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New York

Messaggioda Tisifone » 27/12/2013, 0:51

... d'ora in poi, a colazione, quattro cannoli e cinque tortini al cioccolato fondente, te l'ha detto il dietologo vero?

Al tono serio con cui Noah le stava illustrando il suo nuovo regime alimentare, Tisifone rispose ridacchiando compostamente, con il dorso della mano a coprire la bocca e gli occhi incatenati a quelli del compagno con una luce di divertimento misto a lussuria che ne accentuava il colorito blu notte. Non fece alcuna fatica a comprendere cosa stesse passando per la testa dell’italoamericano, non in virtù di chissà quale arte magica, ma semplicemente perché la sua, di fantasia perversa, le stava dando gli stessi suggerimenti su come smaltire i chili in eccesso. Di cosa avrebbe dovuto fare, invece, vestita e nell’aula del Ministero non se ne preoccupava per nulla, ben consapevole che Pellegrino non avrebbe di certo abbassato gli standard dei loro allenamenti adesso che stavano insieme, anzi probabilmente li avrebbe intensificati, limitandosi a prendersi cura di lei in maniera più dolce e premurosa dopo averla sbattuta a terra un migliaio di volte. Tutto si poteva dire di Noah Pellegrino tranne che prendesse sotto gamba il suo lavoro o che non raggiungesse gli obiettivi che si era prefissati, di qualsiasi natura essi fossero. Per quel motivo Tisifone era più che certa che adesso che l’idea era venuta fuori nulla avrebbe impedito al suo compagno di organizzare una gita indimenticabile in Italia, dalla Passaporta internazionale che li avrebbe fatti arrivare freschi e riposati a destinazione alle passeggiate romantiche per i vicoli di città a lei sconosciute. E per quanto riguardava il cibo di certo Francesco avrebbe saputo consigliare loro dove andare e cosa assaggiare, sentendosi forse orgoglioso della meta che aveva scelto e a ragione considerato che, incidente linguistico a parte, era stato il suo cannolo a far sorgere nella Divinante la curiosità nei confronti dell’Italia. Il sorriso si addolcì sul viso della donna al ricordo dello spuntino/pranzo pomeridiano e della facilità con cui i coniugi Pellegrino si erano ricavati un piccolo posticino nel suo cuore. Benchè li conoscesse da poco, si era sentita subito in sintonia con loro, imbarazzi vari a parte, probabilmente perché il loro modo di interagire le ricordava molto sia i suoi genitori che i suoi padrini. Sapere quindi di aver fatto loro una buona impressione non potè che renderla felice anche se il commento che Lucilya aveva espresso su di lei era così azzeccato da essere un filino inquietante. Scoprire di essere un libro così facile da leggere anche per chi non la conoscesse la rendeva un po’ inquieta mentre, d’altro canto, sapere che Noah l’aveva osservata così bene in quei mesi la riempiva di uno strano senso di orgoglio e di possessività.

Uhm, ma guarda che bella signorina che c'è lì...

Preoccupati della signorina che hai qui accanto.

Lo riprese con un tono basso simile a un ringhio, scherzando ma non troppo – sapeva ovviamente che fuori non poteva esserci alcuna ragazza da guardare a meno che le acque newyorkesi non fossero infestate da sirene, ma a livello istintivo l’ipotesi che lui potesse trovare interessante guardare qualcun’altra soprattutto con lei presente le faceva ribollire il sangue. Avvolse le dita intorno al suo mento in una leggera carezza e con l’indice della mano iniziò a disegnare figure circolari intorno all’angolo della sua bocca come a volerlo convincere a riportare la sua attenzione su di lei. Quando ebbe nuovamente gli occhi di Noah puntati contro, Tisifone si prodigò ad accenderne i sensi e alimentarne il desiderio in ogni modo possibile, tenendo conto che si trovavano ancora in un luogo tecnicamente pubblico. Vezzeggiò il suo dessert, gustandolo con una lentezza esasperante e dedicando a ogni goccia di cioccolato e a ogni briciola di tortino un’attenzione totale, leccando lasciva ogni traccia dal cucchiaino e dalle proprie labbra mentre con la mano sfiorava “accidentalmente” il corpo del compagno. Continuò a provocarlo anche una volta lasciata la barca, rispondendo ai suoi assalti e assalendolo a sua volta, con baci passionali e profondi, morsi che sapevano di “marchiare il territorio e leccatine lenitive di un dolore che in realtà non aveva provocato, rinfacciandogli bonariamente di aver fatto loro perdere tempo prezioso camminando invece di smaterializzarsi direttamente a casa. Si sentiva la ragazzina che non era mai stata mentre entravano dal retro del ristorante, abbracciati e scarmigliati, tentando di fare il minor rumore possibile e venendo beccati, come nelle migliori tradizioni, dal padre di lui ancora sveglio, se per controllarli o per abitudine, non era dato saperlo. Recuperata una distanza dignitosa dal compagno, ma senza sciogliere la presa delle loro mani e con ancora un sorriso beato stampato sul volto, Tisifone salutò Francesco, scusandosi per averlo svegliato.


Svegliato?
Benedetta ragazza, ho un ristorante da mandare avanti io, sai? Ho finito di pulire e sistemare tutto poco fa, puoi chiedere alle mie stanche ossa se non ci credi!


Le credo sulla parola.

Lo rassicurò, serena, evitando di chiedere perché non lasciasse che la moglie, una volta rimasti soli, rigovernasse con qualche colpo di bacchetta. Di sicuro sarebbe stato più veloce e meno stancate ma qualcosa le diceva che Francesco avrebbe finito per ricontrollare ogni cm del ristorante non per mancanza di fiducia nella magia ma perché sembrava essere una sorta di maniaco del controllo per cui le cose erano fatte bene solo se era stato lui a farle. In ogni caso non aveva alcuna intenzione di impelagarsi in una discussione del genere, non quanto aveva ben altri progetti per il resto della serata che, fino a quel momento, era stata a dir poco perfetta come confidò all’uomo più grande, complimentandosi per come aveva cresciuto il figlio.

Il vero lavoro l'ha fatto mia moglie... io ci ho solo messo un po' del mio. Ma evidentemente ha preso la parte migliore del sottoscritto...

Un sorriso divertito comparve sul viso di Tisifone di fronte a quella palese manifestazione di orgoglio paterno che però sparì in un lampo non appena le fu chiaro, dalle successive parole di Francesco che esistesse un qualche tipo di legame, e anche abbastanza forte, tra la famiglia Pellegrino e Lucas Turner. Tutta l’allegria e la spensieratezza che avevano riempito le ultime ore si volatilizzarono, lasciando che le vecchie malsane abitudini riprendessero il comando del suo corpo. Si irrigidì palesemente, allontanandosi d’istinto dal compagno, ripetendo il nome del collega con un tono di voce basso ma stranamente fermo che faticava a riconoscere come suo.


Esatto, un vecchio amico di Noah...

Amico. Qualcuno con cui ci si confida, con cui si condividono esperienze e dettagli della propria vita. Che i due in realtà avessero parlato di lei e soprattutto del motivo per cui lei e Turner si erano lasciati?

In effetti lei dovrebbe conoscerlo, giusto Tisifone? Lavorate nella stessa scuola, se ho capito bene.

Si ha ragione… Io e… Noi siamo colleghi ma ignoravo che Noah lo conoscesse.

Una piccola accusa insita nelle sue parole ma che forse non venne colta visto che subito dopo la donna si congedò frettolosamente e anche un po’ bruscamente, adducendo una stanchezza che provava certo ma che interessava più il suo spirito che il suo corpo. Scappò letteralmente nella stanza che le avevano riservato e a ogni passo pensieri, paure, scenari tragici e complotti immaginari le si accavallarono nella mente rendendo la tensione così insopportabile che una volta da sola finì per rimettere tutta la cena. Era una strana, pessima coincidenza che l’uomo di cui si era innamorata e che aveva incontrato casualmente nel momento del bisogno fosse un grande amico del suo ex ragazzo con cui aveva rotto non per volere del Fato ma di una qualche mente malata che aveva deciso di giocare con le loro vite. L’ansia di non essere in grado di badare a se stessa e la paura che potesse nuovamente essere manipolata le attanagliarono la gola spingendola a chiedersi se tutto quello che aveva vissuto fino a quel momento fosse reale o solo un’altra finzione, più piacevole decisamente ma pur sempre una finzione. Si spogliò senza cura, gettando i vestiti su una sedia, e indossò una comoda tuta di pile con dei fuochi da campo che si accendevano e si spegnevano all’improvviso e delle pozze d’acqua su cui comparivano delle figure indistinte, regalo di dubbio gusto estetico ma di grande comodità che le aveva fatto Asher a Natale. Era così immersa nei suoi pensieri infausti che quando Noah bussò alla porta scattò come una molla e accolse il compagno con la bacchetta stretta in mano e i capelli, tra cui era nascosta fino a un secondo prima, scompigliati che le circondavano il viso, accentuandone il pallore.

