Le benedizioni scelte da Kirie provenivano direttamente da quel cuore puro che la Farfalla Purpurea aveva tentato invano di attaccare. Era tipico della dolce Kurosawa preoccuparsi per una sorella che, in fin dei conti, non aveva fatto altro che odiarla per tutto quel tempo. Tuttavia la giovane donna non poteva ignorare i trascorsi vissuti da Nabiki, anche se la parola "vivere" non si adattava affatto alla sua situazione. La grande empatia della Nonomiya le permetteva di incanalare la sofferenza ed il dolore altrui, specialmente quando si trattava di una sua parente di sangue, con la quale aveva anche un profondissimo legame spirituale. L'oscurità che per tutto quel tempo l'aveva avvolta, prendendo il controllo del suo corpo, non proveniva unicamente dagli immensi poteri della
yako. In essa, Kirie era riuscita ad avvertire il dolore che Nabiki aveva sempre provato, quel dolore che la loro stessa madre aveva innescato, uccidendola quando ormai ella era prossima alla vita.
Il misfatto compiuto da Ouse Kurosawa era l'atto più vile e spregevole che ella avesse mai potuto compiere. Metteva paura a Kirie che sua madre fosse stata in grado di compierlo, ma anche tanta, tanta rabbia. Una rabbia che in quel luogo sacro e così vicino alla Trama era bandito. Non poteva provare nulla la Kurosawa che fosse negativo, ma la curiosità di scoprire la verità su suo cugino Itsuki era rimasta, così come la preoccupazione che sua nonna, la sua cara nonna, fosse finalmente tornata in pace. Avevano ancora un po' di tempo prima che la Nonomiya dovesse a tutti i costi andarsene via da quella dimensione. Yuzuruha fu così gentile da portarla in un luogo dove i raggi splendenti di
Amaterasu non potessero colpirla, spingendola a sedersi per ascoltare ogni spiegazione sulla leggenda del Demone Ignis.
Non prima però di averle consegnato la sfera contenente buona parte delle caratteristiche prese dalla stessa giovane donna orientale, la quale avrebbe purificato anche, in piccola parte, la sua povera e dolce sorella.
Prendila con te e quando tornerai lì, gettala dentro lo specchio.
Tua sorella non potrà in alcun modo respingerla e sarà costretta ad assimilarla.
In questa sfera sono contenuti i tuoi tratti di eredità spirituale e le due benedizioni.
Non pesa che pochi grammi adesso, ma quando sarai di nuovo in possesso del tuo corpo, farai un po' di fatica.
Fa' attenzione che non cada: il minimo contatto con una superficie materiale la manderebbe in frantumi irreparabili.Farò molta attenzione.Prese quella sfera luminosa e candida come la neve con entrambe le mani, portandola al petto come se fosse qualcosa di estremamente prezioso e fragile. Non avrebbe avuto una seconda occasione ed era pronta Kirie ad eseguire alla lettera le istruzioni che le aveva dato la zenko. Non poteva rischiare di perdere, non ora che aveva finalmente la possibilità di fare qualcosa per la sua sorellina. L'aveva abbandonata una volta; non sarebbe successa una seconda.
Conosci la Storia della Sfera dei Quattro Spiriti, o Shikon no Tama?Fu così che iniziò il lungo racconto di Yuzuruha, un racconto che affondava le proprie radici in secoli e secoli passati. Grazie all'ombra fornita da quel riparo, Kirie fu in grado di ascoltare la zenko senza subire troppo l'affanno di un contatto diretto con la luce splendente di quel Sole Sacro. L'acqua aveva avuto su di lei un effetto ricostituente, ma ella, forte della sua Terra che seppur in minima percentuale proseguiva a vivere dentro di lei, cercò di resistere salda e flessibile come un giunco.
Il racconto di cui si fece portavoce la donna-volpe non affondava le proprie radici solo nella storia magica orientale, ma prevedeva addirittura l'intervento della fondatrice della Gilda Ignis, Rayearth Longinus. La Kurosawa ascoltò rapita il racconto di come Rayearth, stabilitasi in un villaggio giapponese, cercò di aiutarlo a difenderlo da un mezzo demone molto potente di nome Naraku; di come ella intraprese un viaggio verso il
Tokatsu, ritrovandosi ad affrontare due demoni, l'
Aka-Oni e l'
Ao-Oni, per poter prendere la spada e la Sfera dei Quattro Spiriti, che le avrebbero permesso di sconfiggere una volta per sempre il Mezzo Demone Ragno. Di come, una volta sconfitti i due
oni, essi decisero di seguirla per aiutarla nella sua impresa, colpiti dall'immensa forza della strega.
Del saldo legame che si stava creando fra Rayearth e l'antenato di Itsuki,
Mutsuki Amakura.
