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da Nanée » 08/10/2013, 17:45
Abbastanza da essere paragonabile ad una qualunque scintilla che mi vive nei weekend al covo Ignis e, calcolando che non è nemmeno un'ora che mi conosci, dovresti reputarti molto soddisfatta del tuo intuito ed io, piacevolmente sorpreso.
In effetti mi sento parecchio orgogliosa di me.
Ammise Nanée, incrociando le gambe per piegarle leggermente in una riverenza accennata e divertita che ben s'intonava con lo sguardo luminoso e il sorriso radioso che le incurvava le labbra: era una Druida, certo, ed era abituata a vivere in mezzo alla Natura, a contatto con gli animali ed evitando gli esseri umani... ma questo non significava certo che non fosse in grado di rapportarsi con le persone, se il caso lo richiedeva; e con Yamato, poi, le veniva anche abbastanza facile, perché per quanto appartenesse ad una Gilda, e dunque i due si dovessero trovare antipatici e ostili, la bionda sentiva una certa sintonia con lui, che sperava tanto potesse essere reciproca. Una cosa era certa: il Sole non doveva trovare così fastidiosa la sua compagnia, altrimenti non l'avrebbe invitata a cenare in sua compagnia ad un chiosco giapponese poco distante dall'albergo in cui lui alloggiava; accettò con piacere quella sua proposta, scendendo le scale anticendio ed addentrandosi per le vie giapponesi mentre continuava a parlare col suo interlocutore, tentando di conoscerlo meglio, di carpire aspetti di lui che altri non conoscevano. Parlarono di musica, inizialmente, di come Yamato l'amasse e di come attraverso essa, sul palco, riuscisse a raccogliere gli sguardi del pubblico pur, magari, avendo una capacità canora inferiore rispetto a quella degli altri componenti del gruppo.
Sei rimasta incantata anche tu?
Sorrise quasi furbetta a quella domanda, portando le braccia dietro la schiena ed intrecciando le dita delle mani, e guardò ben dritta di fronte a sé pur sentendo il suo sguardo posarsi sul proprio viso per qualche lieve istante.
Difficile non rimanere incantati quando si guarda il Sole...
Rispose dunque, criptica però in un certo senso: certo, poteva considerarsi affascinata da lui in quanto portatore del Fuoco, l'Elemento che lo governava principalmente e che dunque bruciava ardente e forte nel suo spirito... ma di Yamato, era rimasto incantato da lui? Nessuna risposta a quella domanda, non al momento, mentre si sedevano e ordinavano da mangiare, anzi, mentre l'Ignis Elios ordinava per entrambi a voler essere precisi.
La chiave per distinguersi da molti altri cantautori è vivere di musica mentre essa vive di noi. Le note sono come un vestito che ci deve stare addosso perfettamente, per questo daremo sempre più cantando qualcosa di nostro. Quale vestito può starci meglio di uno che ci siamo confezionati su misura?
Immagino allora che il mio vestito dovrebbe essere fatto di foglie, fiori, granelli di sabbia, gocce d'acqua e pelli di animali...
Commentò la Druida, considerando quale fosse il suo habitat naturale: la natura, più selvaggia ed incontaminata possibile per quanto la riguardava; le piaceva immergersi in quegli ambienti al punto da non ricordare nemmeno più da dove provenisse, al punto da convincerci per qualche misero istante di essere parte di quel tutto, e non solo, secondo la sua ottica, un essere umano che aveva il privilegio di poterlo osservare da vicino. La conversazione si spostò ancora, toccando sponde nuove e altre già sfiorate, ma secondo angolazioni diverse: eppure in nessun caso Nanée si sentì infastidita o ferita dalle parole dell'altro, ed anche quando si trovò a ribattere ad esse, lo fece sempre con calma sincera e con totale educazione e rispetto, perché così aveva imparato a comportarsi.
La vera paura della Guide, a mio avviso, è di snaturare quell'aura di segretezza, mistero ed esclusività dei Druidi. Perché per i babbani anche solo la più innocua creatura magica del nostro mondo sarebbe una meraviglia? Perché credono non esista. Molti dei tuoi confratelli più anziani ragionano allo stesso modo: se fanno credere di non esistere alimentano l'aura di sacralità intorno a loro. Tra i babbani ci sono persone che affermano l'esistenza di draghi o sirene, pensandoli affascinati e inquietati. Tra i maghi ci sono persone che affermano l'esistenza dei Druidi e con gli stessi stati d'animo, cosa che alle Guide piace e parecchio. Uscire dal bozzolo significherebbe rischiare di mostrarsi al mondo, abbandonare quella maschera da divinità ancestrali forse mai esistite. Proprio per questo ammiro persone come te, che invece se ne infischiano di tutto questo: viaggiano, vivono, respirano aria nuova. Quindi torno alla mia precedente idea di mettere una come te a capo delle comunità... Sarebbe un mondo magico migliore e più vero.
Temo di dover dissentire... - mormorò Nanée, facendogli un cenno del capo quasi a volergli chiedere scusa per quella sua interruzione - Secondo questa tua visione, i Druidi sono persone che vogliono rimanere nel mistero per permettere a loro stessi di essere venerati ed idolatrati come delle divinità leggendarie, ed è una considerazione molto... egocentrica dei miei fratelli e sorelle - nessuna sfumatura accusatoria nella voce, magari solo un po' di tristezza nell'aver ascoltato quelle parole, ma nulla di più, perché aveva imparato tanto ad essere educata quanto a rispettare l'opinione altrui, per quanto non condivisa - Lungi da me costringerti a cambiare opinione, ma permettimi di dirti come la penso io... i Druidi non si mostrano al mondo perché non sono nati per essere conosciuti: Acuan, Terran ed Ignis sono persone normali, maghi come tutti che svolgono un loro percorso di vita individuale, esulando dalla loro Gilda, e che ad un certo punto, presto o tardi che sia, la Natura benedice coi suoi Elementi, ma per i Druidi è diverso... noi nasciamo così, e cresciamo con la consapevolezza che il nostro compito è proteggere Gaia che ci ha creati, che ha creato ciò che più di ogni altra cosa amiamo; certo, ci sono persone che, come me, vogliono girare il mondo e non rimanere confinati nella comunità... ma è una scelta, è un desiderio personale, e non il tentativo di scappare da una realtà opprimente, tanto che pur facendo questo lavoro non vado certo in giro a rivelare chi sono, o a cercare altri come me... perché chi è come me nasce già Druido, in comunità - prese un momento di fiato, ma non aveva alzato la voce, al contrario essa era rimasta pacata, placida come l'Acqua della superficie di un Lago, ma tinta di rosso, come il Fuoco che aveva infiammato quelle parole sentite dando loro calore - Quello che voglio dire... è che tu sei il Sole, ma anche un musicista, un produttore discografico... sei tutto questo insieme. Io sono una Druida, è questo il mio unico io... fare le foto è una passione che mi permette di guadagnare soldi con cui girare il mondo, ma non è la mia vocazione: essa è e rimarrà sempre proteggere Gaia, nient'altro, e tutto ciò che farò di più sarà per un mio desiderio, che per fortuna posso permettermi d'inseguire; ammetto, comunque, che sarebbe un bene se i Druidi fossero più predisposti al dialogo... almeno verso chi è simile a loro - concesse alla fine Nanée, che su quel punto non avrebbe potuto in alcun modo trovarsi in disaccordo con Yamato: per quanto riguardava il resto, la sua opinione era stata largamente ed approfonditamente spiegata dalle parole precedenti, e ci si poteva solo augurare che il Sole non ne risultasse troppo infastidito; se comunque lui non avesse continuato su quella strada, lasciando cadere il discorso, lei avrebbe fatto altrettanto, perché continuare una conversazione sterile sarebbe stato piuttosto inutile, nonché un poderoso spreco di tempo. Per questo, poco dopo, assaggiò volentieri la birra che lui le offrì, e s'informò sull'eventuale presenza di rituali particolari da seguire prima del pasto.
Si congiungono i palmi aperti delle mani dopo averci fatto passare in mezzo le bacchette che quindi sono perpendicolari in orizzontale. Dopo di che, si esegue un inchino verso il piatto o la ciotola chiudendo momentaneamente gli occhi ed infine si inizia a mangiare. Guarda come faccio io e poi ti basta essere speculare.
Osservò con attenzione i suoi movimenti, con quell'occhio allenato ed attento ai dettagli, così da ricopiare alla perfezione ciò che egli stava facendo, e ringraziare mentalmente la Natura per quel pasto dall'aria ottima ed invitante; il vero problema fu utilizzare le bacchette, pratica nuova per Nanée che ci combattè senza successo per diversi minuti prima di sbuffare sonoramente ma divertita, nonostante tutto. Quando sentì la mano di Yamato sulla sua, sulla destra che reggeva le bacchette, ebbe un mezzo sussulto, non preparata all'innalzarsi dei propri Elementi speculari ai suoi che ne richiamavano la presenza, invitandoli a mescolarsi.
Ecco, vanno afferrate in questo modo, polso morbido. Il medio funge da perno inferiore e l'indice spinge la bacchetta verso il basso in modo da afferrare il cibo saldamente. Il segreto è nell'esatta energia distribuita tra il medio e il pollice che invece va sistemato sul lato.
Volse appena il capo verso di lui, sentendo il suo respiro a poca distanza dal proprio, ed alzò per un secondo gli occhi sui suoi: così da vicino, essi assumevano sfumature prima sconosciute, per la Druida, dimostrandosi più profondi di quanto potesse immaginare; improvvisamente la giovane donna sentì caldo, e non era sicura che fosse per gli Elementi affini tra loro; tornò a fissare le bacchette e si concentrò - Conc. 15 - sul movimento corretto che le avrebbe permesso di usarle per mangiare, arrivando a padroneggiarlo poco dopo.
... Benissimo, brava, impari in fretta, complimenti!
Quando si ha un buon maestro...
Replicò Nanée con un piccolo sorriso imbarazzato, e le guance appena più rosse e calde del normale, che per sfortuna non riuscivano a nascondere quella sfumatura rossastra vista la carnagione piuttosto chiara; ciò che invece la fece considerare fortunata, fu che Yamato prese a mangiare e le pose altre domande, che le permisero di concentrarsi sulle relative risposte.
Così lavori per la sede americana del "L'Osservatore Magico"... Anche un mio Fuoco ne fa parte, come giornalista per la redazione europea.
In realtà lavoro un po' per chiunque me lo chieda - spiegò la Druida, usando le bacchette per raccogliere gli spaghetti nel ramen e godersi così il primo pasto giapponese - Dovendo scattare solo delle foto, ho deciso di rimanere free lance, e di non firmare un contratto vincolante; in questo modo posso accontentare più testate giornalistiche, anche se di solito fotografo la natura e non le persone... gli Onibaku sono un'eccezione - aggiunse tanto per chiarire, sorridendo mentre lasciava temporaneamente da parte il ramen per assaggiare la tempura ed apprezzare il sapore leggero della pastella che circondava le verdure.
Hai un compagno che ti attende oltre Oceano? Druido o Mago?
Né l'uno né l'altro... sono da sola. Sai, con un lavoro come il mio non è semplice starmi dietro... un mago non capirebbe appieno il mio amore per la Natura, un Druido forse non approverebbe totalmente il mio volermi spostare di continuo; inoltre non sono un'esperta di relazioni sociali, come ti dicevo di solito mi trovo in mezzo ad un deserto, o in fondo all'oceano o magari nel fitto di una foresta... non a parlare con un bell'uomo - il complimento le sfuggì dalle labbra ma lei, per fortuna nemmeno ci fece caso - E tu, invece? Il Sole può permettersi di scaldare il cuore di qualcuna?
