Re: Seminario sulla "Vampire Slayer" - Giugno 2013 (Anno Sc. ON: 2106/2107)
Inviato:
27/06/2013, 13:11
da Jorge
[Giovedì, seconda settimana di Ottobre – Sala Conferenze => Ore 15.40]
Forza, forza...Mormorò tra sè Jorge mentre camminava a passo contenuto per il corridoio del piano terra, le mani affondate nei pantaloni della divisa e gli occhi brillanti di felicità che si spostavano in continuazione dalla porta della Sala Conferenze alcuni metri più in fondo alla Grifondoro al suo fianco. Se con lui ci fosse stata la sua sorellina come minimo a quell'ora l'avrebbe afferrata di mala grazia per un polso e l'avrebbe trascinata di peso fino alle poltroncine in prima fila, borbottando su quanto fosse lenta e accusandola di voler sabotare la sua partecipazione al seminario. Cappie però non era riuscita a superare "la prova" imposta da Vastnor per potervi accedere e così il Delfino quel pomeriggio si era dovuto "accontentare" della compagnia di
Elbeth. In realtà non stava in sè dalla gioia al pensiero di poter passare alcune ore insieme alla sua Menina tanto che non avrebbe saputo dire se il sorriso ebete che aveva di sicuro stampato in faccia dipendesse maggiormente dalla vicinanza della ragazza o dalla possibilità di poter assistere a una lezione speciale della sua materia preferita.
Lo sapevo che non ci avrebbero deluso... Commentò a bassa voce, per evitare che qualcuno, tra quadri e i pochi studenti in giro a quell'ora in quella parte del Castello potessero sentirlo. Era passato un sacco di tempo da quando Vastnor aveva tenuto la sua lezione sui vampiri e aveva promesso quel premio ai più meritevoli del suo corso, tanto che in molti erano giunti alla conclusione che non ci sarebbe stato nessun seminario e che il docente, da buon Serpeverde, non aveva fatto altro che manipolarli in modo da ottenere la massima resa ai suoi compiti. Jorge, dal canto suo, aveva liquidato quelle insinuazioni con uno scrollo di spalle una fiducia incrollabile nei suoi Insegnanti, rispondendo a tutti che la Bennet e Vastnor non avevano bisogno di quei mezzucci per ottenere la massima attenzione alle loro lezioni e sopratutto non erano persone che facevano promesse, o minacce, a vuoto. L'avviso che era comparso in bacheca alcuni giorni prima gli aveva dato ragione e lo aveva fatto camminare tronfio come un pavone per tutta la scuola, guardando con aria di sufficienza e superiorità quelli che non erano stati ammessi al seminario.
Prego, dopo di te Menina.Disse non appena furono giunti nei pressi della Sala, spostandosi di lato in modo da permettere alla Grifa di entrare prima di lui, dandole così la possibilità di scegliere dove sedersi. In cuor suo sperava che la ragazza scegliesse i posti in prima fila, anche di fianco agli altri Professori se lo avesse ritenuto necessario, l'importante per lui era avere un'ottima visuale di qualsiasi cosa la Bennet avesse mostrato loro. Una volta che Elbeth fu entrata, Jorge la seguì immediatamente, ammirando il portamento elegante ma non rigido della compagna e chiedendosi come facesse a mostrarsi così posata e tranquilla mentre probabilmente
[Intuito (P)=10] dentro era eccitata tanto quanto lui, o almeno così pensava il portoghese dalla luce che vedeva riflessa nei suoi occhi. Preso posto ovunque la Grifa lo avrebbe condotto, Jorge si guardò intorno curioso, in cerca di
Brianna e
Miyabi e, non appena le avesse viste, avrebbe fatto loro un cenno con la mano per invitarle a sedere accanto a loro. Per quanto avrebbe voluto avere tutta per sè l'attenzione di Elbeth non gli piaceva l'idea di lasciare sola visino di pesca, non dopo che Cappie gli aveva confidato quello che era accaduto alla sua famiglia, nè Ape Maia che, secondo i suoi calcoli, sarebbe stata l'unico altro membro della sua Casata a prendervi parte. E poi la Grifa aveva acconsentito ad andare con lui quel Sabato a Hogsmeade e in quella occasione avrebbe avuto tutto il tempo che voleva per stare da solo con lei.
