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New York

Messaggioda Tisifone » 22/09/2013, 22:15

Scoprire di essere in pratica la prima donna a varcare la soglia di casa Pellegrino in qualità di non si sapeva bene cosa del figlio maschio aveva gettato Tisifone in uno stato di panico perché, al di là degli aspetti pratici, temeva di non avere una risposta adeguata alla metà delle domande che la madre di Noah avrebbe potuto farle. “Ringraziò” quindi l’uomo per la premura con l’aveva messa a conoscenza di quel piccolo e non del tutto insignificante dettaglio, senza nascondergli l’ansia che le aveva provocato. Tanto in ogni caso se ne sarebbe accorto da come aveva nuovamente irrigidito le spalle e serrato gli occhi.

In realtà volevo metterti sulle spine per sperare di vederti arrossire e mordicchiare il labbro inferiore coi denti... perché adoro quando lo fai, sei tremendamente sexy.

Non era capace di arrossire a comando, non era mai stata un’attrice così brava ma allo stesso tempo non si era ancora abituata ai complimenti spontanei e a volte sfacciati che l’uomo le rivolgeva così, presa piacevolmente alla sprovvista da quel commento, le guance di Tisifone si tinsero di rosa tenue. Avvertendo quel calore familiare, perché Pellegrino aveva l’innata capacità di farla arrossire praticamente ogni volta che apriva bocca, solleticarle la pelle una luce maliziosa le illuminò gli occhi.

Dici per caso… così?

Mormorò con un tono di voce volutamente basso e caldo, richiamando la sua attenzione posandogli una mano sulla coscia. Era in parte terrorizzata dal vederlo abbandonare il contatto visivo con la strada ma il desiderio di provocarlo fu più forte di qualsiasi altra cosa e poi, in fondo, sapeva che non avrebbe mai corso rischi inutili. Se Noah avesse voltato di nuovo la testa verso di lei avrebbe visto una Tisifone con la testa adagiata sul poggiatesta, i capelli arruffati per il viaggio che gli rivolgeva uno sguardo malizioso mentre i denti superiori mordicchiavano il labbro inferiore. Il rossore delle guance andava via via aumentando perché per quanto istintivo e voluto il gesto era poco “ da lei” e molto da “in reazione a Noah”, qualcosa che la faceva sentire bene ma ancora la destabilizzava e probabilmente l’avrebbe fatto per sempre. Avere poi la sensazione [Intuito (S)=36] che, per quanto l’uomo potesse essere stato vago nel descrivere il rapporto che li legava, la madre la potesse vedere come qualcosa di più che una semplice amica non la aiutava a dissipare il calore in eccesso dovuto all’imbarazzo. In ogni caso non aveva altra soluzione, perché smaterializzarsi lontano da NY non era contemplabile, che prepararsi ad affrontare un vero e proprio interrogatorio, sperando solo che la madre fosse meno spigliata del figlio.


Probabile, ma ho anticipato a mia madre che saresti arrivata molto provata dal viaggio, soprattutto considerando che non sei abituata a viaggiare in aereo, e di darti tregua... ha promesso che sarebbe stata impeccabile, e mi fido di lei.

Sono contenta che tua madre non fosse una Serpeverde – mormorò visibilmente più tranquilla nei confronti dell’incontro imminente, fidandosi ciecamente delle parole dell’italoamericano – Demetri approfitterebbe del tuo momento di debolezza per attaccarti verbalmente senza pietà e scoprire ogni tuo segreto… Humm pensandoci bene sarebbe capace di crearlo questo fatidico momento pur di averti alla sua mercè…

Commentò tra il serio e il faceto, e si meravigliò nel non avvertire la famigliare morsa di panico attanagliarle lo stomaco al pensiero del Master Teacher e del Pozionista nella stessa stanza. Ricordava ancora quanto l’idea di una “cena in famiglia” con Lucas l’avesse atterrita mentre adesso lo stesso scenario le lasciava solo una vaga punta di disagio. Dopotutto Noah era più “maturo” di Turner, meno attaccabile e soprattutto aveva una dialettica e un modo di fare che, ne era certa, l’avrebbero reso capace di tenere testa al più difficile dei suoi padrini.

Non starai davvero pensando di invitarlo al Manor?!?

La domanda tra l’incredulo e il divertito riverberò nella sua mente con una forza tale da farle realmente scuotere la testa. No, non era qualcosa che aveva in programma di fare nell’immediato o nel lontano futuro perché, indipendentemente da cosa ci fosse tra loro, Tisifone aveva intenzione di avere Noah intorno ancora per molto, molto tempo. Peccato che questo suo desiderio non fosse abbastanza forte da spingerla a interrogarsi sui suoi reali sentimenti per l’uomo e prendere finalmente una decisione seria in merito alla loro “non – relazione”. Si rendeva conto che con il suo modo di fare, il suo rifiutarsi di prendere in considerazione l’idea di fermarsi da lui saltuariamente nei week end nonostante non disdegnasse tra le altre cose rotolarsi con lui nel suo lettone, appariva patetica e stupidamente infantile ma non riusciva a comportarsi diversamente.

Già... solo che...

Si morse il labbro inferiore con meno carica sensuale ed erotica di prima, lasciando trasparire tutta la sua ansia per una conversazione che nel profondo sapeva che prima o poi sarebbe dovuta arrivare ma che non sapeva come gestire. Un sospiro lieve eruppe dalle sue labbra quando fu chiaro che Noah non avesse intenzione di approfondire il discorso, un sospiro che però non era di sollievo. Temeva che prima o poi il suo Master Teacher si sarebbe stancato di tutti quei tentennamenti e l’avrebbe presa di petto o ignorata e tra le due alternative non riusciva a decidersi quale fosse peggio.

Il passato può condizionare a tal punto il futuro?

Si chiese distrattamente mentre per scusarsi del modo in cui aveva involontariamente offeso sia Noah che il padre si ritrovava a parlare, per grandi linee, di una delle relazioni disastrose che aveva segnato il suo passato e che ancora influenzava non poco il suo modo di rapportarsi agli uomini e a ciò che era babbano. Aveva adorato ogni singola incursione che lei e l’italoamericano avevano fatto nel Mondo Babbano e apprezzato ogni novità che lui le aveva mostrato e che si era persa durante il suo periodo “sabbatico”. Pablo infatti era perennemente al verde e quindi non potevano permettersi cinema o teatro, cose a cui lei, conoscendole, aveva rinunciato ben volentieri e che solo ora invece iniziava ad apprezzare. Nonostante questa sua totale apertura nei confronti dei babbani però l’idea di rimanere bloccata nel loro mondo senza poter usare la magia la terrorizzava ed era quello che stava cercando di spiegare a Noah, senza però trovare il coraggio di spiegargli il perché.

Io non ti costringerei mai ad una cosa del genere.

Un triste sorriso consapevole comparve sul viso di Tisifone, mentre con la mano accarezzava istintivamente il braccio sinistro all’altezza della cicatrice. Il non volere che lei usasse la magia durante la loro breve vacanza non implicava che Noah volesse che lei vi rinunciasse per sempre, ma questo non le impediva di avvertire un lieve senso di apprensione. Gli uomini che aveva amato non avevano mai avuto la reale intenzione di farle male e alla fine l’avevano pugnalata al cuore lo stesso. Era per quello che tendeva a rimanere sulle sue, a nascondere a Pellegrino chi e cosa fosse realmente.

E non veda l'ora che finalmente tu mi permetta di scoprirlo.

Non c’era alcun tentennamento nella voce dell’altro, o almeno lei non lo colse, come se desse per scontato che prima o poi sarebbe accaduto. Non vi era neanche arroganza solo una semplice constatazione di qualcosa che sarebbe naturalmente accaduta. E per un attimo Tisifone si lasciò trasportare da quella forte convinzione che loro due fossero destinati a stare insieme per sempre e nuovamente l’immagine di Noah seduto nel salone del Manor a chiacchierare con Demetri si materializzò davanti ai suoi occhi.
La voce dell’uomo che l’avvertiva che erano finalmente giunti a destinazione la svegliarono da quel sogno, non un incubo, a sogni aperti e così Tisifone si immerse nella contemplazione della vita caotica di NY, commentando come, difficilmente senza l’aiuto della magia sarebbero riusciti a trovare parcheggio.

Solo perché so come sono fatti i miei...

Immaginando un qualche incantesimo “Respingi babbano” posto su un parcheggio, Tisifone rimase a bocca aperta quando si ritrovarono di fronte a un semplice quanto efficace “Riservato” sul posto dove Noah stava parcheggiando.

Non mi muovo spesso con la macchina, ma quando lo faccio non c'è una volta che mio padre non si assicuri che possa parcheggiare di fronte al ristorante.
Vieni, le valigie le prendiamo dopo!


Una volta che la macchina fu spenta, Tisifone slacciò la cintura di sicurezza e prese un paio di respiri profondi mormorando tra sé qualche piccola frase di incoraggiamento in russo, prima di decidersi di abbandonare l’abitacolo.

Hummm…Merlino mi sento un unico tocco di muscolo atrofizzato.

Mormorò, cercando il modo di sgranchire braccia e schiena senza dare troppo nell’occhio, il collo teso all’indietro, le braccia allargate a croce e le spalle che ruotavano lentamente. Si bloccò di colpo quando avvertì un calore nuovo all’altezza della mano sinistra e quando si accorse di quale fosse la causa le sue dita si erano già automaticamente intrecciate a quelle dell’uomo.

Giusto perché non volevi dare un’idea sbagliata di voi…

La prese in giro la vocina della sua coscienza, distraendola quel tanto che bastava da impedirli di opporre resistenza alla forza attrattiva che l’italoamericano stava esercitando sulla mano e quindi su di lei. Chiuse automaticamente gli occhi non appena le labbra morbide di Noah si posarono sulle sue, dandole la giusta contezza di quanto gli fosse mancato, e senza doverci neanche riflettere ricambiò il bacio, strofinando la punta del naso nell’incavo del suo collo in ringraziamento al complimento che gli aveva fatto. Quando si staccò da lui, senza però abbandonare la presa sulla sua mano, si sentiva un po’ più sicura di sé o almeno abbastanza da riuscire a entrare nel ristorante in maniera disinvolta, senza dare l’impressione di esservi trascinata. Una volta entrati Tisifone diede una lunga occhiata panoramica all’interno del locale apprezzandone l’arredamento elegante ma sobrio e soprattutto l’atmosfera di “casa” che sembrava emanare da ogni angolo.

Siamo arrivati!

Ed ecco giunto il momento della verità o qualcosa di simile. I rumori che provenivano dal retro del locale fecero aumentare i battiti del cuore della donna che si ritrovò a stringere con più forza la mano di Noah come se temesse che dalla porta potessero sbucare due terribili basilischi.

Mamma, papà, vi presento Tisifone.
Miss Samyliak
– inarcò un sopracciglio interrogativo di fronte a quel comportamento scherzoso. Possibile che non riuscisse a rimanere serio neanche in certe occasioni informali? - le presento i miei genitori: mia madre, Lucilya... E mio padre, Francesco.

Mister Pellegrino… Miss Pellegrino – rispose in maniera educata e formale, sciogliendo di mala voglia la presa della mano di Noah per congiungere entrambe le mani in grembo e rivolgere a entrambi un inchino leggermente distaccato. Ma dopotutto lei era abituata così - … è un piacere per me conoscervi. Noah non fa che parlare di voi.

Sincera, educata, gentile e un tantino rigida. Ecco come doveva apparire Tisifone ai genitori del suo Master Teacher che però non si lasciarono per nulla intimidire dal suo comportamento, dimostrandole in una manciata di secondi da chi avesse preso Noah. Prese quindi cauta la mano che le stava tendendo il padre, rimanendo impassibile fuori e allibita dentro per la stretta vigorosa che le diede, e si lasciò abbracciare dalla mano, rimanendo però rigida come un palo e senza la forza di sollevare le proprie di braccia almeno per dare la sensazione che stesse ricambiando il gesto. Si trovava insieme a quelle persone da meno di cinque minuti e già si sentiva stordita. Dubitava seriamente di riuscire ad arrivare integra alla fine del pasto.

Avrà fame, Tisifone... mi sono permessa di cucinarle qualcosa, e...

Tentò di aprire la bocca per dire che no, in effetti l’appetito che aveva si era appena dissolto come vittima di un Evanesco, ma il Signor Francesco la battè sul tempo, costringendola a soprassedere.

Donna, dì le cose come stanno!

Oh, e va bene... mio marito si è permesso di cucinarle qualcosa - sa com'è, è un tipo molto orgoglioso della sua cucina - perciò si metta comoda che le porto subito il pranzo!

Incapace di dire alcunché, Tisifone obbedì all’istante, posando la giacca sulla spalliera della sedia e prendendo posto, gli avambracci appoggiati al tavolo e le mani giunte, la schiena rigida tanto da dare l’impressione che a una minima scossa si sarebbe potuta spezzare.

Noah, tesoro, hai fame?

No mamma, sto bene cos--

Perfetto, porto qualcosa anche a te!


E’… allucinante… - Mormorò la donna con gli occhi leggermente sgranati e la testa che le girava una volta rimasti soli. Avevano un modo così diverso di fare, di interagire tra loro, non solo rispetto a come l’avevano cresciuta Asher e Demetri, ma anche rispetto all’atmosfera che si respirava a casa sua quando era piccola. Colma di amore certo e di rispetto, ma anche di un lieve formalismo e di un’ironia verde argento che aveva finito per prevaricare sull’entusiasmo rosso – oro – ma anche così caloroso…

Era strano tutto ciò ma piacevole, sperava solo che non diventasse anche imbarazzante o almeno non troppo.

... che ti dicevo sui rotolini di grasso?

Che sarò costretta a inventarmi qualcosa per farli sparire visto che prevedo un loro incremento esponenziale.

E il fatto che fosse capace di fare una battuta nonostante la situazione in cui si trovavano voleva dire che ce la stava mettendo davvero tutta per cercare di smussare gli angoli più appuntiti del suo carattere. L’ultima cosa che voleva era offendere, involontariamente, i genitori di Noah.

Pronta per il pranzo?

Per niente… Spero solo che non abbiano preparato troppo cibo, mi si è chiuso lo stomaco per l’ansia – confidò all’uomo, allungando la mano sul tavolo alla ricerca di quella di lui. Aveva bisogno di un contatto qualsiasi e non sapeva se era solo per sostegno morale o perché gli era mancato così tanto che adesso non poteva fare a meno di cercarlo ogni istante – Sai prima… quando tuo padre ha corretto tua madre… bè mi hanno ricordato molto i miei genitori. Certo mio padre si sarebbe trovato privo di qualche attributo se avesse tentato di chiamare mia madre donna ma per il resto… bè il modo in cui interagiscono e quello in cui ti guardano…

E una nota di malinconia tinse la voce della donna, al pensiero che non avrebbe mai visto quello sguardo rivolto alla donna che era diventata dai propri genitori.
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Messaggioda Noah » 26/09/2013, 21:39

Dici per caso… così?

Volse leggermente lo sguardo su di lei, sentendosi richiamare dalla mano sulla propria coscia: era bellissima, era una tentazione in carne e ossa, e Merlino solo sapeva quando Noah avesse voglia di mangiarle le labbra, di accostare e fare del sesso bollente con lei, in macchina, in quel momento.

... ringrazia che sto guidando.