Amakura-kun...Fu incredibile scoprire quante poche cose sapesse della famiglia Amakura. Quanto poco in fondo conoscesse il cugino, che pure era sempre stato al suo fianco, in maniera invisibile, ma presente. La Kurosawa si vergognava di sé stessa per aver dato così poco tempo e spazio ad una persona tanto incredibile come Itsuki, la cui stirpe, forse, poteva dirsi persino più nobile e superiore rispetto ai Kurosawa stessi. Il voto di segretezza delle Gilde aveva impedito ad Itsuki di rivelare la verità su sé stesso e sulla propria stirpe. E man mano che la zenko proseguì con il racconto, la Nonomiya si rese sempre più conto di quanto la Longinus e gli Amakura fossero collegati fra di loro.
Purtroppo il Grande Oni si accorse dell'assenza della Sfera e della Spada prima che il Grande Oni Rosso e il Piccolo Oni Blu facessero ritorno nel Tokatsu.
A nulla valsero le scuse dei due esseri soprannaturali e quando Rayearth si frappose tra loro e il Grande Oni per proteggerli, l'entità suprema fu implacabile.
Con un solo gesto la fece volare via mandando in frantumi la Sfera dei Quattro Spiriti che si sparse qua e là ormai distrutta e spezzò a metà la Lama Murasame rendendola innocua.
Dopo di che con i suoi due giganteschi artigli trafisse il Demone e il suo Assistente, lasciandoli in fin di vita prima di ritirarsi nuovamente nei sotterranei infernali.
Insospettabilmente, Rayearth si era affezionata molto a quelle due entità, tanto da rimanere straziata dal dolore al pensiero di vederli morire senza poter fare nulla.
Fu allora che... Seconda la Leggenda, una lacrima proveniente dall'occhio sinistro cadde sul corpo del Grande Demone Rosso, diventando un piccolo braciere.
Una lacrima proveniente dall'occhio destro invece, cadendo sul corpo del Piccolo Demone Blu, divenne una scintilla elettrica sprizzante.
I due Oni improvvisamente emanarono una fortissima luce rossastra e bluastra, diventando tutt'uno con esse sotto lo sguardo attonito della Donna Greca e del suo Compagno.
Solo in quell'istante la donna si accorse che alcune schegge della Sfera si erano conficcate nelle carni dei due esseri e forse esse avevano favorito quel miracolo.
I Due Demoni avevano assunto la nuova identità di Totem di Gilda, Creature Magiche e non più Infernali: il Demone Ignis e l'Assistente Demone Ignis.
Essi, come tante altre creature magiche in futuro, avrebbero regalato il Fuoco o l'Elettricità ai Gildati Scelti dal Conflux, ma solo in un caso specifico.
La condizione era che i due Gildati dimostrassero le qualità nascoste nelle schegge di Sfera entrate nei corpi dei due Oni.
L'Aka-Oni era detentore della Saggezza e dell'Amore, mentre l'Ao-Oni quello di Coraggio ed Amicizia.
Dopo di che, il Demone Ignis, dotato di maggiori poteri e forze del suo Assistente, ora capace di dispensare il Fuoco, lo regalò a Mutsuki Amakura, benedicendo la sua stirpe.Stava trattenendo il fiato la giapponese, anche se di suo esso si stava facendo sempre più corto. La spiegazione della zenko non riguardava solamente una vecchia leggenda -di cui ora anche Kirie era al corrente- ma addirittura spiegava in che modo Itsuki e la sua famiglia avessero ottenuto la benedizione del Fuoco. Sentiva la sfera diventare più calda a contatto con le sue mani, ma questo non le impedì di stringerla ancora di più a sé, mentre la sorpresa e l'incredulità albergavano nel suo cuore. Tuttavia, la spiegazione non era affatto finita, giacché Yuzuruha aveva tenuto il meglio per ultimo, sancendo definitivamente il totale stupore della Kurosawa.
La donna si era presa una piccola pausa dai propri doveri, essendo ormai certa che la Gilda Ignis sarebbe sorta lì nei dintorni.
Con il trascorrere del tempo, però, quella sicurezza iniziò a traballare.
Dentro di lei sentiva che il suo viaggio non fosse ancora finito, che la Gilda avesse in realtà un'altra destinazione a lei ancora sconosciuta.
Quel dilemma la faceva star male perché ormai le sue radici erano state piantate e per di più... Aveva anche dato alla luce un figlio.
L'Amakura, comprendendo che forse il destino della compagna fosse ancora da scriversi completamente, la esortò a ripartire.
Lui sarebbe rimasto lì, ad aspettarla, o forse l'avrebbe raggiunta ed avrebbero potuto continuare insieme il loro percorso di vita e di felicità.
