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Londra (babbana)

Messaggioda Zephyr » 13/06/2014, 19:12

[newsgoth]
Io invece scommetto che sei molto, molto più bravo dell'ultima volta che ti ho sentito cantare…
E poi canteremo insieme, già questa è una cosa bellissima!


Essere più bravo dell'ultima volta non significa essere bravo quanto te.
Per quanto di sicuro il mio nuovo modo di vedere il mondo credo abbia migliorato di tanto la mia interpretazione...


Ora che dentro di lui scorreva del sangue più caldo, più autentico, ogni cosa assumeva una luminosità e un carattere completamente nuovo e diverso, tra queste anche la musica, il canto, l'espressione in ogni sua forma, tutti dettagli che messi insieme davano alla sua figura un fascino differente da quello del passato. Non c'era più la bellezza data dal silenzio, dall'imperscrutabilità, dal mistero. Ora regnava la palese dimostrazione di un carattere forte, di un carattere sereno misto al suo essere come sempre un po' criptico e difficile da interpretare.
Grazie a quei parametri, Zephyr desiderava riconquistare ciò che aveva perduto, una persona che aveva deciso di avvicinarsi al suo primo amore forse non del tutto convinta di quella relazione a metà e ancora priva di un vero e proprio sentimento forte e indiscutibile.
Trovatisi uno di fronte all'altra, lui ed Ariel, il Kenway non perse tempo nel rassicurare la ragazza timorosa di avergli fatto davvero troppo male, e per farlo sfruttò delle parole nate spontanee dal suo nuovo spirito, supportate da un affetto e un amore mai scemato, mai annullato, mai sopito o soppresso che volevano a tutti i costi raggiungere l'anima della colombiana e darle modo di vederlo come mai l'aveva potuto vedere prima. Quando poi si abbassò sul suo viso per provare a darle un bacio sulle labbra, ella non rifiutò, anzi, corrispose quel gesto quasi subito, dopo aver realizzato effettivamente che cosa stava succedendo, e il cuore del Prefetto fu come se avesse iniziato a battere per la prima volta. Sentì di nuovo quel profumo, quel sapore, ma allo stesso tempo erano diversi, perché ora anche lui aveva una percezione più viva e vera di tutto. Le strinse i fianchi più pronunciati che in passato, respirò nel suo respiro e quando poi si allontanarono di poco, raggiunse gli occhi e le guance della ragazza bagnate dalle lacrime e li pulì con altri baci più piccoli e dolcissimi.

Mi dispiace…

... Di che cosa?

… non avrei mai voluto farti soffrire, Zephyr, anche se so di averlo fatto egoisticamente.
Ma non volevo passare tutta la vita a rimpiangere qualcosa, io… volevo essere sicura.


... Ed ora lo sei?

… ora lo sono.

Vieni qui...


La invitò ad avvicinarsi di più e se ella l'avesse fatto, il mezzo-vampiro l'avrebbe stretta tra le sue braccia permettendole di lasciarsi andare completamente, di realizzare che quel calore non le sarebbe stato più portato via e che nonostante lei avesse deciso apparentemente in passato di intraprendere un'altra strada, a lui non interessava, perché in un modo o nell'altro era tornata sui suoi passi ed aveva scelto in definitiva di riprendere da dove avevano interrotto, conscia che ora niente più li avrebbe potuti separare, perché ogni dubbio era stato fugato.
Dopo quell'abbraccio fu la volta per loro di guardarsi nuovamente negli occhi. Se Ariel avesse mostrato di nuovo qualche lacrima, Zephyr l'avrebbe asciugata immediatamente con le dita, carezzandole la pelle degli zigomi con una delicatezza tale che sembrava quasi che il viso della Jiménez fosse fatto di cristallo, pronto a rompersi in qualsiasi momento se non toccato nel modo giusto.

Sei la creatura più bella sulla quale i miei occhi si siano mai posati...


Si abbassò ancora e cercò di darle un altro bacio, sempre molto dolce, sempre molto contenuto, perché adesso non era importante che ci fosse passione, per quella ci sarebbe stato tempo in futuro. Ora lei aveva bisogno dello Zephyr romantico, lo Zephyr che le aveva dedicato quelle parole con amore e gentilezza, lo Zephyr che l'aveva sempre apprezzata, fin dal primo istante, considerandola sempre la prima in tutto, senza aver mai provato le stesse identiche cose per nessuna in passato. Con lei aveva scoperto ogni dettaglio della vita di coppia e dell'amore stesso, perché comunque con Melia la questione era differente e dopo l'incontro con Lestat quella consapevolezza era anche aumentata.
L'unica nota di piccolo desiderio in lui nacque dal morsetto che le diede sul labbro inferiore alla fine del bacio, prima di tornare a guardarla negli occhi con i propri, rossi e accesi, come le erano sempre piaciuti.

... Mi vuoi ancora?
[/newsgoth]
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Messaggioda Ariel » 13/06/2014, 21:09

[tahoma]Essere più bravo dell'ultima volta non significa essere bravo quanto te.
Per quanto di sicuro il mio nuovo modo di vedere il mondo credo abbia migliorato di tanto la mia interpretazione…


Posso… posso chiederti da dov'è nato questo tuo nuovo modo di vedere il mondo? - domandò Ariel titubante, temendo che a Zephyr desse fastidio risponderle o che, semplicemente, l'argomento fosse troppo personale per poter essere preso in considerazione in quella sede, con lei - Insomma… cosa ti ha fatto cambiare così tanto?

Non volle dire "migliorare", perché per lei Kenway era perfetto anche prima, col suo modo criptico di porsi al mondo… al massimo era più difficile per gli altri, lei compresa, capirlo; ma era cambiato, indubbiamente, e per quanto si sforzasse, l'ex Grifondoro non riusciva proprio a spiegarsene il motivo, anche prendendo in esame le novità sulla sua vita che non le era parso fossero così forti da giustificare un eventuale cambiamento di quella portata.
Domande e curiosità a parte non vedeva davvero l'ora di cantare con lui, di mischiare le loro voci, di condividere qualcosa di così bello insieme, pensando che non potesse esserci nulla di più bello… si sbagliava.
Quando, poco dopo, Zephyr le disse che l'amava ancora, che non aveva mai smesso di pensarla, e la baciò con dolcezza e sentimento, Ariel si sentì bene come mai prima: non aveva mai percepito al 100% Zephyr perché c'era sempre stata l'ombra di Vergil su di loro; ora che essa era scomparsa, però, la colombiana poteva rendersi conto di cosa Kenway le suscitasse, e quel bacio fu per lei talmente intenso da scuoterla nel più profondo del suo animo. Si ritrovò momentaneamente senza fiato, senza voce, e quando riaprì gli occhi per guardarlo qualche lacrima le scivolò lungo le guance, e le venne spontaneo scusarsi, chiedergli perdono per averlo ferito, per aver accettato di farlo soffrire pur di togliersi ogni dubbio e cercare di essere felice.
Ma ora era sicura: sicura che Vergil non fosse il ragazzo giusto per sé, sicura che per lei ed il docente non ci fosse speranza… sicura che la persona giusta fosse stata sempre lì, di fronte ai suoi occhi, semplicemente non se n'era mai accorta.

