enorme interesse della bimba verso il suo lavoro, Horatio cominciò ad insegnarle le basi di criminologia, biologia e fisica oltre ad usare la pistola, arma che lei non sapeva usare in quanto il Sensei le aveva insegnato solo l'uso di molte armi bianche. Materie interessanti quanto complicate ma lui seppe renderle tutto più semplice con la pratica. Con la pistola non ebbe problemi. La mira non le mancava! Andarono alla centrale di polizia, al laboratorio. Horatio si inventò dei casi, partendo dai più semplici ed aumentandone la difficoltà ogni volta che lei ne risolveva uno. Spesso anche i componenti della sua squadra davano il loro contributo inscenando le locations dove la piccola poteva procurarsi le “prove” per risolvere i casi. Si divertirono tutti molto. Ognuno di loro le insegnò qualcosa. Certo, erano pur sempre le basi ma tutti, specialmente Horatio, dichiararono con orgoglio la nascita di una nuova “piccola agente del CSI”! Ovviamente oltre alle sessioni di allenamento nelle arti marziali quotidiani, ebbe anche il tempo di studiare e svolgere i compiti delle vacanze, di darsi un ripasso veloce al programma del primo anno e di passare delle splendide giornate in riva all'Oceano di Miami Beach. La sua carnagione infatti, da nivea divenne molto abbronzata.
Per fortuna l'estate era trascorsa senza pericoli. Nessun mago in vista, nessun uomo sospetto, tutto stranamente e fin troppo tranquillo! Jane espresse ad Horatio le proprie perplessità al riguardo ma lui la rassicurò dicendole che il Sensei e Robert e sicuramente qualche altro alleato, si accertassero costantemente che tutto procedesse senza rischi. Pensando al povero John sacrificatosi pur di salvarle la vita, non poté che credergli. Il giorno prima della partenza, il 24 Agosto, arrivò quasi senza che se ne accorgesse. Anche questa volta Horatio le organizzò una grande festa con tutta la squadra, solo che durò tutto il giorno! Splendida giornata, nemmeno questa l'avrebbe mai e poi mai dimenticata. Era felice e nuovamente di buon umore. Si, Horatio c'era riuscito! Era ritornata quasi come prima che il Clan la rapisse! Quasi, perché la notte ancora le accadeva spesso di rivedere le immagini delle torture, notti che inevitabilmente passava in bianco. Ma non importava...Prima o poi quelle immagini, quei ricordi, l'avrebbero lasciata in pace. Ancora meglio, prima o poi si sarebbe vendicata! Aveva una gran voglia di far sentire loro il dolore che lei e tutte le vittime innocenti avevano provato! Sapeva che per questo avrebbe dovuto aspettare, impegnandosi per diventare una maga potente e non solo anche una perfetta cultrice di arti marziali! Solo allora avrebbe potuto agire ed eliminare l'intero Clan dalla faccia della terra una volta per tutte! Non aveva detto a nessuno di volersi vendicare ma era certa che i 3 uomini lo sospettassero, specialmente il Sensei ed Horatio che la conoscevano bene. La serata si concluse a mezzanotte in punto. Di lì a poche ore, Robert sarebbe tornato a prenderla e lei ed Horatio si sarebbero di nuovo dovuti separare. Esattamente come la prima volta, Jane fu molto triste al pensiero di non rivederlo per un altro intero anno. Tuttavia, Hogwarts le piaceva e non vedeva l'ora di tornarci! Questa volta non le fecero tutti dei regali, non che lei se li aspettasse. Horatio le sussurrò che il suo regalo lo avrebbe ricevuto un po'...in ritardo. La piccola non capì cosa volesse dire e quando lui le disse che presto l'avrebbe scoperto lei cercò di trattenere la curiosità annuendo contenta. Verso le 10 della mattina del 25 Agosto, Robert apparve nel camino di Horatio. Inizialmente non riconoscendolo, Jane non potendo usare la bacchetta “legale” essendo minorenne, prese la bacchetta del Clan, che per tutta l'estate aveva portato con sé e con cui si era allenata negli incantesimi. La puntò verso l'uomo che invece di impugnare la propria, sorrise cordialmente scusandosi. L'equivoco era stato creato dal fatto che Robert era senza maschera! Si mostrò un uomo in vesti babbane, occidentale sulla quarantina, capelli scuri corti ed occhi color cervoni, dal marrone al giallognolo. Inevitabile l'equivoco! Dalla voce lo riconobbero. Ovviamente prima di abbassare la bacchetta Jane volle accertarsi che fosse realmente lui. Una volta appurata la sua identità, Robert spiegò loro che quello non era proprio il suo viso ma quasi. C'era qualche piccola modifica, niente al confronto di ciò che tutti gli altri vedevano cioè un viso completamente diverso! Il suo modo di essere cordiale, a suo dire. La piccola ed Horatio si scambiarono la tipica occhiata che garantiva l'uno all'altra che stessero pensando le stesse cose. Parlarono per un po', poi presero il baule e si prepararono a partire....via camino! Nuova esperienza per la bimba, Robert dovette spiegarle come procedere. Giunse il momento dei saluti. Jane ed Horatio si salutarono abbracciandosi. Lui le fece promettere di scrivergli, di mandargli almeno un Gufo al mese. L'espressione da mago che aveva appena utilizzato fece sorride tutti e tre. La piccola accettò volentieri la sua proposta. Dopo un altro abbraccio, un bacio sulla fronte e la raccomandazione di star attenti, Horatio lasciò libera Jane di entrare nel camino e prendere una manciata di polvere dal portacenere che le porse Robert. Guardò Horatio dritto negli occhi prima di scomparire.

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Messaggioda Robyn » 21/12/2015, 0:12

Miami Beach
Florida
30 Giugno 2111
Ore 10:56


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Questo posto è un autentico paradiso...

FLASHBACK

Robyn, è urgente!

Che succede Evan?

Abbiamo avuto domanda per un concerto!
Ti rendi conto?
Ci hanno chiesto a noi di fare un concerto, non noi a loro, loro a noi!
Non è magnifico?!


Beh, direi proprio di sì... Non capisco però il senso di tutta questa euforia!

Eheheh, te lo spiego subito: il concerto dovrà essere in America, a Miami!

Cosa?
Come?
Quindi mi stai dicendo che si tratta di un concerto su larga scala?!


Larga scala?
Larga scala?!
Robyn, struttura su spiaggia, ingresso aperto senza prenotazione, con area delimitata di novemila metri quadri, a sessanta Falci il biglietto!
In altre parole una pubblicità pazzesca ad un prezzo contenuto ed accessibile per chiunque!
Ariel canterà per una marea di spettatori!


... Wow... Incredibile... Quello che si dice un vero colpo di fortuna!

