La Tassorosso era di nuovo lì, in Sala Musica, con uno spartito in mano e una chitarra elettrica (la propria) appoggiata accanto allo sgabello. Sembrava che Cappie fosse destinata a passare tutti i santi giorni in quella stanza, a provare e riprovare le canzoni date da Robyn. In realtà, il Vocal Coach aveva assegnato solo un compito alla giovane strega, che fra l'altro era riuscita a portare a termine proprio qualche giorno prima e con suo enorme successo. Il motivo per cui la O'Neill si trovava là dentro, era perchè la studentessa aveva deciso di aiutare un'amica in difficoltà nell'esecuzione del suo brano e anche per migliorare se stessa con lo strumento che sognava di suonare da sempre. La chitarra elettrica che aveva comprato dallo Sheliak&Vega era stata utilizzata pochissime volte dalla tassetta, che non aveva ancora la dimestichezza necessaria con le tecniche da utilizzare con quello strumento; tuttavia, la canzone di Ariel poteva essere un buon pretesto per imparare e un motivo in più per spronare la ragazza a raggiungere i propri obiettivi. Nuovamente da sola quindi, Cappie appoggiò lo spartito sul leggio di fronte a sè, imbracciando la chitarra prima di colpire il foglio con la propria bacchetta e far uscire la melodia che avrebbe suonato. Aveva bisogno di una base per regolarsi su quanto e dove sbagliava, per questo preferì ascoltare per intero la canzone, cercando intanto di mimare le note sulle corde, senza però suonare nulla. La Sala Musica per sua fortuna era insonorizzata, in maniera che le prove non disturbassero nessuno all'esterno di quella stanza.
Uno...due...tre...
La canzone ripartì e con essa, la giovane O'Neill si decise finalmente a fare le proprie prove, cercando di seguire il ritmo della melodia e di non sbagliare neanche una nota [d20:10 + Talento(A):14= 24]. Era riuscita a suonarla tutta fino alla fine, ma non come avrebbe voluto: il tapping non le era affatto riuscito, in vari punti andava troppo lenta, perdendo il ritmo della canzone e andando fuori tempo; aveva impresso talmente tanta forza nel suonare che le dita già le dolevano nei punti dove le corde avevano premuto di più. Decisamente, quella prima prova non era andata proprio bene, ma la Tassorosso non si lasciò intimidire: stava imparando ad amare la musica, ad amare suonarla, cantarla, interpretarla, perchè tutto ciò la faceva sentire bene e appagata. Le occupava la mente, l'aiutava a sfogarsi e, chissà, magari un giorno sarebbe anche riuscita a trasmettere qualcosa di tutto suo alle persone che le erano vicino, a far capire loro, tramite la magia delle note, ciò che Cappie provava e sentiva dentro di sè. Non era comunque quello il momento giusto per pensare a certe cose: fissandosi un attimo le dita per essere sicura che non vi fosse nulla di più che un arrossamento, la ragazza si rimise seduta composta, chitarra elettrica in posizione e spartito nuovamente attivato magicamente. Diavolo quanto pesava quello strumento! Cappie faceva fatica a sostenerlo, non avendo mai sviluppato chissà quanto i muscoli delle braccia, ma nonostante il lieve indolenzimento la Tassorosso provò comunque a portare a termine quel secondo tentativo, che tuttavia finì in un mezzo disastro [d20:8 + Talento(A):14= 22]: non era riuscita neanche a termine la canzone che le sue dita avevano iniziato a farle malissimo, tanto da non riuscire a tenere bene le note. Aveva rinunciato fin da subito al tapping e saltato molte parti, che le erano sembrate troppo difficili da affrontare. Il risultato? Una porcheria immane, tanto che se l'avesse sentita Typhon probabilmente le avrebbe strappato lo strumento dalle mani, etichettandola come indegna di un simile privilegio. O, probabilmente, era la mente della Tassorosso che iniziava a farla sentire in quel modo. Cappie tuttavia non era tipa da arrendersi alle prime difficoltà: se era riuscita nell'intento di suonare e cantare insieme, poteva riuscira a suonare una stramaledetta canzone con la chitarra elettrica. Rimpiangendo quindi di non avere del pus di Bubotubero per poter calmare il dolore alle mani, la O'Neill riprovò una terza volta, questa volta senza musica di sottofondo per evitare di distrarsi. Inutile dire che anche quel tentativo andò male [d20:2 + Talento(A):14= 16].
Merda!
L'esclamazione le uscì fuori spontanea, quando Cappie si rese conto di aver macchiato la propria chitarra di sangue; sangue che era fuoriuscito dalle ferite che la tassetta si era provocata muovendo con troppa decisione i polpastrelli sulle corde. La ragazza rimpianse di avere delle mani tanto piccole e delicate al punto da ferirsi ogni qual volta le usava per suonare, ma in quel momento non poteva farci niente. Posando il proprio strumento accanto allo sgabello, la studentessa si diresse verso il bagno privato interno alla Sala Musica, facendo scorrere un getto di acqua fredda sulle proprie mani. Doveva trovare il modo di proseguire negli allenamenti, anche perchè non poteva presentarsi di fronte ad Ariel senza prima essere riuscita almeno a padroneggiare la base musicale. Avrebbe solo rischiato di rallentare la sua amica Grifondoro e di certo la tassetta non voleva essere un peso nè per lei nè per nessun altro. Mormorando quindi un Ferula che la aiutò a fasciare le ferite sulle dita, Cappie si rimise al lavoro, ostinata nel provare e riprovare fino a quando non ci fosse riuscita.
Non devo mollare!
Si ripeteva mentalmente come un mantra, un mantra che tuttavia funzionava parecchio male: la giovane O'Neill si cimentò nel suo quarto tentativo, che diciamocelo non fu poi tanto migliore rispetto al precedente [d20:3 + Talento(A):14= 17]. Nonostante la buona volontà e l'incantesimo di guarigione, Cappie provava ancora un dolore tale da non riuscire a muovere le dita come avrebbe voluto; se prima le corde venivano premute con intensa energia, ora invece la tassetta ne metteva talmente poca che esse semplicemente le sfuggivano! E il pensiero che non sarebbe riuscita a portare a termine ciò che si ripromessa non fece altro che acuire il senso di frustrazione della ragazza. L'ostinazione della Tassorosso sarebbe riuscita a farle superare quell'ostacolo mentale che lei si era autoimposta? Probabilmente si, dal momento che Cappie, oltre qualsiasi previsione, decise di ricominciare tutto quanto da capo, piano e con calma, provando e riprovando fino a quando non fosse riuscita almeno ad acquisire i passaggi di base. Il dolore alle dita era qualcosa che avrebbe risolto in seguito, magari andando in Infermeria o direttamente alle Serre a chiedere un palliativo. Ma, fino a quando non fosse arrivato il momento di andare via dalla stanza a causa delle lezioni, la giovane strega ripromise a sè stessa che avrebbe continuato a provare e riprovare, ostinata e testarda nel proseguire verso i propri obiettivi.
Typhon Seal quel pomeriggio, dopo pranzo, aveva deciso di fare un salto in Sala Musica per ritirare alcuni spartiti di categoria complessa che avrebbe provato nelle ore libere al termine del lavoro, magari mentre stava tranquillo a casa con la fidanzata Aryanne, al termine della cena. Camminando però per il corridoio dietro al palco dell'auditorium, iniziò a sentire un suono alquanto sgradevole e incerto, proveniente senza ombra di dubbio dall'uso sbagliato di una chitarra elettrica, oltre a delle relative imprecazioni lagnose e innervosite. Inarcando il sopracciglio destro, l'erbologo avanzò lentamente fino all'ingresso della stanza, osservando Caroline Priscilla O'Neill seduta su uno sgabello con lo strumento imbracciato che gli dava le spalle. Lo spartito della canzone appoggiato sul leggio e qualche goccia di sudore dietro il collo ed anche sui capelli, tale era l'impegno e lo sforzo. Incrociò le braccia al petto, sistemandosi con la schiena allo stipite della porta, godendosi per qualche minuto i tentativi falliti della Tassorosso che evidentemente si stava dando da fare con una canzone molto più complessa rispetto alle sue capacità. La parte più penosa era quando provava ad eseguire il "tapping", tipica tecnica di stile effettuata dai chitarristi dal livello intermedio in poi, eseguibile quasi esclusivamente con la tipologia elettrica dello strumento in questione. A terra di tanto in tanto cadevano delle gocce di sangue, segno che si stava consumando le dita a forza di provare e riprovare.