... puoi spiegarmi dove ho sbagliato?

Tu…

Esordì con un tono di accusa, sollevando di poco la bacchetta con l’intenzione non di attaccarlo ma bensì di silenziare la stanza in modo da essere libera di poter urlare e sfogarsi liberamente senza doversi preoccupare di disturbare i genitori di lui. Ma poi era davvero quello ciò che voleva? Lasciare che il suo istinto e le sue paranoie avessero la meglio, litigando probabilmente anche in maniera verbalmente violenta con il neo compagno? No. Voleva una conversazione civile, delle rassicurazioni ed eventualmente delle spiegazioni, come per esempio il fatto che mai in quei mesi era saltato fuori che conoscesse Lucas, per non parlare di quelle che avrebbe dovuto dare lei e tenere un tono pacato l’avrebbe di certo aiutata di più nell’ottenere tutto ciò. Voltò quindi le spalle al compagno e puntò la bacchetta verso uno dei cuscini che erano disposti sul letto trasfigurandolo in un enorme pupazzo di peluche a forma di drago che abbracciò in un modo molto infantile dopo essersi seduta sul letto con le gambe incrociate e la schiena appoggiata alla spalliera. Lo sguardo saettò dal fondo del letto completamente libero alla figura del compagno in piedi davanti alla porta e un sospiro le uscì dalle labbra, prima di mordicchiarsele con fare nervoso.

Ricordi quando ti dissi che esisteva un unico uomo in grado di indurmi in tentazione? – chiese certa che la conversazione che avevano avuto dopo essere stati a letto insieme al prima volta gli fosse rimasta impressa nella mente esattamente com’era accaduto a lei – Quell’uomo era Lucas Turner.

Una sfumatura di malinconia le colorò la voce come sempre le accadeva quando parlava di Lucas perché i ricordi legati alla loro storia erano, a discapito di tutto, alcuni dei più belli della sua vita e poteva guardare loro senza alcun astio o veleno da quando avevano deciso di essere amici. Le implicazioni di quella affermazione erano palesi. Lei e il docente di Trasfigurazione avevano avuto una storia, non qualcosa di passeggero e insignificante, ma un rapporto stretto e importante la cui conclusione aveva lasciato Tisifone devastata emotivamente, come lo stesso Noah aveva potuto appurare quando si erano conosciuti.

Perché non mi hai mai parlato di lui? – chiese quindi cercando di contenere la nota accusatoria della sua voce – Sai che lavoriamo nella stessa scuola eppure in tutti questi mesi non mi hai mai detto nulla, neanche un accenno…
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Messaggioda Noah » 28/12/2013, 16:28

La serata era andata benissimo, anzi, tutta la giornata era stata splendida: Tisifone era arrivata a New York, aveva conosciuto i genitori di Noah, aveva assaggiato le prelibatezze italiane cucinate da Francesco, e ancora aveva pattinato al Rockefeller Center e cenato su una barca che l'aveva portata alla scoperta del lato più romantico di NYC... allora perché, adesso, a Pellegrino sembrava che d'improvviso tutta la felicità che era riuscito a farle accumulare fosse svanita in un battito di ciglia?
Non riusciva a capire quale fosse il problema, non riusciva a capire dove avesse sbagliato: salutò il padre che aveva appena finito di rimettere in ordine la cucina del ristorante e salì le scale, vestendosi più comodamente - pantaloni della tuta neri e maglia sopra a maniche lunghe dello stesso colore - prima di andare a trovare Tisifone nella sua stanza per capire cosa le fosse preso da un momento all'altro; gli occhi gli si spalancarono per la sorpresa quando, aprendo la porta della camera, si ritrovò di fronte una compagna con la bacchetta sguainata come fosse pronta ad attaccarlo, un gesto che mai si sarebbe aspettato da lei.
Ma cosa diavolo era successo?

Tu…

Io?

Osservò i movimenti della donna, quell'abbracciare un cuscino trasfigurato in un drago di peluche come fosse una ragazzina in preda ad un momento di crisi esistenziale, attendendo silenziosamente che la compagna si decidesse a spiegargli quale cavolo fosse il problema che aveva dato vita a quel momento assurdo tra loro.

Ricordi quando ti dissi che esisteva un unico uomo in grado di indurmi in tentazione?

Certo che me lo ricordo... perché?

Quell’uomo era Lucas Turner.

Le pupille di Noah si spalancarono a dismisura a quella rivelazione, la bocca si schiuse a formare una piccola "O" di sorpresa che si completava bene con l'espressione di totale sbigottimento assunta dall'uomo, un'espressione che difficilmente si sarebbe potuta fingere, nemmeno se si fosse stato un ottimo attore - e Pellegrino lo era fino ad un certo punto.

Perché non mi hai mai parlato di lui?
Sai che lavoriamo nella stessa scuola eppure in tutti questi mesi non mi hai mai detto nulla, neanche un accenno…


Perché non ne è mai capitata l'occasione! - replicò Noah ancora incredulo, mentre lentamente iniziava a capire, o meglio, ad ipotizzare, cosa avesse sconvolto Tissi così tanto: pensava che fosse stato tutto... architettato? Che si fosse messo d'accordo con Turner per... cosa, poi? - Non mi hai mai parlato dei tuoi colleghi di lavoro se non di tua cugina, ho pensato semplicemente che lo conoscessi di sfuggita, che fosse un estraneo per te... come potevo immaginare che fosse stato lui l'uomo di cui mi avevi parlato?
Lucas... lui non mi ha mai fatto il tuo nome: certo, nelle ultime lettere mi aveva raccontato di una donna con cui era finita, mi aveva spiegato che l'amava e che la storia era andata a puttane, ma non mi ha mai fatto il tuo nome, non mi ha mai nemmeno accennato a qualcosa che potesse farmi rimandare alla tua persona.


Paradossalmente dunque sembrava essere colpa di Turner per non aver parlato chiaro, ma Pellegrino sapeva che all'amico non piaceva affatto confidarsi per lettera ed aveva dunque semplicemente immaginato che l'avrebbe fatto meglio a voce, quando si fossero visti - quando avessero trovato il tempo per farlo, più che altro.
E lui non aveva mai parlato dell'amico alla donna proprio perché il discorso non era mai venuto fuori, nemmeno una volta, ed essendosi fatto l'idea che per Tissi fosse un estraneo, non aveva trovato urgenza, motivo o necessità di farle presente la cosa.

... pensi che fosse tutto calcolato?
Onestamente, ti è venuto in mente anche per un solo secondo negli ultimi dieci minuti che potessi averti ingannata?
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Messaggioda Tisifone » 31/12/2013, 12:01

