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Messaggioda Eibhlin » 06/06/2013, 12:44

[Stanza privata della docente Bennet - Domenica - ore 2.45]



Si dice spesso che i sogni che facciamo di notte siano premonitori, che a volte siano ben più reali di quanto possiamo immaginare, ed altre volte che siano la trasposizione di ciò che stiamo facendo in un'altra realtà, in una vita parallela alla nostra.
Quella notte, l'Acqua aveva deciso di avvicinarsi a Martha Bennet, e di provare ad abbracciarla col suo fresco tocco: ma decise di farlo nel sonno, mentre lei dormiva, insinuandosi nella stretta di Morfeo per contaminarla e guidare la donna verso di sé; così, qualsiasi sogno stesse facendo la professoressa di Pozioni, all'improvviso questa si sarebbe ritrovata in un sogno del tutto diverso.
Era sott'acqua, eppure poteva respirare tranquillamente, come se stesse incamerano aria ad ogni respiro: si trovava all'entrata di una caverna, dando le spalle all'ingresso da cui, se anche si fosse voltata, non avrebbe visto nulla poiché dietro di lei c'era solo il buio; di fronte a sé, invece, si ergevano come dei pilastri in roccia un po' storti, dall'aria molto antica. L'ambiente era sfocato, i contorni a volte non si distinguevano nettamente, come se sì, potesse respirare l'acqua, ma essa le desse fastidio alla vista.


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Intorno a lei sembrava regnare il più completo silenzio: eppure, se si fosse concentrata meglio - [Concentrazione ≥ 20] - forse sarebbe riuscita a cogliere un flebile suono provenire da lontano, dritto di fronte a sé, come una nenia nella quale, ogni tanto, veniva pronunciato il suo nome: avrebbe dovuto nuotare, naturalmente, per raggiungere quel suono, ma Martha l'avrebbe fatto o avrebbe preferito rimanere ferma sul posto fino a che la veglia non avesse preso il posto del sonno?
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Messaggioda Martha » 07/06/2013, 0:02

[Stanza Caposcuola Corvonero - Ore 00.12]


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Era sveglia. Nonostante l'ora tarda, la pozionista non riusciva a chiudere occhio. Il libro che stava leggendo, Miti sui Celti, giaceva aperto a metà sulle sue gambe nude, celate da una coperta non troppo pesante. Un nuovo anno scolastico era appena iniziato e le temperature autunnali non erano ancora abbastanza rigide da costringere gli abitanti del Castello a coprirsi quanto più potevano. Una semplice sottoveste di seta nera faceva infatti da pigiama alla pozionista, capelli sciolti che ricadevano scomposti sul cuscino e sguardo pensieroso. No, decisamente quella non era la notte migliore per ricordare eventi ormai morti e sepolti. Non dopo che era riuscita, con così tanto successo, a chiudere il suo cuore ai ricordi, dimostrando un'indifferenza e una freddezza degna della Regina dei Ghiacci babbana. Già, per sua fortuna non era sorda e sapeva che molti studenti la definivano in quel modo per il suo atteggiamento distaccato e la sua poca disponibilità nei loro confronti. Martha riconosceva di non essere una buona insegnante per loro, non come lo era stato per lei il suo mentore. Dal punto di vista didattico, sapeva di non avere rivali nel suo campo e che ogni sua conoscenza veniva prontamente trasmessa a coloro che avessero avuto voglia di imparare. Ma dal punto di vista umano...no, la donna aveva scelto di non amare, di non socializzare e di non aprire mai più il proprio cuore a qualcuno. Avrebbe lasciato che questo si trasformasse in un cuore peloso come quello dello stregone in una famosa fiaba di Beda il Brado? La pozionista non arrivava a tali livelli di Oscurità da decidere di consacrare la propria vita alla parte peggiore dell'essere umano. Ma la sua indifferenza le impediva anche di volgersi verso coloro che avrebbero potuto risvegliare in lei un po' di luce.
Come la sorella, Lyra. O la sua collega di Divinazione, Tisifone Samyliak.
Aveva sentito che la divinante stava passando un brutto periodo della sua vita. Durante i pasti, la donna preferiva starsene per conto proprio e le sue lezioni, sempre a detta degli studenti, erano diventate strane, quasi risentissero del suo stato d'animo. Dal canto suo, la maggiore delle Bennet non aveva stretto con lei un legame così forte da preoccuparsi per la sua condizione fisica e psichica. Ma Tisifone le serviva. Era una donna discreta, fiera e brillante, ma sopratutto conosceva l'arte dell'Occlumanzia. Arte che la pozionista stava cercando di apprendere. Questo sarebbe bastato per indurla a chiedersi cosa fosse successo alla sua collega e, mentre riponeva il libro sul comodino accanto al letto e spegneva la luce, la donna decise che nei giorni a venire avrebbe cercato di avere un incontro privato con lei per chiarire la faccenda.
Rimase ancora una mezz'ora buona sveglia, al buio, attendendo che il sonno venisse a portarla via e le facesse dimenticare, almeno per poche ore, ogni suo ricordo. L'ultimo, fugace pensiero, prima di lasciarsi trascinare dalla corrente di Morfeo, era il volto sorridente di Heathcliff Norrel.

