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Messaggioda Sandyon » 04/01/2012, 20:16

Ekaterinburg (rus. Екатеринбург) è una città della Russia, capoluogo dell'Oblast di Sverdlovsk. Situata sul lato asiatico degli Urali, è il principale centro industriale e culturale della regione degli Urali.

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Messaggioda Tisifone » 10/09/2012, 22:33

[Venerdì – ore 10.00 – Aeroporto di Ekaterinburg]



Era passato più di un mese dal disastro in cui si era trasformata la festa di compleanno che Tisifone aveva organizzato per Lucas. Un mese in cui la donna si era praticamente resa irraggiungibile da qualsiasi tentativo da parte dei suoi padrini di mettersi in contatto con lei, strategia quella che aveva deciso di adottare per tutta l'estate. Sperava infatti che due mesi sarebbero stati sufficienti non per dimenticare le crudeltà che Asher aveva vomitato contro di lei e il compagno - quelle sarebbero rimaste impresse a vita nella sua mente - ma almeno per permetterle di pensare a un confronto con il padrino senza mandare in frantumi qualsiasi superficie fragile a causa della sua magia spontanea. Senza contare che con la riapertura della Scuola, trovarla sarebbe stata fin troppo facile. Doveva però ammettere che i suoi padrini erano stati abbastanza intelligenti da non provare a contattarla più dopo che l’ennesimo gufo era tornando indietro con le piume tutte bruciacchiate.
Per quanto quello scontro verbale l’avesse distrutta internamente, Tisifone si era rifiutata categoricamente che esso rovinasse i piani estivi che avevano fatto con Lucas, decisa a godersi quei mesi di meritato riposo il più possibile in compagnia dell’uomo. Questo però comportava anche trovare una strada alternativa per raggiungere Ekaterinburg, visto che era Demetri che avrebbe dovuto procurarle la passaporta non proprio legale per raggiungere la cittadina russa in maniera veloce e discreta.
La giovane coppia, quindi, era stata costretta a usare mezzi di trasporto babbani che includeva un volo aereo internazionale Londra – Mosca e un volo interno Mosca – Ekaterinburg. Inutile dire che il viaggio era stato pressocchè massacrante e carico di tensione, visto che quella era la prima volta che Tisifone utilizzava il “passaporto delle emergenze” come lo aveva ribattezzato Demetri.

Miss Balodis … vi zabila portfoil
(Signorina Balodis… ha dimenticato il portadocumenti…)


Tisifone impiegò un paio di minuti per rendersi conto che il poliziotto della dogana ce l’aveva con lei. Non si era ancora abituata alla sua nuova e temporanea identità: i panni di Anita Balodis, insegnante estone di lingua inglese, le andavano decisamente stretti. Si voltò di scatto, il volto pallido e stanco per il viaggio interminabile reso ancora più emaciato dai corti capelli castani, gli occhi castani scuro leggermente sgranati come a voler esprimere stupore per quella dimenticanza.

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Spasiba i… jeschjò raz prostititje
(Grazie e… mi scusi ancora.)


Rispose in un russo imperfetto, storpiato dall’accento estone, il tono di voce distorto magicamente, allungando la mano per prendere l’oggetto che l’uomo le stava porgendo e abbozzando un sorriso di ringraziamento.

Non vedo l’ora di arrivare a casa e tornare a essere me stessa per un po’.

Mormorò subito dopo in inglese a Lucas in un orecchio, prendendolo sottobraccio mentre uscivano dall’aeroporto di Ekaterinburg. Non aveva avuto il tempo di chiedere al compagno cosa pensasse del suo look, soprattutto perché aveva paura che l’altro lo accusasse di eccesso di paranoia. Dopotutto l’ultima volta che era stata in Russia aveva quattordici anni e quindi difficilmente qualcuno avrebbe potuto associare quella ragazzina logorroica e sorridente un po’ in carne con i riccioli neri con la donna che era diventata. Una volta nello spiazzale antistante l’aeroporto, Tisifone ignorò la fila di taxi, per lo più abusivi, che attendevano i passeggeri ai margini del marciapiede, superò i mini autobus locali e si fermò di fronte a quello che appariva essere un albergo a ore, suscitando, probabilmente la curiosità o la perplessità del suo compagno.

Gostiniza polnoi.
(L’albergo è pieno.)


Sentenziò in russo un uomo biondo, alto e muscoloso con un auricolare nell’orecchio, la cui aria minacciosa e sofisticata strideva non poco con quella squallida dell’albergo.


Nje dlja nas.

(Non per noi…)


Affermò con voce autoritaria la Divinante, facendo scaturire una scintilla rosata dalla punta della bacchetta che faceva capolino dalla manica dell’impermeabile che indossava. L’uomo si limitò ad annuire con il capo e aprire in silenzio la porta di quello che si rivelò ben presto non essere un albergo vero e proprio ma una sorta di sala d’attesa magica con tanto di punti di smaterializzazione e camini attivi per qualsiasi destinazione nell’Oblast di Ekaterinburg.

Ti spiace se usiamo il camino? Sono così stanca che se provo a smaterializzare entrambi corro il rischio di disperdere i nostri pezzi un po’ ovunque – chiese al compagno, rivolgendogli un sorriso dolce ma che tradiva la stanchezza – e sinceramente mi piace averti intorno tutto intero.

Aggiunse sfiorandogli le labbra con un piccolo bacio, una sfumatura di malizia nella voce. Se Lucas avesse acconsentito, Tisifone lo avrebbe condotto verso quello che sembrava essere un enorme camino in cui avrebbero trovato posto entrambi.