Perfetta. Era stata una serata, anzi una giornata, perfetta a partire dallo “spuntino” che aveva consumato appena atterrata con i coniugi Pellegrino. Tutto, ogni gesto, ogni parola, ogni dettaglio preparato con cura da Noah l’aveva fatta sentire amata, felice, importante fino a sciogliere le ultime riserve di ghiaccio intorno al suo cuore e spingerla a rischiare, a rimettersi in gioco completamente, non solo con il corpo ma anche e soprattutto con il cuore e l’animo. E poi in un attimo il mondo roseo che stavano costruendo insieme le era crollato addosso, lasciandola disorientata e impreparata a gestire la valanga di ansie e timori che l’aveva investita insieme alla consapevolezza che Pellegrino e Turner fossero amici, grandi amici a giudicare dal modo in cui Francesco parlava dell’ex Tassorosso. Così aveva reagito nell’unico modo che conosceva, rinchiudendosi in se stessa e scappando quasi letteralmente dalla cucina, bisognosa di un posto dove rimettere insieme i pezzi di quel mondo nascente. Tra le mura della sua stanza era riuscita in parte a calmarsi ma la lucidità andava e veniva, a sprazzi, come l’alta marea, lasciando libere, quando si ritirava, le sue paranoie di tormentarla, facendola scattare sulla difensiva al solo dischiudersi della porta. Non avrebbe mai pensato di trovarsi un giorno a puntare la propria bacchetta contro Noah al di fuori di una sessione di allenamento e quando si rese conto che effettivamente era quello che stava facendo si sentì invadere da un’ondata di panico che le stinse la bocca della stomaco, facendole temere di dover vomitare nuovamente. Con le guance rosse per la rabbia contro se stessa, aveva rivolto il proprio catalizzatore contro un cuscino e si era “sgonfiata” sul letto, troppo concentrata sul tenere a bada le proprie emozioni per poter sprecare una briciola di forza per stare in piedi o darsi un contegno da adulta. Cosa quasi impossibile da fare in ogni caso considerato che aveva le braccia strette intorno a un enorme peluche e la guancia destra posata sulla testa del drago. Da quella posizione assurda e sbilenca, Tisifone aveva rivelato a Noah con un tono spento e vagamente malinconico che aveva amato profondamente Lucas, prima che le spezzasse il cuore. Mentre pronunciava quelle poche parole, gli occhi della Divinante, adesso nuovamente vivi anche se velati di sentimenti negativi come paura e tristezza, rimasero incollati al viso dell’italoamericano per cogliere ogni sfumatura della sua reazione a quella piccola rivelazione.

Non lo sapeva…

Atona. Ecco come suonava il commento nella testa di Tisifone di fronte all’espressione sorpresa di Noah, così diversa da quella della donna che appariva solamente stanca. Non vedeva alcun segno di artefici in lui e questo si rifletteva nell’assenza di incertezza in lei nel formulare quel pensiero, ma non era abbastanza da chiarire una parte dei dubbi che la stavano attanagliando. Com’era possibile che in quei mesi il MT non avesse mai accennato neanche lontanamente di conoscere uno dei suoi colleghi? Anche solo per… boh… mandargli dei saluti? La sua scarsa conoscenza delle relazioni e interazioni sociali non le permetteva di comprendere se quello poteva essere considerato un comportamento normale o meno quindi si risolse a chiederlo direttamente all’uomo, lievemente sconvolta dalla consapevolezza che gli avrebbe creduto, qualsiasi cosa le avesse detto.

Perché non ne è mai capitata l'occasione! – inclinò leggermente il capo, schiacciando maggiormente la guancia contro il peluche, gli occhi fissi in quelli dell’altro e le sopracciglia leggermente aggrottate, in segno di riflessione. - Non mi hai mai parlato dei tuoi colleghi di lavoro se non di tua cugina, ho pensato semplicemente che lo conoscessi di sfuggita, che fosse un estraneo per te...

Non sono una persona molto socievole … - e al di là di una partita a scacchi con Simon e qualche lezione di Occlumanzia con la Bennet non aveva approfondito i rapporti con nessuno anche se si era ripromessa di tentare di dare una svolta alla propria vita sociale, con i suoi tempi ovviamente – e di certo parlare di qualcuno che si sta cercando di dimenticare non è il modo di migliore di ottenere qualche risultato.

Una semplice constatazione la sua, pronunciata in maniera pacata e senza alcuna particolare inflessione. Aveva tentato di cancellarlo dalla sua mente, dal suo cuore, dalla sua vita, ma era stato tutto inutile. Lucas Turner le era entrato dentro, si era insinuato sotto la sua pelle e non vi era modo di estirparlo e alla fine si era resa conto che non lo voleva neanche. Aveva bisogno di lui e lui, contro ogni logica, sembrava aver bisogno di lei e quel bisogno reciproco li aveva spinti a tentare la strada dell’amicizia invece che quella dell’indifferenza e le cose sembravano aver ingranato.

Come potevo immaginare che fosse stato lui l'uomo di cui mi avevi parlato?

Rilassò di poco la presa intorno al peluche e strinse le labbra, mordendosi il labbro inferiore dall’interno, pensierosa. Lei non gli aveva dato alcun indizio sul suo rapporto con il docente di Trasfigurazione, ma bè in quel periodo aveva altre priorità piuttosto che confidarsi con un uomo appena conosciuto con cui stava intessendo una relazione lavorativa/sessuale, ma Lucas? Possibile che non si fosse confidato con il suo amico? Persino lei aveva approfittato della spalla di Monique in una o due occasioni.

E lui non ti ha mai detto nulla?

Non era un’accusa o una insinuazione, solo una domanda che andava fatta per avere un quadro più chiaro possibile della situazione.

Lucas... lui non mi ha mai fatto il tuo nome: certo, nelle ultime lettere mi aveva raccontato di una donna con cui era finita, mi aveva spiegato che l'amava e che la storia era andata a puttane, ma non mi ha mai fatto il tuo nome, non mi ha mai nemmeno accennato a qualcosa che potesse farmi rimandare alla tua persona.

Una risatina amara e un po’ isterica scaturì dal petto di Tisifone che la soffocò, nascondendo il viso nel drago che teneva in braccio.

Oh si, mi amava ma non abbastanza da fidarsi di me o da riuscire a stare ancora con me…

Era una cosa ingiusta da dire e se Lucas fosse stato presente si sarebbe scusata o forse non avrebbe borbottato affatto. Ma lui non c’era e lei si sentiva di nuovo a pezzi, esposta e indifesa. Non si rammaricava del fatto che tra lei e l’ex Tassorosso fosse finita, per quanto le sue parole l’avessero ferita nel profondo, soprattutto perché era stato grazie a quello che aveva incontrato Noah, ma quella situazione paradossale aveva riportato a galla vecchi fantasmi di cui non era semplice liberarsi. Le stava ricordando di essere stata una marionetta nelle mani di un burattinaio perverso e invisibile, che la sua mente non era il posto sicuro che credeva fosse e che nulla le assicurava che una cosa del genere non sarebbe potuta riaccadere. Il dubbi che fosse già riaccaduta l’aveva già assalita come si premunì di confessare subito dopo.

... pensi che fosse tutto calcolato?
Onestamente, ti è venuto in mente anche per un solo secondo negli ultimi dieci minuti che potessi averti ingannata?


No e si.

Rispose immediatamente, senza alcun tentennamento, raddrizzando la schiena e spostando il peluche di lato in modo che non ci fossero barriere di alcun tipo tra lei e il suo compagno. Allungò una mano, stendendosi in avanti, in modo da poggiare il palmo della mano sulla porzione di letto davanti a lei, accarezzando il copriletto e mormorando un Per favore in direzione dell’altro. Forse era egoista da parte sua dopo la scenata che aveva fatto pochi secondi prima ma voleva averlo vicino mentre gli raccontava l’orrore di cui era stata vittima e carnefice involontaria. Se Noah avesse accolto il suo invito Tisifone avrebbe tentato di sfiorare la sua mano con la propria e avrebbe iniziato a disegnare figure immaginarie sul suo palmo con la punta dell’indice. In caso contrario la mano sarebbe rimasta sul letto e avrebbe iniziato a vagare sulle coperte. In entrambi i casi la donna avrebbe iniziato a parlare tenendo lo sguardo fisso nel vuoto in un punto imprecisato di fronte a sé.

Anche prima di conoscere i tuoi genitori sapevo che eri una persona integra, onesta e brutalmente sincera. Non sei il tipo di uomo che inganna la noia giocando con i sentimenti degli altri ma si, per un lungo terribile momento ho temuto di essere stata ingannata, di nuovo.

Prese un profondo respiro e deglutì pesantemente, il nodo alla bocca dello stomaco che diventava sempre più stretto.

Il modo in cui ci siamo conosciuti, l’immediatezza con cui ho accettato di uscire con te per non parlare di quello che è accaduto a casa tua quella sera… Tutti comportamenti che non mi erano del tutto consoni e che oggi hanno tentato di incastrarsi in un orrido puzzle babbano. E’ per quello che mi sono fatta prendere dal panico prima e sono scappata dalla cucina… Ma adesso mi rendo conto che è impossibile. Perché quando sto con te e ti guardo e ti bacio non mi sento divisa, non c’è alcuna nota stonata di sottofondo, nulla che mi urli è giustamente sbagliato oppure non volevi farlo anche se volevi farlo. E’ naturale, spontaneo, giusto, mi rende felice e…

Si bloccò all’improvviso, la bocca ancora aperta e gli occhi sgranati, conscia tutto d’un tratto che tutto il discorso che stava facendo doveva farla apparire quanto meno folle. Spinta dall’urgenza di rispondere alla domanda di Noah e fugare tutti suoi dubbi insieme ai propri, aveva dimenticato il piccolo dettaglio che l’uomo non fosse a conoscenza di cosa aveva portato Lucas a lasciarla.