Tenace la ragazzina, questo glielo devo riconoscere. Ma se va avanti di questo passo, si distruggerà le mani e basta. Non ha l'impostazione adatta e non ha capito come manovrare quel tipo di corde. Tsk...
La musica veniva fuori distorta, troppo lenta, in certi punti accattivante ma appena si andava al momento del "tapping", la Tassorosso usciva del tutto fuori tempo e anche se riprendere il ritmo con la chitarra non era difficile, Typhon percepiva distintamente che non c'era verso per farla riallacciare velocemente con le note e quindi con la prosecuzione del brano. Un'esecuzione che faceva acqua da tutte le parti, in parole povere, e in quel momento Seal era indeciso se andarsene o meno. Il Drago di un tempo con un ghigno e uno scuotimento del capo avrebbe alzato i tacchi e deciso di tornare lì in un secondo momento per portare a termine la faccenda impostasi all'inizio, mentre il Drago attuale, smussato negli angoli dalla vicinanza della Parker ed anche un po' dal senso di gruppo creato nel coro, voleva in qualche modo porre rimedio a quello scempio e allo stesso tempo... Aiutare quella rompiscatole. Chiuse gli occhi un paio di secondi, sbuffando piano per non farsi sentire ancora dalla collega, dopo di che, sciolse la posa ed avanzò all'interno della Sala Musica, incalzando come se lei fosse perfettamente consapevole che lui era lì ad ascoltarla e giudicarla.
Le corde della chitarra elettrica sono più dure di quella classica, per questo se continui ad essere così delicata non recupererai mai il ritmo una volta sbagliato il tempo di esecuzione. Quindi per favore, schiaffeggia quelle corde, non accarezzarle, sono incantate per non rompersi quindi poca paura e più decisione!
Le arrivò di fronte e non calcolò nemmeno minimamente qualunque espressione smarrita e sorpresa della studentessa, appoggiando il borsone al terreno e recuperando un po' della boccetta contenente il liquido cicatrizzante, per poi versarne qualche goccia su una garza sterile e mettere il tutto in mano alla O'Neill, mettendosi seduto di fronte a lei con la propria chitarra elettrica e non ammettendo una singola frase da parte sua, fulminandola con lo sguardo qualora avesse cercare di spiccicare una parola di ringraziamento o stupore. Dopo che le ferite curate sulle dita della musicista fossero tornate a darle un po' di tregua dal dolore e sollievo, Seal le lanciò una scatola di cerotti ordinandole di metterne uno su ogni falange malandata e di rimettersi pronta con lo strumento. Girò il leggio per dare un'occhiata alle note della canzone, studiandole un paio di minuti, emettendo uno "ssshhh" qualora ella avesse tentato di dire una sola vocale o una consonante a caso. Annuendo lentamente si sgranchì le spalle e il collo, fissandola con aria seria ed eloquente, pronto a mettersi all'opera e non necessitando di attaccare la chitarra all'amplificatore poiché la sua personale lo possedeva già incorporato: il bello di gestire un negozio di musica.
Adesso lo eseguiremo insieme, cerca di starmi dietro e andiamo passo passo... Avrai meno sensibilità con i cerotti, ma almeno questo ti insegnerà a spingere un po' più su quelle corde. Forza... E uno, e due... E uno due tre quattro...
Quando Ariel Jimenéz aveva accettato la proposta della Tassorosso di esibirsi insieme, Cappie era stata felice di poter essere d'aiuto all'amica Grifondoro, accompagnandola nell'esecuzione del suo brano. Quella sarebbe stata anche una buona occasione per la tassetta di poter apprendere finalmente come approcciarsi ad uno strumento tanto complesso quanto entusiasmante come la chitarra elettrica, le cui note e gli accordi erano simili in tutto e per tutto a quella acustica, ma non le tecniche musicali con le quali suonarla. La giovane O'Neill aveva dato fondo a tutte le sue capacità nei giorni precedenti, cercando di imparare bene e a memoria Call me when you're sober. All'inizio aveva incontrato molte difficoltà, testimoniate dall ferite che ancora ornavano i suoi polpastrelli, ma grazie alla sua tenacia e al contributo di Typhon Seal, che ancora una volta era corso in suo aiuto, la Tassorosso era riuscita a suonare, se non alla perfezione, almeno decentemente quel brano, quel tanto che bastava insomma per dare alla colombiana tutta le grinta che le serviva per cacciare fuori la voce e mostare a mondo intero che cosa significasse avere i polmoni di un gigante. Priva quindi della consueta divisa scolastica, che aveva appoggiato ad uno sgabello la vicinò, l'irlandese stava aspettando l'arrivo di Ariel, le mani in tasca e il volto serio e concentrato, che si sarebbe trasformato in allegro e scherzoso una volta che l'amica avesse varcato la soglia della stanza.
Ciao Ariel! Ben arrivata!- le avrebbe detto abbracciandola -Quando vuoi possiamo iniziare le prove!
Non avevano tempo da perdere, purtroppo, per spettegolare un po' sulle notizie che giravano per il castello. Anche perchè, la Tassorosso sospettava che l'amica non fosse in vena di simili sciocchezze, dal momento che stava passando un brutto periodo di crisi con il suo attuale ragazzo, Zephyr Kenway, a causa dei sentimenti che provava per Vergil Cartwright. Per la O'Neill fu una vera sorpresa scoprire che la colombiana avesse sempre avuto per lui un debole, un sentimento che col tempo era cresciuto e maturato trasformandosi in amore per il tassobello, dal fisico palestrato e dal sorriso stratosferico. Cappie un po' invidiava l'amica per aver avuto tanto coraggio e tanta determinazione nel persistere con i suoi sentimenti, ma era un sentimento che veniva facilmente debellato dalla gioia che sarebbe scaturita se lei e Vergil si fossero trovati bene e felici insieme. Felicità che, almeno per lei, veniva adombrata solo dal pensiero di come l'avrebbe presa il Corvonero e del dispiacere che provava nei suoi confronti. Non era comunque quello il momento di perdersi nelle sue riflessioni: prendendo posto su uno sgabello libero, la Tassorosso preparò il proprio strumento, senza bisogno di collegarlo dal momento che la chitarra era incantata magicamente da collegarsi all'amplificatore più vicino nei paraggi. Cappie quindi attese che Ariel fosse pronta a sua volta prima di dare il via alla loro esibizione in coppia. In realtà, quello che le due musicanti fecero non furono delle esibizioni vere e proprie, quanto delle prove iniziali di esse, che servirono alla tassetta quanto alla Grifa per capire come accordare la musica di una con la voce dell'altra. Dopo quaranta minuti di prove, la giovave strega si sentiva abbastanza sicura nel poter fare una prova generale e completa insieme alla prefetta rosso-oro.
Che dici Ariel? Proviamo a fare sul serio?
Avrebbe detto all'amica, bevendo un sorso d'acqua fresca prima di passare la bottiglietta alla Jimenéz, se avesse voluto bere. Se la risposta fosse stata affermativa, Cappie si sarebbe preparata per l'esibizione vera e propria, concentrandosi sullo spartito che aveva davanti, sebbene ormai conoscesse quelle note come una filastrocca babbana per bambini.
Le sembrava di non aver fatto altro a parte cantare, cantare e ancora cantare. In effetti, oltre a studiare per i M.A.G.O., la Grifondoro trascorreva ogni momento libero a provare la canzone che Robyn le aveva assegnato, intervallandola solo ogni tanto con qualche altra canzone, di quelle scritte da lei, per verificare se gli eventuali progressi fatti nella canzone si potessero poi proiettare anche in altri brani: non era sicura di quanta strada avesse fatto da quando il Vocal Coach aveva loro assegnato quegli esercizi specifici per ciascuna di loro, ma sapeva che se anche non avesse raggiunto grandi traguardi, almeno aveva dato tutta se stessa per riuscire al meglio e non avrebbe avuto alcunché da rimproverarsi. Si era esercitata ovunque: nella sua camera, in Sala Musica, in giardino, sull'isolotta del Lago Nero, ormai cantava anche nel sonno o quasi, e smetteva solo quando doveva concentrarsi sullo studio - per fortuna agli esami mancava ancora diverso tempo, e dunque lo stress non aveva raggiunto il suo apice. Aveva cercato di approcciarsi al brano seguendo le direttive di Robyn, e dunque cercando di capire cosa la cantante provasse mentre interpretava il suo brano, e sperava di aver fatto un lavoro piuttosto buono, per non deludere se stessa, il Vocal Coach e Caroline Priscilla, la Tassetta che era stata così gentile e dolce da proporle di suonare con lei il giorno dell'esibizione, accompagnandola musicalmente nell'esecuzione del brano assegnatole, così da farla sentire meno sottopressione. Era proprio da lei che la Grifondoro si stava dirigendo, percorrendo velocemente il corridoio del pianterreno per arrivare all'interno della Sala Musica, la cui porta era leggermente aperta: la spalancò completamente o quasi, Ariel, rivolgendo all'amica un bel sorriso solare, dei suoi.
