Aveiro (aˈvɐiɾu) è un comune portoghese di 73.335 abitanti, capoluogo del distretto di Aveiro. È suddiviso in 14 freguesias. È un comune con discontinuità territoriali, visto che comprende alcune isole. Situata nell'Ovest del Portogallo, si affaccia sull'Oceano Atlantico.
[22 Dicembre 2110 - Pub "Tempestade", Aveiro - Ore 23:30]
Eccolo... dovrebbe essere questo...
Camminava con gli occhi rivolti all'insù l'irlandese, cercando con lo sguardo il pub magico del quale le aveva parlato Shuyun. L'Ignis Sagitta le aveva permesso di presentarsi in uno dei due locali -quello portoghese oppure quello tedesco- qualora la futura investigatrice avesse voluto scambiare quattro chiacchiere con lui. In realtà il Muramasa non era sembrato tanto favorevole a proseguire una qualsivoglia relazione con la O'Neill, ma questo non aveva frenato il desiderio di Cappie di rivederlo anche solo per poter parlare con lui. La Gilda era ancora qualcosa di nuovo per lei e pur riconoscendosi come facente parte di un gruppo numeroso, accogliente e soprattutto caloroso -l'analogia era d'obbligo- al tempo stesso si sentiva quasi esclusa dal resto degli altri Ignis, come se non riuscisse ad integrarsi davvero in quella realtà. La colpa non era certo dei suoi confratelli -le suonava strano chiamarli in quel modo- ma probabilmente della sua mente che faceva davvero fatica ad elaborare e razionalizzare tutto ciò che le era accaduto in quei mesi. Era cambiata, per certi versi era diventata un'altra persona e guardarsi allo specchio era quasi sempre uno shock perchè era sempre più facile non riconoscersi piuttosto che vedere i tratti di lei che erano rimasti gli stessi. Scosse la testa, facendo ondeggiare la lunga treccia che le pendeva da un lato. Non voleva pensare a quello, adesso, voleva semplicemente entrare all'interno del pub, sperando di trovare non solo un ambiente riparato dal freddo ma anche la persona che stava cercando. Non appena il corpo venne investito da una zaffata di aria calda e stantia, la O'Neill si sbottonò all'istante il cappotto pesante, rivelando il suo vestiario di quella sera: jeans attillati, maglioncino di cachemire color rosso scuro con scollatura a barca e stivali foderati all'interno di colore scuro, per mantenere i piedi caldi. Rimase per qualche secondo sulla soglia, scrutando l'interno con gli occhi chiari, cercando di abituarsi al buio del locale. Ma era mai possibile che stessero cercando di risparmiare sull'elettricità? Ovviamente, essendo in un pub magico, neanche avrebbero dovuto porsi quel problema. In ogni caso, nonostante la sua ricerca, Cappie si rese subito conto che di Heiji non vi era alcuna traccia.
... Che palle!
Sbuffò quasi scocciata. Era vero però che l'investigatore non le aveva dato un orario preciso, affermando solo che era presente in quel locale il mercoledì notte.
Tanto vale che lo aspetti qui, magari si farà vivo...
Si disse, prendendo posto ad un tavolino vuoto dopo aver ordinato e preso una bella burrobirra calda. Non doveva fare altro che aspettare, ma ovviamente la O'Neill non era il tipo di persona capace di attendere immobile e in silenzio. Per fortuna che almeno all'interno della borsa a tracolla -oltre alla bacchetta e ad altri oggetti- aveva portato con sè Ermes. Non poteva farlo uscire fuori, ma sapere di non essere completamente da sola era una gran bella consolazione.
Le luci del locale iniziarono a spegnersi, tutte tranne quelle che puntavano sul piccolo palco adibito alle performance musicali dal vivo. Caroline Priscilla O'Neill si era seduta già da diversi minuti, ignara che la presenza di Shuyun partisse dalla Mezzanotte in poi. Non era obbligato a renderglielo noto, d'altronde non voleva rotture di palle, men che meno da gente che sperava di avere la pappa subito pronta. Con molta tranquillità e una lentezza tipica del suo momento di riflessione, la figura dell'investigatore privato apparve da dietro le quinte, subito applaudita. Era una costante per tutti gli assidui frequentatori del locale sentire la sua musica il Mercoledì notte, una musica che lasciava il segno. Commenti a bassa voce, fischi di approvazione e aspettativa alle stelle di persone con in mano bicchieri pieni di alcolici, mentre l'uomo estraeva la sua fida alleata, un modello di chitarra elettrica non solo estremamente costoso, ma anche elegante, di classe, lucida e perfettamente accordata.
Gli lanciarono uno sgabello che afferrò al volo con la destra, facendo capire che quella non era altri se non una costante abitudine. Prese posto, dopo essersi tolto il giubbotto di cuoio nero e rimanendo con una maglia a maniche lunghe, attillata, con bottoni sulla spalla, bianca. I pantaloni erano di jeans, neri, i quali lasciavano intravedere sul fondo degli stivali bianchi di finto pitone, con piccolo tacchetto di mezzo centimetro. Un lungo respiro, occhi chiusi, nella penombra, senza ancora accorgersi della insolita ospite venuta lì appositamente per lui. Solleticò le corde e il suono si dipanò per tutti gli angoli, amplificato dalle casse laterali: era perfetto, senza sbafi, senza stridi, insomma una poesia. Leccandosi le labbra quasi come se fosse deciso a fare l'amore con quello strumento e non semplicemente suonarlo, iniziò a darsi del tempo col piede senza fare alcun rumore, ondeggiando con la testa, poi, da un secondo all'altro, diede vita alla melodia che fece venire la pelle d'oca a chiunque lì dentro.