Scusa… - mormorò, portando la mano al petto e facendo un paio di profondi respiri per regolarizzare il battito del cuore impazzito e riorganizzare le idee in modo da riuscire a formulare un discorso un tantino logico – Qualcuno ha trovato divertente manipolare la mia mente e trasformarmi in una marionetta/p*****a per farmi andare a letto con uno sconosciuto di cui non ricordo neanche il viso e poi ha manipolato quella di Lucas affinchè mi vedesse s*****e con questo tipo incurante della sua presenza.

Per quanto tentasse di apparire discorsiva e distaccata, la voce le si incrinò e iniziò a tremare leggermente al ricordo di quel calore osceno che non l’aveva abbandonata per giorni tanto da stringersi le braccia intorno alla vita come se sentisse improvvisamente freddo.

Non so cos'abbia fatto più male il non aver avuto il controllo del mio corpo per qualche ora o il vedere l'uomo che avrebbe dovuto conoscermi meglio di chiunque e con cui intendevo costruire un futuro credermi davvero capace di fare una cosa del genere volontariamente.
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Messaggioda Noah » 09/01/2014, 13:58

Non sono una persona molto socievole … e di certo parlare di qualcuno che si sta cercando di dimenticare non è il modo di migliore di ottenere qualche risultato.

Ma io non potevo saperlo - replicò Noah, in tono ragionevole non certo per convincerla della sua buona fede, sapeva di essere nel giusto e la sincerità traspariva dalla sua voce, quanto più per farle capire quale tipo di ragionamento avesse fatto - Mi hai parlato di tua cugina spontaneamente, ricordi? Ho semplicemente pensato che se fossi stata amica di qualche altro docente me ne avresti parlato, come è successo con lei!

Aggiunse l'italo-americano, ponendo poi quella domanda che a lui sembrava assolutamente retorica: considerando che nemmeno Turner aveva mai fatto il nome di Tisifone, no, non avrebbe mai potuto collegare e comprendere che erano stati insieme, forse solo se avesse fatto il mestiere della compagna - ammesso che lo fosse ancora - e avesse quindi avuto una sorta di visione da parte del Fato.
D'altronde non poteva certo dare la colpa a lei o a lui per non aver fatto nomi e cognomi fin dall'inizio, per quanto magari ci si aspettasse che ciò accadesse da parte del miglior amico di Pellegrino: eppure, per chi lo conosceva bene come Noah, nemmeno quella era stata una sorpresa, perché non era solito parlare di argomenti privati e tanto delicati tramite lettera, che chiunque avrebbe potuto leggere se ad esempio fosse andata persa; era successa la stessa cosa quando aveva litigato coi suoi genitori, per questo il Master Teacher aveva semplicemente accantonato la cosa, aspettando di vederlo a quattr'occhi per farsi spiegare ogni dettaglio.
Nessuna congiura contro di lei, nessun complotto per farla stare male, per vendicarsi - di cosa, poi? - per prenderla in giro ed umiliarla: Noah sapeva che quella era la verità, ma Tisifone?
Lei ci credeva, o si era messa in testa che fosse stato tutto un piano architettato ad arte dai due uomini?

No e si.

La fissò per un lungo istante dopo quell'affermazione, studiando la mano che lei gli aveva porto: chiaro che non fosse solo la donna quella provata dalla piega che aveva preso la serata, soprattutto perché Noah non era abituato a farsi accusare di menzogne, di complotti, di vendette contro persone innocenti.
E tuttavia l'amava e voleva più di ogni altra cosa risolvere la faccenda, ragion per cui si sedette sul bordo del letto ed allungò a sua volta la propria, di mano, cosicché incontrasse quella di Tisifone per farsi disegnare sul palmo figure astratte e senza senso, mentre lo sguardo della Divinante si perdeva nel nulla di fronte a sé.

Anche prima di conoscere i tuoi genitori sapevo che eri una persona integra, onesta e brutalmente sincera. Non sei il tipo di uomo che inganna la noia giocando con i sentimenti degli altri ma si, per un lungo terribile momento ho temuto di essere stata ingannata, di nuovo.

Aggrottò appena la fronte, perché sentiva che quel "di nuovo" era la chiave di tutto il discorso, discorso che forse avrebbe finalmente portato a galla la verità.

Il modo in cui ci siamo conosciuti, l’immediatezza con cui ho accettato di uscire con te per non parlare di quello che è accaduto a casa tua quella sera… Tutti comportamenti che non mi erano del tutto consoni e che oggi hanno tentato di incastrarsi in un orrido puzzle babbano. E’ per quello che mi sono fatta prendere dal panico prima e sono scappata dalla cucina… Ma adesso mi rendo conto che è impossibile. Perché quando sto con te e ti guardo e ti bacio non mi sento divisa, non c’è alcuna nota stonata di sottofondo, nulla che mi urli è giustamente sbagliato oppure non volevi farlo anche se volevi farlo. E’ naturale, spontaneo, giusto, mi rende felice e…

Inutile dire che di tutto quel fiume di parole, Pellegrino non ci stava capendo nulla: o meglio, aveva compreso che il modo in cui si era comportata con lui, atipico dal suo punto di vista, le aveva fatto temere di esser stata... manipolata? E che si stava rendendo conto di quanto la cosa non fosse possibile, sicuramente un bene per l'uomo; eppure non capiva ancora perché avesse avuto quella convinzione, o meglio, cosa fosse accaduto, con Lucas, a questo punto, da spingerla ad una considerazione del genere.

Scusa…

Va tutto bene, solo... non credo di aver capito.

Qualcuno ha trovato divertente manipolare la mia mente e trasformarmi in una marionetta/p*****a per farmi andare a letto con uno sconosciuto di cui non ricordo neanche il viso e poi ha manipolato quella di Lucas affinchè mi vedesse s*****e con questo tipo incurante della sua presenza.

Ci mise qualche istante per comprendere il senso delle parole di Tisifone, le implicazioni di esse e dunque visualizzare quanto lei avesse detto: qualcuno l'aveva manipolata mentalmente e l'aveva costretta a scopare con uno sconosciuto di fronte a Lucas, senza che lei potesse fermarsi o ricordare a posteriori i dettagli del partner sessuale... era possibile?
C'era veramente qualcuno in grado di fare una cosa del genere?

Non so cos'abbia fatto più male il non aver avuto il controllo del mio corpo per qualche ora o il vedere l'uomo che avrebbe dovuto conoscermi meglio di chiunque e con cui intendevo costruire un futuro credermi davvero capace di fare una cosa del genere volontariamente.

Lucas ha pensato che l'avessi tradito di tua spontanea volontà?

Le domandò di riflesso Noah, aggrottando la fronte: il Turner che conosceva lui non avrebbe mai potuto dare credito ad una cosa del genere, ma era anche vero che Pellegrino non si era mai trovato in una situazione simile e non poteva giudicarlo per questo.
Prese alcuni respiri profondi, poi, se Tisifone gliel'avesse permesso, si avvicinò col corpo a quello della donna per provare ad abbracciarla, facendole posare la testa sul proprio petto ed accarezzandole schiena e capelli con le mani, per farle sentire il proprio calore.

Mi dispiace, Tissi - mormorò in ogni caso subito dopo, la voce seria e grave - non avevo idea di cosa tu avessi passato, e se davvero Lucas non ha creduto alla tua innocenza, beh, è stato un gran coglione. Per quanto, a ben pensarci, la sua coglionaggine mi abbia fatto un sacco comodo.

Ammise, tentando di farla sorridere con una piccola battuta delle sue; sempre in accordo con la donna, Noah posò una mano sulla sua guancia, cercando gli occhi di lei per immergervi i propri e farla arrivare fino all'anima dell'italo-americano, al cuore che batteva per lei.

