Pagina 1 di 4

Palestra Interna

MessaggioInviato: 14/01/2014, 17:47
da Ariel
[tahoma]
[Maggio - ore 16.28]


Lezioni concluse, per quel pomeriggio: col fatto che quelli del settimo anno, come lei, avevano i M.A.G.O. alle porte, non aveva senso imparare nuove nozioni o nuovi concetti, era molto più utile fare delle simulazioni, ripassare tutto il programma non solo di quell'anno, ma anche dei precedenti.
Non era troppo nervosa, Ariel, all'idea di sostenere gli esami, forse perché era sempre andata piuttosto bene in tutte le materie e, soprattutto, non possedeva quel desiderio di perfezione che invece era proprio di altri studenti, come Alexis Parker in passato; da quando poi aveva deciso che le sarebbe piaciuto provare ad affermarsi nel mondo della musica, si era resa conto che certo, era importante avere un diploma ed una base solida di cultura magica alle spalle, ma non era così utile al fine di diventare una cantante - e dunque, ad esempio, non avrebbe dovuto per forza passare due anni da specializzanda, o fare stage particolari al Ministero prima di ottenere un lavoro.
Ma non era quello il motivo per cui si trovava fuori dalla Palestra situata nella struttura interna del Campo da Quidditch, ciò che l'aveva spinta in quel luogo non erano né gli esami, né la sua carriera: un mese prima, durante un allenamento solitario per cercare di portare a termine il compito assegnatole da Robyn, la Grifa aveva avuto modo di parlare con Vergil... un incontro finito con un bacio, e con il crollo delle certezze della colombiana che, se prima era convinta di aver relegato ormai il professore di Volo in un angolo del proprio cuore e di esser riuscita a farlo diventare un semplice amico per sé, con quell'avvicinamento aveva finito per rimettere tutto in discussione.
Compreso il suo rapporto col Prefetto di Corvonero, Zephyr Kenway.
Si era presa un mese di tempo, aveva riflettuto attentamente, si era chiesta più volte quali fossero le possibili implicazioni di una scelta piuttosto che di un'altra, e si era anche consigliata con le sue amiche più fidate - Samantha, Mary Jane e Cappie - per conoscere il loro parere... ma alla fine il cuore aveva comunque deciso sopra ogni altra cosa, ragione compresa.
Dopo un lungo, lunghissimo sospiro, la Grifondoro attraversò la soglia della palestra interna, superando la porta semi-aperta per entrare all'interno del luogo e cercare subito Vergil con lo sguardo: una volta trovatolo, le labbra s'incurvarono in un sorriso leggero, dolce, gli occhi verdi che le brillavano di aspettativa.

Immagine


Dei jeans scuri nella cui tasca posteriore giaceva la bacchetta, ballerine nere, come nera era la canottiera che indossava sopra: non che facesse così caldo, ma il pensiero di dover parlare con l'ex Tassorosso le faceva salire addosso una tale ansia da far alzare di almeno un paio di gradi la sua temperatura corporea.
Si mosse dunque, prendendo passo verso di lui coi capelli lisci che si muovevano con lei ad ogni passo, ed infine gli si fermò accanto, schiarendosi un po' la voce - temeva che le sarebbe tremata altrimenti - prima di salutarlo.

Ciao Vergil...
Ti disturbo?
[/tahoma]

Re: Palestra Interna

MessaggioInviato: 14/01/2014, 22:20
da Vergil
Palestra Interna del Campo / Ore 16:20 / Maggio 2107


Scusami tanto, ma qui c'è gente che vorrebbe allenarsi.
Potresti cortesemente sdraiarti da qualche altra parte così da non essere d'intralcio agli altri?


Tutto per le belle ragazze, nonché sportive!
Realizza il mio più grande desiderio della giornata e dimmi almeno come ti chiami, poi ti giuro che mi levo dalle palle, promesso, giocatrice sexy!


Ma che galantuomo...
Arianna Ricciardi, sesto anno, Prefetta dei Dragargenteo e Cacciatrice ufficiale della squadra di Quidditch, piacere di conoscerti.


Giocatrice sexy... Tsk, quant'ero scemo!

In piedi, alle porte del campo, Vergil Cartwright rimirava il sottile prato verde illuminato dal sole, con la mente che viaggiava per ricordi lontani.
Aveva quindici anni, si, soltanto tre anni prima, eppure gli sembrava che fosse passata una eternità e che quell'evento, quell'incontro con quella ragazza italiana, non fosse così in grado di riviversi in maniera tanto nitida e perfetta, così perfetta che era in grado anche di rivedere sé stesso sdraiato a pancia in su in mezzo al campo e la bella bionda in piedi ad oscurare il sole fissandolo con aria di sufficienza e divertimento.
Gli venne da sorridere appena, guardando al presente e a tutti i i cambiamenti avvenuti in un migliaio di giorni.
Non nostalgia, non mancanza, ormai Arianna faceva parte del suo passato e non l'amava più, ma una parte di lui, in colpa per il male che le aveva fatto, sarebbe tornata volentieri indietro e ricominciare tutto da capo per non fare una singola idiozia e non rischiare di rovinare tutto.
Allora poi, era così... "Morbido"!
Nessun allenamento, tanta voglia di mangiare schifezze e alcolici, non molte aspettative e desiderio che la scuola non finisse mai e poi mai.
Ancora non conosceva Calvin ed Evan, Caroline Priscilla era una piccoletta al secondo anno e Typhon Seal il più odioso mai conosciuto.

... Bisogna dire che certe cose non cambiano mai!

Sbuffò scuotendo il capo, sorridente, scherzoso... Ma si, anche con Typhon ormai non andava poi tutto male, specie al coro e dentro Hogwarts.
Come aveva fatto a conquistarla? Come era riuscito a superare anche il drago in quella competizione tra uomini?
Se lo chiedeva ancora e ancora non si dava risposta. La fortuna stava che adesso gli interessava molto di meno.
La vita di ognuno era andata avanti e con essa le idee, il fisico, le opinioni erano mutate drasticamente, tanto che se ognuno di loro si fosse mostrato al proprio "io" del passato, il corrispettivo più giovane sarebbe rimasto scioccato e sconvolto, incredulo, sicuramente.
Eppure, una nota di dolce malinconia gli si dipinse in volto al più maturo Cartwright, il quale fece scorrere una lacrima dall'occhio sinistro mentre ancora una volta, rievocando quelle immagini e quei dialoghi, si accorgeva inevitabilmente... Che stava salutando del tutto l'adolescenza.

