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da Kalas » 28/03/2014, 1:35
El Alamein \ Albergo di lusso "Il Sentiero Dorato" \ 15:11 \ 23 Febbraio 2108
Che cosa vuoi da me?
La voce dell'uomo inizialmente apparve calma, signorile, comoda.
Conosci Balaal Jakom?
La voce della persona che aveva di fronte però, era tutt'altro che amichevole, bensì bassa, vagamente risentita e risoluta.
Pe... Perché dovrei conoscerlo? Non sono affari tuoi se lo conosco o meno!
L'indiziato cominciò a sudare più freddo, facendo qualche passo indietro, la stanza era insonorizzata, nessuno poteva sentirlo.
Hai complottato con lui durante il colpo di stato nel Bahrein vero?
La mano destra del domandante si schiacciò contro il collo dell'uomo in difficoltà che invano tentò di liberarsi da quella morsa.
... Il Bahrein? Complotto? Mi spiace io non so nulla, dico davvero!
Non era sincero.
Tu menti. Ed io ho poca pazienza con chi mi prende in giro.
Non stava scherzando, la mano si strinse di più, il collo assunse un colorito violaceo paonazzo.
Ti... Ti prego... Qualunque cifra... Pagherò qualunque cifra... Per chiunque lavori non fa differenza... Ti darò di più... Lo giuro... Di più...
Parole strozzate, fiato ormai inesistente e qualche goccia di saliva che schizzò sugli occhiali da sole scuri del sicario.
... Il mio onore e ciò che sono diventato non si possono comperare. Io lavoro per me stesso.
Un gesto fulmineo e il ginocchio sinistro dell'armadio oltre il metro e novanta si scagliò sull'addome dell'uomo in procinto di morire soffocato. Gli venne lasciato libero il respiro ma venne subito impiegato per annaspare di dolore, rannicchiandosi a terra gemente e sofferente.
Coff coff... Coff coff... Coff coff...
Fa che venga ancora a sapere che hai svolto affari con la famiglia Jakom... E mi rivedrai ancora... Per l'ultima volta.
Detto questo, Kalas si allontanò dalla stanza senza nemmeno ascoltare una eventuale risposta, ben sapendo che sarebbe stata ciò che si aspettava. Uscì sul corridoio, togliendosi momentaneamente gli occhiali da sole, sporchi ancora della della lurida saliva di quel bastardo, un altro dei tanti che avevano contribuito alla sua cacciata dal regno, dal suo regno. Se li pulì con un panno di stoffa usa e getta che lanciò poco dopo in un cestino. Adesso non aveva voglia di pensare alle prossime mosse da eseguire, non aveva intenzione di spostarsi di nuovo, non quel pomeriggio, non con quella temperatura magnifica e quel tempo da sogno. La stanza era prenotata per tutta la giornata, perché non approfittarne? Scese fino al piano terra, rimanendo nel suo abbigliamento sportivo utilizzato per non destare sospetti: una canottiera attillata che metteva in risalto la temprata muscolatura, pantaloni di jeans neri e scarpe firmate da atletica color nero con striature a richiamare la parte superiore.
Giunto al cocente Sole del Febbraio egiziano - 31 gradi - il mercenario camminò lungo un ponte in muratura costruito sopra una delle piscine dell'albergo, interessato al chiosco dei cocktail in mezzo ai vari ombrelloni pieni di ricche famiglie intente a godersi del sano relax, persone che non necessitavano di lavorare per vivere, persone che campavano di rendita oppure possedevano aziende che per qualche giorno se la sarebbero potuta cavare benissimo anche da sole. Si sedette su uno sgabello alto di legno bianco, posando le grosse braccia sul bancone, attendendo che giungesse la classica bella ragazza in costume ad ascoltare l'ordinazione, guardandosi intorno per ingannare il tempo, cercando di scorgere qualche possibile "meraviglia" del luogo. Non ne stava cercando per forza una autoctona, gli sarebbe andata bene anche una straniera, in fondo di lingue ne conosceva un bel po' e la maniera per comunicare l'avrebbe trovata.
Mi dica pure signore...
Esordì sorridente la giovane bargirl.
Un Piña Colada, grazie.
Subito signore...
Il gusto di quel cocktail era davvero rinfrescante, deliziosamente alcolico quanto serviva alla testa per eliminare momentaneamente le difficoltà di quei giorni, le pessime facce incontrate lungo il cammino della propria vendetta personale e la stanchezza accumulata mentalmente. Chiuse gli occhi, beandosi del sapore mischiato di cocco e ananas, alcuni tra i suoi frutti preferiti, passando i successivi secondi a guardarsi ancora in giro, "sfogliando" ogni ombrellone fino a scorgere sotto uno in particolare una figura davvero mozzafiato, incredibile. Pelle scura, labbra carnose, corpo sinuoso e a dir poco perfetto, capelli fluenti e dorati, dita affusolate di mani e piedi, curvatura di fianchi e seno proporzionata come so fosse stata disegnata da un artista in persona. Doveva necessariamente conoscerla, specie perché ad un attento occhio clinico si poteva ipotizzare che fosse sola, calcolando che se fosse stata accompagnata il fidanzato sarebbe stato un pazzo a lasciarla andare in giro per la piscina in solitario, inoltre non c'erano altre sdraio o lettini accanto al suo o ulteriori asciugamani che facessero intendere un'altra presenza. Sorrise leggermente e con un gesto del dito richiamò al volo la bargirl.
Si, mi dica pure...
Porti un Piña Colada anche a quella signorina laggiù, all'ombrellone 17. Qualora non dovesse piacerle, si faccia pure dire cosa preferisce, pagherò io.
Immediatamente signore...
| 3 Minuti più tardi, presso l'ombrellone di Veronique |
Signorina, questo è per lei, lo manda il signore seduto al chiosco! Mi ha anche detto che nel caso non dovesse gradire l'ordinazione, può cambiarla a spese offerte. Scusi il disturbo e buon proseguimento di vacanza da parte del "Sentiero Dorato"...
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da Veronique » 28/03/2014, 17:12
["Il Sentiero Dorato" - 15.24 - 23 Febbraio 2108]
Una volta tanto, Nicholas Vireau aveva fatto qualcosa di utile: regalarle una piccola vacanza di tre giorni in Egitto, nella migliore suite di in un albergo lussuoso totalmente spesata da lui, era stata una piacevole sorpresa per la francese, che naturalmente aveva accettato felice per non destare sospetti; c'era anche da dire che, per quanto fosse incazzata col padre, difficilmente avrebbe potuto dire di no ad un regalo del genere - sempre molto opportunista la più piccola delle Vireau, un tratto che non era cambiato nemmeno con l'avvicinamento alla sorella - al massimo era dispiaciuta di non poterlo condividere col fidanzato. Marcus, invece, era ovviamente andato con lei, ma le aveva concesso qualche ora di libertà mentre lui girava per le strade di El Alamein, una volta tanto nella sua forma umana - e quali che fossero i suoi "affari", Veronique non voleva saperne nulla. Ora che la sorella maggiore si era finalmente sposata, che tra loro andava tutto bene - Celine Sauvage a parte - e Tyslion Asveras non rappresentava più un problema per l'incolumità della coppia di neo-sposi, solo Vireau Senior costituiva un fastidioso punto negativo nella vita delle due sorelle: la più piccola sapeva che, un giorno, sarebbe venuto il momento del confronto, ma finché non fosse arrivato avrebbe continuato a comportarsi come la perfetta figlia cattiva e sadica che Nicholas pensava che fosse. Per questo la viziava ancora, per questo le aveva regalato quella piccola vacanza, per questo era felice nel saperla ora immersa nell'atmosfera lussuosa dell'Egitto, nel luogo in cui rilassarsi era la cosa che riusciva meglio, specie in posti come quello, in un albergo come quello. In piedi accanto al suo ombrellone, la francese si stava sistemando il bikini con fare attento, rivelando il suo fisico perfetto.