Il posto dove stiamo andando è protetto da un potente incantesimo di guardia che lo rende invisibile a tutti e inaccessibile senza la mia presenza. – spiegò, prendendo una manciata di metro polvere in una mano e stringendo la mano di Lucas con l’altra, per poi mormorare un qualcosa di incomprensibile in una lingua arcaica.

[Da qualche parte nell’Oblast di Ekaterinburg]


Eccoci arrivati… questo è il mio piccolo regno perduto…

Affermò pochi istanti dopo, uscendo dal camino e mostrando a Lucas l’interno accogliente di una vecchia dacia, palesemente in disuso.

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Ha solo due stanze. Questa… - e indicò quella in cui si trovavano, una stanzetta di medie dimensioni con un tavolino, alcune sedie, un armadio a muro e un cucinino – e quella al piano di sopra.

E questa volta indicò una scala a chiocciola che portava al piano superiore,composto da una camera matrimoniale e un bagno con un’enorme vasca da bagno.

Vuoi rinfrescarti un po’… rilassarti un attimo… mangiare qualcosa…

Iniziò a elencare leggermente nervosa, come se non sapesse esattamente cosa fare o forse solo per prendere un po’ di tempo. Una cosa era certa, il viaggio era stato lungo e difficile e il cibo in aereo terrificante.
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Messaggioda Lucas » 11/09/2012, 15:37

Un viaggio assurdo quello, quasi irreale: la Passaporta illegale che Tisifone e Lucas avrebbero dovuto prendere per passare direttamente da Londra ad Ekaterinenburg non era più stata disponibile, perciò i due si erano dovuti accontentare di volare in modo babbano e tradizionale; non che all'uomo spiacesse muoversi tramite mezzi non magici, ma avrebbe preferito essere preparato. Il viaggio infatti era stato lungo e massacrante per entrambi, tanto che ambedue i volti tradivano i segni della stanchezza per quanto quello di Lucas parzialmente coperto da occhiali da sole e cappello.


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Un look molto sportivo quello del docente di Trasfigurazione, coi capelli scompigliati e la barbetta leggermente incolta, e diverso dal solito... ma visto che Tisifone per prima aveva deciso di mimetizzarsi, forse era giusto farlo un po' anche su se stessi.
Insomma, come dicevano i babbani la prudenza non era mai troppa.
La lasciò parlare col tizio della dogana in russo, rimanendosene in disparte, per poi prendere la donna sottobraccio mentre lei le parlava all'orecchio.

Non vedo l’ora di arrivare a casa e tornare a essere me stessa per un po’.

In effetti sono piuttosto a pezzi anche io.

Ammise Lucas, evitando di fare il grand'uomo forte e virile visto che in quel momento non sarebbe servito a niente: avevano bisogno entrambi di rilassarsi un po', per questo non vedeva l'ora di arrivare in albergo... albergo che, dopo circa dieci minuti, si palesò di fronte a loro per quanto non fosse quello che Turner si era immaginato.

Vuoi davvero... fermarti qui?

Domandò l'ex Tassorosso, con una sfumatura incerta nella voce: non pretendeva certo un albergo a quattro stelle, ma quello era decisamente squallido anche per il suo criterio.
Eppure Tisifone doveva sapere ciò che stava facendo... e ciò divenne palese quando, di fronte all'uomo all'entrata del posto, la sua compagna fece scaturire una scintilla magica della bacchetta, quasi fosse un segnale in codice per comprendersi: sotto lo sguardo ancora perplesso di Lucas, i due entrarono quindi all'interno dell'albergo che però si rivelò essere una sala d'attesa magica, con camini funzionanti e punti per la Smaterializzazione.

Ti spiace se usiamo il camino? Sono così stanca che se provo a smaterializzare entrambi corro il rischio di disperdere i nostri pezzi un po’ ovunque, e sinceramente mi piace averti intorno tutto intero.

Non mi dispiace affatto.
E poi così facciamo molto prima.


Rispose Lucas, stringendo la donna a sé quando lei gli sfiorò le labbra con un bacio per poi lasciarsi condurre fino al camino dentro al quale s'infilarono e dove lei lo prese per mano.

Il posto dove stiamo andando è protetto da un potente incantesimo di guardia che lo rende invisibile a tutti e inaccessibile senza la mia presenza.

Furono le ultime parole pronunciate da Tissy in una lingua a Lucas comprensibile, prima di sparire tra le fiamme del camino per una destinazione pronunciata con idiomi a lui sconosciuti: poco dopo, i due si ritrovarono all'interno di un'abitazione vecchia ed apparentemente disabitata da tempo.

Eccoci arrivati… questo è il mio piccolo regno perduto…
Ha solo due stanze. Questa… e quella al piano di sopra.


Lucas spostò lo sguardo dapprima intorno a sé, e successivamente verso la scala a chiocciola che li avrebbe potuti condurre al piano di sopra, prima di riportarlo sulla donna che sembrava parecchio nervosa e tesa.

Vuoi rinfrescarti un po’… rilassarti un attimo… mangiare qualcosa…

Vieni qui.

Sussurrò semplicemente Lucas, prendendo Tisifone per mano e, qualora lei l'avesse permesso, attirandola a sé per farla appoggiare al suo corpo e cercare le labbra in un bacio delicato, leggero, morbido e molto romantico, volto a scaldarle il cuore e a far rilassare i suoi nervi.

