Sandyon...
... Chi è?
Non mi riconosci nemmeno più?
E' grave...
C'è molto buio, non ti vedo... Chi sei?
Non mi vedi ma dovresti ricordare la mia voce.
... Rachel...
Ah, bene, allora non sono proprio finita del tutto nel dimenticatoio!
Dove sono?
Dove siamo?
Perché riesco a sentirti?
Tranquillo, è solo un sogno, tra poco ti risveglierai...
Sei un fantasma forse?
Basta con queste domande inutili, piuttosto ascolta ciò che ho da dirti.
Sarebbe?
Non ti dannare Sandyon, non puoi continuare a ferirti il cuore per tutta la vita.
Ma io ho ucciso centinaia di persone per colpa di una menzogna, lo capisci?
Si ma, anche se non è un prezzo pagato, ne hai salvate tante altre...
A cosa ti riferisci?
A Lindë
Ad Aryanne?
No, a tutti gli studenti di Hogwarts... Non ricordi forse l'attacco dei draghi?
E allora?
... Ti sei gettato nella mischia ed hai affrontato il nemico per salvare la scuola, per salvare dei ragazzi.
Aiutando nell'impresa hai permesso a tante vite di continuare ad esistere e loro ti saranno grati in eterno.
Magari fosse così semplice...
No, infatti non lo è, ma si tratta già di qualcosa ed in più... Hai ancora tutta la vita per riscattarti.
Si... Lo so...
Sii il Sandyon Vastnor del quale tutti hanno bisogno.
Se tu crolli, prima o poi crolleranno anche gli altri e sarà la fine.
Lo capisci questo?
Lo capisco.
... Oh, si direbbe che questo è odore di menta orzata, la tua preferita!
Credo sia meglio che vada, non sta certo a me rassicurarti come si deve...
Aspetta, dove vai?
Come hai fatto a raggiungermi?
Sssshhh...
Buon risveglio...
Rachel!
Rachel!
RACHEL!
Spalancò gli occhi di improvviso, guardandosi intorno.
Era stato solo un sogno.
Un sogno tremendamente vivido, così tanto che gli pareva ancora di sentire la voce della ragazza nella mente.
Strani scherzi era in grado di fare la vita, la morte, il ricordo, l'anima.
Stranamente però, non era inquieto, anzi, si sentiva molto più calmo, forse proprio perché aveva riposato ed aveva staccato la spina per qualche preziosa ora, recuperando lentamente le forze necessarie per riflettere su tutto quanto.
Il viso di Rachel gli era mancato, ma non in senso sentimentale, bensì affettivo, soprattutto dopo la verità scoperta.
Non avevano mai condiviso davvero nulla insieme ed anche il sesso, no, nemmeno quello.
Sandyon si era rifiutato ed aveva tenuto fede così all'amicizia con Tyslion.
Se da una parte quella verità lo sconvolgeva addolorandolo, da un'altra, riferito al proprio rapporto con il n°2, lo alleggeriva di un grosso peso.
Tirandosi su col busto vide di fronte a sé Monique ed Aryanne, moglie e figlia biologica, preoccupate da morire.
Come ho fatto a...
Tyslion ti ha portato fino a qui, e ti ha colpito per farti dormire... ti senti più... lucido?
... Si, credo di si.
Menta orzata.
Come era possibile che nel sogno si parlasse della stessa bevanda che la francese gli stava porgendo ora davanti?
Sandyon scacciò via quei pensieri e quelle domande per il momento, limitandosi a prendere il bicchiere e mandare giù un generoso sorso della bibita fresca che raggiunto lo stomaco e il cervello con i suoi zuccheri lo aiutò ulteriormente a riprendersi.
Piano piano, le memorie della conversazione al parco tornarono prepotenti, così come anche la figura di Asveras, anche lui molto sconvolto.
Nonostante questo, l'ex amico l'aveva portato fino a lì e lo aveva aiutato a dormire, colpendolo con parecchia forza, difatti lo zigomo gli faceva ancora un poco male, ma di sicuro era stato curato dolcemente dalla consorte.
Posò il bicchiere sul tavolino alla sua destra, poi prese un gran respiro, osservando negli occhi sia Monique che Aryanne, entrambe evidentemente sul punto di voler dire qualcosa, qualcosa che forse si erano preparate nel corso dei minuti di sonno del professore di Difesa.
