La prima cosa che giunse alle orecchie di Indigo fu il suono che fece la saliva di Simon quando venne deglutita, scendendo giù per la gola, e bastò quel singolo gesto a farla sorridere: era forse riuscita a metterlo in soggezione per così poco, con un semplice sorriso?
O forse era semplicemente una persona timida di suo, che non si aspettava di trovare qualcuno che parlasse la sua lingua e che avesse deciso di passeggiare sotto il Sole cocente? La Druida decise che la seconda ipotesi era al momento la più probabile - I/SS 32 - e che quindi non fosse lei come Indigo Kostenechki ad averlo preso in contropiede, ma lei come persona che gli aveva rivolto la parola in quel frangente.
Si sedette, quindi, non appena il docente di Cura si spostò per lasciarle lo spazio di accomodarsi, sistemandosi per bene, con la borsa accanto a sé e la postura dritta ed elegante, prima di voltare il capo verso di lui e complimentarsi sinceramente per il suo intervento alla conferenza: Simon non lo sapeva, e come avrebbe potuto, ma non era facile catturare l'attenzione della sua interlocutrice per molto tempo, e considerando ch'egli era andato avanti a parlare per un paio d'ore circa, riconoscergli una certa bravura era quasi d'obbligo.
Lo osservò, sorridendo dolcemente senza risultare mai smielata, ma solo gentile; gli occhi studiavano il suo viso, vispi e curiosi con quelle iridi color cioccolato luminose e splendenti che sembravano decise a non perdersi nemmeno un dettaglio di lui, che sembrava incapace di dire o fare qualsiasi cosa, forse preso totalmente in contropiede.
Magari non si aspettava minimamente che una come lei potesse avervi preso parte, visto che la media dei presenti era di circa 50 anni e che di sicuro nessuna delle donne che avevano assistito al suo intervento si era vestita in un modo così... libero.
Ma d'altronde, per una che era pervasa di Mana, come si sarebbe mai potuto pretendere che indossasse qualcosa che la faceva sentire prigioniera, costretta? No, per Indigo la libertà era fondamentale, in ogni frangente; anche in quel momento, ad esempio, diede al proprio interlocutore tutta la libertà di riordinare le idee, fissandolo ma senza insistenza nello sguardo, con le palpebre che andavano a coprire gli occhi di tanto in tanto coi loro movimenti veloci e le ciglia talmente lunghe che quasi sembravano riuscire a toccare la pelle appena sotto le sopracciglia, quando venivano mosse.
La...ringrazio...
Non deve ringraziarmi, ho solo detto ciò che penso.
Scommetto che un commento come il mio gliel'hanno ripetuto almeno mille volte, dalla fine del suo intervento a quando è uscito dall'Hotel.
Replicò Indigo con un sorriso divertito, complice quasi, abbassando poi lentamente lo sguardo sull'animale che aveva aperto un occhio per osservare la nuova arrivata: sorrise anche all'esemplare di scimmia poco distante da sé, osservandolo con espressione più attenta per qualche secondo, con la testa inclinata leggermente di lato, prima di tornare eretta col capo e lo sguardo nuovamente fermo sul professore di Hogwarts.
Beh...si...insomma...non proprio la prima...ma...diciamo che ogni volta è sempre la prima.
Aggiunse poi poco dopo, tutto in una volta, come se non riuscisse a mettere in fila troppe parole di seguito ed averlo appena fatto, con e per lei, gli fosse costato un notevole sforzo.
Si sentì studiata, poco dopo, ma la Druida non vi diede peso, apprezzando al contrario il fatto che, nonostante la timidezza, perché per lei di quello si trattava, l'uomo stesse facendo uno sforzo per proseguire quella conversazione.
Allora è come se ad ogni conferenza lei provasse per la prima volta quel misto di emozione e di aspettativa, unito alla paura di fare brutta figura...
Commentò Indigo, ipotizzando - I/P 38 - che fossero quelle le sensazioni che si potevano provare nei panni di Simon McDullan ogni qualvolta si ritrovava ad intervenire in una conferenza, in un Summit o in qualsiasi altro evento di quel tipo.
Quel pensiero la fece sorridere tra sé, perché le ricordava in parte ciò che provava lei ogni volta che veniva a contatto con un elemento naturale: emozione, aspettativa, paura di venire rifiutata nonostante il Mana che scorreva in ogni fibra del suo corpo... sì, conosceva bene quelle sensazioni.
... so cosa prova.
Mormorò infatti, voltando per un secondo il capo così da porlo dritto rispetto al corpo, e lo sguardo, fisso di fronte a sé, si abbassò quando la voce pronunciò quelle parole dal tono affettuoso, dolce, senza sfumature di scherno o di divertimento, ora. Amava la natura più di ogni altra cosa, forse quanto lui amava i suoi animali... no, probabilmente l'amore che Indigo provava poteva essere eguagliato solo da quello di un altro Druido per il medesimo soggetto.
Beh...lei è...?
Sbatté le palpebre più volte, riscuotendosi da quei pensieri, per poi rialzare il capo e ruotarlo verso quello dell'altro, così da poterlo guardare negli occhi: lo sguardo s'illuminò nuovamente di pacata curiosità nei confronti dell'uomo, e le labbra si aprirono in un sorriso che mise in mostra i denti bianchi e regolari, prima di parlare.
Mi chiamo Indigo, piacere di conoscerla - non tese la mano verso Simon, limitandosi a sorridergli amabilmente, e non pronunciò il proprio cognome poiché non si presentava quasi mai con esso, una sorta di tattica di prudenza insegnatale col tempo da Dominique - La sua scimmia... è un maschietto, vero?
Gli domandò poi, indicando Seth con un movimento dell'indice della mano sinistra, che puntò proprio verso l'animale, prima di tornare con la mano in grembo sopra la gemella. Lo sguardo corse lungo il braccio, mentre era teso, per proiettarsi oltre la punta del dito e posarsi così sull'animale: aveva dedotto che fosse tale, un maschio, dalle dimensioni e dallo sviluppo dei muscoli del corpo, poiché da ciò che si ricordava su quella specie - I/P 38 + Elab. 25 - gli esemplari di sesso maschile erano più grossi e robusti isicamente rispetto alle femmine.
Ha un'aria molto dolce... come si chiama?