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da Alistair » 14/09/2013, 23:27
... come si potrebbe mai ricorrere alla razionalità in un contesto come questo? Andiamo, è fatto per lasciarsi andare e divertirsi senza pensare con raziocinio, no?
Decise di non rispondere, non tanto perché non aveva abbastanza argomenti da utilizzare ma perché si andava a toccare un problema molto serio per lui ma completamente sconosciuto per lei: l'istinto gli suggeriva di avvicinarsi a lei, tentare un approccio un po' più diretto, qualcosa di concreto, solido, fisico, insomma un po' tutto. Purtroppo però non poteva concedersi un lusso simile, non con una ragazza bloccata tra due storie e in vena di passare la serata con una persona AMICA per svagare la mente e smorzare il pensiero sui problemi o sui dilemmi sentimentali. Chi era lui per distruggere quella bellissima atmosfera per una richiesta egoista del cuore, dell'anima ed in parte del corpo? Alistair non voleva in alcun modo rendere quella notte uguale a molte altre passate da lei da sola a riflettere, per di più in quel frangente con una bella arrabbiatura sulle spalle. Sperava di darle quello che cercava, fornirle un motivo per sorridere, tutto lì. Eppure più passavano i minuti e più si sentiva attratto irrimediabilmente da lei, come una falena attirata dal fuoco, un fuoco gigantesco, caldissimo, meravigliosamente luminoso e confortevole. Perdendosi per l'ennesima volta negli occhi e dei lineamenti della bionda francese, fece in modo che una terza figura si avvicinasse per parlare nella sua lingua madre alla Sauvage, dicendole qualcosa a lui sconosciuto, non sapendo per niente quell'idioma. Non appena se ne andò, il Druido le chiese che cosa avesse detto e dopo un iniziale silenzio di attesa da parte della diplomatica, ella rispose molto probabilmente con la prima cosa che le era venuta in mente come scusa [Sesto Senso 39].
Oh, nulla, mi ha solo fatto i complimenti per il balletto di prima!
Ah... Beh è comprensibile, sei stata bravissima...
Ecco il primo attimo di incertezza e freddo tra loro due: non appena venne sparata la prima bugia palese. Alistair odiava chi mentiva, lo trovava irritante e fastidioso, perché metteva l'altra persona in una condizione di curiosità obbligata, specie perché era assolutamente ovvio che le parole della signora avessero toccato un argomento comune a loro e non a lei, altrimenti perché dovergli mentire? Forse le aveva comunicato una disgrazia personale, ma anche in quel caso non ci sarebbe stato bisogno di omettere la verità. Il suo sguardo divenne più duro e cupo per appena qualche manciata di secondi, come a riferirle apertamente che si era dispiaciuto di quella omissione di realtà. Si era praticamente innamorato al primo colpo, verissimo, ma ciò non lo rendeva meno razionale e capace di comportarsi di conseguenza di fronte ad un atteggiamento che reputava sbagliato. Tuttavia, la serata doveva continuare e forse anche un po' per smettere di essere in quella condizione di precaria instabilità, Celine espresse la successiva posta in palio per la sfida. Il vincitore avrebbe nuovamente assistito al perdente mentre faceva davvero la prima cosa che gli suggeriva l'impulso. Anche se rimase turbato per un bel po', non appena lei gli chiese di promettere la più pura lealtà verso quella sfida, Alistair non seppe mantenere la posizione, sciogliendosi quanto bastava per rispondere a quel sorriso così bello e magnetico.
D'accordo, sei pronto per la seconda sfida? Chi perde dovrà nuovamente fare la prima cosa che gli passerà per la mente... ma intendo proprio la prima prima, eh? Non importa quanto sia fuori luogo, insensata, inopportuna o altro, si fa quella e basta. Promesso?
Hai la mia parola... Sono pronto!
Pronto? ... via!!
Questa volta la francese era più agguerrita che mai e complice anche lo stato d'animo incerto dell'uomo, riuscì nella sua impresa di vincere la sfida, bevendo ad una velocità inaudita, superando forse qualche record mondiale dell'Oktoberfest, terminando il boccale in otto secondi netti. Dalla sua parte invece, Alistair ci mise circa il doppio del tempo o forse poco meno, appoggiando il recipiente di vetro e sbuffando così forte che anche qualcuno lì vicino si volse per guardarlo e fargli un doveroso applauso di incoraggiamento. Dunque c'era una penitenza che lo aspettava, non si poteva sottrarre e da una parte nemmeno lo voleva ad essere sincero. Quel momento passato a infastidirsi per via della finta verità espressa dalla Sauvage gli fece comprendere che in un certo senso lui stava facendo lo stesso con lei da almeno due ore o magari anche di più. Come poteva darle una colpa, dirle che aveva torto? Era lui il primo a non mostrare chiarezza nei suoi intenti, mettendosi in quella maniera dalla parte del torto esattamente come la ragazza. Del tutto interessata, Celine lo fissava, aspettando che facesse quella fantomatica prima cosa che gli venisse in mente e fu allora che Alistair Hyrule decise che era stanco dei segreti, dei misteri, dell'altruismo, perché stava troppo bene con lei e desiderava dimostrarglielo, una volta tanto con un pizzico di egoismo, senza pensare a quei due poveracci che attendevano un responso dal cuore della principessa.
Vieni con me...
Si alzò in piedi e le tese la mano, guardandola con estrema intensità, così, non appena ella l'avesse presa avrebbe sentito una stretta energica, salda, virile e imperativa. Senza tirarla o trascinarla il Druido camminò fino al retro di uno dei tantissimi tendoni presenti alla fiera, dove la musica risultava leggermente ovattata e non era necessario quindi urlare o alzare troppo la voce per farsi sentire dall'altro nitidamente. Non ci fu nemmeno il tempo di farle capire il perché di quella mossa avventata. Sistemati uno di fronte all'altra, l'uomo fece un passo in avanti, arrivandole pericolosamente a contatto e tentò di appoggiare le proprie labbra su quelle della bionda immensamente incantevole. Il bacio somigliò ad un miscuglio di desiderio, dolcezza, passione e attenzione a non farle male o non rovinare il momento tanto atteso e voluto. La mano destra arrivò al fianco della donna e la sinistra le spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio cercando di carezzarle la guancia. Aveva fatto la prima cosa che gli era venuta in mente, finalmente, e non se ne pentiva, meglio vivere di rimorsi che di rimpianti. Nello stesso momento, alcuni fuochi d'artificio colorarono il cielo devastandolo con luci brillanti e pirotecniche e in egual maniera Alistair convogliò tutto il fuoco che possedeva in corpo sulla propria bocca per trasmetterle emozioni a metà tra la realtà dell'umano e l'affinità dell'elemento. A meno che lei non avesse deciso di scostarsi prima, l'uomo volle rimanere ancorato alle sue labbra per almeno una ventina di secondi, respirando il profumo della pelle e facendo arrivare il battito cardiaco a dei livelli estremamente esagerati. Quando poi lentamente si distanziò da lei riaprendo gli occhi, cercò di comprendere inizialmente la sua reazione, accompagnando subito il gesto appena eseguito da un commento sussurrato e costernato.