Ringhiò dunque solamente, tornando a guardare la strada di fronte a sé e facendole capire, in quel modo, quali fossero le sue intenzioni, perlomeno quelle mentali: avrebbe fatto il bravo, si sarebbe trattenuto e non l'avrebbe pressata in alcun modo, al massimo avrebbe dovuto riempirsi l'inguine di ghiaccio ogni paio d'ore, per riuscire a reprimere al meglio certi istinti; entrambi tesi dunque, ma per motivi diversi... Tisifone, ad esempio, temeva il momento in cui si sarebbe trovata a confronto con la madre di Pellegrino, anche se l'italo-americano la tranquillizzò subito che la donna non avrebbe preteso un faccia a faccia con lei per metterla sotto torchio con chissà quale spaventoso interrogatorio.

Sono contenta che tua madre non fosse una Serpeverde.
Demetri approfitterebbe del tuo momento di debolezza per attaccarti verbalmente senza pietà e scoprire ogni tuo segreto… Humm pensandoci bene sarebbe capace di crearlo questo fatidico momento pur di averti alla sua mercè…


E tu pensi di farmici trovare presto alla sua mercé?

Le domandò Noah di rimando, spostando appena lo sguardo su di lei prima di riprendere a fissare la strada: aveva voglia di conoscere la famiglia di Tisifone, era normale quando si provavano dei sentimenti per una donna, ma come per ogni altra cosa per ben deciso a non metterle fretta, lasciandole tutto il tempo del mondo: conoscere qualcuno di così vicino a lei, tuttavia, gli avrebbe permesso di comprenderla meglio, di avvicinarsi di più al suo cuore, e non c'era motivo per l'uomo di nascondere quanto quello fosse il suo scopo finale; e poi chissà, magari a Demetri sarebbe pure risultato simpatico.
La conversazione proseguì, tra argomenti sfiorati ma non abbracciati del tutto ed altri saggiamente evitati, ma quando parcheggiarono di fronte al ristorante della famiglia Pellegrino e l'italo-americano le prese la mano, Tisifone non rifiutò né quel contatto né il bacio a fior di labbra che ne seguì, facendo intendere all'uomo che, probabilmente, i suoi gesti erano molto più avanti delle paranoie che la donna puntualmente si faceva.
Una volta entrati Noah si premurò subito di fare le presentazioni tra la donna e la sua famiglia, e la reazione della prima fu tanto rigida e formale quanto calorosa fu quella dei genitori di lui.

Mister Pellegrino… Miss Pellegrino … è un piacere per me conoscervi. Noah non fa che parlare di voi.

Sentito tesoro?
Noah parlava sempre di noi, il nostro bambino...


E come potrebbe mai essere il contrario?
Bravo ragazzo, facci buona pubblicità e rendi orgoglioso il tuo vecchio!


Erano sempre così, anche di fronte ad eventuali ospiti: sorridenti, cordiali, familiari e spontanei, esattamente com'era Noah con chiunque, com'era stato fin dall'inizio con Tisifone; senza accettare un "no" come risposta, Lucilya e Francesco sparirono in cucina per preparare da mangiare ad entrambi, permettendo così ad una Samyliak stralunata e ad un Pellegrino rassegnato di sedersi al tavolo insieme.

E’… allucinante… ma anche così caloroso…

Sono sempre stati così, fin da quando ero piccolo.
Forse è anche merito del loro modo di fare il successo di questo posto, ti fa sentire a casa.


Perché i coniugi Pellegrino trattavano così tutti i loro clienti, come dei genitori affettuosi che volevano far sentire coccolati e pieni i loro figli, i nipoti, i parenti più o meno prossimi; chiunque entrasse al ristorante era trattato come uno di famiglia, e questo rendeva "Da Pellegrino" uno dei posti più speciali di NY, anche se certo, i rotolini di grasso erano assicurati.

Che sarò costretta a inventarmi qualcosa per farli sparire visto che prevedo un loro incremento esponenziale.

Sai che ti troverò sexy in ogni caso, vero?

Le domandò di rimando a bassa voce, facendole trovare subito la mano che evidentemente lei stava cercando, provando una fitta interiore di piacere nel sentire che, in qualche modo, Tisifone aveva bisogno di lui, di un contatto tra loro.

Per niente… Spero solo che non abbiano preparato troppo cibo, mi si è chiuso lo stomaco per l’ansia.

Non sei costretta a mangiare tutto solo per compiacerli... ascolta il tuo corpo e mangia fino a che non ti sazi, solo questo.
In fondo sei appena arrivata, lo capiranno.


La rassicurò lui, sentendo però che c'era qualcos'altro nell'aria a renderla pensierosa.

Sai prima… quando tuo padre ha corretto tua madre… bè mi hanno ricordato molto i miei genitori. Certo mio padre si sarebbe trovato privo di qualche attributo se avesse tentato di chiamare mia madre donna ma per il resto… bè il modo in cui interagiscono e quello in cui ti guardano…

E' il suo modo affettuoso di chiamare mia madre - spiegò Noah con un sorriso, stringendo la mano dell'altra - Ma capisco cosa intendi: a volte mi fanno impazzire, ma sapere quanto bene mi vogliono non mi fa sentire mai solo, anche quando mi trovo in Inghilterra. Sono uno dei doni più preziosi che la vita mi abbia riservato.

Li amava, amava i suoi genitori e non si vergognava di dirlo o di dimostrarlo: grazie a loro era diventato la persona che ora Tisifone aveva davanti, come avrebbe potuto non ringraziarli per questo?

Eccomi ragazzi!
Spero le piaccia la cucina italiana, Tisifone...


Dalla cucina sbucò nuovamente la madre di Noah che, con un sorriso caloroso, mise di fronte al figlio e alla sua "amica" due piatti di pasta dall'aspetto molto invitante.

Immagine


E' pasta con mollica e alici, una specialità siciliana... mio marito ne va molto orgoglioso, e si augura che possa gradirla.
Mangiate tranquilli, avremo tempo per parlare... gradisce anche il secondo, o vuole passare direttamente al dolce?
Non faccia complimenti, mi raccomando!


S'informò la donna nei confronti di Tisifone, premurosa esattamente come una madre seppur, per rispetto, le stesse dando del "lei": non le era sfuggito, comunque, il modo in cui Noah la guardava, e dallo sguardo della docente di Divinazione di Hogwarts, Lucilya sospettava che, in fondo, il sentimento fosse reciproco.
In ogni caso, dopo aver ricevuto risposta, la donna si allontanò lasciandoli nuovamente soli e liberi di chiacchierare senza la pressione della presenza sua e del marito, ben consapevole che di tempo per conoscerla meglio ce ne sarebbe stato parecchio.

Allora, forza, assaggia e dimmi che ne pensi, a te l'onore! - esclamò Pellegrino Junior con un gran sorriso visto che, ovviamente, lui quel tipo di cucina la conosceva bene - E mentre mangiamo, dimmi se c'è qualche posto particolare di New York che vorresti visitare... tanto lo immagino che ti sei documentata al meglio su questa città almeno un mese prima della partenza!
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Messaggioda Tisifone » 28/09/2013, 22:19

... ringrazia che sto guidando.

Il ringhio di Noah riverberò sulla sua pelle, facendole avvertire un piacevole spasmo all'altezza della bocca dello stomaco. Non c'era nulla da fare. Il suo corpo rispondeva a quello dell'altro in maniera autonoma rispetto al suo cervello e anche abbastanza primitiva, tanto da farle desiderare anche solo per una frazione di secondo di mettere da parte anni di regole, rigidità e paranoie e abbandonarsi al suo richiamo. Tisifone quindi ringraziò tutti i maghi e le streghe del passato per il fatto che lui stesse guidando e che si trovavano immersi nel traffico di una città caotica come New York e non su una stradina secondaria inglese circondati solo da aperta campagna. Meglio concentrarsi su altri argomenti come se l'ansia per il trovarsi a breve sottoposta al vaglio della Signora Pellegrino potesse essere un alternativa migliore al saltare addosso al figlio mentre era impegnato a guidare. E per certi versi lo era, sopratutto perchè dalle rassicurazioni che aveva ricevuto dal ragazzo, la madre era pur sempre una Grifondoro nell'anima e quindi priva delle furbizia subdola propria invece di almeno uno dei suoi padrini.

E tu pensi di farmici trovare presto alla sua mercé?

Forse...

Si ritrovò a mormorare seria, dando vita alla piega che stavano prendendo i suoi pensieri. Man mano che si avvicinavano al ristorante la necessità mista al desiderio di fare chiarezza dentro di sè e definire una volta per tutte in maniera chiara e inequivocabile cosa fosse ciò che la legava a Noah diventava pressante. Questo però implicava fargli conoscere la sua famiglia e sperare che almeno a uno dei due padrini lui andasse a genio perchè, dopo la lite che aveva avuto con entrambi a causa del suo rapporto con Lucas, aveva compreso quanto le costasse il dover scegliere tra le persone a cui voleva bene. Questo però non voleva dire che non fosse pronta a rifarlo una seconda volta se le circostanze l'avessero costretta in quella direzione.

Vediamo di sopravvivere a questa vacanza prima di fare altri piani suicidi.

Si ammonì ironica mentre, con la mano intrecciata a quella di Noah, faceva il suo ingresso nel ristorante. Era stato un gesto istintivo, su cui non si soffermò a riflettere più di tanto perchè non credeva di avere abbastanza forza da tenere a bada sia il proprio istinto che i Signori Pellegrino. Anche se, a voler essere totalmente onesta con se stessa, così a prima vista non incutevano alcun timore. Anzi con i sorrisi gioviali e il modo di fare spontaneo e immediato così tipico di Noah erano quasi riusciti a metterla a suo agio. Quasi.

Sentito tesoro?
Noah parlava sempre di noi, il nostro bambino...


E come potrebbe mai essere il contrario?
Bravo ragazzo, facci buona pubblicità e rendi orgoglioso il tuo vecchio!


Oh ma lei deve essere orgoglioso di suo figlio. In cucina è davvero un genio e sono certa che ha preso tutto da lei. Dopotutto mi ha conquistato con una cena.

Era questo quello che avrebbe risposto se fosse stata solo un po’ più Grifondoro. Invece si limitò a rivolgere verso Noah un sorriso aperto e luminoso, gli occhi blu che le brillavano di sentimenti inespressi, prima di ubbidire alla madre e prendere posto intorno al tavolo. Una volta rimasti soli tirò un profondo sospiro di stanchezza più che di sollievo e passando la mano sul viso per massaggiare gli occhi diede vita al secondo pensiero che le era balenato in testa su quanto tutto quello le apparisse caotico quanto accogliente.

Sono sempre stati così, fin da quando ero piccolo.
Forse è anche merito del loro modo di fare il successo di questo posto, ti fa sentire a casa.


Tisifone volse lo sguardo in giro per una seconda volta, cercando di guardare il tutto con gli occhi di una persona normale, meno schiva e diffidente di lei, ritrovandosi ad annuire alle parole di Noah.

Devono avere molti clienti abituali e non mi meraviglierei se di tutti tua madre conoscesse ogni piccolo dettaglio.

Non faticava, infatti, a immaginarsi la Signora Pellegrino a girare tra i tavoli con un sorriso sincero e la battuta pronta per tirare su il morale o semplicemente invogliare qualcuno a fare quattro chiacchiere. Era una persona che ispirava fiducia, qualcuno con cui confidarsi e quello doveva essere una cosa rara per una città caotica, egoista e frenetica com’era New York.Dopo quella piccola ricognizione, lo sguardo della donna tornò a posarsi sul viso di Pellegrino, accentuando il sorriso che non l’aveva ancora abbandonata.

E in più questo spiega anche come tu abbia fatto a venire su così...

E agitò la mano in aria, indicando tutto e nulla, mentre il suo cervello si soffermava per un secondo o due sul loro primo incontro e su come lui fosse stato capace di abbattere buona parte delle sue difese, spingendola a fidarsi di lui a tal punto da andare a cena a casa sua. Una volta posata la mano sul tavolo quella andò istintivamente alla ricerca della sua gemella maschile, mentre Tisifone con un tono finto lamentoso esprimeva le sue preoccupazioni sul numero di chili che avrebbe preso durante quel soggiorno.

Sai che ti troverò sexy in ogni caso, vero?

Hummm – arrossì leggermente per quel complimento, accarezzando con i polpastrelli il dorso della sua mano con un’aria sovrappensiero prima di tentare di intrecciare le dita con quelle di lui. Se il tentativo fosse andato a buon fine avrebbe sospirato lievemente come se avesse avuto bisogno di quel lieve contatto per ricordarsi come si faceva a respirare – Preferirei che mi aiutassi a trovare un modo per smaltirli…

Ammiccò maliziosa per poi mordersi la lingua fisicamente per richiamarsi all’ordine. Non poteva mettersi a flirtare e provocare Noah in quel momento, non con i suoi genitori a pochi metri da loro. E considerato che avrebbero dormito tutti sotto lo stesso tetto si preannunciava un lungo periodo di astinenza e tentazione. Meglio concentrarsi su altro, come per esempio il cibo e la speranza che la Signora Pellegrino non avesse cucinato per un esercito.

Non sei costretta a mangiare tutto solo per compiacerli... ascolta il tuo corpo e mangia fino a che non ti sazi, solo questo.
In fondo sei appena arrivata, lo capiranno.


Facile a dirsi, per Noah, difficile a farsi, per Tisifone. La russa infatti era stata cresciuta nella convinzione che non fare onore alla tavola voleva dire fare un affronto a chi l’aveva imbandita e rifiutare in maniera sprezzante l’ospitalità ricevuta. Cercando di conciliare la rassicurazione dell’uomo con l’educazione ricevuta, i pensieri della Divinante finirono per concentrarsi sui propri genitori e da lì il confronto con i coniugi Pellegrini fu praticamente automatico.

E' il suo modo affettuoso di chiamare mia madre. Ma capisco cosa intendi: a volte mi fanno impazzire, ma sapere quanto bene mi vogliono non mi fa sentire mai solo, anche quando mi trovo in Inghilterra. Sono uno dei doni più preziosi che la vita mi abbia riservato.

Sono un dono così prezioso che nulla e nessuno potrà mai sostituire…

Commentò con un sorriso amaro e gli occhi fissi nel vuoto. Adorava Asher e Demetri che con i loro pregi e difetti ricalcavano molto i suoi genitori e sapeva che entrambi a loro volta e a modo loro l’amavano e avrebbero dato qualsiasi cosa per lei, ma il loro affetto non era mai riuscito a colmare il vuoto che la morte di Sirius e Cassiopea – o forse doveva dire Lucifer e Catherine? – aveva lasciato nel suo cuore. Un velo di tristezza calò sul suo sguardo mentre i rumori provenienti dalla cucina finivano per alimentare inconsapevolmente quel vuoto. Era la prima volta che si trovava immersa in un clima familiare allegro e rilassato come quello di cui aveva potuto godere nella sua infanzia e solo in quel momento si rese davvero conto di quanto le mancasse e di quanto desiderasse poterlo avere nuovamente. Un flash di lei e Lucas che parlavano di figli le comparve nella mente, stringendole la gola in una morsa dolorosa, tanto da farle temere di soffocare. E forse altrettanto dolorosa sarebbe risultato all’italoamericano la stretta in cui Tisifone gli aveva bloccato la mano.

Eccomi ragazzi!
Spero le piaccia la cucina italiana, Tisifone...


La voce della padrona di casa la riscosse da quella spirale di negatività in cui stava sprofondando. Con un enorme sforzo di concentrazione [Concentrazione/ 15] riuscì a ridare al suo respiro un ritmo pseudo normale così che la sua voce non risuonasse spettrale o gracchiante.

Suo figlio si è prodigato moltissimo in tal senso e devo dire che alcuni dei miei piatti preferiti adesso sono italiani.

Commentò quindi con un tono il più colloquiale e disteso possibile, azzardando anche un sorriso verso la donna che però, date le sue scarse doti di artista [Talento(A)/9], non riuscì minimamente a contagiare anche lo sguardo che rimase malinconico.


