Si sedette, la ragazza, con la tranquillità quasi di trovarsi in casa propria: pessima partenza, per quanto l'aspetto la facesse perdonare.
Atletica, sicuramente, ma non allenata come molte altre druide che ricordava Quetzal.
Evidentemente era da molto tempo che non si allenava seguendo i dettami della sua comunità e ciò aveva influito negativamente sul suo corpo.
Tralasciando però la prestanza fisica non rivolta all'eccellenza, le forme in lei avevano scelto di sposarsi adeguatamente con l'armonia e la sensualità femminile che emanava, molto più di tutte le altre druide incontrate dal ragazzo in passato.
Dunque la civiltà e il mondo della Trama o babbano l'avevano cambiata forse indebolendola in un senso, ma migliorandola in un altro.
In tutto ciò l'equilibrio di Gaia non si smentiva mai, un equilibrio al quale lui teneva moltissimo.
Fermo in quella posizione, uscito allo scoperto, non fu di buone parole ma solo di una domanda con relativo avvertimento, parole alle quali giunse risposta celere, sfacciata e calma come il sole che sveglia al mattino picchiando sul giaciglio di paglia e foglie.
Mi chiedo cosa io possa aver mai fatto di male per non poter ricevere un'accoglienza migliore...
Forse ti sei seduta non curante del fatto che poteva essere un territorio occupato, a giudicare dall'arredamento...
L'istinto di piegarla sul tavolo e dare sfogo ai piaceri della carne era forte, ma distintamente Quetzal percepiva che non era solo effetto della bellezza emanata dalla ragazza, bensì dai suoi ormoni selvaggi ancora in subbuglio dopo la trasformazione, dopo l'innesto della Gemma.
Trattenne come meglio poteva il desiderio, in fondo era una sua consorella, per quanto ella ancora non lo sapesse.
Si lasciò guardare dall'occhio sfacciato tanto quanto la voce della Giovane, facendo altrettanto, non curante, sfiorando con occhi carichi di ardente passione le gambe, i piedi, le labbra, la curva del seno, l'addome piatto e le dita delle mani.
Inspirò, facendo un altro passo, quando forzatamente si trovò a bloccarsi per via della verità ricevuta su un piatto d'argento nell'immediato.
Le pupille tornarono a dilatarsi, unico dettaglio a riferire facilmente lo stato d'animo inquieto del selvaggio.
Deglutì piano, sbattendo le palpebre un paio di volte con maggiore lucidità.
Sono settimane che ti penso, sai?
Anche se l'ultima volta eri molto più animalesco di ora, per quanto altrettanto poco incline alla conversazione.
Non posso averti violentata: saresti più agitata nell'avermi di fronte.
Escluso l'aggressione, non noto graffi e il tuo abito lascia ben poco all'immaginazione.
Così... Mi hai incontrato in quella forma... Allora non ero che un animale.
Si avvicinò, alzandosi da quella sedia, forse anche per rispetto nei confronti di ciò che aveva sentito prima da lui.
Come in una danza ottocentesca, se non ancora più antica e tradizionale, Indigo gli rivolse un inchino a riverenza, sorridendo bambinesca. Ancora quel sorriso, ancora quella luce negli occhi di chi non ha paura di nulla, nemmeno del buio più profondo.
Determinate usanze di saluto venivano insegnate in pochi punti di conservazione druidica: Bulgaria e Irlanda, ergo lei proveniva da uno dei due.
Poco gli importava, adesso come adesso, anche perché si volle concentrare maggiormente sulla conversazione con la Giovane, una conversazione che, almeno per ora, desiderava si concludesse il prima possibile per tornare nel suo silenzio e nel suo raccoglimento di idee.
Hai anche un nome, bel tenebroso, o devo imparare il linguaggio dei ringhi per poterlo conoscere?
Hai omsharà kusabi eldar ninque riivesya momotuum... Celebi.
( Il mio nome lo concedo solo alle persone delle quali mi fido e al momento tu non sei nella lista... Consorella. )
A quella frase, espressa per altro nella loro lingua d'appartenenza, seguì l'espansione d'aura del ragazzo, confermandone l'effettiva natura.
Nessuna riverenza dal suo canto, bensì un gesto tipico del suo villaggio seguito da un inchino lieve col capo, a decretare l'appartenenza al clan del Madagascar. Finché non esprimeva il motivo del suo essere Rinnegato, allora non doveva temere che ella si risentisse delle colpe del confratello e provasse ad attaccarlo, perché anche per una Rinnegata ma Druida un reato come rubare la Gemma del Mana poteva considerarsi molto, troppo grave, tanto da spingerla per lo meno a consegnarlo al più vicino punto di raccolta.
Da una parte comunque, gli faceva piacere aver incontrato una come lui, forse si sentiva meno a disagio, specie dopo aver saputo che l'aveva visto comportarsi in quel modo assurdo e completamente fuori luogo per un umano normale.
Avrebbe attribuito quello stato ad un momento di perdizione e perdita di lucidità al seguito della cacciata dalla propria comunità, senza entrare nei particolari.
Non voglio che tu rimanga ulteriormente qui. Le mie motivazioni le sai.
Sto andando a farmi un bagno, vuoi venire con me forse?
E mentre esprimeva quel concetto e quella proposta, iniziò con noncuranza a spogliarsi del tutto, rimuovendo ogni strato da dosso che non fosse la sua stessa pelle, completamente immerso nella mentalità Druidica e nel tentativo veloce e spontaneo di vederla senza veli per alimentare il proprio desiderio selvaggio. Si, gli piaceva provocarsi da solo, portarsi al limite, lo faceva sentire vivo, lo faceva sentire vero, pulsante di emozioni al limite dell'umano e dell'animale, tra la ragione e l'istinto. Due anime, un solo corpo.