Il problema è che dopo il nostro "ok", gli organizzatori hanno rallentato la comunicazione per via dell'allestimento del palco e di tutte le attrezzature necessarie, quindi stiamo avendo un po' di difficoltà a capire bene dove si trovi adesso Ariel, o meglio, lo sappiamo, ma la stanno scaraventando da una parte all'altra per questioni pubblicitarie...

Cioè, fammi capire: tu non sai dove sia Ariel e l'hai già fatta partire per Miami?!

NO NO NO... Ok sì, è vero, ma è tutto sotto controllo!
Ho l'indirizzo dell'albergo che si affaccia sulla spiaggia dove stanno costruendo tutto, quindi non c'è da preoccuparsi.
Io e Calvin dobbiamo ancora finire di terminare il piano economico e le fatture per l'ingaggio quindi... Non è che potresti andare tu intanto?


Dove?
A Miami?
E che ci vado a fare scusa?


Non possiamo permetterci di lasciarla lì sola fino alla sera del concerto!
Tu alla fine sei il suo Vocal Coach, potrebbe avere bisogno di un po' di allenamento.
Appena arrivato lì prenditi una stanza e chiedi di lei, tanto rimborserà tutto l'albergo, è lui l'organizzatore del concerto.
Pare che voglia promuovere anche la propria struttura grazie al concerto.
Lo so, è tutto di corsa, ma in fondo ti sto dicendo di andarti a godere un po' di Sole e di mare, mica è una tortura no?!
Parti appena puoi te ne prego, altrimenti qui saremo davvero nei guai...


Va bene, va bene.
Domani mattina mi preparo al volo una valigia e mi sposto a Miami, dammi questo dannato indirizzo.


Così, un po' titubante e un po' innervosito, Robyn Laars aveva acconsentito ad andare a raggiungere Ariel Jiménez a Miami, Florida, per supportarla nei giorni immediatamente precedenti al concerto serale ad ampio spettro di ascolti e visibilità. In realtà, Evan non sapeva che stava sul serio mandando l'Auror verso una tortura non da poco, perché per lui vedere la colombiana in costume era una prospettiva che lo allarmava abbastanza. Durante quelle settimane dopo il primo incontro come Aberrazioni, i due si erano baciati in alcune occasioni, cedendo ai loro istinti, anzi, lui anche a qualcosa di più ma quella era un'altra storia, finendo sempre per scusarsi l'un l'altro ed andare avanti, continuando a lavorare fianco a fianco, resistendo alla voglia reciproca e migliorando in tal modo la qualità professionale, riportandola su dei valori standard. Ciò nonostante, ogni notte che passava nel proprio letto, da solo, il Laars si rigirava nervosamente, dormendo male, sognando più e più volte la bionda latina sotto diverse luci, da quelle più romantiche a quelle più pornografiche, accusando quindi una grossa stanchezza e una grossa difficoltà nel rimanere concentrato. Per di più, la proposta ministeriale di ottenere il titolo di Sceriffo della Vigilanza Magica in affiancamento a quella di Auror Paladino Splendente lo aveva spiazzato completamente, costringendolo a chiedere qualche giorno per rifletterci in maniera adeguata, oltre a qualche giorno di permesso per poter essere lì a fare il perfetto vacanziero. Già, perché una volta giunto in albergo aveva ricevuto la notizia che Ariel era già uscita da circa un'ora per andare chissà dove assieme all'equipe organizzativa del concerto, costringendo Robyn a disfare le valige in camera e trovare il modo di ingannare il tempo aspettando che ella tornasse. La spiaggia era davvero meravigliosa, il mare cristallino e la temperatura di 36° era perfetta per un bagno. Robyn si era tuffato da qualche minuto, godendosi il relax lontano da tutto e tutti, anzi, tutte, visto e considerato che non aveva avuto tregua di occhiate da parte delle bagnanti attirate dalla sua bellezza come Aberrazione e come oggettivamente bel maschio.
Come costume da bagno indossava un boxer nero con lacci bianchi di una nota marca sportiva magica che garantiva l'immediato asciugarsi del capo in caso di necessità, l'impossibilità di intrusione di sabbia e l'impossibilità che si sfilasse a causa di forti onde o correnti.

Non ci credo di essere riuscito addirittura a scriverle una canzone...
Quello che provo e che sento va contro ogni mia logica...
Davvero le Aberrazioni si sentono così tanto attratte dalle altre di sesso opposto?
Faccio seriamente fatica a crederci...
E' una situazione davvero preoccupante: che farò quando la vedrò in costume?
Sì, sono diventato più tollerante, ma è praticamente come avercela davanti in intimo... Uff...


La canzone scritta da Robyn rispecchiava dei sentimenti che lui pensava fossero completamente sballati e dettati da un magnetismo soprannaturale.,
L'aveva ugualmente composta e completata perché si trattava ugualmente di un brano nuovo da poter aggiungere al proprio repertorio ma in certi casi era stato tentato di stracciarlo proprio perché derivante da qualcosa di non vero al 100%. Quanto si stava sbagliando, peccato che non poteva saperlo ed anche se aveva la possibilità di chiedere maggiori info a Melia, per rispetto verso la Jiménez aveva preferito non incontrarla volutamente più, pur mantenendo sempre quella ovvia e giusta riconoscenza nei suoi confronti. Vicino ad un ponticello di legno per i pescatori, il Laars guardava nel vuoto, tra gli ombrelloni e la sabbia, chiedendosi intanto quando avrebbe incontrato la cantante. Aveva anche chiesto in reception di avvertirla della sua presenza lì.

... Beh, magari non sarà così destabilizzante vederla in costume...
... Forse sono io che sto esagerando troppo e dovrei cercare di calmarmi...
... Non sarà molto diverso dal vederla vestita leggera, potrei giurarci...
... Chissà se in questi giorni qui in Florida... Mi ha pensato...


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Messaggioda Ariel » 21/12/2015, 16:10

[Miami Beach - 30 Giugno 2111 - 11.07]