... Ti assicuro che tutto ciò che ho detto e ti ho consigliato esulava dalla mia infatuazione per te. ... Te lo dicevo che in alcuni casi seguire la razionalità può essere una soluzione migliore... Perdonami, ovviamente non avrei dovuto.
Al contempo tolse la mano dalla guancia e l'altra dal fianco, facendo un passo indietro, per non intralciarla od opprimerla.
Non c'è ladro migliore di chi ti guarda negli occhi e ti ha già rubato il cuore... E se baciandoti mi sono meritato di andare all'inferno, sarei contento perché potrei vantarmi di essere stato in Paradiso senza nemmeno entrarci.
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Alistair
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da Celine » 15/09/2013, 11:47
Aveva ballato, si era divertita un mondo su quel tavolo, tirando fuori la parte più selvaggia e scatenata di sé, come il suo cognome richiedeva, peraltro... ma poi qualcosa era cambiato: una donna si era avvicinata a Celine e le aveva fatto i complimenti per il suo fidanzato, congratulandosi per il loro futuro insieme; questo aveva gettato la francese nell'incertezza, perché fino a quel momento non si era minimamente accorta di niente. Era stata stupida lei, oppure la signora aveva preso un abbaglio? In ogni caso preferì non dire nulla ad Alistair, ipotizzando che sbattergli davanti le parole della donna avrebbe potuto gettarlo in uno stato di profondo imbarazzo: questo non voleva dire certo lasciar correre la cosa... no, Celine voleva sapere. Ma l'avrebbe fatto a modo suo. Intanto usò come scusa la prima cosa che le venne in mente, perché non poteva di certo rimanere in silenzio o glissare, sarebbe parso strano: notò quel suo sguardo più cupo e distaccato (Intuito/Perspicacia 24) e se ne dispiacque, ma non voleva parlare, non ancora, non in quel momento e in quel modo.
Ah... Beh è comprensibile, sei stata bravissima...
Sorrise semplicemente, decidendo di passare ad altro, di bere ancora e gettarsi così sulla seconda sfida, per la quale gli fece promettere di fare davvero la prima cosa che gli fosse venuta in mente, al di là di tutta la razionalità o il buon senso posseduti; lo stava sfidando, in un certo qual modo, a darle conferma che le parole della signora erano reali e giuste senza rivelargliele direttamente... ammesso che Celine riuscisse a vincere, ovviamente.
Hai la mia parola... Sono pronto!
La Sauvage mise tutta se stessa nell'atto di bere quella birra, come se da essa dipendesse tutta la sua vita o quasi: chiuse gli occhi e non pensò ad altro che a mandare giù, senza respirare, senza pensare; e difatti posò il boccale sul tavolo con una velocità inaudita, impiegando la metà o quasi del tempo che invece usò lui per finire la stessa quantità di alcolico. Aveva vinto Celine, e toccava al Druido fare penitenza: cos'avrebbe fatto allora? Avrebbe mantenuto la sua parola e fatto ciò che l'istinto gli suggeriva, oppure avrebbe glissato o si sarebbe inventato altro per arginare la verità - ammesso che quella pronunciata dalla olandese fosse la verità?
Vieni con me...
Lo fissò negli occhi, sentendo un piccolo brivido quando incrociò il suo sguardo serio: gli prese la mano, sentendosi prendere la propria con virile energia, e si lasciò guidare lontano dal punto in cui si trovavano, dietro ad uno dei tendoni della fiera dove nessuno avrebbe potuto vederli o fare caso a loro. Non fece in tempo a guardarsi intorno né tantomeno a chiedere nulla, perché in un secondo Alistair si avvicinò a lei e catturò le sue labbra con le proprie: presa in contropiede - ma era davvero solo per questo? - Celine non riuscì a scostarsi, a rifiutare quel contatto che venne approfondito dalle mani di lui, una sul fianco e una sul viso, ad accarezzarle la guancia; non sapeva bene cosa dire o come comportarsi, un po' perché il Fuoco di lui l'attraeva, facendole desiderare ancora quelle labbra, ed un po' perché dentro di sé si rendeva perfettamente conto che non era solo per quello, che con Alistair non poteva usare la stessa scusa di Yamato, sarebbe stato troppo facile. Era diverso da Logan, era diverso dal Sole, era una sorta di compromesso a metà tra i due, tra il mago e l'Ignis, esattamente ciò che lei avrebbe voluto, perché era chiaro che con l'uno o con l'altro non riusciva a sentirsi totalmente felice: questo faceva di lei una cattiva persona? E soprattutto, quel desiderio di lei da parte del Druido implicava forse che fino a quel momento le aveva mentito su cosa secondo lui fosse giusto fare per la sua situazione? La risposta arrivò non appena le loro labbra si scostarono, e Celine riaprì gli occhi che nemmeno si era accorta di aver chiuso.
... Ti assicuro che tutto ciò che ho detto e ti ho consigliato esulava dalla mia infatuazione per te.
Avrebbe potuto non credergli, ma le veniva difficile pensare che le stesse mentendo, voleva credere che non le stesse mentendo... che fosse sincero, in quel senso, e le avesse dato dei consigli altrettanto sinceri sulla sua situazione.
... Te lo dicevo che in alcuni casi seguire la razionalità può essere una soluzione migliore... Perdonami, ovviamente non avrei dovuto.
Non disse nulla quando Alistair fece un passo indietro, spostandosi da lei probabilmente per non starle troppo addosso, per volerle dare il suo spazio: incredibile ma vero, una volta tanto Celine Sauvage era rimasta senza parole.
Non c'è ladro migliore di chi ti guarda negli occhi e ti ha già rubato il cuore... E se baciandoti mi sono meritato di andare all'inferno, sarei contento perché potrei vantarmi di essere stato in Paradiso senza nemmeno entrarci.
... quella donna ti ha definito "il mio ragazzo". Mi ha detto che mi hai guardato tutto il tempo mentre ballavo, e che da anni non vedeva più uno sguardo innamorato come il tuo.
