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da Sandyon » 29/05/2013, 23:32
[ COVO TERRAN - 11 MESI DALLA PARTENZA - 0RE 10:23 ]
Raiden si era allontanato dal covo per circa cinque giorni, onde evitare problemi al lavoro e sistemare alcune faccende burocratiche per il suo conto in banca e per quello dei suoi familiari. Aveva lasciato Lindë in compagnia di tutti gli altri suoi confratelli, sapendo bene che la nuova Lindë non si sarebbe mai trovata a disagio con loro ma anzi, avrebbe accolto volentieri l'occasione per passare un po' di tempo con persone che di lì a qualche settimana avrebbe potuto vedere soltanto un paio di giorni a settimana, per via del suo lavoro come docente di Hogwarts. Undici mesi erano passati da quando era partita, undici mesi da quando Raiden l'aveva presa sotto la propria ala protettrice volendole insegnare tutti quanti i segreti, le tecniche e le nozioni dei Terran, a partire dalla cultura passando per la storia e terminando per gli incantesimi. Adesso la Vilvarin finalmente sapeva perché alcune magie di alto livello non le riuscivano adeguatamente ed in più non trovava più così assurdo l'episodio passato con il Mezzo-Drago quando scagliò contro uno dei suoi cuccioli una pietra magica dalla propria bacchetta. A proposito della bacchetta, essa era stata temprata magicamente per essere più forte e degna di quella di un Capo Gilda, con un nucleo ampliato e capacità decisamente migliori di quella che era un tempo, pur mantenendo intatto il suo spirito e la sua indole neutrale. Insomma, di passi avanti dal suo arrivo la ragazza ne aveva fatti e Raiden rimase molto sorpreso nell'osservare come il suo fidanzato, quel certo Irvyne, continuasse a scriverle ogni giorno parole d'amore, complimenti e piccole poesie improvvisate. Quella mattina, il primo reggente del Vento, di ritorno dalle sue faccende settimanali, non vedeva l'ora di rivedere la sua amata nipotina, per questo aveva sul volto un sorriso solare, positivo ed ottimista. Purtroppo però, proprio il tempo trascorso lì aveva fatto in modo che ormai la professoressa di Erbologia di Hogwarts era pronta per affrontare le vera ed ultima decisiva prova per affermare il suo stato di Capo Gilda Terran e quindi, Sempreverde. Arrivato all'ingresso del covo, Raiden fu fermato subito da una leggera scossa di terremoto e subito dopo, avvicinato da due Foreste dall'aria decisamente allarmata e nervosa.
Per fortuna siete arrivato, Windam la sta chiamando, non c'è dubbio, evidentemente ha capito che ha raggiunto l'apice...
Calmatevi per favore, siamo o no detentori del potere della Terra e del Vento? Lasciamo fluire l'aria della quiete e rendiamo gli animi fermi come le montagne. Se Windam la sta chiamando significa che lei è in grado di ascoltare la chiamata e affrontare il suo ultimo ostacolo. Dove si trova? Le devo parlare...
Al tavolo della colazione, sta finendo di mangiare.
Perfetto, voi continuate le vostre mansioni, del resto me ne occuperò io...
Attraversò l'entrata principale formata da grandi radici, spostandosi nella zona verde dei fiori millenari, per poi superare il ponte sopra il ruscello. Conosceva così bene l'ambiente che adesso non faceva più nemmeno caso agli ostacoli che si trovavano sulla strada, li superava e basta. Giunto fino alla radura centrale, dimora dei tavoli da ristoro, la vide in lontananza, lì, da sola, tranquilla e beata, a mangiare. I suoi occhi brillarono di nuova gioia e contentezza nel vederla così a suo agio, così integrata con quel mondo, ormai perfettamente parte di esso. Con un sospiro morbido e non rumoroso, cominciò a camminare, conscio che da un momento all'altro ella si sarebbe accorta di lui, peccato che un altro suono più potente fece in modo che, almeno per i primi istanti, Raiden non fosse udibile e rimanesse in disparte alla vicenda in silenziosa ammirazione della scena che si stava mostrando a lui. Un barrito molto piccolo rispetto a quello degli elefanti più grandi fece quasi spaventare le piccole paperelle che zampettavano intorno al tavolo per fare compagnia alla Capo Gilda. Un cucciolo di pachiderma infatti si stava avvicinando infatti allo stesso tavolo, utilizzando la proboscide per giocare allegro con quelle paperelle che, più coraggiose, si avvicinavano a lui e lo chiamavano. Dopo essersi intrattenuto un po' con loro, il cucciolo camminò fino a meno di un metro dalla Vilvarin e con il lungo naso prese a fare delle carezze sulla sua gamba e sul suo braccio, fissandola con i suoi occhietti neri scintillanti, come a dirle... "Buongiorno!"
Raiden attese che quel piccolo quadretto deliziasse il suo animo naturale ancora per diversi istanti, prima di cominciare ad avanzare e palesare del tutto la sua presenza, parlando a voce gentile e amichevole proprio nei confronti di quella bellissima ragazza mora.
Mia dolce... Piccola margherita...
