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da Lucas » 14/02/2014, 22:28
Non era abituato a farsi viziare a quel modo: non che Tisifone non fosse dolce o premurosa con lui, ma era ovvio che c'era un'altra predisposizione mentale rispetto ad Estelle; a Lucas sembrava che la francese, rispetto alla russa, fosse più portata ad essere "un angelo del focolare" - sicuramente i capelli biondi, gli occhi azzurri, le guance candide e le labbra rosse, oltre al fisico formoso ed armonioso, l'aiutavano non poco in questo - poiché gli dava l'idea che, per carattere, fosse più vicina a quel tipo di donna, quella che metteva il proprio uomo e la famiglia al primo posto. Questo non voleva dire che Estelle non volesse essere indipendente, avere una sua carriera ed un lavoro che l'appagasse, ma nelle mente di Turner la immaginava tranquillamente anche a stare a casa coi bambini, magari aspettando il suo ritorno a casa - visto che era stato educato in modo classico e dunque doveva essere l'uomo per primo a provvedere al mantenimento della famiglia; Tisifone, al contrario, le sembrava più quel tipo di donna che non avrebbe mai rinunciato alla propria libertà, che non avrebbe mai accettato di stare a casa per accudire dei bambini e lasciare che fosse lui a prendersi cura di tutto. Forse si sbagliava completamente, forse stava del tutto travisando il modo di fare/pensare della Divinante di Hogwarts, ma era comunque quella la sua opnione e non avrebbe mai avuto modo per cambiarla. C'erano comunque altre piccole motivazioni che gli facevano considerare Estelle come perfetta per lui, o perlomeno più di Tisifone: già solo il fatto di essere più vicini d'età gli permetteva di rapportarsi con lei in modo diverso, di avere un rapporto paritario dove i due potevano avere modo di crescere insieme; con la russa, invece, era differente, perché lei essendo più grande era sempre un passo di fronte a lui, e questo l'aveva spesso fatto sentire inadeguato - non perché Tisifone si fosse mai comportata male o come una maestrina, era una cosa che Lucas aveva sentito dentro di sé anche senza che lei facesse qualcosa in particolare per commentarla. A prescindere da tutto, comunque, Estelle si stava dimostrando attenta e premurosa con lui come mai era accaduto: aveva organizzato quella giornata appositamente per loro, ed aveva cucinato tutto per Lucas con amore, con dedizione, non avrebbe nemmeno saputo dire per quante ore - ma di sicuro tante, vista la quantità di roba che aveva appoggiato di fronte al fidanzato. Turner, infatti, non poté non spalancare gli occhi di fronte a tanta abbondanza, e gli venne spontaneo fare una battuta scherzosa sul fatto che davvero le donne prendevano gli uomini per la gola, specie quando presentavano banchetti di quel genere. Si sentiva anche lusingato da tante meticolose attenzioni, onorato di essere così importante da Estelle: e quanto l'avrebbe riempita di solletico se avesse saputo cosa le stava passando per la mente! Non avrebbe mai scelto di stare con lei per rimpiazzare Tisifone - o per non voler stare da solo; il loro incontro era stato talmente casuale da essere, per Turner, quasi voluto dal Destino, che aveva posto la francese sulla sua strada proprio in un momento in cui la sua storia con la collega di Hogwarts era arrivata ad un punto di svolta decisivo. Aveva riscoperto il piacere di stare accanto ad Estelle, di vederla ridere, di conversare con lei, e il desiderio si era riacceso: forse inizialmente era stata una fiamma di passione fisica - e come biasimarlo con cotanta bellezza a disposizione? - ma presto era diventato qualcosa di più profondo, di più intenso, al punto da spingerlo a chiederle di stare insieme. Non era ancora arrivato allo step successivo, al fantomatico "ti amo", non perché non lo provasse ma perché, semplicemente, non passava ogni secondo a chiedersi quando dirglielo, come dirglielo e se fosse il caso o meno di farlo: era convinto che il momento giusto si sarebbe presentato senza bisogno che lui lo cercasse, lasciando solo che le cose facessero il loro corso senza mettere fretta al Fato. La baciò dolcemente sulle labbra, gustandosi il sapore di quella bocca rossa ed invitante che lo faceva impazzire - specie quando sfiorava determinate parti di lui - al punto da fargli desiderare di poter ricominciare ciò che avevano interrotto nemmeno troppo tempo prima: infatti, mentre la baciava, Lucas si permise di scivolare sulla mano per accarezzare con caldo desiderio il seno di lei, giusto per farle nuovamente presente quanto la desiderasse, e come quel bisogno di lei non si spegnesse mai; dopodiché la rassicurò che, nonostante l'abbondanza del cibo preparato dalla donna, comunque non avrebbe condiviso tutta quella roba con nessuno.
Hai fatto la scelta giusta.. visto che ho cucinato tutto questo solo e soltanto per te.
Pensi di viziarmi sempre così?
S'informò Lucas con un sorriso accattivante, prendendo una pannocchia per morderla con gusto, annuendo con aria soddisfatta: non era semplice arrostirle a dovere, si poteva passare dal lasciarla cruda al farla bruciare in meno di un secondo. Diede un altro morso, sempre più gongolante, perché un pranzo del genere non poteva di sicuro permetterselo spesso - c'erano gli elfi di Hogwarts a viziarlo, d'accordo, ma quando poi doveva prepararsi da mangiare da solo, era tutta un'altra storia - e in più rimaneva tanto ben di Merlino ancora da far sparire nel proprio stomaco, sicuramente ben pronto a rendere omaggio a tutto il lavoro fatto da Estelle.
Parlami di te, di ciò che facevi in America, di come hai vissuto. Delle persone che hai conosciuto. Sai, vorrei sapere tutto di te.. vorrei poter dire di essere una di quelle persone importanti a cui ti affideresti e di cui puoi fidarti ciecamente..
Mi fido già di te - replicò Turner, non perché non volesse acconsentire alla sua richiesta ma perché, semplicemente, sentiva che era importante renderla partecipe di quel particolare e del fatto che, appunto, la riteneva una persona degna della sua fiducia - Comunque, vediamo... Quando stavo in America vivevo in un monolocale abbastanza disordinato, il prototipo perfetto dello scapolo giovane e con voglia zero di mettere in ordine - ammise con un gran sorriso - mangiavo quasi sempre fuori, c'era un pub babbano sotto il mio appartamento che faceva ottimi piatti a basso costo... credo di essere stato per un bel po' di tempo il loro migliore cliente, almeno per i primi quattro dei nove gli anni che ho vissuto lì, a New York. Lì la vita è frenetica, in movimento continuo, tanto che a volte arrivi a sentirti quasi... sopraffatto. Io non avrei potuto farcela senza l'amicizia con Noah Pellegrino: è un italo-americano e insegnante del Ministero da cui andai per seguire un Master di Storia della Magia, poiché m'interessava l'argomento; capì fin da subito che era un uomo fuori dal comune, brillante e concreto, e sono felice di dire che diventammo buoni amici... lo siamo ancora adesso, e lui si è anche trasferito a Londra da un po' di tempo, quindi possiamo continuare a mantenere i rapporti come quando abitavo nella Grande Male. E poi, beh, ci sarebbe Julie, ma di lei ti ho già parlato - in realtà Lucas non sapeva che Estelle, la Sanders, l'aveva persino conosciuta - Al di là di tutto, la sua famiglia è stata il mio maggior cliente, visto che mi sono mantenuto dando ripetizioni private di Trasfigurazione... la sorella minore, Margaret, te ne avevo parlato? Lei frequentava la Cyprus all'epoca, ed aveva bisogno di una mano, perciò mi offrii volentieri di aiutarla. Anche lei è una ragazza assolutamente speciale, che mi è rimasta nel cuore.
Si prese un momento di pausa, finendo la pannocchia, prima di ricominciare a parlare, leccandosi intanto le labbra leggermente secche data la sapidità del cibo appena ingerito.
Non posso dire di aver girato tutta New York, ma me la sono visitata per bene grazie a Noah, che mi ha portato in giro il più possibile: ricordo che ci vedevamo di fronte al ristorante dei suoi genitori appena avevo finito di dare ripetizioni, mangiavamo qualcosa lì - in effetti i suoi genitori sono stati per me praticamente una famiglia adottiva nel corso degli ultimi cinque anni passati in America - e poi ci avventuravamo per la città, lasciandoci avvolgere dalla sua vita notturna. Stancante, estenuante da un lato, ma posso dire senza problemi che rifarei tutto da capo, perché ne è assolutamente valsa la pena.
Le sorrise, andando a prendere una pizzetta con le verdure ed il formaggio per darle un morso: base croccante, verdure morbide e saporite, formaggio filante... uno spettacolo. Tuttavia Estelle gli pose una domanda che Lucas non si aspettava, ed alla quale non rispose subito, preferendo chiedere prima da bere: non voleva evitare il quesito, ma voleva pensare bene alle parole da usare in modo tale da essere sincero senza però ferirla - non sapeva quanto la francese potesse essere sensibile nel caso in cui si fosse messo a fare dei complimenti, sinceri tra l'altro, a quella che era la sua ex e che comunque aveva rappresentato qualcosa d'importante, per lui.
C'è del vino, dell'acqua e del thè.. nel cesto.
Si versò dunque del vino bianco in un bicchiere, prendendone un sorso e bagnandosi così le labbra prima di cominciare a spiegarle cosa pensasse di Tisifone, cosa lo avesse attratto della donna: il fatto che non fosse la persona giusta per lui non significava certo dover negare i suoi meriti ed i tanti lati positivi che di lei lo avevano attratto, e che comunque gli facevano ancora provare dell'affetto - ma non dell'amore - per la donna. Studiava lo sguardo di Estelle, mentre parlava, così da capire effettivamente cosa la giovane donna stesse pensando, quali considerazioni avessero preso il controllo della sua mente... eppure non riusciva a capirlo: la francese era al momento quasi una maschera d'imperturbabilità che non gli permetteva di cogliere nulla in lei. Quando ebbe finito di parlare, un lungo momento di silenzio seguì tra i due, al termine del quale fu lui a farle una domanda ben precisa, concedendosi intanto di finire la pizzetta che aveva cominciato a gustare.
Ti risponderei che, inizialmente, è stato colpo di fulmine, ma sarebbe troppo banale. Ma è stato così: al nostro primo incontro sono rimasta letteralmente folgorata. Ma non è stato solo quello. E' stato anche il modo in cui ti sei posto con me, andando oltre i pregiudizi, oltre ciò che dicevano i nostri colleghi su di me. Mi hai dato fiducia e hai deciso, da solo, di conoscermi. Poi è stato quello che è stato, e posso dirti che starti lontana non è stato facile.. non so neanche io perchè.
Le sorrise appena a quelle parole, preferendo non interromperla ma lasciandola piuttosto libera di continuare quel discorso che, secondo lui, la stava mettendo un po' in difficoltà: la capiva, comunque, perché non era semplice lasciarsi andare ed ammettere certe cose, nemmeno quando si stava insieme a qualcuno.