Confessò la francese con un piccolo sospiro, passandosi intanto una mano tra i capelli perché era chiaro che la situazione, per la piega che aveva preso, era riuscita a sconvolgerla e non poco.
Non te l'ho detto subito perché non volevo che ti sentissi in imbarazzo di fronte ad una cosa del genere... per questo ho preferito farti promettere di agire d'istinto, se avessi perso, per capire quanto ci fosse divero in quelle parole; se non mi avessi baciato tu... probabilmente l'avrei fatto io, per testare la tua reazione.
Continuò la bionda, rivelandosi ora completamente sincera con lui.
Non mi aspettavo una cosa del genere, io... non mi ero accorta di nulla, sul serio. ... non so che dire, non...
Sospirò per l'ennesima volta, scuotendo il capo.
... so solo che non mi ha dato tanto fastidio quanto avrebbe dovuto.
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da Alistair » 15/09/2013, 16:36
Alla fine aveva ceduto all'istinto e alla voglia irrefrenabile di baciarla, dimostrando così i suoi reali sentimenti. Ripensando al fastidio provato quando gli aveva detto una bugia poco prima, riflesse attentamente giudicandosi in parte colpevole, perché alla fine aveva mantenuto un comportamento molto simile a quello della bionda, così, a quel punto, giù il sipario e spazio alla verità. Verità rappresentata da un bacio intenso, ricco di emozioni e quanto mai incerto per via della convinzione di stare mettendo in seria difficoltà la diplomatico, la quale pensava di trascorrere una bella serata in compagnia di un semplice, improvvisato amico di dialogo costruttivo e birra. Non appena le labbra si allontanarono ed Alistair le diede spazio necessario per prendere respiro e ragionare a mente lucida sul fatto, non le diede però il tempo di spiccicare una parola, decidendo per parlare prima lui e mettere in chiaro ciò che per lui aveva maggiore importanza. Nessuna presa in giro, nessun gioco o trucco per sviarla dalle sue decisioni o dai suoi dubbi amletici, su quello poteva mettere la mano nel ghiaccio, si perché dirle sul fuoco era troppo facile, non c'era nemmeno troppo rischio per una Ignis.
... quella donna ti ha definito "il mio ragazzo". Mi ha detto che mi hai guardato tutto il tempo mentre ballavo, e che da anni non vedeva più uno sguardo innamorato come il tuo.
Occhio acuto la signora... Ma ammetto di aver abbassato molte mie barriere mentre ti guardavo danzare.
Non te l'ho detto subito perché non volevo che ti sentissi in imbarazzo di fronte ad una cosa del genere... per questo ho preferito farti promettere di agire d'istinto, se avessi perso, per capire quanto ci fosse di vero in quelle parole; se non mi avessi baciato tu... probabilmente l'avrei fatto io, per testare la tua reazione.
Celine, io amo la verità e la lealtà in tutto e per tutto. Quando eravamo alla villa ci ho messo un minuto per dirti che sapevo cosa fossi e ti ho anche confessato cosa sono io. Non era abbastanza come prova? In vero ho finto anche io di essere solo un amico disinteressato, per questo non ti farò colpe, ma per il futuro, semmai ce ne sarà uno tra noi in qualunque senso... Ricorda, non fingere, non omettere, non con il sottoscritto.
Il viso tornò esattamente quello di qualche minuto fa, quando erano seduti al tavolo e lui aveva fatto capire di esserci rimasto male per la bugia. Fermo nelle convinzioni, la guardò con tale insistenza e serietà da darle ad intendere che qualora il fatto si fosse ripetuto, probabilmente avrebbe troncato ogni rapporto. Evidentemente per lui la verità era talmente importante da valere moltissimo nei rapporti umani, almeno quelli con lui. Ognuno possedeva una virtù alla quale teneva particolarmente, chi l'onestà, chi la spontaneità, chi la simpatia... Per lui erano lealtà e verità. Nonostante tutto però, era acqua passata, non serviva più rimanere sullo stesso discorso inutilmente. Avevano superato quello scoglio e obiettivamente non c'era motivo di credere che Celine abbia fatto le cose in cattiva fede o che fosse ricaduta nello stesso tranello una seconda volta, quindi magari, la cosa migliore era concentrarsi sul fatto avvenuto nel presente, ciò quel bacio proibito e, a giudicare, voluto da entrambi.
Come ti senti? ... Cosa pensi di quello che è avvenuto? Ti ha dato molto fastidio?
Non mi aspettavo una cosa del genere, io... non mi ero accorta di nulla, sul serio. ... non so che dire, non...
Cerco di prendere respiro, non ti agitare... Avanti, coraggio...
... so solo che non mi ha dato tanto fastidio quanto avrebbe dovuto.
Non si permise di sorridere, no, non arrivava ad un tal punto di cattiveria verso altri due sconosciuti e nemmeno verso di lei. Gli sarebbe piaciuto che grazie a quel bacio lei avesse trovato la soluzione immediata a tutto ma chi era lui per trasmettere un'emozione simile? Andiamo, l'innamorato da colpo di fulmine era lui, non la Sauvage, per quanto questo all'uomo dispiacesse moltissimo. Annuì soltanto, serio, all'affermazione di lei, espirando e permettendosi di fare un passo avanti per abbracciarla con delicatezza e protezione. L'abbraccio, lei l'avrebbe capito subito, era da amico, da una persona che non si sarebbe mai intromessa nei suoi dilemmi di sua volontà. C'erano quindi tre persone nel suo "quadrato": quella ignara, ovvero il tipo non di gilda, quella che la voleva per sé, ovvero l'Ignis, ed infine lui, il Druido, colui che aveva palesato il suo sentimento ma rimaneva al suo posto, scegliendo di augurarle solo la cosa che lei avesse ritenuto la più idonea, senza costringerla a prendere decisioni. Una cosa però la poteva fare, ovvero spiegarle il motivo del colpo di fulmine.
Tu sei tutto quello che ho sempre desiderato in una fidanzata. Sei simpatica, estroversa, ti adatti a tutte le situazioni ed appartieni a due mondi opposti al mio, la Gilda e il Mondo Magico della Trama. Racchiudi quindi ogni aspetto caratteriale ed interiore che mi attira, attira la mia passione verso l'ignoto e il conoscibile. Senza contare che sei la donna più bella che io abbia mai visto in tutta la mia vita... E poi sei bionda, io amo le bionde!