Immagine

[Ore 2.45]


Infine il sonno era arrivato a ghermirla, portandola nei recessi più oscuri e negli anfranti della sua mente. Stava sognando, la pozionista, ma era un sogno insignificante come tanti altri, una serie di immagini che andavano e venivano. L'ultima cosa che vide, prima che il mondo attorno a sè cambiasse totalmente, era lei mentre faceva lezione nell'aula di Pozioni.
Poi acqua. Acqua da tutte le parti. Ovunque la donna si girasse, non riusciva a vedere altro, non riusciva a sentire altro. Aprì la bocca, istintivamente e...non successe nulla. Non sentì i propri polmoni riempirsi e soffocare annegati. Non sentì la pressione privarla della propria coscienza, fino a farla morire. Respirava. E quella era la cosa più importante. Era nuda in quello strano sogno, ma la cosa la lasciava indifferente. In quel mondo ovattato ogni decenza morale e sociale andava perdendo significato. Sembrava quasi di essere tornati nel grembo materno e la sensazione, notò Martha, non era affatto spiacevole. Si voltò, osservando quale spettacolo le offrisse il suo sogno intorno a lei. Niente. Il vuoto più totale. Eppure, di fronte c'era quella strana costruzione. Pilastri di roccia, pensò nel sogno. Anche se la vista non funzionava tanto bene. Come se da un momento all'altro fosse diventata miope. Era un'osservazione strana da fare in quel frangente. Tanto che venne presto dimenticata e rimossa. Ora qualcos'altro attirava l'attenzione della strega. Una voce, lontana, che sembrava chiamarla. La pozionista riuscì a capire che quel richiamo proveniva dalla fessura che si apriva fra le due alte colonnate. Che cosa sarebbe stato meglio fare in quella situazione? Proseguire o restare lì ferma?
La voce continuava a chiamarla. Perchè non avrebbe dovuto seguirla? In fondo non c'era nulla ad impedirglielo. Provò a mettersi in orizzontale, muovendo ritmicamente le gambe come le avevano insegnato quando era bambina e doveva imparare a nuotare. Non era difficile. La forza delle gambe, insieme a quella delle braccia che si muovevano all'unisono, spinsero il corpo della Bennet in avanti, facendole oltrepassare le due colonne. Non sapeva cosa l'aspettava, una volta intrrapresa quella strada, ma per una volta la mente della pozionista era in pace e libera da qualsiasi pensiero.

Spoiler:
[d20:12 + Concentrazione:12 => 22]

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Messaggioda Eibhlin » 07/06/2013, 20:52

Aveva deciso di muoversi alla fine, la docente di Pozioni di Hogwarts: d'altronde perché rimanere ferma lì, all'imbocco della caverna, quando c'era la possibilità di andare avanti e di scoprire di chi fosse la voce che tanto dolcemente stava ponunciando il suo nome?
In fondo era solo un sogno, e i sogni di certo non potevano fare male... no?
Essere nuda sicuramente, le facilitava i movimenti, e non appena Martha avesse dato la prima bracciata, si sarebbe resa conto di nuotare molto più velocemente del normale, come se non avesse più mani e piedi ma pinne da pesce: eppure le mani e i piedi erano ancora lì, perfettamente umani. Forse tutto merito del fatto che si trattava della realtà a cui faceva capo Morfeo?
In realtà era l'Acqua a volere tutto questo, ma lei di certo non lo poteva sapere; così, la donna prese a nuotare in avanti, sgusciando tra le torri storte in mezzo all'acqua per trovarsi in quello che sembrava l'oceano, una distesa infinita d'acqua dentro la quale la Bennet poteva respirare normalmente.
La voce sembrava provenire da un punto di fronte a sé, forse leggermente sulla sinistra, ma Martha non ci avrebbe messo molto a raggiungerlo, non alla velocità alla quale stava nuotando: dopo circa dieci minuti di bracciate, la donna sarebbe stata costretta a fermarsi perché, di fronte a lei, sarebbe comparso qualcosa d'insolito.


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Due figure erano immerse nell'acqua, a poca distanza dalla sua posizione: una donna dai capelli biondi e gli occhi scuri, la pelle leggermente verdognola, ed un bambino dalle fattezze esili, con un paio di piccole ali sulla schiena; nessuno dei due stava guardando in sua direzione, eppure sembravano che stessero aspettando proprio lei.
Era la donna, in particolare, a pronunciare il nome della protagonista del sonno, in una nenia sussurrata in una lingua sconosciuta alla Bennet che avrebbe potuto capire soltanto il suo nome in mezzo a quelle parole: non appena la figura bionda sembrò accorgersi di lei, però, spalancò gli occhi spaventata e prese a nuotare via, lontano, dandole le spalle per mettere la maggior distanza possibile tra loro.