Poi sei tornato, e non so come tu abbia fatto, ma hai dimenticato.. è stato come se non ci fossimo mai separati. Mi hai accettata esattamente per come sono, con i miei pregi ed anche con i miei piccoli segreti imbarazzanti. E quando sono con te mi sento al sicuro. Tutte le mie paure svaniscono. Non so cosa precisamente mi abbia spinta da te. Potrei dire tutto, ma non ci crederesti.
O forse "tutto" è la risposta più vera che potresti darmi.
Commentò Turner, annuendo leggermente: la capiva, perché anche lui all'epoca avrebbe dato la stessa risposta per Tisifone, e l'avrebbe data anche in quel momento per Estelle; la verità era che quando tenevi a qualcuno, quando lo amavi, ogni cosa era motivo di attrazione, ed anche i piccoli difetti potevano essere visti come pregi da amare, che catturavano l'attenzione e la curiosità dell'altro. Così, anche per Estelle il docente di Trasfigurazione avrebbe potuto dire che tutto di lei lo spingeva a starle accanto, ma era felice che la donna avesse cercato di spiegargli con parole sue ciò che provava per lui, e come lo vedeva. Solo quando si fece più seria, non arrabbiata o malinconica, solo seria, si concentrò di più su di lei, donandole tutta la sua attenzione.
Semplicemente.. ti amo.. Lucas.
Aveva detto che non avrebbe cercato il momento giusto, no? Che avrebbe semplicemente atteso che il Destino glielo presentasse davanti senza dover forzare le cose, così da rendere tutto spontaneo e speciale: e così era stato; in quel momento, sentendo le parole di Estelle, il suo cuore ebbe un sussulto, e le labbra si aprirono ad un sorriso spontaneo, in un'espressione felice.
Vieni qui.
Sussurrò, invitandola a raggiungerlo e colmare così la distanza tra loro per prenderla tra le braccia, e baciarla dolcemente sulla bocca, a lungo, accarezzandole la guancia con una mano mentre l'altra la teneva stretta a sé, dalla schiena. Fece durare quel contatto caldo per diversi secondi, fino ad arrivare ad un minuto intero, prima di scostarsi da lei e guardarla intensamente negli occhi... e capire che quello era, in assoluto, il momento perfetto.
Ti amo anch'io.
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Lucas
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da Estelle » 18/02/2014, 14:52
Il tempo sembrava esser volato, eppure erano solo a metà giornata. Forse era stato l'orario un po' troppo mattiniero del loro arrivo. Magari aveva esagerato imponendo a Lucas una certa puntualità quella mattina presto, in un giorno che per Lucas doveva essere di riposo. Ed invece Estelle, cogliendo la palla al balzo, aveva progettato quella giornata quando in realtà potevano restarsene a casa, comodi, a riposare. Ma, seppur provasse a sentirsene in colpa, era più che felice di essere lì con lui, ed anche il fidanzato sembrava esserlo. Gli aveva sicuramente servito una sorpresa, una grande sorpresa. Lucas non avrebbe mai potuto immaginare cosa le passasse per la mente nei giorni precedenti ed anche per i suoi progetti futuri. Ma era tutto da vedersi, e preferiva sempre vivere giorno per giorno, con la speranza che il futuro progettasse per loro altri momenti felici. Sembrava quasi una favola. Assieme a Lucas Turner, a Sharm El Sheik. E quelli erano i sogni che aveva sempre conservato quando era a Lille, da suo padre, lontana da Hogwarts e lontana, soprattutto da lui. In quel periodo riusciva solo a pensare al loro primo incontro, alle loro poche uscite assieme ed al momento in cui avevano deciso di separarsi. Riusciva a pensare che non si vedevano da anni, e che sicuramente Lucas doveva essere felice con Tisifone, in quel periodo. Se lo immaginava magari già impegnato, e questa volta ufficialmente, e con dispiacere pensava che magari non ci sarebbe stata alcuna speranza per loro. Quando poi, suo padre l'aveva costretta a tornare ad Hogwarts, non era tornata con l'intenzione di rivederlo, nè di provare a convincerlo a cambiare strada, e compagna. Era tornata per ricominciare e così aveva fatto. Si era allontanata - in un certo senso - da Hogwarts, acquistando il loft ad Hogsmeade, ed aveva accettato un incarico importante che le aveva portato un pizzico di felicità. Ma, il suo ritorno, ed coinciso anche con il ritorno di Lucas nella sua vita. Per qualche strano motivo, si erano rincontrati, ed Estelle avrebbe voluto dire di no a quell'incontro, se solo avesse potuto. Perchè sapeva a cosa andava incontro. Perchè sapeva che se lo avesse rivisto non lo avrebbe mai più lasciato andare come aveva deciso in precedenza, ormai rassegnato. Poi uno strano scherzo del destino aveva deciso che il ragazzo, casualmente, si fosse appena separato dalla compagna. Ed Estelle avrebbe voluto riderci su, perchè le sembrava davvero uno scherzo molto casuale, ed anche molto piacevole. E senza rendersene conto, poi, tra loro si era creato qualcosa, ed avevano deciso di stare assieme. Le sembrava di essere ancora a Lille, addormentata, presa da un sogno troppo bello per essere vero. Si guardò attorno, ammirando la bellezza di quel luogo magico. Quante cose erano cambiate dal suo ritorno. Avevano letteralmente travolto la sua vita, modificandola velocemente, senza neanche che se ne accorgesse. Ma mai aveva avuto dei rimpianti. Aveva scelto quella vita, ed aveva scelto Lucas. Lo aveva scelto perchè era la sua scelta giusta. Sorrise, guardandolo avvicinarsi a lei. Non esitò oltre e si sporse anche lei verso il suo uomo, assaporando il dolce gusto delle sue labbra sulle proprie, e il movimento lento e sensuale delle loro lingue che si incontravano ancora una volta. Sentiva i soliti brividi familiari percorrerle tutto il corpo, ma non brividi di freddo. Sentiva il bisogno, la voglia ed il desiderio di lui, di quel corpo fantastico, di quell'uomo affascinante e perfetto che ora era solo suo. Si abbandonò al tocco leggero della sua mano sui suoi seni, mugolando di piacere sulle sue labbra, inarcando il bacino verso di lui, lasciandosi andare anche ad un sorrisetto divertito. La stava chiaramente provocando, ma non era affatto un problema. Poi tutto finì, così come era iniziato. Sorrisero entrambi, rimettendosi nelle posizioni precedenti. Estelle, distrattamente, si aggiustò il reggiseno, sotto il top. Pensi di viziarmi sempre così?Le parole del suo fidanzato - fidanzato, si! Le pareva ancora strano anche a lei - la riportarono a quella splendida giornata con lui, a quel pranzo su una spiaggia magica, e a ripensare ai momenti speciali che avevano condiviso assieme durante tutta la mattinata, per non parlare di come avevano fatto l'amore, un'altra prima volta per lei. Sapeva che con Lucas sarebbe stata una continua novità e sorpresa, perchè ormai si poteva affidare a lui, e lasciarsi portare ovunque. E tu pensi di potermi sempre provocare così e poi lasciarmi scontenta?Sorrise, divertita, imponendosi che il divertimento sarebbe arrivato subito dopo il pranzo, quando il sole era più alto nel cielo e la temperatura era maggiore. Non avrebbero mai potuto rischiare di stare sotto il sole a scottarsi gravemente. Rise di quei pensieri, divertita dalla sua audacia, sospirando poi felice quando vide Lucas assaporare con piacere la sua pannocchia. Se deciderai di stare con me, potrei viziarti in questo modo - o anche meglio - ancora ed ancora.Affermò lei, contenta che il pranzo fosse gradito, per il momento. Mai Lucas aveva rifiutato il suo cibo, mai si era lamentato e mai sembrava avesse da ridire. Ma era stata fortunata, con lui. Lucas non aveva gusti precisi, anzi le piaceva molto il fatto che mangiasse tutto senza problemi. Insomma, sembrava proprio che si fossero trovati, due persone che si completavano a vicenda. Era davvero piacevole vedere la loro relazione in questo modo. Ma, ovviamente, il loro stare insieme coincideva anche con il conoscersi. E Lucas, di lei, forse sapeva già molto, mentre Estelle, forse, non aveva mai potuto pensarci visto che sentiva di amarlo anche senza conoscere il suo passato. Ma la curiosità era ovvia. Mi fido già di te.Sorrise ancora, sinceramente contenta di sentirsi dire quelle parole. L'ultima volta che qualcuno le aveva detto di fidarsi di lei era stato quando aveva conosciuto Ferdy, il suo storico migliore amico. Anche io mi fido di te.Pronunciò appena, giusto per dargli una risposta e non lasciare sospesa quella dolce frase che Lucas aveva pronunciato senza problemi e senza pensarci oltre. Restò immobile al suo posto, lo sguardo su di lui, mangiando un altro tramezzino. - Comunque, vediamo... Quando stavo in America vivevo in un monolocale abbastanza disordinato, il prototipo perfetto dello scapolo giovane e con voglia zero di mettere in ordine; mangiavo quasi sempre fuori, c'era un pub babbano sotto il mio appartamento che faceva ottimi piatti a basso costo... credo di essere stato per un bel po' di tempo il loro migliore cliente, almeno per i primi quattro dei nove gli anni che ho vissuto lì, a New York.Forse un po' egoisticamente, pensò che era stata davvero una grande fortuna averla incontrata. Soldi risparmiati, ottimo cibo e, soprattutto, la sua compagnia. Sicuramente, a New York, non aveva avuto tutto ciò. Sorrise di quei suoi pensieri, continuando ad ascoltare. Lì la vita è frenetica, in movimento continuo, tanto che a volte arrivi a sentirti quasi... sopraffatto. Io non avrei potuto farcela senza l'amicizia con Noah Pellegrino: è un italo-americano e insegnante del Ministero da cui andai per seguire un Master di Storia della Magia, poiché m'interessava l'argomento; capì fin da subito che era un uomo fuori dal comune, brillante e concreto, e sono felice di dire che diventammo buoni amici... lo siamo ancora adesso, e lui si è anche trasferito a Londra da un po' di tempo, quindi possiamo continuare a mantenere i rapporti come quando abitavo nella Grande Mela.Mi fa piacere che tu abbia un amico così importante e che possa continuare a mantenere i rapporti con lui.Ammise, sincera, sorridendo. Le faceva piacere che Lucas avesse contatti importanti e persone così nella sua vita, che lo rendessero felice e gli fossero vicini. E poi, beh, ci sarebbe Julie, ma di lei ti ho già parlato. Al di là di tutto, la sua famiglia è stata il mio maggior cliente, visto che mi sono mantenuto dando ripetizioni private di Trasfigurazione... la sorella minore, Margaret, te ne avevo parlato? Lei frequentava la Cyprus all'epoca, ed aveva bisogno di una mano, perciò mi offrii volentieri di aiutarla. Anche lei è una ragazza assolutamente speciale, che mi è rimasta nel cuore.Continuava ad ascoltare, ma questa volta sentiva di essersi bloccato al nome della Sanders. Ricordò il loro primo incontro, esattamente quattro anni