Nonostante questo... Sei stata e sarai sempre la mia ragione di cambiamento, di miglioramento... Di crescita.
Credo tu non abbia affatto idea... Di quanto rimarrai in eterno importante per me... Sexy Cacciatrice.


Immagine


Chiuse gli occhi chiari e scintillanti, spostando nuovamente tutte le memorie in quel cassetto ben disposto in fondo al cuore, voltandosi.
Camminò per qualche metro, rientrando nella palestra depositando il borsone su una panchina, pronto evidentemente per una nuova serie di allenamenti, visto che le lezioni per quel giorno erano terminate ed in teoria nessuno sarebbe dovuto passare a disturbare.
In effetti però, qualcuno scelse di fare un salto da quelle parti, ma tutto poteva essere meno che un disturbo, anzi.
Ariel Jiménez, la colombiana baciata dal Prefetto dei Tassi qualche settimana prima, prima di chiederle di riflettere su una loro possibile frequentazione. Audace il giovane, senza dubbio, calcolando che non solo si era fidanzata da qualche tempo ma per di più l'aveva rifiutata al tempo che fu lei a chiedergli di concederle il cuore dopo anni ed anni con una cotta incredibile ed infinita.
Vergil però era da sempre famoso per essere un pazzo scatenato ed anche se ormai cresceva a vista d'occhio certe cose di lui non sarebbero mai e poi mai cambiate, rimanendo radicate nel suo animo simili ad una specie di marchio di fabbrica.
Non appena incrociò lo sguardo della Grifondoro, il professore si spostò dal macchinario per i pettorali da dove aveva intenzione di cominciare l'allenamento giornaliero, avanzando di qualche passo per non far fare a lei tutta la strada.
Quando furono abbastanza vicini, cominciò lei a parlare, salutandolo leggermente rossa in volto, imbarazzata ma dolcemente sorridente.

Ciao Vergil...
Ti disturbo?


Stai scherzando?
Non disturbi mai...
Hai bisogno di qualche ulteriore spiegazione riguardo la lezione di stamane?
Come stai?
... Sei uno splendore... Comunque...

Re: Palestra Interna

MessaggioInviato: 14/01/2014, 23:15
da Ariel
[tahoma]Come faceva ad essere ogni volta più bello?
Scosse il capo impercettibilmente, maledicendosi di come la propria mente avesse ripreso a pensare a Vergil negli stessi termini di una volta, un po' come se il tempo non fosse mai passato, come se lei non avesse avuto una storia con Zephyr, come se l'ex Tassorosso non avesse mai smesso di essere il suo più grande, ed unico, amore.
Inutile cercare di capire i movimenti del cuore, inutile tentare di prevederli o di trattenerli... era così, c'era poco da fare: aveva fatto la sua scelta dopo tanto tempo passato a riflettere, a parlare tra sé di fronte allo specchio, a stilare le classiche liste di pro e contro, ed ora era giusto che Cartwright fosse messo al corrente delle sue decisioni.
Gli si avvicinò, osservandolo mentre anche lui faceva lo stesso così da incontrarsi praticamente a metà strada: ne studiò il volto, lo sguardo, cercò di comprendere cosa stesse pensando o provando ad averla davanti, da solo, dopo l'ultima volta che si erano visti... dopodiché lo salutò, chiedendo subito se per caso lo stava disturbando.

Stai scherzando?
Non disturbi mai...


Sorrise timida a quelle parole, ma evidentemente compiaciuta: le guance s'imporporarono ulteriormente, ma lo sguardo non si abbassò né evitò quello dell'altro, anzi, lo sostenne, ma con dolcezza.

Hai bisogno di qualche ulteriore spiegazione riguardo la lezione di stamane?

No, io... sono venuta qui perché avevo bisogno di parlarti di una cosa importante, e personale.
E non mi andava di farlo alla fine della lezione, sai... preferivo essere sicura di avere un po' di tempo per noi.


Rispose, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio: appariva appena più nervosa, ora, ma era normale visto che sapeva bene a cosa si stesse riferendo, e quale fosse l'argomento che aveva intenzione di trattare di fronte a lui.

Come stai?
... Sei uno splendore... Comunque...


Io... beh, grazie Vergil... - mormorò Ariel, mordicchiandosi il labbro inferiore prima di fare un lieve sorriso lusingato - Anche tu stai benissimo... sei bellissimo - ammise, permettendosi di avvicinare la mano al suo braccio per sfiorarlo appena senza nemmeno rendersi conto di quanto stava facendo - Comunque... sto abbastanza bene, grazie. E tu?
Possiamo parlare?


Gli domandò, appena più seria in volto, e attese una sua risposta affermativa prima di riprendere e spiegargli finalmente il perché si trovasse lì.

Io volevo comunicarti la mia decisione... a proposito di quello che ci siamo detti l'ultima volta.
Ho capito cosa voglio... da noi
- prese un bel respiro profondo e si umettò le labbra, quasi dandosi coraggio mentalmente prima di ricominciare a parlare - Ci ho pensato tanto in tutto questo tempo, ho cercato di capire cosa volessi davvero per non dovermi pentire in futuro della mia scelta... mi sono chiesta se quello che è successo un mese fa potesse essere solo un momento di debolezza... - piccola pausa - E mi sono resa conto che non è così.

Ammise alla fine, sospirando con forza prima di allungare, questa volta volontariamente, entrambe le mani, per tentare di sfiorare quelle di lui e, nel caso, stringerle dolcemente.