Che ne dici se ci facciamo un bel bagno caldo, poi mettiamo qualcosa sotto i denti ed infine non dormiamo un po'?
Siamo a pezzi entrambi, e non reggeremo molto così.
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Messaggioda Tisifone » 11/09/2012, 16:55

Dopo due voli aerei e una connessione via camino, Lucas e Tisifone erano finalmente giunti a destinazione: una vecchia dacia ai margini del villaggio dove la ragazza era cresciuta. Non impiegò molto a descrivere al compagno la casa che, pur sviluppandosi su due piani, in realtà contava poco più di tre stanze e una volta terminato non sapeva più cosa fare. O meglio non sapeva cosa fare per prima, visto il numero esorbitante di pensieri ed emozioni che si stavano alternando dentro di lei e che, all’esterno, si erano concretizzati in un elenco monocorde di cose che potevano fare.

Vieni qui.

La mano tesa di Lucas nella sua direzione le apparve come una sorta di ancora di salvezza e fu con quello stato d’animo che la prese, anzi che vi si aggrappò, per poi posare la testa sulla spalla del compagno e sollevare il capo verso il suo viso, in modo da poter ricevere e ricambiare il bacio.

Hummm… - sospirò non appena le loro labbra si sfiorarono, la tensione nervosa che lentamente scivolava via dalle sue membra – Grazie…

Mormorò, reclinando il capo e avvolgendo le braccia intorno alla vita del compagno, gli occhi chiusi e il respiro più lento del normale, come a volersi godere per un paio di istanti la quiete che li circondava.

Mi ero scordata del nido di uccelli lì fuori…

Un commento strano quello della donna, come stranamente pensieroso e basso era il tono di voce con cui lo pronunciò che però nascondeva una profonda verità. Ogni anno, da quando aveva compiuto diciassette anni, trascorreva la settimana della morte dei suoi genitori in quella dacia, ma solitamente era così concentrata su se stessa e il suo dolore da non prestare attenzione a quello che la circondava. Adesso invece, tra le braccia di Lucas, era come avere una sorta di corazza che filtrava i sentimenti negativi, impedendole di perdersi nel suo terribile mondo fatto di incubi e dolore.

Che ne dici se ci facciamo un bel bagno caldo, poi mettiamo qualcosa sotto i denti ed infine non dormiamo un po'?
Siamo a pezzi entrambi, e non reggeremo molto così.


Il programma del ragazzo sembrava essere molto allettante e anche fattibile, visto che avevano ancora tutta la giornata davanti a loro per andare a fare visita alla tomba dei suoi genitori, così Tisifone sollevò di nuovo il viso verso di lui, rivolgendogli un cenno di consenso e un piccolo sorriso di ringraziamento per essere riuscito a mettere ordine nel caos della sua mente. Sorriso che però si spense quasi subito quando le ultime parole del ragazzo raggiunsero i suoi neuroni. Assottigliò lo sguardo, scrutando attentamente il volto del collega come se lo stesse guardando per la prima volta. E in parte era così perché, presa dal viaggio e dalle varie rotture burocratiche, non si era molto soffermata sul suo accompagnatore.

Mi spiace – gli sussurrò sulle labbra, togliendogli gli occhiali e rivelando così uno sguardo stanco, probabilmente simile al proprio. – Avrei dovuto chiedergli la passaporta.

Una ventata di senso di colpa spirò nell’animo della Divinante, concretizzandosi in un sospiro afflitto. Se avesse messo da parte l’orgoglio e chiesto a Demetri la passaporta avrebbe potuto risparmiare al compagno e anche a se stessa quel viaggio infernale. Dopotutto i padrini sapevano esattamente dove si sarebbe trovata quella settimana, ma nonostante questo non aveva voluto infrangere il muro di silenzio con cui aveva circondato i due uomini per fini utilitaristici.
Un altro sospiro, prima di staccarsi da quel rifugio caldo e amorevole che erano le braccia del docente di Trasfigurazione, e far scivolare la propria mano in quella di lui.

Non ho molto in casa… di solito il cibo è l’ultimo dei miei pensieri – confidò, e questo spiegava perché al ritorno era sempre emaciata e quasi sottopeso – Però un po’ di thè e dei blini dovrei riuscire a metterli insieme.

E così dicendo incantò il cucinino in modo che le stoviglie prendessero vita e iniziassero a preparare uno spuntino sostanzioso per entrambi.

Per il bagno invece spero non ti dispiaccia dividere con me la vasca …

Aggiunse subito dopo,lanciandogli un’occhiata maliziosa e conducendolo al piano di sopra, nel piccolo bagno che era praticamente per intero occupato da una vasca in legno per due persone, che Tisifone si affrettò a riempire di acqua calda.


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Dici che ci entriamo?

Chiese mentre annullava l’incantesimo che aveva fatto a se stessa, i lunghi capelli neri che le cadevano sulle spalle e gli occhi blu fissi in quelli di Lucas.
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Messaggioda Lucas » 11/09/2012, 17:47

Hummm… Grazie…

Sorrise nel sentire che i muscoli della donna andavano via via rilassandosi, il suo capo posato sulla propria spalla e le braccia che gli circondavano la vita: non doveva essere qualcosa di troppo piacevole quello che dovevano fare lì, o almeno questo era ciò che Lucas era riuscito a comprendere, ma nonostante tutto voleva che Tisifone si rilassasse quanto più possibile prima di affrontare... beh, qualsiasi cosa fosse stata il motivo per cui erano finiti lì.

Mi ero scordata del nido di uccelli lì fuori…

Ed è un male?