Perdonala - disse allora il bambino, sbattendo le alette per avvicinarsi alla donna con un sorriso infantile sulle labbra - Ianira è piuttosto timida, con gli estranei.

Le spiegò, come se quelle parole bastassero per farle comprendere di cosa si trattasse: e chissà se Martha sarebbe stata in grado - Elaborazione ≥ 25 - di ricordarsi chi fosse, Ianira, nella mitologia...

Su, vieni! - esclamò il suo interlocutore, poco dopo, facendole cenno con la mano di seguirlo - Ti stavamo aspettando, sai? Ce ne hai messo di tempo per farti trovare! - aggiunse, quasi lanciandole un'occhiata di rimprovero - Allora, sei pronta per il tuo battesimo dell'Acqua?

Domandò infine, prendnedo a nuotare vigorosamente: ma Martha che avrebbe fatto, avrebbe inseguito quello strano individuo pur non sapendo cosa ciò le avrebbe riservato, o avrebbe preferito tornare indietro, scegliendo quindi la strada più sicura?
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Messaggioda Martha » 11/06/2013, 20:24

Nuotare non era mai stato facile come in quel momento. L'acqua le scivolava sul corpo nudo, accarezzandola dolcemente, mentre braccia e gambe lavoravano a ritmo sostenuto per superare le strane colonne di fronte a sè e raggiungere la fonte che la stava chiamando. Eppure i muscoli non le dolevano per lo sforzo. Forse perchè ella non si stava sforzando. La velocità con la quale procedeva era a dir poco straordinaria, quasi la pozionista avesse inghiottito dell'Algabranchia e le fossero spuntate pinne e branchie. Tuttavia il suo corpo era rimasto il medesimo e la donna non sembrava preoccuparsi minimamente di tutte quelle stranezze. Era in un sogno, in fondo. Ed anche un sogno piacevole, rispetto a tanti altri. Niente dolorosi ricordi, niente angoscia nè rammarico nè senso di vuoto a tormentarla. Si sentiva in pace e tanto le bastava.
Andando avanti, Martha si ritrovò in uno spazio infinito, quasi fosse al cospetto dell'oceano stesso. La voce che la chiamava, se prima debole, ora sembrava essere diventata più forte, quasi la donna fosse vicina ormai alla meta. Infatti, ben presto fu costretta a fermarsi. Un bambino con delle ali sulla schiena pareva attenderla insieme ad una donna eterea quanto strana nell'aspetto: pelle verdognola, simile a quella dei Tritoni pensò la Bennet, capelli biondi e sguardo scuro. Era proprio lei a chiamarla, con la sua voce suadente e dolce. La docente non conosceva la lingua della creatura, ma in mezzo a quelle parole riusciva a distinguere nettamente il proprio nome, che ricorreva più volte. Tuttavia, quando la pozionista tentò di avvicinarsi, ella scappò spaventata, lasciandola interdetta sul proprio posto. Era incerta su come comportarsi: nonostante sapesse che quello era un sogno, la sua mente sembrava ben più cosciente di quanto fosse ammesso in un simile frangente.

Perdonala.
Ianira è piuttosto timida, con gli estranei.


Ianira?

Pensò più che dire la pozionista. Sebbene fosse in grado di respirare, non era altrettanto sicura di poter parlare sott'acqua. Per questo, il suo volto assunse un'espressione incerta, come a sottolineare che quel nome non le rammentava nulla [d20:2 + Elaborazione:12 => 14].

Su, vieni! Ti stavamo aspettando, sai? Ce ne hai messo di tempo per farti trovare!
Allora, sei pronta per il tuo battesimo dell'Acqua?


Parole incomprensibili giunsero all'orecchio attento della donna, non perchè non conoscesse l'idioma che il bambino stava usando, ma perchè il significato stesso di ciò che diceva le risultava oscuro e misterioso. Cosa voleva dire che la stavano aspettando? Non conosceva quelle creature, come potevano attenderla? E poi, che cos'era il battesimo dell'acqua? Nonostante fosse nata purosangue, Martha conosceva le leggende e i rituali riguardanti un dio babbano, i cui seguaci si facevano battezzare con l'acqua in suo nome. Vecchie reminiscenze dei suoi anni ad Hogwarts, di ore passate sui libri di Babbanologia. Che il bambino, dunque, si stesse riferendo a quel tipo di rituale? Per quanto la cosa le suonasse assurda, la strega non poteva escludere una simile ipotesi, fino a quando non avrebbe avuto prove concrete per confermarla o smentirla.
Nel frattempo che la sua mente si perdeva in tali elucubrazioni, il bambino si stava allontanando velocemente dal luogo, facendole segno di seguirlo. Martha si ritrovò a scuotere la testa, cercando di non pensare troppo ai se e ai ma che si formulavano nella sua mente. Se non fosse andata avanti non avrebbe mai scoperto il significato di quelle parole e la curiosità, caratteristica tipica della sua persona, la spinse a prendere una decisione in fretta. Il corpo si mosse automaticamente in direzione della creatura, nuotando in quel modo leggero e veloce, quasi fosse l'acqua stessa a sospingere la donna e non lei a muoversi da sola.