prima, quando Lucas aveva appena preso la decisione di scegliere Tisifone al posto di lei. Ricordava anche che il loro incontro non era stato esattamente piacevole. Scacciò quel ricordo, ritenendo che non fosse il momento giusto per parlarne, ed inoltre le sembrava scorretto riportare al presente il passato. Non posso dire di aver girato tutta New York, ma me la sono visitata per bene grazie a Noah, che mi ha portato in giro il più possibile: ricordo che ci vedevamo di fronte al ristorante dei suoi genitori appena avevo finito di dare ripetizioni, mangiavamo qualcosa lì - in effetti i suoi genitori sono stati per me praticamente una famiglia adottiva nel corso degli ultimi cinque anni passati in America - e poi ci avventuravamo per la città, lasciandoci avvolgere dalla sua vita notturna. Stancante, estenuante da un lato, ma posso dire senza problemi che rifarei tutto da capo, perché ne è assolutamente valsa la pena.Passata la distrazione precedente, recepì le ultime parole del fidanzato, sorridendo entusiasta che l'avesse arricchita di così tante informazioni. Era davvero piacevole porre delle domande a Lucas, con la sicurezza che non l'avrebbe lasciata scontenta. Era un uomo preciso ed ordinato. Tra loro calò per un attimo il silenzio, forse a causa sua che ancora ripensava alla Sanders e se dire o no a Lucas del loro incontro. In fondo faceva parte del passato, ma allo stesso modo le sembrava corretto metterlo al corrente. Lucas.. io e Julie abbiamo avuto modo di conoscerci, tempo fa. Esattamente, è stato all'inizio della tua relazione con Tisifone. - Esordì, convinta che forse la notizia lo avrebbe sorpreso. - Tu avevi preso la tua decisione e non so come Julie abbia avuto i miei contatti, ma alla fine mi ha chiesto un incontro.. per parlare di te. Non ricordo perfettamente, è stato tantissimo tempo fa, ma ricordo benissimo che voleva sabotare la tua relazione.. e voleva rendermi complice di ciò. - La pausa che seguì quella confessione le fece notare che magari Lucas poteva fraintenderla, e così pensare che lei centrasse davvero qualcosa con la sua rottura con Tisifone. - Ma alla fine non ho accettato. Vedevo che eri felice, ed anche se ti desideravo, non avrei mai potuto ricorrere ad un metodo così vile per averti. Tu dovevi scegliermi perchè lo sentivi davvero.Restò in silenzio, in modo che il fidanzato potesse assimilare così tante informazioni in una volta sola. Per fortuna, tempo prima, aveva avuto il coraggio di dire no a Julie e di essere capace di andare avanti dopo la scelta di Lucas. Poi la fortuna era stata dalla sua parte, e Lucas era entrato nella sua vita, senza che lei ricorresse ad alcun metodo per averlo. Lucas era entrato nella sua vita per sua scelta, e in quel momento Estelle sentiva di preso davvero la decisione giusta. Ad ogni modo, poi, si passò ad un altro discorso, ed Estelle azzardò qualche domanda che magari Lucas non si aspettava. Sicuramente lo sorprese, e magari lo portò in imbarazzo. Ci fu un altro momento di pausa, mentre Estelle, ansiosa, aspettava una sua risposta. Lo ascoltava rapita mentre Lucas elencava i pregi ed i difetti di Tisifone Samyliak; lo ascoltava percependo dalle sue parole solo quell'amore che un tempo lui provava nei suoi confronti, e che ora sperava fosse cessato, in qualche modo. Non avrebbe mai potuto accettare che Lucas la lasciasse di nuovo per tornare da lei. Ma se quella era la sua scelta, l'avrebbe accettata. Ma non sarebbe tornata sui suoi passi. E poi, quando ebbe finito di parlare, e così i dubbi nella Corvonero crebbero a tal punto da sentirsi quasi minore alla professoressa di Divinazione, Lucas, curioso, le chiese per quale motivo si sentisse attratta da lui. Estelle rispose sincera, riportando un po' del passato, riportando a galla i sentimenti che aveva provato per lui sin dal primo momento, raggiungendo poi il momento perfetto, il momento giusto per quella dichiarazione che aveva sempre desiderato fare. A confessare i sentimenti per lui, per quell'uomo che l'aveva rapita dal primo istante, e che aveva sempre amato, e che ora amava incondizionatamente. Vieni qui.Non esitò un solo istante, sporgendosi verso di lui e accoccolandosi al suo petto, quel petto forte e caldo che la faceva sentire a casa, protetta, ogni volta. I loro sguardi incastrati l'uno nell'altro, e le loro bocche si incontrarono ancora per lasciarsi andare ad un bacio dolce e casto, pieno di quell'amore che poco prima Estelle gli aveva confessato. Sorrise sulle sue labbra, perdendosi in quel contatto e ignorando il fatto che Lucas non le avesse risposto. Non cercava quello. Avrebbe anche accettato il silenzio. Le importava solo aver detto ciò che provava, ed avrebbe atteso che anche lui fosse pronto. Ti amo anch'io.I suoi occhi si allargarono per la sorpresa, e le labbra si incurvarono automaticamente verso l'alto. Stava sorridendo, sorrideva di gioia. Perchè era davvero il loro momento perfetto, e Lucas l'aveva sicuramente sorpresa, perchè Estelle, davvero, non se l'aspettava. Si strinse di più a lui, assaporando ancora il contatto con la sua pelle, e quel momento perfetto in cui si erano dichiarati il loro amore. E quelle parole rimasero sospese, Estelle le ripeteva ancora tra sè. "Lucas mi ama. Lucas mi ama." E lei amava lui. Incondizionatamente.
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Estelle
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da Lucas » 18/02/2014, 18:18
Una giornata perfetta. Forse quella sera sarebbe stato stravolto - si sapeva che il mare stancava anche quando non si faceva nulla di pesante - ma di sicuro ne sarebbe valsa la pena. Estelle lo stava viziando in ogni modo possibile: con la sua presenza, col cibo che aveva preparato appositamente per lui, persino con la location nel quale aveva voluto portarlo, un paradiso incontaminato tutto per loro; era ammirevole tutto ciò che aveva fatto per lui, Lucas si sentiva estremamente fortunato e lusingato, ovviamente. Per quel che ne sapeva lui, era una prerogativa femminile quella di essere circondati da attenzioni, eppure era così che la francese lo faceva sentire: importante, vezzeggiato, coccolato; era premurosa con lui, attenta a farlo stare bene, a farlo sentire sempre felice e soddisfatto almeno per quanto riguardava la loro relazione. In effetti, ogni tanto Turner si chiedeva se riuscisse o meno a rendere la cosa reciproca, e se dunque anche lei si sentisse felice e completa nel loro rapporto pur con il fatto che Lucas non facesse chissà quali gesti eclatanti per lei: certo, ogni tanto la portava fuori a cena, cercava di essere sempre galante con lei e di farla sentire serena... ed il sesso tra loro era una bomba, quindi nemmeno su quello ci sarebbero dovuti essere problemi, ma restava il fatto che, secondo il suo punto di vista, era lui il viziato della coppia. O forse non riusciva ad essere obiettivo, chi poteva dirlo: l'importante era che lei fosse felice, perché lui era, e anche molto.
E tu pensi di potermi sempre provocare così e poi lasciarmi scontenta?
Non sempre... giusto ogni tanto. Sai, per compensare tutte le volte che tu mi provochi con quel tuo splendido corpo o con un sorriso, e io perdo completamente la testa.
Specificò Turner con un sorrisetto divertito e furbo, dei suoi un po' sghembi e per questo ancora più accattivanti - di sicuro più di quelli di circostanza che sì, gli illuminavano il volto, ma non arrivavano a contagiare anche gli occhi.
Se deciderai di stare con me, potrei viziarti in questo modo - o anche meglio - ancora ed ancora.
Mmh, un'offerta decisamente allettante, Miss... sotto ogni punto di vista.
Ovviamente per lui il "farsi viziare" comprendeva un po' tutto: il cibo, la compagnia, e naturalmente il sesso. Il fatto che Estelle fosse vergine l'aveva inizialmente fatto preoccupare, perché aveva temuto di poterle far male la prima volta, e successivamente del fatto che, com'era giusto che fosse, la giovane donna non fosse abbastanza disinvolta e sicura di sé da lasciarsi andare spesso, a livello intimo, con lui; la francese invece gli aveva dimostrato che si sbagliava di grosso, perché fin dal giorno successivo al primo incontro intimo tra loro si era lasciata andare totalmente con lui, pronta a ricevere e dare piacere in maniera incodizionata. Era singolare, ma in senso positivo, l'attrazione che c'era tra loro: quando si guardavano sembrava quasi che delle scosse elettriche attraversassero i loro corpi, unendoli, e Lucas non faceva fatica ad ammettere di avere sempre voglia di lei - anche quando si trovava a Hogwarts e magari pranzava con la donna al tavolo dei professori, in Sala Grande. E vedere Estelle così reciprocamente desiderosa di lui, del suo corpo e del suo calore, era ovviamente qualcosa che lo rendeva orgoglioso e ancora più voglioso di accontentarla, così da accontentare anche se stesso. Persino in quel momento l'avrebbe presa, distesa sotto di lui e portata nuovamente in paradiso, ma non gli sembrava il momento, non quando la compagna gli aveva appena chiesto di parlarle della sua vita in America. Cercò così di essere il più esaustivo possibile, raccontandole ciò che faceva, con chi si vedeva, quale fosse la sua routine che, comunque, non aveva chissà quali picchi d'avventura: certo, sopportare Noah per certi versi era un'avventura, ma di quelle piacevoli e dalle quali non sapevi mai cosa aspettarti.
Mi fa piacere che tu abbia un amico così importante e che possa continuare a mantenere i rapporti con lui.
Noah è più di un amico... è come un fratello maggiore. E un padre, ogni tanto, visto che non posso dire di aver un buon rapporto col mio.
Commentò Lucas con un velo di dispiacere, prima di scrollare le spalle e riprendere il racconto lì da dove lo aveva interrotto: dopotutto non poteva fare nulla se i suoi genitori non riuscivano a digerire il fatto che il figlio avesse voluto intraprendere la sua vita da solo, anche in America e dunque lontano da loro, ed aveva smesso da tempo di sperare che avessero un po' di buon senso da togliersi il broncio insensato che gli tenevano da anni, rifiutando i contatti con lui. Aveva Noah e Tisifone come amici, aveva i colleghi di Hogwarts, e ora aveva anche Estelle... stava bene così, si era rifatto una famiglia anche se non nel senso convenzionale del termine. Perciò proseguì a parlare del suo periodo nella Grande Mela, e di come avesse conosciuto Julie e Margaret, poiché la seconda aveva bisogno di ripetizioni di Trasfigurazione ed era sorella della prima: quello che Estelle gli raccontò poco dopo, sulla donna che l'aveva ferito prima di chiunque altra, lo lasciò per qualche istante senza fiato.