Capelli lunghi raccolti in uno chignon alto e morbido, occhiali da Sole a coprirle lo sguardo penetrante, borsa appoggiata a terra accanto al lettino, ombrellone aperto così da farle ombra nel momento più caldo della giornata... era tutto perfetto per lei, a parte forse l'assenza di qualcosa da bere. Ma cosa ci sarebbe voluto per richiamare un cameriere e farsi portare qualcosa di dissetante e fresco, che la facesse sentire davvero in Paradiso? Sorrise tra sé, chiedendosi distrattamente cosa stesse facendo Marcus in quel momento, e si stese poi sul lettino con fare sensuale, una gamba distesa su di esso e l'altra piegata, col ginocchio rivolto verso l'alto, e le braccia stese lungo i fianchi: si era sistemata comodamente da un paio di minuti, quando una voce femminile le fece riaprire gli occhi ed alzare lo sguardo sulla barista che le stava sorridendo.
Signorina, questo è per lei, lo manda il signore seduto al chiosco! Mi ha anche detto che nel caso non dovesse gradire l'ordinazione, può cambiarla a spese offerte. Scusi il disturbo e buon proseguimento di vacanza da parte del "Sentiero Dorato"...
Veronique passò lo sguardo dalla barista al cocktail che quest'ultima le stava porgendo - una Piña Colada, se ricordava bene il nome - pensierosa per un secondo mentre spostava lo sguardo verso la persona che gliel'aveva così galantemente offerto: gran bel fisico, l'uomo in questione, con una muscolatura invidiabile, mentre il viso era un po' in incognita per via della distanza e degli occhiali da Sole da lui indossati. Tutto sommato, comunque, sarebbe stato scortese rifiutare un gesto tanto generoso, no?
Accetto volentieri il suo drink, grazie.
Rispose lei, prendendo la Piña Colada dal vassoio della donna che poté così allontanarsi: alzò il bicchiere verso lo sconosciuto come a voler brindare alla sua salute e ne bevve un sorso, lasciandosi rinfrescare dal sapore dolce ed alcolico del cocktail. Infine, poiché si considerava abbastanza moderna e sicura di sé per farlo, si alzò in piedi e prese ad avvicinarsi a lui, ancheggiando sensualmente con quel corpo che di sicuro certe mosse poteva permettersele.
Allora... chi devo ringraziare per questa ventata di freschezza in un pomeriggio tanto assolato?
Domandò quando gli fu accanto, sfoderando il suo sorriso migliore, quello da donna consapevole della propria bellezza e pronta a flirtare: in fondo era una cosa del tutto innocente, non c'era motivo di farsi venire stupide paranoie o di sentirsi in colpa. E poi l'altro le aveva offerto un buonissimo cocktail, era doveroso ricambiare con un po' di gentilezza.
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da Kalas » 30/03/2014, 1:43
Maledetti occhiali da sole. Non i suoi, per intendersi, bensì quelli della bella abbronzata ancora lontana, colei che adesso stava accettando il drink offerto dal figlio dei draghi e che gli stava impedendo di capire quanto profondo e intenso fosse il suo sguardo. Considerandone il sorriso malizioso e quasi tenero comunque, Kalas ipotizzò che ben presto la sua curiosità sarebbe stata soddisfatta. Il cocktail aveva avuto il suo effetto positivo: un drink fresco, con quel pizzico di alcolico che non guastava e un gusto esotico ideale in quel pomeriggio egiziano che racchiudeva in sé alcune possibili ed interessanti sorprese. Non aveva bisogno di osservarla, non era necessario che sperasse che lei lo raggiungesse, perché i segnali li aveva mandati tutti, la reputava ad una prima occhiata una giovane parecchio sveglia, quindi era sicuro che presto la sua voce gli sarebbe giunta alle orecchie... Ed era altresì curioso di conoscerne il tono, l'inclinazione, il carattere che faceva scaturire ed emanare, insomma, praticamente tutto.
Allora... chi devo ringraziare per questa ventata di freschezza in un pomeriggio tanto assolato?
Sorrise tra sé, adesso poteva finalmente valutare le corde vocali di quella meraviglia d'alabastro. Calda, maliziosa, sensuale, musicale e ammaliante, come quella di ninfa, ma più saccente, più sfacciata, più sicura di sé. Non rispose per il momento, facendole semplicemente cenno di prendere posto vicino a lui, sullo sgabello libero, mentre lui stesso girava tutto il corpo in modo che potesse trovarsi davanti a lei, con un'altezza, la propria, abbastanza evidente da permettergli di guardarla dall'alto verso il basso pur essendo lei ancora in piedi. Celato dagli occhiali scuri, si permise una panoramica delle gambe, delle cosce e dei fianchi della bella signorina, inspirando appena, trattenendo il respiro per poi rilasciarlo lentamente, una tecnica appresa per controllare l'emozione molti anni prima. Infine, si tolse lentamente le lenti da sole, rivelandole il suo sguardo, mostrandosi apertamente a lei così che potesse immediatamente decidere se l'aspetto del mercenario potesse essere abbastanza di gradimento per restare lì a conversare con lui e scoprirne la reale identità.
Sappiamo benissimo entrambi che questo non era altri che un classico tentativo di approccio, milady. Tuttavia voglia perdonare la banalità di tale gesto, ma sarei stato un folle a lasciarmi sfuggire la possibilità di avvicinarla.
Tese la mano destra, aspettando che Veronique acconsentisse ad un baciamano volto a saggiare anche il sapore ed il profumo della sua pelle. Così, se ella avesse acconsentito, Kalas non se lo sarebbe fatto ripetere due volte, sfiorando con le labbra la parte superiore dell'arto continuando a non interrompere il contatto visivo, anche perché era una prova talmente difficile da superare che preferì arrendersi senza nemmeno provare. Labbra carnose, lucide, velate da un accenno di saliva proprio quando se l'era umettate prima di parlare. Se soltanto la mano possedeva un aroma così dolce, come sarebbe stato allora dedicarsi ad un bacio, ad uno scambio di respiri più vicino? Lasciò che la bellezza in vacanza potesse riavere il controllo dell'organo prensile, facendo segno alla bargirl di girare alla larga da lì, se non per portare qualche cosa da mangiare durante la conversazione. Adesso finalmente potevano dedicarsi un po' a loro due, sempre che la ragazza fosse interessata ad un passatempo simile, ovviamente.
Il mio nome è Kalas, incantato. Provenienza francese, non credo di sbagliare... Uno dei miei paesi preferiti per altro, e lei rappresenta l'ennesima conferma su questa mia preferenza. ... Grazie.
A voi, ecco qui!
Non era lì per una vacanza, bensì per la sua vendetta personale, una informazione che di certo non avrebbe fornito ad una ragazza appena conosciuta e che aveva intenzione di conoscere ancor di più. Per questo, qualora lei avesse esposto il quesito più semplice e di circostanza per sapere le motivazioni della sua venuta in quello splendido paradiso soleggiato, l'uomo avrebbe optato per una mezza verità, per nulla preoccupato di rivelare le proprie occupazioni, poiché ormai già da tempo non se ne vergognava, forse l'unica cosa che lo infastidiva più di tutte era di aver ricevuto un soprannome, ma quello lo potevano conoscere soltanto le persone nell'ambiente ed escludeva a priori che la bella giovane potesse appartenere ad un tale giro individui, oltre al fatto che se ci fosse stata una perla rara come lei difficilmente non ci avrebbe fatto caso.
Svolgo sia la carriera di Dragoniere che di Mercenario, ma è per il secondo impiego che ero qui oggi. Una questione risolta in fretta, abbastanza da potermi permettere qualche ora di relax prima di ritornare alla vita normale.