Anche stando con... Zephyr... - le venne difficile pronunciare il suo nome, ma si fece forza per proseguire - mi sono resa conto di non aver mai smesso di pensarti, di amarti in un angolo del mio cuore.
Non so perché Vergil, io davvero non te lo so spiegare... ma sei stato e sei rimasto il mio primo amore.
È per questo che alla fine... ho scelto di seguire il mio cuore...
- ennesima pausa, un ultimo respiro profondo prima di concludere - Ed il mio cuore vuole te.[/tahoma]

Re: Palestra Interna

MessaggioInviato: 17/01/2014, 18:06
da Vergil
No, io... sono venuta qui perché avevo bisogno di parlarti di una cosa importante, e personale.
E non mi andava di farlo alla fine della lezione, sai... preferivo essere sicura di avere un po' di tempo per noi.
Comunque... sto abbastanza bene, grazie. E tu?
Possiamo parlare?


Alla grande, ma si...
Sono ancora giovane e aitante quindi anche allenandomi molto, il corpo non ne risente, per fortuna!
Più si avvicina il periodo dell'esame e più entro in ansia da prestazione, mi sento quasi ridicolo...
Certo che possiamo parlare, lo sai che per te ci sono sempre no?


Decise di non tornare a sedersi alla panca inclinata, un po' per educazione e un po' perché intuiva quale fosse l'argomento di conversazione.
Emozionato, nervoso, forse quasi quanto per l'esame di ammissione all'Accademia... O magari anche di più.
Il tempo era volato per molti in quella scuola che da un giorno all'altro si chiedevano, dando le testate, perché i mesi saettavano alla velocità del suono quando le cose da studiare erano ancora tantissime e abbondanti, mentre per lui invece le settimane avevano preso la stessa piega di velocità di una tartaruga con l'acido lattico alle giunture.
Quando si voleva che una cosa arrivasse il più tardi possibile pareva sempre che il tempo andasse come un fulmine, mentre invece quando avveniva il contrario, i minuti diventavano ore e i secondi si tramutavano in minuti.
Adesso che però Ariel se ne stava lì, di fronte a lui, Vergil poteva sperare che l'attesa fosse finalmente giunta ad un termine.
Incrociò le braccia al petto e semplicemente aspettò che la Grifondoro si facesse coraggio ed andasse avanti con il discorso, guardandola negli occhi.

Io volevo comunicarti la mia decisione... a proposito di quello che ci siamo detti l'ultima volta.
Ho capito cosa voglio... da noi.
Ci ho pensato tanto in tutto questo tempo, ho cercato di capire cosa volessi davvero per non dovermi pentire in futuro della mia scelta... mi sono chiesta se quello che è successo un mese fa potesse essere solo un momento di debolezza... E mi sono resa conto che non è così.


{ Cervello di Vergil Cartwright }

Evan: E VAI! ANDIAMO! FORZA FORZA FORZA!

Calvin: AVANTI BELLA FACCI SOGNARE, COSI' COSI' COSI'!

Evan: Ehm... Calvin...

Calvin: Eh? Che c'è? Dimmi!

Evan: No niente... Solo che sembrava più un incitamento sessuale...

Calvin: Oh... Beh, dici?

Evan: Mhmh!

Calvin: Allora in questo caso... Scusa Ver, falla pure andare avanti, sto zitto!


Il professore di Volo scosse la testa socchiudendo gli occhi per scacciare via momentaneamente quel teatrino della fantasia appena creatosi.
Scherzi a parte, il cuore prese a battere con maggiore intensità, come un tamburo libero e potente oltre che veloce e a stento contenuto nel petto ormai temprato da ore ed ore di allenamenti costanti e sfiancanti.
Le labbra divennero subito più secche, la salivazione azzerata, il respiro più pesante.
Tentava di rimanere concentrato, l'ex Tassorosso, provando anche a darsi un contegno ripensando al pessimo tiro che stava facendo ai danni del collega Prefetto Kenway di Corvonero, attuale, ipoteticamente, fidanzato della colombiana e bellissima Jiménez.
Gli occhi verdi smeraldo della ragazza scintillavano mentre lo fissava.
Il lieve accento latino poi, per la miseria era in grado di farlo quasi sciogliere, anzi, meglio togliere direttamente il "quasi".

Anche stando con... Zephyr... mi sono resa conto di non aver mai smesso di pensarti, di amarti in un angolo del mio cuore.
Non so perché Vergil, io davvero non te lo so spiegare... ma sei stato e sei rimasto il mio primo amore.
È per questo che alla fine... ho scelto di seguire il mio cuore... Ed il mio cuore vuole te.


{ Cervello di Vergil Cartwright }

Evan: Te l'avevo detto io che era ancora cotta di lui!

Calvin: Aaaahhh dannazione, ecco i tuoi 25 Galeoni...

Evan: Su su, non pensare al denaro perso, pensa alla felicità di Vergil, no?

Calvin: Ma si, alla fine hai ragione tu! YUHU! Mitico Ver! Sei grande!

Evan: Adesso se poco poco te la fai scappare ti veniamo a gonfiare di botte, giusto Calvin?

Calvin: Ci puoi scommettere! Attento a te!

Evan: Ma sta ancora qui con noi?

Calvin: Mi sa di si... E muoviti e rispondile, pezzo di cretino, che altrimenti pensa male!


... Da-davvero?
Cioè, wow... Ariel io... Uff...


Non era facile esprimere l'emozione che stava provando in quell'istante con delle semplici parole.
Colpito nel segno, ecco come si comportava Cartwright quando qualcosa proprio non se l'aspettava e rimaneva a bocca aperta.
Più di una volta aveva detto ai due amici che non sperava proprio nella possibilità di vincere contro Zephyr.
Lui era riuscito a farla sorridere dopo molto tempo, a farle vivere una bellissima storia d'amore senza delusioni, dolori o dispiaceri.
Non credeva che fosse rimasto ancora un po' di quel sentimento dentro la colombiana, sentimento per lui, per quel professore tonto.
Invece Evan, il più ottimista dei tre, non solo affermava il contrario ma fece pure una scommessa con Calvin per quanto era sicuro e certo.
In effetti, ci aveva preso in pieno e Vergil non poteva che esserne non solo felice, ma anche meravigliosamente colpito.
Afferrò con le mano il viso bello e delicato della ragazza, sentendo le dita a contatto con le guance arrossate di lei.
Si avvicinò ancora e si abbassò per cercare di darle un bacio, si, quello era l'unico modo per esprimere tutta la sua gioia incredibile.
Sorrideva mentre la baciava, mentre le accarezzava gli zigomi, mentre respirava il suo profumo e l'odore dei suoi capelli.
Pian piano si staccò circa una decina di secondi dopo, fissandola nella penombra delle luci sottili della palestra quando era vuota.
Nessuno lì a disturbarli, nessuno lì come testimone di quell'atto in teoria proibito tra una studentessa e un professore.