E' pasta con mollica e alici, una specialità siciliana... mio marito ne va molto orgoglioso, e si augura che possa gradirla.
Mangiate tranquilli, avremo tempo per parlare... gradisce anche il secondo, o vuole passare direttamente al dolce?
Non faccia complimenti, mi raccomando!


Questo accostamento manca al mio bagaglio culinario ma le alici non mi dispiacciono quindi l’assaggio con vero piacere – affermò quindi già un po’ più serena, riprendendo il controllo di sé – Purtroppo il viaggio mi ha un po’ scombussolato e non credo di essere in grado di apprezzare anche il secondo… però conoscendo le doti di pasticciere di Noah non posso dire di no a un dolce di suo marito… Però la prego, mi dia del tu…

Per quanto le piacessero i formalismi in quanto davano una parvenza di ordine al caos che imperversava nel mondo, quella barriera linguistica che si frapponeva tra lei e la madre di Noah le sembrava stonata e fuori luogo, come un modo di tenere le distanze e non una forma di rispetto. Una volta che la donna si fu allontanata, Tisifone si chinò leggermente sul piatto per annusarne l’odore, cosa che faceva abitualmente tanto che i suoi padrini la prendevano in giro dicendo che lei mangiava prima con il naso e poi con la bocca.

L’odore è ottimo.

Commentò quindi prendendo il tovagliolo e disponendolo in grembo.

Allora, forza, assaggia e dimmi che ne pensi, a te l'onore!

Agli ordini Prof.!

Lo prese in giro, mettendosi quasi sull’attenti mentre prendeva la forchetta, la malinconia e l’ansia di prima quasi completamente dissipati. Non aveva intenzione di farsi rovinare quella vacanza da pensieri nefasti. Arrotolò quindi alcuni fili di pasta, facendo ben attenzione a prendere una buona dose di condimento e si portò il boccone alla bocca. Masticò in silenzio per alcuni secondi, gustando il sapore della mollica appena tostata con quelle delle alici.

E’ davvero squisita. E tu padre mi deve spiegare come ha fatto a far sparire del tutto il retrogusto di salato delle alici.

Perché a lei le alici piacevano ma le utilizzava davvero raramente in cucina perché ogni volta il sapore predominante finiva per essere il sale con cui il pesce veniva conservato o, peggio, l’olio quelle rare volte che aveva optato per le alici sott’olio.

E mentre mangiamo, dimmi se c'è qualche posto particolare di New York che vorresti visitare... tanto lo immagino che ti sei documentata al meglio su questa città almeno un mese prima della partenza!

Chi, io? Documentarmi? E perché mai quando posso vantare di avere una guida altamente competente? – si schernì, portando una mano al petto e sbattendo le ciglia con fare innocente – Però se nel tuo programma super dettagliato c’è qualche buco libero ci sono alcune cose che mi piacerebbe fare.

Noah non si era del tutto sbagliato presupponendo che lei si fosse documentata su New York prima di partire. Quello che però forse non si sarebbe aspettato era come l'avesse fatto. Tisifone infatti aveva passato un intero sabato pomeriggio in giro per librerie nella Londra Babbana alla ricerca non della guida perfetta ma di libri e titoli di film che meglio rappresentavano, secondo i commessi e i recensori, la vita della città. Alla fine di quella maratona pseudo culturale svolta prevalentemente la sera a Hogwarts nei suoi alloggi da CapoScuola e nei week end al Manor, nello studio di Asher, che era rimasto molto colpito e perplesso dalla sua richiesta di poter utilizzare il suo computer per vedere dei film, Tisifone si era fatta un’idea chiara di cosa voleva vedere a New York anche se forse non erano propriamente quelle che venivano considerate le attrazioni principali.

Vorrei ammirare il panorama della città dal ponte di Brooklyn,- iniziò quindi a elencare, sporgendosi sul tavolo verso di lui e aiutandosi con le dita - salire in cima all’Empire State Building di sera, ascoltare della musica jazz al Village Vanguard, visitare il MoMa, fare un tour artistico a Chelsea – perché voleva trovare comprare qualcosa di carino per i suoi padrini e perché no anche per l’appartamento che prima o poi avrebbe preso per sé - pattinare sul ghiaccio a Central Park visto che quest’anno non ho avuto l’occasione di sfruttare il Lago Nero… - si fermò un attimo, mordicchiandosi il labbro inferiore indecisa se continuare o meno. Certo aveva promesso che non avrebbe pensato alle sue lezione durante la vacanza ma… - Se non ti da fastidio vorrei anche andare da Strand Bookshop. A Londra mi hanno detto che forse hanno i libri che sto cercando visto che sono una delle librerie più grandi di entrambi i mondi…

Ovviamente non aveva citato quelle che venivano comunemente considerate le più grandi attrazioni di New York, certa
che Noah le avesse già messo in programma.

E ovviamente se ti va possiamo avventurarci insieme tra i vicoli di Brighton Beach...
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Messaggioda Noah » 30/09/2013, 13:34

Il momento fatidico era arrivato, alla fine: Noah aveva presentato Tisifone ai suoi genitori, e come aveva ipotizzato tutto era andato per il meglio; i genitori erano stati cordiali e affabili e anche la donna sembrava aver cercato di porsi al meglio delle sue possibilità.
Pellegrino avrebbe tanto voluto sapere se il "forse" da lei pronunciato poco prima sull'idea di fargli conoscere la sua famiglia fosse più vicino ad un sì o ad un no, ma seppe tenere a freno la sua curiosità: doveva dedicarsi ad un passo alla volta, e forse la Divinante, trovandosi bene coi suoi e rendendosi conto che il rapporto tra lei e l'italo-americano era molto più intenso di quanto avesse previsto o programmato, avrebbe altresì compreso che era il caso di cominciare a farlo partecipare più attivamente alla sua vita privata e familiare.
Intanto le presentazioni erano state fatte ed ora i due adulti più giovani erano seduti intorno ad un tavolo nell'attesa di mangiare qualcosa: a Lucilya non era sfuggita la luminosità dello sguardo della donna mentre lo posava su suo figlio, ma da madre di parola non commentò alcunché, limitandosi a tenere per sé le considerazioni che le erano sorte spontanee nella mente, pronta a condividerle, al massimo, col marito, in separata sede per non farsi sentire dagli altri due.

Devono avere molti clienti abituali e non mi meraviglierei se di tutti tua madre conoscesse ogni piccolo dettaglio.
E in più questo spiega anche come tu abbia fatto a venire su così...


"Così"? - ripeté l'uomo, divertito - Vuoi dire così simpatico, sexy, affabile e irresistibile... - aggiunse, con un'espressione assolutamente compiaciuta ma divertita, del tutto scherzosa - ... o intendi più inqualificabile?

Le domandò alla fine, visto che quell'aggettivo tanto sembrava, per Tisifone, capace di descrivere bene cosa lui fosse.

In ogni caso credo tu abbia riprodotto fedelmente il rapporto di mia madre coi suoi clienti.
Il ristorante ha successo perché le persone qui si sentono a casa, e ci vogliono tornare: le persone che frequentavano questo posto quand'erano giovani, oggi sono adulti con figli, ed anche loro si sono abituati a venire qui, portando a loro volta i mariti o le mogli, i loro bambini... è come un ciclo continuo, dove le generazioni si susseguono e si fondono in un'unica, grande famiglia, e il ristorante rimane il punto fermo, ultimo.


Poteva sembrare quasi un'esagerazione, ma Noah aveva visto quante persone riempissero il ristorante, soprattutto la sera: aveva visto nonni, figli e nipoti sedersi allo stesso tavolo e condividere i loro ricordi in quel posto, aveva visto coppie nascere ai tavoli del "Pellegrino's" ed altre finire, per poi ricominciare diversamente; e i suoi genitori sempre lì, in cucina e per la sala, a sorridere e coccolare i clienti con la loro voce, con la loro cucina.
Era stato Francesco a convincere Noah che il cibo potesse fare miracoli, ed era stata Lucilya a dimostrargli l'importanza del sorriso, della gentilezza verso coloro che, prima ancora di essere clienti, erano semplicemente delle persone: lo avevano cresciuto, lo avevano formato, doveva tutto ai due coniugi.

Sono un dono così prezioso che nulla e nessuno potrà mai sostituire…

E come non trovarsi d'accordo con le parole di Tisifone?
Era stato incredibilmente fortunato, più di molte altre persone, nell'avere alle spalle due figure così positive e incoraggianti per la sua formazione, e poteva capire perché la donna fosse così malinconica, stando a quel poco che, del suo passato, conosceva.
Tentò di distrarla, e forse in parte ci riuscì, seppur quell'alone di tristezza non se ne andò dagli occhi di lei nemmeno quando la malizia prese momentaneamente il sopravvento e le loro dita s'intrecciarono.

Hummm...
Preferirei che mi aiutassi a trovare un modo per smaltirli…


Come mia ospite, sono pronto a soddisfare ogni tuo desiderio: non hai che da chiedere...

Replicò Noah a voce bassa, carezzevole, perché in fondo le camere si potevano insonorizzare e sigillare, e allora chi mai avrebbe potuto disturbarli?
Ma era chiaro che Tisifone stesse pensando a qualcos'altro, per l'uomo fu chiaro nel sentire quella stretta improvvisa e dolorosa alle proprie dita, che lo costrinse a guardarla più intensamente senza, però, riuscire a cogliere nulla nel blu profondo dei suoi occhi: meglio, allora, lasciare che la madre si occupasse di presentare i due piatti che Francesco aveva cucinato, non perdendosi nemmeno quella volta la particolarità dello sguardo di lei, ora malinconico nonostante il sorriso che le aleggiava sulle labbra.

Suo figlio si è prodigato moltissimo in tal senso e devo dire che alcuni dei miei piatti preferiti adesso sono italiani.

Noah è stato addestrato bene, suo padre va molto fiero delle sue origini ed ha voluto trasmetterle a nostro figlio fin da piccolo... sono molto felice che abbia saputo presentarle la cucina italiana al punto da conquistarla.

Commentò la donna con un sorriso affettuoso verso il figlio: sapeva quanto Francesco tenesse alle tradizioni, alla sua cultura, anche soprattutto nel cibo, ed un po' aveva temuto che, lontano da loro, Noah perdesse quell'amore per l'italia e il suo background culinario anche considerando che non l'aveva mai sperimentato sulla propria pelle, come aveva fatto il padre; sapere che invece egli amava quel tipo di cucina, e che l'aveva fatta amare anche a qualcun altro, la faceva sentire molto più sollevata, e sapeva che lo stesso sarebbe stato per il marito.
Ed era stato proprio Pellegrino Senior a cucinare quella pasta mollica e alici che ora si presentava, fumante, di fronte a loro, una pasta nuova per Tisifone che Lucilya sperava potesse piacerle, e che sarebbe stata seguita dal secondo o dal dolce direttamente a seconda delle preferenze della loro giovane ospite.

Questo accostamento manca al mio bagaglio culinario ma le alici non mi dispiacciono quindi l’assaggio con vero piacere.
Purtroppo il viaggio mi ha un po’ scombussolato e non credo di essere in grado di apprezzare anche il secondo… però conoscendo le doti di pasticciere di Noah non posso dire di no a un dolce di suo marito… Però la prego, mi dia del tu…


Tesoro, ti sei cimentato con un dolce italiano e non ce l'hai detto?

Scusa mamma, hai ragione... ho fatto assaggiare a Tisifone una cassata, e le è piaciuta molto.

Rispose Noah, quasi imbarazzato dall'orgoglio che trapelava dallo sguardo della madre.

Aspetta solo che lo dica a tuo padre, si vanterà coi suoi amici per un mese intero! - e che poi gli amici fossero proprio i clienti del ristorante, quello era un altro discorso - Tisifone, sono ben felice di poterti dare del tu, si dialoga meglio non credi? - aggiunse la donna verso l'altra, con un sorriso affabile che non lasciava dubbi sul genitore da cui Noah avesse ereditato il suo - Mangiate tranquilli allora, io torno dopo!

Gentile e non invasiva, decisamente non era lei il genitore da cui Noah aveva preso la sua curiosità... o forse sì, e Lucilya sapeva nascondere la propria molto bene.
Lasciati soli, comunque, l'uomo decise che fosse Tisifone per prima ad assaggiare il piatto cucinato dal padre, visto che lui quei sapori li conosceva bene: la osservò con attenzione mentre mangiava, masticando lentamente con aria concentrata, e sorrise orgoglioso nel sentire poi il commento di lei.

E’ davvero squisita. E tu padre mi deve spiegare come ha fatto a far sparire del tutto il retrogusto di salato delle alici.

Attenta a quello che chiedi, o finirai per ricevere una non richiesta lezione di cucina... io l'ho scoperto a mie spese, ed avevo solo sette anni.

Ancora se lo ricordava, quando aveva chiesto al padre come poteva la crema chantilly avere un gusto così delicato... dopo due ore di spiegazione dettagliata con tanto di dimostrazione pratica, finalmente l'aveva capito.
E aveva capito anche che certe domande, a Francesco, era meglio non farle.
Ma non erano lì solo per mangiare, l'aveva invitata anche per farle visitare New York ed era sicuro, Noah, che la sua studentessa/amante non fosse arrivata nella Grande Mela come una sprovveduta.

Chi, io? Documentarmi? E perché mai quando posso vantare di avere una guida altamente competente? Però se nel tuo programma super dettagliato c’è qualche buco libero ci sono alcune cose che mi piacerebbe fare.

Ci avrei scommesso... e quali sarebbero queste cose?

Vorrei ammirare il panorama della città dal ponte di Brooklyn, salire in cima all’Empire State Building di sera, ascoltare della musica jazz al Village Vanguard, visitare il MoMa, fare un tour artistico a Chelsea, pattinare sul ghiaccio a Central Park visto che quest’anno non ho avuto l’occasione di sfruttare il Lago Nero…
Se non ti da fastidio vorrei anche andare da Strand Bookshop. A Londra mi hanno detto che forse hanno i libri che sto cercando visto che sono una delle librerie più grandi di entrambi i mondi…


Non credevo avessi intenzione di fermarti a New York per un paio di mesi...

Commentò Noah divertito, un sopracciglio inarcato mentre si portava una forchettata di pasta alle labbra e se la mangiava con gusto: considerando ciò che lui aveva in programma di mostrarle - la Statua della Libertà, SoHo, Chinatown, Little Italy, Harlem, e il Rockefeller Center tanto per citarne alcuni - più quello che interessava a lei, ci sarebbero voluti mesi per potersi dedicare a tutto in modo vagamente decente.

E ovviamente se ti va possiamo avventurarci insieme tra i vicoli di Brighton Beach...

Vuoi girare per Little Odessa e sfoggiare tutta la tua cultura, mh? - replicò Noah divertito, riferendosi al modo in cui i newyorchesi chiamavano Brighton Beach e al fatto che, come micro-cosmo russo, sicuramente lei avrebbe saputo orientarsi meglio di Pellegrino con tutto che lui, a NYC, ci aveva vissuto per anni - E sia, sarà divertente!

Ma in fondo, per lui, cosa non lo era?
Non sembrava avere alcun problema a divertirsi con lei in ogni modo possibile, che fosse allenandosi, mangiando insieme o passeggiare alla scoperta di NY.
La pasta finì velocemente, tra un commento e l'altro, e venne il momento del dolce: dopo circa cinque minuti da quando entrambi avevano finito il primo, infatti, dalla cucina comparve nuovamente Lucilya, che tolse di mezzo i piatti vuoti per posare di fronte a loro una vera prelibatezza...