[ Talento/Arte: 36 - Carisma/Arte: 31 ]
La musica era molto morbida, incisiva sicuramente, ma non aggressiva, piuttosto viva, quasi tangibile, vera e articolata. Seppur sembrasse semplice da replicare, le variazioni che avvenivano sullo strumento erano molteplici e complesse a livello tecnico. Ma per Shuyun tutto sembrava avere una linearità sconvolgente: non temeva di sbagliare, tant'è che mentre suonava continuava a stare ad occhi chiusi. Il tempo parve quasi fermarsi, nessuno più osava muovere un muscolo o bere il proprio drink, quasi per la paura di disturbarlo. In realtà, quel tipo di musica aveva ipnotizzato tutti, concedendo attimi di emozioni uniche, emozioni personali e indecifrabili. Poi, ad un tratto, mentre si dedicava sempre al proprio strumento e al proprio sound, l'uomo percepì una scintilla forte di elettricità provenire da uno dei tanti tavoli disposti e per quello spalancò le palpebre, soffermando lo sguardo sulla ragazza, scrutandola così a fondo che parve quasi sondarle l'anima.
Qualche minuto più tardi, terminò la performance e l'uomo, proprio come era venuto, si alzò e si allontanò, ricevendo complimenti ed ovazioni. Non si inchinò, non disse una parola e non rivolse sorrisi a nessuno, scomparve semplicemente, mentre molti in mezzo al pubblico commentavano il fatto che ormai era un comportamento abituale e che non si stranivano più ormai. In mezzo ai vari chiacchiericci, la bionda avrebbe anche potuto sentire che l'unico pagamento che riceveva e voleva era solo una birra fresca in bottiglia che poi puntualmente consumava all'angolo della strada dello stesso locale. Questo significava che se voleva parlarci, evidentemente doveva seguire quella pista ed uscire. Se così avesse fatto, allora lo avrebbe individuato sotto un lampione accesso, intento a sorseggiare il suo drink babbano al malto, fissando un punto qualsiasi, con al fianco la fedele chitarra elettrica in custodia. Bastò che l'irlandese si avvicinasse di qualche metro per percepire l'aura di potenza elementale permeare tutto il corpo dell'uomo, molto più che in passato.
Il tempo continuava a passare senza che di Shuyun vi fosse traccia. Testarda come un mulo, Cappie continuava ad attenderlo, voltandosi ogni volta che sentiva aprirsi la porta d'ingresso del locale e ritornando a bere la sua burrobirra quando realizzava che il nuovo arrivato non era la persona che stava cercando. Aveva anche dovuto respingere i tentativi di approccio di qualche ragazzo, lasciando capire che era già impegnata e che stava aspettando qualcuno. Dopo circa mezz'ora le luci all'interno del pub si spensero, lasciandone accesa solo una che illuminava un piccolo palchetto su cui si trovava in quel momento l'Ignis Sagitta. L'irlandese fece un balzo, sentendo il proprio elemento agitarsi insieme a lei per effetto della presenza di Shuyun nel locale. Tuttavia, non sembrava che l'orientale prestasse molta attenzione al pubblico e men che meno a lei. L'unica cosa che voleva -questo almeno pensò Cappie- era suonare la sua chitarra e fu esattamente ciò che fece.
Non appena le corde vibrarono sotto le dita del Sagitta, la O'Neill sentì distintamente un fulmine attraversarle con una scarica elettrica tutto il corpo, facendole venire la pelle d'oca, allargando le pupille degli occhi e direzionando senza possibilità di opporsi ogni singola attenzione su Shuyun. Aveva sempre considerato Typhon uno dei chitarristi più bravi che avesse mai conosciuto, ma il Sagitta -in quel momento- lo stava battendo alla grande. Cappie osservava le dita muoversi, formando variazioni che lei si sarebbe solo potuta sognare, ammirandone non solo la bravura tecnica, ma anche il sound e le emozioni che con quel semplice strumento riusciva a trasmettere. Perchè di emozioni ne stava trasmettendo tante, come se la chitarra cantasse da sola. Gli occhi dell'Ignis si sollevarono, fissandoli in quelli della sua sottoposta. E in quel momento l'irlandese si ritrovò a sentirsi nuda sotto il suo sguardo diretto, provando uno strano calore all'altezza dello stomaco e poco più in basso, nel punto dove si congiungevano le cosce...
...
Si stava eccitando. Cappie sgranò gli occhi, sentendosi assurda in quel momento ma anche giustificandosi perchè sapeva di non poter resistere all'attrazione che in quel momento Shuyun esercitava su di lei: era un campo magnetico, un connubio di tutto ciò che faceva impazzire la O'Neill -la musica, il carisma, il fascino del suo sguardo oscuro- ma anche dell'elemento che si alimentava con e per la musica suonata dal Sagitta.
Heiji... a-aspett...!
L'esibizione finì e l'uomo scomparve così come era venuto. La Ignis Fulmen bevve l'ultimo sorso di burrobirra velocemente -aveva la gola secca e una gran sete- prima di correre verso il barista del locale e chiedere informazioni sul misterioso musicista. Venuta a conoscenza che lo avrebbe probabilmente trovato all'esterno del pub, la ragazza si fiondò verso di esso allacciandosi nuovamente il cappotto e girando la testa a destra e a sinistra, alla ricerca dell'investigatore. E quando finalmente i suoi occhi incrociarono la figura del Sagitta, il corpo si mosse in automatico, andandogli incontro con un'espressione un po'... imbambolata! L'elemento si ingrossava man mano che l'irlandese si avvicinava all'uomo, un passo dopo l'altro, venendo investita dalla potenza che si sprigionava dal suo corpo. Era la personificazione del Fulmine stesso, questo riusciva a percepire, e in quel momento i suoi occhi lo fissavano -senza rendersene conto- con intensa devozione.
