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Per i negozi...

Messaggioda Lucas » 28/02/2014, 16:02

Sarà l'amore... dicono che ha effetti quasi magici sulle persone.

E tu dovresti poterlo confermare, no?

La prese in giro Lucas, permettendosi anche un occhiolino leggero nei suoi confronti visto che la donna aveva dato prova di accettare quel tipo di scherzo tra loro senza troppi problemi: per quanto, all'apparenza, lei e Noah apparissero come due persone agli antipodi per i loro caratteri, Pellegrino aveva dimostrato che tutto gli era possibile, e così non solo aveva fatto innamorare Tisifone, ma aveva persino trovato il modo di farsi accettare da Asher e Demetri.
Ed era ovvio, per Turner, che la Divinante avesse a sua volta fatto innamorare lui... come poteva essere diversamente quando era una donna bellissima, forte, indipendente, sensuale, e mille altri aggettivi positivi che comunque non arrivavano a renderle giustizia? Erano due persone meravigliose, la russa e l'italo-americano, e il docente di Trasfigurazione non avrebbe avuto un solo motivo per consigliare ad uno dei due di non sposare l'altro... insieme facevano faville, ed era palese che Tisifone fosse felice vista l'aura che pareva quasi circondarla come una luce al neon ad intermittenza.
No, non avrebbe sconsigliato a Noah, né tantomeno a lei, di non convolare a nozze: al contrario, avrebbe volentieri partecipato al matrimonio, e sarebbe stato anche il testimone dello sposo se Pellegrino gliel'avesse chiesto; forse l'unica cosa che non avrebbe fatto sarebbe stato badare ai loro figli a mo' di baby-sitter improvvisato, perché se avessero preso l'inqualificabilità di Noah, sarebbe stato impossibile tenerli a bada.
Quel parlare di figli, portò anche Lucas a pensare per un secondo al passato, a quando lui e la donna avevano progettato di costruirne una propria, di famiglia, che comprendesse naturalmente anche della prole: capì che Tisifone stava pensando proprio a quello quando lei gli prese la mano e la strinse, una stretta che il giovane uomo ricambiò con un'occhiata intensa verso la Divinante; sapeva cosa stava pensando, e le stava facendo capire che i suoi pensieri erano focalizzati sullo stesso argomento.
Quel momento passò così com'era venuto, ma Lucas era felice di sapere che lui e la donna erano ancora sulla stessa lunghezza d'onda: meglio pensare ad argomento più positivi, però, come il fatto che se anche Noah l'avesse fatta allenare fino allo sfinimento, difficilmente l'avrebbe mandata all'altro mondo.

Non sottovalutare il fascino della necrofilia Turner.

Per la Trama, è un'abitudine di Noah che, nel caso, preferirei non conoscere!

Scherzò Turner ridendo, commentando poi con lei il rapporto che entrambi avevano coi coniugi Pellegrino, e infine analizzando il motivo per cui erano lì, ovvero il regalo di compleanno per Monique, la cugina di lei: e chi meglio di Tisifone, proprio per il loro legame di parentela, poteva aiutarlo a scegliere quello perfetto?
Così, Lucas ebbe due idee a cui pensare: un libro thriller o un biglietto per un concerto di musica classica.

Esatto e in entrambi i casi sono certa che sarà un pensiero gradito.

Se lo dici tu, mi fido.

Commentò lui con un sorriso di ringraziamento nei confronti della donna, riprendendo a mangiare tranquilamente mentre sottolineava come il suo, di regalo, sarebbe potuto essere quello di portare la cugina ai mercatini di Cracovia per sceglierselo direttamente, il regalo, visto che per quanto ne sapesse lui non è che le due donne passassero molto tempo insieme.

No, non ti sbagli. Purtroppo tra il Coro, la Scuola e i nostri uomini non è facile riuscire a ritagliarsi del tempo per noi...
Per non parlare del fatto che la rediviva e redenta sorellina ha deciso di recuperare il tempo perduto e quindi tenta in tutti i modi di monopolizzare il poco tempo libero di Monique…


Aspetta aspetta aspetta... - la bloccò lui, inizialmente scioccato da quelle parole - Stai dicendo che Veronique... che lei ha deciso di passare dalla parte dei buoni e riallacciare un rapporto con la sorella?

Voleva essere certo di aver capito bene, visto che la prima ed unica volta che aveva conosciuto la più piccola delle Vireau non è che fosse andata molto bene... anzi, la donna aveva praticamente minacciato di far del male all'intero negozio "Sheliak&Vega", se qualcuno l'avesse fatta incavolare troppo.
Era felice per Monique, naturalmente, ed era felice per il mondo magico in generale nel sapere che una potenza come quella di Veronique stava ora dalla parte giusta... ma gli ci voleva un attimo di tempo per metabolizzare la notizia.

Per fortuna che esistono i tè pomeridiani e i dolci di Mielandia da gustare dopo cena.

E dire che Hogwarts non è nemmeno così grande, come posto...

Commentò, compreso e lievemente sorridente: il Castello non era immenso, ma questo non significava che ci si potesse incontrare e parlare sempre, in qualsiasi momento... anzi; bisognava ritagliarsi del tempo per passare con le persone a cui si voleva bene, come avevano fatto loro.
E proprio perché si volevano bene, non c'erano argomenti che non potevano affrontare, anche se alcuni erano meno piacevoli di altri... come Estelle, almeno dal punto di vista di Tisifone.
Eppure Lucas, pur sapendo che alla Divinante non piacesse la sua compagna, non era arrabbiato: non pretendeva che fossero amiche, e aveva apprezzato che comunque fosse lei a prendere l'argomento per prima; lui, d'altronde, stava davvero bene con la francese, perché lei lo rendeva felice.

Allora forse dovrei davvero decidermi a mettere da parte i miei pregiudizi nei suoi confronti e conoscerla un po’ meglio.
Le cose stanno andando bene tra noi e non voglio che questo piccolo inconveniente possa a lungo andare logorare la nostra amicizia. Se lei è così importante per te e ti assicuro che si vede allora è giusto che tu possa parlarne liberamente e farla conoscere al tuo miglior amico che così smetterà di darmi il tormento…


Mi piacerebbe davvero poter uscire tutti insieme, una volta, senza il timore che tu ed Estelle ve ne stiate tutto il tempo in silenzio, a fissarvi male... - ammise Lucas con un sorriso leggero - Soprattutto vista l'amicizia che lega noi e il sottoscritto con Pellegrino.

Aggiunse, decidendo poi di confidare parte delle sue preoccupazioni a Tisifone: temeva che qualcuno, Julie in quel caso, potesse rovinare la loro relazione, come già aveva provato a fare in passato, o almeno era questo ciò che aveva scoperto dalle parole di Estelle, che riportò alla Divinante con fare irritato - non per la francese, ma per l'idea di quello che la Sanders aveva tentato di fare.

Dubiti ancora del fatto che possa essere stata lei?
Trovare complici non è poi così difficile…


Ma rimane il dubbio del "come".
Inoltre, stando alle parole di Estelle, Julie l'ha contattata all'inizio della nostra relazione... e noi non siamo stati insieme per poco.
Diciamo che sono convinto della sua colpevolezza al 99%, ma è quell'1% a cui voglio stare particolarmente attento.


Perché era quello che, spesso, fregava.
Non immaginando cosa la Divinante avesse visto tempo prima, e non potendo leggerle nel pensiero, Turner andò avanti col suo discorso, fino a che la donna non gli ruppe davanti le bacchette che teneva tra le dita.

Scusa… Julie non è esattamente il mio argomento di conversazione preferito.

Me ne sono accorto.
Anzi, scusa per averla tirata fuori nel corso del nostro pranzo.


… Purtroppo però hai ragione, è una persona alquanto… imprevedibile quindi forse dovresti affrontarla tu per primo…

Non sono sicuro di come potrei reagire trovandomela di fronte, e vorrei evitare di fare qualcosa di cui mi potrei pentire.

Più per Maggie che per Julie stessa, ovviamente.
Teneva alla più piccola delle Sanders, e sapeva che fare del male alla sorella maggiore l'avrebbe ferita: solo per questo, l'americana poteva dormire sonni tranquilli, almeno per quanto riguardava lui.

Che ne dici di offrirmi quel fantastico dessert che mi avevi promesso?

Direi che intanto possiamo uscire da qui... nel frattempo cercherò di farmi venire in mente una qualche idea in grado di stupirti!

Esclamò Turner di rimando, insistendo per pagare per entrambi fino a che non l'ebbe spuntata - con la promessa (non gliel'avrebbe mai fatta mantenere) che la volto dopo avrebbe offerto lei - e lasciandosi prendere sottobraccio dalla donna con un sorriso sghembo e divertito sulle labbra.
Iniziò a camminare con lei, dunque, piuttosto sereno e pieno dopo il pranzo, non immaginandosi ciò che mentalmente stesse logorando Tisifone... perlomeno fino a che la donna non rallentò e gli si fermò di fronte, lo sguardo carico di mille e più emozioni che Lucas non seppe decifrare.

E’ qui che si sono incontrate...

Non capì a chi si stesse riferendo, inizialmente, e solo quando la Divinante gli posò la mano sulla guancia comprese che qualsiasi cosa stesse cercando di dirgli, non erano buone notizie.

... ed è qui che hanno brindando a qualcosa… Non so cosa si siano dette ma ti assicuro che Julie non aveva l’aria di una che era appena stata rifiutata anzi… sembrava uno Snaso in una miniera d’oro…

La fissò per un lungo, interminabile istante, la mente che lentamente assimilava le parole di Tisifone: il volto, da sorridente, passò a confuso, e poi a imperturbabile, distaccato... troppo serio per lui, per com'era di solito.
Ma la situazione lo richiedeva.
Non le chiese come facesse a sapere determinate cose, visto che era a conoscenza del suo Dono... c'era solo una domanda da porle, anzi, più che altro un ordine ben preciso.

... raccontami tutto.
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Messaggioda Tisifone » 28/02/2014, 19:53

E tu dovresti poterlo confermare, no?

Arrossì imbarazzata non per la battuta ma perché ancora non riusciva a capacitarsi di quanto potesse davvero l’amore cambiare una persona, renderla più aperta e disponibile nei confronti degli altri, talmente felice e spensierata che si era pronti a rinunciare a qualsiasi cosa pur di poter continuare a provare quelle sensazioni, non perché senza non si riusciva a vivere ma perché semplicemente appariva la cosa più giusta da fare. Era questo quello che aveva fatto lei – e che presumeva avessero fatto anche la Vilvarin e in parte la Bennet - si era lasciata il passato alle spalle per impedirgli di avvelenare il suo futuro, per darsi una possibilità di viverlo a pieno insieme a Noah, circondata dalle persone che più contavano per loro, i padrini di lei, la famiglia di lui e il loro amico speciale, Lucas che, in parte e per vie davvero contorte era stato l’artefice della loro felicità. L’uomo che l’aveva trascinata fuori dalla sua tana di ghiaccio e diffidenza, l’uomo che le aveva re-insegnato ad amare, l’uomo che l’aveva fatta sentire, per il tempo della loro relazione, la donna più fortunata del mondo, l’uomo che, dopo anni di solitudine forzata, le aveva dimostrato con il suo amore che non si sarebbe dovuta accontentare di sognare una famiglia tutta sua ma che aveva tutto il diritto e le capacità di costruirsela. Normale quindi che mentre chiacchieravano e si punzecchiavano a vicenda sull’obbligo morale che lui, in qualità di persona informata dei fatti, aveva o non aveva di dissuadere sia Noah che lei dal convolare a giuste nozze, la mente di entrambi volasse al passato, ai tempi in cui progettavano, magari accoccolati sotto le coperte dopo aver fatto l’amore, la loro famiglia e si chiedevano come sarebbero stati i loro figli. Un momento di malinconia condiviso da entrambi che dimostrava come ciò che li legava fosse una sorta di sintonia a trecentosessanta gradi che permetteva loro di poter essere con l’altro se stessi fino in fondo e che passò in un lampo, così com’era venuto, permettendo loro di tornare a scherzare sulle improbabili tendenze sessuali di Noah per la necrofilia…

Per la Trama, è un'abitudine di Noah che, nel caso, preferirei non conoscere!