Se le due ragazzine avessero accettato il suo invito, Jorge avrebbe ingannato il tempo chiacchierando con tutte e tre di cose allegre e poco impegnative in modo da tentare di strappare loro un qualche sorriso, per poi tacere di botto non appena la Bennet prese la parola.
Salve a tutti.
Come molti di voi sapranno, qualche tempo fa il professor Vastnor chiese la mia collaborazione per istruirvi al meglio sulle tecniche di difesa contro il vampiro, inteso come creatura oscura. Naturalmente, questo corso di approfondimento per voi studenti verterà su una delle più grandi pozioni offensive che siano state inventate contro questo genere di nemico. Siete pregati quindi di fare assoluto silenzio, prendere piuma e pergamena e di stare bene attenti alle diapositive che vi verranno sottoposte nel corso della lezione.Alla parola "vampiro" gli occhi di Jorge divennero, se possibile, ancora più luminosi mentre il ragazzo si chinava a prendere, dalla borsa che aveva portato con sè, due nuovi rotoli di pergamena, una piuma normale e una piuma prendiappunti, giusto per non correre il rischio che gli sfuggisse qualche dettaglio importante. Battè un paio di volte le palpebre quando l'oscurità avvolse la stanza, assottigliando lo sguardo per abituarsi al buio e sollevano subito dopo la testa verso la parete alle spalle della docente per osservare la prima diapositiva.
La storiografia sulla nascita dei vampiri è estremamente recente, in quanto le prime ed ufficiali apparvero intorno alla seconda metà del Settecento, ad opera del vampiro che vedete raffigurato nell’immagine: Louis de Pointe du Lac.Durante le ricerche che aveva svolto in Biblioteca per fare i compiti di Difesa quel nome e quel volto erano comparsi così tante volte che ormai Jorge lo avrebbe riconosciuto ovunque. Come stava ricordando la Bennet ai tutti loro, infatti era grazie al suo lavoro che il Mondo Magico era riuscito ad ampliare la propria conoscenza sui vampiri, basata, fino ad allora, sugli appunti dei cacciatori di vampiri e quindi su tecniche di attacco e di sterminio. Nonostante conoscesse abbastanza bene, quindi, l'opera di de Pointe du Lac, Jorge si appuntò le parole della Bennet, ripromettendosi di fare qualche ricerca ulteriore su quali fossero adesso i rapporti tra la comunità magica e quella dei vampiri. Non essendo abbonato alla Gazzetta del Profeta e avendo passato i precedenti cinque mesi in punizione a Lisbona, infatti il portoghese non era a conoscenza della strage di vampiri che era stata perpetrata in Tunisia.
WowFu il commentò a bassa voce che sfuggì al ragazzino quando l'immagine del vampiro venne sostituita da quello di un uomo con indosso degli stranissimi quanto presumibilmente scomodissimi occhiali che non aveva mai visto.
Abraham Ichabord Crane, alchimista, pozionista ed erbologo ottocentesco, nonché inventore di quella che oggi chiamiamo Vampire Slayer. In realtà, Crane era molto più raffinato nel dare nomi ai propri composti, tanto che in origine la sua pozione prendeva il nome di Necrovelenus, il Veleno dei Morti. Furono i cacciatori che la utilizzarono a soprannominarla semplicemente “Vampire Slayer”, AmmazzaVampiri, nome che poi venne conservato anche quando questa pozione venne perfezionata negli anni a venire. Quella di Crane, infatti, era solo un prototipo non ancora ben sviluppato, ma in ogni caso di grande utilità ed efficacia. Contro un vampiro Neonato o relativamente Giovane, questa pozione riusciva ad indebolirli a tal punto da permettere ai maghi cacciatori di finirli prima che avessero il tempo di attaccarli.Abraham Ichabord Crane -> Necrovelenus ????