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da Lindë » 30/05/2013, 13:12
[Covo Terran - 11esimo mese di permanenza - Mercoledì - ore 10.23]
Leggera. In quei mesi, Lindë Vilvarin aveva imparato quanto fosse bello sentire il proprio animo leggero. Tante cose non ricordava ancora del suo passato. I flashback erano aumentati, certo, ma non così tanto da farla sentire a posto con se stessa. Eppure, non era più come un tempo. Per quanto le importasse recuperare i ricordi, sentiva che quella non era più la priorità. Una trasformazione, nel vero senso della parola, era avvenuta in lei. Chi la conosceva prima e l'avesse vista, ora, avrebbe fatto fatica a riconoscerla. Gli stessi Terran erano stupefatti dal cambiamento. Era arrivata tra loro diffidente, spaesata, fredda. Ed ora, ad undici mesi di distanza, sembrava un'altra persona. Cordiale, gentile... sorridente. Forse sempre un po' schiva con le persone nuove, ma non più per diffidenza quanto per semplice timidezza. E quella gliela si poteva perdonare. Aveva imparato a stare in mezzo alle persone, comunque. I Terran, tra l'altro, avevano dimostrato di apprezzare la sua compagnia, ogni giorno di più. L'avevano aiutata con gli Incantesimi che appartenevano al suo Elemento, le erano stati accanto nel recuperare quei pochi frammenti di memoria tornati spontaneamente, avevano parlato con lei la lingua comune delle Gilde, per far sì che diventasse perfetta sulle sue labbra. E lei li aveva ripagati col calore che, giorno dopo giorno, riusciva finalmente a trasmettere all'esterno. Undici mesi erano passati. A lei sembrava una vita intera.
Scommetto che ti vuoi sentir elogiare, mh?
Domandò Lindë a Gaoth, il suo colibrì, mentre faceva piccole acrobazie sulla sua testa. E lei lo seguiva con gli occhi, il capo rivolto verso l'alto. Un sorriso sulle labbra. Una nuova serenità nel cuore.
I piedi erano scalzi, per rimanere a contatto con la terra il più possibile. Il corpo coperto da un semplice vestito color avorio, i capelli raccolti. Nella sua semplicità non era cambiata affatto, e lo considerava un bene per se stessa. Scosse il capo, allungando un braccio affinché Gaoth si posasse sul suo dito. Se lo appoggiò sulla spalla e si volse nuovamente verso la propria colazione. Cereali, un succo di frutta, pane integrale e marmellata. Niente di ricercato o di pesante, ma lei era sempre stata una persona di poche pretese, anche nel cibo. Non fece in tempo a portarsi il bicchiere alle labbra, che un tocco alla sua gamba le fece abbassare il viso. Una proboscide. Un adorabile cucciolo di elefante. Sorrise, Lindë, verso l'animale, posando il bicchiere ed allungando la mano per fargli una carezza sul muso.
Buongiorno piccolo amico. Come siamo belli questa mattina...
Lo salutò, dolce il tono. No, non più atono e privo di calore come un tempo. Lei era diversa, e così anche la sua voce, i suoi gesti. Era sempre Lindë Vilvarin, una persona amante delle piante ed incline a farsi i fatti propri... ma ora il suo cuore batteva, e non le sembrava più così assurdo dimostrarlo.
Mia dolce... Piccola margherita...
Quella voce familiare le fece alzare il capo. I suoi occhi incontrarono quelli di Raiden, e sorrise anche a lui.
Nonnino...
Si era abituata a chiamarlo così. Le piaceva, e piaceva anche a lui.
E' bello vederti. Vuoi farmi compagnia?
Gli domandò, senza smettere di accarezzare il muso dell'elefante. Sapeva di far piacere all'animale, e anche lei traeva gioia in quel contatto. Sì, era cambiata totalmente. Eppure non si era mai sentita tanto se stessa in tutta la sua vita.
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da Sandyon » 30/05/2013, 21:37
Buongiorno piccolo amico. Come siamo belli questa mattina...
L'elefantino incurvò le labbra in quello che pareva essere in tutto e per tutto un sorriso, per quanto gli animali in teoria non ne fossero in grado. Agitò ancora un poco la proboscide quando sentì quella carezza sul capo, avvicinandosi di più richiedendo maggiori coccole dalla Sempreverde. Ormai gli animali richiedevano sempre più attenzioni da lei e Gaoth prima di tutto non faceva altro che starle accanto facendo il geloso ogni volta che parlava, comunicava o si curava di un altro essere vivente che non fosse lui... Già, molto molto possessivo il piccolo colibrì. Quando la voce di Raiden raggiunse le orecchie della ragazza, ella si volse subito, sorridendogli come ormai faceva da diverse settimane. Un sorriso ogni volta in grado di sciogliere il cuore dell'uomo che adesso si sentiva un po' come un secondo padre, come un sostituto di Pryce ai tempi in cui si preoccupava di insegnare alla Vilvarin tutti i precetti e le filosofie dietro il grande nome dei Terran
Nonnino... E' bello vederti. Vuoi farmi compagnia?
La dolce Amanda della caffetteria di Rio mi ha già ampiamente saziato con i suoi pancake fatti in casa! Aaaahh non credo riuscirò mai a rifiutare, quella donna è così gentile e si offende molto facilmente quando qualcuno rifiuta il cibo offerto. Per cui nessuna compagnia nel pasto, ma nell'anima molto volentieri, Lindë...