Non potrei mai mentirti, non potrei mai architettare piani contro di te, a maggior ragione adesso che so che mi ami e ricambi i miei sentimenti.
Mi dispiace che tu abbia sofferto, ma con me non accadrà più.
E posso anche prendere Turner a calci, se la cosa ti fa sentire meglio...
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Messaggioda Tisifone » 12/01/2014, 1:01

Ma io non potevo saperlo. Mi hai parlato di tua cugina spontaneamente, ricordi? Ho semplicemente pensato che se fossi stata amica di qualche altro docente me ne avresti parlato, come è successo con lei!

Mosse il capo su e giù un paio di volte comprensiva, le labbra tirate in una linea sottile e gli occhi semichiusi, storcendo il naso per trattenere un principio di starnuto generato dall’averlo strofinato contro il dorso peloso del drago a cui era abbracciata. Il ragionamento di Noah era semplice, cristallino e inoppugnabile e per un secondo Tisifone si sentì in colpa per aver permesso alla sua ritrosia in passato e alla sua impulsività quella sera di aver rovinato quella che poteva considerare a tutti gli effetti la serata più bella della sua vita. Forse se avesse fatto qualche commento casuale su Lucas nei mesi precedenti o se non si fosse categoricamente rifiutata di parlare della sua vita privata, l’amicizia tra i due uomini sarebbe emersa prima e … probabilmente lei in quel momento non si sarebbe trovata a NY sotto il tetto della famiglia Pellegrino in compagnia dell’uomo che amava ma da sola nei suoi alloggi della Torre dei Grifondoro a delineare piani per conquistare un cuore che non le apparteneva più. Non aveva bisogno di scomodare il suo instabile e inaffidabile Dono, infatti, per sapere che se non avesse avuto il tempo di conoscere approfonditamente l’italoamericano e venire a patti con i reali sentimenti che provava per lui, sarebbe scappata non appena appresa la notizia, senza darsi e dargli il tempo di spiegarsi. In preda alla propria paranoia si sarebbe sentita presa in giro, umiliata, vittima di chissà quale complotto, rifiutandosi di riconoscere che entrambi, Lucas e Noah, erano persone troppo corrette e oneste per potersi prestare spontaneamente a qualcosa di così meschino e crudele. Peccato che Tisifone e Turner avessero sperimentato sulla propria pelle l’esistenza di una qualche magia in grado di manovrare le persone come burattini e spingerli ad agire non secondo la propria morale ma in base ai capricci di un burattinaio immorale e senza scrupoli. Era quella doppia consapevolezza che le impedì di fugare ogni dubbio di Noah, arrivando, forse, a offenderlo affermando che in parte aveva davvero creduto per una manciata di secondi di essere stata ingannata. Spinta dal bisogno di averlo accanto a sé e di avere una qualche conferma di non aver rovinato tutto con due semplici sillabe, l’aveva invitato, o meglio pregato, di raggiungerla sul letto. Non appena l’uomo si sedette al suo fianco Tisifone espirò sollevata, come se avesse trattenuto il fiato fino a quel momento, e strinse con un po’ più di forza del dovuto la mano che le aveva allungato, come se avvertisse la necessità di assicurarsi che fosse davvero lì con lei. Anche quando allentò la presa non la lasciò andare, volendo un punto di contatto reale con il compagno mentre gli spiegava di non aver dubitato mai della sua buona fede ma che non aveva potuto scartare a priori l’ipotesi di essere stata in qualche modo manipolata nuovamente e di conseguenza che tutto quello che era successo tra loro non era altro che il frutto di una mente malata e perversa. Temendo che quella puntualizzazione potesse far precipitare ulteriormente le cose tra di loro, Tisifone si affrettò ad aggiungere che, dopo aver ragionato a mente lucida, era giunta alla conclusione che tutto quello che era accaduto tra di loro era stato completamente e assolutamente spontaneo e voluto e le donava solo un senso di gioia e felicità. Solo una volta giunta alla fine del suo monologo si era resa conto che probabilmente agli occhi di Noah doveva essere apparsa come una di quelle folli invasate babbane che pronunciava discorsi senza senso.

Va tutto bene, solo... non credo di aver capito.

Ne era certa, ma per quanto fosse teoricamente preparata ad affrontare il discorso sull’ipnosi una parte di lei avrebbe preferito di gran lunga saltare quell’enorme buco nero del suo passato. Si vergognava ancora immensamente di quello che aveva fatto, non importava che non era padrona del suo corpo, e temeva che Noah non avrebbe avuto una reazione positiva a quella parte del racconto. L’avrebbe biasimata per non essere stata abbastanza forte da resistere a qualsiasi tipo di magia le avevano scagliato contro? Gli avrebbe dato fastidio sapere che aveva fatto sesso con uno sconosciuto o che aveva tradito il suo amico? Soprattutto le avrebbe creduto sulla parola, oppure avrebbe messo in dubbio la sua buona fede così come aveva fatto Lucas?

Lucas ha pensato che l'avessi tradito di tua spontanea volontà?

Oh si… - mormorò, quelle due sillabe cariche di tutta l’amarezza che aveva provato quel lontano pomeriggio nei giardini di Hogwarts. Non appena Noah allargò le braccia con la chiara intenzione di avvolgerla tra esse, Tisifone vi si tuffò grata, strofinando il viso sul suo petto e inalando a fondo il suo odore con l’avidità di chi aveva temuto di non poterlo più sentire – Quando mi sono svegliata il giorno dopo sono andata nel panico, - riprese a raccontare, la voce ovattata dal fatto che stava parlando contro il suo sterno, restia ad abbandonare quel nido di calore e sicurezza - l’ho cercato ovunque, avrei messo a soqquadro l’intera Londra magica e babbana se Monique non mi avesse fermato e quando alla fine sono riuscito a trovarlo il giorno successivo invece del conforto e delle rassicurazioni di cui avevo bisogno ho trovato un muro di rabbia, freddezza e delusione. E’ stato sordo a qualsiasi spiegazione e cieco di fronte al mio dolore…

Mi dispiace, Tissi non avevo idea di cosa tu avessi passato, e se davvero Lucas non ha creduto alla tua innocenza, beh, è stato un gran coglione.

Hummm… Tu mi avresti creduta?

Bofonchiò, mordendosi il labbro inferiore nervosa e continuando a tenere il volto ben nascosto tra le pieghe della maglia del compagno. Era una domanda inutile, sciocca e infantile perché trovarsi in una data situazione e formulare ipotesi sulla stessa erano due cose completamente differenti e non si poteva sapere con certezza come l’emotività del momento l’avrebbe spinto a reagire ma Tisifone si ritrovò a formularla lo stesso perché aveva bisogno di essere rassicurata o anche solo di sentire uno dei soliti ragionamenti logici di Noah che avevano la capacità di far evanescere le sue stupide paranoie.

Per quanto, a ben pensarci, la sua coglionaggine mi abbia fatto un sacco comodo.

Ridacchiò sommessamente a quella battuta, una risata povera rispetto ai suoi standard ma era pur sempre un inizio e il passo successivo, a giudicare dalla carezza delicata sulla guancia, era quello di uscire dal suo nascondiglio. Baciò lievemente il petto del compagno all’altezza del cuore e poi, titubante, sollevò il viso mostrandogli attraverso i suoi occhi tutta la sua vulnerabilità e tutto il suo amore e trovando riflessi in quelli di Noah lo stesso amore e la stessa devozione.

Non potrei mai mentirti, non potrei mai architettare piani contro di te, a maggior ragione adesso che so che mi ami e ricambi i miei sentimenti.
Mi dispiace che tu abbia sofferto, ma con me non accadrà più.


Sorrise a quella dichiarazione d’amore, un sorriso ampio che le fece brillare gli occhi e la spinse ad annullare la distanza tra loro per tentare, se lui glielo avesse permesso, di sussurragli Ti amo per poi sfiorargli le labbra in un casto bacio, con la punta della lingua che ne saggiava la morbidezza e ne assaporava il sapore così tipico di Noah. Si sentiva più leggera e di nuovo fiduciosa nei complessi arazzi del Destino che, dopo un lungo e tortuoso pellegrinare, l’avevano condotta da quell’uomo meraviglioso con sui desiderava condividere il resto della sua vita.

E posso anche prendere Turner a calci, se la cosa ti fa sentire meglio...