Si appuntò il Delfino, aggiungendo un sacco di punti interrogativi per ricordarsi di andare a cercare le indicazioni per la realizzazione di quella Pozione. Certo a quanto sembrava essa era solo un prototipo e la Pozione che da lì a poco la Bennet avrebbe illustrato loro era molto più potente ma questo non ne riduceva l'importanza agli occhi di Jorge, anzi. Migliorare qualcosa di già esistente era, per così dire semplice, perchè si aveva una base da cui partire, mentre Crane aveva dovuto fare affidamento solo sulle proprie intuizioni e sulle proprie capacità e questo gli faceva venire voglia di approfondire il suo lavoro e comprendere i processi logici che lo avevano portato a creare il Necrovelenus. Per amor di conoscenza si appuntò anche gli altri nomi, sorprendendosi non poco di sapere che ancora oggi qualcuno si stava prodigando per cercare di migliore la Vampire Slayer.
Ora passerò ad analizzare il tema della conferenza di oggi. La Vampire Slayer è una pozione che attiva il suo effetto sia se ingerita, sia se lanciata contro il vampiro avversario. Ha una consistenza molto liquida ed un colore quasi anonimo a vederla. Infatti, di solito si presenta in questo modo, un giallo molto opaco e scarno
Questa tipologia di colore è stata ideata proprio per far sembrare la pozione quanto più innocua possibile. E’ inodore e insapore e non ha alcun effetto deleterio se ingerita da un essere umano o da qualsiasi altra creatura che non sia un vampiro. La composizione e gli ingredienti utilizzati, infatti, reagiscono solo con l’organismo di un vampiro.... quasi come un Veleno di III° grado se non fosse per il colore...Pensò tra sè Jorge, ritrovandosi per un momento a considerare incompleto il libro che aveva vinto durante una delle esercitazioni di Pozioni. Nella seconda sezione del libro "Storia dei Veleni" infatti era presente una tabella di classificazione dei maggiori Veleni presenti al mondo ma non si faceva alcun accenno alla pozione che stavano analizzando e questo probabilmente perchè era mortale solo per i Vampiri e questo, ai suoi occhi, appariva come una grossa mancanza. Chissà quante altre pozioni letali esistevano ma che non erano menzionate nel libro solo perchè non avevano alcun effetto sull'uomo.
Se qualcuno di voi ricorda la lezione sui Veleni, potrà fare una giusta associazione: la Vampire Slayer può essere vista come un veleno di II° o III° grado per i vampiri. Estremamente letale e difficile da riconoscere.A quella precisazione Jorge non potè impedire a un sorriso soddisfatto di fare capolino sul suo viso visto che la docente aveva appena confermato la sua ipotesi che cercò di nascondere, piegando il viso sul foglio e ricopiando con attenzione la tabella sulla sua pergamena, cercando di associare grossolanamente gli effetti della pozione all'età del Vampiro.
Vampiro Neonato: 0-10 anni di età -> Polverizzazione istantanea?
Vampiro Giovane: 10-150 anni di età -> autocombustione interna?
Vampiro Adulto: 150-400 anni di età -> debolezza fisica e dolori lancinanti?
Vampiro Superiore: 400-700 anni di età -> debolezza fisica e dolori lancinanti?