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da Yamato » 11/10/2013, 16:25
[tahoma]Difficile non rimanere incantati quando si guarda il Sole...
Questo non è esattamente vero...
Ovvio che il suo primo pensiero si spostò in direzione della Fiamma Celine Sauvage, ultimo suo forte sentimento. Lei non era caduto davanti al Sole, non aveva ceduto alle sue lusinghe e al suo fascino ed aveva intavolato un discorso molto serio, prendendo in considerazione l'idea di non vivere mai nella sicurezza di un vero amore perché troppo supportato dalle fiamme che ardevano tra loro. Yamato inizialmente non aveva voluto credere alle sue parole, ipotizzando che fosse un modo come un altro per dire che preferiva restare con il suo fidanzato, ma quando ella gli fece presente che avrebbe preso le distanze anche dal signor Sykes, dovette forzatamente ricredersi. Silenziosamente annuendo, la lasciò andare via ed allontanarsi da lui, rimanendo solo per molti giorni, chiuso nella sua stanza privata al covo Ignis, incapace di pensare, di meditare, di riflettere, di imporre la sua presenza sulla Gilda che, nel frattempo, venne amministrata dall'alto consiglio. Lui scottato da una persona, lui, il Sole, colui che col fuoco ci conviveva tranquillamente da anni, bruciato da una fiamma così intensa e forte da lasciare soltanto una traccia di fumo dietro di sé e niente più, tranne il ricordo di un calore bello come il cielo limpido estivo di Okinawa. Chiunque fosse riuscito a conquistarla e carezzare quelle fiamme con maggiore maestria di lui, avrebbe ottenuto una immensa fortuna, meravigliosa e brillante, come gli occhi azzurri della bionda francese. A quanto pareva però, di certo Celine non era l'unica bionda in grado di imporsi, cosa che fece anche l'uruguaiana Oribe durante il loro discorso sull'esclusività dei Druidi e il loro voler sempre rimanere nel mistero e nell'inconoscibile.
... Quello che voglio dire... è che tu sei il Sole, ma anche un musicista, un produttore discografico... sei tutto questo insieme. Io sono una Druida, è questo il mio unico io... fare le foto è una passione che mi permette di guadagnare soldi con cui girare il mondo, ma non è la mia vocazione: essa è e rimarrà sempre proteggere Gaia, nient'altro, e tutto ciò che farò di più sarà per un mio desiderio, che per fortuna posso permettermi d'inseguire; ammetto, comunque, che sarebbe un bene se i Druidi fossero più predisposti al dialogo... almeno verso chi è simile a loro...
In parte non era d'accordo con quel ragionamento, esattamente come lei che aveva deciso di dissentire da quello del giapponese, ma era normale, ovvio così, loro appartenevano a due realtà differenti e fin dall'inizio Yamato per quanto felice di aver incontrato una persona più obiettiva, sapeva che la sua mentalità conteneva delle radici Druidiche tanto forti da porla sempre su una lieve frazione di opposizione alle idee dei Gildati. D'altronde comunque, ammirava che fosse tanto aperta e libera e allo stesso tempo non influenzabile, che avesse il coraggio di esprimere i propri pensieri e l'ottimismo per non smettere mai di sorridere educata e gentile. Non replicò, scelse di lasciar cadere quel discorso, perché si trovavano lì come uomo e donna, non Druida e Ignis Elios. La parentesi poteva essere chiusa, almeno per ora, e loro dovevano dedicarsi al pasto, con una Nanée non molto ferrata nell'uso delle bacchette. Da buon patriota e persona volenterosa di spiegare i buoni usi e costumi, il Sole si alzò in piedi per andare ad aiutarla nel posizionare le posate di legno sulla mano, sfiorandola con delicatezza e allo stesso tempo decisione, innalzando il contatto tra il proprio fuoco e fulmine e quelli di lei. In quel preciso istante, le loro aure di energia degli elementi si fusero assieme, esplodendo in una infinita serie di luci e scoppi, metafore che soltanto loro dentro l'animo erano in grado di percepire. Ella alzò gli occhi, voltando la testa per fissarlo meglio ed un sussulto del fuoco in lei fece intuire all'uomo che forse quella eccessiva vicinanza stava avendo un effetto inaspettato. Anche lui la guardò un istante, provando ad allontanare i brutti pensieri e concentrandosi solamente sugli occhi verde acqua, sulle labbra sottili, sul contorno di un viso nuovo, e per fortuna ci riuscì abbastanza bene. Verso il termine della spiegazione, egli si avvicinò di più col viso e intenzionalmente sfiorò con la guancia quella della donna, ricercando un contatto leggero ma importante, per capire cosa suscitasse a lui e sopratutto cosa in lei. Dopo di che, compreso che finalmente lei pareva aver capito come funzionavano le bacchette, fece per tornare al proprio posto, memorizzando come una lusinga imbarazzata le ultime parole della Druida.
Quando si ha un buon maestro...
Così lavori per la sede americana del "L'Osservatore Magico"... Anche un mio Fuoco ne fa parte, come giornalista per la redazione europea.
In realtà lavoro un po' per chiunque me lo chieda. Dovendo scattare solo delle foto, ho deciso di rimanere free lance, e di non firmare un contratto vincolante; in questo modo posso accontentare più testate giornalistiche, anche se di solito fotografo la natura e non le persone... gli Onibaku sono un'eccezione!
Essere free lance è a mio avviso la scelta migliore. Nessuna imposizione, puoi gestire tu il prezzo delle fotografie. Se non altro hai la garanzia che le tue immagini abbiano sempre un ottimo riscontro sul pubblico... Ipotizzo che gli animali "collaborino".
Riferendosi al collegamento che i Druidi solitamente avevano nei confronti di tutte le creature, le quali non li attaccavano mai e potendo li avrebbero anche aiutati. Per una persona come Nanée l'aiuto migliore era mettersi in posa ed attendere degli scatti perfetti, un'idea astuta per sfruttare la propria natura a favore di una sostanziale acquisizione di denaro pulito. Dal suo canto, Yamato poteva comunicare ed avere un buon feeling con molti animali del mondo ma soltanto quelli a sangue caldo, a differenza dei "cugini" (come li definiva la bionda) i quali invece avevano a disposizione l'amicizia di qualsiasi creatura terrestre, marina o volante. Per lui quella era una limitazione non troppo costringente, di certo per la Sempreverde o l'Oceano, più orientate sulla comunicazione con gli animali della terra o dell'acqua, si trattava di uno svantaggio più sentito forse, ma era il malus del possedere solo due elementi anziché sei.
Hai un compagno che ti attende oltre Oceano? Druido o Mago?
Né l'uno né l'altro... sono da sola. Sai, con un lavoro come il mio non è semplice starmi dietro... un mago non capirebbe appieno il mio amore per la Natura, un Druido forse non approverebbe totalmente il mio volermi spostare di continuo; inoltre non sono un'esperta di relazioni sociali, come ti dicevo di solito mi trovo in mezzo ad un deserto, o in fondo all'oceano o magari nel fitto di una foresta... non a parlare con un bell'uomo.
O con una donna mozzafiato, come invece sto facendo io.
Spiazzante, sfacciato, preciso e sincero. Un mezzo sorriso dopo il complimento per nulla velato, versandosi della birra che sorseggiò con calma, lasciando che il fresco e l'amaro frizzante gli scendessero giù per la gola animando grazie all'alcol le scintille fiammeggianti del suo spirito. Ne lasciò un altro goccio in fondo al bicchiere, porgendolo alla Druida, magari ipotizzando che volesse fare ancora il bis.
E tu, invece? Il Sole può permettersi di scaldare il cuore di qualcuna?
Avrebbe voluto... Ma non gli è stato permesso. La conclusione della vicenda è accaduto circa due settimane fa, giorno più giorno meno.
Non volle sembrare troppo colpito, ferito o infastidito dal fatto che ella avesse preso l'argomento. Non poteva immaginare, quindi perché biasimarla? Prese un altro poco di sushi, assaggiandolo con gusto e genuinità, rendendosi conto che in nessun altro luogo del mondo avrebbero mai potuto preparare con così tanta cura e precisione un pasto del genere, e non parlava dei ristoranti giapponesi del luogo, ma proprio di quella bancarella, dove l'aroma semplice ed essenziale della cucina era rimasto pressoché intatto e non contaminato dal caos cittadino. In mezzo a quel vicolo la pace regnava sovrana ed anche l'ottima cucina, nonché... L'ottima compagnia.
Speravo fosse la persona adatta. Non voglio al mio fianco qualcuno che non condivida il dono del fuoco con me. Lo so, è una cattiveria e mi costringe a restringere un campo a poche migliaia di persone, ma con il mio lavoro e sopratutto il mio ruolo come Ignis Elios, è un obbligo morale oltre che sentimentale condividere ciò che sono con una compagna. Prima di conoscere il mio segreto dovrebbe esserci una frequentazione e dovrei avere il tempo di innamorarmi e questo non mi è possibile. Essere un Capo consta di onori ed oneri e questa ragazza in teoria rappresentava il nesso tra il fuoco e il sentimento, non facili da congiungere. Evidentemente però, lo stesso non valeva per lei che aveva paura di confondere l'affetto con l'affinità e dunque... E' andata per altre vie.
Terminò la birra gelata, ordinandone subito un'altra. Almeno uno dei pochi grandi doni degli Ignis stava proprio nel non risentire quasi per nulla degli effetti alcolici. Inoltre fece portare anche un'altra bottiglia con dell'acqua fresca alla Druida.
Tu invece che cosa cerchi in un compagno? Hai pretese estetiche oppure sei di larghe vedute?[/tahoma]
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da Nanée » 11/10/2013, 20:23
Parlare con lui si stava rivelando sempre più piacevole: nonostante gli argomenti trattati non fossero dei più leggeri, e soprattutto non si potesse trovare un compromesso tra le due visioni sostanzialmente diverse per cui i due parteggiavano, Nanée stava considerando quella conversazione come estremamente stimolante, forse atipica, ma interessante proprio per quello. Non aveva problemi a dire la sua, ad imporsi senza però voler prevalere nelle idee, nei ragionamenti: ciò che la Druida pensava era la sua verità, e come tale non poteva esserle negata, ma nemmeno la si doveva universalmente accettare... era una questione di punti di vista, guidati anche da un background che li aveva visti crescere in ambienti del tutto diversi; ma in quella diversità era l'amore per la Natura, che si chiamasse Gaia o Conflux, ad unirli, a renderli simili e capace di dialogare alla faccia di chi asseriva che una comunicazione civile tra Druidi e Gilde non fosse possibile. La cosa migliore, probabilmente, era poter effettuare un dialogo così appassionante come quello di fronte a dell'ottimo cibo, in tutta tranquillità: a dirla tutta, Nanée era abbastanza incapace a mangiare con le bacchette, non avendoci mai provato prima, ma l'intervento di Yamato risultò provvidenziale per insegnarle il giusto modo di tenerle tra le dita; il problema, se così poteva essere chiamato, fu averlo così vicino a sé, sentire i propri Elementi fondersi ai suoi e prendere il dominio del suo spirito, incendiandolo e rendendolo elettrico, spazzando il classico equilibrio che albergava dentro di lei per permettere a Fuoco ed Elettricità di abbracciare il corpo e l'anima del suo interlocutore, facendosi così sentire da lui. Esternamente non ci fu nulla di strano, né incendi né scintille, ma Nanée sentiva, dentro di sé, quella fusione, ed era piuttosto sicura che la sentisse anche lui: non era solo quello, comunque, a destabilizzarla, ma anche il fatto di avere lui accanto, lui in quanto Yamato Kusanagi, non come Ignis Elios; alzò lo sguardo su di lui, raccolse i suoi occhi e vi affondò i propri, chiedendosi distrattamente cosa lui provasse, cosa vedesse nel guardarla. Quando egli sfiorò la sua guancia, un piccolo brivido caldo si dipanò lungo la schiena di Nanée, una scia infuocata e magnetica che tentò di abbracciare anche lui: il bello/brutto di essere Druidi, anzi, di essere figli del Mana in generale, era che quando due persone così stavano vicini, gli Elementi di uno influenzavano quelli dell'altro, facendogli percepire ciò che il primo sentiva; eppure, nonostante questa consapevolezza, Nanée non tentò di evitare che quel brivido venisse intercettato da Yamato, e difatti rimase a guardarlo con le guance appena più rosse, e di sicuro non per il Fuoco che divampava in loro, fino a che il Sole non tornò al suo posto e la conversazione riprese lì dov'era stata interrotta.