Non era un'occasione ghiotta, quella... di più.
Per la prima volta da quando aveva iniziato la propria carriera da cantante, Ariel era stata richiesta - sì, proprio lei, l'avevano chiamata apposta - per esibirsi in un concerto a Miami, di fronte a migliaia di persone: una possibilità di crescita incredibile, senza contare la visibilità, la possibilità di cominciare a farsi conoscere anche da un pubblico vasto come quello americano... dire di no sarebbe stato fuori discussione; e infatti, senza pensarci troppo, la Jiménez aveva fatto i bagagli ed era partita, forte del fatto che, col suo essere Aberrazione, fosse ora maggiormente in grado di cavarsela da sola.
Inoltre, dato non da poco, partire le avrebbe permesso di stare lontana da Robyn: per quanto i due si impegnassero ogni giorno nel resistere all'attrazione reciproca, infatti, in qualche occasione avevano ceduto al desiderio, baciandosi e strofinandosi l'uno contro l'altro in modo molto poco professionale. Ariel detestava essere così tanto in balìa dei propri istinti, e soprattutto odiava il non riuscire a pensare ad altri che a lui, sempre, di giorno e di notte, per quanto tentasse di mantenersi impegnata.
Quella era, quindi, l'occasione perfetta per staccarsi dal Laars e concentrarsi su se stessa, sulla sua musica, sulla sua carriera: era partita senza avvisare nessuno - ma poi, chi avrebbe dovuto avvisare? Evan e Calvin lo sapevano per forza di cose, e lo avrebbero di sicuro anche detto al suo Vocal Coach, e a parte loro non c'era nessun altro che avrebbe potuto preoccuparsi per una sua assenza - con una piccola valigia nella quale non potevano mancare gli abiti adatti per un concerto e, ovviamente, dei costumi da bagno, perché non si poteva andare in Florida senza pensare di fare almeno una capatina sulla spiaggia.
Così, la colombiana si era ritrovata all'altro capo del mondo, e da allora non aveva avuto un attimo di tregua; interviste per alcune emittenti magi-radiofoniche del Paese, foto promozionali, incontri con l'organizzatore del concerto per decidere quali pezzi eseguire ed in quale ordine, sopralluoghi sul posto in cui il concerto si sarebbe effettuato... e in tutto quel tempo non aveva fatto altro che pensare ad una sola cosa: "Cosa direbbe/farebbe/mi suggerirebbe Robyn?".
La verità era che con lui accanto si sarebbe sentita più tranquilla, più sicura di aver detto/fatto la cosa giusta, ma al tempo stesso non poteva certo pensare di contare sempre su di lui... doveva cavarsela da sola, e diavolo, fino a quel momento non era poi andata così male! Certo, si sentiva un po' sola in quella città enorme, ma quale modo migliore di rilassarsi un po' se non in spiaggia, a prendere il Sole e fare il bagno?
Dopo il servizio fotografico di quella mattina, infatti - ma quanti ne doveva fare ancora? - Ariel era passata dall'albergo in cui era ospitata per indossare un costume a due pezzi piuttosto semplice e riempire una borsa da spiaggia con occhiali da Sole, un cappello di paglia per proteggersi la testa, crema solare, infradito, un paio di asciugamani e qualche rivista; stava per uscire dalla struttura, poi, quando la receptionist l'aveva intercettata, informandola che il suo Vocal Coach l'aveva raggiunta, e che non trovandola in albergo si era diretto in spiaggia.

Robyn... è qui...

Aveva pensato Ariel sentendosi all'istante felice e nervosa al tempo stesso; era contenta di rivederlo, forse anche più del consentito, ma pensare di vederlo in costume da bagno... come avrebbe fatto a resistere al desiderio di saltargli addosso?

Meglio che vada a cercarlo...

Aveva trovato posto sotto ad un ombrellone, aveva sistemato le proprie cose e si era spalmata immediatamente la crema solare - sotto gli sguardi ammaliati di molti maschi presenti e quelli omicidi delle amiche/fidanzate/mogli - guardandosi intorno per cercare Robyn anche se, al momento, di lui non c'era traccia; l'unica cosa che le venne in mente fu di camminare lungo il bagnasciuga, e con una tecnica infallibile le servirono solo venti minuti prima di raggiungere, di spalle, il ragazzo.
Qual era la tecnica infallibile? Seguire la bava delle ragazze che lo fissavano come fosse un Dio greco, naturalmente!

Si può sapere cosa contempli, così assorto?

Lo apostrofò con una vaga ironia, rimanendo inizialmente oltre il metro e mezzo affinché lui sentisse la sua voce e si voltasse verso di lei.

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Ciao... sei bellissimo.

Furono quelle le prime parole che pronunciò appena i loro occhi s'incrociarono, e per quanto fosse assolutamente fuori luogo dire una cosa del genere... come avrebbe mai potuto trattenersi di fronte ad una meraviglia del genere?
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Messaggioda Robyn » 21/12/2015, 22:29

Si può sapere cosa contempli, così assorto?

Se ne stava davvero assorto, completamente annegato nei propri pensieri tanto da far risultare la voce della ragazza giunta alle sue spalle quasi come ovattata.
Ad ogni modo, non ci mise molto a donarle il giusto colore in poco tempo, voltandosi sorpreso di ritrovarsela dietro senza aver percepito prima l'attrazione forte nei suoi confronti. Mistero risolto, aveva mantenuto le distanze, furba, decisamente. Quando la vide, maledì la marea di gente presente in spiaggia perché per la miseria gli veniva voglia di sbattersela sul bagnasciuga senza nemmeno darle il tempo di replicare o dare il consenso. Il costume le donava da morire, le forme più che generose, messe in risalto, erano adesso molto più visibili del solito e per quel motivo Robyn rimase in contemplazione del seno abbondante della Jiménez per circa sei secondi, prima di risalire a fissarla negli occhi, i suoi splendidi occhi, ancora incapace di parlare correttamente.

Ciao... sei bellissimo.

Ciao... sei indescrivibile.

Sincerità per sincerità, anche il Laars decise di esprimersi nel modo più naturale possibile, sorridendole leggermente e guardandola ancora dalla testa ai piedi, già, c'erano anche quelli da guardare con attenzione ma, purtroppo per lui, essi erano in parte affossati nella sabbia bagnata quindi non gli fu possibile osservarli come avrebbe dovuto. In una situazione normale, si sarebbero dovuti almeno abbracciare per salutarsi, darsi i classici due baci sulle guance, ma era decisamente meglio evitare quei tipi di gesti, ormai lo avevano capito ed avevano imparato a bloccarsi prima di fare stupidaggini. Era sul serio uno schianto, in grado di togliere il fiato per quanto fosse incantevole. Anche lo stesso Sole alto nel cielo impallidiva davanti a quella figura bionda e, in tal caso, anche un po' abbronzata, colore della pelle che per altro le donava moltissimo. Beh, senza dubbio era il tipico sangue latino della Colombia.

Evan mi ha pregato di venire qui... Nemmeno sapevo che fossi partita in fretta e furia.
Lui e Calvin non potranno venire prima della sera stessa del concerto, ma penso che tu questo già lo sappia.
Ho preso una stanza nel tuo stesso albergo, sono alla numero 600 precisa, tu invece?


Conversazione tranquilla e serena, già, peccato che fosse tutto un modo per mascherare i reali pensieri e le reali immagini pornografiche che gli stavano passando nella mente in quel preciso istante, immagini che nella maggior parte dei casi vedevano Ariel privarsi lentamente di quel costume di fronte a lui in maniera sensuale e provocatoria. In altre invece, la situazione era decisamente più romantica e sentimentale, con loro mano nella mano a passeggiare lungo la riva, guardandosi di tanto in tanto negli occhi, innamorati, scambiandosi poi un bacio e magari andando a fare il bagno assieme. In altre parole era la stessa identica situazione vissuta quasi ogni mattina negli studi di registrazione, solo ampliata esponenzialmente grazie a quel nuovo look da spiaggia.
Per fortuna ad interrompere quel momento di iniziale imbarazzo sopraggiunse uno dei classici venditori ambulanti di cocco.

