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da Martha » 20/10/2014, 17:17
[Isole Shetland, Sabato 13 Febbraio 2109, ore 6:00]
Camminava in mezzo ai flutti del mare, poggiando i piedi là dove le coste frastagliate declinavano, perdendosi in una banchina morbida e sabbiosa. Lo sguardo rivolto verso le acque salate, ricercava la pace la giovane donna, scrutando a fondo e intensamente il panorama che aveva di fronte. La voce dei gabbiani si faceva sentire forte, così come quella delle onde, mentre gli occhi limpidi ne riflettevano la luce. Un vento dolce le accarezzava il viso della pelle, ma esso non mutava l'espressione sul suo volto mentre lentamente le acque le sommergevano i piedi, arrivando a lambirle le caviglie. Nel covo degli Acuan le temperature erano così basse che per la donna era impossibile potersi immergere nel mare sul quale si affacciava il villaggio, senza rischiare di morire congelata. Era un'Acuan, vero, ma di un livello ancora troppo basso per poter sperare che il freddo non avesse più alcun effetto sul suo corpo. Le temperature rigide -ma non troppo- di quelle isole invece facevano proprio al caso suo, mentre avvolta in uno scialle di grezzo lino nero si avvicinava sempre di più verso le profondità marine. Quali pensieri si agitavano dietro i suoi occhi profondi quanto l'oceano? Delle parole, una conversazione che si era svolta solo qualche mese prima assieme alla sorella. Qualcosa l'aveva turbata in quella conversazione ed ora stava cercando conforto nell'unica cosa che poteva darglielo: l'Acqua. Lentamente scoprì il proprio corpo, formoso, da donna, coperto da un semplice costume intero. Non aveva bisogno di mettersi in mostra, il suo scopo non era quello: voleva solo avere un contatto più intimo con il proprio elemento, accoglierlo dentro di sè come faceva spesso quando gli impegni le permettevano quelle gite segrete. Aveva lasciato sulla spiaggia asciutta un telo caldo e pulito, dei vestiti nuovi e la propria bacchetta. Stava correndo un rischio, lo sapeva, ma di fronte alla maestosità del mare si sentiva più tranquilla, più fiduciosa, più libera di lasciarsi andare senza preoccuparsi troppo delle conseguenze. L'acqua ormai le arrivava al ventre, quando infine Martha si decise che era arrivato il momento di immergersi. Si voltò, guardando per un attimo la spiaggia e scrutando il cielo sopra di lei: il sole faceva fatica a filtrare attraverso le nubi, ma c'era e di tanto in tanto mostrava la propria pallida luce anche alla donna che lo fissava con interesse. Gli ultimi suoni che udì furono quelli dei gabbiani che si chiamavano a vicenda, vicino alla spiaggia. Poi, le acque sommersero qualsiasi cosa, il suo corpo, il suo sguardo, i suoi sensi, mentre i pensieri -non più bloccati dal mondo circostante- fluivano liberi dentro la sua mente, riportandole alla memoria parole che avrebbe voluto cambiare.
Perchè sei venuta qui?
Andiamo, non ho bisogno di un motivo per venire a trovare mia sorella...
Forse no, ma in ogni caso sei qui e questo significa che c'è qualcosa di cui desideri parlarmi.
Si, c'è in effetti una cosa che ci tenevo molto a dirti...
E allora?
Mi sto frequentando con un uomo, un uomo che tu conosci molto bene.
Credo che avrò bisogno di qualche indizio in più, Lyra, la mia memoria ultimamente mi gioca brutti scherzi...
Lucas Turner.