Immagine


Tisifone, non so se ti sia mai capitato prima di assaggiare un cannolo siciliano, ma se non l'hai fatto direttamente in Sicilia allora credimi, non hai mai mangiato nulla del genere!

Orgogliosa di quell'Italia a cui in parte sentiva di appartenere, la donna invitò così l'ospite del figlio a dare il primo morso al dolce, mentre Noah si godeva la scena con soddisfazione e divertimento: si sentiva un po' come se tutto ciò che di buono la Divinante stava scoprendo fosse merito suo, e l'orgoglio nel suo animo cresceva a dismisura per questo.
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Messaggioda Tisifone » 04/10/2013, 15:40

L'atmosfera familiare e calorosa che si respirava nel ristorante "Da Pellegrino" avvolse Tisifone come una calda coperta, abbattendo piano piano tutte le sue difese e le sue paranoie, facendola sentire stranamente ma anche piacevolmente a proprio agio. Se prima di entrare nel locale aveva ricambiato la stretta di Noah in cerca del sostegno necessario per varcare quella fatidica soglia, una volta che si erano seduti al tavolo era stato solo il desiderio di sentirlo vicino, di poter godere di una parte infinitesimale del calore del suo corpo, a spingerla a cercare la sua mano per il tavolo e accarezzarla teneramente. Non si era mai permessa di fare un gesto del genere quando andavano a cena a Londra, che fosse quella magica o quella babbana, troppo ingessata nella sua idea di cosa fosse corretto o meno fare in pubblico in una "non relazione". In realtà le convinzioni di Tisifone su quello che la legava al suo Master Teacher avevano iniziato a vacillare nel momento in cui aveva acconsentito a raggiungerlo a New York e il fatto che avesse preso in considerazione l'idea di presentargli Demetri la diceva lunga sulla direzione in cui i suoi pensieri avevano iniziato ad andare, trainati finalmente dal suo cuore.

"Così"? Vuoi dire così simpatico, sexy, affabile e irresistibile.... o intendi più inqualificabile?

Si limitò a scoccargli un'occhiataccia, le labbra assottigliate in un'unica linea sottile mentre tentava di rifilargli uno scappellotto non troppo forte ma abbastanza eloquente.

In ogni caso credo tu abbia riprodotto fedelmente il rapporto di mia madre coi suoi clienti.
Il ristorante ha successo perché le persone qui si sentono a casa, e ci vogliono tornare: le persone che frequentavano questo posto quand'erano giovani, oggi sono adulti con figli, ed anche loro si sono abituati a venire qui, portando a loro volta i mariti o le mogli, i loro bambini... è come un ciclo continuo, dove le generazioni si susseguono e si fondono in un'unica, grande famiglia, e il ristorante rimane il punto fermo, ultimo.


Un punto fermo. Un posto dove fare ritorno ogni qualvolta si avesse avuto bisogno di una parola e un piatto di conforto o qualcuno con cui condividere una gioia o un successo, una seconda casa in cui non sentirsi ospite ma parte integrante della famiglia. Tutte cose che Tisifone faceva fatica a comprendere perchè troppo distanti da lei e dal suo modo di essere.

Dal modo in cui ti hanno cresciuta...

La corresse la sua coscienza, mentre gli occhi violetti di una ragazzina di otto anni la fissavano dal fondo della sua memoria.

C'era una latteria al mio villaggio dove andavamo a cena una volta a settimana ... per spezzare il noioso susseguirsi di giorni tutti uguali, diceva mio padre... Era una piccola dacia in legno con il camino sempre acceso e un odore perenne di cannella e albicocche. Masha non ci permetteva mai di ordinare perchè diceva che le bastava guardarci negli occhi per capire di cosa avevamo voglia e non ha mai sbagliato un piatto...Non c'era mai tanta gente e alle dieci di sera rimanevamo solo noi e mentre gli uomini parlavano di cose da uomini io Masha e mia madre sedevamo una di fronte all'altra a intrecciarci i capelli a vicenda e a chiacchierare... In realtà loro parlavano e io mi beavo della sensazione di amore e calore che c'era nell'aria, fingendo di non avere otto anni...

Non sapeva perchè glielo stava raccontando, forse per mostrargli che in fondo riusciva a comprendere quello che le stava dicendo o forse per ricordare sopratutto a se stessa che non era sempre stata un pezzo di ghiaccio acido che sprecava un sacco di energie per tenere gli altri distanti. Quel ricordo ne aveva portato con sè altri, tutti dolorosamente belli e indissolubilmente legati ai suoi genitori, appannando di una leggera nota di tristezza i pensieri della donna. Nota che rimase lì, latente, a farle compagnia nonostante tentasse in tutti i modi di scacciarla e di concentrarsi sul presente e sull'uomo bello e comprensivo che aveva la fortuna di avere al proprio fianco.

Come mia ospite, sono pronto a soddisfare ogni tuo desiderio: non hai che da chiedere...

Avrebbe voluto ribattere in maniera sensuale e maliziosa, tentare, pur sapendo che era un'impresa a dir poco impossibile, di metterlo in imbarazzo ma a volte la semplice forza di volontà non bastava a fermare il flusso dei pensieri e orientarli verso altri lidi. Strinse con forza la mano di Noah, come se fosse la sua ancora per non lasciarsi trascinare via, ma non riuscì a sostenerne lo sguardo. Non voleva che lui comprendesse la direzione presa dalla sua mente intricata nè voleva rivolgergli un'occhiata vacua, facendolo sentire probabilmente escluso, ma le opzioni non erano poi molte. Per fortuna giunse la cavalleria, nelle vesti di Lucylla e di un piatto fumante di pasta con le alici e la mollica di pane che con il solo odore risvegliò buona parte dell'appetito della donna.

Noah è stato addestrato bene, suo padre va molto fiero delle sue origini ed ha voluto trasmetterle a nostro figlio fin da piccolo... sono molto felice che abbia saputo presentarle la cucina italiana al punto da conquistarla.

Un velo di rossore le colorò le guancie a quel commento spassionato, carico di tutto l'orgoglio che una madre poteva provare nei confronti del proprio figlio, sopratutto quando ne venivano lodate le doti che gli si aveva trasmesso. Era il concetto di "conquistarla" a farla arrossire, un concetto che forse la Signora Pellegrino aveva inteso riferita alla cucina italiana ma che la Divinante aveva associato direttamente all'uomo al suo fianco. Per quanto all'epoca avesse negato con tutte le sue forze e continuasse a farlo anche se con meno convinzione, Noah Pellegrino aveva conquistato il suo cuore e la sua anima fin dalla loro prima cena insieme.

Tesoro, ti sei cimentato con un dolce italiano e non ce l'hai detto?

Scusa mamma, hai ragione... ho fatto assaggiare a Tisifone una cassata, e le è piaciuta molto.

Deliziosa.

Confermò, trattenendo a stento una risatina nel vedere finalmente il suo Master Teacher lievemente imbarazzato.

Aspetta solo che lo dica a tuo padre, si vanterà coi suoi amici per un mese intero! Tisifone, sono ben felice di poterti dare del tu, si dialoga meglio non credi?

Certamente e poi così avrò maggiori possibilità di carpirle qualche indiscrezione su suo figlio da poter usare quando si cala troppo nella parte dell'insegnante despota e arcigno.

La tristezza e la malinconia di prima sembravano essersi dissolte all'improvviso e lo sguardo della donna brillava di divertimento mentre, inconsapevolmente, si trovava a coalizzarsi con Lucylla contro il figlio.

Mangiate tranquilli allora, io torno dopo!

Tisifone accompagnò con lo sguardo la madre di Noah sparire dietro la porta che presumibilmente separava al sala dalla cucina, con ancora un'ombra di sorriso che le aleggiava sul viso, per poi dedicare la giusta attenzione al piatto di fronte a sè che non tradì per nulla le sue aspettative.

Attenta a quello che chiedi, o finirai per ricevere una non richiesta lezione di cucina... io l'ho scoperto a mie spese, ed avevo solo sette anni.

Non mi dispiacerebbe prendere una lezione o due di cucina da tuo padre... Il cibo è sempre stato un ottimo mezzo per ottenere quello che volevo da Asher e sono certa che con un piatto del genere non saprebbe rifiutarmi nulla -commentò soprapensiero, gustando un'altra forchettata di pasta, dimentica che l'altro non avesse la minima idea di chi fosse questo Asher - E poi finalmente riuscirei a portare a termine almeno una lezione...

Aveva usato volontariamente un tono di voce più basso e suadente, lanciando all'uomo un'occhiata fintamente casuale. Da quella prima sera a casa sua ogni volta che si erano cimentati nella preparazione congiunta di una qualche pietanza non erano mai riusciti ad andare oltre i primi due minuti di cottura. Spesso non arrivavano neanche a mettere la padella sul fuoco prima che un bacio o una provocazione un po' più pesante li trascinasse lontano dai fornelli. Flirtare e provocare Noah decisamente le piaceva e le veniva ogni giorno più spontaneo e naturale ma non era solo quello il motivo per cui aveva affrontato un terrificante e interminabile volo aereo da Londra fino a New York.

Non credevo avessi intenzione di fermarti a New York per un paio di mesi...

Hummm dici che ho esagerato un po?

Chiese arrossendo, incassando la testa nelle spalle e abbassando lo sguardo sul piatto. Essendosi documentata su libri e film e non su una guida turistica non aveva esattamente la contezza di quanto grande fosse la città, di quanto distanti fossero i luoghi che voleva visitare l'uno dall'altra e quindi quanto tempo effettivamente ci sarebbe voluto.

Bè alla fine non è che devo vedere tutto proprio in questi giorni. Non credo che New York cesserà di esistere dopo che sarò ripartita...

La sua voleva essere una semplice battuta ma quando sollevò nuovamente gli occhi per fissarli in quelli di Noah si rese conto che i sottointesi erano abbastanza compromettenti, almeno dal suo punto di vista. Era come se stesse pianificando il futuro, a breve termine certo ma pur sempre il futuro, e che questo comprendesse la presenza dell'italoamericano nella sua vita e non come un semplice amico. Per un secondo fu tentata di abbassare lo sguardo o di rimangiarsi tutto ma sarebbe stato ipocrita da parte sua così si limitò a sollevare la spalla destra e inclinare la testa, sottolineando l'ovvietà delle sue parole, prima di aggiungere un'altra proposta al loro programma già pieno.

Vuoi girare per Little Odessa e sfoggiare tutta la tua cultura, mh? E sia, sarà divertente!

Oh Merlino se pensi che sarà divertente allora è meglio non farlo... - si lamentò scuotendo la testa e chiudendo gli occhi con fare teatrale e disperato - L'ultima volta che mi ha detto " sarà divertente" mi hai fatto fare un volo di almeno una decina di metri e sono stata dolorante tutta la domenica e il lunedì dopo...

Per quanto non potesse paragonare una sessione di allenamenti con una passeggiata per le vie di Little Odessa, era indubbio che a volte Pellegrino aveva un senso dell'umorismo abbastanza sadico, almeno dal punto di vista della Divinante.

Davvero ottima.

Affermò alcuni minuti più tardi dopo che i piatti furono svuotati e Lucylla fece la sua comparsa nuovamente in sala, gli occhi che le brillavano di infantile aspettativa nello sbirciare nel piatto che la donna stava portando.

Tisifone, non so se ti sia mai capitato prima di assaggiare un cannolo siciliano, ma se non l'hai fatto direttamente in Sicilia allora credimi, non hai mai mangiato nulla del genere!

Non sono mai stata in Sicilia quindi sarà di certo un'esperienza unica.

Affermò sorridente, scacciando dalla mente il ricordo dei cannoli che aveva mangiato in Spagna con Pablo, il sapore di bruciaticcio della pasta e la crema troppo dolce e molto più gialla di quella che aveva di fronte. Prese la forchetta per staccare un pezzettino ma alla fine ci ripensò perchè per quanto certamente i due dolci non sarebbero stati paragonabili, anche quello di Francesco non le dava l'idea di qualcosa che potesse essere gustato a pieno con una posata. Così per quanto fosse di cattivo gusto e altamente sconveniente mangiare con le mani, Tisifone prese il cannolo tra il pollice e l'indice e lo portò alla bocca, il busto teso in avanti e la mano sinistra aperta sotto di esso come una rete di salvataggio per le briciole.

Wow... - Esclamò una volta che le sue papille gustative si furono riprese dalla sinfonia della crema alla ricotta con la granella di pistacchio e la pasta croccante. - I complimenti al cuoco sono obbligatori ma vorrei farglieli di persona... Anzi perchè non lo convince a condividere con noi un po' di questa delizia che ha preparato?
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Messaggioda Noah » 07/10/2013, 16:55

Che Noah fosse orgoglioso dei suoi genitori, era indubbio e palese: lo si vedeva da come li guardava quando li aveva di fronte, da come parlava di loro quando non c'erano, dal sorriso che gli incurvava le labbra ogni volta che si ritrovava a pensare alle figure che l'avevano cresciuto, facendolo diventare l'uomo che attualmente sedeva con Tisifone ad un tavolo del ristorante di Lucilya e Francesco a NYC; era un sentimento normale, per lui, automatico quasi quanto era automatico respirare.
Che la donna accanto a lui parlasse del suo passato, invece, quello sì che era anormale: non si era mai aperta molto con lui, e Pellegrino di suo non aveva mai indagato troppo sulla sua vita perché non la voleva costringere a parlare di qualcosa che, magari, per la Divinante era ancora un argomento doloroso e troppo personale per essere affrontato; sentirla dunque parlare improvvisamente di sé, raccontare un aneddoto della sua infanzia, fu una sorpresa immensa per l'americano, che l'accolse con un'espressione stupita ma subito dopo attenta e appena sorridente, rispettosa del ricordo di cui lei lo stava facendo partecipe.

C'era una latteria al mio villaggio dove andavamo a cena una volta a settimana ... per spezzare il noioso susseguirsi di giorni tutti uguali, diceva mio padre... Era una piccola dacia in legno con il camino sempre acceso e un odore perenne di cannella e albicocche. Masha non ci permetteva mai di ordinare perchè diceva che le bastava guardarci negli occhi per capire di cosa avevamo voglia e non ha mai sbagliato un piatto...Non c'era mai tanta gente e alle dieci di sera rimanevamo solo noi e mentre gli uomini parlavano di cose da uomini io Masha e mia madre sedevamo una di fronte all'altra a intrecciarci i capelli a vicenda e a chiacchierare... In realtà loro parlavano e io mi beavo della sensazione di amore e calore che c'era nell'aria, fingendo di non avere otto anni...

Hai avuto un'infanzia atipica, ma di sicuro anche tu sei riuscita a ritagliarti dei bei ricordi... fai in modo che non svaniscano mai, che ti ricordino per sempre la persona che eri, e chi ti ha voluto bene fino alla fine.

Le sussurrò Noah con un lieve sorriso dolce sulle labbra: avrebbe voluto alzarsi e stringerla, dissipare il dolore per ciò che aveva perso nel calore del suo abbraccio, ma sapeva che quello non era certo il momento adatto - e a dirla tutta, non era nemmeno sicuro che a Tisifone un gesto del genere avrebbe fatto piacere, visto che la loro situazione non era assolutamente chiara.
Le strinse la mano, però, le sorrise per donarle forza, e la fece divertire, senza volerlo, quando ammise di fronte alla madre di aver fatto provare alla Divinante un dolce siciliano, scusandosi per non aver informato i genitori della cosa e lasciò infine che Lucilya e Tisifone iniziassero a dialogare.

Certamente e poi così avrò maggiori possibilità di carpirle qualche indiscrezione su suo figlio da poter usare quando si cala troppo nella parte dell'insegnante despota e arcigno.

Despota e arc--
Io non sono affatto così!