Lo sguardo del Vastnor era lucido, era sveglio e vivo, segno che le avrebbe ascoltate, che stava valutando ogni dettaglio come anche le loro parole senza perdersi nulla, perché adesso era finalmente in grado di ragionare e riflettere obiettivamente su tutta la faccenda.
Tu non sei un pazzo assassino, Sandyon, e non devi pensarlo.
Sì, hai ucciso quelle persone per qualcosa di falso, per una bugia... ma non lo sapevi: quando è accaduto, il tuo cuore era dilaniato dal dolore e dalla sofferenza di aver perso le persone che amavi, e tutto ciò per te era reale...
Perciò non darti più colpe di quanto tu non abbia già fatto nel corso degli anni.
...
E non devi darti colpe nemmeno per non aver riconosciuto Dominique dietro Rachel: Merlino solo sa quanto deve averla studiata per imparare a comportarsi esattamente come lei, per farti credere di trovarti sempre di fronte alla stessa persona... non avresti potuto smascherarla, anche perché non avevi motivo di dubitare che ci fosse qualcosa che non andava, in lei.
...
E nemmeno tu, Mog, devi darti colpe: sì, c'era qualcosa di diverso in Rachel, ma come avresti mai potuto immaginare una cosa così orribile? Hai fatto ciò che potevi, piccolino mio, stai tranquillo.
Sigh... Sniff... Ok mammina... Sniff... Sigh...
Dominique Dubois.
Quella donna era l'artefice di tutto.
Lei aveva preso il posto di Rachel, lei aveva giocato coi suoi sentimenti, lei aveva minacciato sua moglie.
A parte questo, non era facile per lui decidere di andare avanti con tanta serenità.
Uomini colpevoli di un numero ben inferiore di omicidi rispetto al suo marcivano ad Azkaban per il resto dei loro giorni.
Perché mai lui doveva essere un privilegiato?
Perché mai lui non avrebbe dovuto scontare le sue colpe e i suoi crimini come chiunque altro?
Forse la risposta era piuttosto semplice e stava nel suo valore e nella sua importanza in quella lotta infinita e indecente contro persone alla pari di Dominique Dubois. Forse il suo modo per farsi perdonare non solo dal Mondo ma anche da se stesso era continuare a lottare, continuare a fungere da punto di riferimento per molte persone e così aiutare nell'impresa di far cessare l'attività di certe pazze scriteriate e ubriache di potere.
L'addestramento di Aryanne ne era un esempio, la vita della professoressa Vilvarin un altro, ma non aveva certo finito lì.
Spostò l'attenzione sulla figlia, la fissò intensamente, le diede il permesso di parlare, di andare avanti, bevendo un altro poco di menta orzata.
… sapevo quello che avevi fatto, quando ho deciso di prendere il tuo cognome ma nonostante lo sapessi, dentro di me ho pensato che non avrei potuto trovare un genitore migliore di te… e lo penso ancora, papà.
Hai cercato di espiare le tue colpe col tempo, hai salvato delle persone, mi hai riempito la vita… non potrai riportarle indietro, ma puoi far sì che tutto ciò che hai passato ti permetta ora di affrontare i tuoi demoni, e rendere migliore la vita di altre persone, come… come hai fatto con me.
Io ti voglio bene, e quello che ho saputo stasera non cambia di una virgola quello che sento per te.
Hai ancora una moglie ed hai ancora una figlia… ed abbiamo bisogno di te: possiamo superare tutto questo insieme, come una famiglia.
Perché è questo ciò che siamo.
Emise un lungo respiro.
Entrambi i discorsi avevano senso, erano importanti e di valore, sia affettivo che logico razionale.
Gli scaldavano il cuore, lo avvolgevano e lo curavano lentamente.
Dentro di lui, la consapevolezza di non essere più solo e non avere più l'odio di Tyslion, probabilmente, contribuivano a dargli modo di reagire, seppure con una iniziale debolezza, una iniziale incertezza, ma che via via andava trasformandosi nella determinazione a rimettersi in piedi.
Strinse il pugno, chiuse gli occhi, riportando alla memoria il viso di Rachel, poi quello della sorella, Faith, poi l'immagine della tomba ed infine quello di Monique al loro primo incontro, quello di Asher, Lindë, Ryan, Robyn ed anche Celine.