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Messaggioda Eibhlin » 13/06/2013, 21:41

Sì, non c'era dubbio, l'Acqua l'aveva scelta e chiamata: certo, poteva trattarsi tutto di un sogno, poteva essere solo un parto fantasioso della mente di Martha... ma, per essere un sogno, com'era possibile che fosse così vivo? E com'era possibile sognare un posto del genere, se mai visto prima?
Che fosse un sogno o meno, ora la Bennet nuotava a tutta velocità dietro al bambino, che tuttavia non si era presentato: all'effettiva tutto era ignoto per lei, dal bambino che sfrecciava grazie alle sue alette poco distante da sé, alla donna che era scappata via non appena si era accorta di lei, persino il luogo dove si trovavano le era sconosciuto, perché poteva essere un mare come un oceano, ed anche capendo quale dei due facesse al caso suo, in ogni caso di mari ed oceani ce n'erano così tanti che capire quale fosse quello dove si trovava era impossibile.

Presto presto! - esclamò il bambino, voltando appena il capo verso di lei per farle poi cenno con la manina di muoversi - Calipso avrà già cominciato, e odia chi arriva in ritardo!!

Aggiunse, scuotendo la testa con aria rammaricata e prendendo a sbattere più velocemente le ali: per fortuna di Martha, l'Elemento che la circondava sembrava esser ben disposto a darle una mano, e dunque la sospingeva il più possibile nella direzione da lei presa tramite le bracciate; ci vollero poco meno di cinque minuti prima che il bambino si fermasse, intimando alla donna di fare silenzio con il dito indice che si posò di fronte alle labbra, e le indicasse uno spettacolo piuttosto strano.


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Di fronte a lei vi erano delle sirene, sì, come quelle che conoscevano anche i babbani nelle loro leggende: donne bellissime, aggraziate, con una lunga coda: si trovavano tutte insieme a formare un cerchio, mentre al centro di quella figura geometrica nata dalle creature magiche ve n'era un'altra, più luminosa, con un paio d'ali trasparenti che sembravano fatte di ghiaccio sottile e le mani congiunte a mo' di preghiera.
Una delle sirene, quella in basso a destra del cerchio formato dalle compagne, si volse verso Martha con un sorriso leggero sulle labbra, invitandola ad avvicinarsi con un cenno della mano.

Ti stanno chiamando, hai visto? Su, avvicinati!

La incitò il bambino, che intanto nuotando si era fermato alle sue spalle e ora la stava spingendo in avanti con le sue manine, sbattendo anche le alucce così da dare una forza maggiore a quella spinta; non appena la professoressa Bennet avesse iniziato ad avvicinarsi a quello strano cerchio - ammesso che avesse deciso di avvicinarsi naturalmente - la sirena al centro di esso avrebbe rivolto il suo sguardo su di lei, e tutte le sirene intorno a lei si sarebbero disperse, lasciandole sole almeno all'apparenza.

Martha Bennet... ti stavo aspettando.

Mormorò la sirena sconosciuta... o meglio, comunicò telepaticamente con lei, visto che le labbra non si mossero di un millimetro: nuotò elegantemente verso la sua figura fino a che non le si fermò davanti, tendendole poi la mano in un invito silenzioso a prenderla; se la donna avesse deciso di afferrarla - e in fondo, arrivata a quel punto, perché fermarsi? - la sirena l'avrebbe guidata fino al centro del cerchio che ora, ovviamente, non era più tale mancando le sirene, lì dove poco prima era presente lei e dove invece, ora, erano presenti quattro calici d'oro, ognuno dei quali conteneva, al proprio interno, dell'acqua colorata in modo diverso.


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L'Acqua spesso può cambiare colore, si può celare alla vista, ma rimane sempre tale nella sua essenza: dimmi, tu che per il tuo lavoro crei spesso composti di colore differente... quale di questi preferisci? Ciò che più richiama il colore naturale dell'acqua o ciò che invece se ne distacca completamente?