Domandò l'uomo, baciandole i capelli mentre le accarezzava la schiena e la teneva stretta a sé, facendole percepire tutto il suo calore e l'amore che provava per lei.
Poco dopo fu il momento di decidere quale fosse il programma che i due volevano seguire per la giornata, ma se inizialmente sembrò andare tutto bene per Tisifone, subito dopo la donna parve focalizzare la sua attenzione su un particolare ben preciso che si concretizzò con lo sfilare gli occhiali da sole a Lucas, rivelando così il suo sguardo stanco e le leggere ombre sotto gli occhi.

Mi spiace...
Avrei dovuto chiedergli la passaporta.


Avresti dovuto parlarci, e non eri pronta.
E poi così abbiamo una scusa valida per prenderci cura l'uno dell'altra, no?


Non era stupido, e sapeva bene che dopo essersi scontrata con Asher la compagna non aveva più voluto parlare con nessuno dei due, nemmeno per un semplice scambio di convenevoli... non avrebbe potuto chiedere semplicemente la Passaporta a Demetri e fare come se nulla fosse successo, sarebbe stato un carico di stress troppo pesante da sopportare per lei e Lucas non gliel'avrebbe mai permesso.

Non ho molto in casa… di solito il cibo è l’ultimo dei miei pensieri.
Però un po’ di thè e dei blini dovrei riuscire a metterli insieme.


Mi sembra un ottimo spuntino.
E se servirà andremo a fare un po' di spesa.


Commentò semplicemente l'uomo, non sapendo all'effettiva per quanto si sarebbero fermati lì e mettendo quindi in conto la possibilità di dover comprare qualcosa da mangiare per i giorni successivi: non sapeva come solitamente fosse organizzata lei, ma ora che lui era presente nella sua vita se ne sarebbe preso cura. A dispetto di ciò che ne avrebbero potuto pensare i padrini.

Per il bagno invece spero non ti dispiaccia dividere con me la vasca …

Il sorriso sghembo tanto caro a Tisifone fece capolino sulle labbra di Lucas mentre la donna lo prendeva per mano, portandolo al piano superiore e rivelando una vasca da bagno in legno bella grande che, per quanto si ritrovasse all'interno di una casa non troppo utilizzata, sembrava comunque in ottimo stato.

Dici che ci entriamo?

Al massimo ci stringiamo un po'.

Gli domandò lei dopo averla riempita d'acqua calda, ed essere tornata al suo aspetto originale: Lucas non rispose subito, fermandosi un momento a guardarla, accarezzandole lentamente il corpo con uno sguardo che, per quanto stanco, era comunque intenso e caldo, avvolgente ed erotico.

Mi piacevi anche prima, ma così... sei incredibilmente bella, Tissy.
E ti amo.


Mormorò con voce roca, avvicinandosi a lei con passo quasi felino per accarezzarle il viso con una guancia e poi procedere, qualora lei l'avesse voluto e gliel'avesse permesso, a spogliarla lentamente, senza malizia nei gesti ma solo la volontà di volerla ammirare nella bellezza della sua nudità: così, una volta totalmente priva d'indumenti, si sarebbe spogliato o l'avrebbe lasciato fare a lei se Tisifone avesse espresso la volontà di farlo per poi prenderla in braccio ed entrare nella vasca con lei, gli occhi fissi nei suoi.

Riuscirò a convincere i tuoi genitori, te lo prometto... non ti libererai mai di me.
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Messaggioda Tisifone » 12/09/2012, 12:14

Ed è un male?

Tisifone corrugò pensierosa gli occhi, come a cercare una risposta sincera da dare al compagno ma si ritrovò a non sapere cosa dire. Così preferì rimanere in silenzio e godersi le coccole che Lucas le stava concedendo. Una parte di lei avrebbe voluto rimanere al sicuro in quel bozzolo di calore e amore per sempre, ma non era una cosa fattibile. Avevano delle cose da fare, tra cui spiegare finalmente a Lucas perché lo aveva trascinato dall'altra parte del mondo tassativamente quella settimana. Tisifone però si sentiva fisicamente troppo provata per poter affrontare un tale argomento così accettò di buon grado la proposta del ragazzo. Proposta quella che attirò l'attenzione della donna sulle condizioni dell'uomo e di conseguenza fece nascere in lei un pentimento misto di colpa e di egoismo che non riuscì a dissimulare del tutto.

Avresti dovuto parlarci, e non eri pronta.
E poi così abbiamo una scusa valida per prenderci cura l'uno dell'altra, no?


Scosse la testa, incredula, di fronte a quelle parole di conforto. A suscitare la sua meraviglia non fu il fatto che Lucas si stava dimostrando così comprensivo e premuroso, era certa che non gli avrebbe mai fatto pesare quella scelta, considerato soprattutto che ne conosceva le motivazioni ma che quello fosse proprio il suo uomo.

Al massimo ho bisogno di una scusa valida per ignorarti.

Ribattè seria prima di sfiorargli le labbra in un bacio veloce e irruento che sapeva di amore e possesso, molto diverso dal precedente. Subito dopo, con le guance che avevano ripreso un pò di colore, Tisifone aveva fatto mente locale sul cibo disponibile in dispensa e si era resa conto che l'unica cosa che poteva offrire al collega era uno spuntino a base di the e blini. Fortunatamente Lucas non sembrava particolarmente interessato al cibo tanto che non sollevò obiezioni.


Mi sembra un ottimo spuntino.
E se servirà andremo a fare un po' di spesa.


Ricorderò ancora la strada per il villaggio?