Cocco?

Come?
Ah... Sì, perché no?
Tu ne vuoi?
... Ecco a lei gli zellini, ne dia un pezzo a me e uno alla signorina.


Grazie!
Buona giornata, bellissima coppia!


Il signore, dopo aver consegnato i pezzi di frutto fresco a lui e alla cantante, se ne andò sorridente, scambiandoli naturalmente per fidanzati.
Non che la cosa a Robyn dispiacesse ma bisognava dire che sentire quel commento gli fece aumentare velocemente il battito cardiaco, emozionandola.
Tutto ciò era inspiegabile: perché la chimica tra Aberrazioni avrebbe dovuto provocare tutto ciò? Con Melia non era accaduto a quella maniera e per di più, osservando sempre meglio la Jiménez, Robyn poteva giurare di considerare incredibilmente più bella la colombiana rispetto alla greco-tedesca, eppure il fascino esercitato dalla Herbert in teoria era maggiore in percentuale. Tutte considerazioni che non trovavano spiegazione, nessuna logica almeno.
Ad un tratto, dal MagiFono dell'albergo, una voce pubblicitaria annunciò l'imminente concerto, richiamando l'attenzione di molti bagnanti.

Stanno facendo le cose proprio in grande, eh?!
Cosa hai combinato fino ad oggi?
Dai, racconta...
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Messaggioda Ariel » 21/12/2015, 23:56

Tenersi al limite di distanza "critica" era stata un'ottima mossa, ma questo non le impediva certo di guardarlo... ed era una meraviglia, talmente bello da giustificare tutta la bava delle femmine presenti in spiaggia: quei muscoli, quella pelle risplendente sotto il Sole, quello sguardo; lo guardava, le batteva forte il cuore e le si inumidiva qualcos'altro, in special modo quando Robyn abbassava gli occhi per osservarle... beh, insomma, le forme generose sotto al collo.

Ciao... sei indescrivibile.

Gli fece un piccolo sorriso, a metà tra il timido ed il compiaciuto, resistendo alla sensazione di avvicinarsi per abbracciarlo, o dargli un bacio sulla guancia: sapevano entrambi che, se si fossero avvicinati troppo, complice anche il fatto di essere in costume da bagno, avrebbero finito per andare oltre, crogiolandosi in un trasporto fisico ed emotivo dovuto solo - almeno così pensava lei - al loro essere Aberrazioni.

Evan mi ha pregato di venire qui... Nemmeno sapevo che fossi partita in fretta e furia.
Lui e Calvin non potranno venire prima della sera stessa del concerto, ma penso che tu questo già lo sappia.


Sì, mi hanno già informata.
Quando li hanno contattati per chiedere loro se fossi disponibile, ho pensato che non ci fosse tempo da perdere e sono partita subito, anche perché non è che avessi qualcuno da contattare prima...
- niente fidanzato ed amici che vedeva sporadicamente - Però non mi hanno detto che saresti venuto tu, forse pensavano che non fossi in grado di cavarmela da sola.

E proprio tutti - tutti tutti - i torti non è che li avessero, visto che sì, fino a quel momento non aveva combinato alcun disastro, ma avere qualcuno su cui contare non è che le facesse proprio schifo... bastava solo che quel qualcuno rimanesse a distanza di sicurezza, insomma.

Ho preso una stanza nel tuo stesso albergo, sono alla numero 600 precisa, tu invece?

Sto alla 605, mi sa che siamo sullo stesso piano!

Ancora più facile incontrarsi, insomma, magari a tarda notte, quando nessuno dei due riusciva a dormire... no no no, ma che cosa diavolo andava a pensare?! Era lì per lavorare, non poteva lasciarsi influenzare da quei pensieri, era del tutto sbagliato, mannaggia a lei, ai suoi istinti e alle loro dannatissime nature sballate!

Cocco?

Come?
Ah... Sì, perché no?
Tu ne vuoi?


Eh?
Cosa?
Chi?
Oh... sì... grazie, certo...


Confermò Ariel, sobbalzando a causa dell'essere stata presa alla sprovvista, totalmente immersa nei propri peccaminosi e romantici pensieri.

... Ecco a lei gli zellini, ne dia un pezzo a me e uno alla signorina.

Grazie!
Buona giornata, bellissima coppia!


... grazie...

Mormorò la Jiménez, arrossendo vistosamente e cercando di mascherare il tutto invitando il Laars a camminare fino all'ombrellone sotto al quale aveva lasciato la propria roba, almeno passeggiando non avrebbe avuto troppo il tempo - forse - di fermarsi a rimirarlo incantata.

Ecco, ho messo le mie cose sotto quell'ombrellone.
Oggi è la giornata perfetta per stare in spiaggia, vero?


Col cielo azzurro, il Sole alto nel cielo, la sabbia bianca e l'acqua cristallina cosa si poteva volere di più? Forse solo che qualcuno pubblicizzasse il concerto al Magifono, come effettivamente avvenne circa un minuto più tardi.

Stanno facendo le cose proprio in grande, eh?!

Già, nessuna pressione insomma! - scherzò lei, forse appena appena tesa di ritrovarsi di fronte ad un pubblico tanto numeroso.

Cosa hai combinato fino ad oggi?
Dai, racconta...


Principalmente servizi fotografici per la pubblicità, e poi...

Si mise dunque a raccontargli quello che aveva fatto nei giorni precedenti, sedendosi sotto l'ombrellone insieme a lui: quando si concentrava sul proprio lavoro, quando si focalizzava su di esso totalmente come in quel momento, riusciva quasi a dimenticare il suo essere Aberrazione e le conseguenze che questo comportava, come lo stare seduta accanto al proprio Vocal Coach; pur essendo molto vicini, infatti, non guardandolo negli occhi e continuando a parlare, Ariel riuscì a fare "la brava" per circa quindici minuti.
Quando poi, però, non avendo più nulla da dire, si volse verso di lui, si rese conto di quanto fossero vicini... e di quanto lui fosse bello.

... dai, su, corri, andiamo a farci il bagno!

Scattò in piedi quasi come se una molla l'avesse spinta da sotto il sedere, mettendosi subito dopo a correre verso l'acqua, nella quale si tuffò come a voler lavare via i propri pensieri: non aveva calcolato, però, che "Robyn + acqua che gli scorreva sulla pelle + oceano infinito + Sole splendente + distanza ravvicinata = momento romantico ai massimi livelli"; se quindi il Laars l'avesse seguita, i due si sarebbero molto probabilmente ritrovati a pochi centimetri l'uno dall'altra... una situazione nella quale resistere sarebbe stato praticamente impossibile.