Essere free lance è a mio avviso la scelta migliore. Nessuna imposizione, puoi gestire tu il prezzo delle fotografie. Se non altro hai la garanzia che le tue immagini abbiano sempre un ottimo riscontro sul pubblico... Ipotizzo che gli animali "collaborino".
In effetti non potrei chiedere di meglio... gli animali sono sempre pronti a collaborare quando glielo chiedo, a volte si mettono persino in posa per me!
Confermò la Druida, tentando di recuperare la maggior naturalezza possibile, mentre rideva di quelle parole: se qualcuno l'avesse vista lavorare, magari in mezzo alla savana, sarebbe probabilmente rimasto scioccato nel vederla tranquillamente chiacchierare coi leoni e le tigri e chiedere loro di rimanere fermi in questa o quella posizione... ma era il vantaggio di possedere il Mana, la natura riconosceva la natura. Riprese a mangiare la propria tempura, le bacchette strette nella mano destra mentre la sinistra andava a spostarsi i capelli dietro l'orecchio corrispondente, fermando così parte di quella cascata bionda e setosa che altrimenti sarebbe finita per sfiorarle la guancia mentre rispondeva alla domanda di Yamato sull'avere un compagno e ammetteva, senza nemmeno rendersene conto, di trovarlo un bell'uomo.
O con una donna mozzafiato, come invece sto facendo io.
Incassò quel complimento con un imbarazzo sorpreso che accentuò il rossore delle gote, ma alla fine sorrise, timida e compiaciuta al tempo stesso, facendogli un piccolo cenno del capo come segno di ringraziamento per poi porre una domanda speculare a quella di lui e concedersi quel lieve sorso di birra che il Sole era stato così gentile a riservarle.
Avrebbe voluto... Ma non gli è stato permesso. La conclusione della vicenda è accaduto circa due settimane fa, giorno più giorno meno.
Questa volta la sorpresa, per lei, fu negativa, tanto che lo sguardo si tinse di una triste e adombrata mortificazione: le dispiaceva averlo costretto a parlare di qualcosa che evidentemente non era piacevole, per quanto qualsiasi sentimento negativo stesse provando, l'uomo lo stava nascondendo molto bene, e se anche la sua attenuante sincera fosse che non sapeva quale fosse la situazione sentimentale di Yamato, una parte di sé si sentì in colpa per non aver messo un freno alla propria curiosità.
Speravo fosse la persona adatta. Non voglio al mio fianco qualcuno che non condivida il dono del fuoco con me. Lo so, è una cattiveria e mi costringe a restringere un campo a poche migliaia di persone, ma con il mio lavoro e sopratutto il mio ruolo come Ignis Elios, è un obbligo morale oltre che sentimentale condividere ciò che sono con una compagna. Prima di conoscere il mio segreto dovrebbe esserci una frequentazione e dovrei avere il tempo di innamorarmi e questo non mi è possibile. Essere un Capo consta di onori ed oneri e questa ragazza in teoria rappresentava il nesso tra il fuoco e il sentimento, non facili da congiungere. Evidentemente però, lo stesso non valeva per lei che aveva paura di confondere l'affetto con l'affinità e dunque... E' andata per altre vie.
Non credo sia una cattiveria, ma una ben precisa linea di pensiero - replicò Nanée, ringraziandolo peraltro con un sorriso quando le venne messa una seconda bottiglia d'acqua fresca davanti - E' normale volere qualcuno accanto con cui condividere qualcosa di così importante, come nel tuo caso, e con una babbana o una maga qualsiasi sarebbe molto complicato... certo, potresti parlargliene, ma non capirebbe mai appieno il tuo attaccamento per gli Ignis, o i tuoi doveri come loro Guida - convenne la Druida, esprimendo così quelle che per lei erano le difficoltà oggettive che Yamato avrebbe potuto riscontrare - E mi dispiace aver riportato a galla ricordi così recenti e forse dolorosi, per te... non era mia intenzione - aggiunse, ovviamente sincera - Non conosco questa ragazza, né so bene le sue motivazioni e le riflessioni che l'hanno spinta a prendere questo tipo di decisione, ma forse non era la persona per te più indicata, forse... forse ciò di cui hai bisogno è qualcuno che comprenda, capisca e condivida i tuoi Elementi, il tuo sentimento per essi e per il Conflux, senza però essere totalmente simile a te - strano ma vero, non si rese nuovamente conto del vero senso delle sue parole, di come stesse praticamente descrivendo il carattere di una Druida: eppure pensava davvero ogni sillaba pronunciata in modo istintivo, senza riflettere troppo, perché d'altronde in quel momento era il Fuoco ad avere il sopravvento sui suoi altri Elementi, e dunque ad influenzare il suo modo di fare e porsi.
Tu invece che cosa cerchi in un compagno? Hai pretese estetiche oppure sei di larghe vedute?
Pretese estetiche ne ho ben poche - rispose la Druida, dopo una manciata di minuti di riflessione - Naturalmente l'alchimia fisica tra un uomo e una donna è importantissima, ma non ho un canone estetico troppo definito... mi piace l'armonia dei colori, ad esempio occhi e capelli scuri oppure chiari, ma entrambi allo stesso modo, mi spiego? - un piccolo capriccio, lo sapeva, ma ciascuno aveva i propri - Esulando da questo, anche per me sarebbe importante trovare qualcuno che come me condivida l'amore per la Natura, per Gaia, che comprenda ed accetti questo mio attaccamento per lei ed il mio dovere di doverla proteggere... e non è una cosa semplice, affatto. Vorrei qualcuno che sapesse tenermi testa, che si fidasse di me al punto da lasciarmi libera di viaggiare e svolgere il mio lavoro, una persona concreta, pratica, ma anche capace di sognare ed emozionarsi per le piccole cose. ... insomma, quello che i Babbani chiamerebbero Principe Azzurro, ma in chiave moderna e decisamente rivisitata - concluse la Druida, le guance nuovamente rosse per l'imbarazzo: si morse il labbro inferiore e scosse appena il capo, quasi a prendersi in giro da sola, prendendo poi un sorso d'acqua dal bicchiere quasi a voler stemperare il calore che era improvvisamente arrivato dopo quella confessione.
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da Yamato » 12/10/2013, 2:31
Non appena i loro corpi si sfiorarono con una intensità più intima come due guance che si toccano, Yamato percepì subito una variazione in lei, una variazione del calore del corpo, del battito cardiaco per via del sangue che pompava talmente veloce da aumentare l'intera temperatura del corpo. La cosa non gli fu indifferente, anzi, quando si fissarono un secondo negli occhi e la vide così vicina, per altro dopo aver accettato di buon grado quel contatto più stretto tra i volti, l'impeto di fare qualcosa di sconsiderato ci fu eccome, ma lo represse, ovviamente, cercando di richiamare tutto il suo autocontrollo, conscio che quello si trattava di uno sfogo del corpo, di un piacere momentaneo, fisico, indegno per una donna come la Druida che invece appariva così seria, intelligente, posata e votata all'essenza oltre che alla materialità. Tornato al suo posto, fece un bel sospiro e il grosso sorso di birra fu anche un modo per smorzare la tensione erotica che per qualche istante si era andata a creare proprio quando non doveva, proprio quando lui ne sentiva più la necessità, lui che per tutto il tempo del corteggiamento nei confronti di Celine non aveva mai e poi mai toccato nessun altra ragazza rimanendole fedele, rimanendo fedele a quel sentimento. Adesso le vene delle tempie pulsavano e la pelle chiamava a gran voce il corpo femminile ed atletico di Nanée, ma ella non era una sgualdrina qualunque, non una da usare come se nulla fosse, fermo restando che era impossibile che ci stesse così, senza impegno, seria come appariva. Si decise a farle un complimento per nulla velato ed il risultato fu simile a quello aspettato: ella arrossì docilmente. Annuendo per ringraziare bevve un sorso d'acqua, accettando per altro poco dopo quello di birra, forse cominciando ad apprezzarla più del dovuto. Successivamente iniziarono ad entrare nel tortuoso terreno dell'amore e dei sentimenti, prendendo come esempio primario la "storia", se così la si poteva chiamare, passata del Sole. Ormai aveva capito una cosa importante Yamato: alla ragazza piaceva molto chiacchierare ed era anche in grado di intavolare lunghissimi discorsi, tutti quanti dotati di un senso logico e critico ammirevoli. Anche la Sauvage era una ragazza dedita al dialogo, ma solitamente quando parlava molto era per esprimere molti concetti insieme alimentata da un buonumore continuo ed esoso. L'uruguaiana invece, pur apparendo spensierata e libera nei concetti e nelle espressioni vocali, non smetteva mai di seguire lo stesso filo della comunicazione, restando impassibile e pacata, animandosi giusto quando era necessario. Per quanto simili nella quantità di parole, Nanée e Celine erano totalmente diverse nel districamento dei pensieri e delle idee. Affascinanti entrambe, si... Ma chi di più?
E' normale volere qualcuno accanto con cui condividere qualcosa di così importante, come nel tuo caso, e con una babbana o una maga qualsiasi sarebbe molto complicato... certo, potresti parlargliene, ma non capirebbe mai appieno il tuo attaccamento per gli Ignis, o i tuoi doveri come loro Guida.
Esattamente.
E mi dispiace aver riportato a galla ricordi così recenti e forse dolorosi, per te... non era mia intenzione...
Nulla della quale scusarti, davvero. Ti prego, prosegui...
Non conosco questa ragazza, né so bene le sue motivazioni e le riflessioni che l'hanno spinta a prendere questo tipo di decisione, ma forse non era la persona per te più indicata, forse... forse ciò di cui hai bisogno è qualcuno che comprenda, capisca e condivida i tuoi Elementi, il tuo sentimento per essi e per il Conflux, senza però essere totalmente simile a te.
Interessante opinione e considerazione, specie perché senza nemmeno accorgersene aveva quasi proposto una come lei, una Druida. In effetti, pensandoci bene, la fotografa non aveva per nulla torto, anzi, forse aveva azzeccato la giusta risposta in pochissimo tempo. L'uomo ricordò solo allora con più intensità una persona molto importante per lui, sia in passato che nel presente, adesso scomparsa. Non disse inizialmente niente, perché desiderava focalizzarsi sul ricordo di quella donna che molti anni prima gli aveva donato il cuore e l'anima. Silente prese un altro sorso della nuova birra e si limitò, per il momento, a chiedere a lei quale fosse il suo ideale estetico di uomo, se possedesse dei requisiti particolari oppure si innamorasse senza pretese, ed ella rispose prontamente, come sempre del resto, dall'inizio della serata.
