Il Polo Sud.
Un candido e freddo Paradiso naturale.
Luogo pressoché desolato, senza eccessiva traccia di esseri umani, località di stanziamento per tanti animali acquatici.
Temperature estreme, venti sempre freschi se non gelati e un Sole che riscalda per modo di dire, fornendo almeno una buona illuminazione.
Coltivare ortaggi, frutta, raccogliere uova, mungere per avere il latte e curare le piante di Hogwarts, o meglio, solo quelle del giardino, senza avvicinarsi alle serre, erano tutte attività meravigliose per Alistair Hyrule, Druido Rinnegato dell'ormai ex confraternita irlandese.
Aveva preso molto male la scomparsa del suo vecchio territorio, menzionando il fatto che tutta la sua famiglia, che già vedeva molte poche volte all'anno, adesso probabilmente si stava reincarnando in qualche creatura naturale, come piante, animali o insetti.
Passati circa due mesi dal fatto, l'uomo aveva deciso arbitrariamente di non scrivere l'accaduto sul proprio diario e far finta di niente, giustificando quel viaggio lontano dal mondo solo come un bisogno di riavvicinarsi all'essenza stessa del Druido vero e proprio.
In realtà, lui non aveva niente da farsi perdonare a "Gaia", la Madre Terra così chiamata da loro.
Ogni cosa che faceva la faceva in suo nome, curando i suoi figli reputandoli come fratelli, dal muschio all'abete, dal verme alla tigre.
Eppure, da quando la comunità con il portale presso Stonhenge era stata rasa al suolo da chissà cosa e chissà chi, il rinnegato sentiva il bisogno di fare le veci di tutti quei vecchi confratelli che erano morti e non potevano più servire il terreno, l'acqua, il cielo, di loro volontà.
La notte che avvenne il disastro, l'energia naturale del mondo subì uno scossone così forte che si svegliò nel cuore del presto mattino con il fiatone, il principio di un infarto e il sudore più gelido che si potesse formare sulla pelle.
Già perché quando l'equilibrio naturale del mondo veniva messo in un tale pericolo, tutti i Druidi, rinnegati compresi, potevano avvertirlo.
Bevve molti sorsi d'acqua e fino ad una settimana dopo non seppe davvero capire da cosa provenisse un tale sconquasso.
Troppo preoccupato per pensare alle tradizioni, si spinse fino ai "Lost Woods" per sperare di incontrare uno dei sui ex amici e simpatizzanti.
Fu allora che notò la totale assenza di energia: i "Lost Woods" erano privi di potere illusorio, ci poteva entrare senza percepire la minima difesa della confraternita. Ma cosa stava succedendo?
Attraversò di corsa, preoccupato più che mai, arrivando fino all'entrata della comunità Druidica, accedendovi senza sforzi o problemi.
Quello che si trovò a contemplare, inase i suoi incubi per almeno due settimane.
Corpi riversati a terra senza vita, con occhi spalancati e abiti macchiati di sangue.
Animali impauriti che giravano qua e là e si avvicinavano ad Alistair cercando aiuto, conforto, affetto.
Dopo averli aiutati ad uscire dalla zona ed andare in delle aree protette e selvatiche, il Druido prese ogni singolo corpo, compreso quello della famiglia e di tutti i trecento confratelli senza vita e diede una degna sepoltura, plasmando la terra con i suoi poteri.
Una volta benedetti i loro corpi con i propri incantesimi, Alistair si allontanò da lì, ripromettendosi di non tornare mai più, ancora troppo scosso, incapace di ragionare, bisognoso di chiudersi nella propria abitazione e piangere senza barriera o controllo, annegato nel dolore.
Trascorsi molti giorni da allora, non era ancora riuscito a superare del tutto il malessere psicologico galoppante che lo aveva investito, ma ad ogni modo, essendo sempre stato un tipo molto meditativo e considerando che erano cinque anni che non stava più a stretto contatto con la propria comunità, stava pian piano riacquistando la stabilità necessaria a farsi forza ed andare avanti.