Sorrise con aria spensierata, avvicinandosi ancora e facendo anche lui qualche piccola carezza all'elefante cucciolo, il quale comunque premeva per avere le migliori carezze direttamente dalla mano morbida e delicata della Capo Gilda. Anche un paio di paperelle approfittarono dell'occasione per salire sul corpo del pachiderma e arrivargli in testa, emettendo il loro verso per salutare e dare il buongiorno alla ragazza ed anche a Raiden, allegre e pazzerelle come non mai. Egli ne prese una tra le mani, mettendosela sulla spalla, per poi sedersi su uno dei tanti sgabelli naturali formati da alberi antichi morti e tagliati. Incrociò le braccia, posando del tutto gli occhi sul viso sorridente e meraviglioso della docente di Hogwarts, sorprendendosi ogni volta di quanto fosse cambiata nell'arco di quel lungo anno che adesso, appariva come volato, trasportato velocemente dalle onde eteree del vento.
Agosh ma-hal senereer pyusakyu... (E' quasi giunto il tempo di andare...)
La lingua dei Terran, parlata con lei ormai quasi quotidianamente ed esclusivamente, per abituarla. Tale linguaggio, parlato da tutti i membri di ogni gilda, permetteva di comunicare con ogni facente parte di una di esse a prescindere dalla provenienza in ogni parte del mondo, un modo inoltre sicuro per preservare le conversazione ed impedire che venissero ascoltate. Circa un mese prima, Raiden aveva parlato alla "margherita" del prossimo incontro con Windam, o meglio, il suo fantasma, residente nel grande albero Deku, nel profondo del boschetto del covo. Quell'incontro, le diceva, avrebbe cambiato per sempre la sua vita e l'avrebbe resa in grado di chiedere una benedizione divina, un dono esclusivo per il nuovo Capo Gilda Terran direttamente dall'energia eterna della prima fondatrice di quell'ordine naturale e magico. Non si era più informato riguardo al potere o al regalo che Lindë avrebbe chiesto, lasciandole tutto il tempo necessario per rifletterci con somma attenzione, ma adesso, passati altri trenta giorni da quella prima spiegazione, la terra la stava chiamando ed era dovere di Raiden informarla a proposito.
Windam lyamul farther vidhiar. (A quanto pare Windam chiede di te.)
Osagel no namenyur astad? Hujiji creampie? (Ti senti pronta? Hai paura?)
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da Lindë » 31/05/2013, 14:11
Sembrava che il bisogno di coccole dell'elefante aumentasse in proporzione alle carezze che lei gli faceva. Si era avvicinato, infatti, per chiedergliene ancora, per ottenere maggiori attenzioni. Non dispiaceva a Lindë, affatto. Gaoth, invece, era come sempre geloso. Sentiva il suo capino premere sulla sua guancia. Quel gesto le fece alzare gli occhi al cielo e ridere - sì, ridere - divertita.
Sei sempre il solito. Perché non mi lasci fare qualche coccola anche a tuo fratello?
Rimproverò dolcemente il suo piccolo colibrì. Sì, per lei tutti gli animali erano fratelli tra loro. Anche se provenivano da luoghi diversi. Anche se appartenevano a specie diverse. Anche se si collegavano ad Elementi diversi. Anche se presentavano fattezze diverse. Erano tutti nati da Madre Natura, e questo li rendeva una sola, grande famiglia. L'arrivo di Raiden la fece sorridere dolcemente. Stimava e rispettava l'uomo. E più di ogni altra cosa, aveva imparato a volergli bene. Ormai era come un padre, per lei. Quel pensiero la portò a riflettere sulla sua famiglia. Avrebbe dovuto contattare i suoi genitori, alla fine di quel percorso. Probabilmente avrebbe preso loro un infarto. Si erano abituati ad una figlia fredda, gelida, silenziosa. Anche da ragazza era sempre stata comunque piuttosto scostante e solitaria. Era la prima volta che Lindë appariva così gentile, così calorosa. Amichevole, persino solare. Ai genitori sarebbe apparso molto strano ritrovarsi di fronte una persona del genere. L'Erbologa poteva solo sperare che lo strano fosse in senso positivo.
La dolce Amanda della caffetteria di Rio mi ha già ampiamente saziato con i suoi pancake fatti in casa! Aaaahh non credo riuscirò mai a rifiutare, quella donna è così gentile e si offende molto facilmente quando qualcuno rifiuta il cibo offerto. Per cui nessuna compagnia nel pasto, ma nell'anima molto volentieri, Lindë...
Non sai cosa ti perdi. Questa marmellata è ottima, davvero.
Per forza. Era fatta dai Terran, manualmente. E c'erano solo ingredienti naturali, ovviamente: acqua, zucchero e frutta, niente prodotti aggiuntivi come quelli che usavano i babbani. Diede un morso alla fetta di pane con marmellata che teneva in mano, mangiandola con gusto. L'altra mano, invece, continuava a fare carezze all'elefantino, visto che non le pesava.
Agosh ma-hal senereer pyusakyu... (E' quasi giunto il tempo di andare...)
