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Per i negozi...

Messaggioda Phoebe » 01/05/2014, 17:36

Il gelato era buonissimo, doveva ammetterlo: la panna era dolce al punto giusto e setosa, e si sposava benissimo con tutto il resto dei gusti che erano davvero deliziosi, pieni; non era solo una questione di colore diverso tra un gusto e l'altro, come poteva accadere in alcune gelaterie piuttosto scadenti, valevano davvero i galeoni spesi - che Jeremiah, da vero gentiluomo, aveva speso, e che la portò a ringraziarlo con un gran sorriso.

Lei mi conosce già fin troppo, signorina... Così finiremo che lei mi conoscerà totalmente, mentre io saprò solo il suo nome.

Rise di quelle parole ed abbozzò una riverenza da vera nobildonna medievale, per accodarsi allo stile di lui… peccato non le riuscisse troppo bene.
L'unica nota negativa di quei primi momenti insieme era stato l'atteggiamento superficiale del gelataio, che aveva avuto la "bella" pensata di chiamare un nuovo gusto di gelato col nome di una malattia non rara e piuttosto grave del mondo magico, ovvero la Licantropia.
Chiaro che Phoebe trovasse la cosa abbastanza disgustosa e fuori da ogni buon gusto, dovendo provare sulla propria pelle il dolore della trasformazione e la condizione di Lupa Mannara ogni mese, e fu lieta di notare che anche il collega Murray trovasse assurdo e penosamente triste l'utilizzo di quel nome, di quella malattia, per pubblicizzare uno stupidissimo gusto di gelato.
Per questo, quando uscirono dalla gelateria e lui si scusò per aver sbottato, la Chamberlain lo rassicurò che non doveva preoccuparsi, facendogli altresì capire che era totalmente d'accordo col suo punto di vista - e se l'altro avesse saputo cosa lei davvero fosse, non avrebbe potuto biasimarla.
Per lei, comunque, era stato un bene uscire dal negozio, anche a costo di mangiare il gelato per strada… tanto il cono era stato inventato soprattutto per quello, per poter essere comodamente mangiato mentre si camminava: e visto che lo shopping non le interessava minimamente, la Terran Ciclonis propose a Jeremiah di mostrarle dei negozi che potessero piacergli particolarmente, perché magari legati a passioni che il giovane docente aveva; lo rassicurò che non si sarebbe annoiata affatto, al contrario, e dunque lo seguì fino ad una vetrina che dava su un negozio di scope ed accessori per il Quidditch, anche se, lo capì poco dopo, ciò che davvero interessava l'altro era il negozio accanto, una libreria dall'aria piuttosto antica.
Guardando i vari tomi esposti attraverso la libreria, ce ne fu uno, di stampo babbano, che catturò l'attenzione della giovane donna, uno che stuzzicò ricordi in lei - ricordi piacevoli, visto che chiese gentilmente a Jeremiah di aspettarla lì col gelato di entrambi per entrare nella libreria e comprarlo, il libro.
Quando tornò fuori, recuperò il gelato e consegnò il regalo al collega - e ormai, forse, in via di diventare un amico - con un gran sorriso solare, prendendolo del tutto in contropiede.

Oh, grazie... Cioè, non dovevi, ma... Grazie!

Era solo un pensierino, niente di che, un modo come un altro per lasciargli un ricordo di quella giornata insieme: inoltre sperava che a Jeremiah potesse piacere, poiché le sembrava una persona abbastanza profonda e quella, di sicuro, non era una lettura leggera.
Sorrise quando lui lesse il titolo, esprimendo la sua speranza che l'altro potesse trovarlo gradevole e non qualcosa di noioso o pesante, e quando il viso di Murray le si avvicinò, Phoebe accolse senza problemi quel contatto lieve e gentile delle labbra di lui sulla propria guancia: essendo così in comunione con lo spirito del proprio Elemento, poté percepire quello dell'Acuan, e dunque la bocca fresca che permetteva all'Acqua di entrare a contatto col Vento, sfiorandolo con altrettanta delicatezza. Era una bella sensazione, e le dispiaceva che al momento Jeremiah non potesse percepirla a sua volta… ma ci sarebbe riuscito, col tempo.
Tornò a guardarlo, e subito qualcosa la colpì, facendole aggrottare la fronte con aria perplessa.

I tuoi occhi sono… cambiati?
Nel senso, hanno un colore… diverso…


Oppure lei era improvvisamente diventata daltonica, non si poteva mai dire.
Sbatté le palpebre, attendendo una qualche spiegazione da parte di lui mentre leccava il gelato per non farlo sciogliere - anche perché se volevano entrare nel negozio di animali non potevano certo farlo coi coni ancora in mano!
Dopo che dunque, Jeremiah le ebbe dato una risposta, Phoebe prese a camminare con lui proprio verso il suddetto negozio, mordendo l'ultimo pezzo di cono proprio poco prima di entrarci: sì era stata decisamente vorace - ed era piuttosto plausibile che l'altro avesse finito prima di, o comunque in concomitanza con, lei.

Okay, sono pronta!

Esclamò, sbattendo le mani tra loro su e giù come a volersele pulire velocemente; gli sorrise incoraggiante e, in un gesto del tutto spontaneo, lo prese sottobraccio per spingerlo ad entrare con lei, dove una commessa li raggiunse subito con aria premurosa.

Buon pomeriggio!
Posso aiutarvi?


Veramente per ora vorremmo solo dare un'occhiata, grazie… - rispose Phoebe, per poi aggiungere all'orecchio di Jeremiah - Prima di chiedere del gatto delle sabbie, credo che dovresti guardarti intorno… forse ci sarà un altro animale che attirerà la tua attenzione, e sarà quello giusto per te! - anche perché non pretendeva di aver detto qualcosa di universalmente giusto, per quanto lo riguardava.