Esclamò Noah, fingendosi quasi scandalizzato dagli aggettivi usati da Tisifone per descriverlo, seppur sapesse che la donna stava assolutamente scherzando... o quasi.

Tesoro, non ti ho forse insegnato a trattare bene le donne?

E' una mia allieva mamma, come posso pretendere che impari qualcosa se perdo tempo con moine e salamelecchi?

Replicò il figlio di Francesco Pellegrino, senza perdere il sorriso che, ora entrambi di fronte a Tisifone, la docente di Hogwarts avrebbe potuto considerare uguale a quello della madre, sorridente a sua volta.

Ah, povera me, che disastro... di questo passo farai allontanare ogni donna che ti si voglia avvicinare... - disse Lucilya, spostando lentamente lo sguardo su Tisifone prima di sorridere con aria furbetta, di chi sapeva molto più di quanto desse a vedere - ... o quasi.

E difatti non aggiunse altro dopo quell'allusione nemmeno troppo velata: si allontanò da loro con lo sguardo che brillava di divertita saggezza, lasciandoli liberi di parlare perché tanto sarebbe tornata più tardi.
E quando quel momento d'imbarazzo, per Noah e forse anche per Tisifone, fu finito, la conversazione tra loro riprese tranquilla ed intima, serena ed il più possibile spigliata.

Non mi dispiacerebbe prendere una lezione o due di cucina da tuo padre... Il cibo è sempre stato un ottimo mezzo per ottenere quello che volevo da Asher e sono certa che con un piatto del genere non saprebbe rifiutarmi nulla.
E poi finalmente riuscirei a portare a termine almeno una lezione...


Partendo dal presupposto che non è colpa mia ma del tuo incredibile sex appeal se ogni volta che ti presenti da me l'unica cosa che voglio fare è saltarti addosso... - precisò Pellegrino con un sorriso malizioso - ... credo di essermi perso un pezzo del discorso.
Chi è Asher?


Chiaro, Tisifone non aveva mai parlato nel dettaglio dei suoi due padrini, entrambi maschi e coppia di fatto, e chissà che non fosse arrivato il momento per parlarne, a meno che lei non avesse preferito mentire per preservare il segreto della sua famiglia.
Qualsiasi risvolto avesse preso la conversazione, ci sarebbe stato comunque altro da dire o fare, ad esempio commentare con divertimento la lista interminabile di posti che la donna avrebbe voluto visitare.

Hummm dici che ho esagerato un po?

Hai solo cercato di concentrare in dieci giorni ciò che una persona impiegherebbe normalmente due mesi per visitare decentemente...

Commentò Noah con una bella risata divertita, beandosi del suo volto arrossato ed imbarazzato.

Bè alla fine non è che devo vedere tutto proprio in questi giorni. Non credo che New York cesserà di esistere dopo che sarò ripartita...

... no, infatti... - questa volta il commento fu più caldo, malizioso forse, ma anche carico di aspettativa: che fosse voluto o meno, Tisifone aveva appena gettato le basi, nella mente di Noah, a programmi futuri dove i due erano insieme, magari anche come una coppia - Ed io sarò sempre lì per farti visitare tutto ciò che vorrai.

Aggiunse, quasi a voler sottolineare l'ovvio, confermando poi la proposta della donna di visitare Little Odessa e considerando l'idea come "divertente", un aggettivo che la fece subito scattare sull'attenti.

Oh Merlino se pensi che sarà divertente allora è meglio non farlo...
L'ultima volta che mi ha detto " sarà divertente" mi hai fatto fare un volo di almeno una decina di metri e sono stata dolorante tutta la domenica e il lunedì dopo...


Ma per me è stato un vero spasso!

Esclamò di rimando l'uomo, pronto ad abbassarsi nel caso Tisifone gli avesse tirato, e non l'avrebbe biasimata per questo, qualcosa addosso dopo quelle ultime parole, e dovette ringraziare l'arrivo di Lucilya e dei suoi cannoli - anzi, quelli del padre - se la sua testa si trovava ancora attaccata al collo.

Wow...

Noah sorrise orgoglioso nel sentire quel primo commento di Tisifone, annuendo appena mentre prendeva a sua volta un cannolo tra le mani e gliene dava un bel morso, fregandosene dell'etichetta: come si sarebbe potuto mangiare diversamente un dolce come quello?

I complimenti al cuoco sono obbligatori ma vorrei farglieli di persona... Anzi perchè non lo convince a condividere con noi un po' di questa delizia che ha preparato?

Ma certo!
Francesco!! Non ti nascondere in cucina, vieni a mangiare con noi!!


Per tutti i diavoli, donna, la vuoi smettere di urlare?

Domandò l'uomo di rimando, comparendo dalla cucina con un altro vassoio pieno di 5/6 cannoli, che posò sul tavolo di modo che tutti potessero prenderne a sufficienza; si sedette accanto a sua moglie, di fronte a Tisifone, e la studiò più dettagliatamente per qualche secondo prima di annuire con soddisfazione.

Mio figlio ha sempre avuto buon gusto in fatto di donne, ma lei è decisamente la più carina con cui l'abbia visto uscire... anche se ad onor del vero le altre non ho mai fatto in tempo ad osservarle come si deve, non ce le ha mai portate a casa!

Tesoro, la signorina Tisifone è solo un'amica di Noah, e non ha mai portato a casa nessuna ragazza perché non erano così importanti per lui.

Lucilya cercò in quel modo di sedare il discorso sul nascere, ma era evidente che anche lei studiava con curiosità il figlio e la sua accompagnatrice, come qualsiasi mamma premurosa del mondo.

Un'amica, eh? - domandò di rimando Francesco, con uno sbuffo ironico - Se lo dici tu, donna... allora, signorina Tisifone... Noah è un buon amico?

Le chiese, facendo sorridere sua moglie con aria divertita e facendo alzare al tempo stesso gli occhi al cielo al figlio che, quasi come scusa, divorò un altro pezzo di cannolo: con la bocca piena non si poteva di certo parlare!
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Messaggioda Tisifone » 08/10/2013, 21:44

Non le era mai piaciuto parlare di sè e del suo passato perchè per quanto la sua infanzia fosse stata costellata di un sacco di bei ricordi sia prima che dopo il suo arrivo in Inghilterra, la causa di quel trasferimento - l'uccisione dei suoi genitori - aveva sempre ammantato ogni ricordo con il manto nero della morte. Il fatto poi che entrambi i suoi padrini, chi più chi meno, avessero sempre sottolineato come la discrezione fosse necessaria per non attirare l'attenzione di chi quegli omicidi li aveva commissionati e attuati non l'avevano aiutata di certo a crescere spensierata e loquace. Era però difficile mantenere quel codice di comportamento vago, distaccato e superficiale quando ci si trovava piacevolmente avvolti in un'atmosfera familiare o quando, a discapito di ogni buon senso, il cuore batteva forte solo per la presenza di un membro di quella famiglia e il pensiero di entrare a farne parte non la spaventava quanto avrebbe dovuto. Si trovò quindi a condividere con Noah un brandello del suo passato, di quella se stessa di appena otto anni che si divertiva a fare le trecce alla padrona di una locanda mentre la madre le faceva a lei, trecce che da allora non aveva più portato.

Hai avuto un'infanzia atipica, ma di sicuro anche tu sei riuscita a ritagliarti dei bei ricordi... fai in modo che non svaniscano mai, che ti ricordino per sempre la persona che eri, e chi ti ha voluto bene fino alla fine.

Gli regalò un sorriso dolce ammantato di tristezza e di gratitudine, per le parole che le aveva rivolto e per il non aver ceduto all'impulso che ne era certa [Intuito(S)=36] lo aveva colto, di abbracciarla e stringerla forte a sè. In quel preciso istante, con le proprie risate infantili che le riecheggiavano nelle orecchie e l'immagine sorridente della madre davanti agli occhi, si sentiva così vulnerabile che sarebbe scoppiata in lacrime tra le sue braccia. E quello era qualcosa che non gli avrebbe perdonato mai.

Non dimentico ciò che ero nè quello che sarei potuta essere...

Mormorò con aria greve, più a se stessa che all'uomo accanto a lei, ricambiando la sua stretta di mano prima di provare a lasciarsi tutta quella tristezza alle spalle e concentrarsi sul presente che aveva il viso allegro e comprensivo di Lucilya Pellegrino. Donna che sarebbe potuta diventare una preziosa alleata per rifarsi, almeno in parte, delle angherie che doveva subire a opera del figlio. Tutto dovuto, visto che lui era l'Insegnante e lei l'Allieva ma il suo animo Serpeverde non poteva resistere alla tentazione di ottenere del materiale con cui ricattarlo in ogni caso fuori dall'orario di lezione.

Despota e arc--
Io non sono affatto così!


Oh si che lo sei...

Rincarò la dose con un tono di voce basso e fintamente disperato, scuotendo anche la testa e rivolgendo alla madre del suo Master Teacher un'espressione da cucciola indifesa che probabilmente non avrebbe ingannato nessuno non solo perchè le sue doti artistiche rasentavano quasi lo zero ma sopratutto perchè i suoi occhi scintillavano di divertimento mal nascosto.

Tesoro, non ti ho forse insegnato a trattare bene le donne?

E' una mia allieva mamma, come posso pretendere che impari qualcosa se perdo tempo con moine e salamelecchi?

Bello. Solo così poteva essere descritto il sorriso di Noah. E ovviamente disarmante considerato che l'aveva messa al tappeto fin da subito o quasi e dando un'occhiata al viso della madre che esibiva lo stesso sorriso probabilmente Pellegrino Senior non doveva avere vita semplice. Perchè non è mai semplice condividere la propria esistenza con qualcuno a cui bastava semplicemente sorridere per averla vinta.

Ah, povera me, che disastro... di questo passo farai allontanare ogni donna che ti si voglia avvicinare... o quasi.

Arrossì furiosamente a quell'insinuazione neanche troppo velata, cercando di nascondere il rossore dietro al tovagliolo che aveva strategicamente sollevato per pulire una macchia inesistente all'angolo della bocca.

Non male come strategia per restare single... mi devo complimentare con lei Mister Pellegrino.

Lo punzecchiò una volta rimasti soli, abbassando il tovagliolo e il tono di voce. Evitava sempre di fare qualsiasi tipo di battuta sulle relazioni sentimentali, le coppie e similari più per paura che il discorso potesse degenerare in qualcosa che non era pronta ad affrontare che per discrezione. Quella quindi poteva essere annoverata tra le tante piccole stranezze a cui si stava abbandonando durante quel viaggio newyorkese appena iniziato, insieme al successivo aneddoto sulla sua vita che condivise con Noah e che chiamò in causa il suo secondo padrino.

Partendo dal presupposto che non è colpa mia ma del tuo incredibile sex appeal se ogni volta che ti presenti da me l'unica cosa che voglio fare è saltarti addosso... – si umettò sensualmente le labbra senza distogliere lo sguardo da quello dell’altro, la punta della lingua che indugiava un secondo di troppo sulle proprie labbra come se stesse assaporando il ricordo di qualcosa di buono e di certo non era riferito all’ottimo piatto che aveva appena finito di gustare. - ... credo di essermi perso un pezzo del discorso.Chi è Asher?

Distolse lo sguardo, per non fargli leggere il disappunto verso se stessa per quella leggerezza, perché aveva già deciso da tempo di non mostrargli mai più lo sguardo vacuo che utilizzava quando voleva celare i suoi sentimenti, e prese un’altra forchettata di pasta. In quei pochi istanti di silenzio obbligato Tisifone valutò velocemente come rispondere, trovando l’alternativa di mentire o minimizzare allettante e allo stesso tempo svilente. Lui aveva deciso di condividere con lei per un motivo che non voleva comprendere ciò che aveva di più prezioso al mondo – perché nulla avrebbe impedito loro di soggiornare in albergo e passare al ristorante solo per un saluto veloce – e lei in cambio stava accarezzando l’idea di nascondergli la sua famiglia.

Ti vergogni di noi, milaja?

La voce fintamente carezzevole carica di riprovazione di Demetri le riecheggiò nella mente, stringendole il cuore in una morsa dolorosa al ricordo di quello che aveva detto loro poco meno di sei mesi prima dopo che si era svegliata dall’ipnosi.

Mai!

E’ uno dei miei padrini. – rispose quindi serena, senza alcuna inflessione particolare nella voce - Lui e Demetri mi hanno accolto al Manor dopo … la tragedia… e si prendono cura di me da allora. Certo hanno un modo un po’ particolare di dimostrare affetto e comprensione o di cosa sia giusto e sbagliato, un metodo educativo discutibile, un carattere non molto malleabile e un concetto di proibito e oscuro un po’ elastico però mi amano e sono sempre lì per me nonostante tutto… A modo loro sono esattamente come i tuoi genitori o i miei, una coperta calda che ti avvolge quando sei triste, un porto sicuro a cui far ritorno quando ti senti solo e un faro che ti guida durante i periodi di tempesta… con la differenza che invece di sorrisi, dolci e ramanzine ti propinano incantesimi oscuri, pozioni di dubbia provenienza e ghigni da brivido.

Non proprio un quadretto idilliaco forse agli occhi di un Mezzosangue ma di certo lo era se paragonato a quello che accadeva nella maggior parte delle famiglie Purosangue dove la tradizione, il potere e il rispetto si inculcavano a suon di Cruciatus. Che la sua infanzia inglese invece, per quanto atipica, fosse stata praticamente perfetta invece lo si capiva dal tono di voce morbido e da come i lineamenti del viso si fossero distesi e addolciti, gli occhi colmi di un sentimento di amore incondizionato simile in parte a quello che Noah doveva provare per i suoi genitori.

Ah, nel caso non si fosse capito loro sono una coppia.

Aggiunse poi sollevando leggermente le spalle, come se stesse commentando il tempo. Non c’era alcuna nota di sfida nel suo tono di voce o di disagio, era una semplice constatazione la sua anche se nel petto il suo cuore batteva forte in attesa di una qualche reazione da parte dell’italoamericano. Da quello che aveva potuto comprendere dalle reazioni dei parenti di Asher e dalle poche volte che durante il suo soggiorno spagnolo l’argomento era stato sollevato, l’omosessualità per la maggior parte dei babbani era un qualcosa di eclatante da difendere a spada tratta, da ostentare come una bandiera o da soffocare come una colpa. Non sapere come avrebbe reagito Noah la metteva a disagio perché non avrebbe potuto sopportare una reazione sbagliata, non adesso che incominciava a permettersi di prendere coscienza del sentimento che la legava a lui e che la spinse poco dopo ad azzardare una sorta di progettualità di coppia: suddividere le cose da vedere a New York in piccole tappe da percorre in un arco temporale più ampio di soli dieci giorni.

... no, infatti... Ed io sarò sempre lì per farti visitare tutto ciò che vorrai.

Un punto fermo. Ecco come si stava proponendo Pellegrino junior agli occhi di Tisifone e questo se da un lato la tranquillizzava dall’altro la spaventava a morte perché avrebbe implicato prendere impegni che lei aveva giurato di non prendere mai più. Dopotutto quante volte il cuore di una donna poteva essere infranto prima che i pezzi smettessero di poter essere riassemblati? Quella era una di quelle domande che non potevano restare senza risposta troppo a lungo e probabilmente l’avrebbe trovata nel corso di quel viaggio ma non in quel momento nel bel mezzo del ristorante dei genitori dell’altro mentre erano intenti a pianificare il tempo da passare a New York.

Ma per me è stato un vero spasso!