Pretese estetiche ne ho ben poche. Naturalmente l'alchimia fisica tra un uomo e una donna è importantissima, ma non ho un canone estetico troppo definito... mi piace l'armonia dei colori, ad esempio occhi e capelli scuri oppure chiari, ma entrambi allo stesso modo, mi spiego?
Come me e te, bionda occhi verdi, moro occhi neri. Certo...
Esulando da questo, anche per me sarebbe importante trovare qualcuno che come me condivida l'amore per la Natura, per Gaia, che comprenda ed accetti questo mio attaccamento per lei ed il mio dovere di doverla proteggere... e non è una cosa semplice, affatto.
E ti basta questo? Per quanto già non sia poco...
Vorrei qualcuno che sapesse tenermi testa, che si fidasse di me al punto da lasciarmi libera di viaggiare e svolgere il mio lavoro, una persona concreta, pratica, ma anche capace di sognare ed emozionarsi per le piccole cose.
Insomma?
... insomma, quello che i Babbani chiamerebbero Principe Azzurro, ma in chiave moderna e decisamente rivisitata!
Romantica, molto, ed anche sognatrice, a giudicare dai prerequisiti richiesti. Non era difficile raggiungere la conclusione che un uomo simile potesse essere presente soltanto nelle fiabe oppure in mezzo ai Druidi, al limite. Certo, anche le Gilde rappresentavano un buon "nido" dove cercare uova d'oro in tal senso, poiché anche lì l'amore per la natura regnava sovrano, ma il difficile rapporto tra le comunità e le tre confraternite rendeva molto difficile un simile legame. Le regole parlavano chiaro: sposare un membro di Gilda significava diventare Rinnegati per sempre senza possibilità di rientro. Questo lui lo sapeva bene perché aveva scoperto questa clausola al tempo in cui stava con la sua ex moglie. Annuendo alle parole di Nanée, Yamato si concesse un sorriso sarcastico, amaramente ironico e per certi versi, nostalgico. Concluso il proprio pasto era libero di voltarsi completamente in direzione della bionda così da guardarla dritto negli occhi, con intensità, catturando così ogni sfumatura di quelle gemme verde marino tanto scintillanti quanto ricche di preziosi misteri.
Devi sapere che l'amore più grande della mia vita fu una donna come te... Esatto, una Druida. Ci amavamo moltissimo ed avevamo tenuto il segreto con tutto il mondo, per via di quelle sciocche regole che tu conoscerai alla perfezione. ... Morì in un incidente di guerra ormai sei anni fa, ma non l'ho persa con rimpianti o rimorsi, bensì ho accettato placidamente la sua scomparsa. Chiuse gli occhi con il sorriso, facendomi un'ultima carezza, augurandomi ogni felicità possibile... - In quel momento gli occhi dell'uomo divennero più lucidi, egli sbatté le palpebre poi proseguì ancora - Lei mi valorizzava, sapeva armonizzare le sue fiamme ed i suoi fulmini con i miei e allo stesso tempo grazie agli altri quattro elementi mi sapeva mostrava sfumature del suo carattere che esulavano dall'esuberanza e dall'istinto, rappresentando l'elemento di congiunzione tra ciò che mi appartiene e ciò che volevo ugualmente vivere... - Il tono era dei più calmi e sereni possibile, ad indicare che davvero per lui ormai quello era un dolore passato, tramutato in uno splendido ricordo indelebile e inestimabile - ... La cosa brutta è che non esistono al mondo molte Druide in grado di affrontare il loro Credo avvicinandosi ad un Sole, né che siano per forza attratte o interessate ad esso. Lei fu un'eccezione e mai ho sperato di riavere una tale fortuna nella vita, sarebbe stato chiedere forse troppo al karma che già mi aveva aiutato a superare la sofferenza con così tanta saggezza.
Mentre diceva tutto questo non smetteva di guardarla, dandole tutta l'attenzione possibile, educato e rispettoso della sua figura. Fiero come un Capo ma umile come un uomo davanti ad una donna meritevole di ogni riverenza, come da antica tradizione orientale. La notte percorreva ancora l'orizzonte e ci si andava avvicinando alla mezza, un orario in cui tutti uscivano dalle case per andarsi a divertire. Probabilmente all'albergo le fan lo avevano già dato per disperso, urlando e lamentandosi con i buttafuori perché desideravano vedere il gruppo. Il mondo lì fuori e loro due dietro un vicolo di Paradiso ad assaporare la bellezza della calma come quando si ammirava il fluire di un ruscello. Parlando di tutto e di più, della loro realtà, della loro natura, dei loro interessi e dei loro sentimenti, Yamato richiamando alla memoria il ricordo della giovane a piedi scalzi nella sua camera d'hotel poche ora fa, scelse il nuovo argomento di comunicazione, per quella serata che, almeno per ora, appariva quasi infinita, un attributo che all'Ignis Elios non dispiaceva affatto.
Quando eri a piedi nudi, prima, ho notato il tatuaggio. Bello ed evocativo. Ti va di raccontarmelo?
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da Nanée » 12/10/2013, 19:51
Un momento intenso tra loro, per certi versi molto emozionante: era la prima volta che Nanée si trovava così vicina ad un uomo, che sentiva quelle sensazioni per qualcuno; con Alistair c'era stato uno scambio di opinioni piacevolissimo ed una perfetta intesa visto che entrambi erano Druidi, ma non era scattata alcuna attrazione, o perlomeno da parte della Druida. Con Yamato invece la questione era ben diversa, e la bionda se ne rese conto quando furono così vicini e i suoi Elementi danzarono coi gemelli di lui, fondendosi in un contatto che rasentava l'erotico: sentì le guance arrossire, il cuore battere più veloce, gli occhi prendere a brillare di una luce nuova, forse più calda di quanto lo stesso Fuoco che avevano in comune potesse rendere la sua pelle. Quand'egli si sedette nuovamente accanto a lei, Nanée abbassò lo sguardo per qualche secondo, socchiudendo gli occhi per calmare le vampate rosse che come lingue tentatrici sembravano propagarsi da lei per volerlo raggiungere ed abbracciare nuovamente: si sentiva anche un poco imbarazzata perché non era assolutamente abituata a certe sensazioni, solitamente stava in mezzo agli animali e si relazionava con gli esseri umani solo per consegnare le foto o accettare un lavoro... una situazione del tutto atipica per lei, che peraltro stava portando a galla sensazioni sconosciute alla Druida, ma non per questo necessariamente spiacevoli, anzi. Parlando ancora, cercando, e trovando senza nemmeno troppo sforzo, nuovi argomenti di conversazione, i due finirono per parlare della sfera sentimentale che faceva parte delle loro vite, in realtà più quella dell'Ignis visto che Nanée era totalmente inesperta in quel frangente: non immaginando che Yamato fosse stato sposato, in passato, si scusò per aver riportato alla sua memoria pensieri e ricordi, immagini di qualcosa che aveva perso e che forse ancora lo faceva soffrire, per poi dare una sua personalissima opinione, pronta anche a sentirsi dire che fosse completamente sbagliata; il fatto che la donna di cui lui parlava non avesse voluto stargli accanto benché uguale a lui significava forse ch'egli aveva bisogno di qualcuno accanto a sé che fosse sì simile, ma anche sostanzialmente diverso. Aveva praticamente fatto la descrizione di una Druida, magari lei stessa, ma nemmeno se ne rese conto perché aveva parlato sinceramente e in modo istintivo, e di certo non poteva rimangiarsi quanto detto, oltretutto non ce ne sarebbe stato motivo se si trattava della verità, come in effetti era. Toccò poi a lei descrivere il suo prototipo di uomo ideale, che come caratteristiche fisiche aveva ben pochi limiti, e caratterialmente doveva soprattutto comprendere quanto per lei fosse importante Gaia in ogni sua forma: anche lei quindi avrebbe puntato soprattutto su un Druido o chissà, magari un Gildato se fosse stato mentalmente aperto come il Sole, e forse a quella stessa conclusione era arrivato anche lui mentre la bionda terminava la cena, si puliva la bocca col tovagliolo per poi poggiarlo sul bancone alla destra del piatto, accavallava la gamba destra sulla sinistra e si posava le mani in grembo, in una posa elegante ma non rigida, coi capelli che da un lato le sfioravano la diafana guancia sinistra, mentre dall'altro poggiavano morbidamente sulla schiena, tenuti fermi dietro l'orecchio destro; lo sguardo era fisso su di lui, Ambar dimenticata accanto a sé, sul bancone dalla parte opposta del tovagliolo rispetto al piatto perché, in quel momento, si sentiva totalmente Nanée e quasi per nulla fotografa, considerando quindi Yamato solo in veste d'interlocutore, e non di suo soggetto per un servizio fotografico.
Devi sapere che l'amore più grande della mia vita fu una donna come te...
Vuoi dire...
Esatto, una Druida.
Una bella rivelazione quella del Sole, che portò lo sguardo di Nanée a brillare: a meno che non fosse stata una Rinnegata, la Druida di cui stava parlando l'uomo doveva averlo amato davvero tanto per andare contro le regole della comunità e decidere di stargli accanto; si trattava dunque, nel caso, di una persona che in vita aveva dimostrato coraggio e forza di volontà, due qualità che Nanée ammirava molto negli altri. Annuì appena e lo incitò silenziosamente ad andare avanti nel racconto, lo sguardo più intenso ed attento fisso su di lui.
Ci amavamo moltissimo ed avevamo tenuto il segreto con tutto il mondo, per via di quelle sciocche regole che tu conoscerai alla perfezione.
Sì, conoscono quali siano le regole sul rapporto tra Gildati ed Ignis. Perdona la mia curiosità, ma... poi cos'è successo?
... Morì in un incidente di guerra ormai sei anni fa, ma non l'ho persa con rimpianti o rimorsi, bensì ho accettato placidamente la sua scomparsa. Chiuse gli occhi con il sorriso, facendomi un'ultima carezza, augurandomi ogni felicità possibile...
L'ombra di un sorriso dolce e malinconico comparve sulle labbra di Nanée a quelle parole, un'ombra leggera e delicata, rispettosa del dolore e del ricordo dell'altro: avrebbe voluto mostrargli la sua vicinanza emotiva con qualcosa di concreto, ad esempio accarezzandogli la mano, ma si reputò ancora troppo poco in confidenza con lui per un gesto del genere, e dunque rimase ferma al proprio posto, con solo quel piccolo sorriso malinconico, la stessa malinconia che aveva velato i suoi occhi, a testimoniare i suoi pensieri.
Lei mi valorizzava, sapeva armonizzare le sue fiamme ed i suoi fulmini con i miei e allo stesso tempo grazie agli altri quattro elementi mi sapeva mostrava sfumature del suo carattere che esulavano dall'esuberanza e dall'istinto, rappresentando l'elemento di congiunzione tra ciò che mi appartiene e ciò che volevo ugualmente vivere... La cosa brutta è che non esistono al mondo molte Druide in grado di affrontare il loro Credo avvicinandosi ad un Sole, né che siano per forza attratte o interessate ad esso. Lei fu un'eccezione e mai ho sperato di riavere una tale fortuna nella vita, sarebbe stato chiedere forse troppo al karma che già mi aveva aiutato a superare la sofferenza con così tanta saggezza.