… e discutere sul motivo che li aveva riuniti lì e cioè consigliare a Turner il regalo giusto da fare a Monique per il suo compleanno, riducendo la scelta a due opzioni: un thriller babbano o un biglietto per un concerto di musica classica. Lei, dal canto suo, molto probabilmente avrebbe portato la cugina a curiosare per i mercatini di Natale di Cracovia approfittando in quel modo di passare un po’ di tempo da sole loro due, cosa che accadeva sempre più di rado, come confermò subito dopo al collega, a causa non solo degli impegni di entrambe ma anche della faida che Veronique e Celine aveva posto in essere per dimostrare all’altra di essere la “preferita” della VicePreside.

Aspetta aspetta aspetta...

Cosa c’è?

Chiese perplessa, non rendendosi conto che quello che aveva appena doveva suonare un po’ come una piccola Bombarda per Lucas. Dopotutto il fatto che a lei sembrasse che non si fossero persi di vista neanche un secondo non voleva dire che l’altro fosse realmente informato di tutto ciò che interessava anche solo marginalmente la sua vita.

Stai dicendo che Veronique... che lei ha deciso di passare dalla parte dei buoni e riallacciare un rapporto con la sorella?

Esattamente… quindi possiamo non guardarci più le spalle dalla piccola Vireau anzi se dovesse capitarti di incontrarla conviene che ti dimostri se non proprio carino almeno cordiale… è molto ma molto permalosa…

Non era proprio scontato, infatti, presupporre che solo perché Veronique fosse passata dalla parte dei “buoni” avesse perso le cattive abitudini e quindi non potesse avvertire il desiderio di vendicare un torto presunto – e a quanto raccontava Monique anche respirare troppo forte a volte poteva essere valutato tale – in maniera un po’ troppo veemente. In ogni caso, nonostante gli eventi spesso e volentieri tendevano a remare contro di loro, le due cugine riuscivano a ritagliarsi qualche momento di relax solo per loro sfruttando ora gli alloggi di una ora gli alloggi dell’altra per sorbire un tè insieme o fare scorpacciate molto poco signorili di piume di zucchero – Moninque – e lecca lecca al sangue- Tisifone.

E dire che Hogwarts non è nemmeno così grande, come posto...

Ridacchiò a quel commento, dedicandosi per un minuto o due al cibo che avevano davanti prima di decidersi a comportarsi da amica fino in fondo e chiedergli come procedesse la sua relazione con la Moreau. Dopotutto, da quello che poteva appurare lei a occhi nudo, la francese qualche pregio doveva pur averlo vista l’espressione sorridente, felice e soddisfatta che Lucas era solito esibire per i corridoi di Hogwarts e fu proprio quella constatazione a spingerla a riconsiderare, ad alta voce, la sua resistenza ad approfondire la loro conoscenza. Di certo se le due donne fossero diventate se non proprio amiche almeno due civili conoscenti ci avrebbero guadagnato tutti.

Mi piacerebbe davvero poter uscire tutti insieme, una volta, senza il timore che tu ed Estelle ve ne stiate tutto il tempo in silenzio, a fissarvi male...

Ehi, io non fisso male la gente…

Si difese con poca convinzione visto che in fondo era capace di fare di peggio, molto peggio, come sommergerla sotto una valanga di frecciatine acide che avrebbero corroso anche il metallo più resistente.

Soprattutto vista l'amicizia che lega noi e il sottoscritto con Pellegrino.

Ti prometto che farò del mio meglio per comportarmi bene e cercare di vederla con i tuoi occhi o quasi…

Non voleva farsela piacere per forza, perché in quel caso sapeva perfettamente che la patina di civiltà sarebbe durata meno di niente, ma riuscire a capire cosa di tanto speciale Lucas vedesse in lei in modo da apprezzarla per quelle qualità. Subito dopo però mentre Lucas le confidava i suoi timori, Tisifone si rese conto che non avrebbe mai potuto mantenere la promessa appena fatta perchè Estelle Moreau non era l’ingenua ragazzina che tutti credevano ma una infida bugiarda che era scesa a patti con il demonio – in quel momento incarnato da Julie Sanders – pur di ottenere l’uomo che desiderava – perché ormai Tisifone non avrebbe mai più associato la parola “amore” a quell’essere.

Che tu sia maledetta Moreau ora e per sempre…

Si ritrovò a pensare perché quella consapevolezza la stava mettendo in una bruttissima situazione con Turner che, con un sorriso innamorato velato da un’ombra di preoccupazione per le sorti della sua compagna, stava cercando di convincerla che non c’erano prove a sufficienza per collegare Julie a quello che era accaduto loro.

Ma rimane il dubbio del "come".
Inoltre, stando alle parole di Estelle, Julie l'ha contattata all'inizio della nostra relazione... e noi non siamo stati insieme per poco.
Diciamo che sono convinto della sua colpevolezza al 99%, ma è quell'1% a cui voglio stare particolarmente attento.


In realtà le parole del docente di Trasfigurazione non facevano altro che spalancare nella mente della Divinante uno scenario assurdo – perché lontano dalla realtà – ma abbastanza plausibile se visto con gli occhi della donna. Avevano già convenuto insieme che chiunque avesse ordito alle loro spalle doveva aver pianificato in maniera perfetta e maniacale ogni loro mossa e allora perché non averle previste anche con mesi di anticipo? Estelle era sparita all’improvviso da Hogwarts dopo che lei e Lucas si erano messi insieme per motivi di famiglia – o almeno così le pareva di ricordare – ma non poteva invece essersi rintanata da qualche parte a perfezionare la padronanza delle Arti Oscure e tornare solo dopo aver imparato a utilizzare una versione magica dell’ipnosi babbana? Certo era stata Julie a “perseguitarli” ma l’americana non aveva, per quel che ne sapevano loro, un accesso diretto al Castello mentre la Moreau si. Gli studenti più grandi la conoscevano bene e si fidavano di lei, quindi perché avrebbero dovuto rifiutarle un piccolo favore soprattutto se lei aveva dalla sua dei metodi di persuasione così efficienti? Monique le aveva raccomandato di non saltare a conclusioni affrettate, a non farsi guidare dalle gelosia ma come poteva frenarsi adesso se proprio Estelle con quella bugia rifilata al compagno le stava dando le prove che le servivano e che non aveva più cercato da mesi? Se fosse stata più lucida probabilmente si sarebbe data della stupida da sola per ciò che la sua mente paranoica aveva prodotto, ma la rabbia le ribolliva nelle vene in maniera talmente impetuosa da renderle impossibile ragionare e tanto da farle spezzare le bacchette che teneva in mano e costringerla a inventare una scusa plausibile per non rivelare all’amico quale fosse la reale causa di quella inusuale perdita di controllo.

Me ne sono accorto.
Anzi, scusa per averla tirata fuori nel corso del nostro pranzo.


Non ti devi scusare di nulla. Mi fa piacere che mi confidi le tue preoccupazioni, mi spiace solo non poterti tranquillizzare in alcun modo…

Soprattutto quando tutto ciò che avrebbe potuto dirgli sarebbe stato una sfilza di ingiurie nei confronti della sua donna che amava. Fu per quello che alla fine gli consigliò di andare a parlare direttamente con Julie anche se non per i motivi che probabilmente Lucas credeva.

Non sono sicuro di come potrei reagire trovandomela di fronte, e vorrei evitare di fare qualcosa di cui mi potrei pentire.

Non reputò saggio insistere, non in quel momento, non quando non avrebbe saputo giustificare l’importanza che, invece, parlare con Julie aveva. Si morse il labbro inferiore, pensierosa e poi guardò i piatti vuoti disseminati sul tavolo. Il pranzo poteva praticamente considerarsi finito e quindi era giunto il momento di andare a prendere un dessert o meglio di trovare un posto più appartato dove confidare a Lucas ciò che “aveva visto” e dargli la libertà di reagire come meglio credeva a esso.

Direi che intanto possiamo uscire da qui... nel frattempo cercherò di farmi venire in mente una qualche idea in grado di stupirti!

Mi affido completamente a te, Turner…

Mormorò con meno sarcasmo di quello che avrebbe utilizzato fino a pochi minuti prima, beandosi di quel sorriso che ancora le faceva battere il cuore fino a quando il Fato – o chi per lui – non le fece capire che era giunto il momento di vuotare il sacco e raccontare al ragazzo tutto quello che sapeva. Si fermò quindi di fronte al pub dove, secondo la sua visione, Julie ed Estelle si erano incontrate e con voce bassa e carica di rammarico e tristezza per essere costretta a infliggergli un possibile dolore gli descrisse quello che aveva visto. Indugiò con la mano sulla sua guancia per una manciata di secondi e solo quando vide il suo sguardo indurirsi e diventare mortalmente serio la lasciò scivolare lungo il fianco. Aveva già visto un’espressione simile nei suoi occhi e aveva pregato Merlino di non essere più costretta a vederlo.

... raccontami tutto.

Chiuse gli occhi per un attimo, inspirando a fondo e poi espirando lentamente, come a voler sgombrare la mente da qualsiasi pensiero o sentimento che potesse in qualche modo impedirle di ubbidire in maniera meno che chiara e perfetta a quell’ordine che, probabilmente, avrebbe finito per cambiare la vita del ragazzo che aveva di fronte. Una volta che li ebbe riaperti, il suo sguardo era un turbinio di emozioni contrastanti in cui il furore e il rammarico erano quelle che spiccavano su tutte.

Quando lasciasti il mio ufficio crollai a terra e cercando un appiglio nel Pensatoio finii per “vedere” voi due mentre vi baciavate …

Lui voleva sapere tutto e lei gli avrebbe raccontato tutto, dall’inizio a partire dal giorno in cui le aveva spezzato il cuore due volte, la prima lasciandola la seconda facendosi “vedere” felice e soddisfatto mentre baciava un’altra. Gli risparmiò solo i dettagli su come si era sentita subito dopo quella visione.