... Cosa vuoi?
Meno male che bastò quell'unica frase -detta in maniera anche brusca- a far riprendere un poco la ragazza, che si riscosse dal proprio torpore fissando ora Shuyun con sguardo più serio e poi... allegro e un po' bambinesco.
Un "Ciao, come stai?" andava bene!
Si sentiva ancora un po' scombussolata, ma l'aria fredda della notte era un bell'incentivo a rimanere sveglia e a fissare il Sagitta negli occhi, solo che -a differenza di lui- Cappie non aveva alcuna intenzione di sondarne l'anima, ma semplicemente di mantenere la testa alta di fronte al suo Sagitta e unico Ignis con il quale sentiva di avere un profondo legame.
Avevo voglia di venirla a trovare e così ho fatto un salto al pub che mi hai indicato tu... c-cioè lei, volevo dire lei.- sottolineò quell'ultima parte, perchè voleva che l'altro fosse consapevole di essere stato lui a dirle dove trovarlo, non certo lei ad averglielo strappato con la forza -Non mi aspettavo di vedere la sua esibizione, lei è stato...- favoloso? Eccitante? Mi sono bagnata persa? -... bravissimo!
Sorrise, portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio un po' imbarazzata, perchè sapeva che determinate sensazioni avrebbe dovuto provarle solo col proprio ragazzo. Ma stare con Axell l'aveva anche abituata a non dare troppo peso alle sensazioni che poteva provare in particolari circostanze: analizzando il tutto da un punto di vista razionale, il suo corpo -complice quel 30% di sessualità in più grazie ad Irina- non aveva fatto altro che avere una reazione del tutto normale. L'importante era che l'unica persona con la quale avrebbe voluto fare sesso fosse stato Axell. Anzi, con la carica sessuale che si ritrovava addosso in quel momento, probabilmente una volta tornata a casa non lo avrebbe fatto dormire per tutta la notte.
Mi ha riconosciuto subito, come ha fatto?
Probabilmente Heiji non aveva avuto nessuna particolare impressione su di lei, mentre per Cappie era accaduto tutto il contrario: ogni volta che pensava all'uomo non poteva fare altro che vederlo come colui che era stata predestinata ad incontrare fin dall'inizio della sua avventura nella Gilda.
Mi auguro tu non sia qui per approntare una lezione di buone maniere.
Avevo voglia di venirla a trovare e così ho fatto un salto al pub che mi hai indicato tu... c-cioè lei, volevo dire lei.
Shuyun prese un lungo sorso di birra, ascoltandola silenziosamente, come se avesse la testa da tutt'altra parte. In realtà era bene attento alle parole della biondina, semplicemente gli andava poco di ascoltare, aveva altri grattacapi ai quali pensare. Tuttavia non la allontanò, in fondo era pur sempre una Consorella per di più risvegliata proprio da lui.
Non mi aspettavo di vedere la sua esibizione, lei è stato... bravissimo!
... Arriva al dunque.
Mi ha riconosciuto subito, come ha fatto?
Inspirò profondamente, leccandosi le labbra che ancora sapevano di birra. Gesti lenti, calmi, forse sensuali da un certo punto di vista, La verità era che all'uomo non andava minimamente di risultarlo, era il suo comportamento naturale, naturalmente misterioso. Con la mano le fece cenno di avvicinarsi, fare qualche altro passo, voltandosi poi a fissarla, ancora con quegli occhi penetranti.
Non esistono moltissimi "Ignis Fulmen" sulla faccia del pianeta, Caroline Priscilla O'Neill.
E giusto per non farsi mancare nulla, le fece anche presente che ricordava alla perfezione il suo nome, magari sorprendendola. Una delle prime caratteristiche di un bravo investigatore era senza dubbio la memoria e Shuyun, anche in quanto Ignis elemento Elettro, ne aveva da vendere. Terminato il proprio drink, lanciò indietro il contenitore, centrando il secchio, sempre nello stesso identico punto da circa tre anni.
La fusione con Irina ti ha cambiata molto. Tuttavia il vostro spirito non è affatto instabile. Avete trovato un Equilibrio forte, solido. Non tutti i Fulmini del passato potrebbero dire lo stesso. Ma non credo tu sia arrivata fino a qui per mostrarmi i tuoi progressi, o la tua preparazione dell'educazione.
Voleva che la giovane ex Tassorosso arrivasse al sodo, soprattutto perché non sarebbe rimasto lì ancora per molto, ma qualcosa interruppe il loro dialogo. Un urlo, per la precisione, proveniente dall'interno del locale nel quale poc'anzi Shuyun aveva suonato e lei aveva consumato un'ordinazione. Di istinto, il detective si mosse con uno scatto svelto, a prescindere che la ragazza l'avesse seguito o meno, entrando nel pub.
No... Kim... No... Chi è stato... CHI E' STATO?!
Qualora fossero entrati entrambi sul luogo dell'urlo, sia Shuyun che Caroline Priscilla avrebbero notato un uomo sulla trentina a terra, con il corpo di una ragazza accoltellata all'addome, ormai spacciata. Tutta una folla intorno a loro e il proprietario del locale che, velocemente, si prodigò per andare a chiamare le autorità competenti, dimenticandosi però di fare una cosa fondamentale.
... Attivate il meccanismo interno di anti-smaterializzazione e bloccate tutte le uscite. Nessuno dei presenti deve muovere un muscolo, che è successo con esattezza?
Sigh... Sigh... Noi eravamo qui ad ascoltare la musica... Poi... Poi... ... Quando è arrivato il buio tra uno spettacolo e un altro, qualcuno ha trafitto la mia fidanzata, uccidendola!