Dopo cinque/sei bracciate sott'acqua, la donna riemerse, prendendo un bel respiro e sentendo il sapore della salsedine in bocca grazie alle poche gocce che le accarezzavano le labbra. Faceva freddo, ma non abbastanza da spingerla a mollare tutto proprio in quel momento. Voleva fare di più, spingersi ancora più a largo, magari cercare di avere un contatto con quelle creature marine che solo fino a poco tempo prima le sfuggivano impaurite. Lei non era l'Oceano, non poteva avvicinare a sè quelle creature come se fossero animali domestici; ma poteva far comprendere loro che c'era qualcosa che le univa e le legava, nonostante le loro differenze. Era lo stesso concetto che avrebbe voluto spiegare alla sorella, senza mai riuscirci. La colpa non era di Lyra, assolutamente: era lei che si dimostrava incapace di fare una cosa del genere, di mostrare alla minore delle Bennet l'affetto e l'orgoglio che provava nei suoi confronti. Aveva chiuso il suo mondo a Lyra e ora non era facile poter recuperare il loro rapporto. Quel turbamento che l'aveva spinta ad immergersi in quelle acque si fece sentire potente ancora una volta, adombrando lo sguardo azzurro della donna. Un'altra spinta verso il basso e il mondo scomparve di nuovo, sostituito da quello più ricco, più misterioso che si nascondeva nelle profondità marine.
Io non lo conosco molto bene. Siamo solo colleghi di lavoro, dovresti saperlo.
E non ti interesserebbe conoscerlo?
No, affatto.
[...]
Cosa c'è?
Sono tua sorella Martha, eppure mi tratti come se fossi un'estranea. Sto avendo una storia con un uomo che spero diventi molto, molto importante per me e tu ti comporti come se la cosa non ti riguardasse.
La cosa effettivamente non mi riguarda.
Ma sei mia sorella!
Ma è la tua vita! Non hai più bisogno che io ti dia la mia approvazione per qualsiasi cosa Lyra: sei abbastanza grande da potercela fare anche da sola.
Non è questo il punto...
Qual era allora il punto? Avrebbe dovuto essere più presente nella sua vita, proprio come lei desiderava? Era una cosa impossibile. Anche volendo, Lyra aveva scelto un uomo con il quale non avrebbe mai voluto avere nulla a che fare, per il bene della sua serenità mentale. Con che coraggio si sarebbe dovuta approcciare a Lucas, dopo quello che le era accaduto? Non avrebbe mai osato guardarlo in faccia o parlarci apertamente, senza provare vergogna e imbarazzo, aumentati se possibile dalla relazione che Turner stava stringendo con la sua sorellina. Solo nell'ultimo periodo stava imparando a lasciarsi alle spalle quell'accaduto, sebbene di tanto in tanto la mente le giocasse dei veri e propri tiri mancini. Durante le ripetizioni a Cartwright, ad esempio, ogni tanto dei flashback le riportavano alla memoria quei sogni assurdi e proibiti, facendo vacillare per qualche istante la maschera di imperturbabilità della donna. Sperava che il collega non si fosse mai reso conto di nulla, ma preferiva evitare di passare per la stessa esperienza con Turner, qualora Lyra avesse deciso che la loro fosse una storia seria.
Il punto è che per una volta mi sarebbe piaciuto avere mia sorella dalla mia parte. Sono anni che mi ignori, anni che mi eviti e te ne stai qui, in questa villa a fare il lupo solitario, come se la tua famiglia non esistesse affatto.
Lyra, calmati...
E' morto! Il tuo mentore è morto ma tu sembri voler vivere nel suo ricordo anche dopo anni! Ti rendi conto di quanto sia in pensiero per te la mamma? O di quanto lo sia io? Speravo che parlandoti di Lucas tu avresti avuto una reazione, una qualsiasi e invece sembra che tu ne sia priva!
Non è così...
Ah no? E com'è allora?