Vieni qui...

Quando la abbracciò, quando la strinse tra le braccia, Ariel realizzò quanto il calore del suo corpo le fosse mancato, e come, nell'abbraccio di Zephyr, si sentisse a casa: socchiuse gli occhi e respirò il suo odore, profondamente, con un paio di altre lacrime che le bagnavano le guance e poi cadevano per terra o sulla pelle che s'intravedeva dalla camicetta semi-aperta.

Sei la creatura più bella sulla quale i miei occhi si siano mai posati...

Quant'era bello lasciarsi accarezzare il viso da lui?
Quant'era bello farsi guardare negli occhi da lui?
Quant'era bello sentirsi così importante, così speciale, per lui?
Ariel non poteva credere di aver lasciato andare tutte quelle sensazioni, e col senno di poi forse non l'avrebbe fatto… o forse sì, perché solo perdendo qualcosa d'importante si poteva capire quanto davvero si tenesse ad esso, e lei aveva avuto l'enorme fortuna di ritrovarlo.
Non se lo sarebbe mai lasciato scappare una seconda volta.

... Mi vuoi ancora?

Zephyr, io… - le mancò la voce per un attimo, e dovette schiarirsi la gola per riuscire a parlare ancora - sì, io sarei… sarei davvero felice se tutto tornasse come prima.
Anzi, no, meglio di prima, perché ora so che cosa voglio, e non avrò più dubbi.


Mentre prima li aveva eccome, i dubbi.

Solo ora mi rendo conto di cosa sentissi per te… solo ora mi rendo conto di quanto tu sia importante, e di come… di come mi stessi innamorando di te.
E credo anche… che quel sentimento non sia mai scomparso…
- ammise, desiderosa di dirgli tutta la verità, di aprirgli il suo cuore come mai aveva fatto prima - Io credo di… di essere innamorata di te, Zephyr.[/tahoma]
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Messaggioda Zephyr » 01/07/2014, 21:08

[newsgoth]
Posso… posso chiederti da dov'è nato questo tuo nuovo modo di vedere il mondo?
Insomma… cosa ti ha fatto cambiare così tanto?


Non ti saprei dire, non con esattezza almeno.
Il tempo cambia molte cose e a volte complice è anche la necessità di rendersi adatti per qualcuno.
Mi sono sempre chiesto se tu mi avessi lasciato perché non riuscivo ad esprimerti quanto avrei voluto.
Forse in virtù di questo dubbio il mio spirito ha reagito... ed eccomi qui.


Per ora non poteva spingersi a raccontarle la verità, anche perché lei non sapeva nemmeno che lui fosse un semi-vampiro, figurarsi andare a dirle che adesso nelle sue vene scorreva il sangue di un Vampiro Superiore antichissimo e potentissimo, temuto da tutto e tutti.
Doveva prima sincerarsi che tra loro le cose andassero bene, che fossero in sintonia, che tornassero ad essere una cosa sola, per poi essere totalmente sincero con lei, raccontarle per filo e per segno non solo tutta la sua vita ma anche tutti i cambiamenti avvenuti negli ultimi tempi, escludendo ovviamente la sua appartenenza alla Gilda Acuan.
La fece avvicinare a sé e senza dire altro la abbracciò con dolcezza, trasporto e sentimento, sentendo distintamente quegli odori persi nei meandri della memoria che lentamente tornavano ad affiorare e scaldargli cuore ed anima, un'anima che ora sapeva di possedere.
La fissò attentamente negli occhi, le fece una carezza sul viso... era davvero diventata ancora più bella, ancora più incantevole e non se la sentì proprio di non farglielo presente, perché sapeva quanto lei avesse bisogno di conferme, della conferma di piacergli così tanto quanto lui piaceva a lei. Poi, convinto che non era necessario girarci troppo intorno, le chiese una volta per tutti se lo rivolesse nellaa propria vita come fidanzato.

Zephyr, io… sì, io sarei… sarei davvero felice se tutto tornasse come prima.
Anzi, no, meglio di prima, perché ora so che cosa voglio, e non avrò più dubbi.


... Tutto ciò è meraviglioso, come te.

Solo ora mi rendo conto di cosa sentissi per te… solo ora mi rendo conto di quanto tu sia importante, e di come… di come mi stessi innamorando di te.
E credo anche… che quel sentimento non sia mai scomparso…


Cosa intendi dire Ariel?

Io credo di… di essere innamorata di te, Zephyr.


Non le diede nemmeno il tempo di terminare la frase che la baciò ancora, immediatamente, chiudendo gli occhi e prendendole il viso tra le mani.
Era talmente felice di ciò che aveva appena sentito che desiderava condividere immediatamente quella felicità con lei, all'attimo.
Mosse le labbra sulle sue e poi si permise di schiuderle per avvicinare la lingua a quella della colombiana, così che potessero intrecciarsi.
La strinse, la attirò a se, annullò qualsiasi distanza tra loro e qualsiasi contatto con il resto del mondo, isolandosi assieme alla sua metà come mai era avvenuto prima, come mai era accaduto per colpa della sua incapacità di saper comprendere al 100% le emozioni.
Quella rivelazione gli aveva fatto esplodere il cuore in petto ed ora sentiva soltanto la voglia di non separarsi mai più da lei, di renderla felice, di renderla appagata nella vita sentimentale come in quella sessuale, donandole ciò che mai nessun altro avrebbe potuto regalarle.
Spostando la bocca dalla sua al collo, diede una lunga serie di baci anche lì, ma in maniera molto soft, molto calma, questo perché non era necessario dare spettacolo a tutto il locale. Le afferrò le mani, stringendole con possessione, tornando infine a guardarla negli occhi, quelli suoi chiari e verdi immersi nei propri brillanti e rossi: lei era il suo smeraldo e lui il suo rubino.

Da ora in poi, tu sei mia.
Ti amo Ariel Jiménez.
... La ragazza più incantevole che esista.