Hummm… - mormorò pensierosa una volta che ebbe messo di nuovo una decorosa distanza tra le loro bocche, il minimo indispensabile per poter almeno parlare senza provocarsi troppo a vicenda. – No sarebbe davvero un peccato rovinare quel delizioso sedere che si ritrova…

Affermò con un tono noncurante e malizioso allo stesso tempo, la curiosità di vedere se e quanto fosse effettivamente geloso il suo uomo che ebbe la meglio su ogni altro pensiero logico. Solo lo sguardo,traditore, lasciava intravedere tracce di divertimento, un po' come quando sulla barca il MT aveva finto di ammirare un altra donna. Certo Lucas era reale e continuava a occupare un posto importante nel suo cuore ma solo come amico perchè il posto d'onore era riservato solo a Noah.
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Messaggioda Noah » 13/01/2014, 17:41

Amava Tisifone, nel bene e nel male.
Il che significava che, nonostante non avesse capito praticamente nulla di quanto aveva detto fino a quel momento, persa in quella sorta di monologo tra sé nel quale ragionava e si convinceva del fatto che Noah non aveva fatto nulla di male né aveva tentato in alcun modo di ferirla volontariamente, continuava comunque ad amarla e a desiderarla... al massimo sperava che avesse la pazienza di spiegargli quali ragionamenti avesse fatto e cosa davvero fosse successo con Lucas tempo prima, così finalmente avrebbe potuto capire davvero tutta la situazione.
E quando poco dopo la verità venne a galla, l'italo-americano si ritrovò a non poter credere alle proprie orecchie: cioè, non è che non credesse a quanto detto dalla compagna, ma trovava assurdo il modo in cui si era comportato l'amico, e la sua idiozia nell'essersi lasciato scappare una come lei.
Le chiese se davvero Turner poteva esser stato tanto stupido, e nel frattempo allargò le braccia per farla accomodare tra esse, per permettere di tranquillizzare se stessa sul fatto che lui non se n'era andato da nessuna parte, e non l'avrebbe fatto.

Oh si…
Quando mi sono svegliata il giorno dopo sono andata nel panico, l’ho cercato ovunque, avrei messo a soqquadro l’intera Londra magica e babbana se Monique non mi avesse fermato e quando alla fine sono riuscito a trovarlo il giorno successivo invece del conforto e delle rassicurazioni di cui avevo bisogno ho trovato un muro di rabbia, freddezza e delusione. E’ stato sordo a qualsiasi spiegazione e cieco di fronte al mio dolore…
Hummm… Tu mi avresti creduta?


Togliendo il fatto che dovrei trovarmi in quella situazione per poter dare una risposta sicura e concreta, e spero tu sia d'accordo con me nel preferire che ciò non avvenga mai - rispose Noah, posandole un bacio tra i capelli - Posso dirti cosa penso che avrei fatto: mi sarei arrabbiato, avrei spaccato qualcosa, poi ti avrei abbracciata e avrei cercato di superare la cosa con te... perché non mi sembri proprio il tipo di donna da mandare a quel paese una relazione seria per una notte di sesso.

Aggiunse, scuotendo appena il capo: poteva dare la colpa alla giovane età di Turner che, forse, alla lunga si era fatta sentire nel rapporto con Tisifone, ma a prescindere da tutto a lui aveva fatto solo comodo quindi, di sicuro, non si poteva lamentare.
Si lasciò baciare il cuore dalle morbide labbra di lei, poi si sporse per darle un bacio altrettanto morbido su quella bocca invitante, e rispose al suo "ti amo" con uno identico, con lo stesso amore che aveva sentito in quello pronunciato da lei.
Si offrì persino di prendere a calci Lucas, con tutto che erano amici, se questo sarebbe servito a farla sentire meglio.

Hummm…
No sarebbe davvero un peccato rovinare quel delizioso sedere che si ritrova…


Assottigliò lo sguardo dopo quelle parole, ed in un movimento veloce ed improvviso le prese i polsi e la inchiodò sul letto, il viso a pochi centimetri da quello di lei.

Ti amo, e Lucas è il mio migliore amico... ma spaccherò la faccia a lui e chiuderò ogni relazione con te se vi avvicinerete troppo - le disse, ed era mortalmente serio nel tono, grave, segno che non stava affatto scherzando e che preferiva mettere in chiaro le cose, considerato il rapporto che c'era stato tra i due in passato - Intesi?

Le domandò, aspettando una sua risposta positiva prima di distendere il volto ed i muscoli irrigiditi del proprio corpo, lasciando anche che un sorriso lieve ed innamorato gli affiorasse sul viso.

Senza contare che, ammettiamolo... ho un sedere decisamente migliore del suo.

Ed era un'affermazione la sua, totalmente inqualificabile, sfacciata, praticamente lo specchio perfetto del suo modo di essere, quello stesso modo che però era riuscito a far innamorare la bellissima Divinante sotto di sé.

Posso dormire qui con te stanotte, o vuoi che ti lasci sola e che venga a svegliarti domattina?

Chiese poi alla compagna: voleva passare tutto il tempo possibile con lei, accanto al suo corpo, e non per forza per andare a letto insieme ma anche solo per abbracciarla, per stringerla e continuare a dissipare sempre di più i suoi dubbi... ma sarebbe stato anche pronto a lasciarla sola, se era questo ciò che voleva.
Tutto, purché stesse bene.
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Messaggioda Tisifone » 14/01/2014, 13:38

Con non poco imbarazzo e tanta confusione Tisifone aveva raccontato a Noah della sua relazione con Lucas e delle circostanze che ne avevano decretato la fine sentendosi, man mano che parlava, sempre più stanca e vulnerabile. Si era illusa che il tempo avrebbe cancellato la sensazione di sporco che aveva avvertito su tutto il corpo quando si era risvegliata dall'ipnosi e attenuato i sensi di colpa per non essere stata capace di opporvisi, ma le piccole contrazioni che avvertiva all'altezza del petto e della bocca dello stomaco non facevano altro che rammentarle quanto si era sbagliata. Quando il compagno aveva spalancato le braccia non aveva sprecato neanche un secondo prima di fiondarsi in quel caldo rifugio, mandando alle mandragole l'immagine di donna matura, un po' austera e in pieno controllo delle proprie emozioni che tutti conoscevano. Rannicchiata tra le braccia dell'italoamericano, il viso sprofondato nel suo petto, Tisifone infatti assomigliava più a una bimba bisognosa di rassicurazioni, necessità quella che fu resa evidente dalla domanda prettamente infantile che pose al compagno sulla reazione che avrebbe avuto trovandosi al posto di Turner.

Togliendo il fatto che dovrei trovarmi in quella situazione per poter dare una risposta sicura e concreta, e spero tu sia d'accordo con me nel preferire che ciò non avvenga mai..

Mai...

Confermò, la voce ridotta a un sibilo tremolante mentre un brivido freddo le percuoteva le membra. Non avrebbe saputo dire cosa la terrorizzasse di più, se venire nuovamente manipolata o poter perdere Noah per qualcosa che esulava dalla sua volontà.

Posso dirti cosa penso che avrei fatto: mi sarei arrabbiato, avrei spaccato qualcosa, poi ti avrei abbracciata e avrei cercato di superare la cosa con te... perché non mi sembri proprio il tipo di donna da mandare a quel paese una relazione seria per una notte di sesso.

Era un discorso astratto - e tale si sperava rimasse per l'eternità - razionale, privo di tutta quella componente emotiva che risucchiava ogni briciolo di lucidità e spingeva a fare e a dire cosa di cui non ci si sarebbe mai ritenuti capace. E nonostante ne fosse consapevole, quelle parole furono come un balsamo lenitivo per l'animo martoriato di Tisifone e una Bombarda Massima contro il macigno che le stava opprimendo il petto. Sospirò grata per quella risposta, stringendo un po' di più a sè il corpo del compagno, baciandolo e sussurrandogli il suo amore con un tono dolce e carezzevole. Si sentiva sollevata, quasi allegra, e in un impeto di stupidità - perchè non poteva essere oggettivamente definita altrimenti - tentò di allentare un po' la tensione che si era venuta creare -che lei aveva creato- tra di loro con una battuta che ovviamente produsse l'effetto opposto. Superficialità? Mancanza di empatia? Capacità di dire sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato? Non avrebbe saputo dire in virtù di quale aspetto spigoloso e antisociale del suo carattere fosse riuscita a dire esattamente l'unica cosa o quasi capace di far apparire sul viso del compagno quella espressione seria e furente che stava osservando da una distanza ravvicinata. L'aveva ribaltata sul letto in un lampo, come se fosse stata una bambola di pezza e le aveva bloccato i polsi sulla testa, dimostrandole ancora una volta la sua superiorità fisica e la sua pericolosità. Avvertì i battiti del cuore accelerare e un calore inopportuno diffondersi nel basso ventre, risvegliato dall'eco di gesti simili in circostanze diverse, mentre la punta della lingua andava a tracciare automaticamente il contorno delle proprie labbra.