Nemmeno lei indossava la divisa scolastica, visto che faceva molto caldo e non stava seguendo alcuna lezione, ed aveva i capelli un po' più corti del solito grazie a Samantha e Mary-Jane che avevano pensato bene di usare un paio d'incantesimi per accorciarli e farli leggermente mossi - e lei le aveva anche lasciate fare, tanto sapeva che provare a fermarle sarebbe stato inutile.
Ciao Ariel! Ben arrivata!
Ciao Cappie!
Esclamò a sua volta la Grifa, ricambiando l'abbraccio dell'amica e pensando dentro di sé che ormai sembrava davvero essersi ripresa dalla scomparsa del padre: questo non voleva certo dire che avesse smesso di pensarci o stare male, ma che evidentemente la Tassetta era riuscita in un modo o nell'altro a trovare il suo equilibrio.
Quando vuoi possiamo iniziare le prove!
Molto bene, mettiamoci subito all'opera allora... e grazie ancora, davvero. Il tuo appoggio ed il tuo sostegno sono molto importanti per me.
Le sorrise dolcemente, la quasi 17enne visto che mancava ancora un mesetto, felice che l'amica non volesse fare un po' di pettegolezzo con lei ma fosse, al contrario, concentrata sull'obiettivo del giorno: concentrarsi così tanto sullo studio e sulla musica l'aiutava anche a non pensare troppo alle sue vicende sentimentali, per quanto ormai si stava rendendo conto di essere quasi giunta ormai ad una decisione definitiva. Iniziò così a provare con la Tassorosso, sedendosi su uno sgabello accanto a lei per accordare chitarra e voce, provare le varie tonalità, soprattutto nei passaggi nei quali le note diventavano molto alte e difficili da sostenere: non cantò mai la canzone per intero, in quei primi 40 minuti, limitandosi a focalizzarsi su un passaggio alla volta con Cappie, in modo da essere sicure di aver capito cosa l'una si aspettasse dall'altra.
Cavolo, ma sei diventata davvero brava!
Esclamò alla fine di quella prima parte di prove la Jiménez, fissando l'amica con sguardo estasiato e sorpreso, sicuramente orgoglioso: non che fosse stato minimamente merito suo se la Tassetta era diventata molto più sciolta, ma il fatto che fosse migliorata la riempiva davvero di gioia.
Che dici Ariel? Proviamo a fare sul serio?
Dici che sarebbe il caso di provare il brano dall'inizio alla fine?
Domandò di rimando Ariel, accettando con un cenno la bottiglietta con l'acqua fresca così da dissetare la gola e rinfrescare le corde vocali: d'altronde di lì a poco si sarebbero dovute esibire di fronte a Robyn, tanto valeva capire fin da subito come se la stessero cavando e cosa ci fosse eventualmente da correggere. Si alzò in piedi, quindi, sgranchendosi le gambe prima di avvicinarsi al microfono ed attendere che anche l'amica si fosse sistemata: prima d'iniziare a cantare, la Grifondoro richiamò a sé tutto ciò che aveva imparato nei giorni precedenti, le emozioni che aveva compreso di dover esternare nel corso della canzone, e lo fece ad occhi socchiusi, per ricercare la concentrazione. Solo quando fu sicura di esser pronta, di aver raggiunto il punto massimo di concentrazione, la colombiana fece cenno all'irlandese di stare pronta: avrebbe eseguito la prima strofa a cappella, quindi senza un accompagnamento strumentale, e solo dopo Cappie sarebbe dovuta entrare in scena con la chitarra.
Don't cry to me. If you loved me, You would be here with me. You want me? Come find me. Make up your mind...
Aprì gli occhi proprio mentre l'amica dava il primo attacco con la chitarra, cercando di fomentare se stessa e la propria voce con le note di quello strumento che aveva preso vita grazie alla bravura e alle dita della Tassorosso.
Should I let you fall? Lose it all? So maybe you can remember yourself. Can't keep believing, We're only deceiving ourselves. And I'm sick of the lie, And you're too late.
Don't cry to me. If you loved me, You would be here with me. You want me? Come find me. Make up your mind...
Il piede destro batteva il tempo di una batteria immaginaria, come se quello strumento risuonasse nella sua testa con tutto che non faceva parte di quella prova. Un breve stacco di chitarra da parte di Cappie mentre Ariel, dimenticandosi di dove fossero e persino di chi lei stessa fosse, staccò il microfono dall'asta e si volse col corpo verso l'amica, quasi a cercare una sorta di contatto visivo con lei, di complicità musicale. Dopotutto era così che facevano i veri cantanti, o no?
Couldn’t take the blame, Sick with shame, Must be exhausting to lose your own game. Selfishly hated, No wonder you’re jaded, You can’t play the victim this time. And you’re too late.
Don't cry to me. If you loved me, You would be here with me. You want me? Come find me. Make up your mind...
You never call me when you’re sober, You only want it ’cause it’s over It’s over...
Prese fiato, sapendo che quelle erano le note più complicate di tutta la canzone, quelle che salivano più in alto e potevano dunque potenzialmente creare i maggiori problemi... ma ormai Ariel le aveva cantate tante di quelle volte che era quasi impossibile sbagliarle.
How could I have burned paradise? How could I, you were never mine.
Si mise anche una mano tra i capelli mentre cantava quelle parole, quasi una testimonianza fisica della rabbia che stava trasmettendo - o che voleva provare a trasmettere - in quel momento, in quella specifica parte del testo, prima di riprendere e cantare l'ultimo ritornello, questa volta guardando dritto di fronte a sé, come davanti ad un pubblico immaginario che viveva delle emozioni grazie alla sua voce.
So don’t cry to me. If you loved me, You would be here with me. Don’t lie to me, Just get your things. I’ve made up your mind.
L'ultima nota si spense nella Sala Musica, e così anche la momentanea grinta di Ariel, che sbatté un paio di volte le palpebre prima di voltarsi verso la Tassorosso e mordicchiarsi il labbro con aria leggermente insicura; per quel che ne sapeva lei, l'amica era stata davvero grandiosa, e l'aveva accompagnata in modo perfetto... ma che impressione le aveva fatto la colombiana?
Avevano passato i primi quaranta minuti insieme a decidere come armonizzare la voce della Grifondoro con le note suonate dalla Tassorosso. Ariel sembrava non mostrare, almeno per il momento, i segni delle recenti preoccupazioni che i suoi sentimenti le stavano provocando. Troppo concentrata sulla musica per poter badare a certi pensieri, e forse questo era un bene, la colombiana sembrava più radiosa e tenace che mai, con quei capelli corti e mossi che le donavano un'aria nuova, più adulta e allegra.
Cavolo, ma sei diventata davvero brava!
Devo tutto a Typhon! Se non fosse stato per lui, probabilmente a quest'ora sarei con le dita maciullate e senza aver imparato nulla!
Rispose prontamente la tassetta, quasi non se la sentisse di mentire all'amica dicendole che era tutta farina del suo sacco. No, lei sapeva che senza la guida del Dragargenteo non sarebbe riuscita ad arrivare a tanto, per questo Cappie preferì mettere subito in chiaro le cose con la neo-diplomanda.
Dici che sarebbe il caso di provare il brano dall'inizio alla fine?
Si, decisamente! Mi raccomando, voglio sentirti urlare! Tanto ci sono solo io qui, quindi puoi andare tranquilla e...sfogarti!