Le sorrise, caldo, ipnotizzato da lei e da ogni lineamento che il suo corpo gli regalava.
Adesso finalmente si sentiva completo e felice; non vedeva l'ora di raccontarlo anche a Melia.
Poi, il suo istinto poco Acuan del ghiaccio e molto innamorato gli impose di dire la prima cosa che gli venne in mente.
Magari l'avrebbe potuta spaventare, magari l'avrebbe potuta sorprendere, non poteva saperlo con esattezza, ma a giudicare dal battito del cuore di lei che sentiva vivo e forte come un tamburo impazzito, c'erano buone possibilità che la rendesse felice in quel preciso istante.

... Ti andrebbe di convivere?
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Messaggioda Ariel » 01/07/2014, 22:03

[tahoma]Non ti saprei dire, non con esattezza almeno.
Il tempo cambia molte cose e a volte complice è anche la necessità di rendersi adatti per qualcuno.
Mi sono sempre chiesto se tu mi avessi lasciato perché non riuscivo ad esprimerti quanto avrei voluto.
Forse in virtù di questo dubbio il mio spirito ha reagito... ed eccomi qui.


Cambiare per essere più adatto a lei, per diventare il ragazzo perfetto… avrebbe mai potuto desiderare qualcosa di più? Avrebbe mai potuto qualcuno fare di più per lei, dimostrarsi in qualche modo più adatto per starle accanto di Zephyr? No, Ariel non lo credeva davvero possibile: l'ex Corvonero era quanto di meglio ci fosse al mondo per la colombiana, e solo trovandosi nuovamente tra le sue braccia, baciandolo e respirando il suo odore aveva finalmente potuto capirlo, comprenderlo a pieno come mai prima, finalmente libera dalla morsa del rimpianto.
Ma non era solo quello che aveva capito, quanto qualcosa di ben più importante e profondo: il sentimento provato per Zephyr era molto più che del semplice affetto… era amore; non aveva colto prima quel particolare perché troppo corrosa dal terrore di essersi lasciata sfuggire un'occasione importante con Vergil, ma quel sentimento era rimasto lì, silenzioso e latente, in attesa che Kenway tornasse a risvegliarlo… e così era stato.
Si era innamorata di lui.
Non avrebbe saputo dire quando, ma che importanza poteva avere? Lo amava.
E glielo disse, non riuscendo però a finire la frase perché il ragazzo s'impossessò della sua bocca, baciandola con amore, con passione vista la lingua che s'intrecciò con quella di lei, portandola in paradiso, o in un posto molto simile a quello: si era appena dimenticata di essere in quel locale, che ci fossero delle persone che li guardavano… si era dimenticata di tutto, perché Zephyr era con lei, la stava baciando, si amavano, ed era l'unica cosa importante.
Senza rendersene conto si era aggrappata a lui con forza, stringendogli la maglia tra le dita, il corpo appiccicato a quello di lui: lo desiderava, con un'intensità mai provata prima; voleva sentirlo suo e voleva sentirsi sua, totalmente, in quel preciso istante. Si scostò da lui, da quel bacio meraviglioso, tornando a guardarlo negli occhi: oh, quant'erano belli i suoi occhi, quei rubini che la fissavano come fosse la cosa più preziosa del mondo… e lei lo era, era preziosa per lui quanto Zephyr lo era per la colombiana.

Da ora in poi, tu sei mia.
Ti amo Ariel Jiménez.
... La ragazza più incantevole che esista.


Rispose al suo sorriso, trovandolo caldo ed intenso come mai prima, ed automaticamente una mano si allungò per sfiorargli la guancia in una carezza: oh, sì, lo amava… non c'era più alcun dubbio su questo.

... Ti andrebbe di convivere?

Ecco, forse quello non avrebbe mai potuto immaginarselo, nemmeno nelle sue fantasie più vivide: il cuore saltò diversi battiti e gli occhi si spalancarono a quella proposta che la prese del tutto in contropiede; erano appena tornati insieme, ed ora lui le proponeva già di convivere?
Sembrava una cosa da pazzi, certo… ma in fondo Zephyr non aveva continuato ad amarla senza sosta, per tutto quel tempo? Non l'aveva forse aspettata pazientemente, sicuro del loro amore? E Ariel non aveva appena capito come solo l'ex Corvonero fosse la persona giusta per lei?
Alla luce di tutto questo… perché doveva aver paura di rispondere?

… la mia mansarda è abbastanza grande per tutti e due.

Sì, ora la favola era finalmente completa.

[FINE]
[/tahoma]
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Messaggioda Callisto » 07/07/2014, 12:54

§ Conferenza sul "Prodigio di Ardesia"|Stoccolma|12.8.2108|1.21 pm. §


La mia invece è una sorta di inclinazione professionale.
Mi piace informarmi un po' su tutto, in fondo credo sappia bene cosa sono i MagiFilosofi.
C'è chi sceglie di gettarsi in qualcosa ricercandone l'eccellenza sul campo e chi invece preferisce essere a buon punto su ogni fronte.
Nessuna delle due strade è sbagliata, né più e né meno!


Sono d'accordo: e poi, seguendo diversi percorsi e stando a contatto con persone hanno scelto un approccio diverso dal nostro, c'è una possibilità continua e costante di migliorarsi. Io, per esempio, potrei darle qualche in campo veterinario, mentre lei… beh, potrebbe darmi qualche ripetizione veloce di Aritmanzia!

Esclamò Callisto con un bel sorriso, caldo e divertito, prima di proporre ad Edward di spostarsi nella zona del bar per bere qualcosa: non le capitava spesso d'incontrare persone piacevoli con cui scambiare quattro chiacchiere - a dire il vero alcuni uomini in passato erano rimasti talmente imbambolati di fronte a lei da non riuscire nemmeno a parlare! - per questo propose all'uomo di chiamarsi perlomeno per nome, così da rendere più semplice e fluida la conversazione pur mantenendo il "lei" formale con cui avevano iniziato la conversazione.

Allora lei mi chiami pure Edward, non formalizziamoci.

Era un nome che le piaceva molto, che le dava un'idea di nobiltà, di eleganza… e che stava benissimo addosso all'altro; lei, ad esempio, non avrebbe saputo dire con quale nome stesse meglio, se Rachel o Callisto, perché nella concezione della Veterinaria il nome era come una sorta di abito da indossare perennemente, ed alcuni stavano meglio di altri.
Bevendo un Martini, Callisto discusse con il proprio interlocutore sulla possibilità di utilizzare subito il composto alchemico presentato alla conferenza, e di come spesso fossero i suoi clienti a pretendere l'utilizzo di rimedi naturali per curare i propri animali malati.