Le domandò, sempre senza schiudere le labbra: il tono comunque, nella mente di Martha, sarebbe parso come dolce, gentile, quasi materno; non appena la donna avesse espresso la sua preferenza, la sirena che il bambino aveva nominato come Calipso avrebbe preso il calice corrispondente alla scelta da lei effettuata, e l'avrebbe passato all'altra.
Il sottinteso? Molto semplice... la stava invitando a dissetarsi con quel liquido, accettando tutte le conseguenze che da quel gesto si sarebbero susseguite.
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Messaggioda Martha » 18/06/2013, 13:01

Non era normale quel sogno, pensava la donna mentre inseguiva nuotando il bambino. Era tutto troppo vivido, troppo reale a volte, tanto da farla dubitare che stesse effettivamente dormendo. Eppure era impossibile che lei riuscisse a respirare sott'acqua senza l'ausilio della magia o che riuscisse a nuotare così velocemente. Martha non poteva fare a meno di fare quelle considerazioni, mentre l'acqua l'avvolgeva dolcemente, spingendola sempre più avanti. A quanti metri di profondità si trovavano? Perchè non avvertiva la pressione? Domande che si rivolgeva e alle quali non dava risposte. Solo di una cosa era certa: là sotto, tutti i suoi problemi sembravano svanire nel nulla. Non doveva preoccuparsi delle lezioni, degli studenti, della memoria di Heathcliff o di qualsiasi altra cosa. Era libera e nonostante le stranezze nel quale era immersa, la cosa non la disturbava affatto.

Presto presto! Calipso avrà già cominciato, e odia chi arriva in ritardo!

Le parole del bambino spinsero la pozionista a muovere ancora più velocemente gambe e braccia, nel tentativo di acquisire maggiore velocità. Non conosceva chi fosse quella Calipso e perchè li stava aspettando, ma di sicuro la donna odiava fare tardi anche all'interno di un sogno. E poi era incuriosita: voleva vedere al più presto quale altra meraviglia o stranezza le si sarebbe parata di fronte. Martha non dovette aspettare molto. Dopo circa cinque minuti, i due si fermarono di fronte ad una scena alquanto singolare. Un cerchio formato da sirene, sirene che non appartanevano a quel popolo marino presente anche nel Lago Nero, ma a quello dei miti e delle leggende babbani. Belle, affascinanti, aggraziate e con una lunga coda di pesce. Il bambino le raccomandò di non parlare, ma alla donna sarebbe stato comunque impossibile farlo: non riusciva ad emettere un suono di fronte a quello spettacolo. Al centro di quel cerchio, vi era un'altra sirena diversa però dalle altre, con ali di ghiaccio e circondata da un alone luminescente.

Ti stanno chiamando, hai visto? Su, avvicinati!

Disse, spingendola da dietro mentre una di quelle creature le sorrideva invitandola ad unirsi a loro, almeno in apparenza. Martha si avvicinò un poco titubante, sebbene il suo istinto le dicesse che di loro poteva fidarsi [Intuito (S)= 25]. Poi una voce le parlò con delicatezza, senza utilizzare però la voce come mezzo di trasmissione, ma la mente stessa.

Martha Bennet... ti stavo aspettando.

La frase venne accompagnata da un gesto della sirena principale, la famosa Calipso suppose la donna [Intuito (P)= 30], col quale la creatura la invitava ad afferrare la sua mano e a lasciarsi condurre al centro del cerchio.

Spero di non essere...in ritardo...

Rispose col pensiero un po' incerta, non domandando come ella conoscesse il suo nome: anche un sogno vivido rimaneva un sogno e in fondo poco le importava che quella sirena sapesse chi lei fosse. Ciò che la importava, ora, era cosa ci faceva lì e perchè la stavano aspettando. Accettò quindi di prendere la sua mano, lasciandosi guidare nel punto dove prima si trovava Calipso. Lì, notò, erano apparsi quattro calici dorati, colmi di altrettanti liquidi dai diversi colori. I suoi occhi saettarono da quella scena alla figura della sirena, chiedendosi mentalmente cosa significasse tutto questo.

L'Acqua spesso può cambiare colore, si può celare alla vista, ma rimane sempre tale nella sua essenza: dimmi, tu che per il tuo lavoro crei spesso composti di colore differente... quale di questi preferisci? Ciò che più richiama il colore naturale dell'acqua o ciò che invece se ne distacca completamente?

Conosceva anche il suo lavoro. Era davvero strabiliante quel sogno, ma la donna non ci badò poi molto, concentrata invece sulla domanda che le aveva rivolto Calipso. Quale calice avrebbe scelto lei? Si soffermò a riflettere, osservando per bene l'interno di ogni calice: blu, rosso, verde e viola. La pozionista non ebbe bisogno di pensarci molto.

Blu...

Rispose infatti nella sua mente. Aveva sempre amato quel colore, sia per devozione nei confronti della propria Casata, sia per la simbologia che ben si adattava al suo carattere. Era un colore calmo, profondo, che rappresentava lo stato d'animo di una persona pacata e riflessiva. Ma era anche il colore della malinconia, un sentimento che ormai era diventato costante nella sua vita. Mentre pensava a tutto questo, Martha sentì un groppo formarsi in gola, sebbene la donna non sapesse bene perchè. Forse quella situazione, solenne e allo stesso tempo oscura, riusciva ad emozionarla e allo stesso tempo metterle il cuore in agitazione. Quando Calipso prese il calice da lei scelto, Martha avvertì una strana palpitazione all'altezza del petto, battiti veloci e irregolari come potè constatare posandovi una mano sopra. Il suo cuore era in subbuglio e lei non riusciva a comprendere il perchè.