Chi erano gli individui più vicini di tavolo al suo?
Questi quattro uomini!
Esclamò il ragazzo, indicando quattro persone a varie distanze l'una dall'altra, ma nessuna di esse con in mano l'arma del delitto.
Voi quattro... Bene... Come vi chiamate e cosa avete da dire?
I più vicini in assoluto alla ragazza erano Juan e Pablo! ... Ah, scusate, sono Roger...
Mi chiamo Frederick e di sicuro non sono stato io!
Il mio nome è Juan, e sono certo che sia stato quel tipo, l'ho visto nell'ombra con qualcosa in mano!
Io? Sei completamente pazzo! E' stato Frederick, non appena è accaduto il fatto l'ho visto allontanarsi più in fretta di tutti! Parola di Pablo.
Il proprietario tornò in fretta e furia, trafelato, avvertendo che le autorità sarebbero arrivate entro tempi brevi. Nel frattempo, Shuyun incrociò le braccia al petto, rimanendo silenzioso e serio, anzi, gelido, osservando negli occhi ognuno degli indiziati. Al termine di una decina di secondi, con una scrollata di spalle, si avviò in direzione di una zona precisa del locale, rivolgendosi alla ragazza.
Vuoi diventare investigatrice, giusto? Arrivare alla verità su chi sia stato a far fuori la poveretta è uno scherzo. Occupatene tu, io vado a recuperare l'arma.
Mi auguro tu non sia qui per approntare una lezione di buone maniere.
Non si sarebbe mai permessa di fare una cosa del genere. Al massimo sperava in un'accoglienza un po' più calorosa da parte dell'uomo, ma questo non glielo avrebbe mai fatto presente anche perchè si sentiva davvero ridicola a pensare e volere una cosa del genere. Invece, risponse con tutta l'allegria di cui era provvista, spiegando che il suo unico intento era stato quello di venirlo a trovare e parlare un po' con lui. Della Gilda, di altro, quello non le importava molto: voleva conoscere Shuyun, ma sembrava che l'investigatore non avesse alcuna intenzione di aprirsi nei confronti della Ignis.
Mi ha riconosciuto subito, come ha fatto?
Fissò Heiji mentre finiva di bere la propria birra, poi quei gesti lenti e morbidi con i quali terminava di assaporare ogni singola goccia d'alcool: forse era proprio il suo elemento a renderlo tanto fascinoso e attraente per la O'Neill, una O'Neill ancora in subbuglio dopo l'esibizione spettacolare del Sagitta. Si avvicinò all'uomo, annullando la distanza fra di loro al minimo cenno da parte sua.
Non esistono moltissimi "Ignis Fulmen" sulla faccia del pianeta, Caroline Priscilla O'Neill.
Già è vero. Le avevano spiegato che solo i gradi più alti potevano percepire l'elemento di un gildato, una caratteristica che a lei era stata negata pur essendo arrivata ad uno stadio simile a quello finale. In ogni caso, le guance si tinsero di porpora, mentre Cappie mormorava un "giusto, ha ragione" continuando a fissarlo.
La fusione con Irina ti ha cambiata molto. Tuttavia il vostro spirito non è affatto instabile. Avete trovato un Equilibrio forte, solido. Non tutti i Fulmini del passato potrebbero dire lo stesso. Ma non credo tu sia arrivata fino a qui per mostrarmi i tuoi progressi, o la tua preparazione dell'educazione.
No, non era per quello che era venuta lì. Ma prima che potesse fiatare, le attenzioni dei due Ignis vennero rivolte verso le urla che si sentirono provenire dall'interno del locale. Bacchetta subito alla mano, Cappie si diresse insieme a Shuyun dentro il "Tempestade" osservando la scena raccapricciante di un delitto in piena regola. La ragazza era stramazzata al suolo, con il sangue che fluiva da una ferita all'addome. L'uomo che la reggeva -il fidanzato- piangeva disperato, spiegando l'accaduto all'investigatore che, molto più esperto della O'Neill, non si era lasciato coinvolgere emotivamente da quella scena, interrogando subito i presenti. Gli occhi di Cappie invece non riuscivano a smettere di guardare la donna esanime, chiedendo se fossero già stati chiamati i soccorsi per aiutarla, se vi fosse un medimago lì dentro, pronta a castare un incantesimo per arrestare l'emorragia. Aveva già mormorato un Ferula -probabilmente inutile- quando Heiji attirò la sua attenzione proprio nel mentre parlava con i quattro principali sospettati.
Voi quattro... Bene... Come vi chiamate e cosa avete da dire?
I più vicini in assoluto alla ragazza erano Juan e Pablo! ... Ah, scusate, sono Roger...
Mi chiamo Frederick e di sicuro non sono stato io!
Il mio nome è Juan, e sono certo che sia stato quel tipo, l'ho visto nell'ombra con qualcosa in mano!
Io? Sei completamente pazzo! E' stato Frederick, non appena è accaduto il fatto l'ho visto allontanarsi più in fretta di tutti! Parola di Pablo.
Sembrava che tutti e quattro stessero cercando di incolparsi a vicenda, rendendo la situazione confusa e poco chiara. Non per il Muramasa, però, che dopo una decina di secondi sembrò aver trovato la soluzione, ma invece che dirla apertamente preferì lasciare questo compito ad un'altra persona.
Vuoi diventare investigatrice, giusto?
Sì...
Arrivare alla verità su chi sia stato a far fuori la poveretta è uno scherzo. Occupatene tu, io vado a recuperare l'arma.
Lo fissò allontanarsi, sentendo il cuore accelerare e il peso di quella responsabilità ricadere sulle sue spalle. Ovviamente Heiji non le avrebbe permesso di sbagliare persona, tuttavia il peso non era quello di accusare un innocente, ma quello di essere stata appena messa sotto esame dal suo Sagitta.
