Grazie di esistere.
E cos'avrebbe mai potuto rispondere Arianna ad un'affermazione del genere?
Si lasciò accarezzare il viso e baciare lo zigomo, poi lo abbracciò di slancio, strusciando il naso contro la sua guancia con un sospiro felice: sì, l'aveva chiamato, aveva invocato il suo aiuto anche se in modo silenzioso, anche se per vie traverse... e lui era corso da lei, sentendo quel grido bisognoso che lei aveva lanciato; ora erano insieme, con le dita intrecciate, e se anche all'esterno sarebbero potuti apparire come una giovane coppia innamorata, lei sapeva che non era così, no... era assolutamente molto, molto di più.
Lì in mezzo c'è un nostro simile che ti sta chiamando... Scopri quale e farò in modo che ti accompagni da adesso in poi.
Scegliere, in realtà, fu molto più semplice del previsto perché, come aveva giustamente detto Typhon qualche secondo prima, in mezzo a tutte quelle statue bellissime ce ne fu una che davvero richiamò l'attenzione di Arianna, spingendola a prenderla delicatamente tra le dita per poi farla vedere all'amico, segno che aveva preso la sua decisione: non fece troppo caso al prezzo pronunciato dal proprietario del negozio, non perché non le importasse ma perché, dopo averla poggiata sul bancone, si era subito allontanata per dare ancora un'occhiata in giro, affascinata dagli oggetti esposti.
Quando la scatola contenente il suo prezioso drago fu riposta con cura nel baule della moto di Seal, cosicché non dovessero portarsela in giro inutilmente, il giro riprese, e Arianna si ritrovò nuovamente con la mano in quella di Typhon a girovagare per il paese, osservando ogni tratto caratteristico di quel posto come se non fossero più due maghi diplomati da un paio d'anni alle prese con le loro aspirazioni magiche, ma due turisti babbani - in fondo non c'era nessun dettaglio visibile che rivelasse all'esterno la loro natura - la cui unica preoccupazione era quella di visitare il paese quanto più possibile.
La strada iniziò a farsi in salita, tra i giardini del posto, ma non era certo un problema per Arianna che, con Vastnor, di allenamento ne aveva fatto così tanto da temprare il fisico perfettamente, così da permetterle di affrontare strade come quella in tutta tranquillità.
E io che temevo di farti stancare troppo nel salire così in alto... Cosce d'acciaio, tsk!
Mi sa che sei tu quello fuori forma della coppia, Seal.
Replicò lei punzecchiandolo con un sorrisetto compiaciuto: andava molto fiera del suo fisico, anche se le sembrava assurdo essere quella stessa persona che, un tempo, si preoccupava solo di manicure, pedicure, capelli e vestiti; come lui aveva imparato ad amare le piante, lei aveva imparato ad apprezzare il duro lavoro, quello che non ti dava tempo di curare così tanto l'aspetto esteriore ma, in compenso, temprava l'anima. In ogni caso a lei piaceva anche così, meno pompato di un tempo ma comunque sempre prestante, bello, forse anche un po' pericoloso, ma in un modo che a lei non faceva paura, perché non gliene aveva fatta mai.
Camminando camminando, arrivarono fino all'entrata di un Castello dall'aria molto antica, che sembrava essere la meta successiva di quei tre giorni di svago made in Seal.
Adesso qui dentro.
Dobbiamo salire molte scale e arrivare al punto più alto della torre, è lì che ti aspetta una sorpresa.
Dopo di che, ci recheremo al ristorante dove ho prenotato per il pranzo.
Uhm, sicuro di farcela?
Posso sempre portarti in braccio, nel caso...
Lo prese in giro Arianna con un gran sorriso, prima di precederlo all'interno del Castello per cominciare a salire le scale a chiocciola: i paesaggi, per quanto belli, non le erano mai interessati troppo, e questo Typhon lo sapeva bene; forse, però, in cima a quelle scale, c'era davvero un panorama a cui valeva dare un'occhiata, perché era quello, nella mente di lei, il fine ultimo dell'amico, farle vedere un bellissimo paesaggio.