L'istinto riesce a fare questo ed altro.
Ho saputo anche di animali che hanno combattuto con maggiore forza le malattie mortali proprio perché sentivano accanto a loro dei padroni coraggiosi che credevano fermamente nella riuscita delle cure.
Le è mai capitato di assistere ad un caso tanto affascinante, Rachel?


Una volta, sì, ed è stato un episodio davvero toccante… - confermò la donna con un cenno di assenso del capo - un signore molto anziano mi portò il suo cane per farlo curare: egli temeva che avesse contratto chissà quale malattia degenerativa, ma la verità era che l'animale era davvero vecchio, e per la vecchiaia non esiste alcun rimedio, purtroppo. Lo spiegai all'uomo, dicendogli che la cosa migliore fosse riportare il cane a casa e passare con lui gli ultimi momenti della sua vita… l'anziano signore accettò il mio consiglio.
Diversi mesi dopo, la figlia di quell'anziano signore venne a trovarmi perché anche lei aveva un animale a cui far fare dei vaccini, e mi raccontò che il padre, dopo essere tornato a casa, aveva preso il cane, l'aveva appoggiato sul letto accanto a sé, e gli aveva detto che non poteva morire ancora, che non poteva lasciarlo solo… sapeva che anche a lui rimaneva poco tempo, e non voleva che il suo migliore amico se ne andasse prima di sé: e, miracolosamente, l'animale gli diede ascolto; avevo diagnosticato un intervallo di vita pari a un paio di settimane, ed invece il cane riuscì a sopravvivere per altri quattro mesi, rimanendo accanto al padrone fino alla fine ed addormentandosi definitivamente solo quando quest'ultimo venne a mancare.


Si prese un attimo di fiato, respirando a fondo con gli occhi leggermente lucidi: chiaro che, per una persona come lei così sensibile e così legata alla natura e ai suoi figli, ricordare certi episodi e viverli in prima persone fosse piuttosto commuovente; inoltre, non potendo mai ritenersi del tutto al sicuro accanto agli esseri umani, era negli animali che trovava maggiormente conforto, una sorta di porto sicuro a cui aggrapparsi quando la solitudine diventava talmente forte da trasformarsi in un'agonia.
Rimanendo in tema di animali, comunque, la Veterinaria scoprì tramite il racconto di Edward che l'uomo aveva trovato da poco un cucciolo di marmotta che però aveva bisogno di vaccinazioni: nonostante lo studio fosse chiuso per ferie, la donna assicurò l'altro che avrebbe tranquillamente potuto visitare del suo cucciolo, e che quindi il giorno dopo, se fosse stato d'accordo, avrebbe potuto portarglielo per occuparsi di lui.

Ne dico che come minimo allora le dovrò un invito a cena per la cortesia...

Sorrise leggermente maliziosa a quelle parole, ipotizzando - e si sperava a ragione - che quella proposta da parte del professore non fosse semplicemente un modo per sdebitarsi della sua gentilezza.

Volentieri, Edward.
Magari potrà essere un'ottima occasione per apprendere qualcosa in più sull'Aritmanzia…


Rispose dunque Callisto, accettando il suo invito con piacere ed un altro sorriso, appena più caldo, prima di domandargli se avesse già dato un nome al cucciolo da lui trovato.

A dire il vero no, ma le prometto che per il momento delle visite le saprò rispondere!

Mi raccomando, non mi farò alcuno scrupolo ad interrogarla! - esclamò lei, ridendo.

Vogliate scusarmi bellissima dottoressa, ma gli impegni mi attendono e non posso farli aspettare ulteriormente.
Ad ogni modo ci vedremo presto come da accordo, giusto?


Domani pomeriggio, esattamente.

Vi auguro di passare un piacevole proseguo di giornata... I miei omaggi più sentiti e sinceri.

A presto, Edward.

Si lasciò baciare nuovamente la mano e sorrise nell'osservarlo andare via: una volta tanto, la conferenza a cui era stata invitata a partecipare le aveva riservato una piacevole sorpresa.

§ Studio Veterinario "Diana&Tapio" di Rachel Dyther|Londra|13.8.2108|5.01 pm. §


Grazie alle sovvenzioni di Joël Montesquieu al suo studio, essendo diventata lei il medico veterinario della famiglia reale di Andorra, Callisto aveva potuto renderlo il più all'avanguardia di tutta l'Inghilterra: attrezzature di ultima generazione, diverse sale per visitare/operare, personale eccellente, era persino riuscita a ricavare una piccola stanza per sé, dietro al suo ufficio, dove dedicarsi al suo hobby preferito… la pittura.
Era quel genere di attività che l'appassionava e la rilassava al tempo stesso, a cui si dedicava ogni volta che poteva, come in quel pomeriggio nel quale stava aspettando l'arrivo di Edward Remingford.

Immagine


Meglio se mi preparo, ormai dovrebbe essere qui a momenti…

Si disse la Veterinaria, posando tutta la sua attrezzatura e spostandosi in bagno, dove si tolse la tenuta che si metteva addosso quando voleva dipingere e si lavò accuratamente le mani, legandosi poi i capelli biondi in una coda alta ed indossando infine il camice da lavoro bianco ed aperto, quello classico da medico: sotto, un vestito azzurro chiaro come i suoi occhi a maniche corte e lungo fino al ginocchio, morbido e comodo, e delle ballerine bianche che le permettevano di muoversi con facilità.
Era appena tornata nel proprio ufficio, quando sentì la voce di un uomo, o meglio, un uomo che si schiariva la gola: ipotizzando che fosse lui, la donna uscì dalla stanza e fece la sua comparsa, dopo aver percorso un breve corridoio, nella sala d'attesa dove l'altro si trovava, sorridendogli immediatamente.

Buon pomeriggio Edward!
Come sta?


Lo salutò, gentile ed amichevole come suo solito, avvicinandosi a lui per stringergli la mano e notando subito dei movimenti apparentemente nervosi nella gabbietta che l'uomo aveva portato con sé.

Mi segua, occupiamoci subito di questa povera bestiola… a proposito, ha trovato un nome per lui, alla fine?

Gli domandò mentre lo precedeva in una delle sale da visita, dove chiuse la porta dietro di loro ed invitò l'uomo a poggiare la gabbietta sul tavolo e ad aprirla, senza però tirare fuori la marmotta: a quello, si sperava, avrebbe pensato lei.