... Vuoi essere la mia fidanzata, allora?

Re: Palestra Interna

MessaggioInviato: 17/01/2014, 21:51
da Ariel
[tahoma]Alla grande, ma si...
Sono ancora giovane e aitante quindi anche allenandomi molto, il corpo non ne risente, per fortuna!
Più si avvicina il periodo dell'esame e più entro in ansia da prestazione, mi sento quasi ridicolo...


È normale che tu ti senta così, in fondo si tratta pur sempre dell'inizio della tua carriera, del lavoro che vorresti intraprendere! - esclamò Ariel con aria comprensiva: si ricordava bene quanto fosse ansiosa subito prima dei G.U.F.O., ed era sicura che lo sarebbe stata anche se non di più per i M.A.G.O. ... e gli esami di Vergil erano sicuramente più importanti visto che gli avrebbero permesso di entrare nell'Accademia Auror! - Ma sono certa che saprai cavartela. Sei in gamba Vergil io ho fiducia in te!

Aggiunse la Grifondoro con voce decisa e sicura: era davvero sicura che l'ex Tassorosso sarebbe riuscito ad entrare in Accademia, perché era una persona caparbia, tenace e pronta a tutto per ottenere ciò che voleva, impegnandosi a raggiungere e superare i propri ostacoli con una grinta invidiabile; lo ammirava molto per questo, per la sua forza di volontà, e dentro di sé pensava obiettivamente che sarebbe stato un ottimo acquisto per il corpo Auror.
Certo, magari avrebbero dovuto lavorare un po' sulla disciplina con lui, ma le basi c'erano tutte e la Jiménez era sicurissima che gli esaminatori se ne sarebbero accorti.

Certo che possiamo parlare, lo sai che per te ci sono sempre no?

Gli sorrise, nervosa ed emozionata quanto e più di lui: prese dunque un bel respiro, riordinò le idee perché, anche se nella sua mente era tutto chiaro, temeva che una volta aperta bocca avrebbe tirato fuori le parole tutte insieme, ottenendo come risultato un discorso sconclusionato di cui il ragazzo non avrebbe capito nulla.
Quando fu più o meno sicura di poter esprimere i propri pensieri senza incasinarsi troppo, ecco che prese a parlare, spiegandogli, anche se probabilmente l'aveva già capito, perché fosse andata a cercarlo, e cosa avesse finalmente deciso riguardo al loro rapporto: pur non sapendo spiegarsi perché, dopo tutto quel tempo, nulla fosse cambiato, alla fine si era dovuta arrendere all'evidenza e a ciò che il suo cuore chiaramente desiderava... lui.

... Da-davvero?

Beh... sì...

Cioè, wow... Ariel io... Uff...

Era felice? Era ciò che sperava? Per qualche secondo la ragazza non riuscì a capire cosa Vergil stesse pensando, cosa gli passasse per la mente; solo quando, finalmente, le prese il viso tra le mani, percependo così il calore delle guance in fiamme di lei, e le avvicinò il viso per poterla baciare, Ariel poté tirare un mentale sospiro di sollievo.
Socchiuse gli occhi, appoggiando le mani su quelle di lui, schiuse le labbra e si abbandonò a quel contatto, sentendo il cuore che ormai batteva un ritmo tutto suo, quasi volesse scandire il nome dell'altro: la stava baciando, Vergil Cartwright la stava baciando e non era un sogno meraviglioso ad occhi aperti, bensì la realtà.
Quando si staccarono, Ariel riaprì gli occhi e subito li posò sul viso di Vergil: gli era piaciuto baciarla? Ora cosa sarebbe successo tra loro?
Fu lui a toglierle ogni dubbio con la domanda successiva, che ebbe anche il potere di far fermare per qualche istante il cuore della Grifondoro.

... Vuoi essere la mia fidanzata, allora?

Non rispose subito, anche perché il cuore che le era salito fino alla gola, quasi a minacciarle di uscire dal corpo, le aveva impedito di farlo: la luminosità degli occhi, però, già di suo era un indizio del tutto palese di quanto la ragazza fosse felice.
Ci aveva messo praticamente sei anni per farsi notare da Vergil... e quando ormai aveva perso ogni speranza, quando ormai se n'era fatta una ragione, ecco che tutto era cambiato, ed il miracolo era avvenuto.
Destino? Se così era, beh, il Destino aveva uno strano senso dell'umorismo.
Ma nonostante il sadismo del Fato, erano lì: lei e lui, l'allora ragazzina timida che guardava da lontano il suo primo amore, l'attuale neo-diplomanda che aveva appena assaporato le labbra della persona che amava; mettendo a confronto l'Ariel di allora con quella di adesso, molte cose erano cambiate, erano diverse, ed altre erano rimaste uguali, invece.
Tra queste, il sentimento provato per Vergil... e per il quale c'era solo una risposta che la Grifondoro gli avrebbe potuto dare.

Oh, Vergil... sì, certo che voglio essere la tua fidanzata!

Esclamò Ariel, non riuscendo a trattenersi dal saltargli al collo ed abbracciarlo forte: era la sua ragazza, era la ragazza di Vergil Cartwright... si era immaginata quel momento così tante volte, ed ora finalmente era tutto reale e molto, molto più bello di qualsiasi sua immaginazione.
Lo strinse forte per alcuni istanti, prima di staccarsi e fare un passo indietro, rossa nelle guance e sorridente... ma forse lievemente malinconica.

So che non dovrei... insomma, fare i salti di gioia... - per Zephyr, naturalmente - ... ma sono felice, lo sono tanto.
Tu mi hai appena resa felice.


Mormorò guardandolo negli occhi, un piccolo sospiro tremulo prima di aggiungere due paroline che, in fondo, provava da sei anni, perciò era del tutto inutile tenersele dentro.

Ti amo.[/tahoma]

Re: Palestra Interna

MessaggioInviato: 20/01/2014, 21:48
da Vergil
Oh, Vergil... sì, certo che voglio essere la tua fidanzata!