Sei stato davvero molto fortunato - convenne Nanée, con voce dolce e delicata, quasi a voler rispettare anche nel tono e nel timbro quel momento così particolare - Ma credo lo sia stata anche lei. L'amore profondo che avete provato l'uno per l'altra vi ha legati così intensamente da superare ogni ostacolo, da farvi rimanere uniti fino a che la morte non l'ha strappata dalle tue braccia... è un sentimento così bello, così puro e perfetto, che credo di provare un po' d'invidia, anche se so bene che non dovrei e che probabilmente questo fa di me una brutta persona - ammise la Druida, abbassando appena lo sguardo verso il basso - perché un giorno vorrei tanto vivere un amore del genere, un sentimento così forte da considerarlo quasi eterno.
Dentro di sé era piuttosto convinta che sarebbe stato quasi impossibile trovare davvero un uomo capace di comprenderla e amarla così, accettando non solo il suo dovere verso Gaia, quello un altro qualsiasi Druido l'avrebbe capito all'istante, ma anche il suo bisogno di libertà, una necessità bruciante in lei fin da bambina che sembrava non acquietarsi mai. Per sua fortuna, Yamato ebbe la prontezza di cambiare argomento, scegliendone uno sicuramente più leggero e permettendo così che la conversazione tra loro proseguisse: anche lui, dunque, la stava trovando oltremodo piacevole?
Quando eri a piedi nudi, prima, ho notato il tatuaggio. Bello ed evocativo. Ti va di raccontarmelo?
Temo non ci sia nessuna storia emozionante o misteriosa dietro... ho deciso di farmelo l'anno scorso, quando ho lasciato il mio ruolo di Druida Giovane per quello di Druida effettiva - raccontò di buon grado Nanée, agitando il piede su cui era impresso quell'omaggio in nero alla Natura che tanto amava - E' il simbolo di Gaia... un modo come un altro per ricordarmi perché sono al mondo, e quanto io sia fortunata, non soltanto perché governo sei Elementi o perché posso parlare con gli animali, ma perché riesco a vedere ciò che mi circonda in un'ottica diversa, speciale, unica. Ogni volta che chiudo gli occhi, è come se sentissi la Terra respirare, come se percepissi il battito interno del suo cuore... riesci a capirmi?
Domandò a Yamato, temendo quasi di aver parlato a sproposito. Lo fissò un altro lungo istante, poi sorrise, timida ma serena e sincera.
Sto davvero passando una bellissima serata, ti ringrazio per quest'invito e per aver accettato di passare tanto tempo con me. Mi piacerebbe... - si fermò un momento incerta, poi decise di buttarsi e proseguire, in fondo era stata sincera fino a quel momento quindi perché cambiare rotta proprio ora - ... vederti ancora, magari in mezzo alla natura che entrambi tanto amiamo. Pensi che sarebbe possibile? - gli domandò, leggermente in ansia all'idea di ricevere una risposta negativa.
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da Yamato » 15/10/2013, 2:14
Non aveva alcun motivo per nasconderle la verità sul proprio passato, sul proprio amore ormai scomparso, dunque parlò, dunque le raccontò della sua ex moglie, consorte per diversi anni, una persona meravigliosa e affidabile allo stesso tempo. Ogni tanto quando chiudeva gli occhi gli sembrava quasi di poterla ancora vedere, guardare negli occhi, sentire dentro il suo spirito come una forza in più, grande e maestosa in grado di tirarlo su, non farlo perdere d'animo e continuare coraggioso ad affrontare le avversità. Forse era quello che si intendeva quando un amore superava la semplice fisicità, una caratteristica non di tutti i rapporti ma di quelli che oltrepassando il tempo e lo spazio rendevano tutto più mistico, più bello ed incredibile. Seguendo lo stesso pensiero della Druida, Yamato si sentiva davvero molto fortunato ad avere avuto vicino una donna come Yuzuruha, una persona che aveva affrontato la sua stessa natura pur di potergli stare accanto.
Sei stato davvero molto fortunato. Ma credo lo sia stata anche lei. L'amore profondo che avete provato l'uno per l'altra vi ha legati così intensamente da superare ogni ostacolo, da farvi rimanere uniti fino a che la morte non l'ha strappata dalle tue braccia... è un sentimento così bello, così puro e perfetto, che credo di provare un po' d'invidia, anche se so bene che non dovrei e che probabilmente questo fa di me una brutta persona... perché un giorno vorrei tanto vivere un amore del genere, un sentimento così forte da considerarlo quasi eterno.
Fa di te una brutta persona... Che cosa? Sperare che il destino, il karma sia gentile anche nei tuoi confronti? Desiderare l'amore come anche l'approvazione e l'armonia sono normali sentimenti, giusti nella maggior parte dei casi. Posso affermare con certezza che molti uomini farebbero passi falsi pur di avere una chance con te. Ma non solo di questo tu necessiti, non solo di affetto, ma anche approvazione e sopratutto possibilità di essere sincera.
Capiva il suo punto di vista e non la incolpava, affatto, perché era diritto di tutti avere la felicità, un compagno/a da amare e da tenere vicino. Una Druida in quel senso possedeva ancora più difficoltà di quante non ne avesse un Gildato, poiché il suo attaccamento alla comunità e alla natura era totale e difficile da mettere da parte a causa dell'impostazione fornita fin da piccola, ovvio dunque che Nanée si sentisse davvero tanto preoccupata all'idea di dover non solo trovare un uomo che la apprezzasse ed apprezzasse corpo ed anima, ma anche un uomo pronto ad accettare la sua essenza, il suo mondo, il suo mistero e il suo segreto. Il Sole ci era già passato, dunque sapeva benissimo di cosa si trattasse ed alla fine per lui fu uno sforzo nemmeno tanto eccessivo, considerando già la sua posizione e la comprensione totale per le difficoltà da trovarsi avanti. Le regole vietavano ad un Druido e ad un Gildato di avvicinarsi sentimentalmente ma a pensarci molto bene quella era proprio una follia, perché in tal modo si limitavano moltissimo le possibilità per le due parti di trovare qualcuno da amare. Tra loro potevano comprendersi, sapevano l'uno dell'esistenza dell'altro e non avevano il problema di mentire, omettere, celare. Invece l'incapacità di concepire l'unione tra Trama e Mana dei Druidi aveva creato quella faida praticamente eterna, vanificando una tale speranza. Beh, meglio concentrarsi su altro, in quel caso sul tatuaggio presente sul bellissimo piede della ragazza.
Temo non ci sia nessuna storia emozionante o misteriosa dietro... ho deciso di farmelo l'anno scorso, quando ho lasciato il mio ruolo di Druida Giovane per quello di Druida effettiva. E' il simbolo di Gaia... un modo come un altro per ricordarmi perché sono al mondo, e quanto io sia fortunata, non soltanto perché governo sei Elementi o perché posso parlare con gli animali, ma perché riesco a vedere ciò che mi circonda in un'ottica diversa, speciale, unica. Ogni volta che chiudo gli occhi, è come se sentissi la Terra respirare, come se percepissi il battito interno del suo cuore... riesci a capirmi?
Beh, in parte... - Fece un sorriso un poco amaro, segno chiaro e lampante che gli dispiacesse non poter sentire al massimo quell'armonia che invece per lei era presente in ogni fibra del suo essere - ... Però quando sono vicino ad un vulcano e chiudo gli occhi, oppure quando mi trovo sotto il cielo di un temporale posso riuscire a raggiungere quella sensazione che hai descritto.
Percepire solo due elementi su sei comunque era una limitazione per i facenti parte di una Gilda, ed anzi, averne due e non uno solo come spesso accadeva doveva essere reputato un privilegio ed una bellissima notizia, perché voleva dire che il Conflux aveva trovato un terreno molto rigoglioso nello spirito della persona designata ed era quindi riuscito a piantare due semi ben distinti e fratelli. Nei confronti di qualunque altro Druido Yamato avrebbe dimostrato fastidio o indignazione nel constatare quella superiorità da parte dei figli di Gaia, mentre invece con lei era diverso, non riusciva ad essere arrabbiato o incattivito, forse perché lei non era come tutti gli altri, Nanée non si vantava per nulla del suo dono davanti a lui e si riusciva a mostrare come un'umana al pari di tante altre, che fossero streghe o babbane: un dono prezioso, una dote meravigliosa, agli occhi del Sole.
Sto davvero passando una bellissima serata, ti ringrazio per quest'invito e per aver accettato di passare tanto tempo con me. Mi piacerebbe... vederti ancora, magari in mezzo alla natura che entrambi tanto amiamo. Pensi che sarebbe possibile?
Quella domanda lo spiazzò per un istante, lasciandolo interdetto e momentaneamente silenzioso. La fissò intensamente, serio. Non se l'aspettava o meglio, non si aspettava che lei fosse così diretta, così spontanea, senza contare che terminata la vicenda con Celine non aveva minimamente ipotizzato il riavvicinamento ad una donna per molto tempo, almeno qualche mese. Invece Nanée era apparsa così, dal nulla, in un giorno qualunque, cambiando le carte in tavola, non solo facendolo sentire a suo agio ma in più ricordandogli in parte la bellezza del comunicare con una Druida senza alcun pregiudizio, proprio come fu con il suo ultimo amore. Per quanto non fosse del tutto certo di stare facendo la cosa giusta, preferì seguire l'istinto, proprio come facevano gli Ignis, proprio come faceva Yamato in generale quando si trattava di questioni interne all'anima e alla serenità del pensiero. Non doveva combinare niente di particolare, non dovevano avvicinarsi forzatamente: lei si era trovata benissimo con lui e per questo desiderava rivederlo, nulla di più, ed anche se per qualche breve secondo i loro occhi avevano detto molto più dei loro gesti, l'uomo sapeva dentro di sé che niente veniva deciso da pochi istanti di conversazione, che per costruire la linea di un rapporto c'era bisogno di vicinanza, di scambio spirituale. Bloccare sul nascere una ipotetica amicizia o qualunque cosa si fosse rivelata non avrebbe significato rendere onore alla promessa fatta a Yuzuruha, ovvero cogliere ogni attimo felice e cercare di trarne da esso il massimo influsso positivo. Per questo dopo averla fissata ancora un attimo in modo forse troppo serio ed anche appena distaccato, in un certo senso, volse il capo in direzione del cielo sorridendo alle stelle e all'imbrunire della notte, leccandosi le labbra lentamente ed espirando aria come se un grosso peso gli si fosse tolto dallo stomaco, lasciandolo nuovamente libero e tranquillo come poco prima.
Credo che oltre ad essere possibile sia anche un'ottima idea... Mi piace passare il tempo con te, quindi accetto.
Gli occhi ripresero a guardarla ma con una luce differente, più calda, più armoniosa e non più cupa di dubbi e problemi. Da un lato, Celine non aveva ancora abbandonato i suoi pensieri, anche perché non era una Fiamma in grado di scottare così poco da scomparire in nemmeno quindici giorni. D'altronde però, Nanée poteva essere di base un ottimo unguento contro le ustioni del cuore, ustioni che bruciavano anche ad un uomo come l'Ignis Elios. Non una sostituta, non un paliativo, niente di tutto ciò: una persona nuova, una persona a suo modo diversa, in grado di spostare le sue attenzioni e far focalizzare la sua mente libera su altro, allontanandolo dal brutto ricordo di un corteggiamento e di un sentimento troncati nemmeno sul nascere. Si scolpì perfettamente nella memoria quell'istante. Forse lassù qualcuno gli stava dando una mano, tessendo i fili del destino.
E' molto tempo che non capito ad un oasi del deserto. Una volta ci andavo spesso. Il calore del sole cocente e della sabbia, la natura delle palme e l'acqua limpida di un angolo paradisiaco in mezzo al nulla, in pace. ... Che ne pensi, ti potrebbe piacere come nostra prossima meta naturale?