Finalmente si concesse un piccolo sorriso divertito, guardandola negli occhi rivelando la stessa luce vista dalla signora mentre Celine ballava. Altri fuochi d'artificio, altri brindisi uditi in lontananza, altra musica da festa ed altre costellazioni sempre più visibili nel cielo notturno. Tutto quanto in un pochissime ore, avvenuto per uno scherzo del destino che li aveva fatti incontrare grazie ad uno stalker. Ripensando a tutto ciò, Alistair disse a sé stesso che una volta tornato a casa avrebbe dovuto scrivere una grossa pagina del diario. Ma adesso invece? All'attuale che cosa dovevano fare? Proseguire come se nulla fosse oppure salutarsi? Intanto si poteva tentare di smorzare ulteriormente la tensione con una piccola battuta di circostanza...
Siamo anche fregati: non possiamo ubriacarci e dimenticarci di tutto quello che è successo nemmeno volendo! ... Mi rimetto a te, se vuoi interrompere qui la serata io sono d'accordo, d'altronde devi scegliere tu cosa ti fa stare meglio.
E se lei gli avesse chiesto cosa invece avrebbe fatto lui se avesse potuto scegliere come proseguire la serata?
Io... Io credo che ti avrei invitato a casa mia. Niente "cadute libere", nessuna paura per gesti inconsulti che non farei... Solo una fetta di torta, della grappa alle erbe e quattro chiacchiere nel tenue silenzio accompagnato dal canto di grilli e cicale.
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da Celine » 15/09/2013, 17:33
Occhio acuto la signora... Ma ammetto di aver abbassato molte mie barriere mentre ti guardavo danzare. Celine, io amo la verità e la lealtà in tutto e per tutto. Quando eravamo alla villa ci ho messo un minuto per dirti che sapevo cosa fossi e ti ho anche confessato cosa sono io. Non era abbastanza come prova?
Certo, ma in questo caso era totalmente diverso! Si trattava di sentimenti da te provati che stavi cercando di nascondere, pensavo fosse orribile da parte mia farti presente che un'estranea li aveva catturati così, su due piedi...
Non una giustificazione quella di Celine, in fondo aveva capito cosa intendesse dire Alistair, e in un certo senso era anche felice che il Druido volesse sempre e comunque la verità: semplicemente aveva agito cercando di usare un po' di tatto, in buona fede e dunque priva ora di sensi di colpa, sicura che tanto comunque, gliel'aveva detto, o la baciava lui o ci avrebbe pensato lei, ed in entrambi i casi, comunque, la verità sarebbe velocemente saltata fuori.
In vero ho finto anche io di essere solo un amico disinteressato, per questo non ti farò colpe, ma per il futuro, semmai ce ne sarà uno tra noi in qualunque senso... Ricorda, non fingere, non omettere, non con il sottoscritto.
Lo terrò a mente.
Rispose semplicemente la Sauvage, annuendo: chiaro che non sapesse cosa pensare ora, che fosse stordita, confusa, presa in contropiede non solo dal modo di fare di lui, che palesava così sentimenti di cui lei non si era minimamente accorta, ma anche da se stessa che, comunque, non si era sottratta a quel bacio; aveva sbagliato, naturalmente, perché c'erano non una, ma ben due persone che aspettavano lei - anzi, una la aspettava e l'altra ignorava totalmente il problema; eppure non aveva saputo fare un passo indietro, porre distanza tra lei e Alistair... perché? Forse perché quella fastidiosa vocina nella sua testa non faceva altro che sottolineare come il Druido fosse il compromesso perfetto che Celine cercava, la persona che non fosse totalmente Ignis e dunque uno della Gilda, ma che al tempo stesso conoscesse la verità su di essa e a cui lei non avrebbe dunque dovuto mai mentire - anche perché si era ben evinto dalla reazione del Druido che egli odiava le bugie sopra ogni altra cosa. Non sapeva dunque cosa pensare, se sentirsi in colpa o meno per quel bacio, se sentirsi quasi sollevata o meno di aver avuto la prova che ciò che lei voleva, quella via di mezzo tra Logan e Yamato, esisteva per davvero; intanto, però, Alistair fece un passo avanti e la cinse in un abbraccio delicato, che la francese non si sentì di respingere; non c'era nulla di malizioso al momento in quel gesto, o perlomeno, lei non lo percepiva. Certo però, come aveva fatto a... innamorarsi di Celine così in fretta? Certo la Diplomatica concepiva il colpo di fulmine, ma di sicuro non pensava di poterne mai essere l'oggetto!
Tu sei tutto quello che ho sempre desiderato in una fidanzata. Sei simpatica, estroversa, ti adatti a tutte le situazioni ed appartieni a due mondi opposti al mio, la Gilda e il Mondo Magico della Trama. Racchiudi quindi ogni aspetto caratteriale ed interiore che mi attira, attira la mia passione verso l'ignoto e il conoscibile. Senza contare che sei la donna più bella che io abbia mai visto in tutta la mia vita... E poi sei bionda, io amo le bionde!
Quindi se fossi stata me stessa ma una Druida come te, non ti sarei piaciuta?
Domandò Celine, aggrottando appena la fronte: l'ultimo suo problema sarebbe stato proprio quello al posto suo, perché in entrambi i casi avrebbe potuto dire la verità al proprio compagno, e invece per lui quello sembrava un punto importante nel suo colpo di fulmine, il fatto che lei fosse "diversa" ... perché mai? Non apprezzava abbastanza l'interiorità di una persona se non era accompagnata dall'essere qualcosa di opposto al suo mondo? Intanto altri fuochi d'artificio esplosero a poca distanza da loro: tutti brindavano e festeggiavano, e loro due stavano lì, un po' come due scemi in realtà, a guardarsi negli occhi senza sapere bene come reagire, per quanto ovviamente Celine attese una risposta da parte di lui prima di andare avanti col discorso.
Siamo anche fregati: non possiamo ubriacarci e dimenticarci di tutto quello che è successo nemmeno volendo!
Forse potremmo, ma significherebbe finire tutte le scorte di birra dell'Oktoberfest, e non voglio ritrovarmi mezza Germania arrabbiata per una cosa del genere.
Replicò Celine, alzando le spalle con un sorriso lieve ed una piccola occhiata divertita all'altro.
... Mi rimetto a te, se vuoi interrompere qui la serata io sono d'accordo, d'altronde devi scegliere tu cosa ti fa stare meglio.
E se dovessi scegliere tu, invece, che farne del resto della serata?
Io... Io credo che ti avrei invitato a casa mia. Niente "cadute libere", nessuna paura per gesti inconsulti che non farei... Solo una fetta di torta, della grappa alle erbe e quattro chiacchiere nel tenue silenzio accompagnato dal canto di grilli e cicale.
... d'accordo. Andiamo da te.