Bevve un sorso dell'aperitivo fresco, facendo colare qualche goccia lungo il mento, che poi ricadde giù, in mezzo alla zona pettorale gonfia. Socchiuse gli occhi, godendosi il gelo sul palato in contrasto con il calore alcolico del cocktail. I suoi movimenti, ad ogni modo, compresa la tecnica per tenere il bicchiere, facevano intendere un'educazione molto rigorosa ed una naturale predisposizione al galateo e alle buone maniere, dettagli che solo una persona d'alta classe come Veronique avrebbe potuto denotare.
E lei invece? Come mai non si trova con il suo compagno in giro per le affollate strade piene di negozi di El Alamein a farsi viziare e riempire di regali come è giusto che avvenga?
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da Veronique » 30/03/2014, 14:49
Aveva deciso di avvicinarsi all'uomo misterioso che le aveva offerto un gustoso cocktail alcolico, e visto che di sicuro non era stata la sua simpatia ad attirarlo, perché non aumentare le possibilità che l'altro sbavasse un po' nel vedersela arrivare di fronte? Fu con quel pensiero che Veronique, ancheggiando verso di lui, decise di sciogliersi i capelli con un movimento volutamente naturale, ma assolutamente sensuale e femminile: la chioma castano/dorata scese a circondarle le guance fino ad accarezzare spalle e schiena, e quel movimento fu completato poi dallo sfilarsi gli occhiali da Sole proprio quando gli si fermò davanti, rivelando uno sguardo scuro, profondo, intenso, da stronza seduttrice quale lei sapeva essere.
Era consapevole del fascino che poteva ottenere sugli uomini, una bellezza meno discreta di quella della sorella maggiore, più prorompente e femminile grazie alle forme del suo corpo e al modo in cui la francese le metteva in risalto, sapendole esaltare con un semplice movimento quand'era necessario. Così, quando l'uomo la invitò a sedersi accanto a lui, la francese si sedette con grazia, accavallando sensualmente una gamba con l'altra in un movimento lento ed ipnotico; e quando poi l'altro si tolse a sua volta gli occhiali da Sole per mostrare il proprio volto a lei, Veronique aprì le labbra ad un sorriso malizioso e compiaciuto che rappresentava alla perfezione una promozione mentale del volto dello sconosciuto, che possedeva dei lineamenti notevoli quanto il suo fisico scolpito.
Sappiamo benissimo entrambi che questo non era altri che un classico tentativo di approccio, milady. Tuttavia voglia perdonare la banalità di tale gesto, ma sarei stato un folle a lasciarmi sfuggire la possibilità di avvicinarla.
La perdono solo per la bontà del cocktail, Monsieur.
Replicò lei, usando un termine della sua lingua madre perché tanto era ben consapevole che l'accento francese, nella sua voce, fosse assolutamente presente e di facile comprensione; allungò la mano verso di lui per farsi fare un velato baciamano, sorridendogli con aria positivamente colpita ed umettandosi intanto le labbra dopo aver bevuto un sorso della sua Piña Colada - un gesto anche abbastanza naturale se non l'avesse fatto con una lentezza disarmante, e guardandolo dritto negli occhi.
Il mio nome è Kalas, incantato.
Veronique, piacere mio.
Provenienza francese, non credo di sbagliare...
Non sbaglia, in effetti.
Uno dei miei paesi preferiti per altro, e lei rappresenta l'ennesima conferma su questa mia preferenza.
Lieta di aver contribuito a far amare il mio Paese...
A voi, ecco qui!
... Grazie.
Merci.
Non era eccessivamente interessata agli stuzzichini, soprattutto considerando che la sua attenzione era rivolta all'uomo che aveva di fronte: uno sguardo intenso, una voce bassa, calda e virile, un fisico notevole ed un modo di fare adulto e maturo che non poteva non attirare l'altra.
Svolgo sia la carriera di Dragoniere che di Mercenario, ma è per il secondo impiego che ero qui oggi. Una questione risolta in fretta, abbastanza da potermi permettere qualche ora di relax prima di ritornare alla vita normale.
Anche mio cognato è stato un Mercenario... evidentemente è destino farmi circondare da uomini di questo tipo - commentò Veronique con un sorriso leggero, prendendo un altro sorso del proprio drink mentre osservava i movimenti dell'altro per permettersi, poi, una constatazione leggermente ironica - Un Mercenario piuttosto ben educato, vedo.
E lei non aveva difficoltà a dirlo, visto che era stata educata per anni all'etichetta, al galateo, all'eleganza del portamento e dei gesti in ogni situazione - un po' come la sorella, che però negli anni si era allontanata da quel mondo a differenza sua.
E lei invece? Come mai non si trova con il suo compagno in giro per le affollate strade piene di negozi di El Alamein a farsi viziare e riempire di regali come è giusto che avvenga?
Trova così scontato che una donna del mio calibro, che secondo lei dovrebbe farsi viziare e riempire di regali, abbia già trovato un compagno alla sua altezza?
Domandò di rimando la Vireau. Era fatta così, c'era poco da fare, maliziosa e in grado di flirtare sempre, in ogni situazione... un particolare che, purtroppo, anche Ryan conosceva bene, e che aveva provato di persona di fronte al proprio collega Rosenberg. Prese uno stuzzichino e se lo fece sparire lentamente tra le labbra, mantenendo il contatto visivo con Kalas senza timore né difficoltà, prima di sorridergli nuovamente.
Sono da sola, e devo dire che al momento sto benissimo così.
Aggiunse, ed anche se lei intendeva dire che era da sola lì in Egitto, considerando la domanda precedente dell'uomo la sua risposta si sarebbe potuta facilmente fraintendere... ... peccato che il suo obiettivo fosse esattamente quello.
E quale delle due carriere preferisce? Domare Draghi, o portare a termine incarichi su commissione?
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da Kalas » 30/03/2014, 21:50
Anche mio cognato è stato un Mercenario... evidentemente è destino farmi circondare da uomini di questo tipo.
Non più in carriera o deceduto? Magari potrei anche conoscerlo o averlo sentito nominare, è possibile?
Non si trovava nell'ambiente da molto tempo, ma abbastanza per esser venuto a conoscenza dei nomi più interessanti sui colleghi da temere o quelli da trattare con i guanti perché ipoteticamente pericolosi. D'altro canto lui stesso veniva classificato come uno dei Mercenari ad "incognita", ovvero quelli che potevano riservare sorprese molto spiacevoli a poco accorti. Gli faceva piacere una simile nomea perché in quel modo aveva meno rotture di palle intorno a sé, ma ciò che invece odiava era il soprannome ricevuto e quello che per lui rappresentava, riferito al proprio passato. Una volta informatosi quindi sull'identità del cognato di Veronique, Kalas si preoccupò di rasserenare la gola bevendo ancora un poco di quel nettare fresco, afferrando il bicchiere con una eleganza molto strana per essere un semplice e rozzo cacciatore di taglie qualsiasi. Dettaglio che la ragazza colse subito e che rinnovò in lui un interesse molto particolare: amava le donne che sapevano essere di classe.
Un Mercenario piuttosto ben educato, vedo.
Sorrise deliziosamente, mostrando la dentatura bianca e perfettamente allineata, socchiudendo lo sguardo scintillante.
Mettiamola così... Non sono sempre stato ciò che sono adesso.
Per il momento però non entrò nel merito delle ulteriori spiegazioni, in particolare perché non gli andava di trattare determinate storie in quella sede con lei e in generale perché non poteva sapere con esattezza che gente fosse lì, magari in ascolto con qualche cimice magica da spia. Svolgendo un lavoro come quello del Mercenario si apprendeva quasi subito che evitare di parlare "troppo" quando non ce n'era motivo rappresentava in svariati casi la tranquillità e la sopravvivenza. Semmai ella avesse voluto conoscere di più allora ne avrebbero parlato in privato, nella sua stanza d'albergo, magari sdraiati su un bel letto a tre piazze, attendendo il servizio in camera con le luci soffuse. Proseguirono intanto la conversazione e l'uomo notò subito che alla signorina non stava andando da mangiare, però il drink le stava già terminando e quindi fece cenno alla bargirl di provvedere immediatamente a non far mancare alla sua ospite d'aperitivo il nettare utile per inumidire la gola tra una chiacchiera e l'altra.