Antico: dai 700 anni in poi -> Vampire Slayer inefficace
Il fenomeno dell’autocombustione, interna ed esterna, è dovuto alla presenza di tre principali ingredienti che tendono a sintetizzare tutto ciò al quale il vampiro è vulnerabile: luce del sole, fuoco e cuore. Questi ingredienti, quindi sono una componente floreale, l’Elysium, una componente animale, le ceneri della Fenice e una componente umana, il sangue di un morto. Jorge si fece immediatamente, se possibile, più attento perchè si stava entrando, per lui, nel vivo della lezione. Divise quindi la pergamena in due parti, separando gli Ingredienti dalle Note in cui appuntare le parole chiavi contenute nel discorso che la Bennet stava facendo.
Ingredienti:
Linfa pura di Elysium -> Raccogliere il fiore durante le prime luci dell'alba.
Un pizzico di cenere di Fenice - > Raccogliere un attimo prima che la Fenice risorga.
Sangue di morto -> Raccogliere non appena la persona è deceduta.
Acqua intrisa di energia solare
Note:
L'Elysium ha un'elevata capacità di assorbire la luce solare e probabilmente è il risultato di una sorta di incrocio casuale tra i semi di Giglio Solare e la polvere di Unicorno.
Assicurarsi di aver conquistato la fiducia della Fenice prima di azzardarsi a toccarne le ceneri.
Se l'uomo è morto da troppo tempo è inutile prenderne il sangue.
L'acqua migliore per questa pozione è quella di un lago che si trova nel Nord Carolina.
Finito di realizzare il suo schema, Jorge sollevò gli occhi dalla pergamena rimanendo affascinato dal ritratto dell'uomo che adesso torreggiava alle spalle della docente e allo stesso tempo perplesso. Non si era mai sentito attratto dagli altri ragazzi e l'effetto che aveva su di lui la vicinanza della Menina ne era una prova eppure i lineamenti di quel viso erano così delicati e dolci da farlo sentire a disagio.
Lestat de Lioncurt. Un vampiro, un esteta, un amante, vissuto intorno agli stessi anni di Louis de Pointe du Lac.Lo conosceva. Cioè non di persona ma aveva svolto su di lui un'esauriente ricerca che, con molte probabilità, gli aveva fatto guadagnare la possibilità di presenziare a quel seminario ma in tutto il suo scartabellare in Biblioteca non era riuscito a trovare neanche uno schizzo di quello che, a tutti gli effetti, poteva essere considerato, se ancora vivo, il capo di tutti i vampiri.
Bene. E’ arrivato il momento delle domande. Se avete dei quesiti da pormi, vi prego di parlare uno alla volta, alzando la mano e attendendo che sia io a darvi il via. Non abbiate timore di esporre i vostri dubbi: cercherò di essere quanto più esaustiva possibile nel rispondervi.La voce della Bennet lo riscosse dalle sue riflessioni su Lestat e su quanto pericoloso e interessante allo stesso tempo sarebbe stato poterlo incontrare. Scosse la testa per far evaporare quei pensieri tanto inutili quanto pericolosi, ringraziando Merlino che
Monique non potesse leggergli nella mente - o almeno era quello che lui credeva - perchè di sicuro l'avrebbe spellato vivo se solo avesse immaginato che trovava interessante l'idea di incontrare un vampiro così Antico. Portò lo sguardo sui suoi appunti e in particolare sulla tabella che aveva tratteggiato mentre una serie di dubbi iniziavano ad affacciarsi alla sua mente, tutti legati agli ingredienti che dovevano essere utilizzati per la realizzazione della Pozione. In particolare si stava chiedendo cosa sarebbe accaduto se alcuni di essi fossero stati sostituiti da elementi con proprietà simili. Ricordava ancora la ricerca che aveva fatto, proprio per Pozioni, sull'Ashwinder e sulle similitudini che gli erano saltate all'occhio tra il serpente di fuoco e la Fenice - come per esempio il fatto che fossero entrambi creature magiche e che il primo, al pari dell'uccello di Fuoco, avesse in sè delle proprietà curative che però potevano essere utilizzate solo all'interno di particolari pozioni - , per non parlare degli appunti super dettagliati che la sua Capa gli aveva fatto avere a Lisbona sulle lezioni a cui era mancato, tra cui le Pozze Lunari di cui aveva parlato Trigger durante una delle ultime lezioni di Astronomia. Acque all'apparenza normali ma con un potenziale magico così elevato da permetteva di guarire dalle ferite interne ed esterne e poter vedere, riflesso nell'acqua, quello che accadeva a chilometri di distanza. Certo mettere le mani sulla cenere di un serpente di fuoco o trovare una Pozza Lunare non era esattamente una cosa semplice, ma teoricamente erano meno difficile che ingraziarsi una Fenice o andare fino al Nord Carolina. Aspettò quindi che la Ricciardi ponesse le sue domande, tutte incentrate sulla figura di Lestat e quindi per lui, più affascinato dalla parte tecnica della lezione, poco interessanti, per poi alzare la mano a sua volta.
