[newsgoth]Che fosse antipatia o simpatia, restava il fatto che la creatura non gli rispondeva.
Non che la cosa lo irritasse, Zephyr era un tipo molto paziente e alla fine anche abbastanza placido, ma adesso come adesso sentiva anche la necessità di tornare a stare per conto proprio, da solo, senza nemmeno quella piccola creatura vicino a lui.
Esattamente, se essa non voleva far lui compagnia con la sua presenza, continuando ad alimentare le sue domande e la sua curiosità, allora probabilmente la cosa migliore era che si separassero ed ognuno andasse per la propria strada.
Una volta scoperto quel fiore sepolto sotto la neve, gli occhi del Prefetto si posarono nuovamente sulla "farfalla", osservandone le reazioni.
Gli animali, pur non essendo intelligenti sapevano mostrare qualche sentimento positivo o negativo, mentre invece quella emanazione ghiacciata, proprio come il suo elemento, si limitava a restare lì, si limitava a fissare un punto fermo fermo e vuoto, impedendo in quella maniera al semi-vampiro di formulare una qualunque ipotesi e quindi, prolungare il suo interesse nel rimanere lì a cercare di comunicare.
Poteva sembrare che in quel frangente fossero diversi magari, che lui fosse più vivo mentre essa più eterea, ma nella sostanza la loro uguaglianza nello spirito del ragazzo era piuttosto palese.
Non era lui il primo, quando si trovava dentro la scuola, a non mostrarsi mai interessato troppo a nulla o nessuno?
Non era forse lui il primo ad essere osservato con curiosità per il modo in cui pareva estraniato dal resto del mondo?
Non era forse lui il primo al quale se si toccava la pelle, la si percepiva fredda e gelida, anche più di quella di Melia?
Evidentemente non ti piacciono i fiori.
Sarà meglio che vada, abbiamo di meglio da fare che intrattenere l'altro, non credi?
Si alzò in piedi, lanciando ancora una volta un'occhiata al piccolo vegetale che aveva liberato da sotto la coltre bianca.
Non lo volle ricoprire, in fondo adesso era libero forse di vivere un poco di più, e magari la "farfalla" avrebbe usufruito di lui soltanto dopo che l'aberrazione se ne fosse andata. Magari chissà, era proprio perché la creatura sentiva che lui non era normale ma un miscuglio di laboratorio, che non si fidava abbastanza di lui da avvicinarsi e comunicare. Zephyr era autorizzato anche a fare questo ed una parte interna di se, seppur minima, nascosta, profonda... Provò un moto di sofferenza e tristezza accennata, che si palesò con un rosso degli occhi ancora più scuro.
Erano proprio quelli i pensieri che lo attraversavano quando stava da solo a riflettere, e magari anche per quello non voleva mai condividerli con la collega Serpeverde, troppo personali, troppo intimi, troppo diversi.
Fece un altro passo indietro, adesso sul punto di andarsene del tutto, muovendo la destra in un saluto placido nei confronti della creatura, ma parve che in quel frangente, essa non fosse d'accordo con quel distacco.
Iniziò a sbattere le ali e cominciare a modificare il suo aspetto, plasmandolo in modo che divenisse più simile a quello umano, con qualche lieve sfumatura fantastica e magica che ricordava quella delle fate.
Zephyr non poté fare altro che rimanere piuttosto interdetto e perplesso da quella visione, tanto da schiudere appena le labbra e fissare l'emanazione ghiacciata con occhio perso e confuso.
Fatti avvolgere da me... Quella voce gli avvolse la mente ed i sensi, facendogli dilatare completamente le pupille.
La "farfallina", ora splendida donna con ancora delle fattezze gelide e vitree, spalancò le ali, ed una sfera candida si diresse veloce in direzione del ragazzo, proveniente dalle sue labbra.
Non ci fu il tempo di prendere la bacchetta, ma a dir la verità, lui nemmeno tentò di farlo.
Cercò di spostarsi però, quello si, mosso da un istinto di protezione e diffidenza che mostrava sempre, verso tutto e tutti.
Ma forse anche la volontà di capire quanto fosse strana quella faccenda non gli permise di flettere così tanto le gambe ed i muscoli per muoversi, infatti lo spostamento fu minimo e l'intento della creatura andò totalmente a buon fine.
A quel punto, invece che dimenarsi al seguito dell'energia scontratasi addosso a lui, Zephyr preferì rimanere immobile, limitandosi ad osservare cosa sarebbe successo di lì a poco, adesso che tanto era inutile che facesse qualcosa per rimediare, visto che era stato colpito.
Il suo corpo, prese a gelare e diventare una lastra di ghiaccio, coprendosi di uno spesso strato di ghiaccio che lo coprì fino al collo, lasciando soltanto la testa scoperta.
Non poteva muovere un solo arto, non un dito delle mani o dei piedi e girare appena il collo significava inevitabilmente graffiarsi con la superficie leggermente ruvida del vetro naturale.
Inspirò profondamente, percependo addosso quel freddo che non era fastidioso, bensì da un lato piacevole, lui che tanto nelle vene sentiva sempre scorrere qualcosa di freddo e non bollente come negli altri essere umani.
Sbatté le palpebre lentamente, qualche volta, rimanendo in contemplazione di quella "donna" che poco fa aveva spalancato le ali ed ora non accennava a fare niente, forse volendo constatare cosa avrebbe fatto o detto il suo interlocutore.
Se mi hai lasciato libero di parlare e respirare, un motivo deve esserci.
Ora hai una bocca per esprimerti, chi o cosa sei e perché mi hai fatto questo?
Il timbro che utilizzò per comunicare con lei fu il più tranquillo e morbido possibile, e non perché avesse paura di lei, ma solo perché non era mai stato tipo in grado di manifestare largamente emozioni e sensazioni, permanendo sempre freddo, costante, imperturbabile, proprio come la "farfalla" che prima lo aveva fissato per tutto quel tempo senza fare niente.
Poco dopo, alzò gli occhi al cielo, fissando le coltri di nuvole grigie e candide che coprivano tutto l'azzurro, rendendo l'atmosfera più ovattata e invernale, così che a distanza di pochi secondi, riprese ancora a nevicare, con fiocchi moderatamente grandi e delicati che si posavano sul viso, sui capelli e sul collo del Prefetto Corvonero, diventando in breve piccole gocce fredde, volte a solcare la sua pelle come sottili carezze della natura.
Erano stati chiari i professori: in caso di neve fare subito ritorno per rimanere uniti, qualora si fosse deciso di spostarsi nella zona del bosco.
Ma pensate davvero che a lui in quel momento interessasse qualcosa di tale avvertimento?
In primis non poteva certo spostarsi, in secondo luogo, stava bene lì. Dunque in caso, avrebbe scontato la punizione.
... Sei stata tu? [/newsgoth]