Trova così scontato che una donna del mio calibro, che secondo lei dovrebbe farsi viziare e riempire di regali, abbia già trovato un compagno alla sua altezza?
Trova così scontato che la verità dietro la sua domanda sia per me alquanto ininfluente poiché, accompagnata o meno, tenterei ugualmente di rapirla se me ne desse l'occasione?
Probabilmente in quell'istante, dopo la risposta del "Decaduto", sarebbe calato un attimo di silenzio, ma non un silenzio di imbarazzo, più facile e giusto pensare ad un silenzio di sottile e maliziosa sfida di sguardi, espressioni, respiri e movimenti leggeri delle labbra. O almeno, quelle di Kalas si sarebbero mosse a prescindere non appena i suoi occhi avessero incontrato quelle di Veronique, calcolando che aveva un desiderio matto di assaggiarle, morderle e farle sue e non erano nemmeno cinque minuti che conversavano. La prima a rompere nuovamente il ghiaccio, comunque, fu la bella francese, che sancì definitivamente la propria personale e soggettiva condizione di esistenza in quel paradiso egiziano... Giocando un po' troppo con le parole.
Sono da sola, e devo dire che al momento sto benissimo così.
Buono a sapersi.
Rispose quasi subito, sbattendo le palpebre lentamente, assaporando ancora una volta con lo sguardo la lunga panoramica del corpo della ragazza. Quella pelle scura era un richiamo per i sensi indescrivibile. Il profumo dei capelli si spandeva nell'aria ancor più dei fiori presenti ai lati della piscina e, ad ulteriore conferma delle parole false della giovane, all'anulare della mancina non portava alcuna fede. Con assoluta tranquillità ma voluto movimento, Kalas carezzò con il ginocchio il lato della coscia di lei, cercando di saggiarne la reazione, mentre ascoltava la sua domanda e si apprestava a risponderle tra il sincero e il predatore.
E quale delle due carriere preferisce? Domare Draghi, o portare a termine incarichi su commissione?
Draghi, senza ombra di dubbio. Creature affascinanti con le quali ho da sempre un feeling molto particolare ed insolito. Inoltre è una carriera che svolgo da molto più tempo rispetto al Mercenario, quindi sono sicuramente più rodato... Lei invece? Ha particolari impieghi nel Mondo Magico oppure il suo conto personale basta e avanza per conferirle una vita comoda e agevolata?
Poiché soltanto le famiglie più ricche potevano concedersi il lusso di una vacanza in quell'albergo, considerato tra i più costosi e lussuosi di tutto il mondo. Veronique inoltre aveva dimostrato di conoscere estremamente bene le buone maniere e il galateo, ergo di sicuro possedeva una educazione da principessa o per lo meno da duchessa. In realtà non ci stava azzeccando ma la similitudine con una posizione aristocratica simile, quando si parlava di Nicholas Vireau, era comunque facile e sorgeva spontanea. Una volta conclusi entrambi i cocktail, avrebbero potuto proseguire ancora un poco a parlare, scambiare conoscenze, aneddoti sulla loro vita e quant'altro... Ma il nativo del Bahrein aveva in mente ben altri progetti, sempre che la ragazza avesse accettato.
Senta un po'... Visto che tanto non c'è nessuno al momento impegnato a viziarla... Potrei avere l'ardire di propormi per accompagnarla presso la zona commerciale e... Farle un regalo? ... Qualunque cosa desidera.
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da Veronique » 31/03/2014, 13:32
Non più in carriera o deceduto? Magari potrei anche conoscerlo o averlo sentito nominare, è possibile?
Oh no, non è morto, si è semplicemente ritirato dalla carriera per svolgere un'attività più... tranquilla - badare ad orde di mocciosi convinti di saperne più degli adulti, così la vedeva Veronique, ma se al cognato e alla sorella piaceva come impiego, tanto meglio per loro - E sì, è possibile che lo abbia sentito nominare.
Confermò la francese, senza però aggiungere altro: d'altronde lui stesso, come Mercenario, sapeva che spesso era bene essere prudenti col numero d'informazioni date ad una persona che fondamentalmente era ancora una sconosciuta, quindi non si sarebbe stupito della decisione della Vireau di non pronunciare il nome del cognato ad alta voce, preferendo tenerselo per sé. Non conosceva bene Kalas, e per quanto ne sapeva poteva anche essere un acerrimo nemico di Sandyon, perciò... al momento si sarebbe dovuto accontentare di quelle blande conferme. Tuttavia, l'uomo che le aveva offerto il drink non poteva essere un Mercenario qualunque, non quando mostrava così tanta eleganza in gesti anche semplici, come il tenere un bicchiere da cocktail: erano particolari, quelli, che vista l'educazione di Veronique erano per lei impossibili da non notare, e che la spinsero a far notare la cosa ad alta voce.
Mettiamola così... Non sono sempre stato ciò che sono adesso.
Ha appena acceso la mia curiosità, Kalas, ne è consapevole?
Domandò di rimando la bella francese dalla pelle ambrata, sorridendogli maliziosamente e con sguardo caldo, sensuale, proprio del suo modo di fare, così come spontaneo risultava essere, per lei, giocare con le parole: le riusciva assolutamente semplice e naturale, le dava modo di far credere alle persone ciò che voleva senza mai effettivamente mentire. Era divertente, forse un po' da stronza, ma le dava modo di stuzzicare il prossimo come stava facendo, ora, con l'uomo che aveva di fronte.
Trova così scontato che la verità dietro la sua domanda sia per me alquanto ininfluente poiché, accompagnata o meno, tenterei ugualmente di rapirla se me ne desse l'occasione?
Non rispose, la donna, preferendo limitarsi ad un sorriso sorpreso ma deliziato, curioso e furbo, che lasciava intendere tutta la sua femminilità semplicemente attraverso le iridi che, ad intervalli più o meno regolari, venivano nascoste dalle palpebre; e la furbizia fu ciò che più mostrò poco dopo, confermando di essere da sola - lì in Egitto - ma lasciando anche intendere che lo fosse a livello sentimentale senza però confermarlo direttamente.
Buono a sapersi.
L'aveva fatto anche con Marshall in fondo, quindi era chiaro che fosse il suo modo di fare: non una giustificazione né altro, ma la consapevolezza di essere così e di accettarsi per ciò che era, senza volersi cambiare; d'altronde non poteva certo modificare in tutto e per tutto il proprio essere! E proprio come quando Rosenberg le fece piedino e lei non si mosse, anche in quel momento, quando l'altro le accarezzò lievemente la coscia col ginocchio, Veronique non disse nulla, dimostrando però di aver inteso il movimento dell'altro con una leggera e lenta leccata del proprio labbro superiore, così da renderlo più lucido grazie alla lingua umida di saliva. Si sistemò poi i capelli, portandoseli dietro all'orecchio mentre s'informava su quale tra le due carriere l'uomo preferisse.
Draghi, senza ombra di dubbio. Creature affascinanti con le quali ho da sempre un feeling molto particolare ed insolito. Inoltre è una carriera che svolgo da molto più tempo rispetto al Mercenario, quindi sono sicuramente più rodato...
E poi immagino ci sia una grande soddisfazione nel domare una creatura così irraggiungibile... sbaglio?