... ho una voglia matta di baciarti, Robyn...

Appunto!
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Ariel
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Messaggioda Robyn » 23/12/2015, 0:25

Sto alla 605, mi sa che siamo sullo stesso piano!

Per essere precisi, da quel che ricordo, dovremmo essere proprio uno di fronte all'altra...

Perché quella prospettiva lo stava esaltando più del dovuto?
Forse perché l'immaginazione aveva preso a viaggiare anche troppo, pensandola sullo stipite della porta magari in babydoll semi trasparente con nulla sotto.
Babydoll bianco, naturalmente, in apparenza casto e puro e quindi eccitante all'ennesima potenza perché di casto e puro invece non aveva proprio niente.
Si sentiva in colpa a fare certe fantasie ma oramai gli venivano completamente spontanee, tanto che in alcune notti si era trovato addirittura costretto a darsi del piacere da solo per riuscire ad addormentarsi. Ariel gli faceva un effetto assurdo, anzi, in teoria era il suo essere Aberrazione, già, in teoria, mentre la pratica ergo la verità era ben diversa, peccato che loro non ne sapessero assolutamente nulla e quindi continuavano a sbagliarsi.

Ecco, ho messo le mie cose sotto quell'ombrellone.
Oggi è la giornata perfetta per stare in spiaggia, vero?


Più o meno queste giornate sono tutte perfette: un clima nettamente diverso da quello inglese.
Non te l'ho mai chiesto, ma tu esattamente da quale città della Colombia provieni?
E' un bel posto?


Tra loro si era sviluppata quella specie di tattica per la quale cercare di parlare e concentrarsi su argomenti vari di conversazione li aiutava a non lasciarsi andare a commenti piccanti, voglie eccessive di stare vicini e conseguenti baci appassionati e peccaminosi. In effetti funzionava abbastanza, per i primi dieci, forse quindici minuti, poi però finiva largamente per perdere tutta l'efficacia costringendoli ad allontanarsi o inventarsi degli impegni. Per esempio, in quel frangente, dopo aver chiacchierato ancora un po' delle origini della Jiménez e poi delle attività svolte prima dell'arrivo di Robyn lì a Miami, i loro sguardi eloquenti annunciavano una cosa sola: allarme rosso. Dovevano trovare un'altra scusa, un'altra occupazione, spaziare in una nuova conversazione, insomma tutto ma non il silenzio e lo scambio di occhiate continue e inesorabilmente conduttrici verso la trappola dell'istinto.

... dai, su, corri, andiamo a farci il bagno!

Come?
Il bagno?!
Ok... Ok ok arrivo, ehi, aspetta!
Dove corri?!


Fu inevitabile per il Laars guardarle il sedere mentre correva verso la riva e poi si tuffava. Era altamente ipnotico quel fondo schiena, forse proprio per la derivazione latino americana, una specie di garanzia in quanto a forme generose e perfette del corpo. La seguì, scuotendo la testa, tuffandosi di seguito e raggiungendola in poche bracciate. Erano immersi nell'acqua fino a metà busto o poco più su. Lì si toccava, ma lei aveva i capelli bagnati per via del lancio dentro lo specchio dell'Oceano. Non essendo mare delimitato, la temperatura era più fredda, ma in quell'istante Robyn stava letteralmente bollendo di desiderio per la colombiana, adesso piena di goccioline che le solcavano la pelle lievemente abbronzata. Senza nemmeno accorgersene si era avvicinato così tanto a lei da aver praticamente annullato la distanza tra loro. I capezzoli di lei, attraverso il costume, potevano quasi sfiorargli l'addome.

... ho una voglia matta di baciarti, Robyn...

... che stai aspettando allora?

In realtà fu più lui a non aspettare, infatti senza esitazione la afferrò per i fianchi e le diede uno di quei soliti loro baci ultra pieni di emozioni contrastanti e meravigliose allo stesso tempo. La lingua cercò immediatamente quella di Ariel, i loro corpi attaccati e l'erezione già in parte prepotente del ragazzo che premeva sulla zona ombelico della bionda, calcolando la netta differenza di altezza. Lontani da tutto e tutti, erano soli immersi nell'acqua e nella perfezione di un momento di intima solitudine di coppia. L'unico suono, a parte quello delle onde, era quello del bacio che si stavano scambiando di continuo, minuto dopo minuto, ininterrottamente, quasi come se dovesse essere l'ultima volta, l'ultima occasione, mentre invece poteva essere un'altra di una lunga serie ancora da definire. In un momento di leggerissima pausa tra un contatto di labbra e un sussulto del membro, Robyn trovò il tempo per proporle di...

... facciamolo, adesso, qui.
Allontaniamoci, andiamo al largo... Io ti desidero più di qualunque altra, più di tutto...
... Non ce la faccio più... Ariel...


Poi però, come in un lampo di improvvisa presa di coscienza di ciò che stava dicendo e cosa le stava chiedendo, abbassò lo sguardo, scuotendo la testa.

... Scusami... Io... E' troppo difficile, ho perso la testa...
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Messaggioda Ariel » 23/12/2015, 18:15

Per essere precisi, da quel che ricordo, dovremmo essere proprio uno di fronte all'altra...

Ti sei accorto di averlo detto col tono di chi non vede l'ora di stuprarmi? - domandò Ariel con aria piuttosto compiaciuta senza pensarci, salvo poi rendersi conto di quanto accaduto, arrossire, maledirsi ed abbassare lo sguardo imbarazzata - Scu... scusa... insomma, l'hai detto davvero con quel tono, ma non è facendolo presente che aiuterò entrambi ad avere una conversazione normale.

Ma cosa c'era ormai, di normale, nel loro rapporto? Praticamente nulla, passavano tutto il tempo insieme a trattenersi dal saltarsi addosso, e quando erano lontani, almeno nel caso della Jiménez, nemmeno allora la mente accettava di darle tregua... quanto ancora sarebbero potuti andare avanti così senza esplodere o fare qualcosa di molto, molto stupido?

Più o meno queste giornate sono tutte perfette: un clima nettamente diverso da quello inglese.
Non te l'ho mai chiesto, ma tu esattamente da quale città della Colombia provieni?


Manizales!

E' un bel posto?

Beh, credo di sì... a me piace! - esclamò divertita la colombiana - Nell'aria c'è sempre un forte profumo di caffè, ed il terreno è così fertile che ci puoi piantare praticamente di tutto... ma ci ho vissuto solo per pochissimi mesi; i miei si sono sposati dopo la mia nascita, e siamo partiti per trasferirci a Boston praticamente subito dopo. Ci sono tornata spesso d'estate, da piccola, ma quando poi è cominciata la scuola non ci sono andata più.