L'importante era che trovasse il famiglio ideale, e non certo che fosse stata la Chamberlain a suggerirglielo.
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Messaggioda Jeremiah » 09/05/2014, 15:13

Andava tutto bene, inconveniente nella gelateria a parte: lì non si era trattenuto, anche perché sarebbe stato ipocrita se non avesse fatto notare la cattiveria che c'era nella pensata di quel nome: lupo mannaro. Nonostante quell'attrito con il gelataio si erano gustati il gelato per la via principale, soffermandosi a dare un'occhiata qua e la per le vetrine ben allestite dei negozi.
Phoebe non era una grande fanatica di shopping: quel particolare lo colpì in modo particolare, anche perché era una - se non l'unica - ragazza che conosceva che non aveva la mania per i vestiti e gli accessori femminili.
Una piacevole sorpresa fu quella richiesta di recarsi nei negozi in cui lui trascorreva più tempo: Phoebe voleva conoscerlo meglio e quella era una buona occasione per comprendere quali fossero i suoi gusti. Il carattere di lei, invece, sembrava avere una sorta di brifontismo: semplice ma al contempo complessa e rara.
La accontentò, dunque, conducendola verso il negozio di scope e accessori per il Quidditch: uno sport affascinante, divertente, che lui seguiva distrattamente ma con piacere.
Subito dopo si locava una libreria dagli scaffali ricolmi di libri: per chi amava la lettura sarebbe stata una vera e propria tortura non entrarci essendo lì di passaggio. Lui non volle portarla dentro, per paura di annoiare la ragazza (gelato da finire a parte), ma lei volle dare un'occhiata: accettò di reggere il suo gelato e la vide sparire oltre la porta del negozio. Cercò di coglierla oltre la vetrina, ma non era nella sua visibilità.
Guardò verso il cielo e osservò il colore azzurro intenso causato dal sole che si avvicinava sempre più all'orizzonte e si preparava a sparire oltre esso.
Distolse lo sguardo perché sentì la porta aprirsi nuovamente e ne uscì lei con un pacco in mano per lui.
Inizialmente fu spaesato, poi scartò il suo regalo e osservò un libro robusto dall'aspetto interessante, era di un autore babbano.
Le posò un bacio delicato su una guancia e immaginò la sensazione che lei avrebbe dovuto provare al contatto con l'Elemento dell'Acqua che sfiorava il suo animo scosso dal Vento.
Quando osservò gli occhi di lei dai quali era rimasto tanto affascinato la prima volta colse la sua espressione perplessa e per un attimo temette di aver commesso un errore, nel ringraziarla in quel modo: era stato semplicemente spontaneo.

I tuoi occhi sono… cambiati?
Nel senso, hanno un colore… diverso…


Jeremiah strabuzzò di nuovo gli occhi, come se avesse dimenticato la stranezza legata a quel fatto: il colore dei suoi occhi cambiava calore quando provava delle forti emozioni; ciò significava che quello che aveva fatto era sorto spontaneo dal suo cuore e dal profondo del suo animo, un gesto sincero insomma.
Fece spallucce come per dire che non c'era motivo di essere stranita e che quello era un dettaglio comune delle sue caratteristiche fisiche.

Oh, si... Sai, mi succede quando sono... - raccontarle la storiella delle emozioni era troppo presto - Da quando sono... Beh, hai capito... Ma mi succede così, a caso, nemmeno me ne accorgo.

Mentì spudoratamente, sperando di essere stato abbastanza convincente; si diressero verso il negozio di animali dove probabilmente lo attendeva un fantastico Gatto delle Sabbie: da quando Phoebe gli aveva parlato di quella creatura si figurava sempre l'immagine di un gattino piccolo nella mente, dal pelo folto e che voltava la testolina dall'altra parte pieno di orgoglio.
Era quello l'animale domestico giusto per lui, lo sentiva dentro di se, anche perché tra tanti animali che lo interessavano ora dimostrava interesse solo per quel gatto speciale.
Giunsero al negozio di animali domestici che lui aveva avvistato non appena erano arrivati ad Hogsmeade (quello dotato dell'insegna particolare) ed esitarono un momento prima di entrare: lei aveva già terminato il suo cono gelato e ora sbatteva le mani quasi contenta, come se stesse per incontrare i suoi amici più cari che non vedeva da tanto.
In effetti gli animali erano davvero suoi amici: da come ne aveva parlato quando si erano conosciuti, nel giardino del castello, era proprio quella l'idea che aveva dato. Per quanto essi fossero dotati di grande intelligenza, lei provava un amore fuori dal comune, mentre per lui rimanevano tali: forse si sarebbe affezionato oltre misura al suo animale domestico, ma solo a quello, non a qualunque animale.

Okay, sono pronta!

Sorrise appena quando lo prese sottobraccio per trascinarlo con lei all'interno del negozio: l'interno era pieno di teche di vetro e di gabbie contenenti qualunque genere di animale. Nonostante la grande varietà di animali non era presente alcun odore sgradevole all'interno della gabbia, segno che la commessa - la quale li raggiunse in fretta - si prendeva molto cura degli animali che vendeva.

Buon pomeriggio!
Posso aiutarvi?


Prima che potesse rispondere lui, Phoebe lo anticipò.

Veramente per ora vorremmo solo dare un'occhiata, grazie…

La guardò con espressione interrogativa, aspettandosi che avrebbe richiesto il fantomatico gatto.

Prima di chiedere del gatto delle sabbie, credo che dovresti guardarti intorno… forse ci sarà un altro animale che attirerà la tua attenzione, e sarà quello giusto per te!