Devo berlo?

Chiese, quando la creatura le porse il calice. Anche se il suo sguardo era più che eloquente, la pozionista aveva bisogno di sentire una conferma definitiva. Guardò di nuovo il liquido blu, provando delle emozioni contrastanti: sentiva che bere da quel calice avrebbe cambiato per sempre il proprio destino. E in quel frangente, la donna non era sicura di volere una cosa simile. Aveva paura. Si, paura dell'ignoto, paura delle conseguenze. Aveva fatto di tutto per rimanere stabile e immutabile, per impedire che mai più nulla e nessuno potessero scalfirla. Compiere quel gesto, lo sentiva, avrebbe significato mandare in frantumi ogni singolo pezzo della sua essenza e ricostruirla pian piano diversa da prima. Eppure, qualcosa dentro di sè le diceva che quella era la scelta giusta. La sua coscienza forse, una voce nella mente che assomigliava molto a quella di Heathcliff.

D'accordo

Per una volta, aveva deciso di seguire il proprio istinto, nonostante le palpitazioni, la paura e l'ansia. Con un cenno d'assenso, portò il bordo dell calice alle proprie labbra, schiudendole delicatamente. Un attimo di esitazione la bloccò nuovamente, dovuto allo sforzo di soffocare le proteste che si moltiplicavano nella sua mente.
Poi, dopo averle sedate, bevve.

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Messaggioda Eibhlin » 25/06/2013, 15:35

La prova era molto meno complicata di quanto Martha avrebbe potuto immaginare, se avesse saputo che di questo si trattava: non era necessario testare la sua bravura in campo magico, né verificare quali segreti albergassero nel suo animo; all'Acqua non interessava nulla di tutto ciò, poiché solo i più meritevoli potevano possedere una goccia di sé dentro il loro spirito, e non era detto che questi dovessero essere per forza persone pure, integerrime, perfette. Come i maremoti e le correnti più forti che spazzavano via tutto ciò che incontravano sul loro cammino, così a volte l'acqua poteva risultare impetuosa, quasi crudele; e allo stesso modo potevano apparire gli Eletti Acuan che, una volta accettata la loro appartenenza alla Gilda, avrebbero potuto trovare in essa e nella figura dell'Oceano una Guida, una nuova strada da intraprendere.
Colei che, in sogno, la Bennet aveva di fronte, altri non era che una proiezione tangibile dell'Acqua, la quale si era intrufolata nel sogno della docente per avvicinarla e metterla alla prova, una prova diversa da tutte quelle che, probabilmente, aveva affrontato fino a quel momento: come si sarebbe comportata Martha?

Spero di non essere...in ritardo...

Sono anni che aspetto il tuo arrivo, e finalmente sei qui.
Nient'altro ha importanza, ora.


La rassicurò dolcemente la Sirena, criptica nel suo modo di fare, certo, ma era giusto che così fosse, perlomento fino a quando la prova non si fosse conclusa: e subito dopo, di fronte a lei, comparvero quattro scelte di colori diversi, tutte potenzialmente giuste o sbagliate.
Quale calice avrebbe scelto?
Calipso osservò la donna mentre, nemmeno troppo tempo dopo, compiva la sua scelta: la esortò a bere con un cenno del capo ed un sorriso sulle labbra, lo sguardo posato su di lei mentre, nonostante le incertezze, avvicinava il bordo del calice alle labbra.
E quando finalmente bevve - e al palato della donna quella sarebbe apparsa come acqua semplice, ma la più buona che avesse mai assaggiato - un gran sospiro di sollievo sfuggì dalle labbra della creatura, come se per un momento avesse temuto il peggio.

Sapevo che aspettarti si sarebbe rivelata la scelta giusta...

Mormorò, prima di scomparire all'improvviso in mille bolle trasparenti: anche il paesaggio intorno alla donna mutò nel tempo di un battito di ciglia, e Martha non si trovò più nel bel mezzo dell'oceano/mare nel quale aveva nuotato fino a poco prima, bensì all'interno della caverna alla quale, all'inizio del sogno, aveva dato le spalle.
Di fronte a lei, con a schiena rivolta verso l'uscita di essa, si trovava la figura eterea che era inizialmente scappata da lei non appena l'aveva vista: Ianira.

Avrei dovuto sapere che ce l'avresti fatta...

La sua voce era come un eco lontano, bellissimo, pronunciato in una lingua apparentemente sconosciuta all'orecchio di Martha che però, in qualche modo, avrebbe potuto capirla comunque, sentendo vibrare quel suono all'altezza del cuore.