Non appena la docente gli ebbe dato il permesso di parlare, Jorge si agitò nervoso sulla sedia, sentendosi improvvisamente e probabilmente a torto, tutti gli occhi dei pochi presenti puntati addosso. Fece quindi un profondo respiro e, lanciata un'ultima occhiata ai suoi appunti, guardò fisso negli occhi la sua Insegnante, immaginando di trovarsi da soli nel suo ufficio, come se l'idea di fare la figura dello stupido solo con lei lo spaventasse di meno che farla davanti a tutti.
Professoressa avrei due domande se non le dispiace - esordì quindi con un tono serio e composto e si sperava anche educato. -
E' possibile e, se si, con quali effetti, sostituire la cenere di una Fenice con quella di un Ashwinder? E cosa accadrebbe se invece dell'acqua del lago "benedetto dal sole" del Nord Carolina usassimo quella di una Pozza Lunare? Avrebbe voluto aggiungere altro, magari spiegare come mai gli erano venuti proprio quei dubbi ma non voleva rubare troppo tempo agli altri partecipanti nè apparire un "secchione" agli occhi di Elbeth. Così dopo aver esposto le sue domande, si rilassò sulla poltroncina e rimase in attesa con le mani incrociate in grembo, per poi rimettersi seduto in maniera composta e con la piuma in mano non appena la Bennet avesse ripreso con le sue spiegazioni.
Re: Seminario sulla "Vampire Slayer" - Giugno 2013 (Anno Sc. ON: 2106/2107)
Inviato:
01/07/2013, 11:37
da Tisifone
[Giovedì, seconda settimana di Ottobre – Sala Conferenze => Ore 16.02]
Quando aveva ricevuto l’invito da parte di
Martha di presenziare al seminario che avrebbe tenuto lì a scuola su una qualche pozione, Tisifone era rimasta perplessa e aveva dovuto rileggere la pergamena un paio di volte prima di riuscire a comprendere
cosa si celasse effettivamente tra quelle poche righe vergate con una calligrafia elegante. Richiedere la presenza dell’Insegnante di Divinazione a un seminario tecnico, infatti, era quanto meno bizzarro, soprattutto perché la Bennet non era tra i pochi a conoscenza dell’amore che Tisifone nutriva per Pozioni o dell’attitudine che aveva sempre dimostrato, fin da piccola, verso quella materia. Fu solo quando si stava apprestando a scrivere un cortese ma fermo rifiuto che le venne il dubbio
[Intuito (S)= 36] che forse quello a cui la collega mirava era semplicemente averla lì, nella Sala Conferenza, dove avrebbero potuto conversare liberamente senza destare sospetti, soprattutto se si fosse attardata subito dopo la fine del seminario. Un ghigno di apprezzamento era comparso sul viso della donna per quel modo di agire subdolo che si confaceva maggiormente alle Serpi che ai Corvi, per sparire quasi subito nel momento in cui realizzò che era totalmente colpa sua se la Pozionista era dovuta ricorrere a quei mezzucci per poter parlare con lei a quattr’occhi. Da quando Lucas l’aveva lasciata, infatti, Tisifone aveva smesso di frequentare la Sala Grande durante i pasti e si era resa pressocchè irreperibile per chiunque non avesse un motivo più che valido per andare a disturbarla nel suo ufficio, per non parlare del fatto che essendosi trasferita a vivere su alla Torre dei Grifondoro era difficile incontrarla nei pressi dei locali comuni riservati agli Insegnanti come il salone o le cucine. Per quanto potesse avere delle motivazioni valide per aver preso le distanze dalla vita sociale della scuola, però, nulla poteva giustificare il comportamento che aveva tenuto nei confronti della Bennet e che poteva essere definito solo come inqualificabile. Avevano fatto un patto, loro due, e anche se lei alla fine non aveva avuto bisogno della Pozione Polisucco, questo non la esimeva dal dover tenere fede alla parola data e quindi insegnare alla collega l’Occlumanzia.
