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Londra (babbana)

Messaggioda Callisto » 12/07/2014, 15:44

Quando si era detta disponibile a dare un'occhiata a Patrat, la marmotta di Edward, per vaccinarla e renderla il più forte e longeva possibile, Callisto non aveva di certo in mente di sedurlo: sì, l'uomo era molto bello ed affascinante, e non le sarebbe dispiaciuto conoscerlo meglio - soprattutto perché non si permetteva mai di avvicinarsi a nessuno - ma questo non significava certo che fosse stata gentile ed accomodante con lui per chissà quale secondo fine; trovandosi così vicina al suo corpo, però, sfiorandogli il petto con le dita per applicargli una pomata curativa, provò per la prima volta il forte desiderio di voler assaporare la sua bocca, e la consapevolezza di non poterlo fare.
Quella presa di coscienza la infastidiva non poco, perché era come sentire il bisogno di qualcosa per la prima volta e non poterlo avere, per quanto lo si desiderasse: per distrarsi, Callisto gli spiegò come mai non era fidanzata, visto che il quesito sembrava incuriosire non poco il suo momentaneo paziente.

Lei dunque crede sia una sua colpa se non accetta il sesso senza il coinvolgimento?
Mi auguro stia scherzando, io la ammiro per questo, sono sincero.


Non sono molti gli uomini a pensarla così… - replicò lei, con un'alzata di spalle leggera, ponendogli poi la stessa domanda a specchio.

L'avevo... Molto tempo fa.
La nostra relazione si è conclusa in quanto io desideravo il matrimonio mentre lei una frequentazione ancora decennale.
Si spaventò della mia volontà di prendere un impegno per la vita e decise di lasciarmi.


Aveva una compagna molto atipica… - commentò lei, rispettosa nel tono di voce perché comunque non avrebbe potuto permettersi d'insultare o giudicare negativamente qualcuno che non conosceva - Solitamente le donne sognano il matrimonio, soprattutto in tempi brevi quando si è adulti e con una buona posizione lavorativa. - come nel caso di Edward, per capirsi - Ma a volte le persone hanno ritmi relazionali diversi, per i quali non si riesce a trovare un compromesso.
Io, per esempio, so che se dovessi mai iniziare una relazione con un uomo sarebbe per arrivare a sposarlo, un giorno, e questo spaventa quei pochi pretendenti che hanno l'ardire di avvicinarsi a me.


Forse perché aveva sempre vissuto in una condizione di precaria stabilità e di perenne insicurezza, forse perché in fondo era una donna romantica che sognava semplicemente l'amore di una famiglia, fatto stava che Callisto non aveva alcun interesse a perdere tempo in relazioni di sesso che non portavano a niente: lei voleva un amore, quello vero, quello stabile, quello per la vita.
Un po' come il docente di Aritmanzia, ma al femminile; e fu proprio lui a parlare, poco dopo, spezzando il silenzio che era calato su di loro mentre la Veterinaria gli medicava i graffi provocati da Patrat.

Voglio essere sincero con lei, Rachel...
Magari è una cosa scontata ma credo che ad una ragazza possa piacere sentirselo dire: ovviamente era una scusa il ringraziamento per i vaccini il chiederle di accettare un invito a cena da parte mia.


Oh, beh… sì, l'avevo intuito. - ammise la donna con un sorriso dolce, appena imbarazzato ma sicuramente compiaciuto.

... La trovo una persona davvero interessante e affascinante e mi piacerebbe... Si ecco insomma mi piacerebbe conoscerla meglio.

Anche a me piacerebbe molto, Edward.
Di solito mi guardo bene dall'avvicinarmi troppo ad un cliente, ma…
- si bloccò, in difficoltà, temendo di essere presa per stupida per quello che sentiva dentro e al tempo stesso incerta se fosse o meno il caso di dirlo, non essendo avvezza alle regole del "flirt" - Lei mi attira molto, mi fa venire voglia di scoprire i suoi interessi, la sua personalità… e, a dirla tutta, anche che sapore hanno le sue labbra. - ammise con una punta di malizia, il sangue di Veela dentro di lei che si faceva sentire e la spingeva ad essere un po' più sfacciata e che alimentava il Fuoco che le ardeva nello spirito.

Perciò, se non si fosse capito, avrei accettato il suo invito a cena comunque, che fosse stato per ringraziarmi dell'aver curato Patrat… o qualcosa di più.
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Messaggioda Edward » 14/07/2014, 21:50

Aveva una compagna molto atipica…
Solitamente le donne sognano il matrimonio, soprattutto in tempi brevi quando si è adulti e con una buona posizione lavorativa.
Ma a volte le persone hanno ritmi relazionali diversi, per i quali non si riesce a trovare un compromesso.
Io, per esempio, so che se dovessi mai iniziare una relazione con un uomo sarebbe per arrivare a sposarlo, un giorno, e questo spaventa quei pochi pretendenti che hanno l'ardire di avvicinarsi a me.


Questo la dice lunga sulla sua maturità riferita alla sua giovane età, Rachel...
Lei, a differenza della mia ultima relazione, potrebbe essere molto più giusta nel chiedere qualcosa di ancora incerto e volto al divertimento, invece sta cercando esattamente quello che cerco io, allontanando automaticamente tutti coloro che anche a trent'anni e più pensano ancora di essere dei ragazzini appena usciti da Hogwarts...


No, non stava affatto pensando al fratello, per quanto Tristan fosse uno di quei giovani dediti alle storie lampo mai troppo solide.
Lui aveva ancora 24 anni che per un maschio equivalevano a "ho ancora tutta la vita davanti, non rompere!" e nel corso della convivenza con lui aveva potuto capire quanto non fosse necessario doverlo rimproverare per un punto di vista simile.
Avrebbe atteso i 28-29 prima di pensare eventualmente di farci un discorso maturo e posato, ma fino ad allora avrebbe accettato ogni suo flirt, ogni sua amicizia "da camera" ed ogni suo sentimento di non complicare troppo le cose con fidanzamenti ufficiali e affini.
Poteva solo sperare che il gene Remingford si fosse presentato al momento giusto evitandogli qualsiasi intervento esterno di emergenza!
Tralasciando quindi il pensiero rivolto al fratello, Edward scelse di essere molto sincero con la veterinaria il quale reale nome, per il momento sconosciuto, era Callisto, spiegando per filo e per segno il motivo del suo invito a cena e ritrovandosi anche a chiedersi come fosse possibile che verso di lei avesse così tanto desiderio di mettersi in gioco. Opera della Setta? Molto probabile...