Annuì alle sue parole e cominciò a vagare per la stanza piena di animali: serpenti, rospi, gatti, gufi, civette, ratti e molti altri animali che potessero essere contenuti in una gabbia. C'erano addirittura dei pesciolini rossi in un acquario.
Non si sforzò di trovare un animale carino: si disse che se veramente gli sarebbe piaciuto qualcosa, questa sarebbe risaltata subito ai suoi occhi; compì un giro completo della stanza, senza voltarsi per vedere che Phoebe gli fosse vicino: era realmente intenzionato a ricercare un animale che quasi dimenticò di avere qualcuno al suo fianco a cui chiedere consiglio o attraverso la quale soddisfare delle curiosità. Tuttavia non ci fu bisogno né di chiedere consiglio né di soddisfare qualche dubbio, perché non gli vennero; quando ebbe completato l'escursione in quella stanza notò che c'era un'altra stanza dal quale provenivano svariati versi di animali.
Cercò lei con lo sguardo e una volta che l'ebbe trovato fece un cenno di diniego con la testa, volente comunicare che niente lo soddisfaceva lì dentro.
Si avvicinò alla commessa, ora determinato a trovare quel gatto e si schiarì la voce; la donna si voltò con aria interrogativa.

Mi scusi... Mi domandavo se aveste degli esemplari di Gatto delle Sabbie...

E qualora lei avrebbe risposto positivamente avrebbe rivolto un'espressione eccitata a Phoebe e poi avrebbero seguito insieme la commessa che gli avrebbe mostrato gli esemplari; in caso contrario avrebbero lasciato il negozio - lui un po deluso - per controllare da qualche altra parte.
Qualora lei gli avesse rivolto un'espressione interrogativa, l'avrebbe guardata con certezza e le avrebbe risposto sottovoce:

Sento che quella sia la creatura che faccia al caso mio: i nostri caratteri potrebbero completarsi a vicenda e l'idea mi rende ancora più convinto di questa ipotesi.
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Messaggioda Phoebe » 13/05/2014, 20:37

Poteva dirlo, ormai: Jeremiah Murray era un'ottima compagnia; era simpatico, alla mano - lei l'aveva conosciuto in quel modo, quindi non poteva immaginare quanto invece, solitamente, fosse solitario e distaccato - non aveva paura di farsi conoscere da lei né di tentare un approccio fisico blando come un bacio sulla guancia.
Naturalmente Phoebe era una persona molto espansiva, vivace e fresca come il proprio Elemento, ma pur essendo l'altro un Acuan, comunque le stava dimostrando di potersi amalgamare bene al suo modo di fare, senza risentirne: eppure, a ben guardare, qualcosa era cambiato in lui... i suoi occhi.
La Chamberlain lo notò praticamente subito quando, posando lo sguardo sul volto di lui, poté osservare che il colore delle iridi di Jeremiah era cambiato: non era la prima volta che si trovava di fronte ad una persona dagli occhi cangianti, questo era vero, ma era la prima volta che notava un cambiamento così radicale e repentino, che le impedì di nascondere a dovere la propria perplessità; per questo glielo fece notare un poco incerta, sperando che l'altro non s'infastidisse per quella precisazione - e a giudicare dal suo gesto di alzare le spalle, così non fu.

Oh, si... Sai, mi succede quando sono...
Da quando sono... Beh, hai capito... Ma mi succede così, a caso, nemmeno me ne accorgo.


No, non aveva capito, ma qualcosa l'aveva compresa: che ci fosse qualcosa sotto o meno, lui non aveva voglia di parlarne - magari semplicemente era un dettaglio di sé che non gli piaceva; sorrise, dunque, annuendo per fargli comprendere che non avrebbe insistito nel domandare, che non avrebbe voluto per forza che l'Acuan si confidasse con lei se non si fosse sentito pronto.
Ciascuno aveva i propri segreti, e chi meglio di lei poteva dirlo?
Lo prese sottobraccio dunque, una volta arrivati di fronte al negozio di animali, trascinandolo all'interno per cominciare a cercare subito il famiglio più adatto a lui - che fosse quello proposto da Phoebe o meno; per questo, inizialmente, gli suggerì di guardarsi intorno, non si poteva mai essere sicuri di quale animale avrebbe attirato la sua attenzione.
Mentre Jeremiah vagava per la stanza, lei spostava lo sguardo sulle varie gabbie presenti, avvicinandosi poi a quelle coi volatili che, naturalmente, la salutavano senza timore, perché riconoscevano in lei qualcuno di cui potersi fidare; con la coda dell'occhio, dopo qualche minuto, notò che Jeremiah si stava spostando, quindi mosse il capo verso di lui per capire se avesse scelto qualche animale visto tra quelli presenti.

Mi scusi... Mi domandavo se aveste degli esemplari di Gatto delle Sabbie...

No, evidentemente nessun animale l'aveva convinto, e dunque aveva deciso di fidarsi di lei e della sua idea... non poteva che esserne felice: sorrise e gli si avvicinò, prendendolo nuovamente sottobraccio con aria tranquilla e confidenziale proprio mentre la commessa si apprestava a rispondergli.

Oh, beh... in effetti ne abbiamo accolto un paio di esemplari giusto da qualche giorno! Prego, se volete seguirmi da questa parte...

Condivise l'espressione eccitata dell'Acuan, e gli strizzò l'occhio per poi invitarlo con un cenno del capo a seguire la ragazza, prima di domandargli sottovoce se fosse convinto della sua scelta.

Sento che quella sia la creatura che faccia al caso mio: i nostri caratteri potrebbero completarsi a vicenda e l'idea mi rende ancora più convinto di questa ipotesi.

Allora vediamo se ci abbiamo preso entrambi, dai!

Sussurrò la Terran Ciclonis, seguendo la commessa che li fece spostare in un'altra stanza del negozio: di fronte a loro, in una gabbietta piuttosto ampia, c'erano un paio di esemplari di gatti delle sabbie che giocavano tra di loro, e che vennero indicati dalla ragazza.

Ecco qui, abbiamo un maschietto ed una femminuccia: hanno all'incirca tre mesi, sono già stati svezzati dalla madre e sottoposti a tutte le cure magi-mediche necessarie cosicché non solo si sviluppi più lentamente degli animali normali, così da rimanere più a lungo accanto al padrone, ma sia anche più forte e più resistente.