Sgranò gli occhi oltraggiata, brandendo il tovagliolo come una frusta e usando per cercare di colpirlo al braccio e alla mano, mormorando parole molto poco gentili in russo, giusto per non offendere l’udito delicato di Lucilya. E fu proprio il suo arrivo a salvare Noah da ben più dolorose ritorsioni che però non gli sarebbero state risparmiate in separata sede quando finalmente sarebbero rimasti da soli. Anche se sarebbe stato arduo per Tisifone riuscire a mantenere un cipiglio iroso e battagliero dopo aver assaggiato la delizia che le era appena stata offerta e che rispondeva al nome di cannolo. Fin dal primo morso le fu chiaro che non aveva nulla a che vedere con quelle cose zuccherine e bruciaticcie che aveva assaggiato in Spagna e questo la spinse a richiedere la presenza del padre di Noah lì con loro, per congratularsi certo ma anche per condividere insieme a lui quella delizia. Se fosse stata più lucida si sarebbe resa conto da sola che quella era una mossa suicida perché se Noah aveva preso dalla madre il sorriso accattivante e la gentilezza allora doveva essere a forza paterna quella sfacciataggine e quel suo essere inqualificabile che tanto la mandava ai matti.

Ma certo!
Francesco!! Non ti nascondere in cucina, vieni a mangiare con noi!!


Per tutti i diavoli, donna, la vuoi smettere di urlare?

Tisifone soffocò un risolino dando un altro morso al cannolo: il modo in cui marito e moglie interagivano era qualcosa di così strano per lei che dubitava vi si sarebbe mai abituata. L’ilarità però l’abbandonò ben presto sostituito da un lieve senso di disagio dovuto all’occhiata penetrante e approfondita che Francesco le riservò. Sembrava quasi che l’uomo stesse cercando in lei qualcosa e alla fine dovette anche trovarla a giudicare dal cenno di soddisfazione che comparve sul suo viso.

Mio figlio ha sempre avuto buon gusto in fatto di donne, ma lei è decisamente la più carina con cui l'abbia visto uscire... anche se ad onor del vero le altre non ho mai fatto in tempo ad osservarle come si deve, non ce le ha mai portate a casa!

Incapace di decidere se sentirsi onorata per essere stata definita “la più carina” o offesa per essere appena stata paragonata a un numero imprecisato di altre donne, Tisifone corrugò la fronte perplessa ruotando lentamente gli occhi dall’uomo accanto a lei ai suoi genitori ma preferì tacere perché non era certa di quello che sarebbe potuto uscire dalla sua bocca.

Tesoro, la signorina Tisifone è solo un'amica di Noah, e non ha mai portato a casa nessuna ragazza perché non erano così importanti per lui.

Alleata? Direi più che altro una spia nemica in seno…

Era questo che appariva agli occhi di Tisifone in quel momento Lucilya perché, intenzioni a parte che non poteva sapere, quelle parole non faceva altro che alimentare il senso di ambiguità che avvertiva. Sentirsi lusingata per essere stata la prima a venir presentata alla famiglia Pellegrino o offendersi per essere stata definita un’amica? E non sarebbe stato quanto meno ipocrita da parte prendersela con la madre di Noah solo perché non aveva fatto altro che confermare il concetto che lei stessa aveva più volte ribadito e cioè che erano semplicemente amici? Decisamente quella “non conversazione”, visto che la russa continuava a fare scena muta, era una delle più pesanti che avesse mai sostenuto.

Un'amica, eh?

L’ironia che colse in quella sorta di conferma la punse sul vivo: cosa c’era di così strano nel fatto che un uomo e una donna fossero amici? O forse Francesco non reputava suo figlio in grado di intrattenere un rapporto di amicizia con una donna? Che poi, considerato che quando non si allenavano non si limitavano a fare quattro chiacchiere di fronte a una burrobirra, non aveva tutti i torti.

Se lo dici tu, donna... allora, signorina Tisifone... Noah è un buon amico?

Credo di si – rispose sincera, sollevando le spalle e inclinando la testa di lato, per poi aggiungere a mo’ di spiegazione – Ho sempre condotto una vita molto riservata e povera di amici quindi non ho un metro di paragone su cui basarmi però non ho particolari lamentele da esporvi. Ha una mente acuta che lo rende un ottimo oratore, è un buon ascoltatore, è gentile e premuroso quando non fa il despota sadico, è anche divertente quando non ti punta una bacchetta contro, sa cucinare piatti capaci di farti dimenticare qualsiasi incidente e solitamente si comporta come un galantuomo che soccorre le persone in difficoltà invece che nascondersi dietro a un cannolo.

Il tono di voce si era fatto di una mezza nota più alta e allusiva, accompagnato dal tentativo di rifilargli un pizzicotto non troppo doloroso all’altezza del fianco.

Dice che questo fa di lui un buon amico? – chiese quindi con aria innocente e compita a Francesco, indipendentemente dal fatto che il pizzicotto fosse andato o meno a buon fine – In ogni caso prenderei volentieri un modulo per i reclami se non le dispiace sa, non si sa mai…
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Messaggioda Noah » 12/10/2013, 17:57

Non dimentico ciò che ero nè quello che sarei potuta essere...

Evitò di dire che per lui difficilmente Tisifone sarebbe potuta essere meglio di così perché, naturalmente, comprendeva a cosa la donna si riferisse: sarebbe stata diversa se avesse avuto i genitori accanto, se fosse cresciuta con loro e circondata dal loro amore, perciò per quanto la Divinante attuale potesse piacergli era piuttosto sicuro che lei sarebbe stata prontissima a cancellare se stessa per diventare qualcun'altra se ciò avrebbe significato tornare ad avere una famiglia reale in vita.
E come biasimarla?
Perciò le strinse semplicemente la mano, le fece capire che lui c'era per qualsiasi cosa avesse avuto bisogno, e intanto quel pranzo "leggero" incominciò tra una forchettata di pasta ed una chiacchierata non solo tra loro, ma anche con Lucilya che, come ogni madre perspicace che si rispetti, non aveva fatto alcuna fatica a comprendere che, per quanto affermassero il contrario, tra suo figlio e la donna accanto a lui c'era qualcosa, qualcosa che batteva non solo nel petto del giovane Pellegrino, ma anche in quello di lei, e che difatti la fece arrossire.
Sorridento divertita e furbetta - inqualificabile quanto il figlio, poco ma sicuro - Lucilya li lasciò nuovamente da soli, e Noah rivolse a Tisifone tutta la sua attenzione, comprensiva di uno sguardo che la diceva lunga.

Non male come strategia per restare single... mi devo complimentare con lei Mister Pellegrino.

E se ti dicessi che non m'importa un accidente di rimanere single? - le domandò con uno scatto istintivo, puntando gli occhi chiari su quelli blu profondo di lei: se ne pentì quasi subito, perché sapeva/temeva di spaventarla con certe affermazioni, che però gli erano usciti del tutto spontaneamente dalla bocca - Scusami... fingi che non ti abbia detto nulla, non avrei dovuto.

Mormorò infatti, contrito e mortificato: avrebbe voluto abbracciarla, stringerla, stare con lei e considerarla sua, ma sapeva che lei non era ancora pronta per questo, o perlomeno era ciò che la donna gli aveva detto, e lui rispettava il suo sentimento seppur, ogni tanto, fosse molto difficile.
Le sorrise, tentò di farlo nel modo più naturale e convincente possibile, e per cambiare argomento le chiese chi fosse Asher, nome pronunciato proprio dalla Divinante poco prima che, per un secondo, gli parve quasi incerta, smarrita, prima di riprendere il controllo di sé e rispondergli tranquillamente.

E’ uno dei miei padrini.
Lui e Demetri mi hanno accolto al Manor dopo … la tragedia… e si prendono cura di me da allora. Certo hanno un modo un po’ particolare di dimostrare affetto e comprensione o di cosa sia giusto e sbagliato, un metodo educativo discutibile, un carattere non molto malleabile e un concetto di proibito e oscuro un po’ elastico però mi amano e sono sempre lì per me nonostante tutto… A modo loro sono esattamente come i tuoi genitori o i miei, una coperta calda che ti avvolge quando sei triste, un porto sicuro a cui far ritorno quando ti senti solo e un faro che ti guida durante i periodi di tempesta… con la differenza che invece di sorrisi, dolci e ramanzine ti propinano incantesimi oscuri, pozioni di dubbia provenienza e ghigni da brivido.
Ah, nel caso non si fosse capito loro sono una coppia.


Ah ecco, ora è tutto più chiaro! - esclamò Noah con un sorriso sollevato, perché temeva di essersi davvero perso qualche pezzo della storia, ed era stato invece molto attento a capire ed ascoltare ogni particolare di lei, del suo passato, dei suoi racconti - Mi sembrano delle brave persone, o almeno a giudicare da come sei venuta su tu. Magari non sono un amante degli incantesimi oscuri, però se non c'è altra scelta... - ed alzò le spalle, piuttosto tranquillo che Tisifone sapesse usarli saggiamente, se serviva - E stanno insieme da molto? Come si sono conosciuti?

Nel caso non si fosse capito no, nessuna espressione particolare nel sentire che i due erano gay, né ci fu da parte sua alcun tono di voce particolare: era un uomo aperto di mente, gliel'aveva dimostrato più volte, perché mai si sarebbe dovuto scandalizzare per una cosa del genere? L'amore era amore, in qualsiasi modo venisse proposto o vissuto, e se era sincero non c'era bisogno di altro... così gli avevano insegnato i suoi genitori, così la pensava lui ancora adesso.
Per questo attese le risposte di Tisifone e poi le promise, forse con un doppio senso velato e nascosto, che sarebbe stato pronto ad accompagnarla per NY tutte le volte che avesse voluto, e che dunque se lei fosse stata in vena di farlo, avrebbero potuto programmare tante altre uscite così, insieme: ma quel pranzo pareva essere fatto anche per ridere insieme, come quando la Divinante tentò di frustarlo con un tovagliolo dopo che Noah aveva ammesso quanto lo divertisse mandarla col sedere per terra una volta sì e l'altra pure, durante i loro allenamenti; e rise ancora, Pellegrino, quando i suoi genitori iniziarono a fare qualche domanda "scomoda" a Tisifone, ben sapendo che tentare di fermarli avrebbe portato a risultati ancora apeggiori di quello.

Credo di si.
Ho sempre condotto una vita molto riservata e povera di amici quindi non ho un metro di paragone su cui basarmi però non ho particolari lamentele da esporvi. Ha una mente acuta che lo rende un ottimo oratore, è un buon ascoltatore, è gentile e premuroso quando non fa il despota sadico, è anche divertente quando non ti punta una bacchetta contro, sa cucinare piatti capaci di farti dimenticare qualsiasi incidente e solitamente si comporta come un galantuomo che soccorre le persone in difficoltà invece che nascondersi dietro a un cannolo.


Si lasciò pizzicare con un sorrisetto divertito e saputo, passando lo sguardo da lei - a cui si strizzò l'occhio - ai genitori, per capire cosa pensassero di quella risposta: si fissò sul padre, in particolare, che non aveva alcuna capacità di tatto nel dire le cose a differenza della madre - secondo Noah non possedeva un filtro tra la mente e la bocca e diceva quindi tutto ciò che gli passava per la testa.

Dice che questo fa di lui un buon amico?
In ogni caso prenderei volentieri un modulo per i reclami se non le dispiace sa, non si sa mai…


Francesco non rispose subito, soppesandola con lo sguardo per diversi istanti prima di scoppiare a ridere: un suono pieno, sincero e basso che riecheggiò per il ristorante, facendo sorridere sia la moglie che il figlio.

Mi piace questa donna, Noah, mi piace proprio! - esclamò l'italiano mentre annuiva compiaciuto - Nessun modulo signorina, se Noah la fa arrabbiare lo dica a me e lo metterò io in riga! Anche se qualcosa mi dice che sia perfettamente in grado di cavarsela da sola, o sbaglio?

Le sorrise, divertito ed amichevole, avendola approvata mentalmente - cosa di cui Noah era felicissimo, pur trattenendosi dal dimostrarlo.

Sono felice che il pranzo vi sia piaciuto, e sono sicuro che la nostra ospite vorrà riposarsi ora... Lucilya, che ne dici di accompagnarla in camera sua?
Noah, vorrei farti provare qualche nuova ricetta che ho sperimentato ultimamente, che ne dici?


Prima di rispondere, Pellegrino Junior spostò lo sguardo sulla Divinante, e solo se e quando lei gli avesse fatto capire che era tranquilla nel rimanere sola con la madre, allora avrebbe annuito verso Francesco, dando un bacio sulla guancia sia a Tisifone che a Lucilya prima di uscire per scaricare le valigie di lei e seguire infine il padre in cucina.

Ora che Francesco non c'è, credo che potremo usare la magia per agevolarci un po' il lavoro...

Disse la donna con aria complice alla Divinante, usando la bacchetta per far levitare i bagagli di lei ed accompagnarla così più agevolmente verso una porta sulla sinistra della sala da pranzo da cui si accedeva a delle scale che portavano al piano di sopra.

Mio marito non ha nulla contro la magia, anzi, ne è affascinato, ma so anche che non è abituato a vederla mettere in pratica, e a me non dispiace farne a meno quando lavoro qui al ristorante.

Non voleva che la donna si facesse un'opinione sbagliata di Francesco e di lei, non immaginando che tra lei e Noah l'argomento era già stato preso in considerazione.

Ecco, Tisifone, questa è la tua stanza... so che non è molto grande, ma spero davvero che sia di tuo gradimento.
Naturalmente se c'è qualcosa di cui hai bisogno fammelo sapere, mh?


Immagine


Allora... mio figlio ti piace, non è vero? - decisamente non era persona da girare intorno alle cose... non a quelle che le interessavano davvero, comunque - Te lo chiedo perché so che tu gli piaci molto, e se anche è maggiorenne e vaccinato è difficile, per una madre, non preoccuparsi. Lo vedo come ti guarda e ti sorride, e vorrei solo essere sicura che stia bene, e non soffra. Chiamalo pure un vezzo da madre apprensiva, e perdonami per la mia sfacciataggine.

Un piccolo sorriso di scuse sulle labbra, gli occhi che scintillavano d'amore per Noah e la figura esile ed elegante di una donna non più giovane, ma ancora affettuosa verso il figlio come vent'anni prima.
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Messaggioda Tisifone » 13/10/2013, 23:15

E se ti dicessi che non m'importa un accidente di rimanere single?

Sapeva che era un rischio fare una battuta del genere ma non era riuscita a trattenersi, forse perché in fondo era una masochista emotiva oppure perché il suo subconscio aveva compreso ciò che la sua parte senziente si rifiutava di accettare. Quattro mesi era un tempo lunghissimo, alla loro età, per fare giochetti del tipo “non sono pronta, non so cosa voglio” e a girare intorno al “cosa siamo e cosa vogliamo dal noi in futuro”. Era quindi giunto il momento di smetterla di nascondersi dietro un dito e affrontare il discorso che aveva nascosto sotto metri di terra per tutto quel tempo. Ma si sarebbe dimostrata abbastanza Grifondoro da farlo? O avrebbe finito per logorare la corda che la univa a Noah fino a farla spezzare?

Non potrei biasimarti…

Un sussurro lieve carico di consapevolezza, perché era dalla cena a casa sua che lui avrebbe voluto cambiare il suo status, e di angoscia per il carico emozionale che sembrava celarsi dietro allo sguardo dell’uomo, che lei sostenne con sforzo. Sembrava [Intuito (S)=36] stanco, provato, come se lo starle accanto sopprimendo il suo istinto di corteggiarla e l’indeterminatezza dovuta alla sua indecisione, lo stessero logorando dentro. Lei era abituata a reprimere i propri sentimenti, a nascondere emozioni e istinto sotto un mare di logica e autocontrollo, quindi aveva avvertito poco il peso di quella situazione. Noah invece, sotto quell’ottica, era completamente il suo opposto, solare, spigliato, sincero, immediato. Quanto doveva essergli pesato tutto quello? Come Merlino aveva fatto a sopportarlo?