Si chiese Tisifone, annuendo distrattamente all’affermazione del ragazzo, prima di passare a pensare a cosa decisamente più piacevoli, come fare un bagno rilassante in una vasca abbastanza grande per entrambi. Provocò verbalmente il ragazzo, ipotizzando che forse avrebbe preferito stare più comodo e fare il bagno da solo e il sorriso sghembo che ricevette in cambio la fece avvampare. Adorava quel sorriso, l’espressione che il volto del compagno assumeva in quella circostanza, le miriadi di promesse che celava, tanto che temeva che non sarebbe mai più riuscita a farne a meno.

Al massimo ci stringiamo un po'.

Non sarebbe poi una cosa così malvagia.

Commentò, sfiorando con la punta delle dita il bordo in legno della vasca. Per quanto il resto della casa apparisse in uno stato di semi abbandono, il bagno invece era pressoché perfetto non tanto per motivi di vanità quanto di necessità. La tensione che la assaliva quando stava in quel luogo era tale che necessitava di un bagno rilassante praticamente ogni sera, come rivelavano una serie di ampolle disposte su una mensola accanto alla vasca, insieme a del bagnoschiuma e un guanto di spugna.

Mi piacevi anche prima, ma così... sei incredibilmente bella, Tissy.
E ti amo.


Non credo proprio di averne bisogno questa volta.

Si disse mentre sentiva tutto il suo corpo sciogliersi sotto lo sguardo caldo e inteso con cui Lucas stava accarezzando tutto il suo. Chiuse gli occhi e inclinò la testa per avvicinare la guancia alla mano di lui, andando incontro così alla sua carezza. Sospirò al contatto della sua pelle, un sospiro lungo e pesante, come se cercasse di buttare fuori insieme con l’aria anche la stanchezza e i brutti pensieri.

Mi fai sentire come una bambina piccola…

Mormorò con voce bassa e dolce, mentre, ubbidiente, sollevava le braccia per permettere al ragazzo di sfilarle l’anonimo maglioncino verde bottiglia che aveva indossato. Per viaggiare con i mezzi babbani, infatti, aveva dovuto necessariamente adottare un look babbano sobrio che si confacesse a una modesta professoressa estone, con tanto di gonna a tubino marrone lunga fino al ginocchio, che scivolò presto ai suoi piedi rivelando un intimo un po’ più elaborato. Per quanto lo desiderasse praticamente in ogni momento della giornata, Tisifone fu grata del fatto che i gesti con cui Lucas la stava spogliando erano dolci e delicati, certo, ma senza malizia anche se, una volta rimasta nuda davanti al suo sguardo, non poté impedirsi di arrossire sotto il peso di quei bellissimi occhi chiari. La nudità, per lei, era sempre stato sinonimo di lussuria, un passaggio obbligato prima di dedicarsi ad altro, e quindi adesso si sentiva esposta, vulnerabile ma anche ammirata e questo non poteva che farle piacere.

Adesso tocca a me…

Mormorò con voce suadente e un sorrisino birichino, mentre iniziava a privare il compagno del primo indumento. Fu lenta e metodica, delicata e attenta a non toccare la pelle nuda del compagno con le mani, consapevole che non si sarebbe limitata a una semplice carezza, ma sfiorandolo – consapevolmente o meno non era dato saperlo – di volta in volta con una parte del proprio corpo nudo.

Bellissimo… e mio…

Era questo che sembravano dire i suoi occhi mentre naufragavano volontariamente nello sguardo del ragazzo mentre lui la prendeva in braccio per entrare insieme nella vasca.

Hummm… - gemette a contatto con l’acqua tiepida, adagiandosi comodamente con la schiena sul torace di Lucas, seduta tra le sue gambe, la testa reclinata sulla sua spalla destra. – Ti spiace se mi affido alle tue cure?

Chiese con una punta di senso di colpa nella voce. Si sentiva egoista a farsi coccolare in questo modo dal compagno ma non si sentiva abbastanza in forze da poterlo accudire come avrebbe desiderato.

Io… - iniziò a dire subito dopo ma il fischio della teiera al piano di sotto la interruppe. – Lo spuntino è pronto…

La frase uscì come una sorta di comunicazione di servizio, con voce atona e distaccata, come se la mente della donna non fosse lì nella vasca ma da qualche altra parte. Con gesti quasi automatici, allungò la mano fuori dalla vasca a prendere la bacchetta e appellare il vassoio su cui si erano disposti, letteralmente per magia, una teiera fumante, due tazze di porcellana, e dei piattini con i blini, simili a piccoli pancake, burro, salmone e marmellata di lampone, tutti cibi preconfezionati che potevano essere lasciati da un anno all’altro senza temere che andassero a male.


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Buon appetito.

Disse, con lo stesso tono di prima, non appena il vassoio si fermò a mezz’aria di fronte a entrambi. Nel percorso, però, il vassoio urtò una ampolla che cadde nella vasca, schizzando dell’acqua in faccia a Tisifone che sembrò, in quel modo risvegliarsi da quella sorta di stato di trance in cui era caduta. Scosse la testa una, due volte e alla fine si immerse del tutto nell’acqua, sparendo alla vista di Lucas per una manciata di secondi.

Scusami… - mormorò una volta riemersa – brutti pensieri… - e gli diede un leggero bacio su una guancia – Forse è il caso che finalmente ti dica cosa siamo venuti a fare …
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Messaggioda Lucas » 13/09/2012, 17:23

Al massimo ho bisogno di una scusa valida per ignorarti.

Mi auguro tu non riesca a trovarla mai...

