Man mano che raccontava a Sandyon l'accaduto, Aryanne lo riviveva nella sua mente: lo spaesamento iniziale, la perplessità, l'incredulità, il disgusto… e poi, in ultimo, la verità.
Quella verità assurda, per lei impossibile da accettare perché, a differenza dell'uomo, non aveva mai sentito parlare di vitamine accelerative e quindi non pensava nemmeno potessero esistere dei preparati del genere
Non gli disse nulla riguardo all'ultima visione, quella di Typhon, perché era una cosa talmente bella ed intima che voleva serbarla come segreto dentro di sé: probabilmente non avrebbe detto nulla nemmeno al fidanzato, limitandosi ad abbracciarlo con ancora più trasporto non appena l'avesse visto in un gesto di ringraziamento silenzioso che lui non avrebbe capito… ma che per l'italiana avrebbe avuto tutte le ragioni per esistere.
Tornando a lei e a Sandyon, comunque, lentamente la ragazza vide la consapevolezza farsi strada anche dentro di lui mentre si alzava in piedi con gli occhi lucidi, il respiro più corto, e le mani che si posavano sulle spalle di lei: per Aryanne qualcosa era cambiato, dopo quella rivelazione, perché aveva sempre dannato se stessa per avere in corpo il sangue di un uomo spregevole come Giovanni; oh, quante volte aveva gridato e pianto per rabbia, domandando al cielo perché mai dovesse essere imparentata con un uomo simile?
L'Esarca, quindi, le aveva sì tolto un grosso peso dal cuore, ma ovviamente all'inizio aveva fatto crollare tutte le sue certezze, e l'aveva spinta a vedere Sandyon sotto un'ottica diversa: prima, quando pensava a Vastnor come suo padre, una vocina stronza le ricordava che il suo vero genitore era in realtà quel bastardo di Giovanni Ricciardi… ora, invece, quella vocina si sarebbe dovuta zittire, perché colui che aveva di fronte era il suo papà. In tutti i sensi.
Colse la prima lacrima scendere lungo la guancia dell'uomo - quelle di Aryanne già da diversi istanti si erano prese quella libertà - fissandolo con apprensione per riuscire a cogliere ogni sfumatura di ciò che stava provando: si stava rendendo conto della portata di quella verità, e di quanto dunque fossero stati ingannati? Di quanto tempo avevano perso lontani l'uno dall'altra quando avrebbero potuto essere una famiglia fin da subito?
Sentì le mani di Sandyon agire sulle proprie spalle facendo pressione, e quasi senza rendersene conto la Vastnor - a tutti gli effetti, legalmente e per sangue - si ritrovò in piedi, abbracciata al suo papà.
Socchiuse gli occhi e diede il via libera alle lacrime - che tanto quel permesso gliel'avevano già strappato comunque - mettendosi dunque a piangere silenziosa contro il corpo del vero genitore, in tutti i sensi; sentì Dastel, vicino a loro, percepì il suo uggiolio, ma sul momento non ebbe la forza di staccarsi da Sandyon per andare da lui, aveva quasi paura che, se l'avesse fatto, l'uomo sarebbe scomparso e lei avrebbe perso il padre per l'ennesima volta.
E così... non dicevo così tante cazzate affermando stupidamente che hai i miei occhi...
Fu la prima cosa che Sandyon le disse, e la prima cosa che la fece sorridere mentre si spostava di poco indietro ed alzava lo sguardo lucido su quello di lui, guardandolo negli occhi.
Questa è una notizia sensazionale... splendida...
Inizialmente desideravo spellare vivo quell'Esarca, ora vorrei andarlo a cercare per ringraziarlo…
Sì, probabilmente anche lei, a mente fredda, avrebbe detto "grazie" a quella creatura assurdamente rara - e quindi quasi obbligata ad incontrare Aryanne vista la sua fortuna - che le aveva permesso di conoscere la verità: e Sandyon… era felice. Era contento di averla come figlia di sangue - e no, per lei non era scontato quel passaggio, forse perché donna, forse perché figlia.
... Anche se voglio tu sappia che questo non cambia di molto le cose.
Ti adoravo e stimavo come figlia acquisita e ti adoro e stimo come figlia di sangue allo stesso modo.
Lo so… cioè no, non ne ero sicura, ma ti credo - mormorò l'italiana, asciugandosi le guance con le dita, velocemente - Potrà sembrarti stupido, ma… per me non è la stessa cosa.
Prima sì, ti consideravo mio padre, ma dentro di me pensavo che nelle mie vene scorreva del sangue Ricciardi… e odiavo questa cosa, così come provavo una forte invidia per il figlio tuo e di Monique che, se anche non è ancora nato, avrà comunque il tuo sangue in corpo, i tuoi geni… avrà una parte di te.