Cercò di incitarla con una battuta, per poi tornare a concentrarsi sul proprio strumento che teneva stretto al petto come se fosse un bambino. La Tassorosso diede un'ultima occhiata allo spartito di fronte a sè, ripassando mentalmente le note e sentendosi stranamente agitata, forse molto di più rispetto alla sua amica: la chitarra sembrava pesare tre quintali e una sorta di strana agitazione pervase il corpo della ragazza, che dovette fare ben tre grossi respiri prima di darsi una calmata. Quella non era un'esibizione vera e propria e se anche avesse sbagliato, avrebbe sempre potuto riprovare. L'importante era metterci tutta la grinta e la passione possibile, unita ad una buona tecnica di base: il resto l'avrebbe fatto la reale protagonista di quella esibizione, Ariel Jimenéz.
Don't cry to me. If you loved me, You would be here with me. You want me? Come find me. Make up your mind...
Non appena l'assolo vocale della colombiana terminò, Cappie attaccò con il suo "tapping", visualizzando nella propria mente il resto degli strumenti che in teoria avrebbero dovuto accompagnare quell'esibizione. La tecnica del tapping non era stata ancora appresa dalla Tassorosso come avrebbe dovuto, ma nonostante fosse molto più lenta in quel punto, riuscì a riprendersi in fretta quando dovette accompagnare il resto della canzone. Ariel stava cantando divinamente, interpretando alla perfezione (almeno secondo la tassetta) quello che sarebbe dovuto essere lo spirito della canzone: aggressività, rabbia, senso di superiorità verso coloro che ci avevano ferito. Cappie provò in blocco tutte quelle emozioni, suscitate in lei dalla Grifondoro, alimentandosi di ciò che la ragazza le stava trasmettendo per fare altrettanto con la sua chitarra. Quello che invece non poteva sapere era che la colombiana stava facendo altrettanto con lei, prendendo le note graffianti della chitarra elettrica e trasformandole nella grinta che le serviva per far capire al mondo quanto fosse incazzata.
Couldn’t take the blame, Sick with shame, Must be exhausting to lose your own game. Selfishly hated, No wonder you’re jaded, You can’t play the victim this time. And you’re too late.
Il contatto visivo con l'amica durò poco per lei, in quanto la Tassorosso non se la sentiva ancora di suonare senza fissare le corde che stava schiaffeggiando con le dita, come le aveva consigliato di fare Seal. La sua voce si unì di sottofondo a quella della Jimenéz, per accompagnarla anche in un piccolo coro che comunque sarebbe sempre rimasto di sfondo, vista la potenza vocale che stava finalmente dimostrando la diciasettenne.
You never call me when you’re sober, You only want it ’cause it’s over It’s over...
Smise di suonare, lasciando nuovamente spazio solo alla voce di Ariel, quasi quello fosse un preludio a ciò che sarebbe venuto dopo. Nel frattempo, Cappie nella propria mente sentiva la rabbia crescere, una rabbia che sarebbe dovuta esplodere sotto forma di note potenti e violente sulle sue corde.
How could I have burned paradise? How could I, you were never mine.
Eccola, la rabbia! La forza, il sentimento, la grinta...la Tassorosso poteva sentire tutto questo provenire da Ariel, sentirsene sommersa, travolta, mentre lei replicava nello stesso identico modo con la sua chitarra, suonando con rabbia, colpendo le corde non come se fossero qualcosa di delicato, ma come se il materiale di cui erano fatte fosse puro acciaio. Le ultime note della canzone si spensero con il ritornello, il suono che venne prolungato appena dalla Tassorosso fino a lasciare poi l'ultima parola alla Grifa. Cappie rimase immobile e in silenzio per un po', non riuscendo a credere a ciò che avevano appena fatto, a ciò che Ariel aveva appena fatto! La colombiana era riuscita a trasmetterle una tale carica che, nonostante l'agitazione iniziale, la tassetta era riuscita ad eseguire bene la canzone, senza sbagliare nè perdersi. Certo, il tapping iniziale le risultava ancora un po' ostico, ma per quello aveva solo bisogno di pratica e se lei ed Ariel fossero riuscite a provare ancora e ancora, alla fine sarebbero riuscite a fare una splendida figura di fronte a Robyn.
... come pensi sia andata?
Ghignando scherzosa, la Tassorosso iniziò a battere le mani come una forsennata, urlando e incitando la neo-diplomanda a proporre un bis della sua esibizione. Sperava che il suo entusiasmo avrebbe contagiato Ariel, mentre la ragazza si toglieva la chitarra, posandola a terra e correndo a stringere le mani dell'amica.
Ce l'abbiamo fatta! Ce l'abbiamo fatta! Ariel sei stata fenomenale! Lo sapevo che ci saresti riuscita! Ora non dobbiamo fare altro che mantenerci in allenamento e...wow...voglio sentirti di nuovo cantare così!
Disse la giovane O'Neill, lascando finalmente libera l'amica per andare a prendere un'altra bottiglietta d'acqua che questa volta offrì prima a lei. In fondo, era la colombiana ad aver sforzato di più la voce; lei al massimo avrebbe dovuto mettere le dita sotto un getto di acqua ghiacciata, ma la cosa in quel momento non le importava poi molto. Non appena la ragazza si fu dissetata, Cappie riprese in mano lo strumento controllando l'orario sul suo orologio da polso. Da lì a breve sarebbe iniziata una nuova lezione per lei e non poteva rischiare di fare tardi.
Ora devo scappare Ariel, ma dobbiamo metterci d'accordo su quando siamo libere per riprovare! Mandami un gufo se non riesci a contattarmi oppure spedisci da me Ethan! Ci vediamo più tardi in Sala Grande!
Detto questo e, dopo averla abbracciata e salutata con un bacio, la Tassorosso scattò fuori dalla Sala Musica con la divisa e la borsa sotto braccio, in direzione dei Sotterranei, dove avrebbe lasciato la sua preziosa chitarra, e poi verso l'aula di Difesa Contro le Arti Oscure. Si sentiva ancora elettrizzata da quell'esperienza, emozione che non svanì neanche quando, una volta entrata in aula, incontrò gli occhi gelidi di Vastnor. No, quel giorno neanche il professore più burbero della scuola avrebbe potuto cancellarle quel sorriso dalla faccia.
Cambiamenti, uno dopo l'altro: inesorabili, inarrestabili, voluti da un punto di vista, rifiutati ma accettati da un altro. Ethan stava affrontando un periodo della sua vita che poteva definirsi di svolta, di novità, di trasformazione nel corpo e nella mente. Cresceva ogni giorno di più e addirittura la famiglia era preoccupata che i centimetri d'altezza non smettessero, aumentando veloci come schegge. Il corpo si modificava, uscivano i peli sul petto, sul pube, sul viso, con quella leggera barbetta che spesso lo faceva sembrare più grande. Da quando Miyabi gli aveva scritto informandolo che sarebbe mancata da scuola per qualche mese, si era imposto di migliorare e crescere per dimostrarle che non era la sola ad essere intenzionata nella crescita interiore, forse anche in un gesto svolto per starle vicino affettivamente. Lo studio procedeva intenso, i compiti alla stessa maniera, gli allenamenti fisici senza impegno in quanto lo sviluppo pareva essere suo alleato e i ripassi della lingua giapponese continui e frequenti, almeno un paio di volte a settimana. Guardandosi allo specchio ogni mattina inoltre, si chiedeva se fosse giusto farsi allungare i capelli neri o meno, perché in fondo non ci stava malissimo con la chioma ma la domanda frequente era sempre: "ma a lei piacerebbe?". Scuoteva puntualmente il capo, passandosi una mano in mezzo alla criniera, tornando a vestirsi richiamato dai compagni di Casata. Grifondoro era in testa di quel periodo e ne era molto felice, ma la Coppa adesso se ne stava in un piccolo angolino delle sue attenzioni e importanze. Prima di tutto c'era la sfida con la scuola americana, la Cyprus. Non che lui fosse mai stato un tipo eccessivamente competitivo, anzi, per lui il motto "l'importante non è vincere ma partecipare" era quasi una filosofia di vita, ma sapeva quanto era importante per i suoi colleghi ed amici, quanto era importante per la Vice Preside e per il Vice Coordinatore Cartwright e allora perché non far sì che diventasse importante e fondamentale anche per lui? Altruismo di gruppo, incitamento, incentivo, gioco di squadra e buona volontà per raggiungere un traguardo tutti insieme. Travis non era affatto la voce più promettente, intendiamoci, anzi, le sue qualità riferite praticamente a tutti erano scarse e per nulla preoccupanti per voci allenate come quelle americane, ma se ci fosse stata anche la minima possibilità di miglioramento, allora lui l'avrebbe sfruttata per fungere quanto meno da coro decente e sottofondo cantato accettabile. Per quel motivo, il pomeriggio dopo pranzo di un Mercoledì scolastico, a distanza di una mesata dal viaggio verso la Cyprus, il più grande fan di Hermione Granger se ne stava nella Sala con degli spartiti forniti dal professore di Volo e la completa solitudine. Non essendo un gran che come artista preferiva