Domandò curiosa Veronique, mentre posava il bicchiere vuoto sul bancone e prendeva il secondo che la bargirl le aveva messo a disposizione lì vicino, seppur quasi sembrasse che ci fosse qualche velato riferimento a loro due, come se lei fosse un Drago e Kalas avesse il compito di domarla.
Lei invece? Ha particolari impieghi nel Mondo Magico oppure il suo conto personale basta e avanza per conferirle una vita comoda e agevolata?
La seconda, decisamente. La mia famiglia è piuttosto agiata, dunque questo mi permette di non dover ad ogni costo trovare un lavoro, anche che non mi piaccia, per potermi mantenere... una bella fortuna, ne sono consapevole.
Ma era altresì consapevole che, almeno per il momento, non ci fosse nulla che la stuzzicasse, che le facesse venir voglia di dire "ecco, questo è ciò che voglio fare nella mia vita": forse un giorno avrebbe trovato la sua strada, ma per il momento essa era ancora un mistero totale. Continuò a parlare con lui, commentando il posto dove si trovavano e l'albergo nel quale alloggiavano, dandogli così modo di ascoltare ancora la sua voce, di osservare le sue movenze mentre, ogni tanto, cambiava la posizione delle gambe o si scuoteva i capelli con movimenti apparentemente naturali, ma in realtà totalmente voluti: non aveva particolari programmi per il resto del pomeriggio, ma non dovette nemmeno porsi il problema di farli... perché ci pensò Kalas a darle una bella idea.
Senta un po'... Visto che tanto non c'è nessuno al momento impegnato a viziarla... Potrei avere l'ardire di propormi per accompagnarla presso la zona commerciale e... Farle un regalo? ... Qualunque cosa desidera.
Ora, se c'era un particolare del suo carattere che Veronique riconosceva - e che non considerava come un difetto, quanto piuttosto come una parte di sé da accettare placidamente - era l'essere un po' materialista: non che per lei i soldi fossero tutto, altrimenti non avrebbe mai potuto stare con una persona come Ryan che aveva molte meno possibilità di lei, ma di sicuro farsi corteggiare e viziare con sorprese e regali era una prospettiva che l'attirava e le piaceva molto. In questo senso, la proposta di Kalas non poté non farle brillare gli occhi, perché non aveva molte possibilità di farsi viziare, e quella... si presentava come un'occasione impossibile da lasciarsi sfuggire.
Se fossi una persona diversa le direi che non è necessario farmi un regalo, che il piacere più grande per me sarebbe di poter godere della sua compagnia... Ma visto che sono io a dover accettare o meno questa proposta, mi auguro per lei di essere preparato psicologicamente a ciò che l'aspetta... perché sono una persona piuttosto esigente, in fatto di regali.
No, decisamente Veronique non si sarebbe mai dimostrata diversa da ciò che era. A che pro?
Se mi da' il tempo di cambiarmi, possiamo andare aanche subito. Non credo sia il caso infatti di andare in giro in bikini... - commentò la donna, alzandosi in piedi e girando lentamente su se stessa così da dargli una panoramica intera e perfetta del proprio corpo - Lei che ne dice?
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da Kalas » 01/04/2014, 23:42
Oh no, non è morto, si è semplicemente ritirato dalla carriera per svolgere un'attività più... tranquilla. E sì, è possibile che lo abbia sentito nominare.
Inoltre il fatto che lei non ne voglia parlare eccessivamente mi fa capire che è un esponente di questo lavoro molto alto in graduatoria. Se fossi in lui apprezzerei molto la sua discrezione, per questo non chiederò altro.
Affermò con tranquillità, mantenendo il contatto visivo così da saggiare ogni cambio di espressione man mano che la conversazione proseguiva. Era interessante osservare le espressioni della francese, comprendere se le parole che lui le stava dicendo condizionassero in qualche maniera l'opinione che lentamente si stava facendo, aumentandola o diminuendola in base all'occasione, anche se probabilmente era quasi palese che fino a quel momento si potesse parlare soltanto di un incremento, visti gli scambi di sorrisi e di sguardi intensi. Ciò di cui parlarono dopo fu inerente all'educazione mostrata dal Mercenario nel prendere un semplice bicchiere da cocktail, tecnica elaborata che non sfuggì all'occhio clinico e critico della ragazza, molto abituata a certi comportamenti vissuti nella propria casa fin dalla giovane età. In quel caso comunque, il Dragoniere evitò di far presente troppi dettagli sulla propria vita e sul proprio passato, avvalendosi della stessa teoria pensata da Veronique poco prima pensando al marito della sorella, stimolando però di gran lunga l'interesse della bellezza in costume.
Ha appena acceso la mia curiosità, Kalas, ne è consapevole?
L'ABC della conquista di una donna sta proprio nell'alimentare il suo desiderio di scoprire e conoscere... Se le mie parole hanno sortito un effetto simile, vuol dire che sto giocando abbastanza bene le mie carte, lei cosa ne pensa?
Eccitante e di intrattenimento nello stesso tempo, quello scambio di battute, ognuna più criptica e maliziosa dell'altra, senza scadere nell'eccessivo, senza mostrarsi troppo, senza dire più del dovuto, proprio per non rischiare di spezzare quell'incantesimo di seduzione e intimità sconosciuta. Kalas la stuzzicava, lei rispondeva stuzzicandolo a sua volta e poi il giro ripartiva daccapo, con maggiore intensità ed elettricità del precedente. Ignaro che da qualche parte ci fosse realmente un uomo ad attenderla, egli si comportava come se avesse una single di fronte, anche se a dirla tutta pure nell'ipotesi di conoscenza del vero, di certo non avrebbe smesso per non fare un torto ad un perfetto estraneo. L'aveva lasciata andare da sola? Detto in termini onesti e schietti: "cazzi suoi". Una damigella simile non era fatta per aggirarsi incustodita per degli ambienti simili, anche uno sciocco lo avrebbe dovuto capire e sapere, mentre invece lei era lì, completamente da sola, per conto proprio, come una preda che in parte vuol essere predata e che dunque risuona come un richiamo per chiunque sano di mente, di corpo e sicuro del proprio fascino voglia tentare di rubarla e tenerla per sé da quel momento in poi.
E poi immagino ci sia una grande soddisfazione nel domare una creatura così irraggiungibile... sbaglio?
Oh... ma ce ne sono anche di più irraggiungibili sa? E la cosa assurda poi... è che non bisogna nemmeno stare a cercarle in mezzo alle creature magiche più rare... Possono essere incontrate anche per caso, in luoghi civilizzati, ma catturano immediatamente l'attenzione per bellezza e portamento. Possono essere coperte o mostrare in parte il fisico perfetto che le caratterizza, giusto per farsi desiderare ancora di più. Ammetto che non ne ho incontrate moltissime nella mia vita, forse soltanto una... e nemmeno troppi minuti fa...
A seguire di quel commento, Kalas passò palesemente lo sguardo dall'alto verso il basso, lungo il corpo di Veronique Vireau, con lentezza e accuratezza, così da non perdere nemmeno un piccolo chiaroscuro formato dalla luce del sole sulla sua pelle d'alabastro. Cosa non avrebbe dato per portarla subito in camera sua e farci di tutto e di più, dimostrarle cosa fosse in grado di fare sotto le coperte, spogliarla di tutto e ricoprirla di baci in ogni zona del corpo, ma doveva trattenersi, doveva contenere gli istinti, per quanto quella fosse la prima volta che percepiva una così forte attrazione nei confronti di una figura femminile avvenente, e dire che ne aveva incontrate parecchie in passato, ma mai nessuna come lei, mai nessuna così chimicamente distruttiva per il suo affermato autocontrollo. Meglio passare a parlare d'altro, come gli impieghi di lei per esempio, anche se proprio come ipotizzato la francese preferiva di gran lunga campare di rendita piuttosto che cercare un lavoro che non la entusiasmasse a dovere.