Era stato un flash e non ero riuscita a capire se era qualcosa che era già accaduto o se doveva ancora accadere così nei giorni successivi vi ho osservato. Sei stato discreto… ma non abbastanza agli occhi di chi sapeva cosa cercare… - un sorriso triste e lo sguardo che piano piano smetteva di essere a fuoco per perdersi non nelle maglie del tempo ma in un passato ben definito – Ho aspettato un po’ per vedere come le cose si sarebbero evolute tra noi e alla fine ho ceduto, sono andata in Infermeria e l’ho affrontata alla maniera Serpeverde…

Era stata sibillina, indiretta, non l’aveva mai accusata di nulla a ben vedere non aveva neanche alzato la voce, si era limitata a insinuare, a mettere in dubbio la validità delle sue affermazioni arrivando a lanciare così l’ipotesi – e qui arrossì per un secondo dalla vergogna – che potesse essere incinta.

E’ stato allora che le ho viste sedute a un tavolo di questo pub - e indicò il locale che avevano accanto con un cenno del capo – l’una seduta di fronte all’altra sorridenti mentre facevano scontrare i loro bicchieri come a voler siglare un accordo di cui non sapevo nulla …

Una pausa perché la sua, di confessione, non poteva finire lì, c’era ancora una cosa che Lucas doveva sapere anche se forse era la cosa che meno gli interessasse e cioè perché non glielo aveva detto subito.

Il mio primo impulso fu quello di dirti tutto, di metterti in guardia dalla Moreau perché non poteva venire nulla di buono secondo me da qualcuno che se la intendeva così bene con la Sanders ed era quello che stavo per fare la sera della ronda… - quando si erano ritrovati da soli per la prima volta e avevano deciso di diventare amici – ma poi ti ho visto così sereno e felice e io invece ero così instabile – perché con Noah le cose erano ben lontane dall’essere definite – e mi sono detta che non avevo prove a dimostrazione delle mie paranoie, che non avevo alcun diritto di rovinare la tua serenità solo perché le avevo viste bere qualcosa insieme… ma ora le cose sono diverse…

Perché adesso sapevano cosa Julie le aveva proposto e il dubbio che Estelle avesse mentito al compagno era troppo elevato per poter essere ignorato. Un’altra pausa per incamerare aria e impedire a ogni costo alle lacrime che sentiva premere lungo le ciglia di scivolare giù.

Mi spiace… se non fossi stata così codarda, se non avessi avuto timore di rendermi ridicola nuovamente – perché aveva già abbondantemente dato quando gli aveva proposto di Oblivarsi a vicenda per dimenticare il tradimento e andare avanti – se non avessi temuto di apparire solo come una sciocca ragazzina rancorosa e gelosa… forse adesso non ci troveremo in questa situazione.

Perché tutto poteva ancora risolversi in una bolla di sapone ma, in ogni caso, fino a quando le cose non fossero state chiarite Lucas avrebbe sofferto. Lo guardò fisso negli occhi per una manciata di secondi, il tempo per fargli comprendere quanto fosse dispiaciuta e addolorata e quanto avrebbe preferito fare qualsiasi cosa pur di non dovergli addossare quel fardello, per poi abbassare lo sguardo sulle proprie mani, dispiaciuta e incapace di reggere quello accusatore – o almeno credeva che così sarebbe stato – dell’altro.
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Messaggioda Lucas » 28/02/2014, 22:07

Una delle novità più incredibili che Tisifone gli avesse rivelato in quella sede, fu proprio il rapporto completamente ribaltato tra Monique e Veronique: come se il saperla "promessa sposa" di Noah Pellegrino non fosse abbastanza, Turner venne infatti a sapere che le due sorelle Vireau parevano aver cominciato a diventare amiche, o che perlomeno la più piccola avesse deciso di sotterrare l'ascia di guerra per riavvicinarsi alla sorella maggiore.

Esattamente… quindi possiamo non guardarci più le spalle dalla piccola Vireau anzi se dovesse capitarti di incontrarla conviene che ti dimostri se non proprio carino almeno cordiale… è molto ma molto permalosa…

Cercherò di non farla indispettire, allora!
Certo che è davvero... assurdo...
- commentò Lucas, scuotendo il capo con fare più o meno allibito: sapeva che da una donna ci si doveva aspettare di tutto, ma quello andava quasi oltre le sue aspettative - E tu hai avuto modo di incontrare Veronique Vireau nella sua nuova veste di brava sorella minore?

S'informò con aria curiosa, anche perché se la risposta fosse stata affermativa, avrebbe preteso dalla Divinante un resoconto dettagliato sul modo di fare della francese, così diverso da quello che ricordava lui.
Era incredibile quanto Tisifone avesse da raccontargli, e questa era la prova di come, nonostante Hogwarts fosse un luogo ristretto, fosse possibile non avere tempo per fermarsi e parlare coi propri amici, colleghi e parenti per molto tempo: anche la russa e la cugina non parlavano spesso, al punto da dover approfittare di momenti speciali, come il regalo di compleanno di una delle due, per recuperare il tempo perduto.
Cosa che Lucas e Tisifone, peraltro, avevano fatto uscendo a pranzo insieme, così da aggiornarsi sulle loro vite: non voleva però, Turner, che passasse sempre tanto tempo tra un pranzo e l'altro, soprattutto quando una buona soluzione poteva essere uscire insieme, coi rispettivi compagni. Sapeva che la Divinante ed Estelle non si amavano molto, ma forse avrebbero potuto fare vicendevolmente uno sforzo e chissà, magari avrebbero anche scoperto che potevano essere, se non propriamente amiche, almeno due conoscenti civili in grado di passare qualche ora insieme per il benessere dei rispettivi uomini, visto il loro rapporto di amicizia.

Ti prometto che farò del mio meglio per comportarmi bene e cercare di vederla con i tuoi occhi o quasi…

Lo apprezzo davvero, Tissi.

Ammise lui con un sorriso riconoscente, senza sapere che le sue successive parole avrebbero scatenato nella donna l'istinto di ammazzare, o quasi, la suddetta francese: imputò infatti la rottura delle bacchette al pensiero di Julie - e la comprendeva, per questo - non immaginando quello che la Divinante avrebbe dovuto dirgli di lì a poco.
Per questo, semplicemente, si scusò per aver parlato di determinate cose, non volendo assolutamente rovinare quel bellissimo momento insieme.

Non ti devi scusare di nulla. Mi fa piacere che mi confidi le tue preoccupazioni, mi spiace solo non poterti tranquillizzare in alcun modo…

Anche solo parlarne con te mi fa sentire meglio.
Sei la mia migliore amica, no?


Le sorrise, quel sorriso sghembo che mostrava solo a lei, ad Estelle, a Noah, a Maggie e ai coniugi Pellegrino, quell'espressione che denotava sincerità e non un mero formalismo in quelle labbra inarcate verso l'alto.
Pagò per entrambi, a pranzo finito, e facendosi prendere sottobraccio iniziò a camminare per le stradine di Hogsmeade con tutta la serenità possibile - perché in fondo Julie sembrava essere scomparsa dalle loro vite, quindi poteva sperare fosse giusto tirare un sospiro di sollievo - perlomeno fino a che Tisifone con poche e semplici parole lo gelò sul posto.
L'espressione del volto, da tranquilla e rilassata, divenne gelida e distaccata, al punto da spingerlo a pronunciare, più che una richiesta, un ordine di spiegazione nei confronti della donna.

Quando lasciasti il mio ufficio crollai a terra e cercando un appiglio nel Pensatoio finii per “vedere” voi due mentre vi baciavate…
Era stato un flash e non ero riuscita a capire se era qualcosa che era già accaduto o se doveva ancora accadere così nei giorni successivi vi ho osservato. Sei stato discreto… ma non abbastanza agli occhi di chi sapeva cosa cercare…


Non disse nulla perché era inutile scusarsi, di nuovo, per quello che le aveva fatto: sapeva di essere stato un coglione - e Noah gliel'aveva ripetuto per giorni e giorni quando l'aveva scoperto - perciò era preferibile rimanere in silenzio ed ascoltare ogni singola parola che la donna aveva da dirgli.

Ho aspettato un po’ per vedere come le cose si sarebbero evolute tra noi e alla fine ho ceduto, sono andata in Infermeria e l’ho affrontata alla maniera Serpeverde…
E’ stato allora che le ho viste sedute a un tavolo di questo pub, l’una seduta di fronte all’altra sorridenti mentre facevano scontrare i loro bicchieri come a voler siglare un accordo di cui non sapevo nulla …


Si passò una mano sul viso, lentamente, lo sguardo che perdeva qualsiasi espressione per diventare vacuo, come se Lucas fosse lì col corpo ma non con la mente, e soprattutto con l'anima.

Il mio primo impulso fu quello di dirti tutto, di metterti in guardia dalla Moreau perché non poteva venire nulla di buono secondo me da qualcuno che se la intendeva così bene con la Sanders ed era quello che stavo per fare la sera della ronda… ma poi ti ho visto così sereno e felice e io invece ero così instabile, e mi sono detta che non avevo prove a dimostrazione delle mie paranoie, che non avevo alcun diritto di rovinare la tua serenità solo perché le avevo viste bere qualcosa insieme… ma ora le cose sono diverse…

Ancora non disse nulla, ancora non si mosse, e ancora lo sguardo non assunse una luminosità che stava ad indicare una sua presenza in quella situazione, di fronte a Tisifone: la stava ascoltando, purtroppo, stava percependo ogni singola parola da lei pronunciata, ma in realtà era come se non ci fosse.

Mi spiace… se non fossi stata così codarda, se non avessi avuto timore di rendermi ridicola nuovamente, se non avessi temuto di apparire solo come una sciocca ragazzina rancorosa e gelosa… forse adesso non ci troveremo in questa situazione.

Furono quelle ultime parole a scuotere Lucas, e non per se stesso, ma per lei: un eco lontano nella sua mente gli ricordò che aveva promesso di proteggerla sempre, di farsi in qualche modo perdonare dalla donna per il male che le aveva fatto... ed ora lei non riusciva a guardarlo, nel timore che Turner fosse arrabbiato.
Per questo, scuotendo appena il capo, allungò le braccia e senza parlare la strinse a sé, con forza quasi esagerata quasi, ma non se ne stava rendendo conto: l'abbracciò perché voleva farle capire che non ce l'aveva con lei, e perché forse aveva bisogno di un contatto umano per non dare di matto.
Estelle aveva incontrato Julie, come la francese gli aveva raccontato... ma, secondo la versione di Tisifone, avevano fatto tintinnare i bicchieri come a voler celebrare un qualche accordo raggiunto: gli sembrava impossibile che la francese gli avesse mentito, ma come poteva pensare che lo stesse facendo la Divinante?
C'era un solo modo per conoscere la verità, e lui lo sapeva bene.

... devo parlare con Julie.
Devo vederla, e farmi dire che diavolo è successo davvero.


Ringhiò, lasciando lentamente andare la russa perché non voleva stritolarla: lo sguardo di Lucas era ancora lontano, ma lentamente stava tornando vigile e presente.
L'idea di andare dalla Sanders quasi lo disgustava, ma non poteva fare altrimenti: doveva convincerla a farsi dire la verità, ma aveva bisogno di più dettagli da parte di Tisifone, doveva essere sicuro di farsi dire tutto.