Non aveva risposto. Aveva semplicemente incassato quello sfogo e l'aveva lasciata andare, uscire fuori da casa sua, furiosa e ferita dal suo comportamento. Da quel giorno Lyra non le aveva più rivolto la parola. Non le aveva scritto neanche una lettera -cosa che prima solitamente faceva almeno una volta al mese- per chiederle come stava e come se la passasse. E Martha si era sentita turbata da tutto questo. Si fermò dopo circa una decina di metri. Non avrebbe potuto procedere oltre, visto quanto poco allenato era il suo corpo a quel genere di attività. Si distese a pancia in su, le gambe dritte e le braccia aperte, lasciandosi cullare dalle onde che gentilmente la stavano trasportando nuovamente verso la riva. Lei non era insensibile nei confronti della sorella. Le voleva un gran bene, ma era più forte di lei nascondere quell'affetto, celarlo agli occhi dell'altra, facendole credere tutto il contrario. Era orgogliosa e protettiva nei suoi confronti, ma lo era da lontano e solo quando temeva che l'altra fosse veramente in pericolo. Non poteva proteggerla dalla vita, quello era al di fuori delle sue capacità. Il mare le sussurrava dolci parole nell'orecchio, calmando il suo spirito agitato. Non aveva bisogno di quel turbamento, non le sarebbe servito a risolvere il problema. Doveva solo lasciarsi andare e far si che l'Acqua facesse il suo corso, provando a rimpinguare un po' di più il Lago che dormiente giaceva nel suo animo.
Non ti sto ignorando, non mi sono dimenticata di te. Mi preoccupo per te ma in un modo diverso dal tuo. Ti voglio bene Lyra e mi dispiace non avertelo mai detto. Ma speravo che tu ti accorgessi del mio affetto anche senza bisogno di parole. Non sono il tipo di persona che esprime i suoi sentimenti così facilmente e neanche adesso mi è semplice farlo. Ma se questo serve a farti capire che ci tengo a te, lo farò, solo per il tuo bene. Sono felice per te e per Lucas: spero che lui possa essere l'uomo giusto per te. Non aver paura di lasciarti andare: l'amore è una cosa meravigliosa e tu hai tutto il diritto di godere dei suoi frutti. Se qualcosa non dovesse andare fra di voi, puoi contare su di me per sfogarti. Anche se non sembra, io per te ci sarò sempre.
Erano queste la parole che avrebbe voluto rivolgere alla sorella. Delle parole scaturite dal profondo del suo cuore, più che capace di provare emozioni, ma un disastro nell'esprimerle. Si rigirò, prendendo a nuotare con la forza delle proprie braccia e dirigendosi verso la spiaggia asciutta. Era stato il suo animo a suggerirle quel discorso o l'Acqua che dolcemente la guidava ogni giorno? Non sapeva spiegarselo, sapeva solo che in quel momento si sentiva di nuovo bene, di nuovo in pace con sè stessa. Forse non sarebbe mai riuscita a fare un discorso così limpido e chiaro alla minore delle Bennet. Ma poteva tentare di farle comprendere almeno una parte dei suoi sentimenti. Non voleva perdere sua sorella: aveva ritrovato una nuova famiglia grazie alla Gilda, ma lei rimaneva sangue del suo sangue, anche se per carattere e modo di essere erano completamente diverse l'una dall'altra. Rabbrividì quando il vento soffio impetuoso sul suo corpo bagnato. Martha si affrettò a coprirsi con il telo, asciugandosi per evitare il rischio di malattie ma rimanendo ancora per un po' in contemplazione del mare. Fra qualche ora sarebbe arrivato il collega di Volo, per continuare le loro lezioni. La cosa migliore da fare era rientrare nella sua villa e farsi una doccia veloce, per rendersi presentabile agli occhi dell'altro. Con quell'idea in mente, la donna si smaterializzò -portando con sè i vestiti e la bacchetta- ritornando nelle calde mura domestiche della propria casa. Non aveva solo cercato di aumentare la propria affinità con il suo elemento; aveva trovato delle risposte alle domande che si era posta. Ora toccava a lei fare il primo passo per riconciliarsi con sua sorella.
[Fine Autoconclusiva]
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Martha
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