Oh, beh… sì, l'avevo intuito.

... Ma non solo.

Anche a me piacerebbe molto, Edward.
Di solito mi guardo bene dall'avvicinarmi troppo ad un cliente, ma… Lei mi attira molto, mi fa venire voglia di scoprire i suoi interessi, la sua personalità… e, a dirla tutta, anche che sapore hanno le sue labbra.


Quell'affermazione ebbe il potere di fargli concentrare moltissimo sangue nelle parti basse senza che nemmeno lui potesse tentare qualche manovra per evitare lo scempio e la pessima figura. Osservò a lungo le labbra della ragazza, facendo intendere che anche per lui fosse la stessa cosa, sospirando con una eccitazione tale che l'aria intorno a loro si stava facendo davvero molto, troppo pesante e insostenibile.
Doveva andarsene via di lì, prima che fosse sceso da quel lettino e ci avesse steso la dottoressa in preda a chissà quale raptus carnale e voglioso.
Socchiuse gli occhi, deglutendo saliva, calmandosi grazie ad un training autogeno molto forte ed intenso, ascoltando le successive parole di lei e provando nel contempo a focalizzarsi su dei pensieri calmi e non maliziosi od erotici, come anche sentimentali e passionali-romantici.
Libero della possibilità di rivestirsi, l'uomo si mise addosso la parte superiore degli indumenti, scendendo piano dal punto ove era seduto, aggiustandosi i calzoni per evitare il rischio di osservazioni spiacevoli e prendendo poi quasi subito in mano la gabbia con dentro Patrat.

Perciò, se non si fosse capito, avrei accettato il suo invito a cena comunque, che fosse stato per ringraziarmi dell'aver curato Patrat… o qualcosa di più.

... Bene...
Allora direi che se per lei è a posto, posso passarla a prendere più tardi intorno alle 19:30.
Lei cosa ne dice?


Attese un cenno di assenso da parte di lei per poterle rivolgere un sorriso gentile e intimo, prima di avviarsi in direzione della porta dello studio.
Ad un tratto però, bloccandosi come se fosse stato colpito da un fulmine, posò la gabbia a terra, si volse e con uno scatto deciso tornò di fronte a lei tentando di prenderle la guancia con la destra e baciarla istintivamente, rimanendo ancorato alle sue labbra per cinque secondi buoni.
Staccatosi piano piano da quel contatto e riaprendo gli occhi chiusi per l'occasione, l'avrebbe guardata con un velo di imbarazzo misto alla decisione e alla sicurezza di aver fatto quello che il suo spirito gli aveva indicato di fare e qualora lei non avesse detto niente e non avesse nemmeno reagito in maniera negativa, lui avrebbe sussurrato un "Mi scusi... a stasera." per poi ritornare sui suoi passi ed allontanarsi dall'ambulatorio, intenzionato a decidere con grande dilemma cosa indossare per l'occasione e maledicendosi allo stesso tempo per essere stato così avventato e alla Tristan.

Ma d'altronde... Se siamo fratelli un motivo ci sarà, no?

[ FINE ]

Spoiler:
Il proseguo verrà concordato tra i player tramite MP.
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Messaggioda Zephyr » 28/07/2014, 15:44

[newsgoth]
Mansarda di Ariel Jiménez - 12/09/2108 - 11:15


Niente da fare, era stato più forte di loro: avevano fatto ancora una volta l'amore, sotto la doccia, dopo aver appena concluso da pochi minuti.
L'acqua sul corpo, la vicinanza, i baci soffusi, dolci e passionali allo stesso tempo... insomma, il mix perfetto per far ripartire gli ormoni a dovere.
A nessuno dei due ovviamente era dispiaciuta la cosa, in fondo la doccia non l'avevano ancora provata e gli era sembrato il momento migliore.
Una volta usciti dal box grande e spazioso, Zephyr si preoccupò di far mettere l'accappatoio alla fidanzata, attento poi ad asciugarla, stringendola a sé e muovendo l'indumento da bagno strofinando e togliendo tutta l'umidità dal corpo della colombiana, facendo lo stesso poi con lui.
Ella decise di non asciugare i capelli, in quanto prima aveva bisogno di raccoglierli e sistemarli in un asciugamano a "turbante", aspettando qualche minuto. Dal canto suo, il Corvonero si cambiò, mettendosi una tenuta molto più da casa, ovvero una canottiera nera, un pantalone da tuta grigio scuro e delle infradito nere di gomma resistente, avviandosi in direzione della cucina per apparecchiare la tavola da colazione.
La caffettiera fumava, i cornetti nel forno avevano ormai giunto il giusto livello di lievitazione, il succo d'arancia era bello fresco di frigo e i biscotti fatti dalla colombiana qualche giorno prima stavano ben coperti con della carta stagnola, pronti per essere gustati. Ariel era meravigliosa con i biscotti e con i dolci secchi, nonché le crostate. Zephyr spesso gliene chiedeva qualche porzione perché sapeva che a lei faceva piacere cucinare e poi apprezzava di sapere fare qualcosa che lui apprezzasse così tanto. In realtà, quella sarebbe stata una mattina molto diversa dalle altre, poiché avrebbe confessato alla Jiménez tutto ciò che riguardava la sua vita, la sua esistenza e soprattutto la sua natura.

Eccoti...
Dai, siedi, immagino che sarai molto affamata.


Un sorriso leggero e velatamente ironico, quello del futuro proprietario di un negozio per divinanti e interessati alla veggenza, scherzando sul possibile grande appetito della fidanzata derivato dall'intensa attività fisica svolta nel paio d'ore precedenti. A dire il vero, anche il suo stomaco non è che se ne stesse proprio zitto zitto, anzi, si lamentava abbastanza da creare un netto contrasto tra il suo gorgoglio e il silenzio del mattino.
Quando si sedettero, Zephyr si preoccupò di servire tutto quanto alla cantante, senza farle muovere nemmeno un dito, totalmente premuroso.
Amava vivere la quotidianità con lei, proprio perché spesso succedeva che non potevano a causa del suo lavoro, impegnatissima nel trovare il modo di sfondare nel mondo della musica e di trovare nuovi impieghi in locali che permettessero l'esibizione di professionisti sconosciuti.
Naturalmente anche gli studi del ragazzo non erano da meno e portavano via tempo su tempo. Diventare un MediMago, aspirare alle carriere di MagiSapiente e MagiFilosofo e per di più Divinante sembrava una follia per chiunque, ma non per una mente sviluppata e potente come la sua.
Il dono fattogli da Lestat aveva permesso che Zephyr diventasse ancora più ricettivo, capace di apprendere a memoria velocemente i concetti ed elaborare le strategie migliori di studio per non rimanere indietro con i programmi e seguire ogni materia quasi come avesse una giratempo.
Le prese la mano, dandole un bacio, sospirando, pronto a dover prendere quel discorso tanto difficile e complesso, un discorso che poteva fare solo quel giorno visto che stavano tranquilli a casa senza il timore di dover scappare via da un momento all'altro.