Fu per quel motivo, dimostrare cioè alla Corva che non si era dimenticata del loro accordo ma che anzi era pronta ad onorarlo, che quel pomeriggio Tisifone fece il suo ingresso nella Sala Conferenze con indosso una delle sue vesti tradizionali anche se dai colori sobri e privi di pendagli: un corpetto nero con le maniche corte, visto la temperatura mite che ancora persisteva nel Castello, e una gonna ampia lunga fino ai piedi dalle sfumature nere e panna.
Muovendosi in maniera silenziosa, grazie anche alle ballerine che calzava, varcò la porta e si diresse verso una delle file in fondo, decisa a prendere posto su uno dei sedili esterni, per assicurarsi una sorta di via di fuga nel caso in cui i suoi “vicini” non fossero stati di suoi gradimento. Una volta seduta accavallò le gambe e decise finalmente di guardarsi intorno, notando così l’esiguo numero di studenti presenti e chiedendosi con quale criterio fossero stati scelti visto che appartenevano ad anni diversi. Rivolse in ogni caso un cenno di saluto alle sue Grife,
Elbeth,
Ariel e
Miyabi, e al suo apprendista
Zephyr, lasciando che la soddisfazione nel vederli lì trasparisse dal suo sguardo, e cercando di reprimere una smorfia di disappunto nel notare il Delfino seduto accanto alle due ragazze più piccole. Notò Vastnor parlare con la Bennet e si chiese dove fosse
Monique ma non si azzardò a cercarla con lo sguardo, temendo di incrociare un paio di occhi verdi che, a dispetto di tutto, ancora le facevano battere il cuore anche se una parte di lei, minima certo ma pur sempre esistente, sperava che il posto vuoto accanto a lei venisse occupato proprio da
Lucas.
Salve a tutti.La voce professionale di Martha distolse Tisifone da quei pensieri inutili e deleteri. Si sistemò meglio sulla sedia, le caviglie incrociate e le gambe stese leggermente di lato, le mani posate in grembo, gli occhi puntati sulla collega curiosa di sapere cosa avesse spinto una persona solitamente così riservata come la Bennet a tenere un seminario e soprattutto di cosa esso avrebbe trattato.