Non pensare a questo... Pensa semplicemente che quella ragazza merita giustizia.
Come suo padre. Se in mezzo a loro si fosse trovato l'assassino di Nathaniel O'Neill, Cappie avrebbe mantenuto i nervi saldi pur di scoprire chi fosse. Avvicinandosi ai quattro, l'irlandese li fissò uno ad uno, riflettendo attentamente sulle loro dichiarazioni. Due di loro dicevano di aver visto chi era l'assassino, uno in maniera più esplicita rispetto all'altro. Un altro si professava innocente e un altro ancora dava un indizio in più su chi fosse l'uomo più vicino alla vittima.
E' evidente che uno di loro sta mentendo...
E se avesse scoperto chi, avrebbe anche trovato il colpevole. Ancora una volta, Cappie ripassò mentalmente le loro affermazioni.
Roger afferma che i più vicini erano Juan e Pablo.
Ma se quella fosse stata una menzogna, anche Juan avrebbe mentito e così anche Frederick. Troppi bugiardi, decisamente non era quella l'ipotesi giusta.
Frederick si professa innocente.
Ma se la sua fosse una bugia, allora si ritornava al discorso di prima, ovvero che anche Juan stava mentendo. Ancora una volta c'era un bugiardo di troppo.
E se fosse invece solo Juan il bugiardo?
Impossibile. Juan accusava Pablo, che a sua volta accusava Frederick, che si dichiara non colpevole. Ma se Juan avesse mentito, allora anche Pablo avrebbe mentito nell'accusare Frederick. Il suo ragionamento la stava portando verso un'unica pista. Dopo circa mezz'ora [d20:3 + Elaborazione 13= 16 / d20: 13 + Intuito(P): 23= 36], finalmente Cappie giunse alla soluzione o almeno sperava che fosse quella. Fissò Pablo ancora una volta, poi si spostò verso il punto dove si trovava Shuyun, probabilmente con l'arma del delitto nascosta da qualche parte, in attesa della sua risposta.
Credo che il colpevole sia Pablo.- disse infine con serietà, sperando di non aver preso una grossa cantonata -Tutti hanno detto la propria su quanto è accaduto, ma se davvero l'assassino si nasconde fra uno di loro, allora qualcuno non ha detto la verità. Se fosse stato Roger, gli altri due avrebbero mentito per cui... prima ipotesi scartata. Se fosse Frederick il colpevole, anche Juan avrebbe detto una bugia. Via anche questa. Juan il bugiardo? Allora è un bugiardo anche Pablo. Non ci siamo.
Spiegava il proprio ragionamento, anche aiutandosi con i gesti, per poi giungere infine alla sua soluzione.
Se Pablo fosse l'unico ad aver mentito, allora tutto combacerebbe: Roger avrebbe detto il vero nell'affermare che le persone più vicine erano Juan e Pablo. Anche Juan direbbe il vero, perchè lui sta accusando direttamente Pablo dell'omicidio. Frederick dice di essere innocente... e visto che Pablo mente nel dire che è lui il colpevole, allora sta dicendo la verità.
Era riuscita a spiegarsi? Sperava di sì, ma adesso provava uno strano nodo allo stomaco mentre fissava Shuyun in attesa del suo verdetto.
... E' così?
Decisamente lei non possedeva la sicurezza di un investigatore veterano come Marshall o il Muramasa stesso.
Shuyun, comodamente seduto ad un tavolo, si fece portare un'altra birra, che prese a sorseggiare non appena gli arrivò, tranquillo e pacato. Erano trascorsi all'incirca una quarantina di minuti o forse poco meno, da quando Caroline Priscilla aveva iniziato ad analizzare la situazione. Anche le autorità, incapaci di sapersi decidere, pur essendo arrivate si trovarono a dover aspettare, chiamando un Ispettore od un Commissario. Regnava il silenzio più assoluto, anzi, forse di tanto in tanto si faceva viva la voce di qualche testimone che parlava ed incolpava, spazientito.
Credo che il colpevole sia Pablo.
Tutti quanti si voltarono, ovviamente Pablo compreso, fissando la bionda con aria stranita e perplessa. Alcuni si erano addirittura dimenticati che Shuyun le aveva lasciato il compito di trovare il colpevole dell'omicidio, fidanzato della vittima compreso. Shuyun non disse nulla e la sua espressione non mutò di una virgola, limitandosi a bere ancora un sorso di birra ed invitando la ragazzina a proseguire.
Tutti hanno detto la propria su quanto è accaduto, ma se davvero l'assassino si nasconde fra uno di loro, allora qualcuno non ha detto la verità.
Come? Cosa? Spiegati meglio per favore!
Inveì il padrone del locale, affiancato anche da due Agenti della Vigilanza divenuti curiosi.
Se fosse stato Roger, gli altri due avrebbero mentito per cui... prima ipotesi scartata. Se fosse Frederick il colpevole, anche Juan avrebbe detto una bugia. Via anche questa. Juan il bugiardo? Allora è un bugiardo anche Pablo. Non ci siamo.
E... E quindi?!
Se Pablo fosse l'unico ad aver mentito, allora tutto combacerebbe: Roger avrebbe detto il vero nell'affermare che le persone più vicine erano Juan e Pablo. Anche Juan direbbe il vero, perché lui sta accusando direttamente Pablo dell'omicidio. Frederick dice di essere innocente... e visto che Pablo mente nel dire che è lui il colpevole, allora sta dicendo la verità.