Poi si focalizzò sul giorno del matrimonio, su quel momento tanto importante quanto fondamentale per spingerlo a non rimanere in silenzio.
Tutti quanti erano forti, tutti quanti erano in grado di reagire e rialzarsi, ma una catena perdeva ogni solidità se anche solo un anello si spezzava e lui non aveva alcuna intenzione di spezzarsi, per quanto qualche ora prima ci era andato molto vicino.
Avvicinò una mano al volto della donna amata, carezzandolo, poi fece lo stesso con la figlia che per un secondo vide sotto un altro aspetto... e le sorrise come solo un padre era in grado di fare.
Ciò che ho vissuto durante quel periodo era autentico.
Non mi importa se dall'altra parte non è mai stato corrisposto, per me lo era e tanto basta.
Hai detto bene bambina mia, siamo una famiglia, una famiglia vera, una famiglia unita.
Grazie amore per il tuo conforto, ma nulla cambia il fatto che io abbia ucciso comunque.
Prima mi illudevo, mi fornivo un motivo molto poco valido, adesso quel motivo non esiste nemmeno più.
Tuttavia se ora cedessi farei esattamente il gioco delle persone che al tempo desideravano che cadessi sconfitto e come ben sapete, né tuo marito, né tuo padre è mai stato sconfitto da nessuno.
Trasse verso di sé le due donne, facendo si che potesse abbracciarle e farsi abbracciare di riflesso.
Vi chiedo solo qualche giorno per farmi riprendere.
Non mi hanno mai colpito tanto in profondità e in più non sono più il cuore di pietra di un tempo.
Credo che mi prenderò un mese di pausa da Hogwarts.
Moni, amore, potresti farmi gentilmente la cortesia di dare disposizioni affinché Aryanne faccia da supplente fino a fine Settembre?
Ti ringrazio.
Sorrise calmo e abbastanza sereno alla donna lanciando un'occhiata alla figlia come a dire "non una obiezione".
... Grazie ad entrambe, non avrei potuto chiedere nulla di meglio dalla vita.
E grazie anche a te... Che sia stato un sogno... O qualcosa di inspiegabilmente bello.
FINE
... Chi è?
Non mi riconosci nemmeno più?
E' grave...
C'è molto buio, non ti vedo... Chi sei?
Non mi vedi ma dovresti ricordare la mia voce.
... Rachel...
Ah, bene, allora non sono proprio finita del tutto nel dimenticatoio!
Dove sono?
Dove siamo?
Perché riesco a sentirti?
Tranquillo, è solo un sogno, tra poco ti risveglierai...
Sei un fantasma forse?
Basta con queste domande inutili, piuttosto ascolta ciò che ho da dirti.
Sarebbe?
Non ti dannare Sandyon, non puoi continuare a ferirti il cuore per tutta la vita.
Ma io ho ucciso centinaia di persone per colpa di una menzogna, lo capisci?
Si ma, anche se non è un prezzo pagato, ne hai salvate tante altre...
A cosa ti riferisci?
A Lindë
Ad Aryanne?
No, a tutti gli studenti di Hogwarts... Non ricordi forse l'attacco dei draghi?
E allora?
... Ti sei gettato nella mischia ed hai affrontato il nemico per salvare la scuola, per salvare dei ragazzi.
Aiutando nell'impresa hai permesso a tante vite di continuare ad esistere e loro ti saranno grati in eterno.
Magari fosse così semplice...
No, infatti non lo è, ma si tratta già di qualcosa ed in più... Hai ancora tutta la vita per riscattarti.
Si... Lo so...
Sii il Sandyon Vastnor del quale tutti hanno bisogno.
Se tu crolli, prima o poi crolleranno anche gli altri e sarà la fine.
Lo capisci questo?
Lo capisco.
... Oh, si direbbe che questo è odore di menta orzata, la tua preferita!
Credo sia meglio che vada, non sta certo a me rassicurarti come si deve...
Aspetta, dove vai?
Come hai fatto a raggiungermi?
Sssshhh...
Buon risveglio...
Rachel!
Rachel!
RACHEL!
Spalancò gli occhi di improvviso, guardandosi intorno.
Era stato solo un sogno.
Un sogno tremendamente vivido, così tanto che gli pareva ancora di sentire la voce della ragazza nella mente.