Era andata, finalmente.
Vergil Cartwright si era fidanzato e quella ragazza non solo era un sacco bella ma era anche, forse, quella più giusta per lui.
Non che avesse puntato troppo in alto con Arianna, non c'entrava nulla la qualità, dato che Ariel non aveva nulla da invidiare all'italiana, quanto all'indole, al carattere, al modo di pensare ed anche al modo di rapportarsi a lui.
Non si prendeva a calci mentalmente perché sapeva che forse, qualche anno prima, al tempo della dichiarazione di lei, non era pronto per avere una relazione come invece stava accadendo in quel momento.
Per certi versi la Ricciardi lo aveva aiutato a crescere, motivare un cambiamento e una maturazione volta a renderlo sul serio in grado di portare avanti una relazione seria, non un gioco, come spesso vedeva lui l'amore ai tempi della scuola, Evan e Calvin compresi.
Doveva molto a quella ragazza e forse la cosa più bella era che non c'era più nulla nel suo animo che faceva pensare ad una ricaduta nel vederla, nell'incontrarla per strada o magari lì, in territorio scolastico.
Tracce evidenti di una riconoscenza eterna e nulla più... Forse, quello che gli dispiaceva maggiormente era che probabilmente quel tipo di riconoscenza non sarebbe mai e poi mai stata reciproca.

So che non dovrei... insomma, fare i salti di gioia... ma sono felice, lo sono tanto.
Tu mi hai appena resa felice.


... Cos'è quello sguardo sognante?
Dimmi...


Ti amo.

Ok, in un certo senso era preparato a delle simili parole, perché comunque la frase "sono sei anni che provo amore nei tuoi confronti" già da sola lasciava intendere tutto, ma naturalmente sentirselo dire di improvviso, come un fulmine a ciel sereno, così vicini, così intimi e sopratutto così in sintonia, beh, no non sarebbe mai stato del tutto pronto a regolare il battito cardiaco e calmarsi in tempi ragionevolmente brevi.
Il cuore andava come un tamburo, velocissimo e pulsante sangue in ogni parte del corpo, comprese quelle meno caste e pure perché, parliamone, Ariel Jiménez diventava più sexy e affascinante ogni giorno che passava e lui non era il solo a dirlo.
In realtà la colombiana non si accorgeva praticamente mai dei tanti sguardi che le arrivavano da destra e sinistra quando camminava per i corridoi del castello o vicino al proprio tavolo nella Sala Grande, questo perché possedeva ancora pochissima fiducia in sé stessa ed autostima.
A quel punto, Vergil egoisticamente ringraziava che sussistesse quella situazione, almeno doveva solo preoccuparsi di inquadrare gli sguardi e regolare i conti in un secondo momento, magari con qualche punto in meno nei compiti!

... Naaaaa, sono fin troppo onesto e leale, per la miseria!

Ed io ti amerò... Puoi scommetterci hermosa jovencita!

Per concludere utilizzò anche qualche piccola parola nella lingua madre della Grifondoro, chiamandola "bella signorina", tanto per farla arrossire.
Fu il momento per un altro bacio, perché lui stava cominciando ad amare darle baci, assaporare le sue labbra, la sua lingua, il suo respiro.
Inoltre, quella strana sensazione di proibito nella relazione professore-studentessa un minimo lo eccitava e chissà se faceva lo stesso effetto a lei.
I loro corpi, così vicini e pieni di calore, nascosti in un angolo della palestra, si scambiavano effusioni dolci, romantiche e piccanti allo stesso tempo. Non c'erano tanto minuti ancora da poter condividere: lui doveva preparare le prossime lezioni e correggere qualche compito e lei doveva tornare sui libri per continuare la sua preparazione agli esami finali di Hogwarts, per quanto mancassero ancora molti mesi.
Si guardò intorno, conscio che la fortuna era di nuovo dalla loro, infatti non c'era nessuno e nessuno in arrivo che avrebbe dovuto velocizzare malamente il loro distacco: in realtà, adesso Vergil non l'avrebbe voluta mandare via per nulla al mondo.
Proprio per quello...

Questo piccolo segreto durerà poco, giusto il tempo del tuo diploma...
Nel frattempo dobbiamo solo fare attenzione a comunicare la cosa esclusivamente alle persone più fidate!
... Ti va di vederci domani notte al settimo piano?
Voglio baciarti ancora e ancora e ancora...

Re: Palestra Interna

MessaggioInviato: 20/01/2014, 22:42
da Ariel
[tahoma]Lo amava, sì.
Insomma, aveva anche deciso d'interrompere la sua relazione con Zephyr per lui, di rischiare tutto in virtù di un sentimento che si era sopito nel tempo senza però sparire mai del tutto... perciò perché non farglielo presente? Di cosa mai avrebbe dovuto aver paura, quando era chiaro come il Sole che quel sentimento era davvero ciò che provava per Vergil?
Certo, sentirselo dire era tutt'altra cosa - o almeno ipotizzava fosse così - ma Ariel sapeva che dentro di sé il docente di Volo era perfettamente al corrente dei suoi sentimenti per lui: gli sorrideva dunque, imbarazzata ma felice, non quanto avrebbe voluto perché certo, doveva parlare col Prefetto Corvonero e chiudere la loro relazione - cosa che l'avrebbe mortalmente ferito e che l'avrebbe fatta giustamente sentire in colpa... ma comunque non riusciva ad impedirsi di sorridere, di sentire il cuore pieno d'amore, in quel momento, per il ragazzo che le stava di fronte, quello che aveva aspettato per anni e che finalmente aveva scelto lei.

Ed io ti amerò... Puoi scommetterci hermosa jovencita!

Sorrise ed arrossì a quelle parole, mordendosi il labbro inferiore con aria imbarazzata, anche se quasi quasi poteva azzardare l'idea che lui l'avesse fatto apposta, ben sapendo come Ariel avrebbe reagito a quel complimento.
E forse sapeva anche che a quel bacio si sarebbe sciolta come neve al Sole, chiudendo gli occhi e sentendo le gambe molli come in effetti avvenne: posò le mani sul suo petto, inclinando leggermente il capo di lato e facendosi più vicina al suo corpo, con le labbra schiuse e la lingua che lentamente accarezzava la gemella.
Una parte di lei registrava l'idea di stare baciando un docente, spingendola a provare due sentimenti contrastanti: biasimo, da un lato, perché stava facendo una cosa proibita dal regolamento della scuola; eccitazione, dall'altra, proprio per quella stessa violazione al regolamento appena citata.