Era fatta così Celine, istinto puro e selvaggio e null'altro: allontanarsi non le sarebbe servito, avrebbe passato anzi malissimo il resto della serata; a quel punto valeva farsi la bocca buona con una o più fette di torta, bere ancora qualcosa e magari visitare anche parte del mondo di Alistair. In fondo la nottata era appena cominciata.
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da Alistair » 15/09/2013, 19:01
Quindi se fossi stata me stessa ma una Druida come te, non ti sarei piaciuta?
Ho conosciuto in passato una ragazza simile a te ma Druida come me e mi piacque parlare e stare a contatto con lei. Non fraintendere le mie parole, non ridurrei mai la scelta di una bella persona solo in base al contesto dove vive, ma esiste nella mente di ogni uomo o donna l'ideale di perfezione, quel possibile partner, cioè, in grado di racchiudere tutto ciò che ipoteticamente vorremmo. La perfezione poi, sboccia negli occhi di chi ama, quindi poi è il cuore a trasformare il compagno designato nel nostro nuovo ideale di desiderio, ma fino a quel momento il single è libero di sperare in ciò che vuole, farsi qualche "castello in aria", come si dice nel mondo dei babbani. ... Il mio castello in aria era una donna esattamente come te, e dunque, ci ho messo infinitamente meno ad innamorarmi di quanto ci avrei messo ad esempio con una ragazza delle mie stesse origini e radici.
Con quella spiegazione sperò vivamente di essersi fatto capire al 100% da lei. Non l'avrebbe mai scartata a priori se fosse stata come il Druido, ma a volte ci sono degli ideali che ci attirano di più di altri, come la semplice attrazione verso il capello chiaro o scuro, oppure l'occhio orientale od occidentale. Piccoli dettagli, che diventano insignificanti se la nostra vera anima gemella si presenta a noi ed è il contrario di quello che ci si aspettava, ma Celine in quel caso aveva battuto tutti i record in una volta sola: anima gemella per lui, ideale di ragazza da sempre immaginato e desiderato. Era felice e sinceramente soddisfatto di averla baciata, adesso, mentre ripensava a quel bacio e al sapore delle sue labbra non poteva far altro che rabbrividire all'idea di non poterlo fare più, perché il rischio era molto grosso, lei non aveva sottolineato né che lui le piacesse né che fosse interessata a prenderlo in considerazione. L'alternativa migliore in vista di una delusione simile era rappresentata dallo stato di ebrezza, ma come giustamente disse la Ignis...
Forse potremmo, ma significherebbe finire tutte le scorte di birra dell'Oktoberfest, e non voglio ritrovarmi mezza Germania arrabbiata per una cosa del genere.
Qualcosa mi dice che sei così brava nel tuo lavoro che troveresti le parole giuste per farti ugualmente perdonare...
Rispose lui, rispondendo anche all'occhiata divertita della francese che evidentemente voleva come lui calmare quella situazione di nervosismo. Le opzioni per il seguito della serata non erano molte, forse tre: rimanere lì a far finta di nulla, andare ognuno per la sua strada oppure cambiare completamente sfondo, andando da un'altra parte e continuare lì a parlare. Inutile dire che la terza opzione fu quella proposta da Alistair una volta che Celine, forse confusa e incapace di prendere una decisione autonoma, preferì chiedere curiosamente a lui come avrebbe continuato quella notte ricca di sorprese e colpi di scena, Andare da lui, mangiare una fetta di buonissima torta alle fragole, bere un alcolico fatto dal Druido e continuare a parlare, parlare e parlare, senza cedere a nessun istinto, combattendo il sentimento e rivelando la propria forza d'animo e volontà di starle vicino per sostenerla, non per appesantirla.
... d'accordo. Andiamo da te.
Per la serie: i colpi di scena non si erano conclusi lì, insomma. Davvero voleva andare da lui? Aveva accettato. Aveva accettato di essere sua ospite, senza il timore che ci fossero ripercussioni. Questo significava che si fidava ciecamente della sua parola, della sua lealtà, la stessa che il Druido aveva detto di apprezzare fortemente. Il lato destro delle sue labbra si alzò in un leggero sorriso sereno e sotto sotto estremamente contento. Annuì piano con la testa, senza dire altro, perché non c'era da dire altro. Avvicinandosi ancora una volta, si prese la piccolissima libertà di darle un bacio sulla guancia, sussurrandole "Finita l'audacia, te lo prometto. Potrebbe essere l'ultima volta che assaporerò la tua pelle". Le tese la mano, facendole capire che avrebbero sfruttato nuovamente il suo potere per trasportarsi fino a casa sua. Avrebbe avuto bisogno di qualche minuto di riposo subito dopo, ma non era una cosa così importante, gli zuccheri della torta lo avrebbero fatto tornare come nuovo, rifocillando del tutto le sue energie del Mana.
Non te ne pentirai...
DOPPIA CHIUSURA
Nota OFF
Tramite accordo con la player di Celine, il resto della serata si è svolta in questo modo:
- Arrivati sul posto Alistair le ha mostrato casa, dandole un portachiavi di legno creato per eludere le protezioni ed entrare quando vuole. - Alistair si è fatto una doccia veloce invitandola a farsi una passeggiata per il pascolo e vedere tutti gli animali. - Finito di lavarsi le ha offerto quel famoso pezzo di torta alle fragole, eseguita con assoluta maestria, facendole fare bis e tris. - Seduti sul divano del salotto ha cominciato a farla sfogare, chiedendole se voleva, di raccontargli meglio la situazione con i due contendenti. - Ha stappato una bottiglia di grappa fatta in casa e gliel'ha passata con un bicchiere, dicendola di servirsi liberamente, potendola anche finire. - Ha passeggiato con lei per i campi e le ha fatto vedere l'orto e la serra. - Spiegazione su chi fosse la migliore amica di Celine con conseguente scoperta che è la superiore di Alistair. - L'ha fatta giocare a diversi videogiochi che aveva in casa tra i quali uno di lotta, un GdR e uno in 2D d'avventura, per farla svagare. - Spaghettata delle tre di notte con accompagnamento di altre due fette di torta. - Chiacchierate sul portico guardando le stelle abbracciati amichevolmente. - Alistair le ha fatto ascoltare qualcosa suonato con la propria ocarina ed intorno a loro, pecorelle, mucche e caprette. - Alle sei e mezza hanno visto l'alba insieme con una tazza fumante di tè e dei biscotti fatti da lui, al burro e cannella. - Promessa di sentirsi molto presto e tenersi in contatto, poi un bacio sulla guancia ed un abbraccio poco amichevole, più affettuoso. - La Sauvage si è smaterializzata mentre si guardavano negli occhi per un'ultima volta. Inoltre, sotto richiesta ufficiale (più simile ad un vero e proprio ordine) della player, riporto qui un'immagine della fantastica torta, sperando possa essere di gradimento ad entrambe, giocatrice e bionda PG:
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Alistair
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da Marcus » 15/02/2016, 18:39
°Sede della Novak Industries - Berlino (Germania) - 27 Ottobre 2111 - ore 10.32°
Le cose gli stavano andando piuttosto bene, tutto sommato; il capitolo "Dominique" si era concluso positivamente per la Resistenza e per la Dubois stessa - anche se ora avrebbe dovuto chiamarla Selene Thompson - la sua chiacchierata con Hyenn aveva dato vita a risvolti interessanti, con Violet la relazione scorreva tranquillamente, la Herbert si era insediata tra i 12 come da programma... ed ora che le cose procedevano nel verso giusto era giunto il momento, per Azhad, di riaprire una parentesi chiusa mesi prima, per la sicurezza della Resistenza, sua, e di quella giovane donna bellissima che aveva liberato dalla Setta e a cui aveva dato una nuova vita: Beatriz Schtauffen. Aveva seguito i suoi progressi tra i Sicari senza dare nell'occhio, grazie anche ai resoconti mensili di Venser, e visto che la Setta, Supremo compreso, sembrava essersi totalmente dimenticata di lei, era giunto il momento di restituirle ciò che, in passato, le aveva cancellato; aveva la Pozione con sé, quella già utilizzata una volta per ricordare ogni cosa, e poi questa volta sarebbe stato più facile convincerla ad assumerla perché, nei suoi ricordi, aveva instillato il ricordo che loro due fossero amici - un po' come aveva fatto con l'Illusionista francese, in effetti.