In effetti non sarebbe stato male recuperare e farci un salto... magari con Robyn? No, ma cosa stava pensando?! Ecco che la sua mente andava un po' dove le pareva, facendola arrossire vistosamente per un non meglio specificato ed apparente motivo: ci mancava solo proporre al Laars di andare in vacanza insieme nella città natale di lei, a quel punto tanto valeva spogliarsi ed essere sua!
... e quel pensiero, unito al silenzio calato tra i due, la investì con una tale forza - perché voleva disperatamente essere sua - che l'unica cosa che le venne in mente di fare fu correre verso la riva e tuffarsi in acqua senza attendere oltre.

Come?
Il bagno?!
Ok... Ok ok arrivo, ehi, aspetta!
Dove corri?!


Il più lontano possibile da lui, ecco dove stava correndo: allontanarsi e immergersi nell'acqua fredda l'aiutò a sentirsi meglio... per cinque minuti; poi, però, si ritrovò con Robyn col volto del ragazzo di fronte a sé, quel corpo scolpito a distanza ravvicinata, quegli occhi intensi nei suoi, e non ci capì più nulla.
O meglio, capì l'unica cosa che sarebbe stato meglio non capire... voleva baciarlo.

... che stai aspettando allora?

Non disse nulla, perché lui non le diede il tempo di dire nulla: improvvisamente, da un secondo all'altro, si ritrovò con la bocca coperta da quella di lui, le sue mani sui fianchi, gli occhi chiusi e l'eccitazione a mille; si strinse al suo corpo, complice anche l'acqua, addirittura incrociò le gambe intorno al suo bacino, sentendo quell'erezione che premeva contro di sé e le faceva venire sempre più caldo e sentire la necessità di continuare, di andare ancora oltre.

... facciamolo adesso, qui.

C-Come?! - anche lui voleva andare oltre evidentemente, e subito.

Allontaniamoci, andiamo al largo... Io ti desidero più di qualunque altra, più di tutto...

Robyn...

... Non ce la faccio più... Ariel...

Nemmeno lei ce la faceva più, anche lei stava scoppiando, anche lei lo desiderava più di chiunque altro, più di tutto... ma non era reale; se non fossero stati due Aberrazione sarebbero stati in grado di trattenersi, forse non si sarebbero nemmeno mai avvicinati in quel senso, e per quanto la voglia fosse enorme, Ariel non voleva che accadesse... non lì, non in quel momento.

... Scusami... Io... E' troppo difficile, ho perso la testa...

No, io... ti capisco, anch'io ho una voglia matta di te! - lo tranquillizzò la Jiménez, ancora attaccata a lui - Solo che... non voglio che la nostra prima volta avvenga qui, così, perché non siamo riusciti a trattenerci!

Ci teneva al romanticismo, sempre e comunque: che poi avesse implicitamente affermato di volere una prima volta con lui, beh, quello era un particolare di cui ancora - e per fortuna - non si era resa conto.
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Messaggioda Robyn » 25/12/2015, 22:55

... facciamolo adesso, qui.

C-Come?!

Allontaniamoci, andiamo al largo... Io ti desidero più di qualunque altra, più di tutto...

Robyn...

... Non ce la faccio più... Ariel...

Non che ci volesse molto a capirlo: l'erezione del ragazzo era talmente prepotente che sarebbe stato impossibile per lei non sentirla premere contro il proprio corpo. Il Laars era fatto di carne e sangue esattamente come lei, per forza dunque che stesse davvero arrancando, specie dopo il bacio che si scambiarono in mezzo all'acqua, lontano da sguardi indiscreti, fortunati ancora che la Jiménez non fosse già preda perenne dei fotografi e dei giornalisti, pronti a qualsiasi costo ad immortalarla in situazioni intime pur di vendere il loro operato ai migliori offerenti. La mano dell'Auror corse quasi subito di nuovo verso il fondo schiena della colombiana, stringendo e palpando impunemente, ma bastò rendersi conto di ciò che stava facendo per ritirarla all'istante e farsi indietro col corpo, nuotando oltre la distanza del metro e mezzo, la distanza da definirsi pericolosa.

... Scusami... Io... E' troppo difficile, ho perso la testa...

No, io... ti capisco, anch'io ho una voglia matta di te!

Inoltre questa atmosfera non ci aiuta per nulla...

Solo che... non voglio che la nostra prima volta avvenga qui, così, perché non siamo riusciti a trattenerci!

... Stai dando per scontato che ci sarà una prima volta tra noi?
Perché mai, scusa? Stiamo cercando di trattenerci proprio per non finire a letto insieme a causa della nostra chimica.


Non si capiva più nulla: giusto e sbagliato, vero e falso, romantico o pornografico. I pensieri, i gesti, le parole avevano tutti dei connotati misti immersi in quegli aggettivi, connotati talmente tanto mischiati tra loro che spesso e volentieri riuscire a trovare una valida interpretazione era più una impresa che un semplice tentativo. Al MagiFono dell'albergo, ancora una volta si sentì la voce della direzione, ma non per pubblicizzare il concerto, bensì per richiedere proprio la presenza della ragazza presso l'ufficio riservato allo staff alberghiero. Evidentemente c'era da mettere qualche altra firma, definire ancora qualche dettaglio oppure erano giunte le disposizioni di Evan e Calvin dall'Inghilterra e lei doveva esserne messa a conoscenza. Né Robyn né Ariel lo sapevano, ma non sarebbero riusciti ad incontrarsi per diverse ore a causa di tutti gli impegni di quella giornata per la meravigliosa colombiana.

Io di sicuro non posso uscire dall'acqua, adesso, devo aspettare che si calmi...
Tranquilla, tanto ormai siamo l'uno di fronte alla stanza dell'altra, non ci perderemo sicuramente di vista...
Vai a compiere il tuo dovere, raffreddare un poco i bollenti spiriti non ci farà male...


Sorrise leggermente, un po' in difficoltà, come se stesse tenendo dentro di sé qualcosa e non volesse condividerla.
Poi però, nel vederla allontanarsi e distanziarsi da lui, una strana fitta al cuore e allo stomaco lo sorpresero, facendolo parlare inaspettatamente.

Ariel...

La fissò negli occhi, seriamente e languidamente, indeciso ancora se parlare o meno, ma alla fine cedette, concedendo loro la verità.

... Mi mancherai.

QUELLA STESSA NOTTE

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Alla fin fine, la Jiménez non si era più fatta vedere.
Alla reception gli avevano detto che il direttore e l'organizzatore dell'evento l'avevano rapita per l'ennesima volta.
Non che la cosa gli dispiacesse, era bello sapere che i progetti le andavano a gonfie vele ma... Credeva di prendersi appena un paio d'ore di tregua ed invece ne erano trascorse quasi dodici. La mezzanotte non era lontana ma tanto Robyn non riusciva a dormire, fermo di fronte alla finestra della stanza ad osservare il cielo stellato che, in alcuni momenti, sembrava rappresentare gli occhi della bionda latino americana. Alla fine, stanco di non sapere cosa fare lì dentro con quella strana e indomabile solitudine, il Laars uscì dalla camera, dirigendosi nella zona della hall e poi della sezione piano bar.