Ti amo, e Lucas è il mio migliore amico... ma spaccherò la faccia a lui e chiuderò ogni relazione con te se vi avvicinerete troppo. Intesi?

L'hai detto prima, non sono il tipo che manda a p*****e una relazione seria per una semplice scopata. E Lucas non potrà mai essere nulla di più. - tono di voce pacato ma rigido, senza alcuna sfumatura come lo sguardo fisso in quello del compagno. C'era un tempo per scherzare e uno per flirtare, quello era il tempo in cui mettere le cose in chiaro e le carte in tavola - Lui é il passato che non posso né voglio cancellare, tu il presente che si apre su un futuro meraviglioso. Non mi serve altro per essere felice e soddisfatta.

Sull'ultima affermazione il tono di voce si era addolcito così come i lineamenti del viso, lasciando trasparire tutto l'amore che provava per lui. Avrebbe accompagnato quella dichiarazione con una carezza su una guancia se i suoi polsi non fossero stati ancora stretti nella ferrea presa dell'italoamericano. Poteva divincolarsi, certo, e probabilmente Noah non si sarebbe opposto ma voleva gustarsi ancora per un po' quella strana sensazione di vulnerabilità e di abbandono che le stava solleticando la bocca dello stomaco. Lui l'aveva sopraffatta e lei non aveva neanche tentato di opporsi anche se era palese che non ci fosse nulla di sessuale in quei gesti. Si fidava di lui ciecamente e benché ne fosse già consapevole quella era la prova di cui non aveva bisogno.

Però se fosse possibile vorrei non dover rinunciare alla sua amicizia. - continuò, il corpo fermo e rilassato sotto quello del compagno e lo sguardo fisso in quello dell'altro - É strano a dirsi ma da quel disastro il nostro rapporto ne é uscito rafforzato anche se su basi differenti.

E non poteva essere altrimenti perché Turner le aveva insegnato non solo ad amare di nuovo, ma anche quanto importante e piacevole potesse essere la sensazione di avere qualcuno con cui confidarsi e su cui fare affidamento sempre e in ogni circostanza. Volenti o nolenti l'ex Tassorosso avrebbe per sempre occupato un posto importante nel cuore di Tisifone anche se avesse dovuto rinunciare alla sua amicizia per tacitare l'animo geloso del suo compagno. Attese quindi la risposta del compagno con un'espressione serena in volto, chiedendosi quanto potesse essere difficile per l'altro accettare che la propria donna e il proprio migliore amico fossero stati insieme.

Senza contare che, ammettiamolo... ho un sedere decisamente migliore del suo.

Allungò il collo e inclinò la testa verso destra nel tentativo di guardare la linea della natica seminascosta sotto il tessuto scuro, un lampo di lussuria che le attraversava lo sguardo.

E non solo quello... - mormorò con un tono di voce caldo e suadente, intrappolando il labbro inferiore tra i denti candidi - Però quando glielo farai notare cerca di usare un po' di tatto... lo sai quanto possa essere fragile l'ego maschile... Gliela vuoi dare tu la bella novella o preferisci dirglielo insieme?

E ovviamente non si riferiva alla superiorità delle natiche dell'uno rispetto all'altro quanto al fatto che stessero insieme.

Posso dormire qui con te stanotte, o vuoi che ti lasci sola e che venga a svegliarti domattina?

Fece finta di riflettere su quelle due alternative e quando avvertì il corpo del compagno rilassarsi sopra il suo tentò di ribaltare le posizioni per finire, se ci fosse riuscita, a cavalcioni sul suo inguine e il busto disteso sul suo torace per tenergli le mani bloccate sulla testa.

Se ai tuoi genitori non da fastidio, resta qui con me - mormorò, prima di abbassare il viso verso il suo orecchio e aggiungere con voce roca per l'eccitazione -Ti sei preso cura di me per tutta la giornata... E' ora che sia io a prendermi cura di te...
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Messaggioda Noah » 14/01/2014, 15:53

Finalmente tutto aveva acquisito un senso: chi fosse stato il suo ex, cosa fose successo tra loro, e perché da quella storia Tisifone fosse uscita tanto provata e diffidente; sapere cosa fosse accaduto esattamente non solo aveva avuto l'effetto di farlo avvicinare di più alla donna, poiché aveva potuto capire cosa l'avesse ferita e cosa avesse dovuto sopportare... ma gli aveva anche permesso di dissipare ogni suo dubbio sul fatto che mai avrebbe potuto farle del male in tal senso, e che il fatto di conoscere Lucas non voleva dire assolutamente niente.
L'aveva abbracciata, stretta a sé, coccolata come poteva... ma la battuta della donna era stata presa fin troppo seriamente da Pellegrino, che in un secondo l'aveva ancorata sotto di sé per mettere le cose in chiaro: amava lei e voleva bene a lui, ma se la Divinante e Turner si fossero avvicinati troppi, se si fossero messi a flirtare davanti a Noah o comunque egli ne fosse venuto a conoscenza, avrebbe chiuso i ponti con entrambi senza pensarci un secondo.

L'hai detto prima, non sono il tipo che manda a p*****e una relazione seria per una semplice scopata. E Lucas non potrà mai essere nulla di più.
Lui é il passato che non posso né voglio cancellare, tu il presente che si apre su un futuro meraviglioso. Non mi serve altro per essere felice e soddisfatta.


Bene... perché non voglio rinunciare alla donna che amo e ad un amico a cui voglio bene.

Però se fosse possibile vorrei non dover rinunciare alla sua amicizia.
É strano a dirsi ma da quel disastro il nostro rapporto ne é uscito rafforzato anche se su basi differenti.


Se l'amicizia non sfocia in una vicinanza eccessiva o in comportamenti più simili al flirt - e qui l'uomo non poté evitare di palesare sul volto una smorfia infastidita - non ho nulla in contrario.
Lucas si è dimostrato un coglione con te in questa situazione, non ho problemi ad ammetterlo, ma è un ottimo amico.


Concesse Noah, rilassandosi un po' di più: anche lo sguardo si era ammorbidito, così come i lineamenti del viso che non apparivano più tesi e rigidi; si fidava di Tisifone, ma la sua naturale gelosia purtroppo non poteva essere soppressa da un secondo all'altro, specie quando riguardava qualcuno che evidentemente era stato tanto importante, e lo era ancora, per la compagna.
In ogni caso, una volta recuperato il controllo di sé e delle proprie emozioni, riuscì persino a scherzare con lei, affermando che il proprio sedere era decisamente migliore di quello di Lucas, e lasciò che la donna potesse muoversi più liberamente per osservarlo, perché voleva avere da lei la conferma.

E non solo quello...
Però quando glielo farai notare cerca di usare un po' di tatto... lo sai quanto possa essere fragile l'ego maschile...


Come se già non lo sapesse...

Commentò Pellegrino con un gran sorriso sfacciato e sicuro di sé, ma era evidente che stava scherzando e che non c'era alcuna traccia di cattiveria nella sua voce o nel suo sguardo.

Gliela vuoi dare tu la bella novella o preferisci dirglielo insieme?

Forse sarebbe meglio che gli parlassi da solo... vorrei farmi una bella chiacchierata con lui da uomo a uomo, e forse non sarebbe la stessa cosa con te presente.
Se sei d'accordo, ovviamente.


E non perché non la volesse con sé, ma perché voleva sentire anche da lui l'intera faccenda, magari farlo anche sfogare come si faceva tra amici, e non gli sarebbe stato possibile con Tisifone lì con loro.
Ormai la questione sembrava chiarita, e non c'era più nulla per cui avere espressioni tristi o tese: per questo le propose di dormire insieme, come la coppia che erano diventati quella sera stessa, e lasciò volentieri che fosse Tisifone a prendere il suo posto, sopra di lui.