La seconda, decisamente. La mia famiglia è piuttosto agiata, dunque questo mi permette di non dover ad ogni costo trovare un lavoro, anche che non mi piaccia, per potermi mantenere... una bella fortuna, ne sono consapevole.
E qualora trovasse un uomo alla sua altezza, vorrebbe che questi non le faccia muovere ugualmente un dito nel mondo del lavoro oppure gradirebbe emanciparsi così da non rendere il maschio l'unico a portare un reddito in casa?
Domande tendenzialmente tranquille, neutre ed esposte con velato interesse, ma che in realtà celavano una netta curiosità inerente all'argomento. Kalas, infatti, secondo la propria educazione e i propri desideri, voleva essere l'uomo in grado di non far versare nemmeno una singola goccia di sudore alla propria donna, guadagnando quanto serviva per vivere entrambi comodamente senza mai farle mancare nulla in nessun senso. Un modo di pensare di quei tempi visto molto male, ma era anche vero che il Mercenario sapeva adattarsi senza problemi, d'altronde non era certo un bigotto, possedeva soltanto delle particolari aspirazioni come tutti, ma mai capriccioso o imperativo: la libertà prima di tutto. Elemento che poté far capire a Veronique che il "decaduto" fosse un uomo con simili desideri di appagamento nei confronti della propria compagna fu la sua volontà di portarla in giro per le strade commerciali della città ed offrirle un bel regalo, qualunque lei avesse scelto a prescindere dal prezzo e dalla forma, non era importante. La prima reazione visibile di lei venne rappresentata dagli occhi che presero a brillare: una materialista da accontentare e viziare, perfetto, proprio ciò che piaceva di più a Kalas Tìamat, un uomo al quale, modestamente, i soldi non è che mancassero, calcolando poi che era riuscito a riprendersi una parte consistente dell'ex patrimonio familiare presso la banca interna al palazzo regale del suo regno.
Se fossi una persona diversa le direi che non è necessario farmi un regalo, che il piacere più grande per me sarebbe di poter godere della sua compagnia... Ma visto che sono io a dover accettare o meno questa proposta, mi auguro per lei di essere preparato psicologicamente a ciò che l'aspetta... perché sono una persona piuttosto esigente, in fatto di regali.
Non vedo l'ora di osservare in prima persona queste sue esigenze... e di realizzarle prima che possa terminare di indicare con il dito il regalo che più l'aggrada.
Se mi da' il tempo di cambiarmi, possiamo andare anche subito. Non credo sia il caso infatti di andare in giro in bikini... Lei che ne dice?
Ne dico che mi sento geloso delle poche persone presenti in questo ambiente che possono bearsi come il sottoscritto di cotanta avvenenza, figurarsi per le strade cittadine ghermite di decine di migliaia di uomini... ... Ci vediamo tra mezz'ora davanti all'entrata dell'albergo, la prego dia il meglio di sé, voglio morire accecato.
Sorrise lievemente, alzandosi in piedi e decretando così la differenza sostanziale di altezza che c'era tra loro due: 193 centimetri di uomo. Chiese con lo sguardo ancora una volta la mano della ragazza, così da salutarla esattamente come appena conosciuti, per poi lasciarla allontanarsi sapendo benissimo che avrebbe ancheggiato nel camminare fino all'ingresso della sezione interna della struttura. Il battito del cuore era più forte, anzi un vero e proprio tamburo: sangue che fluiva dappertutto alla velocità del suono, labbra che vennero lubrificate ed occhi che si fecero quasi rossi per la volontà di non chiudere le palpebre fino a quando non fosse uscita dalla sua portata visiva. Diede la giusta paga e la giusta mancia alla bargirl che fu ben felice di quella grossa somma in regalo, decidendo quindi per dirigersi nella propria camera e prepararsi adeguatamente per l'uscita con quella preda perfetta e preziosa. Di certo la temperatura e l'orario non richiedevano giacca e cravatta, per questo l'uomo avrebbe optato per un look elegante e allo stesso tempo casual, approfittando proprio di un paio di acquisti svolti nelle settimane precedenti dalle parti italiane di Roma: camicia a righe, canottiera attillata bianca, jeans ugualmente bianchi, cinta di cuoio bianco con fibbia squadrata in argento e scarpe da passeggio nere firmate.
33 Minuti più tardi - Esterno hall dell'Albergo "Sentiero Dorato"
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da Veronique » 02/04/2014, 14:29
Inoltre il fatto che lei non ne voglia parlare eccessivamente mi fa capire che è un esponente di questo lavoro molto alto in graduatoria. Se fossi in lui apprezzerei molto la sua discrezione, per questo non chiederò altro.
L'ennesima dimostrazione che la galanteria non è morta... era solo nascosta in un paradiso come questo.
Commentò Veronique con un sorriso divertito ma riconoscente verso Kalas, apprezzando davvero che non avesse insistito nel chiedere informazioni sull'identità di Sandyon: ovviamente Veronique non sarebbe mai andata a far presente all'uomo che aveva fatto la "brava cognatina" ed aveva evitato di divulgare notizie su di lui al primo che passava di lì - per quanto bello, educato ed affascinante - ma sperava in cuor suo che Vastnor sapesse come, in parte, si fosse affezionata anche a lui, e come lo considerasse membro della sua famiglia al pari della sorella o del fidanzato. Fidanzato che probabilmente non sarebbe stato molto felice di trovarla in compagnia dell'altro, in bikini, con un drink in mano e l'espressione deliziosamente maliziosa... ma come dicevano i babbani - ed ogni tanto avevano ragione - "occhio non vede, cuore non duole". Non stava facendo niente di male, d'altronde, a parte chiacchierare con l'affascinante... già, di che nazionalità poteva essere? Indiano, Arabo o Egiziano, ipotizzò nella sua mente, ma qualsiasi fosse la risposta giusta era ovvio che si stava rapportando con qualcuno che non era sempre stato un semplice Mercenario, si vedeva da come si muoveva, dai piccoli gesti che rivelavano un'educazione rigida e particolare: e lui, in parte, ammise questo dettaglio, senza però confermarlo ulteriormente e facendo così nascere la curiosità più profonda nella francese.
L'ABC della conquista di una donna sta proprio nell'alimentare il suo desiderio di scoprire e conoscere... Se le mie parole hanno sortito un effetto simile, vuol dire che sto giocando abbastanza bene le mie carte, lei cosa ne pensa?
Penso di essere di fronte ad un uomo che sa bene ciò che vuole, e che solitamente quando decide di prendersi qualcosa... la ottiene - rispose lei, leccandosi lentamente le labbra tanto per provocarlo un altro po' e sentire sulla lingua il sapore dolce ed alcolico del drink che stava consumando - In quanto alle carte che sta giocando... di sicuro sa come dare un'ottima impressione di sé, Kalas. Se questo basti per farla arrivare ad avere ciò che vuole, però, non saprei dirglielo ora, e forse è meglio così... altrimenti dove sarebbe la sfida?
Aggiunse, sensuale e predatrice ma al tempo stesso con una nota di velata innocenza che la rendeva ancor più desiderabile: perché insomma, era piuttosto ovvio che per lui, quel pomeriggio, la sfida fosse destare l'attenzione della donna, vezzeggiarla e conquistarla; che poi fosse semplicemente per portarla a letto o perché gli era preso una sorta di assurdo ed inspiegabile colpo di fulmine, questo non avrebbe saputo dirlo, e al momento la francese nemmeno se ne poneva il problema. Perché pensarci e rovinarsi quella piacevole conversazione, quando poteva continuare a conoscerlo meglio e provocarlo al tempo stesso? - anche su argomenti del tutto normali, poi, come il suo lavoro.
Oh... ma ce ne sono anche di più irraggiungibili sa?
Davvero? - domandò lei, sorridente - Non l'avrei mai immaginato... me ne parli, la prego.