E soprattutto fino a quando riuscirà a farlo?

Era quello l’Interrogativo principale, quello che le faceva stringere lo stomaco in una morsa dolorosa e che le faceva mancare l’aria. L’idea, la possibilità neanche troppo remota che lui potesse stancarsi di quel suo comportamento e decidere che non ne valesse la pena.

Scusami... fingi che non ti abbia detto nulla, non avrei dovuto.

Fingi, dimentica, passa oltre… Tanto aveva amato quei termini tanto adesso li detestava, come detestava vedere quell’espressione mortificata sul viso dell’italoamericano per aver detto qualcosa che la maggior parte delle donne avrebbe ucciso pur di sentirselo dire. Infatti come altro avrebbe potuto interpretare quel commento se non come il desiderio, o forse persino la necessità, di definire in maniera chiara e inequivocabile quello che c’era tra loro? Lui sembrava volerla esattamente com’era, nonostante il suo caratteraccio e il modo infantile, egoistico e paranoico in cui aveva impostato la loro “non relazione”. E lei, invece cosa voleva? Difficile a dirsi a lungo termine, ma nell’immediato era semplice, cancellare da quel viso che tanto le era caro quell’espressione contrita e fargli comprendere che il suo commento, per quanto non le era rimasto indifferente, non l’aveva indispettita. Cercò quindi di insinuare la mano sotto quella di lui per intrecciare, se glielo avesse permesso, le dita insieme per poi sollevarle in aria e portarsi il dorso della mano di lui alle labbra. Un bacio lieve, delicato, privo di malizia, così come di essa non vi era traccia nei suoi occhi blu fissi in quelli di lui, sotto la cui superficie si agitavano sentimenti contrastanti. Chissà cosa vi avrebbe letto Noah, chissà se avrebbe colto la paura, l’ansia, il desiderio puro, non sessuale, l’affetto, l’indecisione. In ogni caso, che lui avesse colto o meno tutte o alcune di quelle sfumature, la sala del ristorante dei suoi genitori non era il luogo più adatto per parlarne, meglio quindi affrontare un argomento più “neutro” anche se, per un certo verso, parimente importante visto che apriva al Master Teacher un ulteriore spiraglio sulla vita di Tisifone. Gli spiegò quindi chi era Asher, il ruolo che aveva svolto e continuava a svolgere nella sua vita insieme a Demetri, rivelando quindi come la sua fosse una famiglia atipica in quanto costituita da una coppia omosessuale. Raccontò tutto con il sorriso sulle labbra e gli occhi che le brillavano di orgoglio e felicità per poi restare in ansiosa attesa di una qualche reazione da parte dell’altro a quella piccola rivelazione.

Ah ecco, ora è tutto più chiaro! Mi sembrano delle brave persone, o almeno a giudicare da come sei venuta su tu. Magari non sono un amante degli incantesimi oscuri, però se non c'è altra scelta... E stanno insieme da molto? Come si sono conosciuti?

Al sollievo manifesto di Pellegrino Tisifone rispose con un sopracciglio inarcato per poi abbandonarsi a una piccola sincera e per molti versi liberatoria risatina, semi attenuata dalla mano che aveva posto davanti alla bocca. Lui le aveva dimostrato più volte di essere una persona fuori dal suo senso comune, che ragionava e viveva in maniera differente e adesso che lo sentiva parlare tranquillamente dei suoi padrini e informarsi su di loro con la stessa pacata curiosità con cui lei gli aveva chiesto dei suoi genitori, si diede della sciocca per aver davvero temuto una sua reazione inappropriata. Lo sguardo le si schiarì di poco, come se un qualche tassello fosse andato a suo posto, abbozzando un sorriso di fronte alla nonchalance con cui accettava il fatto che sapesse destreggiarsi più o meno bene con la magia oscura.

Stanno insieme praticamente da sempre, da quando andavano a scuola anche se i primi anni non devono essere stati proprio rosa e fiori. Non parlano volentieri di quei tempi ma considerato che Asher è un Mezzosangue mentre Demetri proviene da una stirpe di Purosangue Bulgara immagino lo tsunami che si è abbattuto su di loro. Ed è per questo che li ammiro e un po’ li invidio anche. Il loro amore è qualcosa di assolutamente incredibile perché nonostante i pregiudizi con cui si scontrano ogni giorno, le divergenze caratteriali, le difficoltà che come Troll di montagna si sono abbattute su di loro, stanno ancora insieme e se sai dove guardare puoi vedere la stessa scintilla di amore e devozione che brillava nei loro occhi quando avevo dodici anni. A volte quando ero particolarmente triste e mi sentivo il mondo cadere addosso mi intrufolavo nelle loro stanze per guardarli leggere davanti al camino, Demetri sulla poltrona, un libro in una mano e l’altra immersa nei capelli di Asher seduto a terra. Erano così simili ai miei genitori nelle movenze e nell’aurea di serenità che emanava che ho sempre creduto che se fossero sopravvissuti sarebbero stati esattamente in quel modo. Dopotutto erano grandi amici quindi qualche somiglianza dovevano pure averla. Peccato che non gli piaccia particolarmente parlare di loro.

Aveva parlato a ruota libera, gli occhi velati di lacrime trattenute mentre ricordava dettagli personali e intimi che non aveva mai raccontato a nessuno, neanche a Lucas, visto il rapporto non decisamente idilliaco che si era venuto a creare tra l’ex compagno e i suoi padrini. E si sentiva bene, stranamente leggera, come se condividere certi aneddoti della sua vita con Noah fosse qualcosa di naturale. E una parte di lei doveva essere giunta alla conclusione che giusto e naturale fosse condividere con lui anche una parte del futuro e che quindi non fosse necessario affannarsi per condensare in dieci giorni tutte le meraviglie di New York. Meglio pianificare più visite perché tanto quello non sarebbe stato l’ultimo viaggio che avrebbero fatto insieme in quella città. Il pranzo proseguì gustoso, leggero e divertente, con Tisifone che interagiva con Pellegrino con sempre maggiore spontaneità, abbandonandosi a quelle che comunemente venivano definite come “scaramucce da innamorati” fino al ritorno in sala dei genitori dell’uomo. Persone squisite, gentili e molto ospitali ma anche senza molti peli sulla lingua e che andavano dritti al nocciolo della questione. E come poteva essere diversamente visto il modo in cui era venuto su il figlio?

Mi sa che ha preso dal padre il suo essere inqualificabile.

Un unico pensiero coerente e lucido in un mare di imbarazzo quando si trovò a dover affrontare l’ironia di Francesco che, fingendo di credere che tra loro non ci fosse altro che una semplice amicizia, le chiese se Noah fosse o meno un buon amico. Per un attimo fu tentata di rispondere di no, considerato che il succitato uomo sghignazzava del suo imbarazzo giustificando la sua impossibilità a parlare mangiucchiando un cannolo. Alla fine il buon senso prevalse sul lato infantile di Tisifone che la presenza dell’italoamericano sembrava accentuare a dismisura e così con un tono di voce pratico e schietto fino per tessere le sue lodi, concludendo però con la possibilità di poter esprimere dei reclami ufficiali nel caso in cui nel tempo le cose fossero cambiate. Voleva essere ironica e un po’ pungente, ma non si rese conto che quello più che un discorso da amica suonava decisamente come un discorso da “fidanzata” che intendeva passare molto tempo con il figlio. Trattenendosi dall’irrigidire le spalle e sollevare la testa a mo’ di sfida, Tisifone accolse come qualcosa di normale l’occhiata valutativa che Francesco le rivolse per poi rimanere interdetta quando questi scoppiò a ridere, non credendo di aver detto nulla di così buffo.

Mi piace questa donna, Noah, mi piace proprio!

Un senso di sollievo e di compiacimento si diffuse nel petto della donna, gli angoli della bocca che si inarcavano leggermente verso l’alto come se per lei fosse importante venire accettata e approvata dalla famiglia Pellegrino. Perché mai avrebbe dovuto essere così quando aveva appena detto che erano solo amici? Forse le bugie che si stava raccontando iniziavano a essere stantie persino per se stessa.

Nessun modulo signorina, se Noah la fa arrabbiare lo dica a me e lo metterò io in riga! Anche se qualcosa mi dice che sia perfettamente in grado di cavarsela da sola, o sbaglio?

Sono certa che la prospettiva di essere ripreso da lei sia un deterrente migliore di qualsiasi modulo – convenne lanciando all’interessato un’occhiata di velata soddisfazione e di minaccia mentre il sorriso si ampliava maggiormente – Oh si, mi riesce abbastanza bene tenere testa a suo figlio nella maggior parte delle situazioni, basta che non abbia una bacchetta in mano.

Aggiunse con aria di finta superiorità per poi tentare di rubargli un pezzo di cannolo e, se ci fosse riuscita, mangiarlo di gusto facendogli una piccola smorfia con il naso. Se non avesse avuto una reputazione da preservare probabile che gli avrebbe fatto anche una linguaccia.

Signor Pellegrino questo cannolo è davvero squisito, come la pasta del resto. Non avevo mai assaggiato un abbinamento così saporito e leggero.

Si congratulò dopo aver riacquistato un minimo di contegno.

Sono felice che il pranzo vi sia piaciuto, e sono sicuro che la nostra ospite vorrà riposarsi ora...

In effetti non mi dispiacerebbe potermi rinfrescare un po’.

Ammise anche se subito dopo avrebbe voluto tagliarsi la lingua e rimangiarsi tutto.

Lucilya, che ne dici di accompagnarla in camera sua?
Noah, vorrei farti provare qualche nuova ricetta che ho sperimentato ultimamente, che ne dici?


E’ una pessima idea.

Era questo quello che avrebbe voluto rispondere e dal modo in cui irrigidì la postura, facendo scivolare entrambe le mani in grembo, forse per Noah fu anche palese il suo istinto a rifiutarsi di rimanere da solo con la madre. Temeva infatti che la donna, che fino a quel momento si era dimostrata per così dire neutrale, lasciando al marito il compito di fare il “lavoro sporco”, potesse farle qualche domanda scomoda a cui non avrebbe saputo o potuto rispondere. Non esisteva però un modo gentile ed educato per rifiutarsi, per non parlare del fatto che era davvero poco Grifondoro da parte sua fuggire di fronte a un potenziale pericolo.

Spero tanto che abbia fatto qualche sperimentazione anche con i dolci, sa in quel campo Noah è un po’ carente.

Commentò quindi, sporgendosi con aria complice verso Francesco, accettando in quel modo di restare da sola con Lucilya. Una volta che i bagagli furono portati dentro e i due uomini si furono congedati, Tisifone seguì la donna più grande su per le scale che le avrebbero condotte all’appartamento sopra al ristorante.

Ora che Francesco non c'è, credo che potremo usare la magia per agevolarci un po' il lavoro...
Mio marito non ha nulla contro la magia, anzi, ne è affascinato, ma so anche che non è abituato a vederla mettere in pratica, e a me non dispiace farne a meno quando lavoro qui al ristorante.


Noah mi aveva avvertito che in casa preferite non usare la magia per una forma di rispetto nei confronti di suo marito. – affermò con un tono di voce pacato, cercando di mantenersi il più possibile sul vago. Visto com’era finita la conversazione in merito all’uso della magia in casa Pellegrino temeva di dire qualcosa che avrebbe potuto offendere Lucilya - E poi potrebbe sembrare quanto meno bizzarro vedere piatti volanti o pentole che si lavano da sole in un locale babbano.

Una battuta un po’ stupida forse ma era il meglio che poteva fare senza risultare offensiva o fuori luogo o, peggio, lasciarsi andare a riflessioni su quanto potesse essere difficile abituarsi a non compiere quelli che erano degli incantesimi istintivi, raccontando dei suoi trascorsi da babbana. Fortunatamente il tragitto era breve e così ben presto la Signora Pellegrino si ritrovò a mostrarle la sua camera.

Ecco, Tisifone, questa è la tua stanza... so che non è molto grande, ma spero davvero che sia di tuo gradimento.

Non si preoccupi è davvero perfetta come il pranzo e l’accoglienza che mi avete riservato – affermò sincera, lo sguardo che vagava in quella piccola camera accogliente. Forse perché non essendo mai stata ospitata da nessuno, né amico né genitori di fidanzati, non aveva un metro di paragone ma tutto quello che la famiglia Pellegrino stava facendo per lei le sembrava assolutamente perfetto.– e poi il blu è il mio colore preferito.

Aggiunse facendo un paio di passi all’interno e occhieggiando con fare bisognoso il letto.

Naturalmente se c'è qualcosa di cui hai bisogno fammelo sapere, mh?

Non si preoccupi, non credo mi servirà nulla di particolare. L’unica cosa di cui ho davvero bisogno in questo momento è solo una doccia calda per lavare via lo stress del viaggio.

Allora...

Convinta che la donna si stesse per congedare, Tisifone si voltò verso di lei con un sorriso sincero sul volto pronta a salutarla, sorriso che le si congelò in viso non appena Lucilya continuò a parlare.

Mio figlio ti piace, non è vero? Te lo chiedo perché so che tu gli piaci molto, e se anche è maggiorenne e vaccinato è difficile, per una madre, non preoccuparsi. Lo vedo come ti guarda e ti sorride, e vorrei solo essere sicura che stia bene, e non soffra. Chiamalo pure un vezzo da madre apprensiva, e perdonami per la mia sfacciataggine.

Non si preoccupi, la sfacciataggine è qualcosa con cui sto dovendo fare l’abitudine frequentando Noah – esordì facendo un passo indietro in modo da lasciare alla donna la possibilità, se avesse voluto, di accomodarsi e in ogni caso di non sentirsi “indesiderata”. – Le assicuro che non ho alcuna intenzione di farlo soffrire volontariamente – Quella sottolineatura probabilmente suonò strana alle orecchie di Lucilya se non addirittura una scusa programmata per eventuali problemi futuri, per Tisifone invece rappresentava una aggiunta dovuta alla luce degli avvenimenti passati, come l’essere stata costretta da qualcuno a tradire Lucas - e il benessere di suo figlio mi sta molto a cuore anche se a volte potrebbe sembrare diversamente.

Un leggero sospiro e le mani che correvano spontanee alla testa a giocare con i capelli per legarli tra loro in una coda disordinata. Non sapeva quanto Noah avesse detto della loro “non relazione” alla madre o quando ella avesse compreso semplicemente parlando con il figlio e questo la rendeva nervosa.

Non voglio offendere la sua intelligenza e i miei sentimenti negando l’attrazione che provo per lui o il fatto che la nostra amicizia sia un po’ sopra le righe ma purtroppo le cose non sono semplici. Io non sono una persona semplice e forse questa mia complessità è più causa di malessere che di felicità.