Shuyun incontrò per alcuni secondi gli occhi della O'Neill, la quale stava per chiedergli se ci avesse visto bene, ma non servì che pronunciasse una singola parola, perché Pablo, sentendosi in trappola ed ovviamente colpevole, si mosse per scappare via di lì in fretta e furia. Spintonò un paio di clienti, sfuggendo agli Agenti disattenti e impreparati, ma venne colpito alla schiena da un "Elettro" preciso e implacabile, così tanto potente da farlo svenire all'istante.
Trama Benedetta... Mai visto un Elettro tanto devastante! Complimenti...
Poche congratulazioni e mettetegli le manette. L'arma del delitto si trova sotto quella mattonella laggiù.
Ma... Lei come lo sa?
Pablo ha svolto il lavoro come muratore durante i lavori di ristrutturazione del locale. Probabilmente durante quel periodo ha conosciuto Kim e i due devono aver avuto una mezza storia adultera.
Ehi ma... Come si permette di offendere la mia fidanzata?!
Pablo era l'unico a non guardare il corpo della vittima direttamente. Evitava sempre il contatto diretto ed inoltre di tanto in tanto si sfiorava la collanina che aveva al collo. Se ci fate caso, il pendente ha la stessa forma del tatuaggio che ha la ragazza dietro al collo.
I due Agenti corsero subito ad effettuare la riprova delle parole di Shuyun, rimanendo di sasso ed annuendo subito.
So che non è bello sentirselo dire, ma ipotizzo si sia trattato di un delitto sentimentale. La sua fidanzata l'ha tradita con Pablo, l'ha fatto innamorare e poi è tornata da lei, come nulla fosse. Pablo a quel punto non ci ha visto più ed ha voluto vendetta.
... Capisco... ... Grazie comunque... ... Ed anche a lei per avermi aiutato a scoprire l'assassino, signorina...
Disse il ragazzo nei confronti di Caroline Priscilla, volendo rimanere qualche minuto per conto proprio prima dell'interrogatorio della Vigilanza. Circa mezz'ora più tardi si era provveduto a portare via il corpo, sgombrare il locale e mandare via tutti, compresi naturalmente i due Investigatori, o meglio, l'investigatore e l'aspirante investigatrice, ora fuori dal pub, nello stesso punto, sotto quel lampione.
Non prendertela con te stessa per non aver colto quei dettagli. Era sotto pressione, la prima volta che ti dedicavi ad una indagine. Ci sei arrivata con la logica, questo basta... Anche se mi hai fatto invecchiare.
Sbuffò un secondo, facendo intuire una sottilissima nota di divertimento in quella presa in giro bonaria.
... Omicidi a parte, ti decidi o no a dirmi perché sei qui?
Per Shuyun era come se non fosse accaduto nulla, solo un intermezzo fastidioso all'interno di un discorso ancora più fastidioso.
Sapeva che non avrebbe dovuto metterci così tanto tempo, ma non era facile per una pivellina come lei ragionare in quella situazione: gli occhi non volevano staccarsi dal cadavere della donna -il suo primo, vero cadavere- e la cosa la metteva in soggezione oltre a farle perdere più volte la lucidità. Doveva fare un enorme sforzo di concentrazione per rimanere focalizzata solo ed esclusivamente sull'assassino e visto che Shuyun le aveva affidato quel compito, Cappie lo avrebbe portato a termine in dieci, venti o quaranta minuti. Ce ne vollero circa trenta prima che la O'Neill fosse sicura della risposta. Non sicura al cento per cento -non era certo un'investigatrice navigata- ma abbastanza da aver trovato il colpevole usando solo ed esclusivamente la logica. Sul movente purtroppo non poteva saperne molto, ma sperava che, nel caso la sua intuizione si fosse rivelata esatta, l'uomo che aveva assassinato la sconosciuta confessasse il perchè.
Credo che il colpevole sia Pablo.
Tutti i presenti, non solo Heiji, vennero attirati dalle parole della futura investigatrice, che si mise a spiegare secondo quale ragionamento avesse escluso gli altri tre per indicare come possibile fautore del crimine proprio Pablo. Si sentiva un po' agitata nel trovarsi al centro dell'attenzione, perchè in quel momento stava accusando una persona di aver commesso un omicidio. Ma quando finì di completare la sua spiegazione -lanciando un'occhiata al Sagitta per avere conferma- fu Pablo stesso a dargliela, provando a scappare via da quel luogo. L'Elettro che gli arrivò alla schiena fu qualcosa di devastante, di una potenza elementale da fare impressione: Cappie volse il proprio sguardo verso il Muramasa, con gli occhi che brillavano di ammirazione. Non per nulla lui veniva considerato l'unico e solo Sagitta all'interno della Gilda e adesso l'irlandese riusciva a comprendere meglio il motivo.
Trama Benedetta... Mai visto un Elettro tanto devastante! Complimenti...
Poche congratulazioni e mettetegli le manette. L'arma del delitto si trova sotto quella mattonella laggiù.
Ma... Lei come lo sa?
Pablo ha svolto il lavoro come muratore durante i lavori di ristrutturazione del locale. Probabilmente durante quel periodo ha conosciuto Kim e i due devono aver avuto una mezza storia adultera.
Ehi ma... Come si permette di offendere la mia fidanzata?!
Pablo era l'unico a non guardare il corpo della vittima direttamente. Evitava sempre il contatto diretto ed inoltre di tanto in tanto si sfiorava la collanina che aveva al collo. Se ci fate caso, il pendente ha la stessa forma del tatuaggio che ha la ragazza dietro al collo.