Magari un drink potrebbe conciliarmi il sonno...

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Della Jiménez nemmeno l'ombra ancora, ma forse rientrata nella propria stanza era crollata sul letto avida di riposo e bisognosa di energie.
Alla tastiera, il musicista pagato per intrattenere gli ospiti interruppe il suo operato per qualche minuto, così alcuni di loro smisero di ballare.
Poggiato di schiena al muro d'angolo della hall, vestito con una semplice camicia bianca estiva ed un pantalone leggero, Robyn osservò i commenti dispiaciuti dei clienti che chiedevano all'uomo di riprendere presto perché volevano proseguire a ballare un lento. Tuttavia il tizio sembrava stanco e provato, evidentemente lavorava da dopo cena e necessitava di un poco di respiro. Quando si andò a sedere al bancone del bar, l'Auror lo seguì, sedendoglisi vicino.
Chiese del rum con ghiaccio e gli venne servito quasi subito, per la sua piccola gioia personale.

Non ti danno pace stanotte, mh?

Puoi dirlo forte...

Il barista parlava col musicista, probabilmente in amicizia, condividendo chiacchiere e qualche mezza risata.

Dai, forza, solo un altro brano e poi puoi andartene a dormire, su.

Ci credi se ti dico che non ho per niente la forza?

Nemmeno per uno solo?

Veramente sarebbe il ventesimo o qualcosa del genere!
... Ti assicuro, credo mi manchi anche un poco la voce.


Se vuoi... Posso sostituirti io, per quest'ultima canzone.

Il musicista si volse, guardando Robyn e dandogli maggiore attenzione, mentre l'Auror mandava giù un po' del suo drink forte.

Mi piacerebbe molto ragazzo, ma purtroppo non conosco la tua qualità.
Se fai uno schifo sono io ad andarci di mezzo.


Che ti potranno fare, al massimo?
Darti minor stipendio?


E ti sembra poco?
Come minimo mi levano una cinquantina di Galeoni dalla busta paga.


Roby, a quel punto, dal portafoglio estrasse una banconota da cinquanta Galeoni e gliela allungò senza troppi giri di parole.

Se vado una merda sarai libero di tenerteli, d'accordo?

Il musicista, rimasto un po' perplesso da quel gesto, dopo aver fissato il barista quasi a chiedergli consiglio e trovando nell'espressione dell'amico un semplice "sembra tanto sicuro di sé, fallo provare, male che va non ci rimetti", tornò a guardare il Vocal Coach, facendogli un ghigno ironico, annuendo.

Grazie...

Senza aggiungere altro, il Laars terminò il suo rum, alzandosi in piedi, dirigendosi verso la tastiera, dove prese posto, sotto lo sguardo perplesso dei clienti.
Il musicista annunciò che avrebbe cantato lui l'ultimo bravo e considerando che a nessuno interessava chi cantasse bensì che si cantasse, tutti coloro che vollero ballare l'ultimo lento della notte si misero in posizione, chiamando la loro dama e chiedendo a gran voce una canzone d'amore.
Robyn, silenzioso, sapeva che non avrebbe potuto cantare nulla di differente in quella notte tersa di pensieri, immagini, fantasie e rimorsi. Non appena sfiorò con le dita la tastiera, per effetto del suo nuovo potere come Aberrazione, il suono che ne derivò avvolse completamente ogni persona, trasportandoli in uno stato quasi ipnotico di charme. E dire che si era anche promesso di non dare mai voce a quelle note. Che razza di debole bugiardo.



Che sorriso che c'hai, questa sera...
Sembra quasi che sia... Primavera...
Dì di no, perché se no... Questa notte morirò...
E non dirmi che sei... Prigioniera...
Che c'è già qualcun altro che spera...
E non dire che lo sai... Che sai già che cosa vuoi...

Quando guardi qualcuno o qualche cosa...
... Non esiste nessuno, che può dirti no...
E anche tu non ti rendi... Conto nemmeno...
Ma i sorrisi tu li dai... Come fossero dei guai...

Mentre dai senso a tutto il mondo e incontrarti e come se...
... Se spuntasse fuori il Sole, dietro te...

Prendi, tu puoi prendere, qualunque cosa vuoi,
fino a quando resterai... Bella più che mai...


Non gli serviva nemmeno tenere gli occhi aperti, le dita sapevano esattamente dove andare a parare, solcando quei tasti come se fossero tante barche sulle onde del mare. La musica faceva in modo che tutte le coppie stessero avvinghiate, dondolando sul posto abbracciate, beandosi del calore del partner, sorridendo nel pieno dei loro sentimenti, mentre il musicista sussurrava al barista che probabilmente i 50 Galeoni non se li sarebbe proprio potuti intascare.
Robyn metteva tanto di quel carisma in quella musica che sembrava che stesse cantando da solo, per se stesso e non certo per una folla. In verità aveva chiesto quel permesso solo per avere modo di esprimere ciò che gli premeva dentro nell'unico modo che conosceva, l'unico modo che sapeva dargli piccole soddisfazioni. Nessuno stile rock, solo il poetico romanticismo di un maschio completamente assoggettato alla meraviglia di una femmina.

Che sorriso che c'hai questa sera...
... Sembra quasi che dici... Lo so...

Quando guardi qualcuno o qualche cosa...
Non esiste nessuno... Che può dirti no!
E anche tu non ti rendi... Conto nemmeno...
... Ma i sorrisi tu li dai... Come fossero dei guai...

Mentre dai senso a tutto il mondo e incontrarti è come se...
... Se spuntasse fuori il Sole dietro te...

Prendi, tu puoi prendere, qualunque cosa sia...
Fino a quando resti... Bella come sei...

Prendi... Tu puoi prendere... Qualunque cosa vuoi...
... Fino a quando resterai...
... Bella più che mai...


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Messaggioda Ariel » 26/12/2015, 1:24

... Stai dando per scontato che ci sarà una prima volta tra noi?

Ah... beh... io... ecco... n-no... insomma...

Come mettersi nei guai da soli, che razza di stupida!

Perché mai, scusa? Stiamo cercando di trattenerci proprio per non finire a letto insieme a causa della nostra chimica.

Eh... sì... infatti...
Voglio dire, tu non... n-non vuoi che finiamo a letto insieme...