La tua scelta si è rivelata ciò che Lei voleva sentirsi dire, poiché non esiste nulla di meglio della purezza con qui l'Acqua si presenta.
Ora sei ufficialmente un'Eletta dell'Elemento che ci circonda in questo momento.


Parole enigmatiche, sicuramente, ma forse Martha avrebbe potuto cominciare a comprendere - Intuito (Sesto Senso) ≥ 35 - che non si trattava davvero di un sogno, che c'era qualcosa di molto più importante e profondo nell'avventura che stava vivendo, qualcosa che aveva a che fare proprio con l'Acqua.

Null'altro mi è permesso spiegarti ora, ma arriverà il giorno in cui incontrerai chi potrà darti ogni risposta.
Quando ti troverai di fronte la figlia dell'Acqua...


E subito a quelle parole un'immagine ben precisa si stampò nella mente della Bennet, un'immagine che non avrebbe mai potuto dimenticare una volta svegliatasi da quel sonno così particolare.


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Ricordati di abbassare il capo e portarle rispetto, cosicché possa scacciare tutti i tuoi dubbi: ma non avere paura... ciò che hai nell'animo percepirà la sua energia, e guiderà ogni tuo gesto.

E le sorrise, non più spaventata e timorosa di lei, ma amorevole quasi quanto una madre o una sorella maggiore che voleva prendersi cura di qualcuno a cui voleva bene.

Ora è tempo di svegliarti, Martha Bennet... apri gli occhi, è il tuo momento.
E quando sarai insicura su tutto ciò che hai vissuto, sulla sua veridicità, cerca nel profondo del tuo spirito... lì troverai la risposta che desideri.


Con quelle ultime parole, tutto si fece buio intorno alla docente di Pozioni che, di lì a pochi secondi, avrebbe riaperto gli occhi, scoprendo che si erano fatte già le 7 del mattino: tutto un sogno, dunque?
Forse avrebbe potuto considerarlo come tale e basta, ma se per caso avesse deciso di seguire il consiglio di Ianira, se per caso avesse cercato nel più intimo del suo anima, avrebbe percepito un rumore inconfondibile, un rumore che prima di quel momento non aveva mai sentito... un rumore che simboleggiava il cambiamento più importante della sua vita.


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Messaggioda Martha » 25/06/2013, 19:50

Sono anni che aspetto il tuo arrivo, e finalmente sei qui.
Nient'altro ha importanza, ora.


Le parole pronunciate da Calipso suonavano tanto familiari e allo stesso tempo estranee al cuore della donna, che si limitò ad annuire col capo senza aggiungere altro. L'atteggiamento della creatura marina le ricordava quasi quello di una madre, una vecchia amica e, perchè no, anche una sorella, quasi le due si conoscessero da molto, tanto tempo, seppur Martha non l'avesse incontrata neanche una volta. Certo, come poteva riconoscere in lei la personificazione dell'Acqua stessa, quando tutto ciò che stava vivendo nella sua mente veniva catalogato come mero sogno? La pozionista non aveva bisogno di porsi altre domande in merito, sebbene la sua curiosità sembrava più vivida che mai e pronta a saltare fuori in qualsivoglia momento. Come nel momento in cui apparvero di fronte a lei quattro calici, dei quali dovette sceglierne necessariamente uno.
La sua scelta, tuttavia, non fu complicata: il blu era il colore che preferiva e che più sentiva vicino. E a quanto pare la sua decisione si rivelò quella giusta. Non le sfuggì infatti il sospirò di sollievo che emise la sirena, mentre il liquido fresco le scivolava fra le labbra e dritto in gola. Era semplice acqua, lo riconosceva, ma aveva qualcosa di particolare, una specialità unica che lei stessa non sapeva definire. Sembrava la bevanda più buona e pura che il suo palato avesse mai assaggiato.

Sapevo che aspettarti si sarebbe rivelata la scelta giusta...

Parole enigmatiche quelle pronunciate da Calipso, alle quali tuttavia Martha non potè rivolgere domande. Prima che potesse anche solo pensare, infatti, la sirena svanì davanti ai suoi occhi, dissolvendosi in una miriade di bolle trasparenti. E mentre la pozionista era intenta ad osservare il punto dove prima stava la creatura, il paesaggio intorno a lei cambiò in un istante, facendola ritrovare un po' spaesata e confusa all'interno di una grotta. Come ci era finita là dentro? E adesso, cosa avrebbe dovuto fare? Per sua fortuna, la risposta le giunse da una creatura che non avrebbe mai pensato di rivedere di nuovo.

Avrei dovuto sapere che ce l'avresti fatta...