Strani scherzi era in grado di fare la vita, la morte, il ricordo, l'anima.
Stranamente però, non era inquieto, anzi, si sentiva molto più calmo, forse proprio perché aveva riposato ed aveva staccato la spina per qualche preziosa ora, recuperando lentamente le forze necessarie per riflettere su tutto quanto.
Il viso di Rachel gli era mancato, ma non in senso sentimentale, bensì affettivo, soprattutto dopo la verità scoperta.
Non avevano mai condiviso davvero nulla insieme ed anche il sesso, no, nemmeno quello.
Sandyon si era rifiutato ed aveva tenuto fede così all'amicizia con Tyslion.
Se da una parte quella verità lo sconvolgeva addolorandolo, da un'altra, riferito al proprio rapporto con il n°2, lo alleggeriva di un grosso peso.
Tirandosi su col busto vide di fronte a sé Monique ed Aryanne, moglie e figlia biologica, preoccupate da morire.
Come ho fatto a...
Tyslion ti ha portato fino a qui, e ti ha colpito per farti dormire... ti senti più... lucido?
... Si, credo di si.
Menta orzata.
Come era possibile che nel sogno si parlasse della stessa bevanda che la francese gli stava porgendo ora davanti?
Sandyon scacciò via quei pensieri e quelle domande per il momento, limitandosi a prendere il bicchiere e mandare giù un generoso sorso della bibita fresca che raggiunto lo stomaco e il cervello con i suoi zuccheri lo aiutò ulteriormente a riprendersi.
Piano piano, le memorie della conversazione al parco tornarono prepotenti, così come anche la figura di Asveras, anche lui molto sconvolto.
Nonostante questo, l'ex amico l'aveva portato fino a lì e lo aveva aiutato a dormire, colpendolo con parecchia forza, difatti lo zigomo gli faceva ancora un poco male, ma di sicuro era stato curato dolcemente dalla consorte.
Posò il bicchiere sul tavolino alla sua destra, poi prese un gran respiro, osservando negli occhi sia Monique che Aryanne, entrambe evidentemente sul punto di voler dire qualcosa, qualcosa che forse si erano preparate nel corso dei minuti di sonno del professore di Difesa.
Lo sguardo del Vastnor era lucido, era sveglio e vivo, segno che le avrebbe ascoltate, che stava valutando ogni dettaglio come anche le loro parole senza perdersi nulla, perché adesso era finalmente in grado di ragionare e riflettere obiettivamente su tutta la faccenda.
Tu non sei un pazzo assassino, Sandyon, e non devi pensarlo.
Sì, hai ucciso quelle persone per qualcosa di falso, per una bugia... ma non lo sapevi: quando è accaduto, il tuo cuore era dilaniato dal dolore e dalla sofferenza di aver perso le persone che amavi, e tutto ciò per te era reale...
Perciò non darti più colpe di quanto tu non abbia già fatto nel corso degli anni.
...
E non devi darti colpe nemmeno per non aver riconosciuto Dominique dietro Rachel: Merlino solo sa quanto deve averla studiata per imparare a comportarsi esattamente come lei, per farti credere di trovarti sempre di fronte alla stessa persona... non avresti potuto smascherarla, anche perché non avevi motivo di dubitare che ci fosse qualcosa che non andava, in lei.
...
E nemmeno tu, Mog, devi darti colpe: sì, c'era qualcosa di diverso in Rachel, ma come avresti mai potuto immaginare una cosa così orribile? Hai fatto ciò che potevi, piccolino mio, stai tranquillo.
Sigh... Sniff... Ok mammina... Sniff... Sigh...
Dominique Dubois.
Quella donna era l'artefice di tutto.
Lei aveva preso il posto di Rachel, lei aveva giocato coi suoi sentimenti, lei aveva minacciato sua moglie.
A parte questo, non era facile per lui decidere di andare avanti con tanta serenità.
Uomini colpevoli di un numero ben inferiore di omicidi rispetto al suo marcivano ad Azkaban per il resto dei loro giorni.
Perché mai lui doveva essere un privilegiato?
Perché mai lui non avrebbe dovuto scontare le sue colpe e i suoi crimini come chiunque altro?