che non ci fosse nessuno a guardarlo o giudicarlo, almeno mentre provava, tanto poi nella sfida vera e propria era assolutamente impossibile che gareggiasse realmente faccia a faccia con qualcuno e facendo da coro stava tranquillo che la sua voce si sarebbe distinta così poco da non essere presa tanto in considerazione o giudizio. Respirava lentamente, davanti a quel microfono che regnava incontrastato sul palchetto della Sala. prima di lui quello stesso accessorio l'avevano usato cantanti come la sua Prefetta Jiménez, l'amica Caroline Priscilla, l'Assistente della professoressa di Erbologia Seal... Come avrebbe potuto reggere il confronto? Si sentiva quasi di offendere quell'oggetto a trovarcisi di fronte. Annuì col capo, scacciando via brutti pensieri, concentrandosi esclusivamente sull'allenamento e sulla conversione del primo brano sullo spartito attraverso la sua voce. Non era un esperto di animazione babbana d'altri tempi, troppo poco fanatico dell'argomento, ma Vergil invece gli aveva scritto degli spartiti musicali magici con i fogli recanti le strofe appositamente perché aveva capito che il giusto stile del suo sound era possibile trovarlo in certe tipologie di canzoni. Quella era la sesta volta che le cantava nuovamente una dietro l'altra, si, due spartiti per due canzoni, ma non è che avesse riscontrato molti progressi o forse non se ne accorgeva e basta. Comperati in blocco tutti i libri di musica dal negozio di Typhon e Alexis, se li era divorati in meno di due settimane, provando a darsi una mossa anche in quella maniera, sperando servisse a qualcosa e non fosse solo una perdita di tempo. Per l'occasione, Ethan indossava i pantaloni della divisa di Grifondoro e sopra una polo a strisce gialle-bordeaux con maglione recante l'effige della Casata di appartenenza ed annesso cappuccio. Diede un paio di colpetti al microfono per capire se funzionasse e quando vide che era tutto a posto, bevve qualche sorso di bevanda alla mela verde per schiarirsi la voce (comprato anche quello al negozio di musica). Avvicinò la bacchetta al primo spartito, socchiudendo gli occhi, indeciso in un primo momento se cominciare o meno, poi, decise di scendere un secondo dal palchetto e andare a controllare fuori dalla Sala per assicurarsi che non stesse arrivando proprio nessuno, infine tornò alla sua postazione e ricercando il coraggio e la grinta, avviò la musica che inondò la stanza...
Io credo in me nel cuore mio Naruto Naruto Io credo in me nel cuore mio Naruto Naruto
Fin qui tutto semplice, la gola rispondeva bene, il piede batteva il tempo per aiutarsi.
Il sogno mio realizzerò tu ci puoi scommettere Un Ninja anche io diventerò dopo tante lacrime Versate per illudermi che non sono un orfano Servite per convincermi che di amici non ne ho
Saluto i guai degli anni miei che ormai sono dodici Diventerai quel che già sei e fra Ombre e Luci
Io credo in me nel cuore mio Che non ha radici Io credo in me e dico addio Ai miei giorni grigi Come un raggio che ha il coraggio di lasciarsi il sole dietro se Io credo in me nel cuore mio E al dolore dico addio
Avrebbe dovuto cantare anche la parte successiva ma decise di bloccarsi e lasciare andare solo la musica. Necessitava di riprendere fiato, già, non era ancora pratico col diaframma e andava di tutti polmoni, inesperto. Nonostante questo però, proseguì e andò alla strofa seguente, recuperando ritmo e tono.
Io credo in me nel cuore mio Naruto Naruto Io credo in me nel cuore mio Naruto Naruto
Iruka è il mio maestra e sa: Cucinare e battersi Sasuke ed io da un'altra età Ci sentiamo simili
Ma l’edelweiss dei sogni miei E' Miyabi e prima o poi Asciugherò quegli occhi suoi con i miei primi baci
Ok, aveva modificato momentaneamente il testo cambiando un nome con un altro specifico, ma che male c'era? Non appena la nominò, la sua principessa, e pensò allo sfiorare con le labbra i suoi occhi piangenti, si colmò di una energia tutta nuova. Sorridente e con gli occhi lucidi continuò a cantare, sapendo bene che qualche nota non la stava azzeccando ma in fondo, era lì per provare e migliorarsi grazie all'allenamento, no?
Io credo in me nel cuore mio Che non ha radici Io credo in me e dico addio Ai miei giorni grigi Come un raggio che ha il coraggio di lasciarsi il sole dietro se Io credo in me nel cuore mio E al dolore dico addio
L'ultima parte, quella decisiva e un po' più alta nel tono rispetto al normale. Prese un gran respiro, si, ancora con i polmoni, poverino, ma non possedeva altre risorse e doveva affidarsi solo a quello. A parte quello, l'energia e la voglia di riuscirci c'era tutta e per questo provò in tutti i modi a mantenere la voce e non stonare.
Io credo in me nel cuore mio Che non ha confini Io credo in me e dico addio Agli eroi puerili E mi abbraccio di coraggio E correndo verso un altro me Io credo in te nel cuore mio E agli errori dico addio
Io credo in me nel cuore mio Naruto Naruto Io credo in me nel cuore mio Naruto Naruto
Io credo in me Io credo in me
Spoiler:
Talento Artistico --> 14 + Tiro del Dado da 20 --> 15 / Risultato --> 29 Carisma Artistico --> 14 + Tiro del Dado da 20 --> 16 / Risultato --> 30
Ma ci stava davvero credendo in sé stesso? Abbastanza: Ethan Travis Fox non era una persona che si faceva abbattere facilmente dalle difficoltà, anche quelle più insormontabili. Di quegli ultimi tempi stava rivalutando moltissimo la sua vita e il suo futuro, riscontrando molte differenze con i sogni passati. Un tempo avrebbe voluto sicuramente essere un Auror, combattere per il bene, difendere gli innocenti sul campo di battaglia e dimostrare all'oscurità che la Luce poteva arrivare dappertutto e punirla (sindrome da super eroe). Adesso invece, dopo aver visto un documentario a casa durante le vacanze sulla legge e sulla corruzione presente nei tribunali del Ministero, gli si era accesa una grande idea nella mente: diventare un uomo di giustizia, una giustizia più alta, più vera, più aulica. Diventare un Magistrato Magico, assistere alle lotte degli avvocati per difendere le persone e capire, stabilire chi fosse davvero l'innocente e chi invece il vero colpevole. Interessante, fenomenale, così emozionante: ci stava pensando da almeno sei mesi e si stava convincendo sempre più che quella era la carriera per lui; adesso c'era solo da diventare abbastanza capaci da permettersi una riuscita in uno studio simile, ma ci avrebbe pensato una volta finita la vicenda con la Cyprus, ora era troppo impegnato a diventare un corista sufficiente. Bevve un altro paio di sorsi della bevanda alla mela verde, riprendendo fiato e pensando attentamente alla performance avvenuta. Chissà se era andata bene o male. Non avrebbe saputo dirlo con esattezza ma non gli sembrava che avesse fatto errori tanto grossolani. C'era da dire inoltre che non era il testo più difficile del mondo, anzi, ispirava molto più carisma che arte tecnica in sé per sé, ma forse era proprio per quello che gli piaceva a quel modo: il sentimento, la volontà di non arrendersi, di credere in se stessi. Dalla borsa a tracolla prese un insieme di fotografie in movimento. In alcune di quelle, l'amica Stevens, sua ospite estiva, sorrideva felice. Erano i tempi nei quali fingeva di sorridere, fingeva di essere felice. In realtà la notte piangeva e lo si poteva notare dagli occhi violacei spenti e privi di vitalità. Al tempo mai se ne sarebbe potuto rendere conto, il Grifondoro, ma adesso che forse era poco più perspicace, a certi dettagli ci aveva fatto più caso e se ne dispiaceva come non mai. Adesso lei stava seguendo lo stesso testo della canzone, credere in se stessa, direi addio ai giorni grigi e al dolore, rinascere come una fenice dalle ceneri della propria sofferenza, disgrazia e sfortuna. Lodevole, toccante... E lui ancora stava lì fermo a preoccuparsi di qualche stonatura, per la miseria! Tornò davanti a quel microfono dopo aver riposto le foto nel prezioso album rigido e protettivo, afferrando il secondo spartito con decisione. Perché avere il timore di sbagliare quando c'erano persone al mondo in quello stesso istante che combattevano contro la malinconia, la solitudine, il dispiacere e tantissimi altri sentimenti negativi più importanti. Nessun timore, nessuna paura, altrimenti che razza di Grifondoro era? Hermione sarebbe rimasta delusa a guardarlo in quell'istante, fragile solo perché pensava di cantare una porcheria. E se anche fosse stato così? L'avrebbe provata ancora e ancora e ancora, pazienza... C'era rimedio a tutto, tranne che alla morte, la sua amica del cuore lo sapeva bene e non si era ugualmente arresa e allora perché arrendersi lui per una sciocchezza? Sfiorò con decisione lo spartito successivo, grazie alla bacchetta magica, così di nuovo iniziò un'altra musica, una canzone bisognosa che cominciasse subito a cantare e il futuro possibile Magistrato non si tirò affatto indietro...