Sei sicuro che nascondano qualcosa, quindi?
Sì, Signore. Non so dirle se sia ciò che lei sta cercando, ma di sicuro tra le ricerche dei Ravnick c'è anche del materiale estremamente top secret.
Potrebbe essere un buco nell'acqua, ma continua ad indagare. Voglio che tu abbia accesso a questo "materiale", e che ne scopri il contenuto: qualsiasi indizio potrebbe essere utile al fine della nostra causa.
Molto bene, Signore. Con permesso...
Dopo la chiacchierata col Liafort, Marcus aveva riflettuto molto su come organizzare la ricerca della ragazza misteriosa, l'unico materiale di scambio che il Commissario di Vigilanza avrebbe preso in considerazione: dopo lungo pensare, egli si era detto che probabilmente una persona dotata di poteri speciali, com'era Hyenn stesso, sarebbe stata un ottimo oggetto di ricerca; certo, c'era anche la possibilità che vagasse senza problemi in giro per il mondo, ma perché non cominciarne le ricerche verificando che nessuno l'avesse trovata e la stesse tenendo nascosta come cavia da studiare lontano dagli occhi del mondo magico? Aveva esposto la sua teoria al Supremo che, come sempre, gli aveva dato carta bianca sul da farsi: aveva così inviato delle spie, degli infiltrati in diversi Laboratori di Ricerca, nella speranza che qualcuno potesse portargli esiti positivi; per il Laboratorio delle Croft aveva approfittato della volontà di Aidan - denominato "La Seconda Chiave" - di voler lavorare per le due sorelle, mentre per gli altri si era avvalso di uomini segretamente affiliati alla Resistenza, e quindi fedeli alla causa e a lui. Se qualcuno avesse portato ad Azhad buone notizie, egli avrebbe potuto chiedere ad Hyenn il favore, in cambio, di parteggiare per la sua Organizzazione, tanto sarebbe bastato dire al Supremo che chi stava cercando il Liafort era morto, e che quindi semplicemente il Commissario aveva deciso di rimanere fuori dalla faccenda, nella pura neutralità.
Vai pure, ma tienimi costantemente aggiornato. E mi raccomando... non farti notare.
Un po' inutile come raccomandazione, visto che aveva curato personalmente un comparto di Spie che potessero fargli comodo proprio in situazioni come questa, ma meglio ammonire i suoi sottoposti una volta in più che una in meno: se solo avesse portato anche Jace e Violet dalla sua parte, la potenza della Resistenza sarebbe esponenzialmente aumentata... ma una cosa per volta. Chiuso il fascicolo "Liafort", Azhad si occupò di alcune pratiche per la Novak, pura e semplice burocrazia nell'attesa che, alle 11 in punto, Beatriz si presentasse da lui: ora che la Setta non badava più a lei non c'era più pericolo che qualcuno considerasse necessario tener conto dei suoi spostamenti, ma per prudenza aggiuntiva aveva chiesto a Venser il favore di accompagnarla, facendo figurare che i due colleghi stessero semplicemente passeggiando insieme così da dare meno nell'occhio, e permettere alla tedesca di scivolare all'interno della sede della Novak in modo quasi invisibile. E quando, all'ora stabilita, la porta del suo ufficio si aprì e la sua segretaria annunciò l'arrivo della sua "ospite", Marcus le diede subito l'ordine di farla passare, accogliendo la Schtauffen con un abbigliamento del tutto formale ed un placido sorriso sulle labbra, quello di chi, al di là di tutto, era felice di vedere che una persona a cui teneva stava bene.
Beatriz... Vieni, accomodati. Posso offrirti qualcosa? - le domandò non appena la porta si chiuse alle spalle della donna, invitandola a sedersi su una comoda poltroncina di fronte alla sua scrivania - Ti trovo davvero bene. Come vanno le cose tra i Sicari? È da molto tempo che non parliamo.
A prescindere poi che la donna avesse voluto o meno qualcosa da bere, e dopo aver ascoltato le sue risposte, egli le allungò una boccetta, invitandola con lo sguardo a mandarla giù senza fare troppe domande: odiava i convenevoli, Azhad, a meno che non fossero strettamente necessari... ma questo lei lo sapeva fin troppo bene.