Sussurrò Lucas, prima d'impegnare le proprie labbra e quelle della compagna in un bacio caldo ed appassionato, che li avvolse per diversi istanti in un fuoco ardente e, almeno per lui, unico; quando si staccarono, gli occhi dell'uomo stavano brillando e continuarono a farlo anche mentre la prendeva in braccio e la portava fino al bagno per spogliarla lentamente ed osservarla in tutto il suo nudo splendore.

Adesso tocca a me…

Sorrise a quelle parole, ricambiando la malizia espressa sul volto di lei, lasciandosi privare lentamente del cappello, della felpa nera, della canotta bianca che indossava sotto, e dei pantaloni della tuta coordinati col sopra, un abbigliamento semplice e anonimo ma perfetto secondo lui per ciò che si erano ritrovati a fare, ovvero viaggiare in incognito.
La osservò guardarlo, chiedendosi per un momento cosa stesse pensando, e poi la prese in braccio per portarla con sé dentro la vasca, scendendo nell'acqua lentamente per farla abituare alla temperatura di questa.

Hummm…
Ti spiace se mi affido alle tue cure?


In realtà speravo che me lo chiedessi...

Sussurrò al suo orecchio, facendola sistemare più comodamente con la schiena appoggiata al suo petto e le gambe aperte, parallele a quelle di lei. Le baciò una guancia mentre andava ad abbracciarla con dolcezza, le mani che le accarezzavano lo stomaco e i fianchi in un gesto che voleva essere più di protezione che non provocatorio o altro.

Io…

Tisifone non fece in tempo a dire altro che un suono al piano di sotto fermò il suo dire, costringendola a rimandare ad un secondo momento qualsiasi cosa avesse voluto dirgli.

Lo spuntino è pronto…

La cosa di per sé non sarebbe nemmeno dispiaciuta a Lucas, se non fosse stato che il tono pronunciato dalla compagna sembrava essere totalmente... spento. Come se la sua mente non fosse lì con lui e ciò che aveva appoggiato a sé fosse solo un guscio vuoto senza anima.

Buon appetito.

Tissy...

Non seppe dire se fosse stato il suo chiamarla dolcemente o l'acqua che le schizzò in faccia a risvegliarla dal suo torpore mentale, fatto stava che quando il vassoio si fermò di fronte ai due, la donna scosse la testa un paio di volte e poi s'immerse totalmente nell'acqua di fronte ad un Lucas quanto mai perplesso, prima di ricomparire più lucida di quanto non fosse stata nell'ultimo paio di minuti.

Scusami… brutti pensieri…

Me ne sono accorto...

Commentò lui, baciandole i capelli e stringendola un poco più a sé nell'attesa che fosse lei a fare il passo successivo, che fosse servire ad entrambi qualcosa da mangiare oppure spiegargli il motivo di quella gita in Russia.

Forse è il caso che finalmente ti dica cosa siamo venuti a fare …

A quanto pareva, Tisifone aveva deciso di optare per la seconda scelta: Lucas annuì e focalizzò tutta la sua attenzione su di lei, non smettendo un secondo di accarezzarle delicatamente il corpo come a volerle permettere di avere sempre qualcosa a cui aggrapparsi, come un'ancora di salvezza che la mantenesse a contatto con la realtà.

Dimmi tutto, sono qui per ascoltarti.
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Messaggioda Tisifone » 13/09/2012, 19:06

Essere immersa in una vasca d’acqua calda, nuda e avvolta dalle braccia del proprio uomo che si prendeva cura di lei? Un piccolo sogno che si stava tramutando in realtà per Tisifone, che negli ultimi anni aveva eretto un muro alto e spesso intorno al proprio cuore, isolandosi dalle altre persone. Un sogno però che non poteva godersi a pieno perché i pensieri e ricordi che impregnavano il luogo in cui si trovavano erano talmente carichi di negatività da darle un senso di soffocamento e da cui lei si difendeva come aveva sempre fatto: estraniandosi dalla realtà e rifugiandosi nel suo “angolino felice”. L’unico piccolo inconveniente era che, in quel modo, assomigliava tanto a un robot babbano: camminava, parlava, mangiava ma senza alcun coinvolgimento emotivo.
Forse avrebbe dovuto avvertire Lucas di quello che sarebbe potuto accadere, forse avrebbe dovuto spiegargli prima cosa doveva fare lì e perché, ma non l’aveva mai fatto, trovando con se stessa la scusa che “non era mai il momento adatto”.

Tissy...

La voce di Lucas si insinuò dentro di lei, ovattata, riportandola alla realtà, complice anche l’acqua che le schizzò in viso. Non si voltò verso di lui, temendo quello che avrebbe potuto leggere nei suoi occhi. Era stata una sciocca a rimandare così a lungo, con la scusa del “questo non è il momento adatto”, le spiegazioni. Avrebbe dovuto avvertirlo di quello che sarebbe accaduto, dargli la possibilità di rifiutarsi una volta scoperto che quello non era esattamente un viaggio di piacere. Si immerse nell’acqua per schiarirsi le idee e riemerse solo quando si sentì lucida e sicura di sé, spiegando al compagno per grandi linee la causa del suo comportamento.

Me ne sono accorto...

Comprensivo come al solito, Lucas rafforzò la stretta intorno a lei e Tisifone gli diede un leggero bacio su una spalla, mentre con una mano disegnava ghirigori sul suo braccio: un gesto privo di qualsiasi malizia o provocazione, che esprimeva solo il desiderio di sentirsi vicino al compagno il più possibile. Stette in silenzio un paio di secondi, senza perdersi in se stessa, solo per valutare cosa fosse meglio fare, parlare o mangiare, optando per la prima.