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da Nanée » 15/10/2013, 14:57
Fa di te una brutta persona... Che cosa? Sperare che il destino, il karma sia gentile anche nei tuoi confronti?
Invidiare chi ha vissuto un tale amore nonostante sia consapevole che poi l'ha perso.
Pensò Nanée, ma non lo disse ad alta voce, non interruppe il parlare di Yamato, un po' per educazione ed un po' perché non voleva che lui la giudicasse male nel momento in cui avesse capito quale fosse il punto di vista della Druida: era sbagliato, per lei, provare invidia per chi aveva avuto qualcosa e poi l'aveva persa, come una sorta di egoismo involontario che però non le faceva piacere provare. Tuttavia il Sole la pensava diversamente, o forse non aveva ben capito cosa lei intendesse: in ogni caso non la biasimava per quel suo sentimento di desiderio verso un amore forte come quello che lui aveva provato, probabilmente consapevole anche per una Druida come lei era molto difficile trovare un uomo che potesse comprenderla ed accettarla appieno.
Desiderare l'amore come anche l'approvazione e l'armonia sono normali sentimenti, giusti nella maggior parte dei casi. Posso affermare con certezza che molti uomini farebbero passi falsi pur di avere una chance con te. Ma non solo di questo tu necessiti, non solo di affetto, ma anche approvazione e sopratutto possibilità di essere sincera.
Temo tu mi stia decisamente sopravvalutando... non sarei un granché come compagna, troppo complicata - commentò Nanée, con un sorriso forse appena velato di malinconia perché sapeva, sentiva dentro di sé di non essere semplice, non solo per la sua origine, non solo per il suo essere, ma anche come persona in sé - Amo la libertà, non sono avvezza alla vita mondana o sociale, preferisco, di solito, la compagnia della natura a quella delle persone - la sua famiglia ovviamente era un'eccezione - e non posso certo definirmi la persona più amichevole del mondo... - visto che per la maggior parte del tempo preferiva il contatto con gli Elementi che quello umano - Credo siano ben poche le persone al mondo che possano apprezzarmi per come sono. Ma in fondo mi va bene anche così, sai? - aggiunse Nanée, che dalla voce non lasciava trasparire alcuna ombra di tristezza o vittimismo, ma solo di sincera e forse appena malinconica serenità - Forse ci metterò di più a trovare la persona per me, ma quando questo accadrà saprò ch'ella sarà speciale, e qualsiasi ostacolo dovrò affrontare per costruirvi un rapporto lo supererò con la consapevolezza che ne varrà la pena - e sorrise convinta di quelle parole, perché chiunque le si fosse avvicinato e si fosse innamorato, rubandole il cuore a sua volta, sarebbe di sicuro stato l'uomo perfetto per lei per l'averla accettata nella sua interezza: certo, il voler trovare una persona con cui poter essere del tutto sincera restringeva enormemente il campo di "ricerca" della Druida, ma non era detto che tra Confratelli o perché no, magari tra i membri delle Gilde, non ci fosse la persona più giusta per lei.
Proseguirono ancora a parlare, e Nanée raccontò all'Ignis Elios la circostanza in cui si era fatta tatuare sul piede il simbolo di Gaia: per lei quel semplice disegno rappresentava il suo legame con la Natura che le bastava chiudere gli occhi per percepire appieno, qualcosa che forse Yamato un po' le invidiava.
Beh, in parte... Però quando sono vicino ad un vulcano e chiudo gli occhi, oppure quando mi trovo sotto il cielo di un temporale posso riuscire a raggiungere quella sensazione che hai descritto.
Perdonami, che sciocca... - mormorò Nanée, abbassando il viso con aria mortificata - Non ho minimamente pensato a come potessi sentirti nel dover ascoltare le mie parole. Ti chiedo scusa per la mia superficialità.
Lei non ci pensava, potendo percepire tutti e sei gli Elementi naturali come nulla fosse, potendoli vivere totalmente nel proprio spirito... per un Gildato, che fosse al primo stadio o all'ultimo, quella possibilità era preclusa: certo, magari sarebbe stato benedetto da due Elementi e non da uno solo, ma a più di quello non avrebbe mai potuto aspirare. Nonostante quella palese mancanza di tatto, per quanto assolutamente non voluta, Yamato non parve infastidito in alcun modo, e forse fu proprio quel comportamento ben disposto nei suoi confronti che spinse la Druida ad azzardare l'ipotesi, anzi, la volontà, di volerlo rivedere per passare altro tempo con lui: aveva rischiato, soprattutto considerando che non era abituata a cercare in prima persona il contatto umano, ma se lo desiderava davvero allora perché non farlo presente? Osservò il volto di Yamato, quell'aria interdetta di chi era stato preso in contropiede, ed attese pazientemente ch'egli prendesse una decisione: sentiva il cuore batterle più forte durante quei minuti di silenzio, ma non fece nessun accenno d'impazienza o ansia, volendo lasciargli tutto il tempo che gli serviva per riflettere e ponderare al fine di prendere una decisione. Quando gli occhi dell'uomo si posarono sui suoi, Nanée sostenne quello sguardo forse appena più duro, e per un secondo temette di aver qualche modo infastidito il suo interlocutore con quella proposta: poi, però, lo vide sorridere al cielo, e in qualche modo seppe dentro di sé che la risposta alla sua domanda sarebbe stata positiva.
Credo che oltre ad essere possibile sia anche un'ottima idea... Mi piace passare il tempo con te, quindi accetto.
E la Druida sorrise a sua volta, un sorriso che contagiò anche lo sguardo rendendolo vivo, brillante: la possibilità di passare altro tempo a parlare con lui, di argomenti più seri come le differenze culturarli tra loro e di altri più futili come la musica o le ultime foto da lei scattate, era un'idea allettante per la bionda che per questo l'aveva ipotizzata per prima; sentire ora che anche Yamato la pensava in quel modo, la rendeva molto felice.
E' molto tempo che non capito ad un oasi del deserto. Una volta ci andavo spesso. Il calore del sole cocente e della sabbia, la natura delle palme e l'acqua limpida di un angolo paradisiaco in mezzo al nulla, in pace.
Sorrise più ampiamente a quelle parole, la mente che richiamava a sé quelle immagini da lui descritte e di esse si beava, col Fuoco che veniva richiamato all'idea del caldo e del Sole, e con l'Acqua che si materializzava nei suoi pensieri all'interno dell'oasi da lui descritta, unico punto di ristoro in mezzo al nulla.
... Che ne pensi, ti potrebbe piacere come nostra prossima meta naturale?
Credo sia un'idea magnifica, Yamato - confermò la Druida, e dai suoi occhi traspariva tutta la sincerità di quelle parole - Potremmo organizzare un pic-nic in mezzo al deserto, solo noi, del cibo sano e un'oasi di pace a circondarci - e qualche cammello magari con cui chiacchierare, nel caso - E prometto di non farti nessuna foto... forse! - scherzò Nanée, visto che d'altronde la sua Ambar se la portava sempre appresso, anche quando non doveva lavorare: era pur vero però che, mentre mangiavano, la bionda non aveva effettuato nessuno scatto al proprio interlocutore, quindi era giusto dire che sapeva mettere da parte quel suo vezzo quando la situazione lo richiedeva.
Grazie ancora per la cena, era tutto squisito. Temo sia per me ora di rientrare, però, o non finirò più per scattare le foto agli altri componenti degli Onibaku e dovrei consegnarle domattina presto - non che avesse problemi a fare le ore piccole, ma le dispiaceva costringere anche gli altri a rimanere svegli fino ad orari improponibili - Mi riaccompagneresti in albergo?
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Nanée
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da Yamato » 19/10/2013, 16:05
Temo tu mi stia decisamente sopravvalutando... non sarei un granché come compagna, troppo complicata!
Cosa ti spinge ad una tale considerazione?
Amo la libertà, non sono avvezza alla vita mondana o sociale, preferisco, di solito, la compagnia della natura a quella delle persone e non posso certo definirmi la persona più amichevole del mondo... Credo siano ben poche le persone al mondo che possano apprezzarmi per come sono.
Watashi wa rikai... - Trad. "Capisco..." -
Ma in fondo mi va bene anche così, sai? Forse ci metterò di più a trovare la persona per me, ma quando questo accadrà saprò ch'ella sarà speciale, e qualsiasi ostacolo dovrò affrontare per costruirvi un rapporto lo supererò con la consapevolezza che ne varrà la pena...
La forza di volontà è dalla tua parte... Inoltre "Gaia" riempie così tanto la tua vita che colma almeno parzialmente la mancanza di un compagno vicino. Hai uno spirito simile a quello della mia defunta moglie, forse è per questo che mi trovo così in sintonia con te...
Yuzuruha ragionò esattamente allo stesso modo, combattendo con tutta sé stessa per riuscire nell'intento di avere Yamato al suo fianco. Nanée possedeva lo stesso sentimento, la stessa voglia di ribellarsi agli schemi alle regole, qualora fosse stato un uomo diverso da un Druido ma capace di comprenderla, di accettarla, di volerla, di stare vicino a lei senza farle pesare il suo amore spassionato verso la natura. Chiunque si metteva con un Druido doveva fare i conti con un rivale affettivo grande e potente, ovvero l'intero pianeta. Per il Sole non fu difficile, amando quello stesso pianeta con un'ottima intensità, magari leggermente minore di un Druido ma abbastanza da capire il suo bisogno di starvi a contatto, mentre per chiunque altro che non fosse di Gilda o un Druido poteva risultare ostico non solo sapere la verità, ma anche viverla serenamente, con la consapevolezza di poter raggiungere al massimo la stessa importanza di un fiore, ma mai superarla.
Perdonami, che sciocca... Non ho minimamente pensato a come potessi sentirti nel dover ascoltare le mie parole. Ti chiedo scusa per la mia superficialità.
Ti perdono... Ma solo perché sei tu.
Sorrise, cordiale e sincero. Se quell'errore l'avesse fatto un qualunque altro Druido, che fosse una Guida o un Anziano, probabilmente Yamato l'avrebbe guardato con odio. Lei invece aveva conquistato un posto speciale nella considerazione dell'Ignis Elios, evitando di ritrovarsi fissata male per una svista normale. D'altronde, con quale altra Druida o Druido avrebbe mai accettato Yamato di andare a fare una gita naturale da qualche parte? Nanée si spinse molto in là, chiedendo di rivedersi, di passare altro tempo insieme. E fu proprio quell'ottima impressione lasciata nel suo interlocutore a convincerlo ad accettare, pensando anche quasi subito ad un luogo scelto per la visita. Un oasi in mezzo al deserto nel calore estremo e torrido africano. Il Sole si sarebbe trovato perfettamente a suo agio e lei ovviamente a prescindere non avrebbe avuto problemi a stare in mezzo ad una temperatura di almeno 60°. Non si scottavano, non si disidratavano, non respiravano male, anzi, sarebbero stati benissimo, unendo una piccola parte di lei ad un'intera parte di lui, bagnandosi le labbra con acqua incontaminata e facendo ondeggiare i capelli nel vento all'ombra delle palme.
Credo sia un'idea magnifica, Yamato. Potremmo organizzare un pic-nic in mezzo al deserto, solo noi, del cibo sano e un'oasi di pace a circondarci. E prometto di non farti nessuna foto... forse!
Se è per tuo diletto e tesoro personale va bene... Non credo di essere ancora pronto per farmi vedere dalle riviste in costume e camicia estiva!