Spiegò con aria professionale e competente la commessa, con Phoebe che annuiva attentamente e studiava il volto di Jeremiah per capire cosa stesse pensando degli animali che s'intravedevano accanto alla figura della donna.

Se volete provare ad avvicinarli, fate pure... attenzione però, sono piuttosto diffidenti!

Li avvisò l'altra, prima di farsi leggermente da parte e lasciarli fare: inutile dire che la Chamberlain si avvicinò subito alla gabbietta, allungando una mano per far avvicinare uno dei due esemplari oppure entrambi, a seconda dell'indole dei gattini.

Jeremiah, guarda quant'è carino!

Sussurrò al ragazzo, indicandogli con un cenno del capo il maschietto tra i due esemplari che, curioso ma diffidente, si stava lentamente avvicinando a lei.

Immagine


È adorabile, non trovi?

Gli domandò, alzando lo sguardo su di lui per capire se fosse stato conquistato da quei deliziosi gattini quanto lei.
E se così fosse stato, avrebbe lasciato che Jeremiah prendesse il gattino e avrebbe passato il resto della giornata con lui.

-FINE-
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Messaggioda Caroline Priscilla » 26/08/2014, 23:11

[31 Ottobre 2108 - Hogwarts => Tre Manici di Scopa - Giovedì, ore 20:35]


Era in ritardo. E questa non era neanche una cosa chissà quanto strana, visto che la Tassorosso sembrava abbonata ormai al ritardo continuo e cronico nelle situazioni più critiche. Certo, una festa in maschera ad Hogsmeade non poteva essere considerata una situazione critica, ma il suo migliore amico che l'aspettava incazzato (giustamente) ai Tre Manici di Scopa, si quella era una situazione decisamente pericolosa!
Era il 31 Ottobre e le strade di Hogsmeade erano gremite di studenti, perlopiù diciasettenni, in procinto di dirigersi vero il locale più in, dove si sarebbe tenuta l'annuale festa di Halloween. E finalmente quell'anno anche lei e Jorge avrebbero potuto parteciparvi, opportunamente vestiti per la festa naturalmente.
Ed era proprio quello il problema della giovane O'Neill, sedici anni compiuti il 5 Agosto: ovvero che quando si trattava di vestirsi bene, passava le ore a provare e riprovare qualsiasi capo d'abbigliamento avesse nell'armadio, alla disperata ricerca di qualcosa che fosse di suo gradimento e non la facesse apparire come "un manico di scopa troppo rinsecchito".
I capelli biondo platino non aiutavano di certo ad attenuare quell'immagine che Cappie aveva di sè, ma per fortuna quella sera aveva utilizzato un po' di lozione colorante, che le permise di avere una chioma di un bel mogano scuro, davvero accattivante sul suo suo viso da bambolina. L'annoso problema del capo d'abbigliamento da indossare però era rimasto, fino a quando l'irlandese non si era resa conto dell'orario e, dopo aver saggiamente preso una scelta definitiva (Ambarabaciccicoccò era SEMPRE utile in quei casi) si era infine vestita ed era schizzata letteralmente fuori dal castello, precipitandosi verso la strada che l'avrebbe condotta verso il villaggio. Correre con i tacchi però non era mai stato lo sport preferito di Cappie, che decise di farsi parte della strada a piedi nudi o, per meglio dire, coperti da un sottile strato di calze trasparenti, che lasciavano intuire quanto candida e morbida fosse la pelle dell'ormai maggiorenne.
Dopo aver fatto lo slalom fra vari studenti che amoreggiavano fra loro e aver superato i cancelli a passo di ghepardo, la Tassorosso potè concedersi un minuto per riprendere fiato e rimettersi volendo le scarpe, che per quanto scomode erano indipensabili per il look che aveva adottato quella sera: vestitino corto color oro metallizzato, annodato dietro il collo della ragazza, un braccialetto con opale nero sulla mano sinistra e scarpe nere con tacco alto, quel tanto che bastava per non fare sempre la solita figura da nana.

Immagine


Aveva fatto una scelta giusta? Certo, forse vestirsi da strega sarebbe stata la cosa migliore quella sera, ma mettersi la divisa scolastica per andare ad una festa non le sembrava proprio una buona idea, non quando sui volantini sparsi per Hogsmeade c'era chiaramente scritto che bisognava presentarsi in abito da sera e/o costume di Halloween. E in mancanza di altro, fare la conta era sempre un'ottima soluzione a tutto.

Brrr...che freddo...

Cappie si strinse addosso lo scialle nero che aveva preso in prestito dall'armadio di Kelly, per coprirsi dai freddi venti notturni di fine Ottobre. L'aria pareva carica di un'intensa elettricità, o forse era solo l'eccitazione che le faceva apparire tutto così vivo, una nube greve e pesante nella quale la tassetta si sentiva immersa fino al collo. Osservava la strada principale, quella che l'avrebbe condotta presto da Jorge, stringendosi al petto la borsa con all'interno alcuni beni di prima necessità femminili oltre alla propria inseparabile bacchetta. Mentre camminava, lo sguardo della ragazza appariva lontano, perso dietro chissà quali pensieri che le arrossavano le guance, donandole un dolce color porpora molto grazioso. Pensieri che riguardavano, in particolar modo, il proprio fidanzato, assente quella sera a causa del proprio lavoro.