Ariel, avrei bisogno della tua completa attenzione, è importante.


Una volta assicuratosi il completo focus della colombiana su di sé, Zephyr poté proseguire, mai incerto, mai titubante, solo serio.

Credo sia giunto il momento che tu sappia quali sono i miei segreti.
Credo sia giunto il momento che tu sappia il motivo dei miei occhi.
Credo sia giunto il momento che tu sappia il perché del mio sorriso, oltre la tua presenza nella mia vita.
Però la domanda è... ti andrebbe di scoprire la verità?
[/newsgoth]
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Messaggioda Ariel » 28/07/2014, 16:33

[thonburi]
- Mansarda di Ariel e Zephyr … 12.09.2108 … 11.21 -


L'idea iniziale era quella di fare una doccia veloce, lei per lavarsi lo sporco - buonissimo e dolcissimo - che le aveva impiastricciato il viso, e lui per farle semplicemente compagnia… ed invece avevano finito per fare nuovamente l'amore.
Ma come avrebbe mai potuto resistere, Ariel, stretta tra le braccia di Zephyr, del suo fidanzato, baciandolo ed accarezzandolo mentre il sapone e l'acqua scivolavano sui loro corpi? Si era abbandonata al desiderio di lui e al romanticismo del sentirsi sua in quel luogo ed in quel contesto, lasciandosi cullare dai movimenti del corpo dell'altro e dal battito accelerato del proprio cuore fino ad arrivare al piacere una seconda volta, insieme al ragazzo che amava.
Uscita dalla doccia, la Colombiana aveva lasciato che fosse Kenway ad asciugarla, strofinandole l'accappatoio addosso, ed aveva tirato su i capelli con l'asciugamano mentre si spalmava la crema idratante addosso e si cambiava, indossando un pantalone della tuta a pinocchietto leggero di colore nero e sopra una maglietta dello stesso colore a maniche lunghe, con una fila di bottoncini lasciati aperti sul davanti; i piedi invece li lasciò scalzi, apprezzando particolarmente il fresco del pavimento sotto le piante. Un colpo di bacchetta ai capelli per renderli asciutti e lisci, ed era pronta per raggiungere Zephyr in cucina, da cui proveniva un fantastico odore di caffè appena fatto.

Eccoti...
Dai, siedi, immagino che sarai molto affamata.


Arrossì leggermente ma annuì alle parole di lui, esibendo un piccolo sorriso timido mentre prendeva posto al tavolo e si lasciava servire di tutto punto dal premuroso fidanzato.

Grazie… sì, ho una fame incredibile… - ammise con una piccola risata socchiudendo gli occhi mentre inspirava a lungo l'odore del pane tostato appena fatto e del caffè: e il sorriso le si ampliò sulle labbra quando notò che Zephyr aveva messo a tavola i biscotti al burro e mele che aveva preparato, segno che evidentemente gli erano piaciuti davvero - E comunque mi sembra che anche tu sia affamato, o sbaglio?

Gli domandò quando sentì il gorgoglio dello stomaco del ragazzo che le strappò un sorriso: non appena il Prefetto Corvonero le si sedette accanto, dopo averle messo di fronte tutto ciò che le serviva per fare un'adeguata colazione, Ariel cominciò a mangiare, senza toccare però i biscotti che erano stati fatti appositamente per l'altro; lei, dopotutto, li aveva cucinati e spiluccati durante la preparazione, ora le faceva piacere che fossero tutti per lui.

Ariel, avrei bisogno della tua completa attenzione, è importante.

Percepì subito il tono più serio della sua voce, e tanto bastò per catturare completamente la sua attenzione: bevve un sorso di succo d'arancia per sciacquarsi il palato e ruotò leggermente il corpo verso di lui, puntandogli addosso le iridi smeraldine con espressione concentrata.

Credo sia giunto il momento che tu sappia quali sono i miei segreti.
Credo sia giunto il momento che tu sappia il motivo dei miei occhi.
Credo sia giunto il momento che tu sappia il perché del mio sorriso, oltre la tua presenza nella mia vita.


Sapeva che, nel profondo, Zephyr le aveva sempre tenuto nascosto qualche segreto, qualcosa che riguardava la sua vita e che non si sentiva pronto a condividere con lei… e tuttavia Ariel non gli aveva mai fatto alcuna pressione, perché non voleva che si sentisse costretto ad aprire il proprio cuore quando non era ancora pronto per farlo.
L'avrebbe aspettato in quel senso, sempre, ma era chiaro che volesse sapere la verità, che volesse conoscere tutto di lui.

Però la domanda è... ti andrebbe di scoprire la verità?

Zephyr… tu sei il mio ragazzo, sei la persona che amo più di chiunque altro al mondo… - gli disse lei, allungando una mano per accarezzargli la guancia - Qualsiasi cosa tu stia per dirmi, non cambia il fatto che sei l'amore della mia vita, e che voglio stare con te per sempre.
Sì, voglio sapere la verità perché voglio conoscere ogni cosa di te… ma per me sei e resterai sempre il mio Zephyr, ricordalo.


Voleva che se lo ricordasse, era importante che lo facesse… lo era per lei.[/thonburi]
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Messaggioda Zephyr » 29/07/2014, 17:55

[newsgoth]
Zephyr… tu sei il mio ragazzo, sei la persona che amo più di chiunque altro al mondo…
Qualsiasi cosa tu stia per dirmi, non cambia il fatto che sei l'amore della mia vita, e che voglio stare con te per sempre.
Sì, voglio sapere la verità perché voglio conoscere ogni cosa di te… ma per me sei e resterai sempre il mio Zephyr, ricordalo.