La voce di Raiden le fece spostare lo sguardo su di lui. Il momento era arrivato. Temeva non sarebbe mai giunto. Temeva che Windam non l'avrebbe mai considerata degna di diventare a tutti gli effetti la Sempreverde. Annuì lentamente, posando la colazione nel piatto. Prese anche un respiro profondo. Non voleva perdere la calma. Voleva essere ferma, come la Terra.
Windam lyamul farther vidhiar. Osagel no namenyur astad? Hujiji creampie? (A quanto pare Windam chiede di te. Ti senti pronta? Hai paura?)
Kali Windam pateliefanavaŭ mnie, znacyć nastaŭ cas. Maja ŭpeŭnienasć u Ziamli nie budzie vahacca, i jae vyprabuju zasluhoŭvajuć. (Se Windam mi ha chiamato, significa che è tempo. La mia fiducia nella Terra non vacillerà, e darò prova di meritarmela.)
Rispose Lindë. La voce ferma, serena quasi. Raiden le aveva parlato della prova che avrebbe dovuto affrontare. Se ritenuta degna, avrebbe potuto varcare la soglia del grande Albero Deku, ed affrontare la prova. Ed ora, la Terra la considerava pronta. Si umettò le labbra, poi diede un bacino sul capo all'elefante. E anche alle paperelle. Infine, abbracciò Raiden. Un contatto breve e leggero, ma sentito. Come se avesse bisogno di un suo silenzioso incoraggiamento. Solo allora si alzò in piedi e prese a camminare, imboccando il lungo sentiero che l'avrebbe portata all'Albero. Nel passaggio, alcuni Terran s'inchinarono. Altri le augurarono buona fortuna. Sapeva che non era una questione di fortuna, ma che dipendeva solo da lei. Eppure apprezzò quelle parole, gli auguri non facevano mai male.
Ci siamo, infine.
Pensò tra sé Lindë, camminando con Gaoth sulla spalla. Finalmente arrivò di fronte all'Alberto Deku, e lì si fermò. Esso si ergeva in tutta la sua maestosità davanti a lei. Si sentì mancare il fiato a quella vista. Al tempo stesso, lo sentì richiamarla a sé. Annuì silenziosa, come a dire che aveva sentito la sua chiamata.
Solo i meritevoli potevano varcarne la soglia. Interdetta agli altri Terran, era oltrepassabile solo dai capi degli Elementi. Raiden, per il Vento. Pryce, per la Terra. Ed ora toccava a lei. Sentiva il peso di quella prova sulle spalle. Il cuore che batteva veloce nel petto ne era testimone. Tante persone avevano risposto la loro fiducia in lei. Raiden, Pryce, i Terran, forse anche Irvyne senza saperlo. Era giunto il momento di dimostrare che si era meritata quella fiducia. Prese un altro respiro profondo, ed iniziò a camminare verso l'ingresso dell'Albero. Non sapeva cosa aspettarsi, poteva solo affidarsi al proprio Elemento.
Terra, aiutami a dimostrare di essere degna di controllarti.
Soffiò in un alito di Vento, finalmente alla soglia dell'Albero. Socchiuse gli occhi, ripensando a ciò che le dava forza. Nella mente si formò l'immagine di Irvyne. Era bellissimo. Annuì, sentendo la Terra respirare all'unisono con lei. Era il momento. Riaprì gli occhi, ed il piede destro fece un passo avanti, con decisione. Lindë Vilvarin era appena entrata nell'Albero Deku, il simbolo millenario della Gilda Terran.
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da Sandyon » 04/06/2013, 20:58
Non molte persone potevano affermare di aver visto cosa celasse il Grande Albero Deku. Nel corso dei secoli si erano susseguiti forse una decina di Capi Gilda e Capi Elemento e nessuno di loro si era mai permesso di raccontare all'esterno quali segreti e quali memorie contenesse la struttura più sacra e maestosa del covo Terran. Tutto ciò che si sapeva, era che entrare nell'Albero significava prepararsi ad incontrare Windam in persona, il quale spirito vagava tra le radici e le foglie dell'enorme pianta, avendo deciso di rimanere per sempre come fantasma nel mondo. Ogni qual volta un nuovo erede al titolo di Capo diventava abbastanza capace, forte e integrato con la terra, Windam lo chiamava all'interno della sua dimora, per metterlo alla prova e conferire così lui non solo il titolo che gli spettava, ma anche un dono prezioso, esclusivo e singolare. Lindë Vilvarin si trovava ad ammirare la grandezza di quel tronco già da diversi minuti, quando scelse di prendere le redini dei suoi timori e camminare fiera, a testa alta fino alla porta naturale creata dalle radici dell'albero, per entrarvi all'interno ed iniziare la sua prova. Non appena i suoi occhi accettarono l'iniziale oscurità ed iniziarono a descrivere qualche contorno in modo più nitido e preciso, le stesse radici che poco prima l'avevano accolta, adesso segregavano il passaggio, chiudendo la ragazza all'interno, ora senza più via d'uscita. La struttura insita di quel tronco era cava, come se fosse una gigantesca torre. Niente scale, ovviamente, ma alcune fiaccole si, appese a dei ganci di roccia per tutto il perimetro circolare del tronco; esse presero a bruciare di una tenue fiamma lucente verde chiaro permettendo così di migliorare ulteriormente la vista. Al centro del pavimento, un buco, apparentemente molto profondo, bloccato solamente da una fitta ragnatela spessa ed elastica. Non vi erano segni di ragni od altre formi di vita che evidentemente si mostravano solo quando c'era da sistemare la ragnatela dopo diverso tempo che, ferma ed immobile, perdeva di stabilità consumandosi.