Tecnicamente sì, l'avrebbe voluto, o non le avrebbe proposto di farlo lì nell'acqua nemmeno due minuti prima, ma immaginava che in realtà lui non volesse davvero farlo, e la cosa... sì, quel pensiero le faceva male.
Ma perché?!
Non avrebbe dovuto sentirsi sollevata che Robyn fosse contrario a fare del sesso? Non ci stava davvero più capendo nulla, e la presenza del Laars a poca distanza di sé di sicuro non l'aiutava a ragionare! Sentire il proprio nome e cognome richiamato dal magifono la fece sobbalzare, non aspettandosi di essere nuovamente richiesta dagli organizzatori del concerto: era ovvio che non potesse esprimersi dal presentarsi, ma lui che avrebbe fatto?

Io di sicuro non posso uscire dall'acqua, adesso, devo aspettare che si calmi...

O... Okay...

Tranquilla, tanto ormai siamo l'uno di fronte alla stanza dell'altra, non ci perderemo sicuramente di vista...
Vai a compiere il tuo dovere, raffreddare un poco i bollenti spiriti non ci farà male...


Annuì, abbassando lo sguardo per costringersi a non chiedergli il motivo di quel sorriso forzato - poteva anche essere una sua allucinazione - e gli diede le spalle per allontanarsi e tornare a riva... salvo poi fermarsi e voltarsi quando la voce di lui richiamò la sua attenzione.

Ariel...

Sì?

... Mi mancherai.

... anche tu.

[Quella notte]


Aveva passato praticamente tutta la giornata lontana da Robyn, tra altri servizi fotografici - ma quanti doveva farne?! - un paio di interviste e un'ulteriore conferma della scaletta scelta per la serata del concerto, e non aveva fatto a meno di pensarlo per tutto il tempo o quasi: non era possibile che quelle sensazioni, quei sentimenti fossero tutti frutto del loro essere Aberrazione, non dal momento in cui era stata a contatto anche con Dylan, e di certo per lui quelle cose non le provava!
Le sembrava impossibile, assurdo, fuori da ogni logica, ma...

... e se quello che sento per Robyn fosse... reale?

Era possibile? Quindi non amava più Zephyr, o meglio, l'aveva dimenticato? Era pronta per andare avanti? O forse ci avrebbe normalmente messo più tempo, ma il suo essere un'Aberrazione stava amplificando quei sentimenti e velocizzandone la crescita? Inutile dire che non aveva nessuno a cui chiederlo, erano tutte supposizioni quelle, campate assolutamente per aria: per questo aveva deciso di parlarne col Laars, quando finalmente aveva assolto ai suoi doveri e si era rifocillata al volo, giusto per non essere completamente vuota; peccato che lui, in stanza, non ci fosse.

E adesso?
Uff... tanto vale che scenda al bar e beva qualcosa...


Di analcolico, possibilmente, perché non è che fosse diventata più tollerante a certe cose una volta diventata Aberrazione: scese al pianoterra, quindi, appoggiandosi al bancone una volta arrivata al bar e richiedendo una spremuta di mango e papaya... quando una voce che conosceva bene, anzi, fin troppo bene, la fece voltare di scatto.

Immagine


Che sorriso che c'hai, questa sera...
Sembra quasi che sia... Primavera...
Dì di no, perché se no... Questa notte morirò...
E non dirmi che sei... Prigioniera...
Che c'è già qualcun altro che spera...
E non dire che lo sai... Che sai già che cosa vuoi...


... Robyn?!

Quando guardi qualcuno o qualche cosa...
... Non esiste nessuno, che può dirti no...
E anche tu non ti rendi... Conto nemmeno...
Ma i sorrisi tu li dai... Come fossero dei guai...

Mentre dai senso a tutto il mondo e incontrarti e come se...
... Se spuntasse fuori il Sole, dietro te...

Prendi, tu puoi prendere, qualunque cosa vuoi,
fino a quando resterai... Bella più che mai...


Robyn...


Teneva gli occhi chiusi, sembrava che non avesse alcun bisogno di guardare la tastiera del pianoforte, come se la musica la conoscesse a memoria: l'aveva scritta lui, e per quanto Ariel fosse ingenua, non c'erano dubbi sul destinatario di quella canzone; possibile che sentisse dei sentimenti così profondi per lei? E possibile che li considerasse ancora finzione, artificio?

Che sorriso che c'hai questa sera...
... Sembra quasi che dici... Lo so...

Quando guardi qualcuno o qualche cosa...
Non esiste nessuno... Che può dirti no!
E anche tu non ti rendi... Conto nemmeno...
... Ma i sorrisi tu li dai... Come fossero dei guai...

Mentre dai senso a tutto il mondo e incontrarti è come se...
... Se spuntasse fuori il Sole dietro te...


Le vennero gli occhi lucidi, tanto da doverseli asciugare di fretta per non cominciare a piangere a dirotto: scosse il capo, cercando di recuperare il contegno perso ma senza riuscirci: il suo cuore le diceva che era tutto vero, possibile che fosse così tanto in errore? O forse era la sua mente, più fredda e razionale, che voleva farle vedere tutto come uno sbaglio per evitare di essere coinvolta di nuovo e soffrire ancora?

Prendi, tu puoi prendere, qualunque cosa sia...
Fino a quando resti... Bella come sei...

Prendi... Tu puoi prendere... Qualunque cosa vuoi...
... Fino a quando resterai...
... Bella più che mai...


Gli diede le spalle prima che potesse accorgersi della sua presenza e scappò su per le scale di corsa, fino al piano dove si trovavano le loro stanze... ma non rientrò nella propria: al contrario, arrivò fino alla porta di quella di lui e vi si appoggiò con la testa, respirando a fondo per calmarsi, per capire cosa fare. Probabilmente, avendo perso la concezione del tempo, Robyn l'avrebbe trovata in quella stessa posizione una volta ritornato su - per andarsene a dormire - ma non appena lo avesse visto, la Jiménez gli sarebbe andata incontro per parlargli... anzi, per vomitargli addosso tutta una serie di parole che, probabilmente, se si fosse tenuta per sé in quel momento non avrebbe osato più pronunciare.

Lo so che pensi che sia tutto finto tra noi e forse è così, ma io non posso più crederlo, è assurdo ed impossibile! Sono stata a contatto con Dylan e tu con Melia, e a meno che tu non mi dica che pensi a lei per tutto il tempo, beh, allora significa che essere ciò che siamo non influenza i nostri pensieri e i nostri sentimenti, infatti io non penso mai a nessun altro che non sia tu!
Quindi lo so che probabilmente è sbagliato perché siamo io e te, e che forse Evan e Calvin ci rimarranno di sasso e che forse sono pure una sgualdrina perché sto dicendo queste cose anche se io e Zephyr non ci siamo mollati da tanto, ma... io credo di essermi innamorata di te, Robyn.


Si fermò, col respiro corto perché era rimasta praticamente in apnea per tutta la durata del monologo, fissandolo a metà tra lo speranzoso e l'impietrito: aveva appena forse fatto il babbano passo più lungo della gamba?
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