Ciao, piccolino… vieni qui, non voglio farti del male…

Lo salutò Callisto, la voce che si faceva più dolce, più bassa, più affettuosa, e gli Elementi che vorticavano dentro di lei affinché l'animale li percepisse e comprendesse che di quell'essere umano, chissà perché, si poteva immediatamente fidare.
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Messaggioda Edward » 07/07/2014, 23:49

Quando la dottoressa si presentò nella hall dell'ambulatorio con il bancone delle prenotazioni, le panchine di attesa e i bagni, Edward non solo si perse qualche istante a fissarla per via della sua incommensurabile bellezza estetica, ma inoltre si ricordò alla perfezione il loro incontro del giorno precedente, quelle ultime battute di conversazione riferite alle esperienze di lei con animali e i loro padroni e poi l'accettazione di quell'invito a cena che presumibilmente sarebbe stato consumato quella stessa sera. L'uomo aveva già dato un'occhiata in quella zona per cercare un luogo adatto all'occasione, ma alla fine aveva optato per un ristorante molto vicino a casa sua, in Scozia, essendo molto più sicuro del servizio e della qualità.
Nell'arco di poche parole scambiate con Rachel, il professore aveva potuto constatare quanto quella ragazza fosse di animo nobile e buono, oltre che una eccellente conversatrice ed anche intelligentissima persona con la quale condividere sia chiacchiere frivole che intense e serie.

Buon pomeriggio Edward!
Come sta?


Molto bene grazie.
O meglio, in realtà avrei un piccolo problema ma preferisco esporglielo più tardi...


Mi segua, occupiamoci subito di questa povera bestiola… a proposito, ha trovato un nome per lui, alla fine?

Naturalmente...
Questo tenero animaletto si chiama Patrat!
Le piace?


A dire il vero aveva impiegato diverse ore per trovare un nome che gli piacesse ed andasse bene, facendosi aiutare anche dal fratello Tristan, parecchio impegnato nel frattempo a sistemare le questioni burocratiche inerenti all'iscrizione ad un torneo di duellanti previsto ad Ottobre.
Voleva fare una bella figura con la veterinaria e poi non gli andava che quella adorabile marmotta rimanesse ancora per tanto tempo anonima.
Raggiunsero la stanza dove solitamente avvenivano le visite e lì Edward posò con grazie e cura la grande gabbia contenente l'animale che, dopo una iniziale diffidenza, si avvicinò alle mani di Callisto annusandole amorevolmente.
Il docente rimase in attesa di qualche altro comportamento da parte di Patrat, studiando anche i metodi di approccio della bionda meravigliosa che, con aria tranquilla, tranquillizzava anche la marmotta, convincendola infine ad uscire.

Ciao, piccolino… vieni qui, non voglio farti del male…

Immagine

Incredibile... Ma come fa?
Stupefacente...


Scosse il capo, mettendosi in un angolo, lasciando lavorare la donna che comunque stava svolgendo il proprio lavoro seppur in ferie, motivo in più per non disturbarla e lasciarla sbrigare le proprie faccende in brevissimo tempo. Patrat si andò intanto accoccolando tra le braccia di Rachel, emettendo dei versi di gradimento abbastanza palesi, strusciando il musino sulle sua pelle e sbattendo gli occhietti scuri affettuosamente.
Si notava che aveva davvero pochissimi giorni di vita, infatti era come se la trattasse al pari di una mamma, facendosi fare tutto, iniezioni comprese, senza battere ciglio, rigirandosi, mettendosi a pancia in su, agitando le zampette per gioco, quasi come se quel tavolo di metallo fosse la sua seconda casa. Edward era davvero esterrefatto da quel comportamento e non riusciva a capacitarsi dell'affinità naturale che la dottoressa Dyther riuscisse ad instaurare quasi immediatamente con quella creatura appena conosciuta.

... Comunque, volevo semplicemente chiederle se dopo potesse dare un'occhiata al mio torace e alla mia spalla.
Quando ho preso Patrat per metterlo nella gabbietta era abbastanza spaventato e si è artigliato graffiandomi.
Non essendo vaccinato non vorrei rischiare di prendermi qualcosa e credo che lei sia abbastanza esperta da poter scongiurare il pericolo.
Le spiacerebbe farmi questo piccolo favore?
In caso contrario non si preoccupi, al massimo farò un salto al San Mungo domani mattina!


Le sorrise, guardandole al contempo il vestito azzurro che si intravedeva sotto il camice e notando poi un particolare che attirò quasi immediatamente la sua attenzione, ovvero una macchia strana di colore indefinibile sotto il di lei ginocchio sinistro.
Sbattendo le palpebre un paio di volte si strofinò gli occhi, pensando che forse aveva visto male, ma no, in realtà la macchia c'era eccome.
Forse spinto da una buona dose di curiosità, unita anche al desiderio di continuare un minimo di conversazione con lei, non resistette alla possibilità di chiedere delucidazioni riguardo a quel particolare insolito sul corpo perfetto della ragazza.

Ma... sbaglio o ha qualcosa lì, sotto il ginocchio?
Pare uno schizzo di colore indefinito ma... è impossibile, no?
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Edward
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Messaggioda Callisto » 08/07/2014, 12:27

Molto bene grazie.
O meglio, in realtà avrei un piccolo problema ma preferisco esporglielo più tardi…


Nonostante la curiosità, Callisto preferì occuparsi subito del cucciolo di marmotta di Edward, dopo aver studiato il suo abbigliamento per qualche istante: era, ovviamente, molto più casual del giorno precedente, quando aveva avuto il piacere di conoscerlo ad una conferenza formale, ma quegli abiti gli donavano tanto quanto un completo con giacca e cravatta; come diceva sempre una sua cliente, era la persona a rendere elegante e raffinato qualsiasi capo, mentre un zotico, anche coi vestiti più sofisticati del mondo, sarebbe rimasto sempre tale. La Veterinaria non sapeva se quel concetto fosse giusto universalmente, ma di sicuro spiegava perché il docente di Aritmanzia le sembrasse tanto piacevole - fisicamente parlando - da guardare quanto il giorno precedente.
Per non proseguire con quei pensieri, comunque, la donna lo precedette verso la sala da visita, chiedendogli intanto se avesse trovato un nome adatto al piccolino che avrebbe visitato di lì a poco.

Naturalmente...
Questo tenero animaletto si chiama Patrat!
Le piace?


Patrat? - ripeté Callisto, prima di sorridere ed annuire - È un nome molto simpatico… sì, mi piace!

Confermò subito dopo, chiudendo la porta alle spalle dell'uomo ed aspettando che egli poggiasse la gabbietta sul tavolo, aprendola, prima di avvicinarsi con la mano ad essa e parlare dolcemente alla marmotta, permettendole di percepire la natura che scorreva in lei e dunque la sicurezza che mai quell'umana avrebbe potuto fargli del male: ed infatti, ecco che lentamente Patrat vinse l'iniziale indifferenza e si avvicinò a lei, annusandole le mani prima di emettere un piccolo verso affettuoso.