Spesso la più grande paura dell'uomo non è morire, ma l'ignoto, ciò che non conosce e che lo inquieta. Un Capo però, non può permettersi di aver paura, nemmeno dell'ignoto, tanto quanto della morte stessa. Accetta il tuo destino e dimostra che puoi essere un Vero Capo, oh Eletta della Terra.
Questa voce, femminile e seria, altisonante ma allo stesso tempo morbida come il petalo di una rosa al mattino, echeggiò all'improvviso. Pur voltandosi più e più volte, Lindë non avrebbe potuto individuarne la fonte. Era ancora troppo presto per la prima Capo Gilda mai esistita, affinché si presentasse alla nuova Erede.
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da Lindë » 04/06/2013, 21:28
Inizialmente, non vedeva nulla. Il buio più totale. Sentiva solo il battito del proprio cuore e il flebile rumore del suo respiro. Percepiva Gaoth, sulla sua spalla. Questo le dava conforto. Sbatté le palpebre, tentando di abituarsi alla penombra. Poi, le luci. Di colore verde chiaro, diverse dal solito, eppure sempre luci erano. Finalmente iniziò a catturare qualcosa con lo sguardo. L'interno dell'Albero Deku era vuoto, per il momento. Nessun rumore, nessun suono. Si guardò intorno, muovendo il capo a destra e a sinistra, ma niente. Era sola. O meglio, con Gaoth. Poi, una voce, all'improvviso. Sembrava venire da ogni parte, intorno a lei. Era dolce, morbida. Eppure al contempo seria, profonda, intensa. Le fece venire i brividi.
Spesso la più grande paura dell'uomo non è morire, ma l'ignoto, ciò che non conosce e che lo inquieta. Un Capo però, non può permettersi di aver paura, nemmeno dell'ignoto, tanto quanto della morte stessa. Accetta il tuo destino e dimostra che puoi essere un Vero Capo, oh Eletta della Terra.
Solo allora, Lindë notò la ragnatela di fronte a lei. Non era lì per caso. Un buco era coperto da quel lieve strato bianco. Sottile, che quasi sembrava di poterlo spazzare via con un soffio di Vento. Era da lì che poteva passare. Era da lì che si doveva buttare. Era da lì che cominciava la sua prova. Respirò a fondo, annuendo tra sé. Sapeva cosa fare, e sapeva come farlo. La torcia sarebbe venuta in suo aiuto, prenderla sarebbe stato facile. Si avvicinò a quella più vicina a sé, la staccò dal gancio a cui era appesa. La strinse tra le dita, avvicinandola alla ragnatela. Il suo futuro era lì, oltre quel buco. Non c'era niente ad ostacolarla, solo lei poteva fermarsi. E non voleva. Era andata troppo avanti, per tornare indietro. Qualunque cosa le avesse riservato il futuro, era giunto il momento di scoprirla. Aveva già perso il proprio passato, in fondo. Non poteva permettersi che accadesse ancora.
Devi rimanere qui, Gaoth. Tornerò presto, ma è una prova che devo affrontare da sola.
Mormorò in direzione del suo colibrì. Dolce, nel tono. Amorevole. Avrebbe voluto portarlo con sé, ma non poteva. Ed era giusto così, era una prova solo sua. Un respiro profondo, poi due, poi tre. Ad ogni respiro, raccoglieva un briciolo di forza da qualcuno che le era stato vicino. Da Irvyne. Da Raiden. Dai Terran. Al quarto, trasse forza da se stessa. E quello bastò. Abbassò la torcia, e con quel fuoco verde bruciò la ragnatela. Tornò indietro di qualche passo, riappoggiò la torcia dove l'aveva presa. Educata, ringraziando l'Albero Deku per avergliela prestata. Si riavvicinò al buco, ed annuì ancora una volta. Un ultimo respiro. Poi, semplicemente, fece un passo avanti. Nel vuoto. Nel buio. Verso il proprio destino.