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Ultima modifica di Caroline Priscilla il 31/08/2014, 13:51, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Ymir » 27/08/2014, 15:32

† Esterno dei Tre Manici di Scopa _ Ottobre 2108, 4 _ 8.41 p.m. †


Hogsmeade... che deliziosa cittadina.
Quando si viveva da così tanto tempo, come nel suo caso, tante cose diventavano ordinarie e smettevano di stupire: eppure, Ymir si sentiva in qualche modo affascinata dalla gente che brulicava per le vie di quel luogo così intriso di Trama, dai loro volti -alcuni sereni, altri corrucciati- dalle conversazioni che le orecchie riuscivano a cogliere.
Tuttavia, un luogo in particolare era il centro del suo interesse: una locanda chiamata "Tre Manici di Scopa", nella quale si sarebbe svolta una festa per celebrare il 31 del mese, ovvero la festa di Halloween; non che le importasse qualcosa della celebrazione in sé, ma una festa voleva dire persone, persone voleva dire sangue, e sangue... voleva dire cibo.
Allenarsi con Lestat le aveva permesso di apprendere le sue tecniche per cancellare i ricordi e le tracce del suo passaggio nelle proprie vittime, e dopo tre mesi di allenamento non vedeva l'ora di mettere alla prova ciò che il Vampiro le aveva pazientemente insegnato: inoltre -particolare che solo a se stessa riusciva ad ammettere- come Erede del Fulmine era abituata a presenziare a ricevimenti e feste, ed occasioni come quella era un ottimo -quanto raro- modo per ricollegarsi ad un mondo che ormai non le apparteneva più.
Per quella sera aveva deciso d'indossare uno degli abiti che facevano parte del suo corredo da Druida, anzi, da Principessa dei Druidi: un abito lungo, del colore dell'Elemento predominante in lei, senza spalline -perché in fondo, quando mai avrebbe potuto provare del freddo?- accompagnato da una pochette dorata e da un'acconciatura semplice ma elegante; i piedi erano scalzi, perché tanto nessuno se ne sarebbe potuto accorgere, e il petto si alzava e si abbassava regolarmente per dare una parvenza di umanità che la Vampira non possedeva più.

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Sentiva nell'aria una certa elettricità che non dipendeva solo da lei: forse nei paraggi c'era qualcuno d'interessante, di non comune in mezzo ad una massa di maghi che, per lei, erano praticamente tutti uguali, ma non avrebbe saputo dirlo con certezza; perdere quasi interamente la sua umanità aveva comportato al tempo stesso la perdita di parte della sua capacità di riconoscere il Mana negli altri, quando era molto debole e poco sviluppato, e forse era quello il caso.
Gli occhi rosso sangue si spostavano pigramente da un punto all'altro della strada, il passo era elegante, leggero, regalo, quasi inconsistente in un certo senso: sapeva di attirare su di sé molti sguardi, ci era abituata ormai e la cosa nemmeno le dispiaceva troppo, in fondo.
L'entrata dei Tre Manici di Scopa era a pochi passi da lei, e già riusciva a cogliere al suo interno musica e frammenti di conversazioni interessanti quanto -per la maggior parte delle persone- il percorso di una formica sull'erba; ad Ymir poco importava di ascoltare i discorsi di coloro che riempivano la locanda, era a ben altro che puntava.
Voleva mangiare, dissetarsi di qualcuno che però fosse anche... piacevole, in qualche modo; vizi da Vampira, sicuramente, a cui però la bionda non voleva rinunciare.

Mmmh...

Una figura aveva attirato la sua attenzione: si trattava di una femmina, una ragazza di forse 17/18 anni, ben vestita e appena trafelata, come se avesse corso; le guance erano appena rosee, ed il pulsare del suo cuore era un dolce richiamo per la Vampira affamata, che sembrava aver trovato la propria preda ideale.
Le si avvicinò dunque, apparentemente innocente, il viso che assumeva un'espressione incerta, confusa: oh, quant'era diventata brava -T/A 30- a mentire, dissimulare e recitare...

Scusami... è qui la festa di Halloween?

Le domandò dunque, la voce che sembrava possedere quella stessa sfumatura smarrita presente nello sguardo a cui era difficile non credere: ma se gli occhi presentavano innocenza e spaesamento, la mente perfettamente lucida e padrona di sé pensava solo ad una cosa...
... a quando finalmente avrebbe affondato i canini nel candido collo della vittima prescelta per quella notte di festa.

Spoiler:
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Messaggioda Caroline Priscilla » 27/08/2014, 21:36

Il battito del suo cuore, accelerato dalla recente corsa, era un richiamo irresistibile per una creatura soprannaturale lì presente quella sera. La Tassorosso non si sarebbe mai accorta della sua natura neanche se avesse concentrato tutto il suo intelletto [Intuito(P):18] o il suo istinto [Intuito(S):18] nel captare qualcosa di diverso in lei. L'unica cosa che Cappie fece, passando vicino alla ragazza dai capelli biondi, fu notare quanto fosse bello il vestito indossato da Ymir e provando verso la proprietaria una sorta di simpatia. Simpatia dovuta proprio alla scelta di quel colore, che le rammentava quello (purtroppo) naturale dei suoi capelli, sebbene la tassetta stesse imparando ad abituarcisi giorno per giorno.
Una volta arrivata sulla strada che l'avrebbe portata ai Tre Manici di Scopa, Cappie aveva rallentato il proprio passo, si era risistemata il vestito, che di tanto in tanto svolazzava fra le sue gambe mosso dal vento, e osservava con attenzione un po' i costumi degli altri maghi, un po' la gente che si riversava dentro il locale, sperando di vedere Jorge Alvares. Invece fu la figura della vampira bionda che le si stagliò davanti, semplice, solare, preoccupata, rivolgendole una domanda che lasciava intuire quanto la ragazza avesse bisogno d'aiuto.

Scusami... è qui la festa di Halloween?

Spaesata, perchè non si aspettava che quella bella ragazza che aveva fissato a lungo le rivolgesse la parola, la giovane O'Neill piantò i suoi occhi color smeraldo prima sulla figura di fronte a sè e poi verso l'insegna del pub/locale che quella sera avrebbe ospitato una mega festa di Halloween.

Certo! E' proprio lì, vedi tutti quei ragazzi là fuori vicino all'entrata?- disse, indicando col dito indice dove era situato i Tre Manici di Scopa- La festa è là dentro!
A proposito, complimenti per il vestito!