Incredibile... Ma come fa?
Stupefacente...


Ognuno nasce con un dono, Edward… questo, semplicemente, è il mio.

Sì, nella maledizione che Tezzereth le aveva lanciato creandola, facendola diventare una persona sempre allerta e spaventata all'idea che egli potesse ritrovarla o che le Gilde cercassero di ucciderla, quello era uno dei pochi lati positivi: gli animali si fidavano di lei, la sentivano come una mamma dalla quale farsi coccolare, e dunque accettavano di buon grado le sue istruzioni fiduciosi che mai avrebbe potuto fare loro del male.

Eccoci qui, ma quanto sei bello… - sussurrò poi in direzione dell'animale, accarezzandogli il musetto ed il corpo con assoluta dolcezza - Adesso mi occupo io di te, mh?

Gli disse senza mai perdere il sorriso, cominciando a fargli punture, prelievi e quant'altro, non dimenticandosi mai non solo di coccolarlo, ma anche di spiegargli cosa stesse facendo, un po' come se Patrat potesse effettivamente capirla: e quanto doveva essere strano, per Edward in questo caso, osservare il proprio animale obbedire serenamente alle richieste della Veterinaria, sdraiandosi su un fianco o a pancia in su, chiedendole persino qualche coccola extra con dei movimenti dolcissimi delle zampette.

Hai visto quanto sono stata veloce? Abbiamo finito, ed ora tu crescerai sano e forte ed ancora più bello!

Esclamò alla fine Callisto dopo una ventina di minuti buoni, prendendo la marmotta tra le mani ed avvicinandosela al viso per darle un bacino sul musetto, per nulla schifata o infastidita: in effetti, vista la sua condizione, gli animali erano l'unica gioia della sua vita.

Bene, Edward, il suo animale ora sta benissimo: è stato vaccinato, la sua vita ha subito un incremento di circa dodici anni, e prima che ve ne andiate le darò anche una dieta specifica da fargli seguire per un mese che renderà la sua muscolatura tre volte più resistente di un esemplare normale. - gli comunicò, di nuovo professionale, mentre posava Patrat con delicatezza nella sua gabbia - Di quale problema stava parlando, prima?

... Comunque, volevo semplicemente chiederle se dopo potesse dare un'occhiata al mio torace e alla mia spalla.
Quando ho preso Patrat per metterlo nella gabbietta era abbastanza spaventato e si è artigliato graffiandomi.
Non essendo vaccinato non vorrei rischiare di prendermi qualcosa e credo che lei sia abbastanza esperta da poter scongiurare il pericolo.
Le spiacerebbe farmi questo piccolo favore?
In caso contrario non si preoccupi, al massimo farò un salto al San Mungo domani mattina!


Ma no, non c'è nessun problema!
Venga pure nel mio ufficio.
- rispose Callisto con un sorriso gentile, precedendolo nuovamente ma questa volta nello studio personale della Veterinaria, dove gli chiese di sedersi sul lettino e togliersi gli abiti superiori così da poter esaminare le sue ferite - Sa, non è la prima volta che succede una cosa del genere, soprattutto con gli animali presi da poco… a lei è andata anche bene, alcuni clienti sono venuti da me con dei graffi spaventosi sul viso!

E molto più dolorosi, ma evitò di dirlo.

Tu però devi fidarti del tuo padrone, capito Patrat? - domandò la donna all'animale con un sorriso tenero, quasi ad ammonirlo di fare il bravo da quel momento in poi.

Ma... sbaglio o ha qualcosa lì, sotto il ginocchio?

Mh?

Pare uno schizzo di colore indefinito ma... è impossibile, no?

Callisto si abbassò per osservare il punto indicato dall'uomo, e dopo averlo individuato fece una piccola risata imbarazzata, scuotendo il capo.

No no, non è impossibile… si tratta di un po' di pittura.
C'è chi, per rilassarsi, cucina o cura le piante, chi canta o va a correre… io dipingo.


Gli spiegò semplicemente, attendendo che Edward fosse a torso nudo per sfiorargli poi i graffi con le dita, in un contatto leggero e delicato: avrebbe mentito a se stessa nel non ammettere che il corpo dell'uomo era piuttosto invitante, per se stessa, e che le faceva un certo effetto averlo così vicino, e nudo - almeno dall'inguine in su.
Era bello, ma questo l'aveva già pensato il giorno precedente, semplicemente così aveva più libertà di osservarlo e di sfiorarne la pelle, conscia che lui avrebbe percepito a sua volta un tocco caldo, ben più piacevole del normale per la sua capacità attrattiva artificiale.

… non è niente di grave, sono graffi superficiali - mormorò dopo qualche istante di silenzio, alzando lentamente il viso verso di lui e rendendosi conto in quel momento di quanto fossero vicini - … ho una pomata che risolverà il problema in brevissimo tempo.

Aggiunse, percependo le guance farsi appena più rosee del normale.
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Messaggioda Edward » 10/07/2014, 22:25

Ognuno nasce con un dono, Edward… questo, semplicemente, è il mio.

Mi permetta di esprimerle la mia idea e cioè che lei è nata con fin troppi doni, miss Rachel...

Una bellezza accecante, un carisma notevole, una sensualità indescrivibile, una intelligenza fuori dal comune e non per ultima una affinità con gli animali naturale e spontanea. A questo poi si potevano aggiungere una voce melodiosa, una intensità di sguardo ipnotica e un carattere professionale lodevole, cioè per farla breve Callisto possedeva moltissime altre qualità che la facevano risaltare di fronte a molte donne comuni.

Hai visto quanto sono stata veloce?
Abbiamo finito, ed ora tu crescerai sano e forte ed ancora più bello!


La piccola marmotta, Patrat il suo nome, agitò le piccole zampe in segno di felicità, quasi come se avesse realmente capito cosa la dottoressa gli avesse appena detto. Dopo di che, presosi qualche bacino sul muso e risposto a sua volta con qualche piccola leccata, l'animale venne dato nuovamente al proprio padrone che lo prese in braccio e lo accarezzò con gentilezza, prima di farlo tornare nella grossa gabbia spaziosa e comoda.

Bene, Edward, il suo animale ora sta benissimo: è stato vaccinato, la sua vita ha subito un incremento di circa dodici anni, e prima che ve ne andiate le darò anche una dieta specifica da fargli seguire per un mese che renderà la sua muscolatura tre volte più resistente di un esemplare normale.

Non avrei potuto chiedere di meglio, è stata davvero gentile ed estremamente disponibile...

Di quale problema stava parlando, prima?