Raccontami ogni dettaglio... - le chiese, seppur in tono piuttosto imperativo - la posizione in cui erano sedute, il loro vestiario, come avevano i capelli, il colore dei liquidi nei rispettivi bicchieri: devi dirmi tutto quanto, ogni più piccolo particolare.
Lo devo sapere.


Così da farsi trovare preparato per capire, da Julie, quale fosse la verità.

E non sentirti in colpa per questo, Tisifone.
Evidentemente questa è la mia punizione per averti fatta soffrire.
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Messaggioda Tisifone » 01/03/2014, 23:20

Cercherò di non farla indispettire, allora!
Certo che è davvero... assurdo...


Non dirlo a me! Quando Monique me ne ha parlato all’inizio credevo fosse caduta vittima di un qualche incantesimo.

E la cugina aveva dovuto dare fondo a tutta la sua pazienza e conoscenza della magia per dimostrarle che Veronique non l’avesse in qualche modo intrappolata in una delle loro perfide e pericolose illusioni.

E tu hai avuto modo di incontrare Veronique Vireau nella sua nuova veste di brava sorella minore?

Non ancora e sinceramente non so quanta voglia ho di incontrarla. Certe cose sono difficili da dimenticare anche a distanza di anni.

Aggiunse seria, rubando con le bacchette dal piatto di Turner un pezzetto di peperoni. Durante il loro primo e unico incontro la piccola Vireau aveva minacciato di fare del male al suo compagno – insieme a tutti gli avventori dello Sheliak&Vega – con la stessa naturalezza e semplicità con cui avrebbe potuto ordinare qualcosa da bene e per quello Tisifone avrebbe faticato non poco per perdonarla, dimenticare e andare avanti. Ma per quanto fosse testarda e inamovibile dalle sue posizioni, quando ne prendeva una, la russa sapeva perfettamente che se Monique glielo avesse chiesto lei avrebbe fatto di tutto per instaurare un rapporto di civile convivenza con la francesina, sperando che l’altra avrebbe fatto lo sforzo di ricambiare la cortesia. Le sarebbe pesato certo, soprattutto all’inizio, ma era un sacrificio che era disposta a compiere per la felicità e la serenità della sua cuginetta – serenità quella che era già messa a dura prova dai continui battibecchi tra Veronique e Celine – perché era quello che ci si aspettava dalla propria famiglia. E dai propri amici e proprio in virtù dell’amicizia che la legava a Lucas Tisifone si dichiarò pronta a mettere da parte i pregiudizi che nutriva nei confronti della compagna di lui e conoscerla meglio in modo che avrebbero potuto condividere un pranzo come quello tutti e quattro insieme in serenità.

Lo apprezzo davvero, Tissi.

Ricambiò il sorriso, continuando a rubacchiare qua e là un po’ di cibo perché quello era una delle cose che apprezzava maggiormente dei ristoranti cinesi e cioè l’avere tutto a portata di mano in modo da poter mescolare i sapori, fino a quando con poche parole Lucas – o meglio Estelle – riuscì a rovinare tutto, facendole montare dentro una rabbia e una tensione tale da farle spezzare le bacchette. Il dover mentire all’ex compagno sul reale motivo che aveva determinato quel gesto di certo non la aiutò a ritrovare la calma e anche le parole che lui pronunciò subito dopo non fecero altro che far sbocciare in lei il senso di colpa per quella omissione.

Anche solo parlarne con te mi fa sentire meglio.
Sei la mia migliore amica, no?


Hummm si… mi dicono che ho questo onore…

Rispose il più leggera possibile, nascondendo in parte la preoccupazione che sentiva salire in volto dietro il tovagliolo con cui si stava pulendo le labbra, mentre un senso di profonda tristezza minacciava di ostruirle la gola di fronte a quel sorriso sghembo che, sapeva perfettamente, nel giro di qualche minuto sarebbe scomparso dal volto dell’altro chissà per quanto tempo. Quanto avrebbe voluto avere una Giratempo per tornare indietro e impedirsi di informarsi sulla Moreau.

Meglio comportarsi da amica superficiale ed egoista piuttosto che essere portatrice di cattive notizie.

Quel pensiero la accompagnò mentre uscivano dal ristornate e durante la prima di quella passeggiata, blandendola e tentando di convincerla che era meglio affrontare direttamente la Moreau – caso mai attaccandola al muro con uno degli incantesimi che le stava insegnando Noah – piuttosto che far soffrire Lucas, per poi evanescere di fronte all’insegna del pub della sua visione. Poteva essere una mera coincidenza il fatto che il loro girovagare senza una meta precisa li avesse condotti esattamente lì,ma Tisifone non credeva alle coincidenze ma solo alle vie contorte del Fato. Così, preso tutto il poco coraggio Grifondoro che scorreva nelle sue vene, confidò a Lucas quello che aveva visto accadere in quel luogo e cioè Julie ed Estelle che brindavano a qualcosa. La reazione del ragazzo non tardò ad arrivare. In un attimo perse tutta la serenità che lo aveva accompagnato fino a quel momento, diventando mortalmente serio e distaccato, e le ordinò di raccontarle tutto quello che era accaduto. A malincuore, Tisifone ubbidì, partendo dal giorno in cui lui l’aveva lasciata – e giorno in cui lo “aveva visto” baciare Estelle – fino al confronto con la francese in Infermeria e oltre, a quando si erano incontrati per caso per una ronda e aveva coscientemente deciso di non raccontargli nulla per non turbare la sua felicità ritrovata con dubbi senza fondamento. Si prese una pausa, scrutando attentamente il volto dell’altro per cogliere un qualche segnale di comprensione o finanche di accusa ma quello che vide o meglio non vide le mozzò il fiato in gola e le fece venire le lacrime agli occhi. Quello che si trovava di fronte era solo un guscio di carne vuota, come se la bellissima anima che conosceva e ancora amava, in maniera differente, vi fosse stata strappata via con forza. Per un attimo le venne in mente una immagine su un libro di Arti Oscure che Demetri teneva al Manor e raffigurante un uomo dopo aver ricevuto il Bacio e il senso di colpa la invase, spingendola a scusarsi con voce tremolante, molto vicina al pianto, gli occhi bassi per non leggere l’accusa che sentiva di meritare in quelli dell’altro. Rimase ferma quando lui allungò le braccia nella sua direzione, non riuscendo a comprendere cosa volesse fare con quel gesto e anche quando l’abbraccio, per un secondo, rimase rigida per poi sciogliersi e ricambiare l’abbraccio come meno forza di sicuro [Talento(F)=13] ma con pari intensità. Per fargli capire che lei era lì con lui, per lui, che sempre ci sarebbe stata e che per quanto oscuro potesse apparire in quel momento il suo futuro l’avrebbe aiutato in qualsiasi modo a ritrovare la luce.

... devo parlare con Julie.
Devo vederla, e farmi dire che diavolo è successo davvero.


E’ l’unica cosa da fare – confermò, facendo un passo indietro, per dargli lo spazio di cui forse necessitava,ma senza allontanarsi troppo – Purtroppo solo lei può dirti come sono andare realmente le cose.

Per quanto le sue visioni potessero essere affidabili vi era sempre una possibilità minimale che non avesse visto l’incontro incriminato ma che quel pub fosse una sorta di ritrovo abituale per le due donne. Difficile, considerato che la francese aveva detto di aver incontrato l’altra solo una volta, ma non totalmente impossibile.

Raccontami ogni dettaglio...la posizione in cui erano sedute, il loro vestiario, come avevano i capelli, il colore dei liquidi nei rispettivi bicchieri: devi dirmi tutto quanto, ogni più piccolo particolare.Lo devo sapere.

Pratico. Ecco come le appariva Lucas in quel momento. E lucido, quella lucidità che lei, per carattere, perdeva facilmente quando vedeva minacciata la serenità fisica o morale delle persone a cui voleva bene e su cui stavano lavorando con Noah.

É passato troppo tempo, non ricordo tutti i particolari.

Confessò con un tono di voce contrito e dispiaciuto, lo sguardo che vagava intorno a loro, preferendo soffermarsi sull'insegna del pub piuttosto che sul viso dell'altro. Fu così che le venne un'idea non proprio ortodossa forse ma che avrebbe fatto sparire per un po’ il senso di inutilità che minacciava di sopraffarla.

Però forse possiamo provare a forzare un po’ la mano al Fato. Vieni, andiamo a bere qualcosa.

Lo invitò con fare forzatamente allegro, incrociando per un attimo i suoi occhi per poi abbassare i propri ancora con aria colpevole.

E non sentirti in colpa per questo, Tisifone.Evidentemente questa è la mia punizione per averti fatta soffrire.

Aveva fatto un paio di passi in avanti, convinta che il ragazzo l'avrebbe seguita così che le sue parole giunsero come una coltellata tra le scapole, paralizzandola. Si voltò lentamente, le mani incrociate in grembo e il viso cristallizzato in una maschera di indignazione pura. Coprì l'esigua distanza che li separava e, se Lucas non l'avesse in qualche modo fermata, avrebbe sollevato la mano destra e gli avrebbe dato uno schiaffo a palmo aperto su una guancia.

Lucas Turner azzardati anche solo a pensare una assurdità del genere e non esiterò neanche un secondo a usare su di te gli insegnamenti di Demetri - gli sibilò a pochi centimetri di distanza, indipendentemente dall'esito del gesto - Stammi bene a sentire perché non ho alcuna intenzione di ripetermi. Tu - e sollevò nuovamente la mano con l'intenzione di picchiettare l'indice sul petto dell'altro per sottolineare i concetti che stava per esporre - non hai alcuna colpa. Non sei stato tu a ipnotizzarmi, non sei stato tu a costringermi ad andare a letto con quel tipo e se non avessi avuto il coraggio di porre fine alla nostra storia non solo non avremmo avuto nulla di quello che sognavamo ma in più adesso probabilmente ci detesteremmo.

Il tempo infatti aveva dato ragione all'ex Tassorosso e quindi in ogni caso la loro storia non sarebbe durata a lungo, ma al massimo si sarebbe trascinata per qualche altro tempo, logorando ciò che di buono li teneva ancora uniti.

Sei una delle persone migliori che conosco Lucas -aggiunse con un tono più dolce, la mano che, posata sul suo petto all'altezza del cuore, si muoveva in una carezza lenta come se volesse coccolare direttamente la sua anima - e tu come e più di chiunque altro hai il diritto di essere spudoratamente felice con accanto una donna che ti ami alla follia.

Fece un profondo respiro e, continuando a guardarlo negli occhi, fece scivolare la mano lungo il suo fianco alla ricerca della gemella. Se Lucas glielo avesse permesso avrebbe incrociato le loro dita e dopo una stretta forte con cui tentò di trasmettergli tutto l'affetto e il sostegno di cui era capace, avrebbe ripreso a camminare insieme a lui.

Andiamo a scoprire quanti più dettagli possibili su quel giorno.

Così dicendo entrarono nel pub e, dopo aver sbattuto per un paio di volte le palpebre per abituarsi alla penombra, Tisifone iniziò a scandagliare con lo sguardo i tavoli alla ricerca di quello che avrebbe potuto assomigliare maggiormente a quello a cui aveva visto sedute le due donne. Per un motivo che non avrebbe mai saputo spiegare a parole, la sua attenzione venne attirata [Intutio(S)=37] da due piante disposte di fronte a un tavolino nella parte ovest del locale come una sorta di barriera antificcanaso.