Lucas.. io e Julie abbiamo avuto modo di conoscerci, tempo fa.
... conoscervi?
Esattamente, è stato all'inizio della tua relazione con Tisifone. Tu avevi preso la tua decisione e non so come Julie abbia avuto i miei contatti, ma alla fine mi ha chiesto un incontro.. per parlare di te. Non ricordo perfettamente, è stato tantissimo tempo fa, ma ricordo benissimo che voleva sabotare la tua relazione.. e voleva rendermi complice di ciò.
Si ritrovò a stringere i pugni in un gesto del tutto autonomo ed involontario, lo sguardo che si assottigliava e si faceva più tagliente a quelle parole.
Ma alla fine non ho accettato. Vedevo che eri felice, ed anche se ti desideravo, non avrei mai potuto ricorrere ad un metodo così vile per averti. Tu dovevi scegliermi perchè lo sentivi davvero.
Non disse nulla, inizialmente, leccandosi le labbra al momento secche e passandosi una mano sul viso con un movimento lento, pensieroso: quando Tisifone l'aveva tradito, aveva vagliato la possibilità che c'entrasse Julie... ma Estelle si era incontrata con lei all'inizio della sua relazione con la Divinante, perciò le due cose non potevano, almeno apparentemente, essere collegate. Julie aveva tentato di rovinare il suo rapporto con la donna moltissimi mesi prima che effettivamente ponessero fine al loro rapporto... possibile che avesse aspettato così tanto tempo, fino a raggiungere il suo scopo? Ma anche se così fosse stato, come diavolo aveva fatto a costringere Tisifone a fare quello che aveva fatto? Troppe domande si affollavano nella sua mente, e la cosa che lo faceva più incazzare era non riuscire a dare loro una risposta: si passò una mano tra i capelli con fare frustrato, stizzito quasi, tentando di recuperare il controllo di sé.
... l'hai più vista da allora? Ha più cercato di mettersi in contatto con te?
Le chiese Turner, con aria molto seria: aveva già tentato di fare del male a Tisifone - e non era da escludere che ci fosse riuscita - perciò chi le impediva di fare lo stesso anche con Estelle? Doveva stare molto attento, e magari chissà, affrontarla anche faccia a faccia per capire che intenzioni avesse, e quanto fosse ancora decisa a rovinargli la vita.
Se dovesse farsi vedere, se provasse a minacciarti o ad infastidirti in qualche modo... fammelo sapere subito, d'accordo? Non le permetterò di ferirti.
Perché era già successo, e non avrebbe permesso che accadesse ancora: poteva essere un ingenuo - o "coglione", come ogni tanto lo definiva Noah - ma di sicuro non un recidivo, e non avrebbe lasciato che Julie rovinasse tutto per l'ennesima volta. Si sentiva ancora piuttosto elettrico, a dire il vero, visto quello che era successo, quello che aveva appena scoperto, ma non voleva rovinarsi una giornata tanto piacevole, con lei; per questo tentò di non pensarci più e di concentrarsi solo su Estelle, sulla sua presenza, specie quando lei, poco dopo, gli disse di amarlo. Seppur una parte di lui fosse ancora furioso per Julie, e forse anche un po' irritato per non aver saputo prima di quell'incontro - ma d'altronde Estelle non era la sua ragazza, all'epoca, e lui l'aveva ferita, quindi perché avrebbe dovuto dirglielo? - decise di lasciar perdere tutto e di concentrarsi solo sui sentimenti provati in quel momento: la strinse a sé, la baciò con amore, e le disse che anche lui l'amava, sancendo così definitivamente il loro rapporto. Ora era più che mai convinto di tenere Julie fuori dalle loro vite, e ci sarebbe riuscito a qualsiasi costo. La guardò ancora negli occhi, poi lentamente la fece stendere a terra, la testa appoggiata sul morbido cuscino rosso, coprendola col suo corpo: faceva caldo, ma il vento e il fatto che fossero all'ombra impediva di risentire troppo della temperatura, rendendo quel momento estremamente piacevole e sì, probabilmente caldo ma per motivi che ben esulavano dal clima; con la mano destra andò ad accarezzarle il fianco, poi il seno che strinse appena per sentirla gemere, ed infine la guancia, fissandola negli occhi per tutto il tempo.
Tu sei roba mia. Non lascerò che nessun altro ti tocchi.
Sussurrò, anzi, ringhiò quasi, abbassandosi sul collo della francese per cominciare a baciarlo con desiderio, la mano che scendeva nuovamente sul seno, strofinando il pollice all'altezza della gemma più sensibile di lei per farla indurire, e poi ancora più giù, lungo il fianco, per stringerlo con possessione. Un modo come un altro per scaricare la tensione... il modo migliore per digerire la prima parte del pranzo e portare entrambi sulle vette più alte del piacere.
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da Estelle » 19/02/2014, 17:18
Era una sensazione meravigliosa la convinzione di sapere di appartenere a qualcuno. E se Lucas non le apparteneva, non importava: Estelle apparteneva a lui. Si era totalmente abbandonata a lui, alla loro relazione, alle sue mani avide e a quei contatti a cui mai avrebbe rinunciato. Estelle gli apparteneva perchè se non apparteneva a lui non poteva essere di nessun'altro. Nella vita aveva amato, prima di Lucas, un solo uomo, un ragazzo, per una relazione che l'aveva fatta crescere durante l'adolescenza. Ovviamente, crescendo, aveva imparato molto, ed assieme all'età, ed alla giovinezza, era scomparso anche l'amore, che amore poi non era. Era troppo giovane, troppo dolce, troppo indifesa. Poteva dire di non aver mai potuto conoscere l'amore vero; poteva dirlo perchè anche i suoi genitori non gliene avevano mai dato prova. Ma Lucas era stata la sua svolta. In una vita senza amore, in una vita con due genitori divorziati ed una sorella minore a cui badare, Lucas era il sole che stava cercando. E dal suo primo giorno ad Hogwarts da adulta non aveva voluto nessuno.. a parte lui. Quindi, Estelle era sua, e non poteva esserlo per nessun'altro. Ed ora che poteva davvero dire di averlo tutto per sè, non avrebbe mai permesso a nessuno di separarli. Tra loro poi, in breve tempo, si era subito creata una certa alchimia, forse per l'attrazione fisica innegabile, o forse perchè avevano molto in comune, e riuscivano a sentirsi in sintonia l'uno con l'altra. Non lo sapeva ancora, per Estelle sarebbe stato semplice rispondere a tale quesito perchè lei sapeva di amarlo sin dal primo giorno e sapeva che Lucas, pregi e difetti inclusi, era perfetto, ed era la sua persona. E le piaceva il pensiero di poter andare d'accordo con lui, di poter avere un rapporto anche amichevole. Era questo che cercava in una relazione: oltre che l'amore - perchè magari senza quel sentimento una relazione non poteva andare avanti - , anche l'andare d'accordo, l'essere complici, ridere assieme, divertirsi ed anche sapersi conquistare ogni giorno, in un modo sempre diverso e nuovo. Estelle faceva tutto il possibile per riuscirci, per far sì che quella relazione fosse piacevole anche per il suo uomo, in modo che non ci fosse nulla a separarli e così Lucas non potesse cambiare idea. Si abbandonava, in balia di quelle sensazioni piacevoli che il tocco delle mani di lui sulla sua pelle le provocavano, una bambola nelle mani di un solo uomo, con lui sentiva di potersi spingere oltre, ancora ed ancora, perchè si fidava totalmente di lui. E poi rideva quando lui interrompeva quel contatto piacevole, lasciandola scontenta, in un certo senso. Non sempre... giusto ogni tanto. Sai, per compensare tutte le volte che tu mi provochi con quel tuo splendido corpo o con un sorriso, e io perdo completamente la testa. La cosa è reciproca, Turner. Sapessi cosa provo io ogni volta che posi lo sguardo su di me..Ammise, sorridente, sentendosi per un attimo vulnerabile, ma allo stesso tempo mostrando un'espressione divertita e maliziosa. Era tutto vero: Estelle si sentiva come un cieco che ritrovava la luce. Lucas era davvero il suo sole. E poi, amandolo, amava tutto di lui, ed anche il suo corpo. E da quando i due avevano cominciato a scoprire una certa intimità tra loro, indubbiamente Estelle ne risentiva molto di più, sentendosi maggiormente attratta da quel corpo favoloso che era tutto suo. Mmh, un'offerta decisamente allettante, Miss... sotto ogni punto di vista.Quando vuoi. Sempre pronta.Ribadì, ancora con quell'espressione maliziosa sul volto. La metà inferiore del suo corpo intanto percorsa da un'ondata di calore, mentre avvertiva una fitta di desiderio nel basso ventre. Eppure, quella stessa mattina, si erano divertiti parecchio, dando un bello spettacolo alla natura che li circondava. Ma non ne aveva mai abbastanza, e le sembrava ancora strano tutto ciò, soprattutto l'esser passata dalla ragazza bionda senza un fidanzato, che conservava con gelosia la sua verginità rifiutando di donarla a nessuno; ed ora Lucas era suo, era il suo ragazzo, il suo compagno, ed era stato anche il primo, il più importante, ed anche, sperava, l'unico. E da quel preciso momento, dalla loro prima notte assieme, mai aveva smesso di desiderarlo. Anima e corpo. Ma non era il momento, ed Estelle doveva a malincuore rinunciare, perchè aveva appena deciso di avventurarsi in un racconto, nella storia del suo ragazzo, che le interessava anche molto. Lucas le raccontò delle sue giornate a New York, del suo stile di vita, di come trascorreva le sue giornate. Delle persone che conosceva e che frequentava, e di quelle persone importanti che in qualche modo gli avevano cambiato la vita. A suo modo, Estelle sperava di essere anche lei una di quelle. Noah è più di un amico... è come un fratello maggiore. E un padre, ogni tanto, visto che non posso dire di aver un buon rapporto col mio.Mi piacerebbe conoscerlo, un giorno. Così posso ringraziarlo personalmente per esserti stato accanto.Incredibile quanto fossero simili. Lucas con i suoi problemi con i suoi genitori, in particolar modo, da quanto detto, con il padre; Estelle con i suoi problemi con la madre. Entrambi avevano quel vuoto da colmare, ma Lucas sembrava averlo superato, grazie anche all'aiuto di un amico importante, Noah. Estelle, invece, ancora lottava con sua madre, con l'odio che provava per lei per non aver badato a lei e per esserle stata contro quando la Corvonero aveva preso decisioni importanti. Una figura materna che le era sempre mancata, e che ora stava lottando per essere presente nella vita della sorella minore di Estelle, ma purtroppo non poteva accettarlo, se per fare la madre doveva impedire ad Alya di vivere come voleva. Purtroppo, Estelle, non si rendeva conto che la frase che aveva appena pronunciato, quel desiderio nascosto di poter conoscere di persona Noah, implicava anche conoscere la sua attuale fidanzata, nonchè la ex di Lucas.. Tisifone Samyliak. Con cui non poteva dire di avere un buonissimo rapporto. Lucas continuò a parlare e lei ascoltava, ancora ed ancora, affascinata dalla sua vita e dalla fiducia che stava riponendo in lei