Ora so che quella parte appartiene anche a me, e…
Non seppe come finire la frase, forse anche perché Sandyon le stava sfiorando il volto e la stava guardando come se finalmente riuscisse a vederla bene, come se prima l'avesse sempre guardata attraverso una patina leggermente opaca, ed ora invece la vista fosse sgombra di ostacoli.
Bambina mia...
Che cosa senti?
Cosa provi?
Schiuse le labbra per cominciare uno sproloquio contro Roberta Ricciardi, ma Sandyon fu più veloce di lei.
Non pensare a tua madre e al torto che ti ha fatto, per adesso.
Dimmi solo come hai percepito e stai percependo la notizia.
Perché per quel che mi riguarda, sono il padre più felice e fortunato sulla faccia di questo fottutissimo pianeta.
Io…
Non era facile ciò che lui le stava chiedendo: discernere l'essere sua figlia dalle menzogne di Roberta era qualcosa che, in tutte quelle ore, Aryanne non era riuscita a fare; però, ora che aveva il padre accanto, forse le sarebbe venuto più semplice.
Chiuse gli occhi e prese dei respiri profondi, immaginando mentalmente le due verità come dei fili ingarbugliati: sempre nella sua testa, una mano invisibile srotolò quei fili per liberarli, e fu allora che l'italiana poté considerare quella notizia come singola e dislegata dal resto.
Era figlia di Sandyon per sangue, aveva il gene Vastnor nelle vene, nel corpo… quegli occhi così simili a quelli di lui non erano un caso, probabilmente era stato proprio l'uomo a tramandarglieli, e così forse anche l'attitudine al combattimento. Ora aveva una famiglia, una vera famiglia tutta nuova: degli zii - anche se "zio Tyslion" era vagamente inquietante - dei cugini, dei veri nonni!
Lentamente, un sorriso si formò sul volto della ragazza, che alzò gli occhi su di lui con aria e voce commosse, ma felici.
… sono tanto felice, papà.
Altre lacrime caddero dopo quelle parole, ma furono lacrime versate con uno spirito diverso - e lo si capiva dal semplice quanto immediato fatto che l'avesse chiamato "papà", e non per nome come aveva fatto dall'inizio della loro conversazione; piangeva ancora, Aryanne, ma questa volta sorrideva anche e lo stringeva di nuovo, forte, consapevole di quanto ora potesse dire di essere fortunata perché era nata da lui, era una Vastnor… in tutto e per tutto.
Le cose belle, comunque, dovevano finire prima o poi, e così anche quel momento idilliaco, perché il pensiero di Roberta non poteva essere accantonato troppo a lungo: staccandosi nuovamente dal padre, infatti, l'italiana si inginocchiò accanto a Dastel e aprì le braccia, cosicché lui potesse prendersi un bel po' di coccole da parte della ragazza, sempre molto affettuosa con l'animale; mentre lo accarezzava e gli baciava il muso, però, il volto della Mercenaria - ormai non più dilettante - tornò lentamente serio e grave, e fu con quell'espressione che Aryanne alzò gli occhi sul padre.
… voglio Roberta fuori dalla mia vita.
Non voglio più vederla, non voglio più parlarle, non voglio più sapere niente di lei.
Mi ha mentito per tutta la vita, mi ha fatta sempre sentire sbagliata, mi ha rinfacciato ogni scelta che ho fatto sottolineando quanto stessi tradendo la memoria di mio padre… di mio padre, capisci?
… per me lei è morta con Giovanni.
Lapidaria, ecco come risuonò la voce della ragazza mentre pronunciava quelle parole, e difficilmente Sandyon, se mai ci avesse provato, sarebbe riuscito a farle cambiare idea. Sospirò leggermente, quasi a volersi liberare di quei pensieri negativi, dopodiché tornò a coccolare Dastel con aria più pensierosa.
Rachel… era una bella donna.
Si vedeva da come la guardavi che ne eri innamorato… - commentò, sperando che a lui non dispiacesse affrontare quell'argomento e pronta, nel caso, a lasciarlo perdere immediatamente - Anche se gli occhi ti brillano di più ora, con Monique! - esclamò quasi orgogliosa, come se fosse merito suo o qualcosa del genere - … a parte questo, pensavo… non ti sembra assurdo che tu sia andato a letto con lei dopo aver rifiutato persino di darle un bacio, in quell'occasione?
Gli domandò titubante, mordicchiandosi un labbro prima di proseguire.
Voglio dire… non potevi concepire in alcun modo che tra te e Rachel potesse esserci qualcosa mentre lei stava ancora con Tyslion, anche se lei non lo amava più… e poi ci hai fatto sesso.
Per carità, la carne è debole, però… alla luce di quello che è successo l'anno scorso ad Hogwarts, quei ragazzi che per poco non si sono uccisi senza motivo, senza sapere perché o per quale istinto… - piccola pausa, prima di proseguire - … non ti è mai venuto in mente che magari tu sia stato… manipolato?