Se ai tuoi genitori non da fastidio, resta qui con me.
Ti sei preso cura di me per tutta la giornata... E' ora che sia io a prendermi cura di te...


Non credo possa esistere conclusione migliore per questa giornata...

Sussurrò con voce ugualmente roca Noah, per afferrare poi la fidanzata dal collo ed attirarla a sé così da poterla coinvolgere in un bacio caldo ed appassionato.
E dire che era solo il suo primo giorno a New York.

FINE
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Messaggioda Camila » 19/05/2015, 15:01

Abitazione di Camila Aguilar ∞ Boston ∞ 23.4.10 ∞ h 19:52

Che depressione...

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Non c'era niente di peggio che non sapere cosa fare in un Sabato sera come quello: se non fosse stato per il fatto che Hayley si era presa un giorno di ferie per stare con Marshall, Camila avrebbe costretto Dingo a fare qualcosa insieme, come andare a mangiare da qualche parte, magari direttamente al White Lion così avrebbe anche potuto stracciarlo a biliardo e freccette.
Invece, visto che l'uomo aveva da fare e lei di sicuro non aveva intenzione di fare da terzo incomodo, si ritrovava a casa da sola, ad annoiarsi a morte mentre si dedicava svogliatamente alla propria manicure: il silenzio che la circondava era quasi assordante, al punto che di lì a qualche minuto, se non avesse dato una svolta alla serata, avrebbe finito per diventare pazza, ne era più che sicura!
Si mise seduta sul letto, infatti, sbuffando sonoramente in un gesto di stizza e guardandosi attorno alla ricerca d'ispirazione: tra l'altro mancava poco all'ora di cena, ma come poteva venirle appetito in un ambiente tetro -date le circostanze- come quello? No, doveva uscire, e subito anche!

Però anche andare a cena da sola è da depressione totale... -si disse la Aguilar, mordicchiandosi l'interno della guancia sinistra in un gesto di riflessione: poi, all'improvviso, una folgorazione venuta dal nulla la fece quasi schizzare in piedi con un sorriso compiaciuto di se stessa- Ma certo, quanto sono geniale!
Questa è proprio l'occasione giusta... di corsa a vestirsi, su su su!


Come se stesse parlando a qualcun altro e non a se stessa, la spagnola volò sotto la doccia, a cui seguì un veloce -stranamente- processo di vestizione, trucco e parrucco, forse perché sapeva perfettamente quale risultato volesse ottenere... e che risultato!

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Era perfetta, e in più sapeva anche dove dirigersi... cena giapponese, stava arrivando!

Ristorante Giapponese "IMO" ∞ New York ∞ 23.4.10 ∞ h 20:37

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Grazie alla smaterializzazione era passata in un attimo da Boston a New York, dove sapeva -Dingo, sei il migliore!- di trovare Ryan: aveva una missione da compiere, quella sera, qualcosa di semplice in realtà visto che si trattava solo di tenere d'occhio un tizio per conto di un cliente... ma cosa c'era di meglio come copertura che fingere di essere a cena con la propria fidanzata?
Appena entrata nel ristorante, infatti, la Aguilar si guardò intorno, individuando subito il Vastnor e fregandosene del cameriere che si era avvicinato per accompagnarla ad un tavolo libero: quello che a lei interessava, infatti, era già occupato.

Edward, amore! -esclamò ad alta voce una volta che gli fu di fronte, abbassandosi per posargli un velato bacio sulla guancia e sedendoglisi poi di fronte- Scusa il ritardo tesoro, ti ho fatto aspettare molto? -gli chiese con una più che discreta capacità di recitazione, sorridendogli con aria complice mentre un cameriere, in rispettoso silenzio, apparecchiava di fronte a lei e le porgeva il menu del ristorante.

Mangiare qui tutto solo è come avere un'enorme insegna sulla testa che lampeggia, non sei credibile! -sussurrò come spiegazione appena rimasero soli, facendogli l'occhiolino- Sono la tua copertura per stasera, e tranquillo, non mi devi ringraziare! -come se Ryan Angel ne avesse mai avuto l'intenzione- Anche perché hai evitato il mio invito per l'aperitivo così tante volte che ora, come minimo, la cena me la devi offrire!

Aggiunse sempre sottovoce, ordinando poi al cameriere che si era nuovamente avvicinato loro una bottiglia di vino bianco -non si poteva bere acqua, ma insomma!- ed alcuni piatti che la interessavano, prevalentemente di pesce e verdure.

Allora, com'è andata la tua giornata, amore? -domandò infine con un gran sorriso solare e radioso, allungando anche per accarezzargli la mano in un gesto di complicità tipico di una coppia.

Che attrice!
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Messaggioda Ryan Angel » 19/05/2015, 16:53

23/04/2110
New York
Ristorante Giapponese
Ore 20:14


Sì, so come funziona, grazie.

Attende qualcuno, signore?

No, sono da solo.

O meglio, questo era ciò che pensava mentre si stava sedendo e prendendo posto non tanto distante dalla persona che doveva osservare.
Non esistevano più serate libere da dedicare allo svago, non quando per lui lo svago ormai era diventato il lavoro. Deprimente, no?
Un tempo aspettava il weekend con una tale trepidazione che faceva quasi fatica a rimanere in ufficio fino al momento di chiudere.
Invece adesso la situazione era ben diversa, non c'era nessuno ad attenderlo per stare assieme e onestamente a lui non interessava più che ci fosse. Troppi colpi bassi, troppa tristezza accumulata, troppo bisogno di stare in pace senza il pensiero di ritrovarsi da un istante all'altro col cuore spezzato o con una bottiglia di vodka mezza vuota nell'arco di nemmeno mezz'ora. Basta, basta definitivamente con donne e am-...

Edward, amore!

Che cosa?!
Camila?!


Scusa il ritardo tesoro, ti ho fatto aspettare molto?

Ma non era solo, signore?
Questa signorina la sta importunando?


... No no, davvero, mi sono sbagliato io.
Apparecchi pure per lei, scusi l'equivoco.


Strinse appena il pugno in un forte impeto di rabbia. La pressione era salita a picco e aveva una gran voglia di rompere qualcosa.
Come si era permessa di venire fin lì a rompergli le scatole durante il lavoro? Le aveva dato di volta il cervello forse?
Purtroppo non poté esporre alcuna domanda per tutto il tempo che il cameriere si prodigò svelto ad apparecchiare per lei, mettendole davanti bacchette, piattino, ciotolina per la salsa di soia, bicchiere di cristallo e menù. Poi, finalmente...

Si può sapere cosa cazz-...

Mangiare qui tutto solo è come avere un'enorme insegna sulla testa che lampeggia, non sei credibile!

Lo decido io cosa è credibile e cosa no!
... E non sono il tuo amore o il tuo tesoro!


Sono la tua copertura per stasera, e tranquillo, non mi devi ringraziare!

Ringraziare?!

Anche perché hai evitato il mio invito per l'aperitivo così tante volte che ora, come minimo, la cena me la devi offrire!

Ah pure?
Non ti fai proprio mancare nulla, eh?!


Non poteva cacciarla via, anche perché in tal modo sì che la sua copertura sarebbe finita a puttane, assieme al loro compenso ovviamente.
Dovette per forza stare al gioco, fissandola con aria ben poco contenta e tollerante, sbuffando dal naso e scuotendo appena il capo.
Non era la maniera migliore di entrare a contatto con lui, non con tutta quella irruenza, specie nell'ambiente di lavoro, per lui tanto delicato.
C'era solo da sperare che per lo meno sapesse giocarsi bene la parte e mantenere la facciata, ma con un lavoro come il suo era abbastanza impossibile che combinasse qualche guaio in tal senso. Il cameriere portò il vino bianco, per altro pregiato, tanto pagava lui, con il quale annaffiare il sushi che di lì a poco avrebbero ordinato tramite il classico meccanismo dei menù illimitati a prezzo fisso.

Allora, com'è andata la tua giornata, amore?

Ti ho già detto di... Mmmhh...
... Bene, anche se ora che sei qui davanti ai miei occhi, va decisamente meglio.


Si lasciò prendere la mano, per quanto dopo alcuni secondi la ritrasse con la scusa di doversi sistemare il colletto della camicia.

Marshall ed Hayley non erano liberi stasera?

Ecco a voi, signori...

Ah... Grazie.

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Ryan Angel
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