I Signori desiderano un tavolo?

Chiese loro un cameriere affabile con due menù in mano, un viso che le era totalmente sconosciuto visto che quella era la prima volta che metteva “fisicamente” piede al Cigno Nero.

Si grazie. Quello lì in fondo andrà benissimo.

Bene, se volete accomodarvi.

Fatto un piccolo sorriso di incoraggiamento al ragazzo al suo fianco, i due seguirono in cameriere prendendo posto inconsapevolmente allo stesso tavolo dove tempo prima Estelle e Julie si erano incontrate.
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Messaggioda Lucas » 02/03/2014, 15:53

Non dirlo a me! Quando Monique me ne ha parlato all’inizio credevo fosse caduta vittima di un qualche incantesimo.

Anche io probabilmente avrei avuto lo stesso dubbio.
Ricordo ancora quanto sembrasse odiarla, quando l'abbiamo conosciuta, e adesso...
- scosse il capo, ancora stordito ed incredulo: prima voleva ucciderla, ed ora monopolizzava tutto il suo tempo libero, sembrava quasi una barzelletta, se non fosse stata la verità - Beh, meglio così, no? Avevo capito che Monique desiderava poterla salvare in qualche modo, e mi pare ovvio che alla fine ci sia riuscita.

O forse Veronique si era salvata da sola, Lucas non conosceva bene i particolari del loro rapporto e di come si fosse evoluto così drasticamente: erano importanti i risultati comunque, alla fine, ed il risultato nel loro caso era doversi preoccupare di un problema in meno. Avrebbe avuto modo d'incontrarla anche ad Hogwarts, dunque? Tutto poteva essere, intanto era curioso di capire se Tisifone avesse già avuto il piacere, perché del contrario forse non si poteva più parlare, di trovarsela di fronte e d'interagire con lei.

Non ancora e sinceramente non so quanta voglia ho di incontrarla. Certe cose sono difficili da dimenticare anche a distanza di anni.

Non partire prevenuta, mh?
Se davvero è così cambiata, allora potreste anche instaurare un bel rapporto, in fondo è un po' anche tua cugina... no? Magari ha persino paura di fare il primo passo verso di te... sai, a volte puoi essere piuttosto terrorizzante, se vuoi.


La prese in giro Turner, ma fino ad un certo punto: Tisifone poteva davvero incutere un certo timore, e se Veronique ci teneva davvero ad avvicinarsi alla sorella, era ovvio che avrebbe guadagnato un sacco di punti andando d'accordo con la cugina, che però, come appena detto, a volte sapeva essere un tantino troppo distaccata, rigida e gelida, il che aiutava poco nel provare ad instaurare un rapporto con lei.
Quello che il giovane uomo stava cercando di dire, era che essendo la Divinante la più grande tra le due, e se ricordava bene, Veronique era di qualche anno più piccola di Monique, forse toccava a lei fare, se non proprio il primo passo, almeno un gesto lieve che facesse capire alla francese di poter provare ad avvicinarsi ed a scusarsi.
Ovviamente, tutto questo ragionamento era valido solo nel caso in cui la russa avesse voluto davvero instaurare un rapporto con la più piccola delle Vireau, altrimenti non aveva nemmeno senso parlarne.
E forse avrebbe voluto, dopo il discorso fatto con Lucas, provare a conoscere meglio anche Estelle, visto che l'amico ne era innamorato: tuttavia temeva per il loro rapporto a causa di Julie Sanders, l'americana che già una volta aveva tentato di separare lui e Tisifone, quando stavano insieme; sapeva che per la Divinante fosse pesante ricordare determinate cose del passato, soprattutto quando l'avevano ferita così tanto, ma era ovvio che si sentisse meglio a parlarne con lei, un po' perché era qualcosa che avevano dovuto affrontare insieme ed un po' perché lui la considerava la sua migliore amica.

Hummm si… mi dicono che ho questo onore…

Sorrise a quelle parole, uscendo poi con lei dal ristorante cinese ignaro di quali pensieri vorticassero nella mente della donna, ed una volta che l'ebbe presa sottobraccio si mise a camminare con lei per la strada principale di Hogsmeade: credeva fosse stato un pranzo perfetto che si sarebbe concluso in modo altrettanto perfetto... ed invece, di lì a poco, il mondo gli crollò praticamente addosso, quando Tisifone gli rivelò la verità su una visione che aveva avuto e che riguarda Julie, Estelle e la versione dei fatti della seconda che, a quanto pareva, andava in disaccordo totale con ciò che la Divinante aveva "visto".
A Lucas fu subito chiaro che solo parlare con Julie avrebbe potuto portare un po' di chiarezza nella vicenda, seppur l'idea di farlo non lo esaltasse affatto.

E’ l’unica cosa da fare.
Purtroppo solo lei può dirti come sono andare realmente le cose.


Sospirò lentamente, lo sguardo quasi vuoto mentre le ordinava, praticamente e senza rendersene conto, di raccontargli ogni più piccolo, insignificante dettaglio riguardante quell'incontro.

É passato troppo tempo, non ricordo tutti i particolari.
Però forse possiamo provare a forzare un po’ la mano al Fato. Vieni, andiamo a bere qualcosa.


Annuì, ma prima di entrare nel pub si lasciò andare ad un commento che forse avrebbe potuto darle fastidio, ma che al tempo stesso considerava reale: si diceva che il karma facesse sempre il suo corso, e se Lucas stava subendo quella situazione, forse era per pagare tutto il male che aveva fatto a Tisifone tempo prima.
Ed era talmente perso nei suoi pensieri, che quando la mano della donna raggiunse la sua guancia, lui non fece tempo a scostarsi o ad intercettare il colpo, beccandosi così un bel ceffone che lo fece sobbalzare e lo costrinse a tornare, con sguardo questa volta presente, su di lei.

Lucas Turner azzardati anche solo a pensare una assurdità del genere e non esiterò neanche un secondo a usare su di te gli insegnamenti di Demetri.
Stammi bene a sentire perché non ho alcuna intenzione di ripetermi. Tu non hai alcuna colpa. Non sei stato tu a ipnotizzarmi, non sei stato tu a costringermi ad andare a letto con quel tipo e se non avessi avuto il coraggio di porre fine alla nostra storia non solo non avremmo avuto nulla di quello che sognavamo ma in più adesso probabilmente ci detesteremmo.


Non disse nulla, limitandosi a fissarla silenzioso ma vigile, presente a differenza di prima, segno che se non altro la stava ascoltando e la sua mente stava percependo ed incamerando le parole di lei.

Sei una delle persone migliori che conosco Lucas, e tu come e più di chiunque altro hai il diritto di essere spudoratamente felice con accanto una donna che ti ami alla follia.

Sospirò nuovamente, ma questa volta con più leggerezza mentre lasciava che quella mano gli accarezzasse il petto come se volesse arrivare direttamente alla sua anima, e lenirne in qualche modo il dolore.
Quando sentì la stessa mano, poi, che cercava la sua, Turner l'afferrò con forza e la strinse, ben deciso a non lasciarla nemmeno una volta entrati nel pub.

Andiamo a scoprire quanti più dettagli possibili su quel giorno.

Annuì, ancora silente perché non era sicuro di riuscire nemmeno a parlare, lasciando che fosse lei a prendere in mano la situazione: era lei ad aver avuto la visione, perciò era lei a dover scegliere dove sedersi; la lasciò dunque parlare col cameriere, e quando furono di fronte ad un tavolo appartato, Lucas vi si sedette senza nemmeno spostare la sedia alla Divinante, cosa che normalmente avrebbe fatto - e tanto bastava per capire quanto fosse sconvolto.

È qui che si sono sedute? - le domandò, ipotizzando a torto o a ragione che avesse scelto quel tavolo per un motivo ben preciso - Riesci a... vedere cos'hanno ordinato?
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Messaggioda Monique » 02/03/2014, 16:10

Vista la particolarità della situazione, invito Tisifone e Lucas a seguire le mie indicazioni. Per stimolare adeguatamente il suo Dono, Tisifone dovrà lanciare il d20 e sommarlo alla sua Concentrazione, tenendo conto del seguente schema:

• da 18 a 21 - Tisifone ricorda solo il momento del brindisi, ma questo si traduce in un'immagine sfocata di due bicchieri che cozzano tra loro, e null'altro.
• da 22 a 26 - Tisifone ricorda cosa c'era dentro i due bicchieri, e ha l'immagine più nitida dei due bicchieri che cozzano tra loro con all'interno ciò che le due donne hanno ordinato.
• da 27 a 33 - Tisifone ha una visuale più ampia dell'accaduto, riesce a vedere le due donne che parlano ma non come sono vestite, può però intercettare i loro sorrisi e il momento del brindisi.
• da 34 a 37 - Tisifone riesce ad avere una visuale completa di ogni cosa, dagli abiti indossati dalle due donne, all'acconciatura dei loro capelli, a cosa ci fosse nei loro bicchieri, al momento del brindisi.


Per questa prova il potere del MagiAmuleto, qualora lo si possedesse, è attivo: chiedo inoltre a Julie e ad Estelle la loro disponibilità a fornire dettagli della giocata (abiti, pettinature, e quant'altro) a Tisifone, qualora le fosse necessario.
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Messaggioda Tisifone » 07/03/2014, 14:19

Quel pranzo improvviso, nato dalla necessità di Lucas di avere un qualche consiglio su cosa regalare a Monique, era la dimostrazione di come, se il sentimento che legava due persone era genuino, allora, pur mutando forma, poteva sopravvivere a tutto. Nonostante infatti il dolore, la delusione, la rabbia che aveva le avvelenato l'animo dopo la rottura con l'ex Tassorosso, l'affetto, il rispetto, la fiducia che Tisifone aveva nutrito nei suoi confronti erano ancora lì, anzi sembravano più forti che mai, e le permettevano di passare del tempo insieme in maniera piacevole, tra racconti, provocazioni blande e aneddoti divertenti. Avevano parlato molto del rapporto tra la Divinante e il migliore amico di Turner, di come fosse riuscito a conquistare il più ostico dei suoi padrini, della possibilità che un giorno sarebbero riusciti a convogliare a giuste nozze per poi cercare insieme una soluzione ottimale al "problema" di Lucas, aggiungendo qualche piccolo pettegolezzo sulla più piccola delle Vireau che sembrava non solo essersi riavvicinata alla sorella maggiore ma ne era talmente gelosa da voler monopolizzare tutta la sua attenzione. O almeno questo era quello che Tisifone era riuscita a dedurre dagli sfoghi della VicePreside, non avendo ancora avuto il (dis)piacere di incontrare la nuova versione di Veronique e in fondo le andava bene così, considerato quello che era accaduto la prima e unica volta che l'aveva vista.

Non partire prevenuta, mh? - arrossì lievemente a quel pacato rimprovero perchè era esattamente quello che stava facendo, rimanere ancorata alle proprie convinzioni per qualcosa che era accaduto in passato - Se davvero è così cambiata, allora potreste anche instaurare un bel rapporto, in fondo è un po' anche tua cugina... no? Magari ha persino paura di fare il primo passo verso di te... sai, a volte puoi essere piuttosto terrorizzante, se vuoi.