Sintetica, schietta e sincera o almeno nella misura in cui Tisifone potesse essere. Chissà se a Lucilya sarebbe bastato o se il suo istinto materno l'avrebbe spinta a fare altre domande. Di certo dopo il lungo monologo interiore che aveva costellato il pranzo appena consumato e quel mini interrogatorio, la necessità di parlare con Noah diventava sempre più pressante.
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Messaggioda Noah » 16/10/2013, 15:31

Si era lasciato prendere troppo dalla passione, non intesa come mero desiderio sessuale - anche se quello era sempre vivo in lui quando l'aveva accanto - ma dal sentimento che per Tisifone si era ritrovato a provare dalla sera a casa sua, da quando aveva cominciato a conoscere quella donna bellissima e complicata, diffidente e passionale che gli era entrata sempre di più nella mente e nel cuore fino a sostarvisi in pianta stabile; eppure aveva accettato le sue regole, aveva deciso di fare tutto coi suoi tempi e alle sue condizioni, reprimendo qualsiasi istinto, qualsiasi impulso che esulasse da quello sessuale.
Scopare prima e dopo gli allenamenti era accettabile ma andare a cena fuori e frequentarsi ufficialmente no e questo, seppur lui non riuscisse a comprenderlo del tutto, era ciò a cui lui si era attenuto fino a quel momento, e che continuava a mantenere come modus operandi: purtroppo la sua istintività a volte, come quella, prendeva il sopravvento, impedendogli di contenere i propri desideri e le proprie sensazioni quando riferiti a lei; non voleva metterle fretta, non l'avrebbe mai fatto, ma doveva altresì ammettere che spesso era difficile tenere a freno mente e cuore insieme, soprattutto quando viaggiavano su un binario comune.
Per questo, dopo essersene uscito con quella esclamazione quasi pungente, si scusò subito con lei, chiedendole di fare finta di nulla perché non voleva che si sentisse costretta e pressata a dare un nome al loro rapporto, se ancora non era pronto: non era l'uomo più paziente del mondo, ma stava cercando di esserlo per lei; si lasciò stringere la mano, e quando lei gli baciò il dorso, l'italo-americano allungò leggermente le dita per sfiorarle la guancia in una dolce carezza, sorridendo verso Tisifone come a rassicurarla che tutto fosse a posto, che stava bene. Negli occhi di lei Noah lesse tanti sentimenti costranti, così fusi tra loro da riuscire ad individuarne solo alcuni, e forse nemmeno con certezza: ma gli andava bene così, meglio non sapere nulla e lasciare che fosse lei, con la sua voce, a spiegarglieli tutti quando fosse stata pronta.
Lasciò dunque cadere quell'argomento scomodo, almeno per la Divinante, capendo chi fosse Asher e chiedendole più informazioni sulla storia d'amore tra i suoi padrini senza dare peso al fatto che fossero omosessuali: in molti casi la società - babbana o magica che fosse - era ancora piuttosto bigotta e retrograda sull'argomento, ma a Pellegrino non fregava un accidente e in un mondo cinico e spesso menefreghista come il loro, sapere che due persone si amavano indipendentemente dal sesso era per lui l'unica cosa fondamentale.

Stanno insieme praticamente da sempre, da quando andavano a scuola anche se i primi anni non devono essere stati proprio rosa e fiori. Non parlano volentieri di quei tempi ma considerato che Asher è un Mezzosangue mentre Demetri proviene da una stirpe di Purosangue Bulgara immagino lo tsunami che si è abbattuto su di loro. Ed è per questo che li ammiro e un po’ li invidio anche. Il loro amore è qualcosa di assolutamente incredibile perché nonostante i pregiudizi con cui si scontrano ogni giorno, le divergenze caratteriali, le difficoltà che come Troll di montagna si sono abbattute su di loro, stanno ancora insieme e se sai dove guardare puoi vedere la stessa scintilla di amore e devozione che brillava nei loro occhi quando avevo dodici anni.

Si vede da come ne parli che sei molto legata a loro.

Commentò Noah a bassa voce, quasi non volendo turbare quella dolcezza delicata che Tisifone aveva impresso, probabilmente senza rendersene conto, nel timbro vocale mentre parlava di loro.

A volte quando ero particolarmente triste e mi sentivo il mondo cadere addosso mi intrufolavo nelle loro stanze per guardarli leggere davanti al camino, Demetri sulla poltrona, un libro in una mano e l’altra immersa nei capelli di Asher seduto a terra. Erano così simili ai miei genitori nelle movenze e nell’aurea di serenità che emanava che ho sempre creduto che se fossero sopravvissuti sarebbero stati esattamente in quel modo. Dopotutto erano grandi amici quindi qualche somiglianza dovevano pure averla. Peccato che non gli piaccia particolarmente parlare di loro.

Le strinse più forte la mano, e questa volta fu il suo turno di far avvicinare il dorso della mano di lei alla propria bocca, così da poter sfiorare la prima con la seconda in un contatto dolce, a tratti rassicurante e protettivo.

Forse non vogliono parlare dei tuoi genitori perché ricordare fa ancora troppo male... a volte non basta una vita intera per dissipare il dolore di una perdita - mormorò Noah, potendo solo ipotizzare qualcosa a riguardo e non avendo la minima sicurezza di aver anche solo lontanamente azzeccato il pensiero dei due uomini - In ogni caso, ora che ne hai parlato più approfonditamente mi sembrano ancor più delle persone fantastiche. Se ricordo bene, uno dei due è pozionista... Demetri, giusto? - domandò Pellegrino, ricordando la conversazione avuta con lei a casa propria sul connubioche esisteva per la Divinante tra cucina e Pozioni - Mentre Asher di cosa si occupa? Mi piacerebbe conoscerli, non te lo nascondo: Pozioni è una materia che mi ha sempre affascinato, e poi è merito loro se sei venuta su così bene, perciò... - le sorrise e le strizzò l'occhio, di nuovo solare, allegro, come se tutte le sensazioni precedenti, quelle fastidiose ed un po' malinconiche, si fossero ormai dissipate - Che ne pensi, si potrà fare?

Perché ovviamente, per lui, era la Divinante a voler per prima che i due mondi - quello dei padrini e quello di Noah - si fondessero insieme, altrimenti sarebbe stato anche solo inutile parlarne: dopo aver ascoltato la risposta della donna ed eventualmente averla commentata, passarono oltre e si concentrarono sulla definizione di alcuni punti fondamentali per il futuro prossimo e non, come il fatto che a Tisifone sarebbe servita ben più di una visita per osservare New York in modo approfondito, o che a Francesco Pellegrino, dopo un'attenta valutazione, la donna portata a casa da suo figlio piaceva e non poco, al punto da essere pronto a cantargliene quattro se solo Noah l'avesse in qualche modo delusa.

Sono certa che la prospettiva di essere ripreso da lei sia un deterrente migliore di qualsiasi modulo.

Alzò una mano in segno di resa, Pellegrino Junior, l'altra impegnata a sorreggere il cannolo che stava sbocconcellando lentamente: un sorriso divertito però gli incurvava le labbra, segno che quel piccolo dialogo tra la donna e il padre gli stava piacendo parecchio.

Oh si, mi riesce abbastanza bene tenere testa a suo figlio nella maggior parte delle situazioni, basta che non abbia una bacchetta in mano.

Già, in quel caso sono ancora più bravo io.

Commentò Noah ridacchiando, lasciando che Tisifone gli rubasse un pezzo di cannolo mentre riceveva un finto scappellotto dalla madre: un'aria totalmente rilassata permeava nell'ambiente, come se tutti i problemi, i dubbi o gli ostacoli che avrebbero dovuto affrontare i coniugi Pellegrino, il figlio e la sua "amica" fossero momentaneamente usciti dalla porta principale per lasciarli un po' in pace.

Signor Pellegrino questo cannolo è davvero squisito, come la pasta del resto. Non avevo mai assaggiato un abbinamento così saporito e leggero.

Ben felice di mostrarle tutto in prima persona, mia cara!

Per favore caro, Tisifone è in vacanza da noi per rilassarsi e non certo per sorbirsi una delle tue lezioni di cucina!

Diavolo di una donna impicciona, perché non mangi un cannolo anche tu e non lasci decidere alla signorina se ha voglia di cucinare con me o meno?

Replicò Francesco con aria burbera, ma gli occhi gli brillavano di amorevole divertimento ogni volta che si posavano sulla moglie, la quale d'altronde sorrideva beata a sua volta: e se Tisifone avesse osservato Noah, avrebbe visto nei suoi occhi una luce d'orgoglio e affetto verso quella coppia tanto improbabile quanto forte.
Ma avrebbero avuto tempo per continuare a parlare, a punzecchiarsi e conoscersi, Tisifone probabilmente era stanca per il viaggio e per questo Francesco propose alla moglie di accompagnarla in camera, così da poter parlare con Noah di un paio di nuove ricette per il ristorante.

Spero tanto che abbia fatto qualche sperimentazione anche con i dolci, sa in quel campo Noah è un po’ carente.

Ehi, non è vero!

Avanti figliolo, lascia che il tuo vecchio t'insegni ancora qualche trucco del mestiere, mh?

Se la rise Francesco mentre Noah scuoteva il capo e lanciava uno sguardo truce e divertito verso Tisifone come a minacciarla che avrebbero fatto i conti più tardi, sparendo poi in cucina col padre e lasciando Lucilya e la Divinante insieme, da sole.

Noah mi aveva avvertito che in casa preferite non usare la magia per una forma di rispetto nei confronti di suo marito.
E poi potrebbe sembrare quanto meno bizzarro vedere piatti volanti o pentole che si lavano da sole in un locale babbano.


Oh, ci abbiamo provato all'inizio, ma non ti dico che caos ci siamo ritrovati in cucina... - alzò gli occhi al cielo, la donna, scuotendo il capo con un sorriso divertito - Inoltre, secondo mio marito, quando si usa il cibo per creare un pasto delizioso, quando si vuole imprimere la propria creatività in un piatto, bisogna sporcarsi le mani e cercare il contatto con ogni parte della preparazione: la magia è comoda, ma nella sua visione fin troppo impersonale... ed io lo lascio fare, visto che poi a casa si fa a modo mio.

E rise, divertita e serena: non lo stava difendendo, erano di due visioni opposte sul fronte magico perché Francesco non conosceva la magia, ma questo non aveva impedito loro di raggiungere un compromesso; e se al ristorante si faceva come Pellegrino Senior preferiva, essendo lui il boss in cucina, a casa era Lucilya a stabilire le regole e lì, bisognava ammetterlo, la magia faceva comodo.
Salirono poi fino alla camera degli ospiti tirata a lucido per l'arrivo di Tisifone, che parve apprezzarne particolarmente l'arredamento.

Non si preoccupi è davvero perfetta come il pranzo e l’accoglienza che mi avete riservato... e poi il blu è il mio colore preferito.

Sì, l'avevo intuito quando Noah si è assicurato che ci fosse del blu nella stanza.

Commentò Lucilya con un sorriso saputo, che precedette una domanda invadente, forse, ma da madre: sapeva che il figlio era molto preso dalla donna, glielo leggeva in faccia, ma lei? Tisifone cosa provava per Noah? Sapeva che non si trattava della sua vita, suo figlio era grande e poteva gestire da solo i propri rapporti, ma questo non le impediva di essere ansiosa come una qualsiasi madre degna di tale appellativo.

Non si preoccupi, la sfacciataggine è qualcosa con cui sto dovendo fare l’abitudine frequentando Noah.

Sorrise a quelle parole, invitandola con un cenno del capo a proseguire con le parole rimanendo comunque ferma all'ingresso della stanza non per disagio o imbarazzo, ma perché non voleva che Tisifone si sentisse in qualche modo oppressa dalla sua presenza in quella che, a tutti gli effetti, era ora la sua camera.

Le assicuro che non ho alcuna intenzione di farlo soffrire volontariamente, e il benessere di suo figlio mi sta molto a cuore anche se a volte potrebbe sembrare diversamente.
Non voglio offendere la sua intelligenza e i miei sentimenti negando l’attrazione che provo per lui o il fatto che la nostra amicizia sia un po’ sopra le righe ma purtroppo le cose non sono semplici. Io non sono una persona semplice e forse questa mia complessità è più causa di malessere che di felicità.


Non capì totalmente perché la donna avesse sottolineato proprio quella parola, e tuttavia non fece domande a riguardo, sapendo bene dove poter osare e dove, invece, doveva limitarsi e rispettare la privacy altrui.
Annuì solo, silenziosa ancora mentre rifletteva alcuni istanti, donando allo sguardo quell'aria pensierosa di chi sta ponderando non su cosa dire, ma su come dirla.

Non ho potuto fare a meno di ascoltare il discorso che hai fatto prima, sui tuoi padrini... - disse infine, posando lo sguardo su di lei con intensità - Da come ne hai parlato, anche loro mi sono parsi persone un po' complicate, e la loro storia... sì, anche quella mi è parsa complicata. Eppure hanno deciso di rimanere insieme.

Si prese qualche istante di pausa, quasi fosse ancora indecisa su come dire ciò che le stava frullando nella mente: alla fine alzò le spalle, e semplicemente disse ciò che voleva nel modo più naturale possibile, sperando di farsi capire dall'altra, di farle comprendere ciò che intendeva dire.

Forse quando si dice che qualcosa è "complicato", in parte è per giustificare la possibilità che non funzioni, come un voler mettere le mani avanti. Non ti conosco abbastanza per poter essere certa che questo sia il tuo caso, ma forse, e sottolineo forse... le cose spesso non sono semplici perché permettiamo ai sentimenti negativi di complicare tutto.
Ma se spogliamo quella situazione da tutti i dubbi, dalle paure, dalle incertezze e dalla negatività, potremmo accorgerci che essa è lì, davanti a noi...
- sorrise, quasi materna verso la donna che tanto pareva aver catturato l'attenzione del figlio - e che non potrebbe essere più semplice di così.

Ancora qualche minuto di silenzio per accompagnare quelle parole, prima di ampliare quel sorriso che già le era spuntato precedentemente sulle labbra: aveva detto ciò che doveva, e non si sarebbe messa ulteriormente messa in mezzo al rapporto tra Noah e Tisifone, ora era una questione tra loro.

Bene, ti lascio riposare cara.
Quella porta alla tua destra da' sul bagno, dove troverai degli asciugamani puliti, bagnoschiuma e shampoo per poterti rilassare a dovere: ti suggerisco anche una bella dormita, ma se fossi in te punterei anche la sveglia perché spesso il jet lag è micidiale quando si passa da uno Stato all'altro.
Quando ti sentirai più fresca e riposata scendi pure al ristorante, qualcosa mi dice che troverai Noah e Francesco lì dove li hai lasciati...


Si congedò da lei con quelle ultime parole, augurandole un buon riposo e lasciando la stanza chiudendosi la porta alle spalle; probabile che Tisifone avesse davvero dormito un bel po' dopo aver disfatto le valigie ed essersi concessa un bagno rilassante, e nel caso in cui effettivamente fosse scesa di sotto nel tardo pomeriggio - ora di cena per gli americani che la consumavano piuttosto presto, dalle 18.30 in poi - avrebbe trovato il ristorante pieno e Lucilya come lei stessa l'aveva descritta, intenta a girare per i tavoli per salutare i clienti, informarsi sulle loro ultime novità, occuparsi di loro.
Non appena la donna l'avesse vista, le indicò con un sorriso la cucina, invitandola dunque a dirigersi lì, ed al suo interno la donna vi avrebbe trovato Noah e Francesco fianco a fianco, intenti a cucinare: il più giovane dei Pellegrino avrebbe spiccato su chiunque altro - eccetto il padre - per la sicurezza con cui si muoveva in cucina, per il sorriso con cui cucinava ogni piatto e per la luminosità dei suoi occhi quando metteva un'ordinazione completa e pronta per essere servita sul pass.
Non appena la vide, le fece un gran sorriso, luminoso ed affascinante, avvicinandosi per indicarla al padre che sorrise a sua volta, dandogli una pacca sulla spalla con fare bonario: le si avvicinò, togliendosi il grembiule da chef che aveva indossato, e la salutò con un bacio sulla guancia, delicato ma comunque sentito.

Ti sei riposata?
Vieni, usciamo a fare un giro per New York, papà se la caverà benissimo anche senza di me.


Le disse, prendendola per mano per, se lei l'avesse lasciato fare, uscire dal ristorante insieme.
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