Devo ammettere che anche tu sembri esserti messo d'impegno per fare colpo... che poi ci sia riuscito, questo è tutto da vedere.
Messo di impegno?
Veramente ho indossato i primi stracci che avevo nell'armadio, esattamente come hai fatto tu, no?
Occhiolino verso di lei, quella ragazza dalla risposta sempre pronta e che lo metteva sempre alla prova vedendo quanto anche lui fosse capace di tenerle testa con delle leggere quanto sottili frecciatine interessanti e volte a farla sorridere ancora, ancora e ancora.
Quella volta successiva fu invece sfruttata per farlo morire proprio come piaceva a lei, cotto lentamente in un brodo di erotismo e velata malizia.
Si avvicinò a lui quando le strinse il fianco, facendo aderire quei due seni sodi, tra una terza e una quarta misura al petto del giovane Vastnor, per sondarne le reazioni e le emozioni, le espressioni e le parole, qualora fosse stato in grado di formularne.
Gli occhi sfacciati di Ryan saettarono svelti verso la zona della camicetta lasciata alla perfetta vista, con una panoramica dall'alto di quelle pianure abbronzate e lisce come il viso di una pesca matura, con la differenza che con tutta la probabilità quelle due tette erano molto ma molto più sode di qualsiasi pesca, anche della più matura del pianeta.
Tornò a guardarla, sospirando, palesemente eccitato, sorridendole appena, in risposta al sorriso di lei, furbo e provocante, oltre che provocatorio.
Ehi ehi, non così in fretta... Capisco che già non vedi l'ora di saltarmi addosso, ma lo sai che adoro i preliminari lenti...
Un altro occhiolino, ancora più ironia e divertimento in quelle parole, mentre si avvicinava col viso lentamente, ovviamente attendendo che lei glielo permettesse, per poi sfiorare volutamente l'angolo delle labbra carnose di Veronique con le proprie, ma puntare infine alla guancia setola per depositarvi sopra un piccolo bacio sentito e tutt'altro che casto e amichevole.
Tornano poi a guardarla con più attenzione, decise che era la volta di tralasciare per alcuni secondi quei simpatici giochini che si divertivano a fare ogni volta, tra seduzione e desiderio, per spostare l'argomento sulle turbe possedute dalla ragazza che, proprio come lui aveva intuito, aveva qualcosa che non andava proprio.
Non credo sia a causa del tuo lavoro se noti certi dettagli.
Ma posso far finta che sia così, se ci tieni.
Rinfrescami un po' la memoria: Chi è l'investigatore tra noi due?
Una divergenza di opinioni tra me e Marcus, che ci ha portato a discutere.
E a farmi saltare la cena.
Ah, adesso si spiega quella sorta di guaito provenire dal tuo bellissimo pancino piatto, tutto torna...
Ad ogni frase di lei una leggera battuta sarcastica, volta ipoteticamente ad alleggerirle il pensiero di quella conversazione con l'amico andata male, per chissà quale motivo poi.
In verità una mezza idea sul perché fossero finiti a discutere lei e Marcus lui ce l'aveva ma con quella francese aveva imparato che la tecnica migliore per farla parlare era proprio non chiedere più di quanto lei si sentiva di dire.
Una cosa per volta insomma, senza impegno o fretta, in fondo, avevano tutta la notte.
Sesso? Si, forse, se ce ne fosse stato il tempo... Lei prima di tutto.
La vide allontanarsi un poco per dirigersi presso il mini-bar, contenente tutti i liquori possibili e immaginabili, dei quali prese uno di quelli più forti per portarlo alle labbra grazie all'ausilio di un calice di cristallo di Boemia finissimo e pregiatissimo.