Non aveva potuto chiedere informazioni al riguardo presso il Ministero perché a tutti gli effetti la strage per il Mondo Magico non era avvenuta, per questo adesso non si dannava l'anima chiedendosi chi fosse volendo trovare il colpevole a tutti i costi, tanto ipotizzava che non avrebbe cavato un singolo ragno dal buco.
Poteva solo sperare che quella sciagura non si ripetesse e in qualche maniera venisse a sapere col tempo l'autore o gli autori di quella carneficina e soltanto allora avrebbe cercato la relativa e rigorosa giustizia.
Aveva fiducia nella natura, nell'equilibrio del mondo e degli elementi, loro non l'avrebbero abbandonato, loro lo avrebbero condotto alla verità prima o poi, doveva solo avere fede e saper aspettare, paziente e vivo.
Per questo adesso non faceva altro se non vivere la vita, cercando di gioire assieme ai figli di "Gaia", sguazzando con loro nel vasto e magnifico specchio che si chiamava "Oceano Antartico", cercando con loro non solo un contatto, ma un ritorno alle origini, poiché solo così avrebbe potuto accettare con molta più semplicità la sintesi dei fatti avvenuti.
Ad un tratto, nel suo peregrinare per i fondali marini del Polo Sud, decise di risalire in superficie, per lasciar andare lo sfiatatoio e salutare qualche creatura marina più abituata a rimanere in alto piuttosto che diversi metri sott'acqua.
Aveva giocato con le balene, con i pinguini e con le foche, conoscendo praticamente tutto di loro, sapendo bene che quello era proprio il loro territorio, il luogo dove si trovavano meglio e dal quale non potevano essere portati via.
Proprio grazie alla sua così grande conoscenza delle creature del mondo, merito dell'essere Druido naturalmente, Alistair quando vide il salto fuori dall'acqua di un'altro tipo di pesce dovette soffermarsi maggiormente su di esso abbastanza perplesso e contrariato.
Una manta... Al Polo Sud?
Solo dopo averla fissata per qualche secondo in più si accorse che in realtà sotto le mentite spoglie di quel bellissimo animale acquatico si celava un Druido esattamente come lui, proveniente da chissà dove e interessato anch'egli evidentemente, a passare un po' di tempo nel fresco dei ghiacci all'estremità del pianeta.
Fu sinceramente contento di incontrare un altro come lui, riconoscendolo come non rinnegato, ma chiaramente non potendone capire il sesso, l'età o il grado, poiché l'aura dei Druidi sotto forma animale è molto debole ed è difficile riconoscerne troppe informazioni, il sesso poi, quello è quasi impossibile, dovendosi accorgere del sesso in se dell'animale che, in una manta, è abbastanza nascosto.
Iniziò a nuotare inseguendo (senza troppa difficoltà vista la stazza) il/la collega, parandoglisi davanti e facendo segno di andare assieme verso la riva per comunicare meglio, in forma umana.
Aveva proprio voglia di comunicare con un simile, sperando ovviamente che non venisse considerato male per il suo grado come Rinnegato.
Se l'altro/a avesse quindi accettato volentieri l'invito, allora si sarebbero messi a nuotare fluidi fino alla riva, facendosi spazio tra un grande banco di pinguini tutti riuniti vicino ai secchi di pesci lasciati da Alistair per nutrirli, ovviamente coperti onde evitare razzie senza permesso.
Una volta appoggiatosi con la grande testa su un banco bianco e solido, l'uomo riprese le proprie sembianze originarie, attendendo allora che facesse lo stesso anche la manta in questione.
Inutile menzionare che per ovvi motivi di presunta solitudine egli non portava alcun costume da bagno, ma vero era anche, che se lui/lei veniva da una comunità e non era rinnegata, lì farsi vedere senza vestiti non era una cosa molto strana, quindi evitò di pensare ai pudori, per quanto, stando a stretto contatto con il mondo non druidico, un minimo di difficoltà nel vedere con serenità un corpo nudo femminile gli si era formata.