Lei non ci aveva fatto caso. Nemmeno Cappie aveva guardato molto il cadavere della donna, non ancora capace di rimanere impassibile di fronte ad uno spettacolo del genere. Aveva chiuso gli occhi persino quando Donald era morto bruciato, sebbene l'odore della carne che bruciava e delle sue urla straziate di dolore risuonavano ancora nei suoi peggiori incubi, incubi che la O'Neill aveva imparato ad affrontare accocolandosi come una gattina contro il corpo del proprio fidanzato. Ma aver ucciso un lich non ti rendeva immune di fronte a certi spettacoli. E Cappie sapeva di avere ancora tanta strada da fare prima di riuscire ad arrivare anche solo al livello del Muramasa.
So che non è bello sentirselo dire, ma ipotizzo si sia trattato di un delitto sentimentale. La sua fidanzata l'ha tradita con Pablo, l'ha fatto innamorare e poi è tornata da lei, come nulla fosse. Pablo a quel punto non ci ha visto più ed ha voluto vendetta.
.. Capisco... ... Grazie comunque... ... Ed anche a lei per avermi aiutato a scoprire l'assassino, signorina...
D-di nulla...
Disse ancora un po' scossa, allontanandosi e dirigendosi verso il bancone. Aveva bisogno di bere qualcosa di molto forte: una birra doppio malto era proprio quello che le ci voleva. Dopo circa mezz'ora, il locale era stato sgombrato, chiuso e tutti i presenti erano liberi di tornarsene a casa per ripensare a quell'assurda serata. Tutti tranne i due Ignis che ora sostavano di nuovo sotto lo stesso lampione, in un silenzio pesante quanto il marmo. Fino a quando non fu Heiji stesso a interromperlo, sorprendendo la O'Neill con le sue parole.
Non prendertela con te stessa per non aver colto quei dettagli.
Erano così evidenti...
Eri sotto pressione, la prima volta che ti dedicavi ad una indagine. Ci sei arrivata con la logica, questo basta...
Grazie...
Anche se mi hai fatto invecchiare.
L'ironia canzonatoria di Shuyun fece sorridere l'irlandese, allentando un po' la tensione che sentiva all'altezza dello stomaco e mostrando un lieve rossore imbarazzato sulle guance. Essendo la persona che l'aveva risvegliata, Shuyun occupava nei confronti della O'Neill un posto molto speciale, esercitando su di lei un'influenza maggiore rispetto a tanti altri. Per questo il suo giudizio -positivo in questo caso- le portò un po' più di buonumore, mentre la ragazza buttava in un cassonetto la bottiglia di birra, ormai vuota.
.. Omicidi a parte, ti decidi o no a dirmi perché sei qui?
Perchè deve pensare che io sia qui per un motivo in particolare, a parte il desiderio di venirla a trovare?
Rispose di getto la O'Neill, un po' amareggiata dal fatto che l'altro non avesse affatto compreso che quella fosse la pura e semplice verità.
Volevo scambiare quattro chiacchiere con lei, sapere come le vanno le cose, anche informarmi su come procedono le sue indagini e ovviamente se ha scoperto quacosa di più su mio padre e Roger Milton, certo, ma il motivo principale per cui sono qui è solo che sentivo il bisogno di parlare con il mio Sagitta, cioè lei.
Disse tutto d'un fiato, caratteristica che non era cambiata nemmeno dopo la fusione con Irina e che anzi, col Fulmine dentro, era diventata ancora più forte.
Perchè sono convinta che i nostri destini siano collegati in qualche modo...
Quel pensiero fisso nella mente della ragazza venne esternato prima ancora che lei potesse pensarci sopra, in un gesto spontaneo e naturale. Cosa che ovviamente la rese ancora più imbarazzata, spingendola a portare una mano di fronte alla bocca e guardando Shuyun nella speranza di non essere presa per matta.
... Omicidi a parte, ti decidi o no a dirmi perché sei qui?
Perché deve pensare che io sia qui per un motivo in particolare, a parte il desiderio di venirla a trovare?
Perché la vita è troppo breve per perdere tempo con persone che si conoscono appena. E' possibile che tu sia una ragazza particolarmente espansiva ed estroversa, ma dubito che tu non abbia nemmeno una domanda specifica da pormi.
Volevo scambiare quattro chiacchiere con lei, sapere come le vanno le cose, anche informarmi su come procedono le sue indagini e ovviamente se ha scoperto qualcosa di più su mio padre e Roger Milton, certo, ma il motivo principale per cui sono qui è solo che sentivo il bisogno di parlare con il mio Sagitta, cioè lei.
Come vedi però, non è stata una visita totalmente disinteressata. Ma non te ne sto facendo una colpa, credo che in parte sia anche giusto.
Nel tono di voce di Shuyun, infatti, non c'era rimprovero o delusione, ma semplice constatazione dell'ovvio. Caroline Priscilla sapeva che poteva chiedere solo a lui qualche nuova info sulla morte del padre ed ora che finalmente aveva una pista, lasciarsela sfuggire sarebbe stato quanto meno da folli.
Milton è sfuggente, gira molto in incognito e sono quasi certo che molti colloqui li abbia avuti tramite Polisucco Rinforzata. La certezza riguardo la sua identità nella malavita è che sotto di lui ci siano persone che sorreggono il suo alto status di protezione e segretezza. Neutralizzare e mettere sotto chiave queste persone è l'unica chiave per arrivare a lui, ma non sono poche e non certo raccomandabili.
Le aveva quindi fatto presente una specie di struttura a piramide, dove Milton stava in punta e tutti gli altri sotto, a reggere delle fondamenta solide. Come spesso avveniva in casistiche simili, era necessario che le fondamenta crollassero per far cadere a terra la punta e così impossessarsene. Concetti risaputi da lui, forse dal detective Rosenberg tanto simpatico alla irlandese, ma non a lei, ancora inesperta in certe dinamiche.