Dimmi tutto, sono qui per ascoltarti.

Tu mi ascolti sempre – mormorò con un tono pieno di gratitudine da cui traspariva una nota di incredulità che difficilmente sarebbe mai del tutto sparita dalla voce della donna – Ben venuto nella piccola ma confortevole dacia estiva della famiglia Samyliak - disse quindi, con un tono di voce leggermente ironico velato però di malinconia. – Io e la mia famiglia venivamo qui tutte le estati per passare un po’ di tempo lontano dal caos cittadino.. anche se il villaggio in cui sono cresciuta è tutto tranne una grande metropoli.

La mano continuava a muoversi sul braccio di Lucas e sembrava l’unica cosa che la tenesse ancorata alla realtà mentre il suo sguardo si faceva vacuo e il suo copro si abbandonava tra le braccia del compagno.

Erano i due mesi più belli di tutto l’anno. Mio padre faceva un incantesimo complicato sulla casa e sullo spiazzo qui davanti per schermare l’aria e permettermi di fare tutto quello che volevo con la mia bacchetta. Ti immagini avere undici anni e poter fare qualsiasi incantesimo, anche quelli che hai solo letto in qualche libro, senza conseguenze?

Il tono si fece sognante a quel ricordo, un piccolo sorriso si dipinse sul suo viso, Di conseguenze ce ne erano e come: aveva dato fuoco a un albero, trasfigurato in qualcosa di assurdo un povero scoiattolo, corso il rischio di annegare, avvelenare tutti, far esplodere la casa e tagliarsi qualche arto, ma mai, in nessuna occasione, i genitori l’avevano punita o requisito la bacchetta.

Sai i miei genitori erano convinti che porre delle limitazioni magiche ai bambini fosse come una barbaria, come tenerli legati a una sedia. Per questo ero libera di esprimere il mio potenziale magico come e quando volevo, ma solo qui dove loro potevano controllarmi ogni istante.

Altra piccola pausa, un altro breve tuffo in qualche aneddoto piacevole ma che si vergognava di raccontare al collega.

Non era un segreto per nessuno che venissimo qui dal primo di luglio al trenta di agosto, soprattutto perché era impossibile tenere qualcosa segreto al villaggio – e mentre pronunciava quella frase all’apparenza innocua benché ironica, un dubbio sorse nella mente di Tisifone e cioè in quanti fossero a conoscenza del fatto che i suoi genitori non erano davvero chi dicevano di essere – E poi non ce ne sarebbe stato bisogno. Conducevamo una vita tranquilla, lontana dai centri di poteri e dalle relative lotte, mia madre preparava pozioni e unguenti, regalandole a chiunque non poteva permettersi di acquistarli, e mio padre si dilettava a dare ripetizioni private di Difesa. – Non sapeva il perché ma sentiva il bisogno di dare a Lucas un’idea di chi fossero i suoi genitori o almeno di chi lei aveva sempre creduto che fossero. Non voleva nascondere al compagno quest’altro aspetto della sua vita ma in quel momento era proiettata sul passato, su come l’aveva vissuto lei, e in quel mondo non c’era alcuno spazio per le recenti scoperte. – Col senno di poi forse sarebbero dovuti essere più prudenti e mettere qualche incantesimo di guardia in più.

Il tono divenne di nuovo freddo, distaccato, tanto che il corpo della donna venne scosso da un brivido come se avesse freddo e lo aveva, ma non nel corpo, nello spirito.

Questo è stato l’ultimo posto in cui sono stata felice insieme alla mia famiglia prima che … li conducessi alla morte.

Una piccola pausa prima di confessare la propria colpa. Perché nonostante gli anni trascorsi e i fiumi di parole sprecati dai suoi padrini, era questo quello che Tisifone pensava, di aver causato involontariamente la morte dei suoi genitori.
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Messaggioda Lucas » 13/09/2012, 20:12

Tu mi ascolti sempre.

E' un piacere farlo.

Mormorò Lucas, baciandole il capo ancora una volta prima di lasciarla libera di parlare e di raccontargli esattamente cosa fosse successo in passato per spingerla a trovarsi lì.

Benvenuto nella piccola ma confortevole dacia estiva della famiglia Samyliak.
Io e la mia famiglia venivamo qui tutte le estati per passare un po’ di tempo lontano dal caos cittadino.. anche se il villaggio in cui sono cresciuta è tutto tranne una grande metropoli.
Erano i due mesi più belli di tutto l’anno. Mio padre faceva un incantesimo complicato sulla casa e sullo spiazzo qui davanti per schermare l’aria e permettermi di fare tutto quello che volevo con la mia bacchetta. Ti immagini avere undici anni e poter fare qualsiasi incantesimo, anche quelli che hai solo letto in qualche libro, senza conseguenze?


Praticamente il sogno di ogni mago fino al compimento della maggiore età.
I tuoi genitori dovevano essere persone davvero particolari.


Commentò Turner con un piccolo sorriso, focalizzandosi un momento sull'immagine di una Tisifone undicenne impegnata ad agitare la propria bacchetta in giardino per verificare la riuscita di chissà quale incantesimo.