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da Sandyon » 05/06/2013, 21:13
Non ci mise molto a prendere quella decisione. Afferrare saldamente una torcia, dopo aver salutato il suo fidato colibrì, e bruciare la ragnatela che liberò la voragine al centro della sala. Un respiro profondo, una fermezza negli occhi a dir poco esemplare, poi, il corpo lanciato in quel tunnel oscuro che per almeno una lunga decina di secondi non vide una fine. Quando qualcosa toccò i piedi della ragazza, il nero ancora imperversava sulla sua vista, impedendole di vedere e prepararsi all'impatto con quella che senza dubbio fu l'acqua di un lago sotterraneo, molto profondo, dove non si toccava. Semmai la futura Sempreverde avesse scelto di aprire di scatto ed impulso gli occhi una volta finita dentro il lago, avrebbe potuto notare che adesso in superficie delle luci si accendevano, altre torce magiche verde chiaro che rendevano la zona possibile da osservare. Lo specchio d'acqua, largo per un raggio di almeno mezzo chilometro, era disseminato di foglie e ninfee. Potabile, senza dubbio. Su alcune delle foglie galleggianti alloggiavano dei rospi e delle raganelle che saltavano di postazione di tanto in tanto. In fronte a Lindë, lontano di almeno 400 metri, una scalinata di roccia che usciva dal lago, terminando in uno spiazzo liscio che apparentemente conduceva soltanto alla parete legnosa del gigantesco albero cavo. Ad ella quindi non restava che nuotare e nuotare per molto tempo, stancandosi un poco forse, per arrivare a quel punto fermo, unico visibile che somigliasse ad un indizio di prosecuzione della propria prova. Non appena ella avesse toccato un solo scalino di pietra, uscendo dall'acqua avrebbe riscontrato il proprio corpo completamente nudo, privo di vesti, non percependo comunque alcun freddo per via dell'assenza di corrente ed anzi, una debole nota di calore per via dell'ambiente umido sotterraneo. Nemmeno il tempo di capacitarsi di una cosa simile che davanti a lei, le radici dell'albero formarono tre semicerchi e dentro ad ognuno di essi si materializzò uno specchio.
C'è chi vuole comandare con lo stile di un Capo Saggio e Protettore. Chi invece sceglie la via dell'umiltà, mettendosi allo stesso livello di chiunque, interpretandone un Amico. Infine, c'è direttamente chi mette a nudo la propria anima e agisce solo seguendo l'Istinto. Quale dovrebbe o potrebbe essere il tuo destino, oh Eletta della Terra?
Ancora una volta quella voce: morbida, gentile, ma allo stesso tempo fiera, seria e misteriosa. Bisognava riflettere sulla domanda o magari gettarsi immediatamente e non mostrare esitazione, ma in confronto a cosa? Presto detto, il riflesso di Lindë nei tre specchi creati dalle radici raffigurarono la bellissima ragazza in tre modalità differenti. A sinistra c'era lei, indossante un abito simile ad un tubino ma fatto con una grande foglia verde e matura. Al centro, ciò che la copriva era una specie di costume a due pezzi, con reggiseno e mutandine sempre in fogliame. A destra poi, niente più di come lei stava già adesso, quindi completamente senza nulla addosso. La scelta stava soltanto a lei ma per il metodo di superamento della prova... Come ci sarebbe arrivata?
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da Lindë » 05/06/2013, 22:49
Si era buttata, dunque. Senza rifletterci molto, come spinta verso quella direzione da una forza invisibile. Il suo istinto, probabilmente. Lindë non lo seguiva spesso, in realtà. Forse da quando aveva conosciuto Irvyne. Con lui tutto era stato istintivo, quasi non reputabile come reale. E lì, dai Terran, spesso l'aveva usato per rapportarsi agli altri. Con Raiden l'aveva fatto, ad esempio. Era stato l'istinto a dirle di fidarsi di lui. Di appoggiarsi all'uomo per imparare qualcosa di più sul mondo della Gilda. E su se stessa. Quindi, l'istinto in quell'occasione le era sembrata la scelta migliore. L'aveva rincorso, l'aveva preso, e si era buttata con lui. Aveva fatto bene? Mentre scendeva lungo quel tunnel, il respiro mozzato in gola, non lo sapeva. Però era felice di aver lasciato Gaoth di sopra. Se ci fosse stato qualcosa di brutto da affrontare, non avrebbe voluto che lui lo vedesse. La prima cosa che percepì fu... acqua. Non troppo fredda né troppo calda, piacevole anche. Le ricordava quella del Lago Nero, la prima sera col compagno. Anche se allora l'atmosfera era del tutto diversa. Anche se allora lei era del tutto diversa. Ma la superficie era molto più profonda di quanto potesse immaginare. Sprofondò di sotto, e questo la spinse a muovere le braccia per tornare in superficie. Si tolse l'acqua dagli occhi e sbatté le palpebre. Non vedeva niente. Il buio intorno a sé. Poi, piano piano delle luci. Luci verdi, come quelle del piano di sopra. Finalmente vedeva dove si trovava. E vedeva anche una scalinata di fronte a sé. Un bel po' lontano da sé. Avrebbe dovuto farsela a nuoto, e lei non era una gran nuotatrice. Prese un respiro profondo, e cominciò a muovere le braccia, lentamente ma in modo costante. Quando finalmente raggiunse la scalinata, era stanca, ma non del tutto esausta. Respirò lentamente, per incamerare ossigeno, poi si diede la spinta per uscire. Era nuda. Se ne rese conto subito, ma non riuscì a spiegarsene il motivo. Forse faceva anche quello parte della prova. Si spostò i capelli bagnati dal viso, e prese a camminare verso lo spiazzo circolare di fronte a sé. Lì, dal nulla, comparvero tre specchi fatti con le radici dell'Albero Deku. E poi nuovamente quella voce, con lo stesso tono di prima.