Una breve risata di scherno, rivolta più a se stessa che all'amico le sfuggì dalle labbra al pensiero di Veronique spaventata da lei. Non eccelleva con la bacchetta - motivo per cui Noah la stava uccidendo con gli allenamenti - e il suo "Dono" non era per nulla offensivo come la capacità illusoria dell'altra ma doveva ammettere che un fondo di verità le parole di Lucas le avevano. Se mai ci fosse stata, non si sarebbe trattato di paura "fisica" - di essere attaccata o quant'altro - ma di una paura "emotiva", di lasciarsi sfuggire un'occasione per avvicinarsi ancora di più a Monique e dimostrarle di essere cambiata. Sospirò, leggermente combattuta tra il risentimento verso la donna che aveva minacciato il suo compagno e la curiosità per quella cuginetta appena ritrovata, alimentata dalla luce di gioia che illuminava lo sguardo di Monique ogni qualvolta le raccontava qualche aneddoto sulla sorella, per poi scuotere la testa rassegnata. Avrebbe trovato il modo di fare quel fantomatico primo passo e concedersi di conoscere meglio Veronique solo per amore della VicePreside e allo stesso modo si ripromise di tentare un secondo approccio con la Moreau in virtù dell'alone di felicità e soddisfazione che avvolgeva Lucas da quando stavano insieme e sopratutto per onorare il forte sentimento di amicizia che li legava insieme. Ed era proprio perchè era sua amica e gli voleva un bene dell'anima che Tisifone non poteva tacergli della "visione" che l'aveva colta tempo prima durante una piccola incursione in Infermeria, visione che sembrava contraddire e non di poco ciò che Estelle gli aveva rivelato a proposito del suo incontro con Julie. Attese quindi di essere fuori dal ristorante, lontano da occhi e orecchie indiscrete per raccontargli tutto, indicandogli persino il pub in cui l'incontro era avvenuto e proponendogli di entrare per cercare di "risvegliare" i suoi ricordi in modo da permettergli di presentarsi preparato all'incontro con la Sanders. Quello che non si sarebbe mai aspettata era di sentire un Lucas palesemente e giustamente sconvolto affermare che quella era la giusta punizione per il dolore che le aveva inflitto.

Slap!

Il palmo di una Tisifone visibilmente indignata si abbatté sulla guancia di Lucas per quello che era il primo - e si sperava ultimo -schiaffo che la donna gli avesse mai dato. Neanche quando si erano lasciati e la rabbia era solita governare le sue azioni si era mai lasciata andare a tanto, ma non poteva permettere che Turner pensasse anche solo per un istante di meritarsi quella sofferenza. La loro amicizia era merito suo, del suo coraggio e della sua onestà intellettuale, così come la sua felicità con Noah, quella felicità piena, totalizzante e appagante che anche lui aveva il diritto di sperimentare. Gli accarezzò il petto all'altezza del cuore prima di prenderlo per mano e, sorridendo nel sentire ricambiata la presa, lo trascinò dentro il pub e, una volta dentro, verso il tavolo che maggiormente faceva "vibrare" le sue antenne. Si sedette da sola, maledicendo tra sè la Sanders e la Moreau insieme non tanto per il gesto in sè quanto per lo scombussolamento emotivo che una tale mancanza stava a indicare.


È qui che si sono sedute?

Non ne sono certa ma "suona" giusto... - rispose prendendo il menù che il cameriere le stava porgendo e ordinando dell'assenzio puro. - Potrebbe servire... dopo...

Aggiunse senza entrare troppo nei dettagli non volendo mettere alla prova il grado di sconvolgimento in cui Lucas era sprofondato. Cosa avrebbe fatto, infatti, l'ex Tassorosso se avesse saputo che lo sforzo per cercare di strappare al Fato informazioni su qualcosa accaduto così in là nel tempo senza un contatto diretto con le interessate l'avrebbe debilitata abbastanza da farla con molte probabilità svenire? Attesero quindi che il cameriere tornasse con l'ordinazione della donna - ed eventualmente con qualsiasi cosa l'altro avesse deciso di prendere - prima di dare il via a quella sorta di esperimento.

Riesci a... vedere cos'hanno ordinato?

Ci proverò. Tu solo stai fermo lì, vigila su di me e non fare nulla qualsiasi cosa accada, d'accordo? Capirai da solo quando tutto è finito.

Gli chiese affidandosi completamente a lui e al suo istinto, contando che avrebbe saputo cosa fare nel caso, molto probabile, che alla fine di tutto sarebbe svenuta. Si spinse quindi all'indietro in modo da far aderire la schiena alla spalliera della sedia, i piedi ben piantati a terra, e allungò le braccia sul tavolo, le mani protese verso quelle di Lucas in un muto cenno di richiesta. Dopo che l'uomo ebbe intrecciato le loro dita insieme, Tisifone le strinse con forza e gli rivolse un sorriso dolce, colmo di rassicurazioni. Sollevò poi lo sguardo verso un punto indefinito sopra la testa del ragazzo, gli occhi ancora vigili di un blu intenso. Fece un respiro profondo, e poi un secondo e un terzo, immaginando i suoi pensieri, le sue emozioni, la sua essenza confluire nei suoi polmoni e scivolare fuori insieme all'aria, rendendola un contenitore vuoto da riempire. I pochi teorici della Divinazione erano convinti che le premonizioni fossero degli eventi casuali, fuori dal controllo della volontà del mago, ma erano appunto dei teorici sprovvisti di un qualsiasi "Dono" e quindi incapaci di testare le loro teorie. Tisifone dal canto suo non aveva mai accettato l'idea di essere in balia dei capricci del Tempo e del Fato e fin dai primi mesi di "arresti domiciliari" - per usare una terminologia babbana - presso la struttura del Ministero, si era impegnata al massimo per riuscire a esercitare un seppur labile controllo sulle sue capacità. Non c'era modo di impedire al Fato di trascinarla tra le maglie del tempo a suo piacimento ma adesso sapeva come "blandirlo e minacciarlo" per farsi condurre lì dove voleva, o almeno tentare. Aveva anche imparato che tutto aveva un prezzo ma era disposta a pagarlo per la serenità di Turner. Strinse con più forza le mani del ragazzo per poi far scivolare le proprie sul ripiano di legno. Le muoveva in maniera casuale, sfiorandone la superficie con i polpastrelli, la mente che lentamente si andava a focalizzare sui ricordi che aveva delle due donne e che avrebbe tentato di utilizzare come filo conduttore per trovare quella specifica asola temporale in cui si erano incontrate. Due sorrisi ugualmente dolci e ugualmente falsi illuminarono debolmente la penombra che era calata sui suoi occhi per poi diventare di un bianco quasi accecante non appena fu affiancato dal sorriso sghembo di Lucas. Subito ritrasse le mani da dovunque fossero - probabilmente aveva sfiorato accidentalmente il collega - non tenendo particolarmente a "vedere" il suo ex compagno in atteggiamenti intimi con nessuno delle due donne. Riprese quindi il suo lento vagare - dall'esterno doveva sembrare solo particolarmente assorta mentre Lucas avrebbe potuto notare i suoi occhi perdere piano piano colore fino a diventare quasi grigi, come se fosse diventata cieca - fino a quando non avvertì un lieve formicolio ai polpastrelli - probabilmente in corrispondenza del punto in cui in linea d'aria i due bicchieri si erano scontrati - e davanti a lei comparve una matassa di fili luminosi, fittamente intrecciati tra di loro, vite passate e future che erano o sarebbero state connesse con quel particolare punto. Fu allora che spinse, non solo con il fisico, le mani che andavano a premere con forza sul tavolo, ma sopratutto con la mente, proiettando tutta se stessa contro la matassa per "ordinarle" di dipanarsi e mostrarle solo il punto di unione dei due fili che le interessavano. Corrugò la fronte imperlata di sudore concentrandosi al massimo, il petto che si alzava e si abbassava come se fosse impegnata in una spossante maratona, e spinse, tirò, accarezzò con la mente fino a quanto [Concentrazione/16+Bonus Orecchino/1+17/d20=34] non rimase solo un piccolo nodo a intrecciare due fili luminoso e pulsante come se fosse una cosa viva. Proiettò una mano mentale a sfiorarlo e subito una serie di immagini scattarono davanti a lei, come dei flash, con una intensità talmente violenta che il suo corpo fece uno scatto all'indietro, come se fosse stato colpito da alcune scariche elettriche, finendo per essere completamente nascosto alla vista del resto del locale da una delle piante lì accanto.

Flash - una ciocca ondulata di capelli castano chiaro a coprire quasi l'occhio destro

Flash - lungo capelli biondi che cadevano su spalle quasi nude

Flash - brandelli di tessuto bianco sporco che accentuavano la curva di un seno

Flash - macchie nere che spiccavano su pelle bianca

Flash - un bicchiere lungo apparentemente vuoto tanto era trasparente il suo contenuto con una fetta di lime in cima tintinna contro un bicchiere basso contenente qualcosa di ambrato

Flash- gambe che si accavallano tracciando una scia di colore bianco e nero

Flash- due sorrisi diversi eppure simili



Un brivido spiacevole le corse lungo la spina dorsale facendole perdere la concentrazione e scivolare con la mente ancora più in profondità in quell'Oblio che aveva così tanto corteggiato dopo che Lucas l'aveva lasciata. Sentì il nulla avvolgerla tra le sue spire e trascinarla giù mentre lei si dibatteva per tornare in superficie, da Noah, dai suoi padrini, da Monique e da Lucas stesso. Si aggrappò al ricordo delle persone che le volevano bene con la forza della mente, mentre le mani raschiavano sul legno come a cercare un qualche appiglio fisico, fino a quando non riemerse, la bocca spalancata per incamerare più aria possibile come se fosse stata in apnea e gli occhi spalancati e adesso nuovamente vivi. Mise a fuoco il docente di Trasfigurazione e gli rivolse un sorriso stanco prima di svenire perchè il suo fisico [Talento (F)=13] non era abbastanza forte da reggere tutto quello sforzo.

[Una decina di minuti dopo]


Non sapeva quanto tempo era rimasta svenuta nè come Lucas avesse fatto per rinvenirla senza attirare su di loro l'attenzione di tutto il locale ma quando riaprì gli occhi era ancora seduta sulla stessa sedia allo stesso tavolo, di fronte a lei il bicchiere mezzo vuoto di assenzio, un bicchiere di succo di zucca, un invitate tortino al cioccolato - probabilmente per farle riprendere un po' le forze - e il nulla. Il ragazzo, infatti, doveva aver spostato la sedia in modo da trovarsi al suo fianco, una mano posata sopra la sua e in volto un'espressione che per il momento lei non era in grado di decifrare.

Scusa... non volevo farti...

Lasciò la frase a metà, la voce che usciva raschiante dalla sua gola, come se non parlasse da mesi, perchè non sapeva come concluderla. L'aveva preoccupato? Spaventato? Irritato? Si umettò le labbra, cogliendo le tracce dell'assenzio che doveva aver in qualche modo bevuto e che l'avevano "risvegliata" per poi tendere una mano tremante - non si era ancora ripresa del tutto - verso il bicchiere e bere un lungo sorso di succo. Si decisamente adesso stava meglio o almeno la gola non le bruciava più.