nel raccontarle qualcosa di personale. La distrazione fece capolino al nome di Julie Sanders, con cui Estelle aveva avuto a che fare tempo prima, ma Lucas non ne era mai stato al corrente. Sapeva che non sarebbe stato piacevole per lui saperlo, e diede conferma ai suoi pensieri quando lo vide stringere i pugni e restare in silenzio. Non rispose neanche lei, perchè le sembrava di aver già peggiorato la situazione con quella confessione che poteva anche evitare. Ma non riusciva a tenerlo dentro. Ed ora, però, aspettava che Lucas parlasse, con il timore che potesse reputarla colpevole quando invece non lo era affatto, o magari si sentiva confuso, su di lei, sulla relazione con Tisifone e sul rapporto con Julie, tanto da volersi separare anche da lei. Sicuramente, non sarebbe riuscita a tollerarlo. Osservò i suoi movimenti, quel passarsi una mano tra i capelli bruni con fare nervoso, e l'espressione truce sul volto. In quel momento capì che le sue parole lo aveva davvero confuso, e fatto davvero arrabbiare. Ma purtroppo non sapeva dire per cosa, o con chi. ... l'hai più vista da allora? Ha più cercato di mettersi in contatto con te?Parlava, serio in volto, e lei non capiva dove volesse andare a parare. Anche lei riusciva solo a sentirsi confusa in quel momento, cacciando il pensiero che Lucas potesse lasciarla davvero. Non ci siamo più riviste o sentite, da allora. Sono tornata a Lille subito dopo..E terminò così la risposta, sapendo anche che Lucas era al corrente del suo ritorno a Lille sia per i problemi di salute del padre sia anche perchè non riusciva più a vivere in un mondo in cui ci sarebbe stato ancora Lucas, perchè purtroppo il Tassorosso aveva fatto un'altra scelta. A suo modo, comunque, sapeva che Julie non doveva essere una ragazza tranquilla, lo aveva notato quando si erano incontrate, e soprattutto dal motivo del loro incontro. Non sapeva per quale motivo avesse così a cuore Lucas e perchè cercasse in tutti i modi di sabotare le sue relazioni. Ed ora, ora che Lucas ne era al corrente, e dalla sua espressione quando aveva ammesso di averla incontrata, capiva che la situazione poteva essere peggio di quanto pensava. Se dovesse farsi vedere, se provasse a minacciarti o ad infastidirti in qualche modo... fammelo sapere subito, d'accordo? Non le permetterò di ferirti.Annuì soltanto, perchè non c'era bisogno di aggiungere altro. Lucas aveva detto tutto ciò che voleva sentirsi dire. Julie era pericolosa e Lucas si preoccupava per lei e per la loro relazione. Abbozzò un sorriso, allungandosi verso di lui ed accoccolandosi al suo petto. Lucas teneva a lei, e fin quando sarebbe stata sua, sarebbe stata al sicuro. Quanto lo amava. E dopo quel momento importante, quel "ti amo" che tanto attendeva con ansia, Lucas riprese a baciarla ed Estelle si lasciò trasportare dal momento, ricambiando quei suoi baci passionali e amorevoli, portando le mani ad accarezzarlo sotto la maglia, con il desiderio che si accresceva ancora ed ancora. Lo voleva ancora, lo voleva tutto per sè. Quasi come se l'avesse letta nel pensiero, Lucas la portò a distendersi con la testa posata su uno dei morbidi cuscini presenti. Estelle sorrise sulle sue labbra, contenta che anche Lucas la desiderasse in quel momento. Continuavano a baciarsi, ed Estelle continuava a sfiorare la sua bellissima pelle con le mani, a farle scivolare lungo il petto per cominciare a sbottonare non uno, non due, ma tutti i bottoni della sua camicia, con una lentezza straziante e sensuale, mentre Lucas le sfiorava il seno, e lei mugolava di piacere, con il calore che si accresceva dentro e quell'istinto di andargli incontro col bacino ed il desiderio di sentirlo ancora una volta suo, e di poterlo amare ancora. Tu sei roba mia. Non lascerò che nessun altro ti tocchi.E come glielo dimostrava bene. Inarcò la schiena, allungando il collo indietro per permettere alle labbra di Lucas di percorrerlo, mentre lei chiudeva gli occhi e gemeva, stringendo le cosce con forza, sentendo già i primi umori che gli provocava. Il tocco di Lucas sui suoi capezzoli poi non aiutavano, anzi aumentavano il piacere. In balia di quelle bellissime sensazioni, Estelle ansimava, stretta nelle mani di quel ragazzo che sapeva viziarla benissimo. Sono tua, Lucas. Da sempre.Mormorò, lasciandosi andare ancora a quel tocco piacevole, finendo il lavoro cominciato in precedenza e così privando il fidanzato della camicia, per poi andare avanti, ancora ed ancora, privandolo del tutto dei vestiti, ammirando quel corpo perfetto, che era suo, tutto suo. E lo sarebbe stato sempre. E così baciarne ogni singolo centimetro, capovolgendo per un attimo la situazione, lasciandosi andare ai gesti più intimi e sensuali, che avrebbe riservato solo per lui. E lei era sua. Si appartenevano. HOT POST
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da Lucas » 20/02/2014, 14:05
La cosa è reciproca, Turner. Sapessi cosa provo io ogni volta che posi lo sguardo su di me..
Interessante... e perché non provi a spiegarmelo? Sai, tanto per alimentare un po' il mio ego...
La invitò Lucas con un gran sorriso a metà tra il malizioso e il divertito: era consapevole di essere un bell'uomo nel senso oggettivo del termine, ma era la soggettività di ciascuno che contava; se ad una donna piacevano gli uomini coi capelli chiari e gli occhi scuri, ad esempio, lui poteva essere bello quanto voleva, ma non l'avrebbe mai interessata. Sapere che invece suscitava degli istinti, delle sensazioni specifiche e dei desideri in Estelle, per quanto fosse ovvio - altrimenti non l'avrebbe mai voluto come fidanzato e come partner sessuale - lo rendeva curioso di capire cosa, esattamente, lei provasse: un altro modo per conoscerla meglio, per "rubare" determinate informazioni su di lei che nessun altro avrebbe potuto conoscere. Era normale essere gelosi e possessivi della propria compagna, e lui lo era assolutamente, anche dei suoi pensieri: non le avrebbe mai impedito di relazionarsi con le altre persone, naturalmente, né di avere amici o amiche a cui confidare determinate cose... ma voleva esserlo a sua volta, per lei. Non solo un fidanzato, ma anche un amico, qualcuno col quale lei si sarebbe potuta sfogare, con cui avesse la tranquillità di aprirsi sapendo che mai sarebbe stata giudicata: era quello che faceva, secondo lui, un vero amico, e tale voleva essere per la bellissima francese che ora gli stava accanto, sorridendo. Adorava il suo sorriso: era così dolce, solare, genuino, capace quasi di fargli saltare un battito del cuore ogni volta; quando poi gli sorrideva soddisfatta, dopo aver fatto l'amore... quello era decisamente il massimo a cui Lucas potesse aspirare.
Quando vuoi. Sempre pronta.
E anche lui era pronto, in effetti. Il corpo di Turner infatti rispondeva agli stimoli che gli venivano forniti, e la malizia nella voce e nello sguardo di Estelle erano sufficienti da spingere il suo inguine a svegliarsi e crescere in volume, diventando piuttosto duro e teso: naturalmente non disse nulla visto che stavano parlando tanto tranquilli - e non voleva dare l'impressione di non saper parlare con lei senza saltarle addosso - ma non poteva fare a meno di ammettere che quella donna era una sorta di tentazione vivente, per lui. Per distrarsi le parlò di New York, della vita che faceva lì, del caos in cui viveva e dei pasti assurdi che consumava, per coronare poi il racconto con la presentazione, indiretta visto che lui non era presente, del suo migliore amico Noah Pellegrino, una sorta di fratello maggiore/padre, per lui.
Mi piacerebbe conoscerlo, un giorno. Così posso ringraziarlo personalmente per esserti stato accanto.
Non credo ci sarebbero problemi... magari una volta usciamo tutti insieme per un aperitivo, che ne dici?
Le propose, evitando per il momento di nominare Tisifone: non che avesse qualcosa da nascondere alla fidanzata, ma non sapeva ancora se Noah e la Divinante volessero tenere nascosto il loro rapporto, e quindi preferì non parlare prima di dire la cosa sbagliata; se i due gli avessero fatto presente di poter parlare tranquillamente, allora non ci avrebbe pensato due volte a far presente ad Estelle della loro relazione. Dopotutto adesso erano tutti accoppiati, e forse così sarebbe potuta anche nascere una sorta di amicizia tra le due donne, no? Chiaro che un po' Lucas ci sperasse, visto che lui e Noah erano così legate e che con Tisifone avevano instaurato un rapporto di affetto amichevole che lo faceva stare bene, e che sembrava rendere felice anche lei. Quel bel momento, quei progetti mentali di Turner, vennero spazzati via non appena si entrò nell'argomento Julie: Estelle infatti gli rivelò di averla conosciuta, e di essere stata anche presa in considerazione dalla Sanders nel tentativo di sabotare la sua relazione con Tisifone, all'epoca, una proposta che la francese aveva rifiutato; chiaramente la prima reazione dell'uomo fu di rabbia pura nei confronti dell'americana, tanto da stringere i pugni quasi fino a farsi male, perché la voglia di spaccare qualcosa era tanto, troppo forte. Sapeva che qualcosa aveva fatto, che aveva perlomeno tentato di mettersi tra loro, altrimenti perché cercare Tisifone e lasciargli poi quel biglietto a scuola? - nemmeno sapeva ancora come, tra l'altro. E naturalmente veniva spontaneo domandarsi anche un'altra cosa: c'entrava lei col tradimento della Divinante nei suoi confronti? A prescindere da quanto successo dopo, a prescindere dalla scelta di Lucas di non voler più stare con lei, comunque la donna era stata umiliata e costretta in qualche modo a fare qualcosa che non voleva. Era colpa di Julie? Quel pensiero lo portò a chiedersi anche per un secondo se avesse dovuto rivalutare tutto ciò che era successo dopo, la sua decisione di non stare più con Tisifone: quella sorta di domanda interiore, però, durò poco; in fondo Lucas sapeva anche prima delle parole di Estelle che la Divinante era stata obbligata all'epoca ad andare a letto con uno sconosciuto, perché qualcuno l'aveva, non si sapeva come o quando, costretta, come l'aveva costretta poi a dimenticare tutto... il fatto che potesse essere o meno Julie non cambiava le considerazioni che Turner aveva fatto quando aveva scoperto la cosa, non modificava la sua idea di non riuscire più a stare con lei. No, non avrebbe abbandonato Estelle ora che aveva saputo quelle cose e si era fatto determinate idee sulla colpevolezza di Julie, perché la francese non c'entrava nulla, e non avrebbe avuto senso punirla: al contrario, a Turner venne spontaneo preoccuparsi all'istante per lei, per la sua incolumità, non sapendo quanto la Sanders volesse ancora mettersi tra loro. Per questo le domandò subito se l'avesse più vista dopo quella volta, se in qualche modo avesse avuto altri contatti con lei.