Ah si, volevo semplicemente chiederle se dopo potesse dare un'occhiata al mio torace e alla mia spalla.
Quando ho preso Patrat per metterlo nella gabbietta era abbastanza spaventato e si è artigliato graffiandomi.
Non essendo vaccinato non vorrei rischiare di prendermi qualcosa e credo che lei sia abbastanza esperta da poter scongiurare il pericolo.
Le spiacerebbe farmi questo piccolo favore?
In caso contrario non si preoccupi, al massimo farò un salto al San Mungo domani mattina!


Ma no, non c'è nessun problema!
Venga pure nel mio ufficio.
Sa, non è la prima volta che succede una cosa del genere, soprattutto con gli animali presi da poco… a lei è andata anche bene, alcuni clienti sono venuti da me con dei graffi spaventosi sul viso!


Andare nel suo ufficio gli faceva un po' strano, ma non perché fosse una cosa brutta, semplicemente aveva idea che rappresentasse un luogo più intimo e privato, un luogo dove nemmeno per sbaglio avrebbero potuto vederli, nemmeno qualche altro medico intento a sfruttare la struttura durante le vacanze. Seguendola fino al luogo stabilito, Edward non poté fare a meno di notare un dettaglio particolare che lo rese alquanto curioso.

No no, non è impossibile… si tratta di un po' di pittura.
C'è chi, per rilassarsi, cucina o cura le piante, chi canta o va a correre… io dipingo.


Ah ecco, ora tutto è più chiaro.
La pittura è un'arte profonda e bellissima, possibile da coltivare solo dalle persone con un'anima estrosa e piena di energia.


Aggiunse l'uomo mentre, con un po' di iniziale titubanza si toglieva gli indumenti superiori rimanendo a petto nudo.
Quello fu un altro momento di buon imbarazzo, specie perché nemmeno venti secondi dopo le dita della donna iniziarono a scorrere lungo la sua pelle, trasmettendogli delle sensazioni a dir poco eccitanti. Era come se ogni punto sfiorato andasse a fuoco, di un bruciore dolce e avvolgente.

… non è niente di grave, sono graffi superficiali… ho una pomata che risolverà il problema in brevissimo tempo.

... E pensa di... Potermela applicare... Adesso?

L'eccessiva vicinanza tra loro faceva un certo effetto anche lui, difatti se Callisto si stava ritrovando con le guance arrossate, lui aveva la pelle d'oca e il battito cardiaco di molto accelerato, oltre che un principio di erezione che non riusciva a controllare in alcun modo, nemmeno impegnandocisi.
Deglutì silenziosamente, leccandosi le labbra, mentre la fissava ancora e in cuor suo sperava che accettasse di mettergli la crema in quell'istante.

Come mai una ragazza unica come lei non ha ancora trovato un fidanzato?

Uhm, ottimo modo per fare conversazione e spezzare il ghiaccio creato dalla situazione attuale.
Edward si maledisse appena dopo aver finito di parlare, sospirando nervosamente mentre combatteva all'impulso di guardarle il di dietro una volta che si volse per, eventualmente, prendere dal cassetto della scrivania la suddetta pomata miracolosa.

... Perdoni la mia uscita, non vorrei averla offesa, mi dispiace.
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Messaggioda Callisto » 11/07/2014, 11:44

Mi permetta di esprimerle la mia idea e cioè che lei è nata con fin troppi doni, miss Rachel…

La sua parte vanesia avrebbe tanto voluto chiedergli a quali doni si stesse riferendo, ma fu piuttosto brava nel trattenersi: a sua discolpa c'era anche da dire che non le capitava spesso di sentirsi fare dei complimenti tanto galanti; certo, probabilmente ciò avveniva per colpa sua, perché stava sempre racchiusa nella propria solitudine, concentrata sul lavoro o rifugiata nelle quattro mura di casa sua, ma restava il fatto che momenti come quello erano rari.
Un sorriso, dolce e lusingato, le comparì sul volto a quelle parole, rendendo la pelle diafana appena più colorata nella zona delle guance, a testimonianza del velato imbarazzo conseguente alle parole dell'uomo: sapeva che Tezzereth, nel crearla, le aveva dato modo di essere ben più irresistibile di molte altre donne, e che probabilmente Edward, guardandola in quel momento, avrebbe potuto trovarla maggiormente adorabile di un'altra qualsiasi femmina nella stessa condizione… ma, per qualche secondo, Callisto sperò che non fosse così, e che lui fosse - eventualmente - attratto da lei non per i poteri di cui Al Shamshir le aveva fatto dono, ma per se stessa, semplicemente.
Comunque non poteva permettersi di pensare per troppo tempo a certe cose, non quando c'era un piccolo paziente che aveva bisogno di lei: la Veterinaria si concentrò dunque su Patrat, vaccinandolo, sterilizzandolo, prendendosi insomma cura di lui in tutti i modi possibili e non smettendo mai di coccolarlo con le parole o con una carezza; e la marmotta ricambiava la sua dolcezza agitando le zampine e leccandole il naso quando la donna, prendendola in braccio, le diede qualche bacino sul musetto, finendo per riconsegnare l'animale al padrone decisamente più sano e tranquillo di prima.

Non avrei potuto chiedere di meglio, è stata davvero gentile ed estremamente disponibile...

Scosse il capo ed agitò leggermente la mano come a dirgli di non preoccuparsi, perché in fondo era quello il suo lavoro e le piaceva farlo, prima di farsi spiegare quale fosse il problema che il docente di Aritmanzia aveva avanzato quando l'aveva salutato poco prima: quando venne a sapere che la marmotta l'aveva graffiato, Callisto si offrì subito di mettergli un po' di pomata curativa sulle ferite, essendo piuttosto avvezza a quella situazione - capitava spesso che gli animali, la prima volta che dovevano andare nello studio e ancora non la conoscevano, si sentivano irrequieti e quindi finivano per graffiare i loro padroni; così, serenamente, la donna lo invitò a seguirla nel suo ufficio, dove lo fece sedere e gli chiese di togliersi maglia e camicia, e dove Edward colse un piccolo particolare di lei che le fece rivelare la sua più grande passione… dipingere.

Ah ecco, ora tutto è più chiaro.
La pittura è un'arte profonda e bellissima, possibile da coltivare solo dalle persone con un'anima estrosa e piena di energia.


Purtroppo temo di non essere un gran che come pittrice, ma visto che mi rilassa è un passatempo nel quale mi diletto volentieri. - perché non si trattava di un lavoro, lo faceva per passione e, dunque, non era forse così tanto importante che fosse una fuoriclasse nel campo - Ad ogni modo la ringrazio… dopotutto mi ha appena dato dell'estrosa e dell'energica. - aggiunse con un sorriso, avvicinandosi per controllare le sue ferite, che per fortuna non si rivelarono troppo profonde.