Missione compiuta - confermò con un sorriso privo di gioia perchè la seconda visione non aveva fatto altro che confermare l'impressione della prima: alla fine dell'incontro Estelle e Julie avevano raggiunto un qualche accordo - Ora so cos'hanno bevuto più o meno e anche qualche altro piccolo dettaglio... - fece una piccola pausa per riprendere fiato, riacquistando un po' di colore che donava un'aria meno "malsana" al suo viso innaturalmente pallido - Julie aveva in mano un bicchiere lungo, guarnito con una fettina di qualcosa di verde, un liquido chiaro e qualcosa di simile al ghiaccio triturato mentre Estelle ha bevuto un liquido ambrato da un bicchiere basso con dei cubetti di ghiaccio...

Descrisse il più accuratamente possibile - la visione era stata priva di odori e rumori per fortuna perchè in caso contrario il prezzo da pagare sarebbe stato troppo alto - tentando di sporgersi in avanti per prendere il menù del locale e sperare che esso contenesse le immagini dei cocktail che servivano. Il movimento però accentuò il giramento di testa che aveva impedendole di portare a termine il gesto e facendola ricadere stancamente all'indietro.

Potresti passarmelo per favore?
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Messaggioda Lucas » 07/03/2014, 20:58

Mai avrebbe potuto immaginare che un pranzo in compagnia della sua migliore amica, un momento di pace e serenità per entrambi, avrebbe finito per prendere quella piega: si era ritrovato sbattuto in un baratro di ansia, incredulità e rabbia nel giro di un secondo, quando l'attimo prima si sentiva felice, appagato, sereno.
Poteva davvero Estelle aver cospirato con Julie per farlo separare da Tisifone? Allora ciò che era stato tra loro era tutta una menzogna perché lei sapeva cosa sarebbe successo tra lui e la Divinante? E se anche così non fossero andate così le cose, se alla fine fosse davvero andata via da Hogwarts e dall'Inghilterra per tornare dal padre, a Lille, comunque gli aveva mentito riguardo alla risposta che aveva dato alla Sanders... gli aveva detto una bugia guardandolo negli occhi, sapendo quanto fosse rimasto scottato dalla delusione precedente.
Non riusciva a credere che una menzogna di tale portata provenisse proprio dalla donna che più lo aveva fatto sentire amato, coccolato - forse per senso di colpa? - ma che motivo avrebbe mai avuto Tisifone di mentirgli? Va bene, poteva non apprezzare la Moreau, ma non l'avrebbe mai ferito di proposito a tal punto, non l'avrebbe fatto nemmeno quand'era al massimo della rabbia contro di lui, appena si erano lasciati; fu per questo, per quel dilemma che lo stava logorando dall'interno, che chiese alla donna di aiutarlo nell'unico modo che conosceva, ovvero stuzzicando il suo "Dono" affinché le facesse vedere qualcosa che potesse essere loro utile, o che perlomeno fornisse qualche dettaglio in più sull'incontro tra le due donne.
Per questo entrarono al "Cigno Nero" e si avvicinarono ad un tavolo scelto da Tisifone... forse era proprio quello in cui si erano sedute loro?

Non ne sono certa ma "suona" giusto...

Rispose lei, ordinando subito dell'assenzio al cameriere che li aveva accompagnati al tavolo e porto i menu.

Potrebbe servire... dopo...

Ne porti due, grazie.

Ordinò lapidario il giovane uomo, facendo allontanare velocemente l'inserviente che tornò poco dopo con due bicchieri di assenzio, lasciandoli finalmente soli: aveva bisogno che lei vedesse qualcosa di più specifico di quanto raccontato fino a quel momento, ma ignorava quale fosse la procedura da seguire.

Ci proverò. Tu solo stai fermo lì, vigila su di me e non fare nulla qualsiasi cosa accada, d'accordo? Capirai da solo quando tutto è finito.

Annuì, teso, prendendo subito le mani della donna quando lei allungò le proprie verso di lui: le fece un sorriso tirato, sapendo di non poterle donare di meglio, e la osservò concentrarsi. Non sapeva cosa stesse facendo esattamente, né sapeva se fosse il caso di dire qualcosa, per questo rimase completamente in silenzio mentre la osservava in volto, cercando di capire le sue reazioni; le permise di far scivolare via le mani dalle proprie, pronto però a muoversi non appena l'avesse ritenuto necessario.
La osservò mentre muoveva le mani sul tavolo, per poi ritrarle con uno scatto quando, per sbagliò, sfiorò le dita di lui: anche Lucas sobbalzò, preso in contropiede da quella reazione che non sapeva come interpretare - se non pensando che probabilmente era meglio che lei non lo toccasse in alcun modo.
Lentamente, gli occhi della Divinante divennero grigi, e questa condizione durò per diversi istanti prima che Turner la vedesse fare uno scatto all'indietro col corpo, sedia compresa, come fosse stata colpita da qualcosa: incapace di fare o dire alcunché, l'uomo attese fino a che non vide gli occhi di lei tornare vigili, vivi; solo a quel punto le si avvicinò con cautela, ringraziando il fatto che nessuno stava facendo caso a loro, per afferrarla quasi al volo quando il corpo di lei si accasciò tra le sue braccia, svenuto.

È proprio un vizio, il tuo...

Mormorò il docente di Trasfigurazione, usando l'ironia per stemperare la tensione che lo stava divorando. Con un sospiro preoccupato - le aveva chiesto troppo? Aveva preteso da lei uno sforzo eccessivo per la sua psiche? - l'appoggiò delicatamente allo schienale della sedia e ordinò del succo di zucca e un tortino al cioccolato con cuore fondente, ritirando tutto direttamente al bancone del locale così da riportarlo sul tavolo dove loro di trovavano: spostò la sedia per mettersi accanto a lei, così da bloccare, con la sua schiena, la visuale di tutti i possibili clienti, e le bagnò le labbra con l'assenzio, facendogliene lentamente bere almeno metà fino a che non si rese conto che si stava riprendendo, al punto da riuscire ad aprire gli occhi.

Scusa... non volevo farti...

Non provarci nemmeno - sussurrò lui, prendendole il succo quando vide la sua mano cercarlo, studiando il suo volto con fare ansioso e preoccupato - Sono stato un idiota a chiederti tanto, eppure avrei dovuto saperlo che saresti stata male... - si rimproverò, sospirando con forza - Almeno è servito a qualcosa?

Missione compiuta.
Ora so cos'hanno bevuto più o meno e anche qualche altro piccolo dettaglio... Julie aveva in mano un bicchiere lungo, guarnito con una fettina di qualcosa di verde, un liquido chiaro e qualcosa di simile al ghiaccio triturato mentre Estelle ha bevuto un liquido ambrato da un bicchiere basso con dei cubetti di ghiaccio...


Potenti queste visioni...

Commentò Lucas colpito, tagliando con la forchetta un pezzetto di cioccolato per avvicinarlo alla bocca di lei ed imboccarla, sì, proprio come una bambina, ben deciso a non farla sforzare ulteriormente.

Potresti passarmelo per favore?

Subito.

Rispose lui, allungando il braccio per prendere il menu ed aprirlo, cosicché lei potesse indicargli i drink bevuti dalle due: e non le chiese altro, dopo, rimanendo in silenzio non per paura di conoscere la verità, ma perché immaginava che qualsiasi cosa avesse visto, Tisifone gliel'avrebbe raccontata di lì a breve.
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Messaggioda Tisifone » 08/03/2014, 23:57

Fin da quando si erano conosciuti Lucas aveva sempre svolto un ruolo importante nella vita di Tisifone, arrivando a stravolgerla del tutto con quel sorriso sghembo e quella positività che tanto si discostavano dai i suoi ghigni tirati e dalla sua paranoia. Lo aveva amato con tutta se stessa e anche dopo che si erano lasciati non era riuscito a scacciarlo del tutto dal suo cuore né, in realtà, ci aveva provato perché averlo accanto, sapere di poter contare su di lui in ogni circostanza e per qualsiasi motivo le donava un senso di benessere e serenità pura a cui non voleva rinunciare. Non era molto ferrata in “amicizia e affini” quindi non era certa che usare quelle motivazioni egoistiche come base per il loro nuovo rapporto fosse normale ma quel dubbio non le aveva tolto il sonno neanche un secondo perché provava la stessa sensazione ogni volta che, in qualche modo, poteva prendersi cura di lui che fosse con un consiglio su cosa regalare a Monique per il compleanno o forzare la mano al Fato e penetrare tra le maglie del Tempo. Sapeva che sarebbe stato difficile, che il momento che voleva rivivere era troppo “vecchio” per potersela cavare facilmente, ma non aveva alcuna intenzione di tirarsi indietro. Era colpa sua se il mondo di Turner era andato in frantumi, era stata lei, con la sua “visione”, a mettere in dubbio l’affidabilità e la sincerità della sua ragazza e pur essendo stata la Moreau in realtà a metterli in quella situazione – incontrandosi con Julie prima e mentendo sull’esito di quell’incontro dopo – toccava a lei rimediare e fare in modo che la Sanders non potesse raggirarlo, dandogli informazioni errate o fuorvianti per il semplice sadico gusto di farlo soffrire ancora. Avevano quindi ordinato due assenzi – uno per lei, per essere pronti a fronteggiare una perdita di sensi di cui era praticamente certa ma che non aveva voluto anticipare all’amico per non metterlo maggiormente in crisi, e uno per Lucas, anche se probabilmente il ragazzo non aveva molta intenzione di berlo – aveva dato poche, coincise istruzioni al ragazzo e poi era scivolata in uno stato meditativo profondo, passaggio obbligato per poter giungere di fronte alla “Matassa del Tempo” e tentare di dipanarla. Impiegò quasi tutte le sue energie, fisiche e mentali, per rivivere a sprazzi il momento esatto e poi per strapparsi all’Oblio che la voleva trascinare tra le sue spire fino a tornare al presente, vigile ma completamente spossata, tanto da cadere svenuta tra le braccia dell’ex Tassorosso. Non seppe con esattezza quanto tempo era rimasta priva di sensi né come aveva fatto Lucas a farla rinvenire ma gli fu grato immensamente per le piccole accortezze che aveva preparato per lei, come il farle da scudo con il proprio corpo dagli occhi indiscreti del resto del locale ai generi di conforto presenti sul tavolo.

Non provarci nemmeno. Sono stato un idiota a chiederti tanto, eppure avrei dovuto saperlo che saresti stata male...

E’ la maledizione di noi secchioni – mormorò con un tono di voce un po’ meno gracchiante ora che si era dissetata con il succo di zucca – Tanto cervello e pochi muscoli… non importa quanto Noah mi alleni il mio fisico rimane sempre troppo delicato per certi sforzi… - una semplice constatazione la sua priva di qualsiasi nota di accusa. Dopotutto lei per prima era consapevole dei rischi che stava correndo quindi a che pro far sentire in colpa Lucas? Almeno è servito a qualcosa? - anche se forse, se lo sapesse, potrebbe darmi qualche esercizio da fare per migliorare.