Posso farti presente i primi tre nomi più in basso a livello gerarchico. Pesci piccoli ma ugualmente fondamentali, senza i quali molte questioni salterebbero all'aria. Bryan Rippleton, Hilarie Dawn e Samuel C. Goodman. La loro aree di competenza sono, rispettivamente: Virginia, California e Texas. Ovviamente non ti dirò altro, dovrai occupartene da sola, io sto trattando questioni leggermente più grosse.
Questioni dove si rischiava facilmente la pelle, ma preferì non dirlo e non spaventare subito la giovane apprendista investigatrice. D'altronde, anche i nomi che le aveva fatto erano capaci di uccidere, seppur con una minore frequenza e sicurezza, vista la loro posizione, perciò era necessario fare attenzione, agire con cautela e non ficcare il naso laddove non si sapeva esattamente come muoversi.
... E comunque, il tuo CapoGilda è un altro, io non c'entro niente con gli Ignis. Non capisco questo tuo desiderio di conversare proprio con me... Mi auguro almeno che tu non abbia fatto parola della mia ubicazione con altri.
Spostò lo sguardo serio sulla ragazza per alcuni istanti, giusto il tempo di sincerarsi del mutismo della ex Tassorosso.
Bene. Come procedono i tuoi allenamenti con la lama?
Come vedi però, non è stata una visita totalmente disinteressata. Ma non te ne sto facendo una colpa, credo che in parte sia anche giusto.
Non sarà mai disinteressata perchè io sono interessata a lei, cioè al mio Sagitta.- espose con un po' più di veemenza la Ignis -Anche se non avesse avuto informazioni sulla morte di mio padre, sarei ugualmente venuta qui ad incontrarla.
Perchè l'irlandese continuava ad insistere così tanto su quel concetto? Probabilmente perchè Shuyun le stava dimostrando un cinismo che lei -ottimista di natura- era ben decisa a combattere, almeno riferito alla sua persona. Immaginava che non sarebbe stato facile valicare quella barriera che Heiji - un po' di natura, un po' per esperienza- aveva eretto intorno a sè. Ma anche se Cappie veniva, in un certo senso, mal trattata da lui, non riusciva a fare a meno di pensare che quell'uomo aveva un legame speciale con la Fulmen, un legame che stava iniziando a credere fosse stato voluto dal Conflux. Dopo le sue esperienze passate, aveva creduto spesso nella possibilità che il Fato agisse davvero con una volontà proprio e che il suo bersaglio preferito fosse proprio la O'Neill. Ma da quando era diventata lei stessa una gildata, cambiare il Fato con l'Equilibrio del mondo era stato un passo molto breve. Ed ora ogni incontro che presentasse ben più di un punto in comune diventava, per la ragazza, il segno di una volontà molto più grande e molto più forte di lei.
Milton è sfuggente, gira molto in incognito e sono quasi certo che molti colloqui li abbia avuti tramite Polisucco Rinforzata. La certezza riguardo la sua identità nella malavita è che sotto di lui ci siano persone che sorreggono il suo alto status di protezione e segretezza. Neutralizzare e mettere sotto chiave queste persone è l'unica chiave per arrivare a lui, ma non sono poche e non certo raccomandabili.
Annuì solo una volta, dando segno di aver compreso il suo discorso.
Posso farti presente i primi tre nomi più in basso a livello gerarchico. Pesci piccoli ma ugualmente fondamentali, senza i quali molte questioni salterebbero all'aria. Bryan Rippleton, Hilarie Dawn e Samuel C. Goodman. La loro aree di competenza sono, rispettivamente: Virginia, California e Texas. Ovviamente non ti dirò altro, dovrai occupartene da sola, io sto trattando questioni leggermente più grosse.
Questa è la mia battaglia, non le chiederei mai di affrontarla al posto mio. Mi basta avere una pista dal quale partire al resto... ci penserò da sola.
O quasi sola: avrebbe chiesto a Marshall una mano -dato che lei mancava di esperienza- ma non perchè volesse sfruttare il lavoro dell'investigatore. Semplicemente il Rosenberg si era offerto in passato di darle una mano e di quella mano Cappie aveva un bisogno disperato. Tuttavia non avrebbe mai coinvolto nessuno che non fosse stato interessato e dato che Shuyun non lo era la O'Neill non avrebbe insistito oltre.
.. E comunque, il tuo CapoGilda è un altro, io non c'entro niente con gli Ignis.
Questa è una bugia bella e buona.- disse, incrociando le braccia al petto -Forse lei non frequenta la Gilda fisicamente parlando, ma ha il Fulmine dentro e questo implica farne parte a prescindere. Può aver abbandonato gli Ignis nella teoria, ma nella pratica non si è mai staccato da loro completamente.
Non capisco questo tuo desiderio di conversare proprio con me... Mi auguro almeno che tu non abbia fatto parola della mia ubicazione con altri.
Non me lo spiego nemmeno io. Lo sento e basta, quindi seguo il mio istinto. E' una cosa tanto sbagliata?- chiese di rimando -Comunque no, non ho detto a nessuno dove trovarla...
Gli assicurò con un sorriso.
Bene. Come procedono i tuoi allenamenti con la lama?
Direi... male, anzi malissimo.- disse scuotendo la testa sconfortata -Non sono ancora riuscita a trovare nessuno che possa insegnarmi ad usare la wakizashi. Credo che il mio problema sia l'uso che voglio farne: se mi è stata data significa che con essa prima o poi dovrò combattere, ma non credo che nessun maestro di spada sia disposto ad insegnarmi come usare la lama per difendermi e attaccare veramente...- perchè di uccidere Cappie non ne voleva nemmeno sentire parlare -... Oltre al fatto che io stessa non conosco nessuno in grado di saper utilizzare spade come la wakizashi. A parte lei.