Rayearth si rimise in viaggio col cuore sanguinante in una notte limpida d'Agosto, lasciando il suo amore e il suo bambino.Lei non sarebbe mai stata in grado di abbandonare suo figlio. Sapeva che avrebbe sacrificato sé stessa pur di stare vicina ai propri figli, figli che avrebbe cresciuto con tanto amore e tanta dolcezza, la stessa che a lei era mancata fin dai primi anni della sua vita. Era paradossale quasi, ma la Nonomiya aveva preso una strada completamente diversa dalla madre, snaturata dal suo stesso ruolo. La figlia si sarebbe distinta dalla madre per un ruolo che sembrava calzarle a pennello, un ruolo che persino la stessa Ouse avrebbe voluto vederle addosso, ma solo per il mero scopo procreativo della loro stirpe. Niente amore da dare alla nuova erede Kurosawa, solo garantire una linea di discendenza con ancora tutti i poteri intatti. Poteri che Kirie, per molto tempo, aveva creduto di non avere.
Nei secoli a venire, gli Amakura si distinsero per il loro valore e la loro esperienza combattiva e la maggior parte degli esponenti più vicini al sangue di Mutsuki furono tutti Ignis del Fuoco.
Nessuno di loro però, al momento di ricevere il proprio elemento, venne intercettato dall'Aka-Oni, come nemmeno dall'Ao-Oni.
Questo fino a qualche anno fa, quando Itsuki Amakura, all'alba dei suoi dodici anni, ricevette la visita di una figura fatta di pura luce rossa e dalle fattezze demoniache.
Essa gli conferì il Fuoco e nel farlo si insinuò direttamente in lui, donandogli il potere soprannaturale di colpire e ferire gli esseri mistici ostili, come il Nue che attaccò me cinque anni fa.
... Per questo motivo, oggi, Itsuki Amakura è anche chiamato il "Demone Ignis", poiché nel suo Spirito vi è l'incarnazione di quella Creatura che vive nella Leggenda.La risata della zenko sembrò risvegliare la giovane donna da una sorta di sogno ad occhi aperti che aveva vissuto per tutto quel tempo, man mano che la donna volpe parlava. Aveva la capacità di incantare ed affascinare il prossimo, al punto da sfruttare quelle sue qualità senza nemmeno volerlo.
... È ovvio che non si saprà mai quanto della Leggenda possa essere veritiero, ma ammetterai che è piuttosto suggestiva, non è così?Sì... È proprio vero...
Non riesco a credere che Amakura-kun sia un discendente diretto della fondatrice degli Ignis...
I-incredibile...Alcuni dicono che la riprova sta nel fatto che Itsuki sia l'unico Ignis del Fuoco in grado di incrementare la propria temperatura corporea fino a 42° e non risentirne.
Il suo famoso tatuaggio si innesca proprio in favore di questo aumento del calore corporeo, ma potrebbe anche essere solo frutto della sua appartenenza alla stirpe di Rayearth.
Ma se ciò che è leggendario fosse anche reale, vorrebbe dire che Itsuki Amakura ha dimostrato nel suo animo la ferrea e forte presenza di Saggezza e Amore.
... Senza considerare che, stranamente, nel suo stesso periodo di vita è nato anche un altro ragazzo con cui ha stretto un forte legame, Ignis del Fulmine e con un nome molto singolare. ... State parlando di Danma-san?Il cui nome,
Kisuke, voleva significare proprio
Assistente Demone. Kirie rimase in silenzio ad elaborare tutte quelle informazioni, assurde, ma anche verosimili considerando quanto gli Amakura fossero rinomati come guerrieri. Inoltre, da quel poco che aveva conosciuto suo cugino, la nobile Kurosawa poteva tranquillamente confermare che nel suo spirito albergassero l'Amore e la Saggezza. Solamente un individuo dotato di un grande cuore, infatti, avrebbe ceduto parte della propria vita pur di salvare quella di un altro. E la sua Saggezza, forse non spiccata quanto il suo Amore, si notava comunque, fra le righe, quando con le parole aveva aiutato a stare meglio Kirie, quando aveva compreso che c'era molto di più oltre che un cognome.
Si sentiva onorata di essere stata per qualche tempo nel cuore di Itsuki e desiderosa di continuare a starci, pur non stando loro insieme. Voleva che l'Amakura le volesse bene, così come lei provava un forte affetto nei suoi confronti. Un desiderio che si trasformò in calore, portando le sue guance a prendere un po' di quel dolce colore.