Move!!!
YU-GI-OH! YU-GI-OH! That’s your name. YU-GI-OH! YU-GI-OH! Play the game. YU-GI-OH! YU-GI-OH! Keep going!!!
Tu giochi già a Duel Monsters e lotti fra due misteriose realtà. So Yu-Gi-Oh you’re gonna play the game. Play the game!!!
Niente male come inizio, dovette ammetterlo anche con sé stesso, per quanto fosse appunto, appena alle prime parole. Qui poteva mantenere una tonalità più bassa rispetto alla canzone precedente, ma solo per il momento. Non curante delle avversità andò avanti, cercando di calibrare bene sia tecnica che trasmissione delle emozioni.
Se vincerai sarai il più forte, se perderai nell’ombra resterai. You’re born to play, just find the way to achive your fame!!!
Gioca la partita, vinci la fatica, questa è la tua vita, Yu-Gi-Oh. Cerca nel tuo cuore la risposta senza sosta Yu-Gi-Oh!!! Yu-Gi-Oh! Yu-Gi-Oh!
Vivi in un presente magico e avvincente, super sorprendente Yu-Gi-Oh. Entri in un passato mozzafiato che tu hai risvegliato adesso Yu-Gi-Oh!
Caspita, la gola gli faceva un po' male, i polmoni lo stavano aiutando ma presto avrebbero ceduto facendogli mancare il fiato. Non usare il diaframma era una pecca incredibile, consumava molte più energie del normale. Certo, essere solo membro del coro non gli imponeva una partecipazione tale da dover per forza usare il diaframma, ma lì adesso lui si stava cimentando in una canzone vera e propria e naturalmente stava risentendo delle conseguenze della sua scarsa praticità vocale.
YU-GI-OH! YU-GI-OH! That’s your name. YU-GI-OH! YU-GI-OH! Play the game. YU-GI-OH! YU-GI-OH! Keep going!!!
Se vincerai sarai il più forte, se perderai nell’ombra resterai. You’re born to play, just find the way to achive your fame!!!
Gioca la partita, vinci la fatica, questa è la tua vita, Yu-Gi-Oh. Cerca nel tuo cuore la risposta senza sosta Yu-Gi-Oh!!! Yu-Gi-Oh! Yu-Gi-Oh!
Vivi in un presente magico e avvincente, super sorprendente Yu-Gi-Oh. Entri in un passato mozzafiato che tu hai risvegliato adesso Yu-Gi-Oh!
Per fortuna c'era un piccolo intermezzo musicale. Stava sudando come non mai e si dovette anche togliere il maglione, tanto era il calore accumulato. Una volta la Coordinatrice gli aveva spiegato che per usare il diaframma avrebbe dovuto cantare cercando di contrarre gli addominali, questo lo avrebbe aiutato a capire il giusto metodo da usare. Ricordando quanto pensato prima riferito all'amica lontana, si disse "perché non provare?". Era rimasta solo un'ultima manciata di parole alla fine della canzone: Ethan contrasse gli addominali e imperterrito, riprese a cantare.
Gioca la partita, vinci la fatica, questa è la tua vita, Yu-Gi-Oh. Entri in un passato mozzafiato che tu hai risvegliato adesso Yu-Gi-Oh!
YU-GI-OH! YU-GI-OH! That’s your name. YU-GI-OH! YU-GI-OH! Play the game. YU-GI-OH! YU-GI-OH! It’s you’re move!!!
Spoiler:
Talento Artistico --> 14 + Tiro del Dado da 20 --> 11 / Risultato --> 25 Carisma Artistico --> 14 + Tiro del Dado da 20 --> 15 / Risultato --> 29
Calò il silenzio nella grande Sala Musica di Hogwarts, spezzato poco dopo da qualche respiro più forte del ragazzo. Secchezza infinita delle fauci, necessitava di bere altrimenti avrebbe potuto anche rimettere il pranzo per lo sforzo. Afferrò questa volta una bottiglietta d'acqua e bevve, bevve e ancora bevve fino a terminarla, sentendosi subito meglio. Le gocce di sudore colavano dalla fronte al viso, con i capelli umidi e la voce apparentemente assente, almeno per qualche minuto buono. Con dei fazzoletti di carta si asciugò l'umidità della pelle, così da non rischiare malattia improvvise a meno di un mese dalla sfida. Infine, attese che la temperatura del corpo si ristabilisse e indossò il maglione coprendosi con sicurezza e protezione. Anche per quel pomeriggio aveva dato, soddisfatto del suo operato, soddisfatto della sua impresa, insicuro sulla sua riuscita. Sorrise a prescindere, perché la filosofia non smetteva mai di rimanergli in testa: "più importante partecipare che vincere, più importante mostrare di aver fatto qualche passo avanti piuttosto che essere superiori" e lui di passi avanti, almeno nel canto, ne aveva fatti, senza dubbio. Recuperò le sue cose, inserendole nella borsa a tracolla, pronto per dirigersi verso la biblioteca e cominciare a studiare. Mai mettere da parte i compiti: i G.U.F.O. erano vicinissimi ed Ethan si era imposto di passarne almeno 12 su 14 per non sfigurare davanti alla famiglia e davanti ad Hermione, anche se lei stava decisamente su tutto un altro livello. Arrivato alla porta, controllò di nuovo di aver lasciato tutto quanto in ordine, poi, uscì e se la chiuse alle spalle, spegnendo le luci interne. Quel giorno fuori pioveva leggermente ma il Fox sperava veramente che per la sera le nuvole si fossero diradate, poiché non c'era notte che non rimirava la luna immaginando nei suoi contorni, una figura che oltre i fusi orari ed oltre le distanze... Gli faceva battere il cuore fin dal primo anno e gli donava la forza per cimentarsi in tutto...
Considerando che sono le 23:30 e per concludere adeguatamente la giocata tra Brianna ed Elisabeth sarebbe necessario almeno un altro post di Brianna ed uno di chiusura definitiva di Elisabeth, procedo direttamente a dichiarare conclusa la sessione di addestramento del coro di Hogwarts.
Di conseguenza, la ruolata in vigore attualmente tra Brianna ed Elisabeth non si può considerare in alcun modo valida e calcolando che non è stata svolta nemmeno l'autoconclusiva per le canzoni che dovevano scambiarsi tra loro, a livello ON si può decretare che le due studentesse non hanno speso abbastanza tempo per gli esercizi e quindi non hanno raggiunto la preparazione minima per accedere all'esibizione ufficiale con Robyn.
Mi dispiace davvero moltissimo, lo ammetto, ma come già espresso, quattro settimane in teoria erano più che sufficienti per svolgere una giocata a due e un'azione singola, oltre al fatto che chiunque poteva avvertirci tranquillamente di un qualunque problema richiedendo un aiuto e non gli sarebbe stato negato. In fondo, mi sembra che l'Amministrazione non si sia mai mostrata cattiva con nessuno, dico bene?
Passando ai termini pratici del gioco attuale, da questo momento in poi Ariel e Caroline Priscilla devono attendere l'apertura della mia ruolata di esibizione che avverrà domani stesso e da allora avranno 10 giorni a disposizione per inviare la loro azione singola nella quale mostrano i risultati ottenuti nel lungo periodo di esercitazione in solitario o aiutate dal Vocal Coach.