Si tranquillizzava nel sentirle dire certe cose, ma era ovvio che non potesse dare per scontato che sarebbe rimasta della stessa idea anche successivamente alla verità. Difatti, sapere chi era o meglio, che cos'era Zephyr, poteva davvero sconvolgere molto una persona, al punto da lasciarla senza fiato. Naturalmente essendo quello il Mondo Magico ed essendo i vampiri conosciuti come creature effettivamente esistenti, lo shock era minore rispetto che dirlo ad un babbano, ma ugualmente il ragazzo percepiva in sé moltissima agitazione, come se in quell'istante si stesse giocando il tutto per tutto. Non poteva però tenerlo nascosto ancora per molto, specie quando poi accadevano certi "incidenti" nel comparto sessuale che mettevano seriamente a rischio il suo segreto. Se voleva davvero vivere al 100% la sua relazione con Ariel, allora doveva parlare, adesso.

D'accordo...
Partiamo dunque dal colore dei miei occhi.
E' molto particolare, concorderai con me.
Ok, devi sapere che esiste una specifica creatura magica al Mondo che ha la stessa tonalità dell'iride.
... Si tratta del vampiro.


Decisamente lui non era il tipo che amava girare intorno alle cose prima di arrivare al sodo.
Ovviamente esposto così sembrava quasi che lui fosse un vampiro fatto e finito, ma non appena la colombiana avesse soltanto sillabato un "tu saresti..." allora Zephyr avrebbe immediatamente scosso il capo, seppur con lentezza, per non apparire agitato o nervoso.
Voleva che lei arrivasse piano piano alla conclusione che lui davvero non fosse una creatura della notte, anche perché appunto, adesso era giorno e lui stava beatamente a prendersi i raggi del sole dietro il collo. Oltre a questo non beveva mai sangue e si rifletteva perfettamente negli specchi.
Prese un sorso di succo d'arancia, doveva schiarire e rendere umida la gola prima di iniziare quel lungo discorso di poco cambiato rispetto alla realtà, poiché sapere tutta la verità dall'inizio alla fine non solo avrebbe messo nei guai Melia e Dylan ma in più avrebbe messo in pericolo anche lei stessa, esponendola ad un rischio inutile.

Quando ero piccolo, appena nato, sono stato abbandonato dalla mia famiglia per strada.
Sfortunatamente sono stato raccolto da uno scienziato che faceva parte di un ente di ricerca adesso fallito.
Stavano provando a mischiare il sangue di vampiro all'essere umano per renderlo più forte e più longevo, ma non avevano cavie.
Utilizzarono me, visto che ormai non avevo identità e nessuno che mi reclamasse, per questo i miei occhi oggi sono così.
Sfortunatamente, l'esperimento riuscì in parte, visto che scelsero di inserire nelle mie vene il sangue di un vampiro già deceduto.
Questo fece scaturire una specie di rigetto che negli anni si trasformò nella mia totale assenza di sorrisi, serenità ed equilibrio.
Mi sentivo sempre male, sbagliato, anche quando stavamo insieme. Temevo di non possedere più un'anima, è stato terribile.
Quando mi sono accorto di amarti compresi anche che non ero del tutto irrecuperabile, che forse qualcosa di buono in me esisteva ancora.
Purtroppo però non appena la nostra storia finì, tornai nel mio baratro, ipotizzando anche il suicidio.


Quella era la prima parte del racconto.
Di certo non informazioni piccole, per carità, ma il bello doveva ancora arrivare.
A quel punto, Zephyr si mise ad ascoltare i battiti cardiaci della ragazza e assieme ad essi, osservare le sue espressioni, i suoi cambi di stato d'animo. Non era facile per lui parlare inventando delle parti di storia, ma si tranquillizzava comunque assicurando a se stesso che tutto ciò che poteva dirle glielo stava dicendo senza filtri, senza prenderla più in giro, rendendola partecipe del proprio "io" più interiore e autentico.
Un altro sorso di succo d'arancia, parlare così tanto seccava la gola.

Una notte però, incontrai un individuo, un vampiro per la precisione, un essere molto forte e molto anziano.
Egli mi rassicurò sul fatto che potevo ancora sperare di stare meglio perché mi avrebbe aiutato in cambio di un favore.
Qualora avessi accettato di aiutare i vampiri più buoni e in difficoltà, in futuro, lui mi avrebbe liberato di un grosso, grossissimo peso.
... No, non era togliermi il vampirismo, ma scambiare il sangue marcio che albergava in me con del sangue fresco proveniente da un vampiro vivo, così da annullare gli effetti tossici del mio corpo e permettermi di manifestare più facilmente tutta la gamme delle mie emozioni umane.
Immagino non serva dire che cosa scelsi, se oggi sono qui e sono in grado di sorriderti e parlare liberamente come preferisco.


Per il momento terminò lì.
Doveva prima comprendere se bisognava rispondere a qualche domanda da parte di Ariel e soprattutto assicurarsi che non volesse fuggire spaventata e perduta, non così tanto tranquilla nell'avere di fronte una sorta di mezzo vampiro.[/newsgoth]
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Messaggioda Ariel » 29/07/2014, 20:17

[thonburi]D'accordo...
Partiamo dunque dal colore dei miei occhi.
E' molto particolare, concorderai con me.


Beh sì, di sicuro non è un colore che si vede tutti i giorni…

Ammise Ariel, annuendo: aveva sempre considerato il colore degli occhi di Zephyr un po' strano, perché oggettivamente non si poteva non pensarlo… ma non vi aveva mai dato importanza.
Insomma, che dire allora di Melia che aveva gli occhi simili a quelli di un serpente? E poi con la magia tutto era possibile o quasi, quindi non si era mai posta un reale problema… soprattutto perché, quegli occhi, aveva imparato col tempo ad amarli.

Ok, devi sapere che esiste una specifica creatura magica al Mondo che ha la stessa tonalità dell'iride.

Ci pensò su qualche istante, e quando comprese di chi stesse parlando spalancò gli occhi, proprio mentre lui confermava la sua ipotesi.

... Si tratta del vampiro.

Oh…

Inizialmente non fu in grado di dire altro, piuttosto sconvolta da quanto appena appreso - perché sì, sapeva che i Vampiri esistevano, ma non è che se ne incontrasse uno al giorno così per caso - ma subito il dubbio le sorse spontaneo: andava in giro di giorno, non beveva sangue umano, almeno per quanto ne sapesse lei, e si rifletteva allo specchio… come faceva, allora, ad essere un Vampiro?
Sbatté gli occhi, perplessa, e lo fissò incerta, non sapendo bene cosa aspettarsi da lui.