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da Beatriz » 16/02/2016, 19:45
Sede della Novak Industries - Berlino (Germania) 27 Ottobre 2111 Ore 10:55
Era da molto tempo che Marcus non si faceva sentire. La Schtauffen era andata avanti con la propria vita, pensando esclusivamente che l'uomo fosse troppo impegnato per potersi dedicare concretamente a lei. Era strano per lei provare quelle sensazioni, ma... Azhad le mancava. Non come manca un'amante, certo -non c'era stata nessuna storia fra di loro, secondo il ricordo lasciatole dal Mangiamorte- ma una persona cara a cui è stato affidato il proprio cuore, un cuore ripagato generosamente. Marcus non solo le era stato vicino come amico, ma l'aveva aiutata anche ad uscire dalla Setta, regalandole quella libertà che tanto aveva desiderato. Solo che la libertà per lei non aveva quel sapore dolce che aveva sempre creduto. Pur non facendo più parte della Setta dei Dodici, Beatriz si sentiva come se fosse ancora prigioniera di essa e del proprio passato: il Capitano Darksteel si era offerto di farle da confidente per qualsiasi cosa, ma quando mai la donna avrebbe potuto confidarsi con lui del proprio passato? Avrebbe voluto farlo, spinta da una strana attrazione che però, col passare del tempo, era svanita. E passato quel momento, la Sicaria non aveva più accarezzato quel sogno. Venser l'aveva scortata fino ad un ingresso secondario della Novak Industries, il cui dirigente ora era Azhad stesso. Non le era importato molto abbandonare quel grosso impero finanziario, perchè lo aveva giudicato un prezzo adeguato pur di ottenere la libertà. Ma mentre fissava la gigantesca insegna che sovrastava l'edificio, si chiese per un attimo se i suoi genitori avrebbero approvato la scelta fatta dalla loro unica figlia. Un pensiero improvviso, davvero strano da fare proprio in quel momento. Si lasciò condurre fino all'ufficio di Marcus, vestita in maniera adeguata a quell'occasione: camicetta pesante di colore giallo, gonna a tubo grigia con ricami e décolleté nere. La vita da Sicaria non aveva cambiato molto il suo corpo, sempre allenato e pronto a combattere.
Beatriz...
Marcus...
Vieni, accomodati. Posso offrirti qualcosa?
Un bicchiere di ginger se non ti dispiace...
Rispose, accennando un sorriso lieve e sistemandosi comodamente in poltrona.
Ti trovo davvero bene. Come vanno le cose tra i Sicari? È da molto tempo che non parliamo.
... Come se tu non lo sapessi. Immagino che tu mi abbia fatta tenere d'occhio, ti piace avere il controllo su ogni cosa. Comunque, va tutto bene ti ringrazio. Sono molto felice di poterti finalmente rivedere...
Non si erano abbracciati, non avevano avuto alcun contatto fisico fra di loro, ma ugualmente c'era della verità nelle parole della Schtauffen. Ad ogni modo, non ebbe il tempo di domandare a sua volta come andassero le cose all'uomo nè perchè l'aveva fatta venire lì, dal momento che Azhad le porse una fiala contenete un liquido che la Sicaria avrebbe dovuto bere. Lo fissò solo per qualche istante perplessa, ma alla fine bevve perchè di lui si fidava e sapeva che non le avrebbe mai fatto del male. Quando la pozione fece effetto su di lei, cancellando per sempre le tracce dell'Oblivion, Beatriz spalancò gli occhi con una nuova consapevolezza, comprendendo all'istante, finalmente, perchè non avesse dimenticato nulla della propria vita passata, perchè avesse continuato a soffrire di incubi per tutto il periodo che era stata lontana da Marcus, perchè in quel momento il suo cuore riprese a battere forte per lui.
Marcus...
Questa volta la voce non era atona, ma carica di sentimento, mentre la donna si alzava di scatto dalla propria poltrona, portandosi vicino all'uomo che amava e alzandosi in punta di piedi per poterlo baciare dopo tantissimo tempo.
Mi sei mancato...
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da Marcus » 16/02/2016, 22:10
Marcus...
Vieni, accomodati. Posso offrirti qualcosa?
Un bicchiere di ginger se non ti dispiace...
Subito.
Aveva un minibar molto ben fornito, Azhad, perciò non ci mise molto a soddisfare la richiesta di Beatriz e a porgerle un bicchiere col l'alcolico da lei scelto.
Ti trovo davvero bene. Come vanno le cose tra i Sicari? È da molto tempo che non parliamo.
... Come se tu non lo sapessi. Immagino che tu mi abbia fatta tenere d'occhio, ti piace avere il controllo su ogni cosa.
Esagerata. - commentò Marcus, lasciando però che le labbra si inarcassero in un sorriso divertito - Ho molte cose a cui pensare, non posso tenere sotto controllo tutto... ad ogni modo lo ammetto, ho fatto in modo di sapere come ti vanno le cose, ogni tanto.
Ammise alla fine il Tredicesimo, senza entrare nel dettaglio: al momento non avrebbe saputo spiegarle perché Venser gli consegnasse un resoconto mensile riguardante i movimenti della tedesca, le sue missioni e la sua vita in generale, ed egli odiava perdere tempo.
Comunque, va tutto bene ti ringrazio. Sono molto felice di poterti finalmente rivedere...
Anche io.
Lo disse sinceramente, il sorriso che si intensificava sulle sue labbra per alcuni secondi, il tempo di tornare serio e spingerla a bere il contenuto di quella boccetta: era quasi un modus operandi standard, per loro, incontrarsi e dissipare le nebbie nella mente della Schtauffen, affinché potesse ricordare la verità. Attese, paziente come la prima volta, che la Pozione facesse il suo effetto... e quando ciò avvenne, egli si ritrovò di fronte alla stessa persona che non aveva mai smesso di amarlo, e che ora, giustamente, pensava di poter riprendere lì da dove avevano cominciato.
Marcus... Mi sei mancato...
Si lasciò avvicinare, ma non le permise di baciarlo: le fece una carezza sulla guancia, intensa e delicata, poi posò le sue labbra sulla fronte della tedesca ed infine tornò a guardarla con aria seria e grave.
Non posso... Sto con Violet, adesso. - le disse sottovoce, come se temesse che qualcuno potesse sentirli - I miei sentimenti per lei hanno avuto modo di rinascere, in tutti questi mesi. Ed anche se quelli per te non sono scomparsi, è meglio per tutti che tu non sia legata a me sentimentalmente.
Attese che la Sicaria reagisse in qualche modo, anche che lo insultasse, per quanto la conosceva abbastanza bene da sapere che le scenate non appartenessero affatto al suo essere: da una parte avrebbe voluto stare con lei, dall'altra provava dei sentimenti forti per Violet, sentimenti ricambiati, e se la donna l'avesse seguito nella Resistenza, a quel punto non avrebbe nemmeno dovuto avere segreti con lei. Se, in ogni caso, Beatriz avesse incassato il colpo preferendo, magari, rifletterci da sola in un secondo momento, Marcus avrebbe provato ad andare avanti nel discorso: c'erano molte cose che la Schtauffen non sapeva, e su cui era necessario essere aggiornata; al contrario, sarebbe stato pronto a parlare ancora della propria decisione con lei, dei propri sentimenti, ritenendo giusto e doveroso darle tutte le spiegazioni di cui Beatriz necessitava.