Esclamò entusiasta, sentendosi stranamente elettrizzata nello stare vicina a quella figura ancestrale. Tuttavia, quella sorta di pulsare crepitante che di tanto in tanto affiorava nel corpo della Tassorosso, facendola rabbrividire come se avesse preso una scossa elettrica, era qualcosa di assolutamente normale da almeno un paio di mesi. Per questo Cappie si limitò ad ignorare quello strano fenomeno, porgendo la mano alla sconosciuta e stringendola energica, qualora lei avesse fatto lo stesso.

Piacere, Cappie O'Neill!
Sei da sola? Anche io vado alla festa, se vuoi possiamo andarci insieme!


Tipico della O'Neill fare amiciza con gli sconosciuti senza prima chiedere chi fossero.
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Messaggioda Ymir » 27/08/2014, 22:37

Ora che le era vicino, Ymir percepiva in Caroline Priscilla un'elettricità particolare che rafforzò l'idea già insita in lei -I/SS 35- della presenza dell'Elemento del Fulmine nel cuore della ragazza; non avrebbe potuto affermarlo con certezza, quello no, ma difficilmente il suo istinto la spingeva verso le sensazioni sbagliate.
Un'altra sensazione che la ragazza le trasmetteva, inoltre, era una sorta d'ingenua solarità, di fiducia cieca nel prossimo che l'ex Erede, nemmeno quando ancora era unicamente pervasa dal Mana, possedeva; e tuttavia, nel suo sorriso genuino, la giovane maga riusciva ad essere in qualche modo contagiosa.

Certo! E' proprio lì, vedi tutti quei ragazzi là fuori vicino all'entrata? La festa è là dentro!

Seguì con lo sguardo il dito della ragazza teso verso l'ingresso del locale, annuendo nel notare quel piccolo capannello di persone che si accalcavano di fronte alla porta.

A proposito, complimenti per il vestito!

Ah, ti ringrazio! - rispose Ymir, incurvando le labbra in un sorriso dolce e gentile, tanto innocente e candido quanto corrotta era l'anima della Vampira - Anche il tuo vestito è molto bello, lo definirei… sofisticato.

Per gli standard dei normalissimi maghi e babbani che abitavano sulla Terra, ovviamente: nel mondo dei Druidi, e ancor più in quello degli Eredi, un abito sofisticato non aveva praticamente nulla in comune con quello che la ragazza dai capelli mori aveva indossato quella sera.

Piacere, Cappie O'Neill!

Allungò il braccio, e sfiorata la mano della ragazza la strinse con la stessa energia di quest'ultima: c'era una sorta di eleganza anche in un gesto semplice come quello, però, e l'Elemento predominante in lei non smetteva un attimo di avvolgerla, di farle sentire la propria presenza; no, Cappie non avrebbe mai potuto coglierlo, ma forse, sfiorandola, si sarebbe sentita ancora più… elettrica.

Sei da sola? Anche io vado alla festa, se vuoi possiamo andarci insieme!

Mh… sì, perché no!
Sarebbe molto gentile da parte tua farmi compagnia… io mi chiamo Ymir.


Acconsentì la Vampira: non che avesse particolare interesse a partecipare alla festa, ma doveva scegliere il momento giusto per nutrirsi della ragazza… e di sicuro affondarle i canini nel bel mezzo della strada non era l'ideale per passare inosservati.

Abiti da queste parti?

Le domandò Ymir, con una punta di curiosità che, secondo il suo giudizio, era del tutto normale quando si conosceva qualcuno: in realtà la risposta le interessava fino ad un certo punto, ma non poteva risultare scortese, non quando la pelle candida della ragazza sembrava richiamare i suoi denti con così tanta insistenza.
Nel frattempo, le due si erano avvicinate all'ingresso del locale, e non stupì di certo la bionda notare come i ragazzi si spostassero per lasciarle passare, forse -probabilmente- affascinati dalla sua presenza -C/F 40- una dote che prima come Erede ed ora come Vampira le era sempre tornata utile, in un modo o nell'altro.

Uhm… c'è davvero un sacco di gente… - notò la Druida Vampira, guardandosi intorno - Che ne dici di prenderci qualcosa da bere?

Giocare con la sua preda, metterla a proprio agio e farla sentire tranquilla prima di nutrirsene… vizi e capricci di una donna che, nonostante gli anni passati a vagare su quella Terra, a volte nel suo essere non-umana si comportava davvero come una bambina.
E poi, un aperitivo era davvero ciò che ci voleva… prima della cena.
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Ymir
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Messaggioda Caroline Priscilla » 27/08/2014, 23:38

Il gatto che gioca col topo, prima di mangiarselo. Quella era Ymir mentre osservava, scrutava, pregustava il sapore del sangue di Cappie, ignara dei piani della vampira sul suo corpo. Ancora troppo poco perspicace per riconoscere nella ragazza bionda un abominio della natura, rifiutata dai Druidi quanto dai Gildati, sebbene lei stessa non appartenesse nè all'uno nè ancora all'altro. Di certo però qualcosa di strano c'era nella sconosciuta, un'energia che la attraeva, che rendeva la Tassorosso più energica e dinamica di quanto già non fosse. All'improvviso, se tutti si fossero messi a correre per le strade di Hogsmeade, Cappie sentiva che li avrebbe imitati senza pensarci due volte, come se quello potesse aiutarla ad esaurire l'adrenalina che le scorreva nelle vene.
Quest'attrazione sembrava portare le due giovani ad incontrarsi, come se ci fosse un filo che legasse il loro destino in quel momento. Infatti Ymir si avvicinò alla Tassorosso, chiedendole indicazioni su dove si svolgesse la festa di Halloween e la giovane O'Neill fu subito pronta ad aiutarla, come se in lei sentisse di aver trovato una vecchia amica.

Ah, ti ringrazio! Anche il tuo vestito è molto bello, lo definirei… sofisticato.