Quando ero piccolo, appena nato, sono stato abbandonato dalla mia famiglia per strada.

Abbandonato… come si faceva ad abbandonare un neonato indifeso ed innocente?
La Jiménez non riusciva proprio a concepirlo.

Sfortunatamente sono stato raccolto da uno scienziato che faceva parte di un ente di ricerca adesso fallito.
Stavano provando a mischiare il sangue di vampiro all'essere umano per renderlo più forte e più longevo, ma non avevano cavie.
Utilizzarono me, visto che ormai non avevo identità e nessuno che mi reclamasse, per questo i miei occhi oggi sono così.


Ti hanno usato… come cavia? - domandò incredula Ariel, con gli occhi spalancati e una mano di fronte alla bocca a sua volta aperta.

Sfortunatamente, l'esperimento riuscì in parte, visto che scelsero di inserire nelle mie vene il sangue di un vampiro già deceduto.
Questo fece scaturire una specie di rigetto che negli anni si trasformò nella mia totale assenza di sorrisi, serenità ed equilibrio.
Mi sentivo sempre male, sbagliato, anche quando stavamo insieme. Temevo di non possedere più un'anima, è stato terribile.
Quando mi sono accorto di amarti compresi anche che non ero del tutto irrecuperabile, che forse qualcosa di buono in me esisteva ancora.
Purtroppo però non appena la nostra storia finì, tornai nel mio baratro, ipotizzando anche il suicidio.


Oh… Zephyr…

Quella confessione le fece venire le lacrime agli occhi, portandola ad abbassare lo sguardo col senso di colpa a mille: sì, d'accordo, lei non poteva saperlo ed era normale che le storie finissero, a volte, ma immaginare di avergli dato una gioia come quella derivante dalla possibilità di avere un'anima, e poi avergliela tolta… la faceva sentire uno schifo, indegna di stargli ora davanti.

Io… non avevo idea, non immaginavo…
Non volevo farti del male, ferirti… non credevo, non avevo capito quanto fosse importante…


Quanto bene gli avesse fatto, più che altro, ad entrare nella sua vita, e quanto male gli avesse infero invece quando ne era uscita per provare a stare con Vergil; fece dei lunghi e profondi respiri, per cercare di non scoppiare in lacrime, immaginando che Zephyr forse non aveva finito di raccontare.

Una notte però, incontrai un individuo, un vampiro per la precisione, un essere molto forte e molto anziano.
Egli mi rassicurò sul fatto che potevo ancora sperare di stare meglio perché mi avrebbe aiutato in cambio di un favore.
Qualora avessi accettato di aiutare i vampiri più buoni e in difficoltà, in futuro, lui mi avrebbe liberato di un grosso, grossissimo peso.


Quello del tuo essere…

... No, non era togliermi il vampirismo, ma scambiare il sangue marcio che albergava in me con del sangue fresco proveniente da un vampiro vivo, così da annullare gli effetti tossici del mio corpo e permettermi di manifestare più facilmente tutta la gamme delle mie emozioni umane.

Ah… quindi era colpa del sangue marcio se eri sempre così… - come dirlo senza offenderlo? - … spento…

Immagino non serva dire che cosa scelsi, se oggi sono qui e sono in grado di sorriderti e parlare liberamente come preferisco.

Scosse il capo, confermando che non c'era motivo per aggiungere altro, che aveva capito: il Vampiro anziano aveva scambiato il sangue cattivo nel corpo di Zephyr con quello buono e fresco - il suo, probabilmente - e così gli aveva permesso di avvicinarsi di più ad un essere umano normale, in grado di sorridere, chiacchierare e tutto il resto; non era sicura di aver capito come ciò potesse avvenire, ma era il risultato che contava.
Sospirò, incamerando tutte le informazioni appena ricevute per poi fare una domanda che le sorse spontanea.

Anche a Melia è successa una cosa simile?
Sai, per gli occhi…


Magari Kenway non le avrebbe risposto, ma non c'era nulla di male nel chiedere.
Dopo quel quesito rimase in silenzio per un altro paio di minuti, prima di alzarsi in piedi, avvicinarsi a lui, sederglisi sulle gambe ed abbracciarlo forte, strusciando il naso nell'incavo del suo collo.

Mi dispiace tanto per quello che ti è successo: usarti come cavia, rovinarti così l'esistenza… nessuno meriterebbe una cosa del genere.
Sono contenta che tu abbia conosciuto questa persona, e che ti abbia potuto aiutare… e non cambia ciò che sento per te, come immaginavo: sei il mio Zephyr, anche da… semi-Vampiro?


Meglio domandare, prima di affibbiargli il nomignolo sbagliato.[/thonburi]
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Messaggioda Zephyr » 30/07/2014, 0:33

[newsgoth]Non si aspettava di sicuro una conversazione semplice, tuttavia non andò esattamente come immaginato.
Ariel, pur avendo una reazione abbastanza sconvolta da tutto l'accaduto, si concentrò molto poco sul fattore "non sono totalmente umano", quanto sul "oh poverino, che ti hanno fatto?" e "non volevo farti così tanto male, scusa amore della mia vita".
Ovvio che una cosa simile avesse ulteriormente convinto Zephyr che quella ragazza non aveva un cuore esattamente normale, bensì molto più bello e dorato di tanti altri, ma oltre a ciò, si sentì incredibilmente sollevato ed ancora più innamorato di lei, talmente tanto arrivare anche a sorriderle nel dialogo, con tutto che stavano affrontando una questione delicatissima.
Nel suo sguardo riusciva a scorgere solo dolcezza, preoccupazione, dolore, ma non paura, no, nemmeno un singolo e misero briciolo.
La colombiana aveva appena scoperto un buon pezzo di verità sul fidanzato e nonostante tutto ciò, le importava solo di come si sentisse lui.
Se quello non era amore, allora cos'altro poteva essere?

Io… non avevo idea, non immaginavo…
Non volevo farti del male, ferirti… non credevo, non avevo capito quanto fosse importante…


Non preoccuparti...
L'importante è che tutto sia finito bene e che oggi tu sia qui con me.
Anche il pensiero di riaverti vicino mi ha spinto a non cedere del tutto e di questo ti ringrazierò sempre...


Ah… quindi era colpa del sangue marcio se eri sempre così… spento…

Esattamente.
Il mio corpo, il mio spirito era in perenne conflitto, perché voleva liberarsi della parte andata a male di me.
Così non mi permetteva di esprimere la completa umanità, volendomi convincere a morire.
Eliminando almeno quel problema, ho recuperato la facoltà di vivere come preferisco...