E la cosa assurda poi... è che non bisogna nemmeno stare a cercarle in mezzo alle creature magiche più rare... Possono essere incontrate anche per caso, in luoghi civilizzati, ma catturano immediatamente l'attenzione per bellezza e portamento.
Ma non mi dica...
Possono essere coperte o mostrare in parte il fisico perfetto che le caratterizza, giusto per farsi desiderare ancora di più. Ammetto che non ne ho incontrate moltissime nella mia vita, forse soltanto una... e nemmeno troppi minuti fa...
Sentì lo sguardo dell'uomo percorrerle il corpo ed fremito le passò lungo la schiena, leggero abbastanza da permetterle di non mostrarne segni all'esterno di quanto provato e lasciandole la libertà di esibire solo un sorriso leggero, compiaciuto e malizioso: non che non fosse soddisfatta del rapporto intimo e sessuale con Ryan, intendiamoci, ma era ovvio che Kalas avesse un altro tipo di fisico, di attrattiva, di virilità - probabilmente era anche più grande anagraficamente, o almeno questa era l'idea che Veronique si era fatta - ed un altro modo di fare o guardare una donna quando ne era interessato; l'uomo che aveva di fronte aveva più quel modo di fare da predatore, speculare a quello della francese, che ovviamente la incuriosiva e l'attraeva, e questa era una gran carta a suo favore, anche se Kalas non ne era a conoscenza e continuava dunque a parlare con lei normalmente, per tentare di scoprire qualcosa in più su di lei.
E qualora trovasse un uomo alla sua altezza, vorrebbe che questi non le faccia muovere ugualmente un dito nel mondo del lavoro oppure gradirebbe emanciparsi così da non rendere il maschio l'unico a portare un reddito in casa?
Sarò una donna all'antica, ma non trovo così assurda l'idea che sia l'uomo a mantenere la sua famiglia, soprattutto quando può permetterselo: non sto dicendo che non voglia fare niente per il resto dei miei giorni, ma mi piacerebbe sapere di poter trovare un lavoro perché mi piace e mi va, e non per dovermi mantenere. Sono una donna di classe, abituata ad un certo tenore di vita... e mi piacerebbe mantenerlo.
E lì si capiva quanto fosse davvero innamorata di Ryan, perché pur avendo davvero quella concezione dentro di sé, pur trovando perfetta l'idea di non dover fare nulla per obbligo, di potersi tranquillamente appoggiare alle spalle del compagno/marito e non doversi sentire in difetto nello spendere i suoi galeoni, era pronta a stare con un uomo che, per quanto benestante, sicuramente non era all'altezza di tali standard. Ma ancora una volta, Kalas di tutto ciò non poteva sapere nulla, e dunque si ritrovava a conoscere non l'effettiva situazione di Veronique, quanto semplicemente quella che per lei rappresentava un'ideale e perfetto stile di vita. Così come era, secondo lei, assolutamente perfetta l'ipotetica volontà del proprio compagno di viziarla e riempirla di doni: certo, l'uomo che aveva di fronte non era il suo uomo, ma tecnicamente non c'era nulla di male nel farsi regalare qualcosa di non troppo impegnativo, come un vestito o un profumo, che avrebbe potuto acquistare anche da sola... anzi, stava risparmiando, quasi quasi Ryan avrebbe dovuto esserne felice! ... ironia a parte, Veronique era una donna piuttosto materialista e consapevole di esserlo, quindi accettò di buon grado la proposta dell'altro a patto però di darle il tempo di cambiarsi, essendo ancora in costume da bagno.
Ne dico che mi sento geloso delle poche persone presenti in questo ambiente che possono bearsi come il sottoscritto di cotanta avvenenza, figurarsi per le strade cittadine ghermite di decine di migliaia di uomini...
Ancora non conosce il mio cognome e già si sente geloso di me... - mormorò Veronique, a voce però abbastanza alta affinché lui potesse cogliere quelle parole: se però a prima vista potevano sembrare quasi pronunciate con fastidio, lo sguardo ed il sorriso che le seguirono parevano assolutamente deliziati - ... adorabile.
... Ci vediamo tra mezz'ora davanti all'entrata dell'albergo, la prego dia il meglio di sé, voglio morire accecato.
Attento a quello che chiede, Kalas... E poi non posso certo fare miracoli.
Replicò Veronique con un sorrisetto, allungandogli la mano per farsela baciare e constatando, una volta in piedi anch'ella, quanto lui fosse alto... incredibile, la sovrastava di una ventina di centimetri buoni; non si era mai sentita bassa, ma in quel momento dovette rivalutare l'idea che aveva di sé, per quanto la cosa non le dispiacesse affatto - le piacevano gli uomini alti, le davano un senso di protezione e sicurezza non indifferente. Gli diede le spalle e prese a camminare verso l'interno dell'albergo, ancheggiando sensualmente perché consapevole che lui la stava fissando, e voleva farlo sbavare fino all'ultimo secondo possibile: tornata nella sua stanza, la donna decise di farsi una doccia molto veloce per lavare via il velo di sudore che aveva coperto il suo corpo; a seguito, si spalmò su di esso della crema idratante così da rendere la pelle profumata - di cioccolato bianco - e perfettamente idratata, e decise cosa indossare. Voleva qualcosa di bello, di femminile ed elegante ma che fosse anche pratico e sensuale, dovendo muoversi parecchio... alla fine decise di optare per un paio di jeans a pinocchietto di colore bianco ed una camicetta altrettanto bianca, con dettagli particolari che la rendevano diversa da quelle classiche: ballerine con tacco ai piedi, capelli sciolti, poco trucco e qualche accessorio, l'ideale insomma per risultare sensuale, splendida e per accecarlo, o almeno così sperava - e visto come la sua pelle scura, con tutto quel bianco, creava un contrasto davvero invidiabile, era convinta che ci fossero buone possibilità di accontentarlo.
Chissà se ti farò diventare cieco o meno...
Mormorò Veronique, guardandosi allo specchio con un sorriso soddisfatto: si umettò le labbra con la lingua, diede le spalle alla superficie liscia dove si era riflessa fino a quel momento, prese un paio di occhiali da Sole ed una borsa - sempre bianca - che non poteva mancare nel suo look... ed infine uscì dalla stanza, andando a raggiungere Kalas all'esterno.
[Esterno hall de "Il Sentiero Dorato" - 35 minuti dopo - Stesso giorno]
Aveva lasciato un messaggio nella hall per Marcus, nel caso fosse rientrato prima di lei - ed evitando così di fargli prendere un colpo, ed era uscita dall'albergo sotto il Sole egiziano: vide Kalas da lontano, davvero affascinante nel suo abbigliamento casual ma elegante; erano entrambi in bianco, seppur lui presentasse una gamma di colori più vasta rispetto alla propria... faceva la sua bella figura, ma lei non sarebbe stata da meno. Doveva solo riceverne la conferma.
Spero di non averla fatta aspettare troppo, Kalas... - gli disse dunque, arrivandogli di spalle ed aspettando che si voltasse verso di lei prima di sorridergli, femminile e sicura di sé - Vogliamo andare?
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da Kalas » 02/04/2014, 22:24
Sarò una donna all'antica, ma non trovo così assurda l'idea che sia l'uomo a mantenere la sua famiglia, soprattutto quando può permetterselo: non sto dicendo che non voglia fare niente per il resto dei miei giorni, ma mi piacerebbe sapere di poter trovare un lavoro perché mi piace e mi va, e non per dovermi mantenere. Sono una donna di classe, abituata ad un certo tenore di vita... e mi piacerebbe mantenerlo.
Se dipendesse da me, farei di tutto per accontentarla, può giurarci...