Sofisticato? Davvero?
Devo iniziare a vestirmi a caso d'ora in avanti, se il risultato mi riesce così bene!


Rise della propria battuta, che probabilmente l'altra non avrebbe capito appieno, prima di stringerle la mano in un gesto di conoscenza e invitandola ad andare insieme a lei alla festa. Non appena le loro mani entrarono in contatto, Cappie potè sentire indistintamente la pelle vibrare, come se milioni di scariche elettriche attraversassero il suo corpo minuto e grazioso. Accidenti, quanto si sentiva elettrica quella sera! Probabilmente aveva accumulato talmente tanta energia repressa che adesso, nel fare una nuova conoscenza, stava venendo fuori facendole venire la pelle d'oca.

Mh… sì, perché no!
Sarebbe molto gentile da parte tua farmi compagnia… io mi chiamo Ymir.


Ymir...davvero un bellissimo nome!

Dopo quel complimento, la O'Neill si spostò sulla destra della vampira, tenendo d'occhio il locale dove stavano per entrare alla ricerca del suo tanto agognato fratellino. Chissà che cosa avrebbe detto Jorge vedendola in compagnia di una ragazza tanto bella? Probabilmente avrebbe sbavato come un dannato e cercato di fare il galletto per tutta la serata, nella speranza di strapparle un appuntamento o il recapito gufo.

Abiti da queste parti?

No, sono ancora una studentessa. Vado ad Hogwarts, il castello che si trova al di là...- e si voltò puntando la mano verso la via principale -...di quella strada.

La tassetta non avrebbe mai potuto intuire che dietro quella domanda c'era poco, anzi quasi nullo desiderio di conoscere veramente da dove venisse, chi lei fosse e che tipo di vita conducesse. Ciò che interessava alla vampira era solo il suo sangue, il suo prezioso caldo, dolce sangue giovanile, che pulsava dentro le vene, alimentato da quella connessione con l'elemento Fulmine che si era instaurato fra di loro. Un richiamo irresistibile per la ragazza.

Immagino invece che tu non sia di queste parti, altrimenti conosceresti i Tre Manici di Scopa!

Disse allegramente, entrando infine dentro il locale e notando subito come tutti i ragazzi presenti si voltassero a fissare la nuova venuta (chi mai avrebbe guardato lei in quel modo?) con uno sguardo che rasentava l'idiozia più totale. Forse non era una buona idea farla conoscere al suo migliore amico: se avesse dovuto sopportare la faccia da ebete del protoghese per tutta la sera, probabilmente la O'Neill lo avrebbe piantato in asso a metà serata.

Uhm… c'è davvero un sacco di gente…Che ne dici di prenderci qualcosa da bere?

Oh...mi piacerebbe tantissimo, ma prima devo cercare una persona!
E' il mio migliore amico, sai, mi sta aspettando qui da un pezzo e se non lo trovo subito è capace di prendermi e di chiudermi in una gabbia fino a quando non imparerò cosa significa il senso della parola "puntualità"
-parlava a raffica, cercando di sovrastare il brusio di sottofondo che era un miscuglio di voci e di musica insieme, aguzzando lo sguardo intorno per vedere di riconoscere il volto familiare del delfino -Tu intanto se vuoi puoi prendere da bere! Ci vediamo dopo vicino al banchetto delle bevande, magari!

Propose alla nuova arrivata e se Ymir non l'avesse fermata in qualche modo, la sua preda si sarebbe allontanata da lei, alla ricerca del suo adorabile quanto imbronciato fratellino.
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Caroline Priscilla
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Messaggioda Ymir » 28/08/2014, 14:45

Sofisticato? Davvero?
Devo iniziare a vestirmi a caso d'ora in avanti, se il risultato mi riesce così bene!


Quelle parole le fecero ipotizzare -forse sbagliando- che Caroline Priscilla non avesse perso molto tempo per scegliere cosa indossare, quella sera: magari si era vestita velocemente, senza badare troppo al tipo di abito, al suo colore, al tessuto o a come le cadesse addosso… il contrario di Ymir, che nemmeno da Vampira aveva perso quell'attitudine -sviluppata nei suoi anni come Erede del Fulmine- a badare al proprio aspetto esteriore; il corpo, il fisico e la sua condizione di non-morta di sicuro l'aiutavano, ma a prescindere da questo la bionda teneva al modo in cui si presentava al mondo, e considerava molto importante essere sempre perfetta e consona al luogo in cui si trovava.
Che poi, se anche avesse indossato degli stracci, i ragazzi l'avrebbero comunque guardata sbavando -ed anche buona parte delle ragazze, probabilmente- quello era un particolare di cui la Vampira era perfettamente consapevole.

Ymir...davvero un bellissimo nome!

Rivolse a Cappie un sorriso riconoscente e gentile, dimostrando di apprezzare sinceramente quel complimento, prima di entrare con lei nel locale e domandarle se fosse un'abitante di Hogsmeade, giusto per mostrare quel minimo di curiosità che ci si sarebbe aspettata da un comune essere umano.

No, sono ancora una studentessa. Vado ad Hogwarts, il castello che si trova al di là… di quella strada.

Ah, Hogwarts… ne ho sentito parlare.
È l'unica scuola per maghi di tutta Europa, vero?


S'informò la bionda, sapendo di aver detto una cosa giusta: quando si viveva da 151 anni, si aveva un sacco di tempo per imparare tutto il possibile di ciò che non apparteneva al proprio mondo; come Erede del Fulmine, alla figlia del Mana non sarebbe mai interessato conoscere Hogwarts, le scuole di magia della Trama o la tecnologia babbana… come Vampira costretta a vivere in quell'ambiente -perché mai i Druidi avrebbero potuto accettarla sotto quella forma- aveva dovuto imparare tutto, ed in fretta.
Il risultato, alla fine, era piuttosto soddisfacente anche per una persona esigente quanto lei.