Ho inoltre notato che alcuni utenti in queste settimane si sono dati molto da fare per mostrare un allenamento del proprio PG in campo musicale e mi è sembrato giusto (anche in accordo con la Coordinatrice) premiare anche loro con dei punti utili e interessanti, specie a fronte della sfida con la scuola americana. A me il compito di distribuire i PX mentre a Monique il conferimento dei Punti Predisposizione.
Attenendoci al regolamento da me stilato nell'ultimo post, in via del tutto teorica Hogwarts dovrebbe perdere a tavolino lo scontro, non avendo raggiunto i requisiti minimi da parte delle partecipanti all'esercitazione, ma calcolando l'impegno svolto da altri PG del Coro esterni alla faccenda, la Vice Preside valuterà se modificare o meno questo punto.
Considerando inoltre la prolungata e ingiustificata assenza della PG Viktorie dal sito e quindi da parte sua il completo disinteressamento nei confronti dell'impegno di gioco contratto con il resto del gruppo, a differenza di Brianna ed Elisabeth verrà immediatamente privata della carica di Musicante, a meno che al suo rientro non presenti un MP alla Coordinatrice che spieghi dettagliatamente il motivo del suo comportamento.
Credo che Robyn abbia praticamente detto tutto per quanto riguarda le notizie spiacevoli, quindi non aggiungerò null'altro e mi riservo di discutere con Brianna ed Elisabeth privatamente via mp (vi chiedo di concludere comunque la giocata in Auditorium in modo tale da renderlo nuovamente utilizzabile), stessa cosa per Viktorie nel caso in cui sia interessata a farsi sentire.
Passando al resto, e dunque alla parte più piacevole di questo Screen Master, sono molto felice e soddisfatta dell'impegno che ho visto in tutti voi, e posso assicurarvi che leggere le vostre giocate/auto-conclusive è stato un vero piacere: se anche dovessimo perdere contro la Cyprus, sappiate che sono fiera di voi.
A proposito di questo, vi comunico che la formazione di Hogwarts per la sfida contro la Cyprus sarà formata da:
• Monique Vireau (Coordinatrice) • Vergil Cartwright (Vice Coordinatore) • Robyn Laars (Vocal Coach) • Ariel Jiménez, Caroline Priscilla O'Neill, Ethan Travis Fox, Typhon Seal, Zephyr Kenway e Miyabi Fuyutsuki Stevens (cantanti) • Jorge Alvares e gli altri musicisti
Le modalità per lo svolgimento della sfida saranno esplicate tramite mp agli interessati. Ed ora, i Punti Predisposizione che ho deciso di assegnare per l'impegno visto in voi:
Ariel: +2 a Talento (Arte) ; +2 a Carisma (Arte) ; +1 a Carisma (Fascino) Caroline Priscilla: +2 a Talento (Arte) ; +1 a Carisma (Arte) ; +1 a Talento (Fisico) Typhon: +2 a Talento (Arte) ; +1 a Carisma (Fascino) Miyabi: +1 a Talento (Arte) ; +1 a Carisma (Arte) ; +1 a Carisma (Fascino) Zephyr: +1 a Carisma (Arte) ; +1 a Carisma (Fascino) Ethan Travis: + 1 a Talento (Arte)
Ariel, considerando che tu sei già a 24 sia per Talento che per Carisma in campo artistico, e che non puoi salire ulteriormente se non dopo i M.A.G.O. per Regolamento, i tuoi 4 Punti Predisposizione ti verranno accreditati non appena salirai di anno.
Per qualsiasi dubbio, domanda o richiesta, scrivetemi via chat e/o mp.
Una giornata no. Una settimana no. Un mese no. Anzi forse tutta la vita. Perchè in quei giorni si sentiva come se non fosse mai stato felice in passato e mai lo sarebbe stato in futuro. Per quel motivo se ne andava in giro per il Castello da solo, le mani affondate nelle tasche dei pantaloni della divisa e in volto un’espressione corrucciata al limite della tristezza. Non era accaduto nulla di particolare in quelle settimane che precedevano la gara della Cyprus, nulla che non fosse classificabile come normale routine eppure qualcosa di strano, come una nota stonata in mezzo a una sinfonia pressocchè perfetta, doveva essere stata suonata. E in fondo al suo cuore Jorge sapeva perfettamente anche quando e da chi. Era accaduto alcuni giorni prima, mentre correva da un piano all’altro, pregando le scale di non fargli qualche brutto scherzo e farlo arrivare in tempo alla lezione successiva. Aveva urtato qualcuno, non sapeva neanche chi, una Serpe con molte probabilità, che gli aveva urlato contro, arrabbiato un banale
Guarda dove metti i piedi babbano!
E da allora l’equilibrio precario su cui aveva basato il suo mondo al ritorno dalle vacanze estive era praticamente imploso. Era da un po’ che si sentiva come se il suo essere mago e babbano invece di fondersi in un’unica entità si fossero scisse in due autonome, indipendenti e insoddisfatte personalità che lui si impegnava a tenere in armonia semplicemente evitando di pensare a quello che si lasciava dietro le spalle ogni volta che partiva da King’s Cross oppure dall’aeroporto di Lisbona. Eppure ci doveva essere qualcosa che non andava nel suo geniale piano se era bastato un semplice quanto banale insulto per farlo andare in pezzi e avvertire pressante e soffocante la mancanza di Xavier e di Rosita e anche di Gorca e Iole. Sentiva un tumulto di emozioni agitarsi nel suo petto e un bruciore sordo agli angoli degli occhi come di lacrime che premevano per uscire. Accelerò il passo perché scoppiare a piangere nel bel mezzo del corridoio non era il massimo a cui ispirava e solo quando si chiuse alle spalle la porta di quella che credeva fosse un’aula vuota si rese conto di essere finito in Sala Musica.
Meglio andar via prima di combinare qualche danno colossale…
Mormorò ma i suoi piedi si rifiutarono di ubbidire a quel semplice comando, anzi, come se fossero dotati di vita propria, lo condussero verso il palco, nell’angolo di destra, dove erano ordinatamente sistemate le chitarre.
La musica è il vero balsamo dell’anima, Jorgito. Affoga in lei i tuoi dispiaceri, i tuoi dolori non in altro…
Le parole di sua madre gli riecheggiarono nella mente e dovette strizzare forte gli occhi e tirare su con il naso per impedire al magone che gli stringeva la gola di sciogliersi in un pianto molto poco virile. Ricordava ancora il giorno in cui glielo aveva detto, fuori dalla porta dell’ospedale dove avevano ricoverato il fratello più giovane della donna per overdose, la paura negli occhi della madre non solo per la sorta di Paulo ma anche per quelle del figlio undicenne perché la vita ad Alfama era quello che era e di certezze per il futuro non gliene poteva dare.
Va bene mamma… Niente Burrobirra per me domani…
Mormorò al nulla con un sorriso amaro sul viso, mentre prendeva in mano una guitarra portuguésa e si accomodava sullo sgabello. Con la gara alle porte e i compiti e gli allenamenti per entrare nella squadra di Quidditch non era mai riuscito a trovare un momento per esercitarsi da solo. Infilò all’indice della mano sinistra il plettro di trasparente e accarezzò con la destra le corde, prima di prendere un respiro profondo e chiudere gli occhi, la sua mente che volava ai pomeriggi che passavano da soli lui e la madre ad ascoltare i dischi di fado che suo padre odiava tanto.
Le note tristi di Água e Mel riecheggiarono nella Sala vuota, irriconoscibili all’inizio anche per lui, come se il suonarle in una terra straniera le avesse trasformate in una musica sconosciuta. Si fermò senza aver terminato la quarta strofa, scuotendo la testa per scacciare la realtà dalle sue orecchie e concentrarsi solo sul ricordo che pulsava allo stesso ritmo del suo cuore. Sapeva di non essere bravo e che forse in fondo non era neanche così portato per la musica ma non era lì per impressionare qualcuno o per fare bella figura, era lì per riuscire a calmare il tumulto che gli stava togliendo il sonno e riportare il suo mondo in equilibrio. Fece un secondo respiro, profondo in fase di inspirazione, lento in quella di espirazione e poi riprese a pizzicare le corde, la bocca che si dischiudeva automaticamente a dar voce a quelle parole che sentiva come sue.