C'è chi vuole comandare con lo stile di un Capo Saggio e Protettore. Chi invece sceglie la via dell'umiltà, mettendosi allo stesso livello di chiunque, interpretandone un Amico. Infine, c'è direttamente chi mette a nudo la propria anima e agisce solo seguendo l'Istinto. Quale dovrebbe o potrebbe essere il tuo destino, oh Eletta della Terra?
Una domanda, dunque. E per ogni specchio, una Lindë diversa. Vestita di un tubino nel primo caso. Vestita di intimo nel secondo, entrambi con foglie. E nuda nel terzo. Doveva scegliere uno specchio in base alle indicazioni ricevute. Non era affatto semplice. Respirò ancora, a fondo, fino a calmare i battiti accelerati del proprio cuore. Si avvicinò al primo specchio, quello a sinistra, soppesandolo con lo sguardo.
Comandare... che brutta parola.
Mormorò Lindë, prima di scuotere il capo.
Non mi sento più saggia di coloro che fanno parte della Gilda, anzi. Quel modo di... guidare - voluta la scelta del termine - i Terran non farebbe per me.
Passò al terzo specchio, quello a destra, ricordando le parole riecheggianti di Windam.
Seguire solo l'istinto... no, nemmeno questa sarebbe la scelta giusta. Una buona Guida deve saper usare la ragione, frenare l'istinto e ponderare ogni situazione con razionalità.
Parlava tra sé, da sola. Forse Windam poteva sentirla, forse no, non aveva importanza. Arrivò al secondo specchio, quello centrale. Lo fissò più a lungo degli altri.
... la via dell'umiltà, mettendosi allo stesso livello di chiunque, interpretandone un Amico.
Sussurrò la donna, ripetendosi quelle parole sulla punta della lingua. Annuì lentamente.
Una Guida deve essere umile, per ricordarsi da dove viene. Non deve credere di essere migliore degli altri, perché avrà sempre qualcosa da imparare. E l'Amico è colui che ti dice quando sbagli, anche se fa male, perché tiene a te e vuole proteggerti.
Un piccolo sorriso le increspò le labbra. Non sapeva se fosse la scelta che Windam si sarebbe aspettata. Non sapeva se fosse la scelta giusta. Non sapeva nemmeno se ci fosse una scelta giusta.
Sì, questo è lo specchio che fa per me.
Ma era quella migliore per lei, e tanto bastava. Fissò ancora per un secondo lo specchio, poi allungò la mano verso di esso. Pensava di toccare la superficie... ma così non fu. Poteva passarci attraverso. Un portale, quasi. Non sapeva verso cosa. Non le importava. Si fidava di Windam. Si fidava della Terra. Era il momento di andare. Un ultimo respiro profondo, gli occhi ora chiusi. Poi, un passo in avanti... E la figura di Lindë scomparve nel nulla.
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da Sandyon » 06/06/2013, 17:08
Non era semplice decidere, scegliere la via da seguire, affrontare il proprio destino di comando e inserirlo in un contesto futuro. Essere saggi, amichevoli, mettere il cuore, tutte e tre le prospettive a loro modo erano esatte e difatti non era quella determinata scelta tra le tre a determinare, per Windam, se la prove fosse stata superata in un senso o nell'altro. La vera prova era riuscire a comprendere subito il proprio IO in una forma di Capo, immaginandosi a governare un gruppo e allo stesso tempo svolgere per esso un ruolo di guida. Lindë si trovò spiazzata per qualche secondo, accorgendosi per altro di aver perso tutti i vestiti. Forse fu quello il motivo di una momentanea esitazione, che la spinse ad avvicinarsi ad ogni specchio per analizzare interiormente la domanda posta dalla strega fantasma. Al termine della riflessione, ella non ebbe alcun dubbio: per quanto volesse accumulare saggezza e mettere sempre cuore in tutto quello che avesse fatto da lì al termine della sua vita, era fondamentale che innanzitutto figurasse come una amica per tutti, una figura di riferimento non da temere ma con la quale confidarsi e sentirsi in sintonia. Accettata dunque la versione di se con quel costume a due pezzi fatto di fogliame, Lindë sfiorò la superficie dello specchio con la mano, accorgendosi che poteva attraversarlo e così fece, uscendo dall'altra parte, vestita adesso esattamente come il riflesso precedentemente scelto. Appena posato il piede a terra, la futura Capo Gilda si ritrovò in una stanza circolare, dove al suolo, al centro, vi era raffigurata una rosa dei venti completa, ed in concomitanza con la punta di ogni direzione si alzava una piccola torretta di legno terminante in un cesto di vimini pieno di carbone e foglie secche autunnali. Al centro della rosa poi, un vaso di ceramica scuro, con dentro alcuni bastoni. Tutto intorno alla stanza di nuovo le fiaccole di fiamma verde chiaro, però questa volta agganciate a dei sostegni di pietra come era avvenuto nella prima sala iniziale con la ragnatela. Di fronte alla ragazza, una porta fatta pietra, per il momento chiusa, poi, la voce si fece sentire di nuovo...