In quella posizione così sexy ed invitante, se Vero avesse proposto all' "Angelo" di versarsi quel liquore in mezzo al solco dei seni lentamente, al semplice costo di rompere quel costosissimo bicchiere in mille pezzi costringendolo a ridare i soldi all'albergo, probabilmente il ragazzo avrebbe già iniziato a tirar fuori il portafogli senza il minimo accenno di riflessione al riguardo, ma anche quello era un dettaglio.
Allora, si può sapere che fine hai fatto per tutto questo tempo?
Non ti vedo da quel giorno all'ippodromo...
Ho sentito che hai sventato un grosso giro di prostituzione magica minorile...
Ma non facevi il semplice detective, tu?
Quant'è vero che nella malavita le cose si vengono a sapere subito, a tuo padre non sfugge nulla...
Semplice detective?
Vuoi dirmi che non ti ho parlato della mia vita segreta da super eroe?
Strano, molto molto strano!
Pareva quasi serio mentre lo diceva, al pari di un Superman o di un Batman insomma, senza il comparto legato al buffo costume.
Ovviamente quella era tutta semplice ironia, ma non era di sicuro difficile intuirlo.
Il ragazzo si avvicinò al divanetto non molto distante da lì, dove era appoggiata la borsetta della compagna di quella notte, sedendosi posando entrambe le braccia allo schienale, fissandola intensamente mentre dalla tasca dietro dei pantaloni estraeva la bacchetta magica, un poco per non farla rompere nel sedersi ed un poco perché agitandola fece avvicinare fluttuando il telefono della suite che gli si appoggiò al fianco.
Certi giri non li sopporto ed in più avevo un conto in sospeso molto grosso con "Cheesecake".
Che ci sia ancora guerra tra bene, male, luce, ombra, sfumature di grigio o qualsiasi altro cazzo, non mi interessa, è la vita e la guerra e il sangue fanno parte di essa... Ma i bambini devono restare al loro posto, e vivere quanto più possibile sereni prima di iniziare realmente a capire che il bel periodo è finito e sono a rischio di morte perché sanno finalmente usare una bacchetta.
Non è un gran che, ma almeno qualche anno spensierato voglio che lo passino, non si meritano di essere sfruttati o usati, per certi scopi ancor di più...
La serietà trasparì dalle sue parole come se fossero dardi gelidi di realtà e di opinioni.
Non sapeva se la donna la pensasse come lui, ma sperò vivamente che fosse così, altrimenti si sarebbe ritrovato a pensare di essersi preso una possibile sbandata per una persona totalmente avversa ad un suo concetto di lealtà e giustizia impossibile da mettere in disparte.
La fissò intensamente, fissando allo stesso modo anche il liquido che mandava giù a piccoli sorsi, umettando le labbra ogni tanto giusto per non prendere secchezza e come gesto istintivo di un leggero nervosismo che comunque, fece scomparire in breve tempo, visto che era stato condotto solamente dal brutto ricordo di quel pessimo uomo che fino a qualche tempo prima aveva rovinato per sempre l'esistenza di poveri bambini innocenti e con ancora tanti anni spensierati da vivere.
Alzò la cornetta, a distanza di brevi secondi, non dandole subito il tempo di parlare, digitando un numero e aspettando che una persona rispondesse, in fondo era ancora presto e comunque, con tutti i soldi che stava spendendo per quella stanza, anche se la cucina fosse stata chiusa l'avrebbero dovuta riaprire solo per lui, nel caso.
Pesce di prima scelta, caviale, il migliore dei vostri champagne e una fetta di torta al té verde.
... Il prima possibile, mi sembra ovvio... Ah... E un mazzo di rose bianche e nere, due dozzine, grazie.
Posò la cornetta facendo nuovamente oscillare il telefono grazie al proprio potere magico fino al comodino, lasciandolo adagiare senza fare troppo rumore, tornando infine con gli occhi penetranti in quelli di lei, muovendo le braccia incrociandole al petto accavallando la gamba alla maniera maschile, sorridendole affabile e scaltro.
... Stavamo dicendo?