Entre os ramos de pinheiro Vi o luar de Janeiro Quando ainda havia Sol E numa concha da praia Ouvi a voz que desmaia Dum secreto rouxinol
(Tra i rami di pino scorsi il chiaro di luna di gennaio quando ancora c'era sole e in una conchiglia della spiaggia sentii la voce che i sensi fa annebbiare di un segreto usignolo)
Con voce bassa e solo vagamente melodiosa Jorge non stava prettamente cantando, più che altro raccontando una storia, cercando di seguire il ritmo della chitarra che stava suonando. E mentre raccontava ricordava la prima volta in cui aveva vista Hogwarts, il suo chiaro di luna in una giornata di sole, qualcosa che non avrebbe dovuto esistere e che invece svettava sullo sfondo in tutta la sua maestosità, promettendogli di svelargli segreti inimmaginabili.
Com água e mel, comi pão com água e mel E no vão duma janela, beijei sem saber a quem Tenho uma rosa, tenho uma rosa e um cravo Num canteirinho de barro que me deu a minha mãe
(Acqua e miele, mangiai pane acqua e miele e nel vano di una finestra, baciai senza sapere chi. Tengo una rosa in un angolo del giardino, una rosa e un garofano, che mia madre mi diede)
Fui pela estrada nacional E pela mata real Atrás de um pássaro azul No fundo dos olhos trago A Estrada de Santiago E o Cruzeiro do sul
(Percorsi la strada nazionale e attraversai il bosco reale dietro un passero azzurro. Porto con me, nel fondo dello sguardo, la Via Lattea e la Croce del Sud.)
Non faceva altro da cinque lunghi anni. Andava avanti e indietro da un Mondo a un altro, portando con sé il ricordo di chi era stato e la confusione su chi sarebbe potuto essere e ogni volta il suo sguardo diventava più spento e il fardello nel suo cuore più pesante. Forse avrebbe dovuto fare qualcosa di drastico, scegliere da che parte stare e non tornare più indietro.
Abri meus olhos, abri meus olhos ao dia Escutei a melodia que ao céu se eleva do pó O vinho novo. se provei o vinho novo Se amei e honrei o povo, meu Deus porque estou tão só?
(Aprii gli occhi, aprii gli occhi al giorno ascoltai la melodia che dalla terra si eleva al cielo, Il vino fresco, eccome se ho provato il vino fresco, se amai e onorai il popolo, mio Dio, perché son così solo?)
Anche dopo che la canzone ebbe fine continuò a ripetere l’ultima strofa all’infinito, mentre finalmente le lacrime gli bagnavano le guance.
Termine delle settimane per l'addestramento Sala Musica di Hogwarts Ore 10:55
Apprendere le illusioni potrebbe non essere una buona idea, Robyn...
Cosa intendi zia? Non credi sia abbastanza legato alla musica per farcela?
No, al contrario, hai la musica dentro, saresti un ottimo allievo. Intendo che le illusioni sono un'arma a doppio taglio e qualora non avessi del tutto superato la tua condizione instabile vendicativa, c'è il rischio che diventino un pericolo, più che una benedizione...
Per favore, spiegati meglio.
Poniamo il caso che io ti insegnassi ad utilizzare benissimo le illusioni. Se un giorno incontrassi l'uomo che ha ucciso Daemon e perdessi il controllo, potresti sfruttarle per fargli del male... Molto male.
... Che cosa significa con esattezza, illudere ad uno scopo simile?
Vale a dire corrompere la tua anima, alterare la tua percezione di giusto e sbagliato, cambiare e nella maggiore dei casi diventare qualcosa di orribile per tutte le persone che ti vogliono bene e ti apprezzano per come sei...
Dunque, cosa mi suggerisci? Mi attengo alla tua volontà, al tuo giudizio, completamente...
Ti suggerisco di pensarci molto bene prima di chiedermi seriamente di imparare. A quel punto cercherò di capire davvero se sarai pronto e comunque non ti assicuro lo stesso che accetterei... Ma senza una buona base di calma interiore, puoi star sicuro che riceverai un "no" eterno dalla sottoscritta, chiaro?
Si, certamente zia... Chiarissimo, grazie.
Di nulla Robyn... Ora va' a continuare i tuoi esercizi, ci vediamo a cena!
Va bene zia, a più tardi!
Quel discorso fatto la sera precedente aveva lasciato nei pensieri e nel cuore del Vocal Coach un dilemma grande e tragico. Spesso, durante alcune notti specifiche, specie quelle vicine all'anniversario di morte dello zio defunto, sognava ancora quella scena, quando l'uomo di colore e di notevole potenza aveva colpito a morte Daemon facendolo volare all'indietro, privo di vita, per poi guardare negli occhi Robyn ed abbassare l'arma magica, sorridendo sarcastico, come se sapesse già che non era un degno avversario per lui. Aveva perfettamente ragione, anzi, anche adesso probabilmente quell'uomo era di gran lunga superiore in quanto a potenza magica dell'apprendista di Monique, ma non fu semplice sopportare quello sguardo di sufficienza e scherno, quella noncuranza con la quale aveva tolto la vita ad un uomo e poi se ne era andato, non preoccupandosi nemmeno di coprire ogni traccia, sicuro che Robyn mai e poi mai sarebbe risultata una minaccia. In effetti era così: nei mesi successivi, l'Auror Ribelle non rintracciò mai informazioni riferite a quel volto da nessuna parte, pur cercando ovunque e chiedendo allo zio Ryan di fare ricerche in merito. Insomma quello spettro di morte pareva essere scomparso nel nulla.
Come puoi essere stato sconfitto...
Quando chiese a Monique di insegnargli le illusioni non aveva pensato minimamente a quell'uso particolare, vendicativo. Questo la diceva lunga sull'ottimo lavoro da lei svolto nell'insegnare a Robyn come contenere la rabbia, ma fatto stava che quando la francese gli fece presente l'eventualità di combattere il carnefice con quella nuova arma, fu impossibile non notare nello sguardo violaceo del ragazzo una consapevolezza nuova, una presa in considerazione, seppur minima e di un secondo di quella eventualità crudele. La Vireau era piuttosto brava ad individuare le incertezze nel cuore del nipote, conoscendolo ormai da ben due anni, per questo preferì spiegarli i rischi che si correvano utilizzando le illusioni a scopo malvagio ed invitarlo a riflettere bene prima di chiederle nuovamente di insegnargli un'arte così antica, potente, difficile e complessa. A dir la verità, il Laars aveva anche pensato di chiedere alla sorella minore di Monique, Veronique, un suo parere più empirico sulla faccenda, difatti la giovane francese era perfettamente a conoscenza di come il mondo cambiava durante la corruzione dell'anima, ma archiviò quasi subito un'idea del genere non volendo risultare irrispettoso od offensivo con lei che da poco era tornata a vivere serenamente davvero. Sbuffò, seduto su una sedia, con un maglione color cenere a coprire una maglietta bianca attillata a maniche lunghe. Dei jeans blu scuro e delle scarpe da passeggio nere di marca "Lacoste", ben conosciuta anche nel Mondo Magico ma meno che in quello babbano. A breve sarebbero giunte sia Ariel Jiménez che Caroline Priscilla O'Neill, le due musicanti che finalmente gli avrebbero mostrato il percorso effettuato in quei giorni per preparare le canzoni assegnategli due settimane fa. Tutti gli altri partecipanti, sotto carta scritta dalla Coordinatrice, non erano state ammesse alle prove finali per via dello scarso tempo dedicato agli esercizi vocali, quindi alla fine dei giochi c'erano solo la Grifondoro e la Tassorosso da esaminare. Non necessitava dei musicisti: con la tastiera avrebbe emulato la base del brano della colombiana - l'irlandese non ne aveva bisogno perché se la creava da sola con la chitarra, sempre che ci fosse riuscita - mettendola per altro a suo agio non trovandosi con gli spettatori ad ascoltarla. Sentì la porta della Sala Musica aprirsi e il passo delle due studentesse invadere il silenzio dove si era rifugiato fino ad allora. In parte le ringraziò perché ancora qualche minuto a rimuginare sulla faccenda "illusioni" e sarebbe esploso. Si alzò dalla postazione, scendendo dal palchetto - quello era il loro luogo di esibizione - mostrando ad entrambe un sorriso gentilissimo, avvicinandosi alla tastiera verso il centro della stanza.
Bentrovate ragazze, come andiamo? Tese? Preoccupate? Rilassatevi, c'è ancora un bel po' di tempo prima della sfida, avrete modo di correggere gli errori, qualora ce ne fossero! Allora Ariel... Pronta a mostrare quanto puoi farmi sognare grazie alla tua poderosa voce?