Anche a Melia è successa una cosa simile?
Sai, per gli occhi…


Posso solo dirti che anche Melia ha una storia analoga alla mia, ma non posso entrare nei dettagli.
E' la sua privacy ed è un segreto che conosco perché lei me lo ha voluto confidare.
Non potrei mai tradire la sua fiducia, questo spero tu possa capirlo.


In fondo, anche ammettere che la Herbert avesse subito una mutazione simile alla propria era di per sé rivelare un piccolo mistero al suo riguardo, quindi non era necessario che la Jiménez conoscesse di più, tanto non era di lei che si parlava, non era con lei che aveva un rapporto serio.
Ariel, quasi immediatamente, si mise in piedi e, una volta raggiunto il fidanzato, gli si mise in braccio, stabilendo subito un contatto più stretto, intimo, caldo e dolce nei suoi confronti, forse con l'intento di fargli capire che per lei non era cambiato assolutamente nulla, che rimaneva la sua fidanzata e che anche conoscere un segreto simile non costituiva motivazione per lasciarlo o abbandonarlo. Dal canto suo, il Kenway le cinse subito il fianco, tenendola stretta con fermezza e possessione, provando il desiderio di baciarla ancora e ancora, pur consapevole che la storia non era finita lì e c'erano da definire ancora molti dettagli prima di passare ai "regali" shock della mattinata.
Aveva preparato appositamente due fiale contenente dei liquidi differenti, proprio nel cassetto del tavolo, pronto ad estrarle al momento giusto.

Mi dispiace tanto per quello che ti è successo: usarti come cavia, rovinarti così l'esistenza… nessuno meriterebbe una cosa del genere. Sono contenta che tu abbia conosciuto questa persona, e che ti abbia potuto aiutare… e non cambia ciò che sento per te, come immaginavo: sei il mio Zephyr, anche da… semi-Vampiro?


Tecnicamente si, potrei essere definito così, anche se alla fine sono l'unico esemplare al mondo, che io sappia.
Ho delle facoltà speciali che vorrei tu conoscessi, sempre per una questione di rispetto e onestà verso la persona con la quale vorrei stare per la vita.
Sto parlando di un udito di molto superiore alle normali capacità umane e alla possibilità... Ecco... Di alterare il mio codice genetico.
In parole povere posso cambiare a mio piacimento ogni parte del mio corpo, anche se non posso alterare il mio aspetto di base.
Capelli più lunghi, colore degli occhi o della pelle, ampiezza delle spalle, insomma, praticamente un po' ogni cosa, solo che sto imparando a gestire questi poteri che mi sono arrivati solo dopo aver fatto il cambio col nuovo sangue, udito a parte che è stato solo potenziato.


La guardò dritto negli occhi.
Era ovvio che adesso le stesse sorgendo spontanea quella domanda, glielo leggeva chiaramente, ce l'aveva sulla punta della lingua.
Forse però, fu abbastanza timida da non chiedere, da non osare documentarsi, ma per quello ci pensò il Corvonero, avvalorando la sua tesi.

Si... è per questo che prima era diventato così tanto più... grande e lungo.
Non potevo spiegarti subito la motivazione reale, spero potrai perdonarmi.
[/newsgoth]
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Messaggioda Ariel » 30/07/2014, 14:30

[thonburi]Non preoccuparti...
L'importante è che tutto sia finito bene e che oggi tu sia qui con me.
Anche il pensiero di riaverti vicino mi ha spinto a non cedere del tutto e di questo ti ringrazierò sempre…


Ed io ti ringrazierò sempre di aver scelto me, amore mio.

Rispose Ariel con voce e sguardo commossi, dopo aver saputo parte della verità che riguardava il fidanzato: era un semi-Vampiro o una cosa del genere, ma che importanza poteva avere dal momento che quella vita gli era stata imposta, e non l'aveva scelta lui? Era stato costretto a diventare qualcosa di molto diverso dal ragazzo spensierato che avrebbe potuto essere, e solo grazie ad un intervento esterno era riuscito a modificarsi in qualcosa di più umano e vivo - facendo così comprendere che era colpa del sangue marcio dentro di lei se prima era sempre così spento.

Esattamente.
Il mio corpo, il mio spirito era in perenne conflitto, perché voleva liberarsi della parte andata a male di me.
Così non mi permetteva di esprimere la completa umanità, volendomi convincere a morire.
Eliminando almeno quel problema, ho recuperato la facoltà di vivere come preferisco…


Ed ecco spiegato com'era possibile che ora parlasse senza problemi, facendo discorsi anche lunghi, sorridendo, ridendo persino, scherzando come una qualsiasi persona normale: anche nel rapportarsi a lei le sembrava che Zephyr fosse diventato più dolce, più romantico, più capace di vivere l'amore tra loro, ma adesso tutto acquisiva un senso.
Ma allora anche Melia, con quegli occhi così particolari, aveva subìto un destino simile a quello di Kenway?

Posso solo dirti che anche Melia ha una storia analoga alla mia, ma non posso entrare nei dettagli.
E' la sua privacy ed è un segreto che conosco perché lei me lo ha voluto confidare.
Non potrei mai tradire la sua fiducia, questo spero tu possa capirlo.


Non voglio sapere altro, ero solo curiosa per il discorso degli occhi un po'… beh, poco umani.
Mi dispiace molto anche per lei, e se mai avesse bisogno di sostegno o di un'amica, io ci sono…


Non poteva immaginare che Melia, con la sua condizione, ci vivesse benissimo a differenza di Zephyr, e non sapeva neanche della sua relazione col docente di Alchimia ad Hogwarts, quindi ipotizzando che magari a volte si sentisse giù di morale era ben disposta a starle accanto: era amica del ragazzo che amava, ed in più ai tempi della scuola l'aveva difesa contro le ragazze della Cyprus… le doveva qualcosa, e se poteva pagare il suo debito offrendole la propria amicizia l'avrebbe fatto volentieri.
Subito dopo, però, si concentrò su quanto successo al fidanzato, sentendo il desiderio di avvicinarglisi per abbracciarlo con amore e fargli capire che nulla, per lei, era cambiato, che non aveva la minima intenzione di allontanarsi da lui, e che non provava alcun timore nel stargli vicino o nell'aver saputo la verità.