Non ci siamo più riviste o sentite, da allora. Sono tornata a Lille subito dopo..
Annuì, ricordando bene la partenza improvvisa di Estelle per andare dal padre, e di come non fosse tornata per molto tempo: la cosa lo rendeva più tranquillo, naturalmente, ma fino ad un certo punto. Per quel poco che ne sapeva lui, Julie Sanders si trovava ancora in Inghilterra, e dunque poteva rappresentare una minaccia per la sua relazione e, prima ancora, per la serenità di Estelle: per questo le disse, anzi, quasi le ordinò di fargli sapere all'istante se avesse ricevuto notizie da parte dell'americana, perché solo sapendolo per tempo avrebbe potuto proteggerla al meglio. Non le avrebbe mai permesso di toccare le persone a cui teneva, l'avrebbe fermata a qualsiasi costo: per questo attirò Estelle a sé, quasi un modo per farla sentire protetta e al sicuro tra le sue braccia, sussurrandole che l'amava mentre la guardava negli occhi. Quel momento di adrenalina pura l'aveva talmente mandato su di giri che, in qualche modo, si sarebbe per forza dovuto sfogare: certo, avrebbe potuto mettersi a correre per chilometri, dare qualche calcio ad una roccia fino a rompersi il piede, nuotare per un paio d'ore... ma aveva un'altra opzione accanto a sé, e decisamente più gradita; solo Estelle poteva ridargli, in quel frangente, la serenità di cui aveva bisogno e che aveva momentamente perso, solo lei poteva fargli dimenticare quei brutti pensieri e la rabbia che ancora lo fomentava da dentro. Si abbandonò, dunque, al desiderio che provava per la francese, lasciandosi spogliare della camicia mentre cominciava a baciarle il collo e stringeva il suo corpo a sé, con possessione, perché tutto di lei gli apparteneva.
Sono tua, Lucas. Da sempre.
E per sempre.
Sussurrò sulla sua bocca l'uomo, prima di lasciarsi andare alla lussuria del momento, prima di vezzeggiare il suo corpo in mille modi, facendogli quasi prendere fuoco prima di portarlo col proprio all'apice del piacere, su quel lembo di spiaggia che, per la seconda volta da quella mattina, si sarebbe riempito del suono dei loro gemiti e del loro godimento.
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Furono le prime parole che Lucas pronunciò dopo diversi minuti di silenzio a seguito dell'orgasmo che lo aveva stravolto: era disteso di lato, con lo sguardo in quello della fidanzata di fronte a sé, un braccio posato sotto la testa come appoggio e l'altro allungato verso Estelle, così da permettere alla mano di lui di accarezzarle lentamente il fianco.
Giusto per fugare ogni tuo dubbio... non ho rimesso in discussione la nostra relazione, dopo quello che mi hai detto - perché se c'era una cosa che aveva capito di lei, era che spesso la francese si sentiva molto insicura, anche quando non aveva motivo per esserlo - Ti ho detto che ti amavo in quel momento... e te lo posso ripetere anche ora, perché lo penso. Ti amo.
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da Estelle » 24/02/2014, 13:38
Interessante... e perché non provi a spiegarmelo? Sai, tanto per alimentare un po' il mio ego...
La curiosità era lecita, e sicuramente non poteva negargliela. Per un attimo, si pentì di aver parlato, perchè ora, in effetti, non sapeva in che modo rispondere. In precedenza, aveva illuminato Lucas su come l'avesse travolta al loro primo incontro, portandola a prendersi davvero una cotta di quelle potenti, e poi di come l'avesse di nuovo travolta quando aveva deciso di lasciarla e così vivere felice con un'altra donna. Gli aveva anche spiegato di come fosse partita per il padre, ed anche a causa sua. Insomma, Lucas di informazioni ne aveva, ed anche abbastanza. Ed Estelle ora pareva una vittima d'amore. S'impose di riuscire a superare tale figura, in modo da essere per Lucas non una ventiquattrenne indifesa e fragile, ma una donna indipendente, che sapeva, in qualche modo, dargli corda quando doveva. Una donna con cui combattere, e non sentirsi potente. Ma Lucas non era così. Lucas era un uomo impeccabile, un uomo a tutti gli effetti, e mai sarebbe stato capace di farle del male fisicamente. Ma faceva bene poi a dargli tutta quella fiducia? Un interrogativo che pareva non riuscire a trovare risposta.
Sai perfettamente di essere perfetto quanto un Michelangelo. Lo dimostra la fila intera di alunne e colleghe che sbavano per te.
Ammise con fare divertito, non lasciando trapelare come, in qualche modo, questo la rendesse gelosa. Ma solo un pochino. In fondo, anche con la fila di alunne e colleghe interessate al Tassorosso, lei aveva già vinto, in qualche modo. Lucas aveva scelto lei, a quanto pareva, e anche se non c'era la certezza che tra loro andasse tutto a meraviglia, per il momento sembrava che tra loro andasse bene, e che assieme fossero felici. Rise tra sè pensando a come le sue alunne dovessero invidiarla, ma le sembrò di essere abbastanza vanitosa, perciò rimosse quel pensiero all'istante. Riportò l'attenzione al fidanzato, a quel corpo scolpito perfettamente dalla natura che ad ogni minimo movimento riusciva a darle certe sensazioni che neanche lei riusciva a spiegarsi, visto che era solo da qualche mese che aveva imparato a conviverci. Se l'avesse saputo suo padre. Rise al solo pensiero di suo padre che veniva a conoscenza della sua dote ormai assente. Se lo immaginava seduto comodamente al divano, che non le rivolgeva più la parola. E seppur quell'immagine fosse divertente, s'impose di non rivelare mai e poi mai al padre quel piccolo dettaglio della sua vita. Ricordò poi le lettera scambiate con lui nei mesi precedenti, e di come gli avesse parlato bene di Lucas e tutto ciò che faceva assieme; del loro primo appuntamento al parco divertimenti e del loro primo bacio, anche se non erano ufficialmente fidanzati. Gli raccontò di come Lucas le chiese di diventare la sua fidanzata, ovviamente saltando i momenti più scottanti della serata. Suo padre sembrava contento per lei, lo era davvero, ed erano anche tante le volte che la incitava nel ritornare a Lille in dolce compagnia, così da poter conoscere Lucas, l'uomo che la stava rendendo felice. Estelle aveva sempre evitato l'argomento, rimandando in ogni momento, per paura che magari Lucas la piantasse da un momento all'altro. Ma, alla fine, si decise che qualunque cosa fosse successa tra loro, alla fine era in quel momento che era davvero felice, e in qualche modo, tra loro, qualcosa di ufficiale c'era. Ma, ovviamente, tempo al tempo. C'era tempo per tutto.
Non credo ci sarebbero problemi... magari una volta usciamo tutti insieme per un aperitivo, che ne dici?
Ne sarei lieta.
Ed in effetti lo era davvero. L'idea di poter conoscere una persona che era stata, e che attualmente lo era ancora, importante per il suo fidanzato la rendeva felice. Si sentiva, in qualche modo, facente parte della sua vita, così. Ma, ovviamente, la sua risposta le venne spontanea, con quella contentezza che sicuramente non avrebbe avuto se fosse stata a conoscenza della verità. Ovviamente, non avendo avuto modo di conoscere Noah personalmente, non aveva neanche avuto modo di essere informata sulla sua relazione con Tisifone Samyliak, docente di Divinazione, nonchè ex fidanzata del suo attuale fidanzato. Era un ciclo che non sarebbe terminato mai. E Tisifone avrebbe fatto ancora parte della vita di Lucas, in qualche modo. Quindi, se ne fosse stata a conoscenza, avrebbe preferito sicuramente tacere, e rimandare quell'incontro ancora ed ancora. Sapeva che tale odio nei confronti della Divinante non portava a nulla, ma le era spontaneo. Forse perchè non era ancora sicura che tra lei e Lucas fosse realmente tutto concluso. O forse era il semplice motivo che lei non sarebbe mai stata alla sua altezza.
Restò in silenzio ancora ad ascoltare il racconto di Lucas sulla sua vita, e poi quell'idillio fu spezzato dai suoi sensi di colpa, e da quel piccolo particolare che gli aveva tenuto nascosto per tutto quel tempo. O meglio, lo aveva semplicemente rimosso, così come aveva cercato di rimuovere Lucas dalla sua vita durante la permanenza a Lille con il padre, ed ora che Lucas aveva ingenuamente citato il suo nome, quel ricordo era semplicemente tornato a galla. E quindi, in totale sincerità, perchè quella doveva esserci tra loro, aveva deciso di parlargliene, sperando che ciò non cambiasse nulla nel loro rapporto. Lucas sembrava molto irritato, ed anche molto arrabbiato. Non poteva di certo biasimarlo, ma il suo istinto le diceva che non era solo per quella notizia, per tante altre cose che avrebbero potuto essere collegate a quella. Che centrasse Tisifone? Evitò di chiederselo, di porsi ulteriori domande sulla ex, perchè ciò la portava solo ad avere ulteriori dubbi su se stessa e sulla loro relazione, che non aveva affatto intenzione di far concludere così, senza motivo, o con una banalità, o a causa dei suoi dubbi. Non le chiese altro, se non se le due si fossero incontrate ancora. E dopo avergli risposto, lo vide ammutolirsi, e quindi essere distratto dai suoi pensieri. E, non volendo infierire oltre, lasciò che Lucas sbollisse da sè la rabbia. Lei si limitò a restare in silenzio, accanto a lui, a mangiare un pezzo di pizza rustica, buonissima, ma che dato il momento non riusciva a gustare davvero. Poi si mosse ed Estelle sobbalzò, sorpresa da quel cambiamento improvviso del suo umore. Sorrise quando Lucas le si fece vicino, e si accoccolò gentilmente al suo petto. Lucas le disse che l'amava, e quello per lei fu un momento magico, che mai avrebbe dimenticato. E presi dalla passione, come sempre ogni volta che si sfioravano, questa volta decidendo di poter andare oltre, abbandonando l'idea di continuare il pranzo in serenità, Estelle si abbandonò a lui, alla passione ed al desiderio che stava crescendo dentro di lei. Assaporando quel momento, privò Lucas dei suoi vestiti, lasciandosi andare al tocco sensuale delle sue mani, e a quei gemiti che le sfuggivano d'istinto dalle labbra. Estelle era sua. In quel momento.
E per sempre.
Si, per sempre.