Questo piccolo segreto durerà poco, giusto il tempo del tuo diploma...

Annuì a quelle parole, pronunciate non appena si furono staccati: sapeva bene che non poteva certo sbandierare la sua relazione con Vergil per tutta Hogwarts come se nulla fosse, avrebbe finito per farsi espellere e per far licenziare lui, poco ma sicuro.

Nel frattempo dobbiamo solo fare attenzione a comunicare la cosa esclusivamente alle persone più fidate!

Credo che non lo direi a nessun altro escluse Samantha e Mary Jane... e Cappie, sì, anche lei.

Rispose Ariel di rimando: aveva incluso anche Cappie perché si era confidata con lei in passato, anche se temeva un po' il suo rapporto col Delfino Alvares; poteva solo sperare che la Tassorosso capisse quanto fosse importante, per la Grifondoro, mantenere il silenzio, anche col fratellino che tanto adorava.

... Ti va di vederci domani notte al settimo piano?
Voglio baciarti ancora e ancora e ancora...


Un brivido caldo percorse la schiena della diplomanda a quelle parole: lo considerava normale, in fondo era una 17enne in piena fase di crescita, e gli ormoni le funzionavano perfettamente; se a questo si aggiungeva la bellezza di Vergil, l'attrazione provata per lui e soprattutto l'amore che sentiva Ariel, non c'era da stupirsi per il piacere e l'aspettativa che quelle parole crearono in lei.

Sì... certo che mi va...

Mormorò la colombiana, assumendo senza nemmeno rendersene conto un tono più basso e caldo, quasi sensuale: cercò nuovamente le sue labbra per un piccolo bacio a stampo e sorrise subito dopo, anche se in modo un po' più tirato e forzato di prima.

... devo andare a parlare con Zephyr...

Non c'era bisogno di dire altro, Vergil sicuramente avrebbe capito: d'altronde era corretto che lei gli dicesse subito come stavano le cose, glielo doveva; fece un piccolo sospiro, poi un passo indietro.

Ci vediamo a cena, allora... - un ultimo sorriso, sfumato d'amarezza per quello che si apprestava a fare, ma presente in virtù del sentimento provato per Vergil e per il nuovo rapporto che tra loro si era creato - A dopo!

Null'altro da aggiungere, ormai: era la sua ragazza, e forse dal giorno dopo in poi avrebbe potuto godere appieno di quella sensazione... ma ora doveva andare a comunicare la notizia all'ex fidanzato, a questo punto, e non poteva dire di esserne felice, al contrario.
Un cenno del capo come saluto, poi la colombiana gli diede le spalle ed uscì velocemente dalla palestra col cuore che le martellava forte nel petto: mai avrebbe immaginato, in passato, di dover essere colei che avrebbe interrotto una relazione - in effetti non avrebbe nemmeno mai pensato di potercela avere, una relazione - ma adesso le toccava farlo, e non si sarebbe tirata indietro.

Sperando che un giorno... tu mi possa perdonare.

[FINE]
[/tahoma]

Re: Palestra Interna

MessaggioInviato: 26/01/2014, 20:56
da Jorge
[Maggio 2017 – Sabato – ore 17.00]



Dai fratellino muoviti che se arriviamo da Mielandia dopo i ragazzi del terzo anno troviamo solo gli scarafaggi a grappolo.

Te l’ho già detto, non posso scendere al villaggio con voi oggi, non ho tempo.

E io ti ho già detto che puoi benissimo studiare oggi pomeriggio. I tuoi G.U.F.O. non ne risentiranno se ti prenderai una mattinata libera. Merlino non facciamo altro che studiare ogni secondo libero che abbiamo o quasi.

Io… non posso studiare nel pomeriggio, ho un altro impegno… Divertiti e portami un paio di lecca lecca al sangue.

L’ultima richiesta l’aveva praticamente urlata mentre correva lontano dalla Sala Grande, e da una perplessa e probabilmente incuriosita Tassetta, verso la Torre dei Delfiniazzurri dove aveva trascorso, chino sui libri di Cure e di Artimanzia, tutta la mattinata e anche buona parte del primo pomeriggio, sgranocchiando per pranzo i panini che si era preparato durante l’abbondante colazione. Solo verso le 16 era riemerso da quella full immersion di studio per andarsi a cambiare e dirigersi finalmente al suo “appuntamento”.

Chissà che film si è fatta in quella sua testolina iperattiva.

Mormorò tra sé mentre attraversava il portico pieno di ragazzini dei primi anni che si divertivano a fare piccole magie o a rincorrersi spensierati. Avrebbe scommesso tutte le magifigurine che aveva rubacchiato in giro sul fatto che Cappie avesse passato buona parte della mattinata a chiedersi quanto inopportuna potesse essere la ragazza che doveva incontrare per non avergliene fatto parola prima. In realtà sarebbe bastato osservare la tuta da ginnastica che indossava per comprendere che non si stava dirigendo a un incontro amoroso ma bensì in palestra. Tra minidragh, sospensioni e punizioni varie, Jorge infatti era stato costretto a mettere da parte il suo desiderio di entrare nella squadra di Quidditch dei Delfiniazzurri e conseguentemente aveva finito per dedicare una minore attenzione alla sua forma fisica e al volo in generale. Adesso che la sua posizione scolastica sembrava essersi stabilizzata e la sfiga che lo perseguitava sembrava aver rivolto la sua attenzione verso qualcun altro, aveva rispolverato i vecchi sogni di gloria e si era reso conto, con enorme rammarico, di non essere più agile come prima e di avere i riflessi un po’ troppo arrugginiti per potersi illudere di acchiappare il boccino. Così si era rivolto, speranzoso, al Prefetto dei Tassi che per sua fortuna, nonostante la nuova carica di docente di Volo, non aveva perso nulla del suo carattere esuberante e disponibile e aveva accolto la sua richiesta di dargli qualche lezione extra durante il week end.