Solo mentre alzava lo sguardo su di lui, per parlargli, si rese conto di quanto fossero vicini, molto più del previsto: era come se Callisto si fosse sentita attratta da lui al punto da avvicinarglisi più del dovuto… e ora che era così poco distante da lui, poteva respirare il suo odore e guardarlo ancora meglio negli occhi, notando quanto profondo fosse il suo sguardo.

... E pensa di... Potermela applicare... Adesso?

… naturalmente…

Sussurrò lei, schiarendosi poi la voce perché, insomma, non poteva certo dimostrarsi così poco professionale solo perché aveva un bell'uomo a poca distanza da sé.
Gli occhi scesero automaticamente sulla bocca di Edward quando lui se la inumidì con la lingua, e per un secondo Callisto si chiese quale sapore potesse mai avere… perlomeno finché l'uomo le fece una domanda piuttosto personale - e che dall'altro non si sarebbe mai aspettata.

Come mai una ragazza unica come lei non ha ancora trovato un fidanzato?

Sbatté le palpebre per un secondo, e mentre lui sospirava nervosamente, lei ne approfittò per dargli le spalle, abbassandosi con la schiena - dandogli senza volerlo una panoramica perfetta del suo sedere - per prendere la pomata dal cassetto, tornando poi verso il docente di Hogwarts proprio mentre quest'ultimo si scusava.

... Perdoni la mia uscita, non vorrei averla offesa, mi dispiace.

Nessuna offesa, non si preoccupi… - lo rassicurò lei con un lieve sorriso - La verità è che credo sia tutta colpa mia: non esco spesso, al contrario, e non sono quel tipo di donna da apprezzare incontri fugaci senza alcun riscontro nel tempo. - in pratica non era quel tipo di donna da apprezzare "una botta e via" - Per questo, probabilmente, non ho ancora trovato un uomo… ma non mi dispero: ho il mio lavoro, e sono convinta che prima o poi la persona giusta arriverà anche per me. - perché pensare che per colpa di Tezzereth sarebbe rimasta sola a vita era un'alternativa troppo deprimente per essere presa in considerazione.

Intanto, la Veterinaria cominciò a spalmare delicatamente la crema sulle ferite di Edward: il pizzicore iniziale sarebbe stato sostituito quasi immediatamente da una sensazione di freschezza e sollievo, per questo non lo avvertì di un eventuale dolore o fastidio, concentrandosi invece sulla consistenza della sua pelle sotto i propri polpastrelli.

E lei, invece… lei ha una compagna? - si arrischiò a domandargli, alzando lentamente lo sguardo sul suo volto.
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Messaggioda Edward » 11/07/2014, 22:40

Purtroppo temo di non essere un gran che come pittrice, ma visto che mi rilassa è un passatempo nel quale mi diletto volentieri.
Ad ogni modo la ringrazio… dopotutto mi ha appena dato dell'estrosa e dell'energica.


E se avesse dovuto elencare tutti gli altri pregi che le stava riconoscendo dopo appena 24 ore di contatto, probabilmente l'avrebbe anche stupita.
Non c'era da meravigliarsi, Rachel era una ragazza stupenda sotto moltissimi aspetti, ed anche se molti di questi erano incrementati nella loro efficacia dal potere insito nel suo DNA, Edward ignaro si trovava lo stesso ad apprezzarli incredibilmente, con un trasporto molto diverso da un semplice individuo invaghito grazie ad un potere superficiale.

… naturalmente…

Una situazione oltremodo imbarazzante, quella che si andò a creare successivamente tra loro dopo il controllo e i vaccini su Patrat la marmotta.
Edward si era spogliato della parte superiore mostrando alla dottoressa dei graffi superficiali sulla pelle e l'eccessiva vicinanza tra loro mischiata anche al fascino che ella trasmetteva nel professore avevano portato entrambi ad essere più rigidi, meno sciolti e tranquilli, forse attratti l'uno dall'altra. Quando Callisto si volse ed abbasso per prendere la pomata, l'uomo non riuscì a bloccare i suoi istinti ed ammirò il panorama.

Per la miseria ma cosa sto facendo...
Sembro in preda agli ormoni manco avessi l'età di mio fratello...


Certo, la dottoressa possedeva un fondoschiena ipoteticamente bello tondo e da infarto, ma il professor Remingford non aveva mai ceduto con così tanta debolezza alla lussuria e alla curiosità in precedenza; quello si, senza dubbio era merito/colpa di ciò che possedeva la ragazza come potere soprannaturale avvenuto per merito della Setta dei 12 e del suo più grande scienziato. Probabilmente, fu sempre quella condizione di confusione assoluta che lo spinse a parlare senza riflettere, chiedendole davvero sfacciato se si frequentasse con qualcuno.

Nessuna offesa, non si preoccupi…
La verità è che credo sia tutta colpa mia: non esco spesso, al contrario, e non sono quel tipo di donna da apprezzare incontri fugaci senza alcun riscontro nel tempo. Per questo, probabilmente, non ho ancora trovato un uomo… ma non mi dispero: ho il mio lavoro, e sono convinta che prima o poi la persona giusta arriverà anche per me.


Lei dunque crede sia una sua colpa se non accetta il sesso senza il coinvolgimento?
Mi auguro stia scherzando, io la ammiro per questo, sono sincero.


E lei, invece… lei ha una compagna?

L'avevo... Molto tempo fa.
La nostra relazione si è conclusa in quanto io desideravo il matrimonio mentre lei una frequentazione ancora decennale.
Si spaventò della mia volontà di prendere un impegno per la vita e decise di lasciarmi.


Appena malinconico nel tono, lasciò che la bionda si occupasse del proprio corpo, passando la crema sulle ferite che inizialmente produsse un bruciore lieve, ma successivamente si tramutò in una freschezza refrigerante e piacevole, tanto da trasmettergli un brivido lungo la schiena.
La fissò per qualche secondo negli occhi, poi le fissò le labbra, gli zigomi, le punte dei capelli, le orecchie, insomma tutto quanto.
Che istinto aveva di avvicinarsi ulteriormente per baciarla ma che razza di uomo sarebbe stato ad approfittarsi di quella situazione?

Voglio essere sincero con lei, Rachel...
Magari è una cosa scontata ma credo che ad una ragazza possa piacere sentirselo dire: ovviamente era una scusa il ringraziamento per i vaccini il chiederle di accettare un invito a cena da parte mia.
... La trovo una persona davvero interessante e affascinante e mi piacerebbe... Si ecco insomma mi piacerebbe conoscerla meglio.
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