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Queste le prime parole tra loro, dopo quel momento di passione tra loro, e il piacere massimo raggiunto da entrambi. Distesa nuda accanto al corpo altrettanto nudo del fidanzato, chiuse gli occhi, mugolando ancora di piacere per i residui dell'orgasmo raggiunto poco prima. Lucas riusciva davvero a portarla al massimo del piacere, e lei si sentiva amata tra le sue braccia, in un modo davvero eccezionale. Si, ora andava sicuramente molto meglio, anzi, meravigliosamente. Sorrise tra sè, per quel pensiero, restando in silenzio, con il vento che sfiorava il suo corpo nudo ancora caldo data l'attività fisica appena svolta.
Giusto per fugare ogni tuo dubbio... non ho rimesso in discussione la nostra relazione, dopo quello che mi hai detto. Ti ho detto che ti amavo in quel momento... e te lo posso ripetere anche ora, perché lo penso. Ti amo.
Schiuse gli occhi, sorridendo, imitando il fidanzato e così mettendosi di lato anche lei. Avrebbe pensato che Lucas, per quella giornata, non glielo ripetesse ancora, ma ora che lo aveva fatto ripetè tra sè quelle due paroline che la riempivano di gioia, in modo da conservarne il ricordo ancora ed ancora, assaporando quel momento, sentendosi per la prima volta davvero, davvero innamorata di un uomo.
Avrò sempre dei dubbi su me stessa.. ma mai su di te. - Ammise, sorridendo ancora, portando il braccio a mezz'aria in modo da posare il palmo della mano destra alla sua guancia, accarezzandogliela. Gli occhi azzurri fissi nei suoi.- Ti amo anche io. Ti amo davvero.
E restarono ancora così, beati, a godersi quel momento.. e poi a godersi quella giornata perfetta, dalle mille sorprese. Perfetta semplicemente perchè erano assieme.
{FINE}
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da Tariq » 13/05/2017, 22:38
Sharm el-sheikh 14 Agosto 2113 Costa Sud-Est Yacht Sotto Copertura
Dal giorno seguente, il Maggiore dei Sicari sarebbe andato ufficialmente in vacanza, sia da loro che dalla Task Force, per tre lunghe settimane di immortalità. Il Tenente lo avrebbe seguito, o meglio, forse avrebbe evitato di stare in mezzo ai genitali per tutti e ventuno i giorni ma con Carlyle non si poteva mai stare sicuri. Ad ogni modo, visto che spettava a Tariq decidere il luogo dell'ultima missione da svolgere prima delle ferie, l'uomo scelse come meta il suo paese d'origine, l'Egitto. In tal modo, una volta concluso, se ne sarebbe potuto andare direttamente a trovare la famiglia e poi a godersi il Sole, il Mare e il vero relax.
Sergente, ci sono nuove per quanto riguarda il MagiSonar?
Aveva deciso che sarebbe bastato lui, il Tenente Jung e il Sergente Schtauffen, ormai elemento fisso delle missioni del Maggiore e la motivazione era anche abbastanza risaputa. O meglio, molti del Q.G. ancora ignoravano la situazione, ma il Capitano Darksteel tutto poteva essere meno che cieco e alla fine la cosa gli andava bene se poi le missioni riuscissero. Il Superiore aveva dato il compito alla donna di controllare il Sonar Magico in modo che tenesse sott'occhio i movimenti di eventuali persone nascoste sul fondale marino. Era abbastanza improbabile che ci fosse qualcuno ma considerando che si credeva sgombra la zona, non c'era da stupirsi se si fosse deciso di muoversi in tal senso.
In teoria non dovrebbero individuarci come un ostacolo, ma restiamo con gli occhi aperti...
Sia lui che il Sergente avevano dovuto indossare degli abiti civili per far finta di essere una semplice coppia in barca e in vacanza. Ultimamente in quella precisa parte di Sharm el-sheikh venivano effettuati degli scambi illegali di denaro per delle pietre preziose magiche recuperate in alcune grotte sottomarine. I minerali acquistati erano poi utilizzati per creare degli esplosivi di eccezionale potenza, motivo per cui rintracciare i colpevoli e metterli al gabbio risultava di massima importanza. Lui e Beatriz avevano il compito di controllare la zona marina, mentre Carlyle quella a terra. Il Tenente come copertura era un semplice bagnante solitario.
... Credo sia entrato anche fin troppo nella parte...
Sospirò, evitando di commentare quanto fosse alle volte coglione il suo carissimo amico, ma visto che ipoteticamente il coglione lo facesse solo per finta, gliele faceva passare tutte. Ad un tratto, mentre stavano ancora aspettando segni di vita da parte di qualche movimento sospetto e strano, un'altra imbarcazione recante lo stemma dei Vigilanti gli si accostò. Tariq fece cenno svelto al Sergente di controllare il numero di serie della barca e raffrontarlo con la lista in loro possesso delle imbarcazioni Ministeriali Omologate. Non appena la donna gli fece cenno che quella non fosse assolutamente una vera imbarcazione dei Vigilanti, annuì, indicandole di accostarlo ed abbracciarlo amorevolmente.
Buona Giornata Signori! Disturbiamo?
Oh no no Agenti! Ci mancherebbe! Io e la mia Signora ci stavamo godendo il Viaggio di Nozze. Vero cara?
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da Beatriz » 14/05/2017, 10:35
Sharm el-sheikh Costa Sud-Est Yacht Sotto Copertura 14 Agosto 2113
Un'altra missione prima delle vacanze. Quella parola -"vacanza"- era totalmente priva di significato per la Schtauffen. Non era mai andata in vacanza da quando aveva memoria, probabilmente perché lei non sapeva cosa significava rilassarsi e godersi del meritato riposo. Era sempre attenta, vigile, sospettosa. Come se si aspettasse in ogni momento un attacco imprevisto ed improvviso. Non voleva farsi trovare impreparata. Per questo per lei andare in vacanza era un concetto molto relativo. Tuttavia, da qualche tempo, stava imparando a non disdegnare il sole e la spiaggia: il paesaggio era così incantevole e tranquillo da far nascere in lei, spontaneamente, un senso di pace interiore. Forse, una volta conclusa la missione, avrebbe anche potuto pensare di passare un po' del suo tempo libero in qualche spiaggia. Non quelle piene di gente e confusione, no. Una spiaggia deserta, solitaria. Soltanto lei, la natura ed il silenzio che la cullava. Un vero e proprio sogno ad occhi aperti. Ma prima era necessario che la donna completasse con successo la missione per cui si trovava lì, in abiti civili, insieme al suo Superiore.
Sergente, ci sono nuove per quanto riguarda il MagiSonar?
No, signore. Tutto nella norma.
Di tanto in tanto, lo sguardo fisso e concentrato sull'attrezzo magimeccanico si spostava per fissare di sfuggita Tariq. Ultimamente era diventato molto più difficile nascondere quanto l'uomo la affascinasse. Al Quartier Generale, standosene sempre per i fatti propri, nessuno dei suoi colleghi Sicari aveva fatto troppo caso al tipo di relazione che si era instaurato fra il Maggiore ed il Sergente. Si contavano sulla punta delle dita le persone che se ne erano accorti -fra cui il migliore amico del Yusuf, il Tenent Jung- ma per il resto ognuno seguiva la propria strada e a Beatriz stava bene così. Sembrava che non ci fossero state migliorie da quando Tariq aveva scelto di prenderla -per modo di dire- sotto la sua "ala protettiva". In verità i miglioramenti c'erano eccome, semplicemente essi procedevano con lentezza per questo la loro portata poteva risultare invisibile ad un occhio poco attento. Ma sicuramente questo non era il caso del Maggiore.
In teoria non dovrebbero individuarci come un ostacolo, ma restiamo con gli occhi aperti...
Sissignore.
Rispose come suo solito e quando l'uomo si voltò, dandole la schiena, il suo sguardo si alzò nuovamente dal Magisonar, fissandolo per un brevissimo lasso di tempo in contemplazione. Sentiva il desiderio di un contatto più fisico fra di loro e il fatto di non poterlo esaudire diventava, come ogni volta, una lenta e opprimente tortura.
Vestita in quel modo, avrebbe potuto ingannare chiunque. Fingeva di essere una persona normale, con una vita normale ed una normalissima storia d'amore. Tuttavia quella finzione sarebbe potuta saltare immediatamente non appena qualcuno avesse cercato di scavare un po' più a fondo, immediatamente al di sotto della superficie. E, purtroppo per la mezza tedesca, quel pericolo si materializzò in breve, quando una falsa pattuglia di Vigilanti si accostò allo yacht dove si trovavano lei e il Maggiore. Beatriz sembrò accarezzare la gonna del vestito, come se stesse sistemando una piega invisibile; in verità la Sicaria volle accertarsi che la sua preziosa bacchetta fosse esattamente al suo posto, ovvero tenuta ben ferma e ancorata alla coscia da una fondina nascosta. Tariq le fece cenno di avvicinarsi e di abbracciarlo, cosa che lei fece eseguendo, come al solito, ogni suo ordine.
Buona Giornata Signori! Disturbiamo?
Oh no no Agenti! Ci mancherebbe! Io e la mia Signora ci stavamo godendo il Viaggio di Nozze. Vero cara?
Le stava chiedendo di bluffare. Ma lei non era assolutamente capace di bluffare. Gli rivolse un'espressione perplessa, seriamente in difficoltà per quell'uscita da parte del Yusuf. Cosa avrebbe dovuto rispondere? Come si sarebbe dovuta atteggiare? Alla fine scelse di seguire un po' le mosse che stava attuando lo stesso Tariq: si strinse ancora di più a lui e lo fissò negli occhi. Non sapeva come si guardavano due innamorati, ma poteva sempre dimostrarsi rapita dall'uomo che aveva affianco. Quello le riusciva bene.
Sì, caro...
Ed infine... L'accenno di un sorriso, vagamente timido.
Sarebbero riusciti ad ingannarli o le scarse doti di recitazione della Schtauffe avrebbero fatto saltare la loro copertura?
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da Tariq » 14/05/2017, 22:20
Buona Giornata Signori! Disturbiamo?
Oh no no Agenti! Ci mancherebbe! Io e la mia Signora ci stavamo godendo il Viaggio di Nozze. Vero cara?
Il Sergente fece inizialmente un'espressione molto perplessa e presa alla sprovvista, vista la situazione non certo congeniale alle sue normali capacità militari. Tuttavia Tariq sapeva perfettamente quanto ella fosse impedita nel recitare ma sapeva esattamente come sistemare la questione. Una volta che Beatriz si volse a fissarlo, confermando e facendo un sorriso un po' tirato ma ugualmente convincente, il Yusuf sorrise a sua volta con trasporto. In barba alla presenza dei finti Vigilanti, scese col viso e le diede un lungo bacio sulle labbra, sapendo alla perfezione che con esso l'avrebbe sciolta.
Ehm... Coff... Coff... Scusate...