Perché era così che si sarebbe vestito per il pic-nic, completamente a suo agio, senza formalità ma all'insegna dello spontaneo. Era o non era un Ignis?
Grazie ancora per la cena, era tutto squisito. Temo sia per me ora di rientrare, però, o non finirò più per scattare le foto agli altri componenti degli Onibaku e dovrei consegnarle domattina presto! Mi riaccompagneresti in albergo?
Ringrazio io te per lo stimolante scambio di opinioni e la conversazione in generale, oltre che la compagnia. Vieni, andiamo, saremo di nuovo all'albergo in un baleno...
Come concordato prima, il conto del pasto gli sarebbe giunto poi nella propria camera di albergo, senza alcuna fretta. Si alzarono entrambi e Yamato le porse il braccio per camminare assieme fino all'Hotel. Una serata interessante, piena di sorprese e sopratutto di inaspettati risvolti del destino, inaspettati e piacevoli. L'unico sconveniente di tutto quel bel tempo passato assieme fu che non appena svoltato l'angolo, un paparazzo stava già appostato pronto a scattare una fotografia scoop che, una volta eseguita, vide il tizio scomparire all'istante sicuro di ricevere un bel po' di soldi dallo scatto. Probabilmente la Druida a queste cose non era abituata ma per Yamato era ordinaria amministrazione.
Lascialo stare. Secondo le riviste scandalistiche dovrei avere almeno dieci o più flirt settimanali. Certo, così non mi avevano mai beccato ma poco male, avrai un bel po' di notorietà per qualche giorno. Valuteranno quella foto almeno 250 Galeoni e a giudicare dall'età del ragazzino e dai suoi vestiti... Diciamo che abbiamo fatto un'opera di bene. Ci scriveremo nelle prossime ore, così da accordarci sull'uscita, d'accordo?
Raggiunto il retro del gigantesco palazzo, si diedero i due soliti baci di circostanza, senza però la formale stretta di mano. Lei doveva continuare con il suo servizio fotografico e lui invece riposare per prepararsi a tutti gli impegni del giorno successivo. Arrivato nella propria camera l'avrebbe pensata molto, avrebbe pensato alla serata in generale e ai discorsi fatti, oltre che i sorrisi e le battute. Le era rimasta impressa, offuscando per qualche ora il dolore provocato dalla brutta faccenda con la Fiamma Celine. Non bastava di certo un incontro fortunato per allontanare i sentimenti provati nei confronti della francese, ma se non altro poteva essere certo di aver accantonato il problema abbastanza da rendersi conto che qualcuno lassù vegliava sul suo benessere e la sua serenità. Il giusto pensiero nei confronti della defunta moglie, fissando il soffitto sdraiato sul letto, chiudendo gli occhi pensando quasi di vederla ancora, sorridente, davanti a lui, prenderlo per mano, abbracciarlo e sussurrargli di farsi forza ed andare avanti. Tutto questo prima di immergersi nel sonno, oppure consolidare il riposo grazie proprio a quel sogno così vivido, misto dell'affetto di uno spirito benevolo, del turbamento di una bionda tentatrice sfuggita e del benessere di una bionda fotografa incontrata.
FINE
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da Kirie » 17/09/2017, 0:52
2113年 09月 30日 (Sabato) Tokyo General Hospital - Tokyo, quartiere babbano Ore 9 Minuti 30
Molte persone andavano e venivano nella sala d'attesa dell'ospedale ultra moderno di Tokyo. Kirie era arrivata là alle nove in punto di quella stessa mattina, pur sapendo che l'orario delle visite sarebbe iniziato soltanto mezz'ora dopo. Non le dava fastidio attendere, in piedi con la schiena contro il muro, e per di più essere già là l'aiutava a calmare la sua inquietudine. Aveva accolto con molto stupore e rammarico la notizia che il padre della sua migliore amica, Ruka Ito, aveva avuto un infarto. Era stata costretta a chiedere un permesso di tre giorni allo sceriffo della caserma di Denver, per permetterle di raggiungerla a Tokyo, dove l'uomo -un semplice babbano- era stato ricoverato. Sapeva che stesse correndo un grosso rischio a ripresentarsi nella sua terra d'origine, con i Kurosawa ancora alle sue calcagna, ma il cuore sensibile e tenero della Nonomiya non aveva retto al pensiero della Ito tutta sola ad affrontare quella terribile esperienza. Hank Muscle si era accertato che ella fosse al corrente di tutti i pericoli in cui incorreva, ma alla fine le aveva lasciato la libertà di agire come più preferisse. Ad una condizione: ogni 12 ore dal momento della partenza, doveva mandare tramite fax un messaggio nel suo ufficio a Denver e fargli sapere che stesse bene. Il mancato recapito di quel messaggio, lo avrebbe portato ad insospettirsi e muoversi di conseguenza per andarla a cercare. Kirie aveva annuito, ringraziandolo per la premura che l'uomo metteva nei suoi confronti e stringendogli con forza le mani, poco prima di salutarlo. Nei due giorni trascorsi non era accaduto alcun incidente, un grosso sollievo per l'orientale ma che non metteva in pace il suo cuore. Per questo, non appena aveva potuto, si era recata ogni mattina prestissimo in ospedale, sapendo bene che la presenza di una gran folla le avrebbe permesso di passare meglio inosservata.
Rose bianche... Se non ricordo male, sono le sue preferite.
Aveva portato quel pensiero per l'uomo, conoscendo la sua passione per le rose. Nel cortiletto interno al suo ryokan, Ito-san aveva messo su una piccola coltivazione multicolore, che riempivano l'aria di un profumo intenso ed inebriante, oltre che donare vivacità al luogo. Amava ogni tipo di rosa, diceva, ma quella bianca era la sua preferita. Il simbolo di innocenza e silenzio. La Nonomiya portò il mazzo di fiori -tenuto fermo con un nastro di seta bianco- al volto, inspirandone il profumo. Ruka era entrata per prima nella stanza dell'uomo, per dare modo al padre di abituarsi alla presenza della figlia e poi a quella dei visitatori. Non molti a dire il vero, soltanto Kirie era lì presente per lui. La madre di Ruka invece... Chissà, nessuno era riuscita a raggiungerla. O forse Ruka aveva preferito non avvisare la donna che se ne era andata quando lei era molto piccola, abbandonandola.
Kirie-chan? Pàpa vuole vederti... Adesso sta meglio...
Aveva lo sguardo molto serio e triste la giovane idol, comprensibile vista la natura del suo malessere. Dopo l'abbandono della madre, la Ito si era legata ed affezionata tanto a suo padre, un uomo che era riuscita a tirarla su con amore, affetto e devozione. Perderlo avrebbe significato perdere il suo mondo e questo aveva distrutto la fragile psiche della cantante, che in lacrime aveva comunicato alla migliore amica della tragedia avvenuta. Per fortuna Ito-san era riuscito a sopravvivere e adesso non rimaneva altro che attendere la sua rimessa completa in salute. Kirie se lo augurava tanto, mentre entrava all'interno della stanza privata, rivolgendo un dolce sorriso all'uomo malato ed emaciato, ma ancora vivo.
Ito-san, le auguro di rimettersi presto in forze.
Fu la prima cosa che disse, inchinandosi dopo aver raggiunto il letto dell'uomo, che -in tutta risposta- le sorrise facendo un lieve cenno col capo.
Morimoto, la tua presenza mi riempie il cuore di gioia. Mia figlia mi ha detto che sei andata via dal Giappone. Come ti stai trovando? Hai trovato un buon lavoro?
Si sforzava di parlare, facendolo con lentezza ed un po' di fatica, ma riuscendo a farsi ben comprendere dalle due ragazze. L'etichetta giapponese imponeva che due conoscenti mostrassero interesse l'uno verso l'altro, facendo molte domande sulla vita dell'altro e sulla sua condizione in generale.
Esattamente, ho trovato un nuovo lavoro molto lontano da qui, dove mi sto trovando bene.
Risposta generica quella della Nonomiya, ma non doveva per forza raccontare i minimi particolari della sua vita. La giovane donna si avvicinò al comodino accanto al letto, dove c'era un vaso vuoto, pronto per essere riempito.
Le ho portato queste rose bianche. Non è altro che una sciocchezza, ma spero che possa apprezzare ugualmente il mio dono.
È un pensiero gentile, dolce Morimoto. Grazie per essere venuta a trovare questo povero vecchio...
Ma cosa dice, Ito-san?! Lei non è affatto vecchio...
Il mio cuore malato sembra dire altro...
Un piccolo singhiozzo sfuggì dalle labbra di Ruka, che all'ultima frase del padre aveva iniziato ad accumulare i lacrimoni nei suoi grandi occhi a mandorla. Kirie si volse verso di lei, stringendole la mano con delicatezza e sorridendole, provando ad infondere coraggio nella migliore amica.
Ruka-chan, i fiori hanno bisogno di acqua. Potresti pensarci tu?
Dopo aver congedato con quella scusa la idol, la Nonomiya si sedette nel posto affianco al letto, avvicinando le candide mani a quella rugosa di Ito-san e parlando con tono molto più serio e confidenziale.
I dottori non sono stati molto chiari in questi giorni... Ci hanno detto che ha avuto un infarto, ma non il motivo. Può spiegarmelo lei?
Non credo di avere le risposte che cerchi... Per quale motivo un uomo di quasi sessant'anni ha un infarto? Probabilmente l'età che avanza... Il troppo lavoro... Lo stress di mandare avanti un ryokan completamente da solo...
Perché non assumere qualcuno che la aiuti?
Perché non avrei i soldi per pagarlo... E francamente non voglio estranei in casa mia. Quel luogo appartiene alla mia famiglia da generazioni. Tutti gli Ito se ne sono occupati e soltanto loro. Ci fosse stata qui la madre di Ruka, sarebbe stato diverso. Purtroppo non posso contare su nessun'altro, all'infuori di me...
E Ruka.
Lei si è impegnata tanto per diventare una idol e possiede un dono che io posso solo sognare... Non potrei mai chiederle di sacrificare tutto questo, per me. Sua madre l'ha delusa abbastanza, non voglio farlo anche io.
Io sono sicura che se lei le chiedesse una mano, Ruka sarebbe felicissima di aiutarla...
Può darsi, ma non lo farò. Questo malore è dovuto ad un accumulo di stanchezza. Un po' di riposo e tutto ritornerà come prima...
Sorrise gentile la Nonomiya, rimanendo in silenzio per non sforzare eccessivamente il paziente che adesso respirava piano e rumorosamente. Era strano trovarsi di fronte a lui in quelle condizioni, quando soltanto pochi anni prima dimostrava una forza ed una robustezza invidiabile da chiunque. Lo aveva sempre visto come un uomo impossibile da abbattere, mentre ora appariva così fragile. Fragile, come la sua unica figlia, che senza dire nulla aveva origliato la conversazione fra il padre e la migliore amica, maturando dentro di sé un'idea che presto o tardi sarebbe potuta diventare una decisione definitiva. Kirie passò il resto della mattinata insieme a lei, sapendo di dover rientrare quel giorno stesso a Denver. Avrebbe potuto fermarsi un giorno in più, ma non era saggio né prudente farlo. Odiava la sua condizione, perché le impediva di vivere come avrebbe voluto determinate vicende e situazioni, ma non poteva farci niente, ancora. E il pensiero che avrebbe potuto essere sempre così, di tanto in tanto, intristiva e deprimeva la MagiDottoressa, incapace di trovare una soluzione alla sua condizione di fuggitiva. Finalmente, verso l'ora di pranzo, Kirie salutò Ruka e il padre di lei, scusandosi perché doveva scappare così in fretta ma non potendo proprio rimanere un minuto di più. Preso il suo cappotto e la borsa con dentro la bacchetta, la giovane donna uscì fuori dall'ospedale, ritrovandosi ben presto in strada. L'albergo dove aveva alloggiato in quei giorni distava soltanto alcuni isolati da lì. Con la mente ancora in tumulto per via dei pensieri, la Morimoto si incamminò verso le strade ormai familiari di quel quartiere di Tokyo, chiedendosi se veramente il padre della Ito si fosse ammalato perché aveva sforzato troppo il suo corpo. Oppure, come le stava suggerendo il suo sesto senso -I/SS 32- ci fosse qualcosa di strano sotto. Una brutta sensazione, che proprio non voleva andarsene via.