Forse la risposta era piuttosto semplice e stava nel suo valore e nella sua importanza in quella lotta infinita e indecente contro persone alla pari di Dominique Dubois. Forse il suo modo per farsi perdonare non solo dal Mondo ma anche da se stesso era continuare a lottare, continuare a fungere da punto di riferimento per molte persone e così aiutare nell'impresa di far cessare l'attività di certe pazze scriteriate e ubriache di potere.
L'addestramento di Aryanne ne era un esempio, la vita della professoressa Vilvarin un altro, ma non aveva certo finito lì.
Spostò l'attenzione sulla figlia, la fissò intensamente, le diede il permesso di parlare, di andare avanti, bevendo un altro poco di menta orzata.
… sapevo quello che avevi fatto, quando ho deciso di prendere il tuo cognome ma nonostante lo sapessi, dentro di me ho pensato che non avrei potuto trovare un genitore migliore di te… e lo penso ancora, papà.
Hai cercato di espiare le tue colpe col tempo, hai salvato delle persone, mi hai riempito la vita… non potrai riportarle indietro, ma puoi far sì che tutto ciò che hai passato ti permetta ora di affrontare i tuoi demoni, e rendere migliore la vita di altre persone, come… come hai fatto con me.
Io ti voglio bene, e quello che ho saputo stasera non cambia di una virgola quello che sento per te.
Hai ancora una moglie ed hai ancora una figlia… ed abbiamo bisogno di te: possiamo superare tutto questo insieme, come una famiglia.
Perché è questo ciò che siamo.
Emise un lungo respiro.
Entrambi i discorsi avevano senso, erano importanti e di valore, sia affettivo che logico razionale.
Gli scaldavano il cuore, lo avvolgevano e lo curavano lentamente.
Dentro di lui, la consapevolezza di non essere più solo e non avere più l'odio di Tyslion, probabilmente, contribuivano a dargli modo di reagire, seppure con una iniziale debolezza, una iniziale incertezza, ma che via via andava trasformandosi nella determinazione a rimettersi in piedi.
Strinse il pugno, chiuse gli occhi, riportando alla memoria il viso di Rachel, poi quello della sorella, Faith, poi l'immagine della tomba ed infine quello di Monique al loro primo incontro, quello di Asher, Lindë, Ryan, Robyn ed anche Celine.
Poi si focalizzò sul giorno del matrimonio, su quel momento tanto importante quanto fondamentale per spingerlo a non rimanere in silenzio.
Tutti quanti erano forti, tutti quanti erano in grado di reagire e rialzarsi, ma una catena perdeva ogni solidità se anche solo un anello si spezzava e lui non aveva alcuna intenzione di spezzarsi, per quanto qualche ora prima ci era andato molto vicino.
Avvicinò una mano al volto della donna amata, carezzandolo, poi fece lo stesso con la figlia che per un secondo vide sotto un altro aspetto... e le sorrise come solo un padre era in grado di fare.
Ciò che ho vissuto durante quel periodo era autentico.
Non mi importa se dall'altra parte non è mai stato corrisposto, per me lo era e tanto basta.
Hai detto bene bambina mia, siamo una famiglia, una famiglia vera, una famiglia unita.
Grazie amore per il tuo conforto, ma nulla cambia il fatto che io abbia ucciso comunque.
Prima mi illudevo, mi fornivo un motivo molto poco valido, adesso quel motivo non esiste nemmeno più.
Tuttavia se ora cedessi farei esattamente il gioco delle persone che al tempo desideravano che cadessi sconfitto e come ben sapete, né tuo marito, né tuo padre è mai stato sconfitto da nessuno.
Trasse verso di sé le due donne, facendo si che potesse abbracciarle e farsi abbracciare di riflesso.
Vi chiedo solo qualche giorno per farmi riprendere.
Non mi hanno mai colpito tanto in profondità e in più non sono più il cuore di pietra di un tempo.
Credo che mi prenderò un mese di pausa da Hogwarts.
Moni, amore, potresti farmi gentilmente la cortesia di dare disposizioni affinché Aryanne faccia da supplente fino a fine Settembre?
Ti ringrazio.
Sorrise calmo e abbastanza sereno alla donna lanciando un'occhiata alla figlia come a dire "non una obiezione".
... Grazie ad entrambe, non avrei potuto chiedere nulla di meglio dalla vita.
E grazie anche a te... Che sia stato un sogno... O qualcosa di inspiegabilmente bello.
FINE