Forse avrei dovuto dirglielo…

Borbottò, sistemandosi meglio su una spalla il borsone con dentro la sua bacchetta, un paio di scarpe da ginnastica, un’asciugamano e il cambio. Non gli piaceva avere dei segreti con Cappie e di certo per l’ora di cena avrebbe vuotato il sacco, ma gli piaceva ancora meno sentirsi dare dell’incosciente per stare sottraendo del tempo prezioso allo studio quando le selezioni non si sarebbero svolte che l’anno successivo. Il problema era proprio che passare tutti i pomeriggi e i dopocena chiuso tra quattro mura circondato da libri a ripetere e ripetere e ripetere lo stava facendo letteralmente impazzire ed era certo che se non avesse trovato una qualche valvola di sfogo al più presto non sarebbe arrivato vivo al giorno dei G.U.F.O. Così aveva deciso di prendere due piccioni con una fava – sfogare un po’ di adrenalina repressa e migliorare il proprio fisico – dimostrando allo stesso tempo di essere una persona matura rinunciando all’uscita a Hogsmeade per rimanere in paro con il numero di ore da dedicare allo studio.

Professor Cartwright – chiamò rimanendo sulla soglia della Palestra e non azzardandosi a fare un passo al suo interno senza aver prima ricevuto il permesso del docente che, da dove si trovava, non riusciva a vedere. – Sono Alvares, sono venuto per la lezione..

Puntualizzò non tanto perché temeva che Vergil se ne fosse dimenticato quanto a beneficio di chiunque si trovasse nelle vicinanze, per informarlo che era autorizzato a trovarsi lì. Si, la paura di finire involontariamente in qualche guaio lo stava rendendo guardingo ai limiti della paranoia.

Re: Palestra Interna

MessaggioInviato: 29/01/2014, 21:53
da Vergil
19 Maggio 2017 | Ore 16.50 | Palestra del Campo da Quidditch


Incredibile, Ver, davvero incredibile...

Eh va beh, ho capito Evan, non serve che me lo ripeti altri venti minuti!

E chi l'avrebbe mai detto che facevo un colpaccio simile...
Pensa, credevo addirittura di starle sulle palle!


Ti è andata parecchio bene, è vero è vero, ma non te ne vantare...

Perché?!

Perché adesso arriva la parte difficile: mantenere saldo il rapporto!
Kelly non è certo mansueta come un agnellino, ti dovrai impegnare molto amico mio!


Ecco, adesso mi hai messo l'ansia addosso!
Uff... E come faccio a mantenere saldo il rapporto?


Dopo il diploma sarete lontani, cerca di scriverle spesso, almeno tre volte a settimana.
Per il resto... Che cavolo ne so, chiedilo a lei!


Uhm, giusto giusto... Va bene, allora sarà meglio che tra qualche tempo ci parli...
Tu invece, novità con Ariel?


No, ancora nulla, ma comunque confido che presto prenderà una decisione.
E' passato molto tempo ormai...


Su, non ti abbattere, io sono dalla tua parte!
Vedrai che andrà bene, per quanto mi spiacerebbe, povero Kenway...


Lo so, guarda, lasciamo stare che basto io con le prese a male di coscienza!
Solo che non potevo fare altro... Eh, mi piace e anche parecchio!


Certo, ti fossi svegliato un po' prima Ver, era meglio!

Muoviti dai, che ho un impegno tra poco e tu devi andare a studiare per i M.A.G.O.

Ricevuto, stammi bene e buona Domenica!

Così, Vergil Cartwright salutò il suo caro e fraterno amico Evan Chambers, da poco fidanzato con Kelly Everett, la migliore amica di Cappie.
Il Tassorosso era felice per lui, perché sapeva che aveva un cuore d'oro e si meritava una bella storia d'amore abbastanza impegnativa da farlo crescere, un po' com'era stato per il professore con Arianna Ricciardi, adesso Aryanne Vastnor.
Sinceramente non augurava ad Evan la stessa identica conclusione del rapporto, ma confidava che, come era avvenuto per sé ai tempi della bella italiana, la bionda ribelle della casata gialla-nera fungesse da scossa vitale e mentale per l'amico e fidato compagno di mille avventure.
Non appena Chambers uscì dalla palestra, Vergil sistemò alcuni attrezzi, sapendo che entro nemmeno cinque minuti sarebbe arrivato Jorge Alvares, studente prossimo ai G.U.F.O. bisognoso di allenarsi e riprendere a curare il corpo in vista non solo delle selezioni per la squadra di Quidditch ma anche di un futuro vantaggio in più nell'approccio col gentil sesso.
Ovviamente l'ultimo punto l'aveva ipotizzato il docente ma sapeva che c'erano buone probabilità che sotto sotto, ci avesse visto bene.
Si mise dunque sdraiato su uno dei tanti tappetini di gommapiuma sparsi per la zona, attendendo che lo raggiungesse l'allievo per così iniziare quella lezione intensiva e specifica, confidando nella capacità del delfino di seguire ogni consiglio anche se valeva a dire parecchio sudore e sete e a non finire.

Professor Cartwright... Sono Alvares, sono venuto per la lezione...

Oh bene bene, entra pure sergente!
Scusa, stavo finendo un centinaio di addominali al volo... Come andiamo?


Immagine


Si mise in piedi, dandosi una strofinata veloce al retro dei calzoni a tre quarti sportivi e stese le pieghe della canotta attillata nera.
Una veloce scompigliata ai capelli ed era subito pronto per iniziare. Bevve qualche sorso d'acqua e lo fece avvicinare indicandogli di posare il borsone sulla prima panchina libera, mentre lui si prendeva cura dei bilancieri e dei pesi più adatti per l'allenamento odierno.
Ricordava ancora quando, ai vecchi tempi come studente più grande, aveva dato i primi consigli sulle ragazze ad Jorge, ed allo stesso tempo quella memoria lo faceva ridere, perché pretendeva di conoscere alla perfezione un mondo che ben presto lo mise in ginocchio, sofferente.
Non reputava le parole di allora come sbagliate, ma soltanto... Fin troppo sagge e spavalde per quello che allora era... Un ragazzino.
Forse lo era ancora, il caro Vergil. Forse adesso era solo più in grado di fingersi grande, ma meglio non pensare a certe cose: il dovere prima di tutto e l'aiuto agli studenti sempre al primo posto.