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da Itsuki » 23/09/2017, 0:33
25 Settembre 2113 Casa Morimoto Giappone Magico Ore 11:43
Grazie infinite per essere accorso subito, Amakura-san.
Non lo dica nemmeno per scherzo! Le ho sempre fatto presente di contattarmi non appena avesse sospettato macchinazioni strane da parte dei Kurosawa, no? Inoltre non ho dovuto nemmeno prendere un permesso, oggi Min Woo si è riposata. Quindi la prego, mi dica che cosa stia succedendo, secondo lei...
La lettera pervenuta all'italo giapponese appena due giorni prima sembrava essere piuttosto chiara sull'allarme in corso. Non era entrata nei dettagli, la zia di Kirie Kurosawa, anzi, ormai Morimoto, oppure in verità adesso addirittura Nonomiya. Determinate cose andavano parlate faccia a faccia, non certo per iscritto. Facilmente rintracciabili, troppi problemi. Meno di due giorni ed eccolo lì, davanti ad un buon tè, il caro Itsuki, pronto ad ascoltare e soprattutto pronto a capire come poter dare il proprio contributo.
Il padre di Ruka Ito, la sua migliore amica, ha avuto un malore. Infarto, dicono i medici, probabilmente per il troppo stress ed eccessivo lavoro. Kirie dovrebbe venire qui in Giappone per andare a trovarlo, tra due giorni. Sì, è vero, pare ormai essere schermata dal poter essere individuata, però...
... però se si trattasse di un piano della sua famiglia, si starebbero preparando a catturarla.
La donna annuì, felice di non aver dovuto per forza terminare la frase, abbassando gli occhi.
Se solo mio marito fosse stato ancora con me, con noi...
Con tutto il rispetto, non avrebbe potuto fare nulla. I Kurosawa sono una famiglia potente e avreste soltanto corso dei rischi, immischiandovi troppo. Comunque ho capito la gravità della situazione. Sicuramente Kirie non resterà in America per proteggersi. È troppo legata sia alla signorina Ito che a suo padre, quindi correrà il rischio.
La zia della ex Kurosawa annuì velocemente, mandando giù un poco del tè, mentre Itsuki faceva lo stesso, con cortesia. La mente del ragazzo stava formulando ipotesi ma anche strategie effettive di movimento, ragionando su come comportarsi. Non voleva mostrarsi apertamente alla ragazza e parlare, rivelandole la propria identità, ma c'era davvero un'altra scelta? In realtà niente era sicuro e dato per certo. Quelle erano ancora solo congetture, congetture però da sfatare con sicurezza.
... La seguirò e la terrò d'occhio per questo lasso di tempo.
Dice davvero, Amakura-san?!
Fortunatamente è il periodo del weekend. Trovo difficile che la famiglia voglia agire immediatamente. Immagineranno che stia allerta. Quindi a parte la prima mezza giornata, per le altre cercherò di essere vigili e presente.
Oh grazie! Grazie Amakura-san! La prego non si metta in pericolo. Cerchi di fare attenzione.
Sono stato addestrato apposta! Farò in modo che Kirie possa rientrare in America alla sua nuova vita senza guai. Lei sa dove alloggerà, per caso? Utilizzerà un mezzo di spostamento babbano o magico per arrivare qui?
La zia della MagiDottoressa cercò di fornirgli quelle poche informazioni in suo possesso, dettagli che Itsuki custodì gelosamente, iniziando già ad organizzarsi mentalmente. Non poteva rischiare di perderla di vista, nemmeno per un secondo, ma allo stesso tempo non poteva nemmeno farsi beccare da lei tanto facilmente. Era parte del suo allenamento da anni, i Ninja sapevano come sparire alla vista altrui, ma il non esporsi per forza poteva non risultare la soluzione migliore. Sarebbe stato giusto valutare tutto sul momento, di attimo in attimo, anche perché prevedere cosa potesse fare la famiglia era più che mai impossibile.
30 Settembre 2113 Tokyo General Hospital Giappone Babbano Ore 14:04
Il mio nome è Itsuki Amakura. Per diversi anni ho tenuto d'occhio una ragazza con un solo obbiettivo: proteggerla. Ora esaudirò i desideri di mio nonno in punto di morte: userò le abilità Ninja tramandate che mi ha lasciato e colpirò tutti quelli che stanno avvelenando la vita di Kirie-chan. Per fare questo devo diventare qualcun altro, devo diventare qualcos'altro...
OLÈ!
Appostato in forma Animagus, l'Ignis degli Incendi aspettava con tranquillità l'arrivo della ex Morimoto all'uscita dell'ospedale. All'interno di quei primi giorni, niente di strano da segnalare o reputare pericoloso, ma non era detto che fosse completamente fuori pericolo. Quel giorno Kirie stava vestita in modo davvero delizioso... Non che negli altri fosse stata da meno, ma il rosa confetto le donava ed anche parecchio! Considerazioni personali a parte, comunque, non appena ella prese a camminare, scendendo giù per la scalinata, le antenne del Calabrone Magico si drizzarono.
Uh, eccola lì! Sembra davvero giù di corda... Speriamo si riprenda il tipo... Ehi ehi, un attimo!
Camminava proprio svelta la ragazza, ma in fondo era anche giusto, visto che sapesse perfettamente da sé quanto stesse rischiando a trovarsi lì. L'insetto si mise a volare ad una distanza d'aria piuttosto elevata, così da non rappresentare un elemento di sospetto, evitando di far sentire il proprio ronzio. Intanto, la Nonomiya imboccò una strada isolata sul lato destro dell'ospedale, proseguendo l'avanzata senza interrompersi mai, impossibilitata a smaterializzarsi. Peccato che la sua camminata fosse purtroppo destinata ad interrompersi abbastanza presto.
Non così in fretta, Kurosawa-san.
Un gruppo di individui, ben vestiti ma con delle espressioni decisamente poco raccomandabili, si frappose tra la femmina e l'uscita del vicolo. Non avevano l'aspetto orientale, pur rivolgendosi a lei e parlando in giapponese. La ragione però era abbastanza ovvia. Avevano assunto una polisucco per non farsi riconoscere, anziché ripiegare su delle maschere o dei passamontagna. D'altronde la famiglia Kurosawa aveva una sua "eleganza" da rispettare, anche negli agguati a sorpresa.
Bene bene... La faccenda si fa interessante...
Non intervenne subito, anche perché c'era anche qualche possibilità che qualcuno di loro parlasse e dicesse qualcosa di utile. Per questo sfruttò uno dei balconi sul lato della palazzina per ritrasformarsi e mettersi comodo ad ascoltare. Si sistemò il giubbotto stretto di cuoio nero che copriva in parte una camicia bianca. Sotto dei jeans dello stesso colore, più scarpe da passeggio sportive. Sarebbe stato meglio andare in tuta da combattimento? Eh va beh, ma che figura avrebbe fatto davanti alla Nonomiya, andiamo?!
Vediamo un po' se siete in vena di chiacchiere...
Sua madre pensa sia decisamente il momento di rientrare e adempiere ai suoi doveri.
Parlava soltanto uno di loro, gli altri si limitavano a fissarla sempre piuttosto poco amichevoli.
Abbiamo ricevuto disposizioni per le quali non ci bloccheremo in caso si una sua resistenza. È stata via da casa troppo a lungo e la Capofamiglia è stanca di rincorrerla e cercarla ovunque. Quindi le consigliamo di non tentare la fuga e seguirci. Anche perché non le servirebbe a nulla.
Purtroppo nulla, nessuna informazione abbastanza interessante e degna di nota, uffa. Ci aveva sperato tanto, la Guardia del Corpo segreta della Nonomiya, ed invece poca sostanza. Beh, sarebbe stato meglio intervenire a quel punto, così da sistemare la faccenda, ma non c'era modo di farlo senza esporsi. Pazienza, riflettere su una strategia ingegnosa che lo facesse uscire ignoto avrebbe richiesto troppo tempo, tempo che Kirie non aveva.
Oh Kirie-chan, Kirie-chan, perché sei tu, Kirie-chan? Rinnega tua madre, rifiuta il tuo nome, o se non vuoi, giura che mi ami e non sarò più un Amakura. Solo il tuo nome è mio nemico: tu sei tu. Che vuol dire "Kurosawa"? Non è una mano, né un piede, né un braccio, né un viso, nulla di ciò che forma un corpo. Prendi un altro nome. Che cos'è un nome? Quella che chiamiamo "rosa" anche con un altro nome avrebbe il suo profumo. Rinuncia al tuo nome, Kirie-chan, e per quel nome che non è parte di te, prendi me stesso!
Inevitabilmente, il gruppo dei tizi arrivati a catturare la ragazza si bloccarono, abbastanza interdetti da quella interpretazione improvvisata. Affacciato a quel balcone, il Vocal Coach parlò con tono melodrammatico e intenso, guardando intensamente la mora, prima di sorriderle e farle un occhiolino. Successivamente, emise un salto proprio giù dallo stesso, arrivando a toccare terra con i piedi proprio a poca distanza da lei, senza sgualcire troppo la camicia, per giunta! Non si preoccupò subito di rivolgere attenzione alla giapponesina, piuttosto si volse a fissare i sicari, adesso decisamente spazientiti e nervosi.
Un altro Amakura?! Il vostro compito è terminato da un pezzo! Levati dai piedi e lasciaci ricondurre la ragazza dalla Capofamiglia. Non rischiare più di quanto tu non stia già facendo!
... Fight.
La parola tipicamente inglese venne pronunciata da Itsuki con il tipico accento giapponese, che fece somigliare quindi l'esclamazione come un "Faitto". Voce profonda, sguardo assottigliato e di sfida pura, poi, si lanciò direttamente lui alla volta dei quattro scagnozzi, cominciando a... Pestarli. Eh sì, davanti agli occhi di Kirie si andò consumando un vero e proprio massacro a mani nude, che non vide di sicuro l'Amakura come quello nei guai, anzi. Bastò l'esigua quantità di quattordici secondi e davanti all'Ignis non rimasero altro che corpi sdraiati, malconci e tramortiti.
... C'è qualcuno che passa da quella parte?
Chiese velocemente a Kirie, aspettando che eseguisse l'ordine di controllare ed assicurarsi che non stesse camminando nessun babbano. Dopo di che, lui andò a controllare dalla parte opposta e dopo essersi tranquillizzato del fatto che nessuno vedesse, estrasse la bacchetta. Obliviò tutti e quattro, facendo loro dimenticare di averlo visto lì e facendo credere loro di non averla mai vista o incontrata, all'uscita dall'ospedale. Fatto ciò, rimise nella tasca interna del giubbotto l'arma magica, tornando verso di lei, sorridendole affabile.
Andiamo verso il tuo albergo, fammi strada. Una volta in camera ti spiegherò tutto, promesso.
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Itsuki
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