Come molti di voi sapranno, qualche tempo fa il professor Vastnor chiese la mia collaborazione per istruirvi al meglio sulle tecniche di difesa contro il vampiro, inteso come creatura oscura. Tecniche di difesa. Quelle due semplici parole collegate con il docente di Difesa, le fecero drizzare le antenne, come dicevano i babbani, rendendola all’improvviso meno scettica e molto più attenta. Certo le pozioni difensive non erano certamente in cima alla lista delle cose che aveva chiesto a Noah di insegnarle, ma ciò non le impediva di trovare l’argomento molto interessante e soprattutto stranamente in sintonia con quelli che erano i suoi bisogni in quel periodo. Non appena la Bennet ebbe terminato la prima parte del suo discorso introduttivo la Sala si riempì di un fruscio di pergamene e Tisifone si morse l’interno della guancia, indecisa, per poi lasciarsi andare a uno sbuffo sarcastico ed evocare con la bacchetta l’occorrente per prendere appunti, nel caso ne avesse avvertito la necessità. Poteva sempre venirle in mente una qualche domanda da porre effettivamente alla collega subito dopo il seminario o qualche dubbio che forse l’italoamericano l’avrebbe potuta aiutare a sciogliere. Osservò quindi con attenzione mista a curiosità la prima immagine che comparve sul muro in fondo alla Sala, trovandola vagamente familiare ma senza comprenderne il perché: dopotutto era passato un sacco di tempo dall’ultima volta che si era trovata a dover studiare i Vampiri e per quanto avesse un’ottima memoria, certi dettagli finivano per rimanere sepolti se non debitamente ricercati.
La storiografia sulla nascita dei vampiri è estremamente recente, in quanto le prime ed ufficiali apparvero intorno alla seconda metà del Settecento, ad opera del vampiro che vedete raffigurato nell’immagine: Louis de Pointe du Lac.Anche il nome non le era del tutto sconosciuto, ma piuttosto che sprecare tempo ed energie nel cercare di ricordare quando e in quale circostanza l’aveva già sentito, Tisifone preferì ascoltare la storia che la collega stava raccontando loro, apprezzandone il linguaggio semplice e diretto e la chiarezza di esposizione. Sicuramente il fatto che la Storia Magica fosse una delle sue materie preferite, l’aiutò molto a rimanere concentrata e a mostrare un’espressione interessata e per nulla annoiata, solo un po’ contrariata per non aver mai letto primo quello che, a giudicare dalle parole che stava sentendo, si prospettava essere un libro molto interessante ed istruttivo.
Ci tengo a precisare che l’intento di Pointe du Lac non era assolutamente quello di mettere in pericolo la propria stirpe, quanto invece aiutarla ad avvicinarsi alla comunità magica, presentandola come creature magiche con la stessa dignità che avevano Centauri, Tritoni e, curiosamente, Elfi Domestici.E a quanto pare ci è riuscito egregiamente…Commentò tra sé la Divinante, anche se non poteva sapere con sicurezza che fosse proprio a causa di quel trattato che il Ministero avesse fatto rientrare i Vampiri tra gli
esseri, riconoscendo loro un posto all’interno della comunità magica in qualità di Creature capaci di comprendere e rispettare le leggi degli umani. La seconda immagine, invece, era molto più familiare alla donna e le strappò un sorrisetto malinconico ricordando quante volte, da piccola, era rimasta a guardare affascinata gli occhiali particolari che il pozionista, di cui non ricordava il nome, indossava. In una famiglia dedita alle Pozioni com’era stata quella Samyliak, Abraham Ichabod Crane – almeno a giudicare da quello che la Bennet stava dicendo – era una piccola icona, un po’ come tutti i pozionisti del passato che si erano distinti per aver creato un composto rivoluzionario, almeno secondo i canoni del periodo storico in cui avevano vissuto.
Abraham Ichabord Crane, alchimista, pozionista ed erbologo ottocentesco, nonché inventore di quella che oggi chiamiamo Vampire Slayer. In realtà, Crane era molto più raffinato nel dare nomi ai propri composti, tanto che in origine la sua pozione prendeva il nome di Necrovelenus, il Veleno dei Morti. E così finalmente anch’io so cos’avevi creato…Si disse con una punta di ironia, comprendendo finalmente come mai il padre aveva sempre evitato di entrare nei dettagli quando lei gli chiedeva di parlarle “dell’uomo con gli occhiali strani”: veleni mortali e vampiri non erano proprio gli argomenti più adatti da trattare con una bimba di appena otto anni. Quando poi era cresciuta, l’interesse per Crane si era dissolto, come quello per qualsiasi cosa le ricordasse in maniera dolorosa il periodo felice che aveva trascorso con i suoi genitori.