Aggiunse, mordicchiandosi il labbro inferiore pensierosa. Noah era a conoscenza del suo “Dono” ovviamente ma non gli aveva mai raccontato cosa fosse in teoria in grado di fare effettivamente né quali conseguenze avesse su di lei il suo utilizzo. Non era stata una omissione ragionata, non voleva avere dei segreti con il compagno, più che altro non era mai capitata l’occasione di parlarne e questo avrebbe potuto rappresentare un problema, considerato che non prevedeva di recuperare una forma smagliante entro l’ora di cena. Sospirò leggermente preoccupata per come il suo imprevedibile compagno avrebbe reagito alla notizia ma bastò una semplice occhiata al viso ansioso di Lucas per far evaporare qualsiasi pensiero negativo. Se non poteva restituirgli la felicità e la serenità che aveva prima, almeno gli avrebbe dato gli strumenti per ottenere la verità.

Almeno è servito a qualcosa?

Si è servito a qualcosa.

Gli descrisse quindi il più dettagliatamente possibile cosa le due donne avevano bevuto, lasciando per dopo la cronaca sui dettagli relativi alle due donne.

Potenti queste visioni...

Abbastanza – confermò dischiudendo diligentemente le labbra e facendosi imboccare, troppo stanca per poter protestare. – Hummhummm - Socchiuse gli occhi ed emise un gemito di puro piacere quando il sapore del cioccolato esplose nella sua bocca. Masticò lentamente e, dopo aver deglutito, si leccò le labbra golosa – Non so in quanti siano in grado di farlo, è una tecnica che si impara con il tempo, la pratica e la testardaggine, ma di certo sono in pochi a sapere che sia possibile… Uno dei vantaggi del fatto che la Divinazione è considerata una colossale perdita di tempo.

Gli fece l’occhiolino e con un’espressione leggermente birichina in viso aprì di nuovo la bocca e con fare infantile lo invitò a imboccarla nuovamente, non prima di avergli chiesto di passarle il menù del pub per poter cercare i cocktail che aveva visto. Non appena Lucas glielo ebbe passato Tisifone tornò immediatamente seria e si mise a sfogliare le pagine lentamente, le sopracciglia corrucciate e un’espressione concentrata in viso.

Ecco questo è ciò che ha bevuto Julie…

Affermò con sicurezza puntando il dito su una vodka tonic.


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Mentre questo – continuò dopo aver girato due volte pagine e indicando uno scotch – è quello che ha bevuto… la Moreau

La chiamò per cognome per abitudine e perché sarebbe stato davvero di cattivo gusto se avesse iniziato a usare il suo nome adesso che, con molte probabilità, stava per uscire dalla vita di Turner. E la voce divenne un po’ più triste perché, ai suoi occhi, adesso la cosa diventata molto più reale.

Immagine



Prese un altro pezzetto di dolce – da sola se Lucas glielo avesse permesso o da lui in caso avesse insistito per imboccarla – per riordinare le idee, o meglio le immagini che ancora le vorticavano in testa, prima di raccontargli il resto.

Erano vestite in maniera completamente opposta - non tanto per il tipo di colore scelto quanto per chi indossava cosa – Julie aveva un abito bianco sporco, credo aderente e abbastanza corto da lasciare scoperta la gamba più o meno da qui – e spostando leggermente all’indietro la sedia fece scivolare la mano a metà sulla propria coscia – e degli stivali dello stesso colore. Mi hanno dato la sensazione di essere comodi quindi probabilmente non avevano tacco ma non ne sono sicura.

Fece una piccola pausa per riprendere fiato e approfittarne per bere un altro po’ di succo di zucca. Si, decisamente fare lezione quel pomeriggio sarebbe stata dura, per fortuna poteva contare sul supporto di Zephyr: era giunto per il Corvonero di dimostrarle di essere in grado di tenere testa a un’aula di studenti disattenti e annoiati.

La Moreau invece indossava un abito nero più o meno della stessa lunghezza probabilmente senza maniche… ho avuto la sensazione di vedere le spalle… e portava un paio di decolté dello stesso colore del vestito… e poi… - si picchiettò la punta del naso con l’indice, frugando nella sua mente alla ricerca di altri dettagli – credo che avessero entrambi i capelli sciolti e… bè è tutto.

Affermò con una scrollata di spalle, gesto di cui si pentì praticamente subito perché le fece venire un giramento di testa. Posò entrambe le mani ai bordi del tavolo e inspirò a fondo con gli occhi chiusi per dare la mondo il tempo di fermarsi e a Lucas di riflettere su ciò che gli aveva detto ed eventualmente porle qualche altra domanda

Cosa hai intenzione di fare adesso?

Chiese spontanea e palesemente preoccupata.
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Messaggioda Lucas » 10/03/2014, 12:21

Una parte di lui sperava che fosse solo un brutto incubo, che da un momento all'altro Tisifone si sarebbe messa a gridare "scherzavo!", facendolo sentire così tanto sollevato da fargli anche passare la voglia di prenderla a ceffoni - e forse, se davvero quello fosse stato uno scherzo, ne avrebbe avuto il coraggio.
Ma Lucas sapeva che quello non poteva essere uno scherzo, che purtroppo per lui nessuno si sarebbe messo a gridare allo scherzo, e che quello al massimo poteva essere considerato come il peggiore degli incubi: aveva creduto, con Estelle, di poter ricominciare da capo ed essere felice, ed ora invece il Fato gli stava dicendo che no, non sarebbe andata affatto così, e che la donna di cui si era innamorato l'aveva preso in giro guardandolo dritto negli occhi.
Questo era ciò che gli aveva detto la Divinante, quando aveva spiegato a Turner la visione avuta sulla francese e Julie, ed era per quello che si trovavano al Cigno Nero, per spingere il suo Dono a dare una mano, una volta tanto: rimase silenzioso e teso per tutto il tempo che Tisifone impiegò per "vedere" il passato, muovendosi solo quando la vide riemergere, pallida e debole, dalla sua trance.
Non poté fare molto quando ella svenne tra le sue braccia, ma poté prepararle il risveglio nel modo migliore, con assenzio, succo di zucca, tortino al cioccolato ed il proprio corpo come scudo per sguardi indiscreti: mentre la osservava priva di sensi, Lucas si diede dello stupido di proporzioni epiche per averle permesso di fare una cosa del genere pur sapendo che sarebbe andata a finire in quel modo.

E’ la maledizione di noi secchioni.
Tanto cervello e pochi muscoli… non importa quanto Noah mi alleni il mio fisico rimane sempre troppo delicato per certi sforzi… anche se forse, se lo sapesse, potrebbe darmi qualche esercizio da fare per migliorare.


Dovresti dirglielo, Tissi - confermò Turner con aria sicura - Ha il diritto di saperlo, soprattutto se pensate seriamente di sposarvi. E poi, non mi perdonerebbe mai di avergli nascosto un particolare tanto importante di te... quindi non mettermi nella posizione di farmi prendere a calci da lui, ti prego.

Tentò di stemperare la tensione con quella piccola battuta che tra l'altro nascondeva un fondo di verità, cercando di rilassarsi in qualche modo, ma era più facile a dirsi che a farsi: l'ansia lo stava divorando, era chiaro come il Sole quanto fosse teso e curioso di sapere cosa la donna avesse visto, tanto che alla fine non riuscì più a trattenersi dal chiederglielo.

Si è servito a qualcosa.

Annuì, ascoltando la sua descrizione nei minimi dettagli sulle bevande ordinate dalle due donne, che lo fece riflettere su quanto, se ricercate e "costrette", potessero essere le visioni della donna - proporzionate al prezzo pagato, comunque. Espresse quella riflessione ad alta voce, e nel frattempo la imboccò con un po' di dolce per farle recuperare zuccheri.

Abbastanza.
Non so in quanti siano in grado di farlo, è una tecnica che si impara con il tempo, la pratica e la testardaggine, ma di certo sono in pochi a sapere che sia possibile… Uno dei vantaggi del fatto che la Divinazione è considerata una colossale perdita di tempo.


Un vantaggio piuttosto caro, visto come ti riduce ogni volta... - commentò Turner, scuotendo appena il capo mentre la imboccava con un altro pezzo di dolce, il minimo che potesse fare per lei, e le passava il menu così da permetterle di indicargli le bevande ordinate dalle due donne.

Ecco questo è ciò che ha bevuto Julie…

Vodka tonic.

Mentre questo è quello che ha bevuto… la Moreau.

Scotch.

La imboccò nuovamente dopo quei due sussurri, il cuore che sembrava essergli diventato improvvisamente pesante al punto da faticare persino a battere.
Lasciò che masticasse e deglutisse con calma, dopodiché cercò nuovamente i suoi occhi, quasi invitandola a parlare con lo sguardo: ormai avevano iniziato, tanto valere sapere tutto fino in fondo.

Erano vestite in maniera completamente opposta.
Julie aveva un abito bianco sporco, credo aderente e abbastanza corto da lasciare scoperta la gamba più o meno da qui, e degli stivali dello stesso colore. Mi hanno dato la sensazione di essere comodi quindi probabilmente non avevano tacco ma non ne sono sicura.
La Moreau invece indossava un abito nero più o meno della stessa lunghezza probabilmente senza maniche… ho avuto la sensazione di vedere le spalle… e portava un paio di decolté dello stesso colore del vestito… e poi… credo che avessero entrambi i capelli sciolti e… bè è tutto.


Gli aveva dato una descrizione praticamente perfetta dei loro abiti, dei capelli e degli alcolici consumati, tutti elementi che gli sarebbero stati utili per ciò che aveva in mente di fare.
Annuì, silenzioso, mentre si passava una mano sul viso: era reale, era tutto dannatamente reale. Estelle si era incontrata con Julie, aveva brindato con lei, si era messa d'accordo con quella bastarda di un'americana forse proprio per separarli... e gli aveva mentito.
Lo sguardo sembrava quasi smorto ora, ma la mascella era contratta in un moto di rabbia che era impossibile non notare, soprattutto da parte di chi lo conosceva bene come lei.

Cosa hai intenzione di fare adesso?

Andare da Julie e costringerla a dirmi come sono andate le cose... a qualsiasi costo.

Rispose lapidario Lucas, la voce che usciva quasi in un ringhio dalle sue labbra, e gli occhi che si animavano di una luce nuova, ma non brillante e serena, quanto più oscura e inquietante.

Solo lei può darmi la conferma di quanto sia successo, e non importa come dovrò convincerla a darmi certe informazioni... ti posso giurare che non me ne andrò da lei a mani vuote.

Aggiunse, prendendo il proprio bicchiere d'assenzio per berne il contenuto tutto in una volta: bruciava dannatamente per la gola, ma non avrebbe potuto fargli più male di quello che aveva appena sentito pronunciare dalla bocca della ex compagna.

Sarà meglio rientrare al Castello, cosa ne dici?
Devi riposarti un po' prima di andare a fare lezione.


Disse poi l'ex Tassorosso, il tono di voce appena più morbido e preoccupato ma lo sguardo ancora lontano, perso chissà dove... forse già dalla Sanders, dall'unica donna da cui avrebbe potuto ottenere la verità prima di affrontare Estelle una volta per tutte.
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