Reggere il peso del Comando è difficile, ma non solo la Terra verrà in tuo aiuto, anche il Vento ti assisterà, se saprai imitarlo: Come l'Ostro, dona pioggia di conoscenza... Come il Levante, rinfresca gli animi... Come la Tramontana, prende le decisioni con freddo calcolo e minuzia... Come il Ponente, sii brezza marina, allegra e serena, mai pessimista... Come il Grecale, sii secca nel dare ordini in modo da mostrare sicurezza... Come lo Scirocco però, non dimenticare mai di mostrare il calore del tuo cuore... Come il Libeccio, porta la sabbia in ogni parte del mondo, trovando nuovi adepti per la famiglia Terran... Infine... Come il Maestrale, domina e porta avanti la difesa del Conflux, impetuosa sui nemici che lo minacciano.
Consigli, assieme ad indizi, assieme a saggezza, assieme ad amore ed affetto per la natura. Ancora una volta la mente e l'Elaborazione della Vilvarin erano state messe alla prova, ma la difficoltà era aumentata rispetto a prima. O magari no, magari invece l'Erbologa sarebbe riuscita subito ad azzeccare il modo di muoversi. Si, quei pezzi di legno nel vaso significavano sicuramente che bisognava accenderli nelle torce per poi dare fuoco ai vari cestini in concomitanza con le punte dei segni cardinali, ma la giovane ed ancora inesperta Terran ce l'avrebbe fatta a ricordare a memoria a quale vento apparteneva ogni punto cardinale ed inoltre, anche l'ordine seguito da Windam nell'elencarli uno per uno? Soltanto trovando il giusto ordine di accensione dei cestini avrebbe potuto aprire la grande porta per proseguire. Adesso stava tutto a lei e alla sua abilità intellettuale.
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da Lindë » 06/06/2013, 17:53
Aveva scelto lo specchio. Non sapeva se c'era una scelta giusta. E, nel caso, se fosse stata quella presa da Lindë. Forse Windam avrebbe preso una direzione diversa. Sarebbe stata curiosa di domandarglielo. In ogni caso, aveva accettato le conseguenze di quella decisione. Era passata attraverso lo specchio, silenziosa, a testa alta. Come un Capo. O forse, solo come una persona che difendeva la propria scelta con fierezza. Uscita dallo specchio, era vestita solo di fogliame. Un completo intimo, per la precisione, che le piaceva molto. Sentiva le foglie fresche su di sé, una sensazione meravigliosa. Respirò a fondo, sentendosi un passo più vicina a Windam. Ma le prove non erano finite. Lo capì subito, Lindë, quando si trovò in un'altra stanza. Circolare, come lo spiazzo di poco prima. A terra, sul pavimento di terra, c'era una rosa dei venti. L'Erbologa l'ammirò per alcuni istanti, studiandone ogni dettaglio. In ogni direzione della rosa, vi era una piccola torre legnosa. E sopra la torre, un cesto di vimini con carbone e foglie. Uno spettacolo strano, insolito, illuminato dalla solita luce verde. Respirò a fondo ed attese, immobile. Sicura che Windam le avrebbe indicato cosa fare. E infatti, ecco finalmente la sua voce. Morbida, gentile, ma forte e decisa al contempo. Come il perfetto connubio tra Terra e Vento. Socchiuse gli occhi e lasciò che quella voce le scaldasse il cuore. E l'anima.
Reggere il peso del Comando è difficile, ma non solo la Terra verrà in tuo aiuto, anche il Vento ti assisterà, se saprai imitarlo: Come l'Ostro, dona pioggia di conoscenza... Come il Levante, rinfresca gli animi... Come la Tramontana, prende le decisioni con freddo calcolo e minuzia... Come il Ponente, sii brezza marina, allegra e serena, mai pessimista... Come il Grecale, sii secca nel dare ordini in modo da mostrare sicurezza... Come lo Scirocco però, non dimenticare mai di mostrare il calore del tuo cuore... Come il Libeccio, porta la sabbia in ogni parte del mondo, trovando nuovi adepti per la famiglia Terran... Infine... Come il Maestrale, domina e porta avanti la difesa del Conflux, impetuosa sui nemici che lo minacciano.
Molte più parole del solito, rispetto a quelle sentite fino a quel momento. Un indovinello, tra l'altro. Il primo che Lindë dov'esse affrontare. Non era mai stata brava in quel tipo di situazioni. Non si era mai distinta per la sua mente logica. Eppure, quella volta, le sembrò che Terra e Vento le venissero davvero in aiuto. E lo capì nel momento esatto in cui si rese conto che sapeva esattamente cosa fare. Riaprì gli occhi, si avvicinò con sicurezza ad una delle torce, e la prese. Poi cominciò a bruciare i cestini di vimini nell'ordine dei Venti corrispondente ai punti cardinali. Uno dopo l'altro, li vide prendere fuoco tutti. Non si fermò nemmeno un momento per pensare, per mostrare incertezza. Li bruciò tutti ed otto, semplicemente. Non sapeva quanto ci avesse messo, ma aveva l'impressione che il tempo passato fosse molto poco. L'unica cosa certa, era che la grande porta fatta di pietra si aprì non appena anche l'ultimo cestino ebbe preso fuoco. Perciò aveva scelto bene. Fece un piccolo sorriso, ringraziando mentalmente i due Elementi. Terra e Vento. Non aveva senso rimanere ancora ferma. Prese passo fino alla porta di pietra aperta. La fissò un secondo. Poi la oltrepassò. Verso Windam. Verso il suo destino.
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