Tua nonna sarebbe potuta ascendere ai campi della pace eterna quasi subito dopo che la Farfalla si era liberata.L'altra domanda, posta proprio da Kirie, era riferita all'anima di sua nonna, sacrificatasi per salvare la nipote. Era rimasta con lei per tutti quegli anni, pur non sapendolo, pur ignorando completamente la verità. Una volta che Hinako aveva spezzato il sigillo, non aveva liberato solo gli oscuri poteri della Farfalla Purpurea, ma anche lo spirito della sorella defunta, che adesso finalmente aveva la possibilità di ascendere in cielo. Così almeno sperava la giovane donna orientale, che doveva scontrarsi però con la realtà, non sapendo bene che fine avesse fatto l'anima di Hisoka.
Oramai il suo sigillo era stato indebolito e spezzato, dunque non poteva più fare nulla per evitare che venissi attaccata dalla corruzione, difatti così è stato.
Ma ha scelto ugualmente di resistere al richiamo della beatitudine appositamente sperando di incontrarti, sperando di avere modo di comunicare con te.Sperando di incontrarmi?
In che modo avrebbe potuto...?Non fece in tempo a finire la frase, perché le porte del padiglione si aprirono lentamente, cigolando, attirando momentaneamente l'attenzione e lo sguardo della giapponese, che si girò a guardare in quella direzione.
... Era consapevole di doverti restituire due tesori importantissimi, tesori che aveva preservato nel modo migliore affinché sfiorissero il meno possibile.
Era desiderosa di restituirti qualcosa che avrebbe sempre dovuto far parte di te, esattamente come la vita che ora tu stai restituendo a tua sorella.Le porte del padiglione si spalancarono definitivamente, dando modo alla giovane donna di guardare al suo interno. Si alzò in piedi, quasi automaticamente, continuando a stringere a sé la sfera, mentre lo sguardo si posava su una stanza molto semplice, di forma quadrangolare, adornata da pochi semplici abbellimenti di stampo orientale. Non vi era nulla di veramente considerevole all'interno di quella stanza, nulla tranne una cosa: una figura vestita magnificamente, con un kimono di fattura pregiata, lo sguardo dal taglio nipponico come la Nonomiya ed i capelli tirati su, in una tipica acconciatura da donna giapponese. Le fattezze, il colore degli occhi, della pelle, dei capelli, erano lo specchio riflesso di Kirie. Da sotto l'acconciatura, poi, spuntavano delle orecchie piuttosto pronunciate, lo stesso identico difetto estetico della giovane Kurosawa.
La giovane donna si avvicinò di qualche passo e mentre la figura dentro la stanza rimaneva ferma al suo perfetto centro, poco prima che prendesse parola esibendo una voce per Kirie mai sentita, ma in realtà fin troppo famigliare.
Non sai quanto ho atteso questo momento...... Sniff...L'emozione era tale che Kirie non riuscì a pronunciare una sola parola. Gli occhi erano lucidi, arrossati da lacrime di gioia, lacrime di commozione, mentre la Yuzuruha faceva qualche passo indietro permettendo alle due parenti finalmente di ritrovarsi. Un solo cenno di assenso da parte della giovane donna orientale, come a voler dire a sua nonna, la sua cara nonnina, che invece sapeva, che aveva sempre saputo quanto fosse stato difficile separarsi.
Non aveva ancora recuperato la sua memoria, ma le parole di Hinako le avevano fatto comprendere per la prima volta in tutta la sua vita che una persona l'avesse amata, l'avesse amata veramente. Non si trattava solo di suo zio, morto ormai da tempo, ma anche di Hisoka, nonna di Kirie, madre più di quanto lo fosse stata Ouse. La giapponese fece ancora qualche passo in avanti, non riuscendo a celare la profondissima emozione che provava, fermandosi esattamente un passo indietro rispetto alla parente che si presentava a lei come ella era stata da giovane. Sembrava davvero di guardarsi allo specchio, sebbene alcuni particolari cambiassero, come ad esempio un cipiglio più fiero e orgoglioso che invece, nella giovane Kurosawa, era assente.
Obaasan... Il mio cuore è sempre stato vuoto da quando te ne sei andata...
Credevo di essere sola al mondo ed invece ho scoperto che mi sei sempre stata vicino...
Mi dispiace tanto Obaasan... Mi dispiace per tutto quello che hai sofferto a causa mia...Un profondo e rispettoso inchino verso la donna, mentre le lacrime adesso scorrevano sulle guance, cadendo inesorabilmente verso il terreno. Quanto dolore aveva provocato alla sua anima essere intrappolata dentro Kirie? Quanto le aveva tolto il suo sacrificio pur di salvare la nipotina? Ancora una volta la Nonomiya si sentiva in balia di un destino che non era mai stata in grado di controllare, un destino che aveva portato sulla sua strada molte morti, molto sangue e molto dolore.