Tecnicamente si, potrei essere definito così, anche se alla fine sono l'unico esemplare al mondo, che io sappia.
Ho delle facoltà speciali che vorrei tu conoscessi, sempre per una questione di rispetto e onestà verso la persona con la quale vorrei stare per la vita.


Facoltà… di che tipo?

Sto parlando di un udito di molto superiore alle normali capacità umane e alla possibilità... Ecco... Di alterare il mio codice genetico.

Non sono sicura di aver capito…

In parole povere posso cambiare a mio piacimento ogni parte del mio corpo, anche se non posso alterare il mio aspetto di base.
Capelli più lunghi, colore degli occhi o della pelle, ampiezza delle spalle, insomma, praticamente un po' ogni cosa, solo che sto imparando a gestire questi poteri che mi sono arrivati solo dopo aver fatto il cambio col nuovo sangue, udito a parte che è stato solo potenziato.


Quella spiegazione la spinse a tornare con la mente a poco prima, a quando, mentre facevano l'amore, il membro di Zephyr si era allungato ed ingrossato nel corso dell'atto… allora non era una questione di sangue che affluiva e si concentrava lì, era per merito delle capacità di Zephyr?
Arrossì al pensiero di chiedergli una cosa del genere, ma per fortuna il fidanzato capì al volo cosa stesse passando per la testa della Colombiana e le rispose prima ancora che lei potesse aprir bocca per parlare.

Si... è per questo che prima era diventato così tanto più... grande e lungo.
Non potevo spiegarti subito la motivazione reale, spero potrai perdonarmi.


Beh, in effetti dirlo durante il rapporto avrebbe rovinato di molto l'atmosfera…

Convenne la Jiménez, concedendosi anche una piccola battuta che le sorse spontanea mentre, un po' sconvolta, rifletteva ed assimilava tutto ciò che Zephyr le aveva detto: nulla di terribile, naturalmente, ma era chiaro che le ci volesse qualche istante per digerire il tutto e porgli anche qualche domanda curiosa, riguardante quanto appena scoperto.

Quanto… quanto è potente il tuo udito?
Cioè, fin dove riesci a sentire?
- gli chiese dunque, ancora leggermente scossa, perché "udito potenziato" poteva voler dire tutto o niente - E se puoi alterare il tuo DNA… allora puoi anche… che ne so, ringiovanire o invecchiare?

Le sembrava assurdo porre una domanda simile, ma visto quanto appena scoperto… perché giudicare come inesistente quella possibilità?[/thonburi]
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Messaggioda Zephyr » 30/07/2014, 19:34

[newsgoth]Lo scoglio numero uno venne superato con abbondante tranquillità e positività.
Zephyr non credeva che Ariel accettasse con così tanta serenità d'animo la sua condizione, il suo stato, in quanto non del tutto umano e per altro con delle facoltà, della capacità che lo distinguevano da chiunque altro al mondo.
Certo, era consapevole che lei fosse una persona straordinaria, ma non fino a quel punto e sinceramente quella situazione non faceva altro che ricordargli quanto fosse stato fortunato ad incontrarla, a farla innamorare, a riprendersela e tenersela stretta per sé.
Ripensando al meraviglioso sesso avuto poc'anzi, il Corvonero si sentiva inebriato dalla sensazione di vivere una storia a 360°, colma della gioia dell'amore e del piacere fisico, un piacere che egli era anche in grado di accrescere a suo piacimento, grazie proprio a quegli stessi poteri donatigli da Lestat e che, durante il rapporto mattutino avuto quel giorno con la colombiana, non aveva potuto spiegare e far presente, ipotizzando che come minimo l'avrebbe sconvolta!

Beh, in effetti dirlo durante il rapporto avrebbe rovinato di molto l'atmosfera…

Hai un modo molto elegante e gentile per descrivere la situazione...


Sorrise appena, considerando quasi lodevole il modo in cui la Jiménez aveva classificato la gamma di emozioni provate durante il sesso nel momento in cui un partner diceva all'altro "sono un mezzo vampiro e in realtà non sono solo motivato, posso anche modificare il corpo a piacimento".
Tenendola stretta e dandole qualche bacio dolce e a tratti anche bollente durante quella conversazione, successivamente dovette per forza alzarsi in piedi per poterle dare prova delle sue capacità, rispondendo anche alle varie domande alle quali veniva sottoposto giustamente dalla fidanzata.
Per altro, ora la colombiana avrebbe potuto capire il perché della sua temperatura sempre più bassa del normale e i suoi canini leggermente più appuntiti rispetto alla norma. Tanti piccoli dettagli che, come tasselli di un puzzle, andavano finalmente al loro posto in un ordine riconoscibile.

Quanto… quanto è potente il tuo udito?
Cioè, fin dove riesci a sentire?
E se puoi alterare il tuo DNA… allora puoi anche… che ne so, ringiovanire o invecchiare?


Mettiamola così...
In questo momento, a due palazzi di distanza, c'è una donna che sta tradendo il marito con un venditore porta a porta.
... Poi, al primo piano, la signora Hemjoy sta sgridando il gatto perché ha rotto due vasi.
Infine, dietro il contenitore del pane qui in cucina, sta camminando tranquillamente una cimice entrata dalla finestra.


E a giudicare dalla sua posizione rispetto all'ultimo oggetto citato, Zephyr non avrebbe mai potuto vedere fisicamente l'insetto lì dietro camminare, quindi era abbastanza plausibile che l'avesse davvero sentito, che avesse sentito le sue piccole zampette poggiarsi sul muro, anche se all'effettiva la creatura era piccolissima e produceva un rumore impercettibile per qualunque essere umano, anche con l'udito più sviluppato ma normale.
Attese quindi che la ragazza si voltasse, per andare a controllare il contenitore del pane, così da sincerarsi della verità di quelle parole, come anche affacciarsi dalla finestra per guardare la signora che stava gettando nella spazzatura due vasi rotti in pezzi. In quell'istante, il ragazzo decise di farle venire un piccolo infarto, difatti non appena Ariel si fosse girata, avrebbe trovato di fronte a sé uno Zephyr... decisamente diverso da come lo ricordava tre secondi prima in quella cucina, ma sinceramente molto simile a come lo aveva sempre visto per diversi anni.

Et voilà!

Immagine


E qualora la colombiana avesse emesso un piccolo gridolino sorpreso.

Scusa... Non ho resistito alla tentazione di farti venire un infarto!
Come vedi il sangue fresco mi ha donato anche un lieve senso dell'umorismo...