Con quella frase si portò alle labbra un piccolo tramezzino contenente del tonno e del pomodoro pachino, gustandolo a bocca chiusa, senza fare rumore ed estrema discrezione. Ancora una volta la sua educazione si poteva evincere da certi comportamenti. Dopo di che passò alle olive, mangiandone giusto un paio per passarsi il sapore del pesce e di seguito chiese alla bergirl di portargli un bicchiere con dell'acqua fresca, possibilmente lievemente gassata, la sua preferita, che nel paese di provenienza era quasi assente. Ad ogni modo, gli fece molto piacere sentire quella considerazione da parte della francese sul modo di condurre una ipotetica vita di coppia. Lui amava viziare la propria donna e lei a quanto sembrava amava farsi viziare, insomma sulla carta stavano benissimo insieme. Inoltre ella dimostrava molto coraggio e molta sfrontatezza a presentarsi come una persona desiderosa di fare quello che le andava, quando le andava, senza limitazioni o problematiche provenienti dal lavoro o da impegni fastidiosi. Qualora non avesse trovato nulla di davvero interessante per lei, avrebbe lasciato la fatica al proprio uomo, preoccupandosi solo di accoglierlo a casa con un bel massaggio magari, delle dolci parole affettuose e dell'ottimo sesso di fine giornata, prendendosi i vantaggi del poter usufruire del suo conto in banca senza restrizioni o remore. Sapere che Veronique fosse così incline ad una vita simile spinse Kalas ad osare ancora di più ad accelerare un poco i tempi chiedendole di vedersi all'esterno per farsi una passeggiata e cominciare da subito a darle un assaggio di una ipotetica relazione con lui. Certo, era necessario però che lei si vestisse e si mettesse qualcosa di più coperto: la motivazione? Semplice, il "decaduto" sapeva mostrare in maniera piuttosto palese la propria gelosia, quando teneva sul serio a qualcosa.
Ancora non conosce il mio cognome e già si sente geloso di me... adorabile.
Sorrida così ancora una volta e pur non conoscendo il suo cognome le chiederò ugualmente di sposarmi... ... Ci vediamo tra mezz'ora davanti all'entrata dell'albergo, la prego dia il meglio di sé, voglio morire accecato.
Attento a quello che chiede, Kalas... E poi non posso certo fare miracoli.
33 Minuti più tardi - Esterno hall dell'Albergo "Sentiero Dorato"
I suoi occhi erano rivolti all'orizzonte marino non troppo distante. La bellezza sconfinata di quelle terre riempiva il suo spirito e i polmoni vivevano di quell'aria incontaminata. Attendeva che la sua ospite del pomeriggio lo raggiungesse e ormai non mancava poi moltissimo, ammesso che fosse stata in orario. Non era sicuramente una novità che alle donne piacesse farsi desiderare ed anche se l'uomo avesse dovuto aspettare una decina di minuti in più, era comunque certo che il risultato finale sarebbe valso l'attesa. Il Sole non smetteva di splendere alto nel cielo e nemmeno una nuvola era stata convocata a rendere preoccupazione. Avrebbero camminato per almeno due o tre ore, osservando negozi, oggetti di ogni tipo e parlando del più e del meno, conoscendosi minuto dopo minuto, sperando di arrivare anche alla conclusione che il miglior modo di terminare quell'incontro fosse una bella cena in camera dell'uno o dell'altra, circondati dall'intimità e dal desiderio di avvicinarsi ulteriormente.
Spero di non averla fatta aspettare troppo, Kalas...
La voce suadente di Veronique lo sorprese alle spalle, mentre se ne stava ancora con le mani in tasca a rimirare un insieme di scogli sui quali si stavano poggiando dei gabbiani in cerca di qualche pesce abbastanza in superficie da diventare cibo. Quando si volse per incontrare i suoi occhi, per un attimo il cuore gli si fermò in petto tanto era meravigliosa la visione di quella ragazza. Infatti, per enfatizzare quella sensazione, si tolse lentamente gli occhiali mostrando uno sguardo ammirato, rapito e sconcertato, sbattendo le palpebre e schiudendo leggermente la bocca sbalordito, complimentandosi inizialmente con i gesti e soltanto dopo con le parole.
Mai visto nulla di simile in vita mia...
... Vogliamo andare?
Soltanto un secondo, la prego, mi faccia l'onore di mostrarsi in tutto e per tutto.
Le tese la mano e se lei gliela avesse afferrata, allora l'avrebbe fatta girare su se stessa un paio di volte, senso orario ed antiorario, con calma controllata e precisa, non perdendosi nemmeno un singolo dettaglio non solo delle curve ma anche delle forme in sé per sé. Glutei fasciati perfettamente dal pantalone, come anche il seno valorizzato dalla maglia, inoltre le scarpe donavano un tocco elegante e comodo allo stesso tempo, stesso valeva per il poco trucco: essenziale e non pesante, come se ne avesse bisogno poi. L'avrebbe baciata lì, seduta stante, se non fosse che si conoscevano da appena un'ora abbondante e non avevano ancora stabilito nessun contatto intimo abbastanza forte da permettere una libertà del genere. Per questo scelse di trattenersi, di contenere il desiderio e la voglia di lei, porgendole soltanto il braccio con dimestichezza da galantuomo e buone maniere per iniziare la loro passeggiata lungo le vie zeppe di negozi di El Alamein.
Adesso possiamo andare, grazie infinite della concessione... permette?
55 Minuti più tardi - Strada Commerciale "Oasi della Ricchezza"
Avevano camminato per circa un'ora, spaziando un po' ovunque senza fermarsi troppo da nessuna parte, forse perché la ragazza non era attirata particolarmente da nulla o forse perché si era già fatta in fretta delle idee ma preferiva esplorare ancora prima di decidere. Gli argomenti di conversazione furono prevalentemente leggeri e poco impegnativi, come le proprie preferenze di cibo e stagioni, qualche breve accenno alla loro vita attuale di tutti i giorni e commenti generici sul luogo dove si trovavano e le persone che incontravano per strada. Pur venendo a conoscenza del cognome di Veronique, Kalas non riuscì a ricondurlo a nulla che lo irritasse: nessun collegamento con la famiglia Jakom, almeno secondo quelle che erano le sue informazioni. Inoltre, trovandosi da poco in quel nuovo giro tra Mercenari e vita meno regale, non aveva ancora sentito parlare della bella reputazione che si era costruito il padre della bellissima femmina che camminava al suo fianco, per questo la questione familiare passò molto in secondo piano, specie quando alla domanda sul parlare di più del passato del Dragoniere egli rispose che necessitava di una maggiore affinità e vicinanza con una persona per raccontare certe storie. Raggiunsero una gelateria piuttosto elegante ed in linea con lo stile del quartiere molto altolocato e si presero lui una coppetta e lei un cono, dopo di che si misero seduti su una panchina libera così da gustare tranquillamente il dolce e intanto decidere su cosa fare più tardi, oltre a sapere cosa aveva infine scelto la francese come regalo da parte del suo accompagnatore di quel pomeriggio assolato egiziano.
Stavo pensando... prima di tutto cosa ne direbbe di cominciare a darci del "tu", contando che adesso ci conosciamo un po' meglio...
Iniziò a dire, fissandola attentamente mentre leccava il gelato.
E poi... pensi possa interessarti l'idea di passare la cena con me, nella mia stanza, stasera?
Chiese infine, abbastanza sfacciato ma consapevole del fatto che stavano passando davvero piacevolmente il tempo assieme e non vedeva nulla di male nel ritrovarsi un po' in intimità, lontano da tutto e da tutti, a gustarsi quello che volevano e soprattutto quando e come lo volevano. Attese che Veronique Vireau rispondesse e a prescindere da questo, avrebbe proseguito il discorso come se nulla fosse, in modo da non farle pesare l'aver rifiutato per qualsiasi motivo, che fosse personale o di semplice poca fiducia ancora riposta nell'uomo.
... Per quanto riguarda invece il regalo, alla fine per cosa hai optato?
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