Immagino invece che tu non sia di queste parti, altrimenti conosceresti i Tre Manici di Scopa!

Immagini bene… sono nuova di questa zona, ho sentito parlare di una festa per Halloween ed ho pensato fosse un ottimo modo per conoscere persone nuove.

"Mangiarle", più che conoscerle, ma era essenziale e necessario preservare le apparenze, sempre e comunque.
L'interno del locale era affollato, gremito di persone, e l'idea iniziale di Ymir fu quella di prendere qualcosa da bere con Cappie prima di fare di lei la sua cena… peccato che la studentessa avesse altri programmi.

Oh...mi piacerebbe tantissimo, ma prima devo cercare una persona!
E' il mio migliore amico, sai, mi sta aspettando qui da un pezzo e se non lo trovo subito è capace di prendermi e di chiudermi in una gabbia fino a quando non imparerò cosa significa il senso della parola "puntualità".
Tu intanto se vuoi puoi prendere da bere! Ci vediamo dopo vicino al banchetto delle bevande, magari!


No, non voleva che Cappie si allontanasse, voleva cibarsene in tutta tranquillità per poi cancellare da lei qualsiasi ricordo dell'accaduto e permetterle di godersi la serata -perché non aveva mai voluto, in quei 151 anni di non-vita, uccidere qualcuno, e non avrebbe cominciato quella sera; ma come costringerla a fermarsi, a portarla in un posto più tranquillo dove poterla mordere?
La risposta arrivò da una porta sulla destra, in fondo alla stanza.

Ah, d'accordo… però prima posso chiederti un favore? - le domandò, manipolando la propria voce ed il viso per assumere una posa più dolce e supplichevole - Mi accompagneresti un secondo in bagno, prima? Non mi fido ad andare da sola! Poi ti lascio andare a cercare il tuo amico e magari ci incontriamo dopo, così vi offro anche qualcosa da bere per sdebitarmi della tua cortesia: che ne dici?

E come dire di no a quell'espressione angelica sul viso della Vampira?
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Messaggioda Caroline Priscilla » 29/08/2014, 21:30

Non era cosa di tutti i giorni incontrare una vampira per le strade di Hogsmeade, ma la buona stella ( se così possiamo definirla) di Cappie riservava per la sua protetta sorprese sempre nuove e inimmaginabili. Certo la ragazza non poteva sapere che la bellissima sconosciuta che le aveva chiesto aiuto era una vampira, nè le sarebbe stato possibile immaginare che quella stessa vampira era un tempo un’Erede del Fulmine, elemento che le due condividevano. Che la donna del sogno avesse, ancora una volta, agito sul destino della piccola O'Neill, facendola incontrare/scontrare con una sorta di sorella?
Questo probabilmente la Tassorosso non lo avrebbe mai saputo, giacchè Ymir era più che intenzionata a cibarsi del suo sangue e a cancellarle la memoria di quanto avvenuto.

Ah, Hogwarts… ne ho sentito parlare.
È l'unica scuola per maghi di tutta Europa, vero?


Non le sembrava così strano che la ragazza conoscesse appena Hogwarts, dal momento che non tutti frequentavano la sue stessa scuola (come ad esempio il suo ragazzo). Perciò annuì vigorosamente alle parole dell'altra, introducendola nell'ambiente caldo e accogliente dei Tre Manici di Scopa, ornato per l'evento di quella serata da una miriade di pipistrelli e zucche che pendevano dal soffitto magicamente, luci che andavano dall'arancio al giallo e musica a tutto volume in modo da permettere ai presenti di scatenarsi sulla pista da ballo. I consueti tavoli infatti erano magicamente scomparsi e il bancone dove solitamente si andava a prendere la propria ordinazione, al momento offriva una quantità esagerata di bevande (alcoliche e non) più stuzzichini vari.
Mentre si inoltravano in quella giungla di corpi che si muovevano a ritmo di musica, Ymir confessò alla sua "amica" di essere nuova da quelle parti e di partecipare alla festa proprio per fare nuove conoscenze nell'ambito del mondo magico. Naturale che Cappie non sospettasse che per conoscere, la ragazza intendesse in realtà succhiarne-il-sangue, ma fintanto che la O'Neill ignorava quel piccolo particolare si comportava normalmente con la sua ospite, offrendole di tenerle compagnia per tutta la serata se necessario. Prima di fare questo, però, avrebbe dovuto trovare in mezzo alla folla un delfino imbronciato e contrito: Jorge Alvares la stava aspettando da un pezzo e lei si era fatta attendere anche fin troppo per poter sperare di strappargli un sorriso chiedendogli scusa. Forse, se avesse visto la bionda stratosferica che era in sua compagnia, il portoghese avrebbe chiuso un occhio (lo immaginava sbavare dietro alla bellissima Ymir) ma fino a quando non lo avesse trovato e avvisato che lei era lì, non avrebbe potuto fare nulla.

Ah, d'accordo… però prima posso chiederti un favore? Mi accompagneresti un secondo in bagno, prima? Non mi fido ad andare da sola! Poi ti lascio andare a cercare il tuo amico e magari ci incontriamo dopo, così vi offro anche qualcosa da bere per sdebitarmi della tua cortesia: che ne dici?


Il bisogno urgente della vampira di andare in bagno, spinse ancora una volta il buon cuore della Tassorosso ad accontentarla. In fondo, doveva stare via solo per pochi minuti e poi sarebbe andata finalmente alla ricerca del suo migliore amico.

Va bene, ti accompagno. E non c'è bisogno di offrirmi nulla, lo faccio volentieri!

Era vero, le faceva piacere farle compagnia, anche se naturalmente il pensiero di Jorge ad aspettarla la teneva abbastanza occupata. Tuttavia la O'Neill trovava estremamente difficile riuscire a resistere al fascino della bella vampira, per questo si diresse insieme a lei nel bagno delle donne, aprendole la porta e aspettando che la ragazza facesse quello che doveva fare.
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