Vediamo se ho capito: vuoi rinforzare un po' i muscoli e potenziare la tua prontezza di riflessi, giusto?
Spiegami esattamente cosa vuoi migliorare, dato che nel messaggio che mi hai mandato sei andato molto sul vago...

Re: Palestra Interna

MessaggioInviato: 30/01/2014, 11:01
da Jorge
Dopo l'ultima lavata di testa, per dirla alla babbana, che gli aveva fatto la Vireau a causa di una piccola "incomprensione" con Lingua Argentata, Jorge aveva iniziato ad aggirarsi per il Castello come se fosse l'ospite indesiderato di un drago nervoso, con cautela e circospezione. Il ragionamento che aveva fatto era perfetto nella sua semplicità: visto che i guai sembravano incapaci di stare lontano da lui, lui sarebbe stato lontano da qualsiasi fonte potenzialmente pericolosa. Questo aveva voluto dire evitare la Serpe in ogni modo al di fuori delle prove del coro, entrare in Sala Musica solo negli orari previsti e in presenza della sua Capa, rimanere sempre in bella vista e non trascinare la sua sorellina in nessun luogo fosse più ambiguo di Mielandia. La prossimità dei G.U.F.O aveva reso da un lato più semplice perseverare in quel suo proposito, perché tra le lezioni e lo studio il tempo che restava per sé era davvero poco, dall'altro lo aveva quasi spinto sull'orlo della follia. Aveva bisogno di un diversivo che gli permettesse di sfogare l'adrenalina in eccesso senza correre il rischio di finire in punizione e che fosse di una qualche utilità per giustificare con se stesso le ore sottratte allo studio. Era per quell'insieme di ragioni che si trovava a saltellare da un piede all'altro sulla soglia della palestra, lo sguardo avido e voglioso che saettava dal bilanciere alla macchina per gli addominali, in attesa di ricevere il permesso di entrare.

Oh bene bene, entra pure sergente!

La voce allegra e gioviale di Vergil e l'uso di quel nomignolo che avevano coniato quando l'altro era ancora un semplice studente, fecero evanescere tutta la tensione dalle spalle del Delfino che si fece avanti con un sorriso enorme che contagiava anche gli occhi leggermente cerchiati di nero. Le intense sessioni di studio a cui si stava dedicando avevano lasciato il segno sul suo giovane viso.

Scusa, stavo finendo un centinaio di addominali al volo... Come andiamo?

Non bene come lei Cap... Professore!

Si corresse immediatamente, ricordando a se stesso che per quanto l'altro fosse gentile e disponibile si trattava pur sempre di un docente e gli doveva lo stesso rispetto che riservava a Vastnor o alla Samyliak, di certo più sentito. Gli riservò una lunga occhiata critica, sistemando meglio il borsone sulla spalla sinistra e portando la mano destra al mento, come appoggio per il capo. Da quando aveva preso i M.A.G.O. il fisico del Tassobello sembrava essere esploso, con ogni singolo grammo di grasso trasfigurato in una porzione di muscolo ben definito, e paragonandolo a se stesso, Jorge non poteva che provare una sana invidia.

Mi dica che quelli - e indicò con un cenno del capo il fisico scolpito dell'altro - sono il frutto di anni di cibo elfico o al massimo di un qualche decotto magico della crescita contrabbandato da Seal...

Pregò con un tono di voce fintamente lamentoso come se l'alternativa - e cioè che fossero semplicemente il risultato di estenuanti esercizi e una alimentazione disgustosamente equilibrata - rappresentasse per lui un'immane tragedia.

Dover rinunciare ai dolci si che lo sarebbe!

Si corresse, sedendosi sulla panchina che gli aveva indicato il docente per cambiarsi le scarpe, ligio agli insegnamenti del Professore di Educazione Fisica che aveva avuto durante i cinque dei nove anni obbligatori di "ensino bàsico" babbano a Lisbona. Secondo Pordelada, infatti, usare in palestra le stesse scarpe con cui si calpestavano pozzanghere ed escrementi vari equivaleva ad agevolare il proliferare di milioni di malattie tutte mortali. Calzò quindi le scarpe da ginnastica e si tolse la tuta, rimanendo con il completo - pantaloncini a tre quarti e maglietta a maniche corte - del Benfica con l'aquila reale trasfigurata ad hoc in un Delfino, giusto per evitare che qualcuno potesse confonderlo per un Grifo.

E soprattutto mi dica che non devo aspettare i M.A.G.O. per poterne esibire un paio - di muscoli - anch'io. Mi basterebbe poterne sfoggiare un quarto per far capitolare Rosita quest'estate.

Aggiunse, agitando le sopracciglia con fare allusivo. Aveva finalmente iniziato ad andare in giro ad assaggiare "i diversi gusti di gelato", per ora prevalentemente babbani, e la cosa non gli dispiaceva per nulla.

Vediamo se ho capito: vuoi rinforzare un po' i muscoli e potenziare la tua prontezza di riflessi, giusto?

Più o meno...

Spiegami esattamente cosa vuoi migliorare, dato che nel messaggio che mi hai mandato sei andato molto sul vago...

La domanda giusta è cosa non devo migliorare... - mormorò affranto, scompigliandosi i capelli con entrambe le mani - Devo irrobustire spalle e braccia non solo per avere una migliore presa sulla scopa ma anche per evitare di perdere la concentrazione mentre sono chinato sul calderone, ampliare la capacità polmonare perchè è una vergogna arrivare con il fiatone sulla Torre di Astronomia quando sono in ritardo, tonificare le gambe così forse Vastnor smetterà di lanciare occhiate omicide alle mie giunture che scricchiolano troppo forte e ridurre i miei tempi di reazione... Di questo passo non sarei in grado di prendere il boccino neanche se mi levitasse sotto il naso, figuriamoci schivare un gancio ...

E istintivamente si massaggiò la mascella come se il colpo che Gorca gli avrebbe sicuramente dato una volta tornato a Lisbona fosse già andato a segno.