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da Beatriz » 19/02/2016, 11:45
Marcus... Mi sei mancato...
Per lei era come se non fosse cambiato niente. Beatriz aveva sì dimenticato e subito l'ipnosi di Melia -per cui avrebbe dovuto avvicinarsi al suo Capitano- ma ciò non era successo e adesso, mentre si precipitava fra le braccia dell'unico e primo uomo che avesse mai amato, il suo cuore traboccava di un'incommensurabile gioia, gioia che volle esprimere riallacciando un contatto intimo fra di loro come poteva essere un bacio. Tuttavia Marcus non le permise di dargli quel bacio, fermandola e facendole una carezza sulla guancia, prima di posare le proprie labbra sulla sua fronte. Era abbastanza inutile nascondere la sua sorpresa di fronte a quel gesto, ma la spiegazione le venne subito data da Azhad stesso nell'istante successivo a quel non-bacio.
Non posso... Sto con Violet, adesso. I miei sentimenti per lei hanno avuto modo di rinascere, in tutti questi mesi. Ed anche se quelli per te non sono scomparsi, è meglio per tutti che tu non sia legata a me sentimentalmente.
Fece un passo indietro a quelle parole, allontanandosi dal corpo di Azhad. Era stato fermo, distaccato, controllato nel darle quella notizia, notizia che la Schtauffen non sapeva come prendere. Per lei era come se il tempo si fosse fermato a poco prima che l'uomo la obliviasse e Melia la ipnotizzasse. E anche se mesi e mesi erano trascorsi, il suo cuore però non aveva fatto in tempo ad avvicinarsi a nessuno, come invece era accaduto al capo della Resistenza. Questo perchè nessuno aveva calcolato una cosa fondamentale di lei: che la sua capacità di amare era stato proprio Marcus a farla nascere e sbocciare. Cancellando però dalla sua memoria qualsiasi legame sentimentale con lui, Beatriz era ritornata ad uno stadio in cui l'amore non significava nulla e in cui la Setta popolava ancora i suoi incubi. Rimase in silenzio, perchè non sapeva che cosa dire, ma fissava Azhad in attesa che dicesse qualcosa, qualsiasi cosa, dato che a lei mancavano le parole. Forse, proprio vedendola in difficoltà, l'uomo preferì andare avanti, aggiornandola un po' su tutto quello che si era persa da quando era uscita fuori dalla Resistenza: Louis, l'incontro con Hyenn, la ricerca di una misteriosa ragazza affinchè potessero portarlo dalla loro parte, ma anche Dominique che era stata salvata dalle sorelle Vireau e che adesso faceva parte anche ella della Resistenza. Tanti cambiamenti in così poco tempo, un tempo che lei aveva trascorso solo ed esclusivamente a chiedersi per quale motivo non si fosse lasciata obliviare completamente. Ce l'aveva adesso una risposta, ma stranamente quel pensiero non riusciva a consolarla nè a farle comprendere che ne era valsa la pena. D'improvviso, tutti i sacrifici che sarebbe stata disposta a fare per la Resistenza erano diventati giganteschi per lei, ma non riusciva a comprendere il perchè.
... Vuoi che io rientri nella Resistenza?
Chiese alla fine del resoconto di Marcus, non spendendo nemmeno una parola per commentare ciò che l'uomo aveva fatto. In quel momento si sentiva spaesata e confusa, per nulla convinta di ciò che la sè stessa di qualche mese prima aveva deciso: ovvero rientrare nei ranghi al fianco di Marcus ed Emmett per combattere contro la Setta dei Dodici. In fondo... Che cosa la ancorava ancora a quel mondo?
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da Marcus » 19/02/2016, 18:58
Una parte di sé aveva ipotizzato che Beatriz non avrebbe detto nulla nel sentire le sue parole riguardo a Violet: non essendo quel tipo di donna da scenate isteriche o pianti a dirotto, la probabilità che non commentasse quanto detto da Azhad era molto alta... ed infatti così fu; da un lato, Marcus avrebbe tanto voluto prenderla tra le braccia, stringerla forte e dirle che tutto sarebbe andato a posto... ma non poteva. Non poteva ignorare i propri sentimenti per Violet, né voleva farlo: la Schtauffen si meritava tutta la sua sincerità, nel bene e nel male: per questo, vedendo in lei una totale assenza di reazioni, il Tredicesimo continuò a parlare, illustrandole tutte le novità legate alla Resistenza; per lei era come se il tempo si fosse fermato, come se nulla fosse cambiato dal giorno in cui era stata obliviata... ma tutti gli altri erano andati avanti, le situazioni si erano modificate e progressi, per fortuna, erano stati fatti dal punto di vista delle alleanze utili alla loro organizzazione. Era chiaro che, ora che ricordava tutto, la tedesca potesse rientrare nella Resistenza anche subito... ma Marcus non era uno stupido, non lo era mai stato, ed era possibile che la donna avesse dei dubbi, a riguardo: prima c'era lui, a tenerla legata ad essa, il loro rapporto, il combattere fianco a fianco per il loro futuro. Ma ora?
... Vuoi che io rientri nella Resistenza?
Lo vorrei, sì. - ammise comunque Azhad, senza alcuna incertezza - A prescindere da ciò che provo per Violet, sono legato a te, Beatriz, con un'intensità tale da non riuscire nemmeno a spiegarmelo: pensare di non poter lottare contro la Setta insieme a te... è una prospettiva a dir poco spiacevole, e non solo perché sei un elemento prezioso per la Resistenza, ma perché sei preziosa per me. - lo era davvero, immensamente - E tuttavia, mi rendo conto che forse la vera domanda sia... pensi valga ancora la pena di rientrare nella Resistenza?
La fissò con calma ma intensamente, parlandole con assoluta schiettezza e sincerità, come aveva sempre fatto quando si rapportava a lei, poi sospirò leggermente e riprese.
Io vorrei che tu tornassi a lottare con me, ma non ti chiederò di farlo... devi essere tu la prima a volerlo, a pensare che ciò che spingeva a ribellarci contro la Setta valga ancora adesso, nonostante siano cambiate le cose tra di noi. Se pensi che sia così, allora tornerai tra le fila della Resistenza a partire da questo istante; ma se pensassi di non volerne più far parte, se arrivassi alla conclusione che farne parte richiede sacrifici troppo grandi, che non ti senti più in grado di fare... allora lo capirò, e ti oblivierò del tutto, questa volta, dandoti quella libertà che forse, nel profondo, non hai mai smesso di ricercare.
Breve pausa.
A te la scelta.
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Marcus
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