Ad ogni modo, nemmeno trenta secondi dopo, magari a seguito dell'esser stato sfiorato sul corpo dalla colombiana, la quale avrebbe anche potuto finalmente vedere il reale colore dei suoi occhi esente gene vampiresco, Zephyr tornò al suo aspetto originale più adulto, decidendo che era venuto il momento di lasciar perdere gli scherzi e passare a delle questioni serie, delle questioni fondamentali, delle questioni delicate, sicuramente.
Tornato a sedersi, aprì il cassetto del tavolo, rivelando la prima fiala, con dentro un liquido di colore lilla, brillante e abbastanza sconosciuto per chiunque avesse anche un minimo di cultura in materia di pozioni e affini. Fece rotolare la fiala fino ad Ariel, attendendo che la prendesse per rigirarsela tra le mani, dopo di che, alla domanda su cosa fosse, non perse tempo, dando immediatamente le informazioni richieste.

Quella è una pozione che mi è stata donata dallo stesso individuo che mi ha fatto tornare normale.
In teoria, inizialmente, lui mi disse che potevo usarla per incrementare i miei poteri e fortificarmi ulteriormente.
Però, visto che sono già abbastanza prestante di mio, sia magicamente che fisicamente, ho deciso di suddividerla alle tre persone per me più importanti, ovvero la professoressa Samyliak, Melia... e te.


Un piccolo cenno di attesa, aspettando che lei gli desse modo di proseguire, avendo afferrato il concetto.

Grazie a quel liquido, diventerai più forte ed anche le tue capacità innate subiranno una variazione in positivo.
Il piccolo prezzo da pagare è soltanto qualche iniziale minuto di sofferenza, ma una volta passato tutto, gli effetti saranno immediati.
Facendoti questo dono, sto solo cercando di proteggerti, affinché qualora non potessi esserti vicino fisicamente, nessuno in futuro possa sentirsi tranquillo nel farti del male o infastidirti...
[/newsgoth]
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Messaggioda Ariel » 30/07/2014, 20:00

[thonburi]Hai un modo molto elegante e gentile per descrivere la situazione...

Sorrise anche lei di rimando, arrossendo leggermente, e grattandosi il naso con fare imbarazzato prima di porgli delle domande sulle capacità che Zephyr le aveva descritto: non aveva bisogno di chiedergli se fosse colpa/merito della sua condizione se aveva i canini leggermente più appuntiti o una temperatura corporea più bassa di una persona normale… tutto tornava, tutto acquistava un senso senza che lei si sforzasse o lo ricercasse a tutti i costi.

Mettiamola così...
In questo momento, a due palazzi di distanza, c'è una donna che sta tradendo il marito con un venditore porta a porta.


Due palazzi di…

... Poi, al primo piano, la signora Hemjoy sta sgridando il gatto perché ha rotto due vasi.
Infine, dietro il contenitore del pane qui in cucina, sta camminando tranquillamente una cimice entrata dalla finestra.


Quelle parole la fecero rimanere per un secondo a bocca aperta ed occhi spalancati, incapace di dire o fare alcunché, lentamente, con sguardo sconvolto, Ariel si diresse a passo malfermo verso la cucina, dove poté osservare dalla finestra la signora Hemjoy che stava buttando i vasi rotti nella spazzatura… e che dire del contenitore del pane, dietro al quale trovò la cimice?
Senza dire nulla, silenziosa, la raccolse con un foglio di carta e la lanciò fuori, anche un po' schifata, passandosi una mano tra i capelli per recuperare il fiato ed incamerare tutte quelle informazioni… e poi si volse, piantando un urletto strozzato quando si ritrovò di fronte al fidanzato in versione decisamente giovanile, come l'aveva conosciuto, ma molto più sorridente.

Zephyr! - lo rimproverò quasi senza voce, posandosi una mano sul cuore che batteva come un forsennato nel petto.

Scusa... Non ho resistito alla tentazione di farti venire un infarto!
Come vedi il sangue fresco mi ha donato anche un lieve senso dell'umorismo…


Contentissima per il senso dell'umorismo, ma non farlo più o ti ritroverai senza una fidanzata! - lo ammonì con aria seria, prima di avvicinarsi a lui ed accarezzargli il volto, affascinata suo malgrado da quei tratti passati di cui si era innamorata senza nemmeno rendersene conto - Sei bellissimo…

Lo era da giovane e da adulto, lo era sempre e comunque; lasciò che Zephyr tornasse normale, ovvero con la forma attuale del suo corpo, dopodiché si sedette accanto a lui e prese tra le mani la fiala piena di liquido lilla che il fidanzato le passò poco dopo, rigirandosela tra le dita prima di alzare lo sguardo su di lui con espressione interrogativa.

Quella è una pozione che mi è stata donata dallo stesso individuo che mi ha fatto tornare normale.
In teoria, inizialmente, lui mi disse che potevo usarla per incrementare i miei poteri e fortificarmi ulteriormente.
Però, visto che sono già abbastanza prestante di mio, sia magicamente che fisicamente, ho deciso di suddividerla alle tre persone per me più importanti, ovvero la professoressa Samyliak, Melia... e te.


Oh… amore, grazie…

Sussurrò Ariel, commossa dal fatto che Kenway volesse privarsi di qualcosa per darla a lei, per aiutarla a diventare più forte.

Grazie a quel liquido, diventerai più forte ed anche le tue capacità innate subiranno una variazione in positivo.
Il piccolo prezzo da pagare è soltanto qualche iniziale minuto di sofferenza, ma una volta passato tutto, gli effetti saranno immediati.
Facendoti questo dono, sto solo cercando di proteggerti, affinché qualora non potessi esserti vicino fisicamente, nessuno in futuro possa sentirsi tranquillo nel farti del male o infastidirti…


Anche se non immagino perché mai qualcuno dovrebbe mai volermi fare del male… sono felice, sono onorata che tu abbia pensato a questo per me.
Ti amo, e non smetterò mai di ringraziarti per tutto ciò che hai fatto e fai per me… primo tra tutti l'essere tornato nella mia vita.


Si sporse verso il giovane uomo e lo baciò dolcemente ma in modo intenso, cercando di trasmettergli con quel gesto tutto l'amore e la devozione che provava per lui, per la persona che amava, con cui voleva passare tutta la sua vita, che avrebbe sposato anche in quel momento se gliel'avesse chiesto.

… vuoi che la assuma… ora?[/thonburi]
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