Una volta staccatosi dalle morbide labbra carnose della Schtauffen, probabilmente tutti avrebbero potuto notare l'espressione un po' persa della donna. Era proprio quella che serviva al fine di convincere meglio gli ospiti indesiderati che loro fossero realmente una coppia di novelli sposini. Ci poteva stare un po' di imbarazzo iniziale da parte della signora Yusuf, no? Il Maggiore tornò a guardare gli uomini, contandone soltanto due, quindi tutta roba facile, mentre in lontananza Carlyle... Giocava coi granchi.
INTANTO
È un po' inutile che mi guardi con quella faccia!
Non vorrei puntarti la bacchetta addosso in modo così irrispettoso, ma se poi fossi un Animagus che cerca di fare il furbo? Prova a capire, è semplicemente una manovra di sicurezza, potresti anche evitare di fare quegli occhietti offesi... ... Guarda, facciamo subito subito: "Animaleus Nobodyx"! ... Visto? Tutto a posto, fatto! C'è voluto molto? Dai su su, ora puoi andare, ho visto una granchietta niente male qualche scoglio più avanti, fatti valere!
TRALASCIANDO
Non volevamo disturbare, ma questa in teoria sarebbe zona protetta per un ordinamento ministeriale. Gradiremmo quindi che vi allontanaste per continuare a garantire la sicurezza del perimetro.
Sicurezza in che senso? Non riesco proprio a capire!
Non siamo autorizzati a dare spiegazioni.
Ma sono certo che apprezzerete una fetta di torta, non è così? Mia moglie fa dei dolci incredibili, potrei dire di averla sposata anche per le sue doti in cucina! Tesoro, vai sotto coperta e prendi una fetta abbondante di torta per questi così diligenti Vigilanti. Se lo meritano, con tutto il lavoro che svolgono sotto il cocente Sole d'Agosto.
Tariq scese con la mano al centro della schiena di Beatriz e le diede quattro tocchi specifici: due col pollice e due con il mignolo. Era il segnale in codice tra i Sicari per indicare una manovra di aggiramento e circondamento, in parole povere, il Sergente sarebbe dovuto scendere in coperta e sbucare a prua. Da lì, arrivare silenziosamente alle spalle degli altri due Agenti (tutti e quattro stavano di fronte a Tariq) e attaccarli per metterli fuori gioco, possibilmente tramite bacchetta. Una volta eseguito l'ordine, gli altri due Agenti più avanti si voltarono di scatto alzando le bacchette ma il Maggiore, mollando due pugni in testa ad entrambi, li fece svenire.
Lavoro eccellente, Sergente. Adesso mentre io provvedo a controllare le divise e scoprire se hanno qualcosa di interessante addosso, lei scenda nella loro imbarcazione e la ispezioni a fondo.
Beatriz avrebbe scoperto ben poco nell'imbarcazione, fino a quando non avesse controllato dentro una botola magazzino nella zona del motore di avviamento magico. Lì, ben nascoste, stavano delle casse e al loro interno parecchio minerale grezzo appena estratto dal fondale marino e pronto per essere venduto a largo. Evidentemente quello era il punto di partenza e doveva essercene anche uno di arrivo, non c'erano dubbi. Nel frattempo, Tariq tolse dalle divise degli Agenti delle micro spie, riducendole in polvere, ma lasciandone solo una accesa, in modo da far sì che gli aiuti non intervenissero.
... Magnifico. Con un po' di fortuna, i falsi Agenti vengono inviati random senza un tipo di conoscenza precisa. Richiamiamo il Tenente ed indossiamo le divise con i distintivi. Uno di loro aveva una mappa della baia con sopra un indicatore lampeggiante: sicuramente è lì l'incontro con i compratori.
Poco dopo, in spiaggia.
... Oh no, il segnale di ricongiungimento. E ti pareva che la pacchia non finisse presto. Per una volta che toccava a me la parte del vacanziero! ARRIVO, ARRIVO!
Mentre intanto, sullo yacht.
Non le sta niente male la divisa da Vigilante, sa Sergente? Quasi quasi mi fa venir voglia di una bella scena tra me e lei, dove io sono il galeotto che si libera in prigione ed aggredisce la Vigilantessa. Un po' di corpo a corpo per tenersi in forma e poi se lei riesce a sconfiggermi, la scena finisce, ma se la sconfiggo io... ... I galeotti sanno essere davvero terribili con le sbirre prigioniere.
Le sussurrò quel dettaglio con una voce decisamente più graffiante, roca e calda, fissandola con uno sguardo abbastanza malvagio e malizioso, poco prima che arrivasse Lyle a bordo.
... Mettiti quella divisa...
Altra occhiata verso Beatriz.
... Si parte.
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da Beatriz » 16/05/2017, 18:55
Aveva fatto del suo meglio. Non poteva spingersi oltre a fingere, altrimenti sarebbe stato palese a tutti che lei, che loro non erano veramente una coppia di novelli sposi. Beatriz cercò anche di sorridere, ma gli angoli della sua bocca si tesero all'insù giusto qualche secondo. Per fortuna che Tariq sapeva come fugare ogni possibile dubbio. Prima che ella potesse fare altro, la strinse più forte a sé, scendendo con il viso e dandole un bacio carico di trasporto che la lasciò senza fiato. E quando si tolse, la sua espressione -visibilmente eccitata- convinse i finti Vigilanti di trovarsi realmente di fronte a marito e moglie, facendo loro abbassare la guardia.
Non volevamo disturbare, ma questa in teoria sarebbe zona protetta per un ordinamento ministeriale. Gradiremmo quindi che vi allontanaste per continuare a garantire la sicurezza del perimetro.
Sicurezza in che senso? Non riesco proprio a capire!
Non siamo autorizzati a dare spiegazioni.
Ma sono certo che apprezzerete una fetta di torta, non è così? Mia moglie fa dei dolci incredibili, potrei dire di averla sposata anche per le sue doti in cucina! Tesoro, vai sotto coperta e prendi una fetta abbondante di torta per questi così diligenti Vigilanti. Se lo meritano, con tutto il lavoro che svolgono sotto il cocente Sole d'Agosto.
Sentì la pressione delle dita dell'uomo alla base della schiena, interpretando quel messaggio in codice e annuendo senza aggiungere una sola parola. In fondo poteva sembrare una mogliettina con poca voglia di parlare e piuttosto sulle sue. Ma anche servizievole e pronta ad eseguire ogni disposizione del marito. Scese sotto coperta, dirigendosi verso la seconda uscita -quella che sbucava sulla prua dello yacht- voltandosi a fissare i quattro Vigilanti. Erano tutti rivolti verso il Maggiore, due più avanti e due poco più dietro. Lei si sarebbe occupata di quelli più lontani da Tariq, provocando un effetto sorpresa che avrebbe permesso al collega e Superiore di mandarli facilmente K.O. Muovendosi silenziosamente, la Sicaria raggiunse i primi due obiettivi, stendendoli con uno Stupeficium ben assestato al centro della schiena dell'uno e dell'altro. Il resto sarebbe toccato al Yusuf.
Lavoro eccellente, Sergente. Adesso mentre io provvedo a controllare le divise e scoprire se hanno qualcosa di interessante addosso, lei scenda nella loro imbarcazione e la ispezioni a fondo.
Sissignore.
Quando erano in missione odiava e amava al tempo stesso quei momenti. Le piaceva eseguire gli ordini, svolgere il suo lavoro, l'adrenalina del combattimento e le situazioni di pericolo che affrontava, ma odiava sentirsi sempre come se avesse un fuoco dentro che ardeva in mezzo alle sue gambe e non poterlo spegnere in nessun modo. Nonostante questo, le sue prestazioni non calavano mai, perché di solito -quando il Maggiore era ben disposto- riceveva qualcosa di molto eccitante come premio che la Schtauffen non voleva assolutamente farsi mancare. Andò in perlustrazione e solo dopo aver controllato dentro una botola all'interno della sala motore riuscì a trovare le prove che servivano. Una volta constatata la presenza del minerale grezzo, la donna risalì sullo yacht, dando le dovute informazioni al suo Superiore.
... Magnifico. Con un po' di fortuna, i falsi Agenti vengono inviati random senza un tipo di conoscenza precisa. Richiamiamo il Tenente ed indossiamo le divise con i distintivi. Uno di loro aveva una mappa della baia con sopra un indicatore lampeggiante: sicuramente è lì l'incontro con i compratori.
Inviò il segnale per richiamare Carlyle dalla spiaggia, dopodiché si preoccupò di indossare la propria divisa spogliandosi sotto gli occhi del suo Maggiore. Non era un problema la nudità per lei, ma non c'era nulla di erotico o vagamente seducente in quello che stava facendo. Non era un pensiero spontaneo quello di sedurre un uomo in una situazione che si prestava tanto bene per quell'occasione. Tuttavia ci pensò Tariq stesso a sfruttare il momento, una volta che lui e il Sergente furono vestiti in tutto e per tutto come due Vigilanti. Tanto dovevano attendere l'arrivo del Tenente Jung, quindi era giusto approfittare dell'attesa per surriscaldare un po' l'animo -ed il corpo- della sua sottoposta.
Non le sta niente male la divisa da Vigilante, sa Sergente?
La ringrazio Maggiore.
Quasi quasi mi fa venir voglia di una bella scena tra me e lei, dove io sono il galeotto che si libera in prigione ed aggredisce la Vigilantessa.
...?
Un po' di corpo a corpo per tenersi in forma e poi se lei riesce a sconfiggermi, la scena finisce, ma se la sconfiggo io... ... I galeotti sanno essere davvero terribili con le sbirre prigioniere.
Ebbe più di un brivido di piacere. Perché la situazione era stuzzicante, specie sapendo che non era affatto facile battere il suo Maggiore in uno scontro fisico. Ma c'era un piccolo particolare che la rendeva molto perplessa e poco propensa a lasciarsi andare. Una perplessità che l'uomo poteva leggere con molta facilità sul suo viso.
... Lo sa che non so recitare.
Era seria nel dirlo, perché come sempre lei prendeva tutto quello che diceva Tariq con serietà. Quando invece lo vide farsi una bella risata e scuotere la testa, la sua perplessità aumentò di colpo, chiedendosi se l'altro fosse riuscito a prenderla in giro. Perché altrimenti come spiegarsi quella risata da parte sua dopo che lei gli aveva risposto?
Ho detto qualcosa di divertente?
Non riusciva a capirlo per cui domandava che le venissero spiegate determinate dinamiche. Ma ben presto non ci fu tempo, visto che finalmente Carlyle si degnò di arrivare sull'imbarcazione. Non sembrava particolarmente contento, ma anche lui fu costretto ad indossare la divisa da Vigilante. E una volta fatto, finalmente venne dato l'ordine di agire.
... Si parte.
Sissignore.
L'ultimo tocco furono gli occhiali da sole. Pratici, proteggevano dai raggi solari ed in più nascondevano gli occhi dietro un paio di lenti scure e indecifrabili. Con quelli addosso, si sentiva molto più protetta dagli sguardi degli altri.
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