Non immaginava affatto quali fossero i pensieri di Seal, quanto indietro fosse andato coi ricordi, a quel tempo nel quale la Ricciardi aveva una sola amica femmina in tutto il Castello, vuoi per invidia, vuoi per semplice attitudine a trovarsi meglio coi maschi: fatto stava che, durante il suo quarto anno, l'unica amica che avesse mai avuto, fin da piccola, si era dovuta trasferire in Australia; era stato un brutto colpo, per la Draghessa, lasciar andare Eufemia Longarno, ed era stata anche la prima volta, a dirla tutta, che Seal l'aveva vista piangere.
Era stata quella una delle poche volte in cui Arianna aveva temuto di perdere completamente la propria reputazione per quanto allora, stesa su quel letto a piangere, le importasse poco: ma quando poi, a freddo, si era resa conto che Typhon avrebbe potuto sp*******la davanti all'intera Hogwarts sì, aveva pensato di essere finita... ma lui non aveva detto niente.
Forse in quel momento, più di tutto, Arianna si era resa conto che per quanto lei e lui dicessero di odiarsi, c'era già qualcosa che li spingeva a proteggersi l'un l'altro, ad aiutarsi e a pararsi il fondoschiena quando necessario: lo amava giù, più di un'amica o di una fidanzata, solo che ci avrebbe messo anni per rendersene conto.
Continuavano a salire, e per quanto la curiosità la stesse divorando, era più che certa che l'amico non le avrebbe detto nulla, quindi era inutile chiedere: se non altro, pensò tra sé la Ricciardi, quello poteva essere catalogato tutto come esercizio fisico, Vastnor ne sarebbe stato contento.
Finalmente arrivarono in cima a quella maledetta scala a chiocciola, culminante in una botola che, probabilmente, dava all'esterno: lasciò che Ty salisse per primo e poi lo seguì, allungando la mano verso di lui per farsi dare una mano a tirarsi su, e sbucare finalmente all'aperto.
Senza offesa, Seal, ma questo paesaggio non mi sembra poi gr--
Le parole le morirono in gola quando il Drago si scostò appena di lato, indicandole un punto della torre ben preciso nel quale, evidentemente, voleva che lei focalizzasse il suo sguardo: una chioma rosso fuoco, una ragazza di spalle, qualcuno che il cuore di Arianna riconobbe ben prima della sua mente visto che prese a batterle più forte nel petto.
Ehi... Non mi va proprio di seguire Armstrong stamattina... Che dici, mariniamo?
Quella voce.
Erano passati cinque anni, ormai, ma l'avrebbe riconosciuta tra mille, non sarebbe potuto essere altrimenti.
Gli occhi dell'italiana si spalancarono, mentre la figura sconosciuta si voltava lentamente: bella come un tempo, più adulta come la stessa ex Dragargenteo, quel sorriso da stronza che l'aveva resa fin da subito simpatica ad Arianna... no, sulla sua identità non poteva proprio esserci alcun dubbio.
... Regalo numero due.
Mia...
Sussurrò Arianna, facendo un piccolo passetto in avanti, appellandola col nomignolo di quando erano piccole: spostò per qualche istante lo sguardo su Typhon, come a chiedergli se davvero ciò che stava vedendo era vero, poi non ci pensò due volte e corse verso l'amica di sempre, aprendo le braccia per gettargliele al collo di slancio.
Non ci posso credere, non ci posso credere!! - esclamò stringendola forte, tornando per un momento la 14enne che tanto aveva sofferto per la sua partenza: ed in effetti gli occhi della Ricciardi erano belli lucidi, come allora, ma questa volta di gioia - Sei davvero, tu, è pazzesco, è... come hai fatto a metterti in contatto con Typhon? Quando sei arrivata, quanto ti fermi? Ma guardati, sei diventata una strafiga!!
Domande a raffica, esclamazioni, sorrisi a più non posso, Arianna sembrava aver acquistato in un sol colpo tutta la gioia di cui si era privata in quelle settimane: volse lo sguardo verso Typhon, una piccola lacrima che le scendeva lungo la guancia, e gli rivolse l'occhiata più riconoscente che le riuscisse in quel momento, sillabando una sola parola, la più importante di tutte.
Grazie.