Ianira parlava una lingua che, come quella di Calipso, le era sconosciuta. Eppure, stranamente, la sentiva più vicina alla sua essenza di quanto non fosse l'inglese o altri idiomi da lei appresi. Si rese conto che il groppo avvertito nel momento in cui stava per bere dal calice, si era sciolto nel momento stesso in cui l'acqua aveva raggiunto il suo corpo: le sue paure, i suoi timori erano scomparsi, ed era strano rendersene conto di fronte a quella creatura sconosciuta eppure già così cara agli occhi della donna.

La tua scelta si è rivelata ciò che Lei voleva sentirsi dire, poiché non esiste nulla di meglio della purezza con cui l'Acqua si presenta.
Ora sei ufficialmente un'Eletta dell'Elemento che ci circonda in questo momento.


Che cosa intendeva dire? Un'Eletta...dell'Acqua? Martha assunse un cipiglio perplesso, intuendo che forse quello che stava vivendo non era un semplice sogno, ma la realtà vera e propria, seppur apparisse distorta e inspiegabile ai suoi occhi [d20:19 + Intuito(S): 25 => 44].

Che cosa intendi dire?

Null'altro mi è permesso spiegarti ora, ma arriverà il giorno in cui incontrerai chi potrà darti ogni risposta.
Quando ti troverai di fronte la figlia dell'Acqua...
Ricordati di abbassare il capo e portarle rispetto, cosicché possa scacciare tutti i tuoi dubbi: ma non avere paura... ciò che hai nell'animo percepirà la sua energia, e guiderà ogni tuo gesto.


L'immagine di una ragazza si risvegliò nella sua mente, stampandosi nella sua memoria in un attimo. Bionda, occhi chiari, pelle candida...era strano, pensò la Bennet, percepirla come una persona di cui fidarsi e alla quale portare rispetto. Eppure non poteva fare a meno di provare quelle sensazioni, quasi veramente ciò che aveva nell'animo, come aveva detto Ianira, la stesse guidando in quella direzione, che lei avvertiva essere la più giusta. Lo stato di confusione iniziale sembrava essere sparito del tutto, dopo aver bevuto dal calice: non più dolore, sofferenza, incapacità di esprimere il proprio risentimento, rinchiudersi dietro il proprio orgoglio e proseguire la vita come se nulla fosse. Per la prima volta da tanti anni sentiva di avere una speranza, una scintilla -o per meglio dire una goccia- che l'avrebbe guidata al di fuori dal baratro nel quale si era lasciata cadere per lungo tempo. Era come risvegliarsi all'alba di un giorno più luminoso e più splendido che mai. Un sorriso, dolce, spontaneo, quasi allegro, si aprì sul suo volto, un sorriso che si faceva carico di tutte le emozioni provate dalla donna.

Immagine


Ora è tempo di svegliarti, Martha Bennet... apri gli occhi, è il tuo momento.
E quando sarai insicura su tutto ciò che hai vissuto, sulla sua veridicità, cerca nel profondo del tuo spirito... lì troverai la risposta che desideri.


L'oscurità avvolse la mente della donna, gettandola per pochi secondi nell'oblio che precede il risveglio. Poi, il sole la riportò allo stato di veglia ferendole gli occhi e costringendola a sbattere le palpebre più volte prima di abituarsi nuovamente alla luce del mattino. L'orologio fissato al muro segnava che erano già le sette. La pozionista si tirò su di scatto, il cuore che le martellava nel petto emozionato e allo stesso tempo contrariato. Contrariato per le risposte che non aveva ricevuto e, allo stesso tempo, per la fine del sogno. Martha si portò una mano all'altezza della fronte, i capelli che le scivolavano morbidi davanti al viso, ancora leggermente scosso. Milioni di domande si susseguivano nella sua mente, ora sveglia e scattante. Eppure, sebbene non conoscesse le risposte, la strega sapeva che c'era solo una cosa da fare.

Quella donna...

L'immagine di Eibhlin era rimasta aggrappata ai suoi pensieri, quasi avesse messo radici. Martha sapeva che niente e nessuno avrebbe mai potuto sradicare quella figura dalla sua memoria e sapeva anche che sarebbe giunto presto un incontro fra le due. Come poteva esserne certa? Questo neanche lei sapeva spiegarselo. Eppure, proprio come aveva detto Ianira prima di svanire nel nulla, quando cercava le risposte nel proprio animo, il rumore di una goccia d'acqua che stilla all'interno di una pozza era tutto ciò che riusciva a sentire. E la cosa la rassicurava più di quanto le fosse possibile credere.

E' ora di alzarsi...

Si esortò infine la donna, sapendo che di lì a breve avrebbe dovuto fare lezione ai suoi studenti ed archiviare per il momento i suoi pensieri ancora un po' confusi. Ma una nuova speranza era nata in lei e il sorriso che aveva rivolto alla ninfa, senza rendersene conto le aleggiava ancora lieve sulle labbra.

[Fine per Martha]
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Messaggioda Sandyon » 25/06/2013, 21:08

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