Sai i miei genitori erano convinti che porre delle limitazioni magiche ai bambini fosse come una barbaria, come tenerli legati a una sedia. Per questo ero libera di esprimere il mio potenziale magico come e quando volevo, ma solo qui dove loro potevano controllarmi ogni istante.
Non era un segreto per nessuno che venissimo qui dal primo di luglio al trenta di agosto, soprattutto perché era impossibile tenere qualcosa segreto al villaggio...
E poi non ce ne sarebbe stato bisogno. Conducevamo una vita tranquilla, lontana dai centri di poteri e dalle relative lotte, mia madre preparava pozioni e unguenti, regalandole a chiunque non poteva permettersi di acquistarli, e mio padre si dilettava a dare ripetizioni private di Difesa.


Apprezzò che la donna gli stesse raccontando di com'erano, che gli stesse dando la possibilità d'immaginarseli, di collocarli mentalmente in un contesto reale così come poco prima aveva fatto con la compagna da piccola.
Ma aveva la netta sensazione che per quella storia non ci fosse affatto il classico "lieto fine" babbano.

Col senno di poi forse sarebbero dovuti essere più prudenti e mettere qualche incantesimo di guardia in più.

Appunto.

Questo è stato l’ultimo posto in cui sono stata felice insieme alla mia famiglia prima che … li conducessi alla morte.

La strinse più forte a sé, come a volerle scaldare non tanto il corpo quanto lo spirito, rimanendo in silenzio: era sicuro che la morte dei suoi genitori non dipendesse da lei, ma allo stesso modo era sicuro che dirglielo ora, come probabilmente avevano già fatto i suoi padrini chissà quante volte, non sarebbe servito a convincerla del contrario.
I sensi di colpa, infatti, potevano essere più convincenti di qualsiasi ragionamento logico.
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Messaggioda Tisifone » 13/09/2012, 21:16

Gli aveva descritto a grandi linee i suoi genitori, così come li aveva visti quando era piccola, parlando di loro per come li aveva conosciuti lei, prima di scoprire che probabilmente era stata cresciuta in una colossale menzogna. Si era lasciata andare ai ricordi più piacevoli, perché di solito erano i primi a sbiadire sotto il peso di quello che era accaduto dopo, e non voleva che Lucas pensasse che la sua fosse stata un’infanzia a tinte fosche.

Praticamente il sogno di ogni mago fino al compimento della maggiore età.
I tuoi genitori dovevano essere persone davvero particolari.


Annuì a quel commento, mentre un sorrisino malinconico le compariva sul viso. Era certa che Lucas sarebbe piaciuto un sacco a sua madre, mentre probabilmente avrebbe dovuto difenderlo da suo padre, sempre così protettivo nei confronti della “sua bambina”. Sospirò, consapevole che quello era un problema che non avrebbe dovuto affrontare mai. Man mano che si avvicinava al punto chiave di quel racconto, Tisifone andava irrigidendosi, tanto che l’ultima frase venne pronunciata con il tono assente di prima come se la ragazza avesse sentito il bisogno di rintanarsi nel suo angolino. Fece una piccola pausa, in attesa che il compagno reagisse in un qualche modo, chiedendole spiegazioni o, come erano soliti fare i suoi padrini, tranquillizzarla che non era colpa sua. L’ex Tassorosso non fece nessuna delle due cose, lasciandole il tempo di metabolizzare il senso di colpa e di andare avanti con il racconto, assecondando i propri ritmi.

Avevo undici anni e quella era la mia prima estate da studentessa – riprese a raccontare, agitandosi leggermente creando piccolo cerchi d’acqua nella vasca – L’esperienza a Durmstrang era stata esaltante… era tutto così nuovo, così diverso, e mi aveva lasciato un sacco di curiosità prettamente infantili.

Continuava a muoversi, come se si sentisse un animale in gabbia. Doveva fare qualcosa o avrebbe fatto tracimare tutta l’acqua della vasca. Eppure non aveva alcuna intenzione di spostarsi, sentire il corpo di Lucas nudo premuto contro il proprio era probabilmente l’unica cosa che le impediva di andare alla deriva. Così si decisa a servire lo spuntino.

Purtroppo solo thè verde alla vaniglia… - si scusò con Lucas, mettendo una bustina in ogni tazzina per poi versarvi sopra l’acqua bollente. Per fortuna la vasca era abbastanza grande per permettere al ragazzo di prendere la propria tazza e bere. Dove posarla non avrebbe dovuto essere un problema, in fondo erano maghi, no? – Sai all’epoca Durmstrang non prevedeva per gli studenti le uscite settimanali in un villaggio magico vicino, come a Hogwarts, perché venivano considerati delle inutili distrazioni nell’educazione magica dei ragazzi. Però nei mesi di maggio e giugno gli studenti migliori venivano premiati con una gita di due giorni in un villaggio balneare vicino Varna. Immagina un po’ come questo villaggio poteva apparire agli occhi di una ragazzina che non era mai messo il naso fuori dal villaggio in cui era cresciuta.

Eh già perché i suoi genitori, tanto erano liberali sull’uso della magia minorile, tanto erano rigidi riguardo ai movimenti della figlia. Da che memoria aveva lei, non si erano mai allontanati dal villaggio né le avevano permesso di farlo, neanche per andare a fare shopping con la sua migliore amica e la madre a Ekaterinburg.

In pratica non appena misi piede a casa iniziai ad assillare i miei genitori affinchè mi portassero a visitare quel villaggio – continuò, posando su un piattino un blini e spalmandoci sopra un po’ di burro e della marmellata. – Così il 25 luglio del 2080 partimmo alla volta di Varna e il giorno successivo i miei genitori vennero uccisi in un’imboscata.

Strinse con forza la mano intorno al manico del coltello che stava impugnando tanto che iniziò a tremare leggermente per la rabbia e il dolore.

E io non ho fatto nulla per impedirlo.
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