Ora passerò ad analizzare il tema della conferenza di oggi. La Vampire Slayer è una pozione che attiva il suo effetto sia se ingerita, sia se lanciata contro il vampiro avversario.Consistenza, colore, odore, erano tutti tratti importanti di una Pozione certo, ma quello che rese immediatamente la Vampire Slayer interessante agli occhi di Tisifone fu la possibilità di utilizzarla, per così dire, tenendosi a debita distanza dal nemico. Per quel che ne sapeva lei i vampiri bevevano solo ed esclusivamente una cosa, sangue umano, quindi far ingerire loro una Pozione poteva risultare altamente complesso. Molto meglio lanciar loro contro una fiala di vetro come se fosse un proiettile babbano.
[…]Se bevuta, l’effetto che provoca, in base all’età del vampiro, può essere di polverizzazione istantanea, autocombustione interna, debolezza fisica e dolori lancinanti che travagliano l’intero corpo della creatura. Se lanciata contro il vampiro, invece, non appena la pozione entra a contatto con la sua pelle, questa genera una scarica di fuoco luminoso che ne avvolge il corpo bruciandolo più o meno lentamente, a seconda della resistenza dell’ avversario.Sentendo parlare di corpi che bruciavano e cumuli di cenere, Tisifone aggrottò le sopracciglia, picchiettando l’indice destro sull’avambraccio sinistro, per cercare di afferrare un ricordo che aveva fatto capolino nella sua mente. Quei due concetti non le erano nuovi, doveva aver letto qualcosa di recente da qualche parte, con molte probabilità sulla Gazzetta del Profeta.
Ma certo!Esclamò quindi tra sé, mentre le riaffiorava alla mente l’articolo sulla riserva di vampiri tunisini. Di certo quel numero della Gazzetta non l’avrebbe dimenticato facilmente
[Elaborazione =14 + 6/d20= 20] e non perché le fossero care le sorti dei vampiri, quanto perché avevano portato notizie nefaste per ben tre delle sue studentesse. A tutti gli effetti le studentesse erano solo due, considerato che
Arianna si era diplomata l’anno precedente, ma per quando non andasse particolarmente d’accordo con la Ricciardi, Tisifone non riusciva a non provare una sorta di empatia nei suoi confronti, cosa che le accadeva spontaneamente con chiunque quando si aveva a che fare con l’argomento famiglia.
Il fenomeno dell’autocombustione, interna ed esterna, è dovuto alla presenza di tre principali ingredienti che tendono a sintetizzare tutto ciò al quale il vampiro è vulnerabile: luce del sole, fuoco e cuore. Questi ingredienti, quindi sono una componente floreale, l’Elysium, una componente animale, le ceneri della Fenice e una componente umana, il sangue di un morto. Ora andrò ad analizzare ognuno di questi elementi singolarmente, partendo dall’Elysium.La parte tecnica, per così dire, del seminario, fu, per Tisifone, molto più interessante di quella storico – teorica non solo perché il modo in cui sostanze diverse riuscissero a coniugarsi tra loro dando vita a qualcosa di completamente diverso l’aveva sempre affascinata, ma anche perché non aveva mai sentito parlare del Fiore di Unicorno - cosa ovvia considerato che non era una Pozionista o un’Erbologa e che l’Elysium non era tutt’altro che un fiore comune – né era a conoscenza dell’esistenza di un tipo di acqua capace di assorbire l’energia solare, nonostante quell’elemento occupasse un ruolo fondamentale nella sua materia. Si appuntò quindi il luogo dove si trovava il lago con quelle caratteristiche, chiedendosi cosa sarebbe mai accaduto se avesse usato quell’acqua per praticare l’Idromanzia e ripromettendosi di recarsi in Nord Carolina, caso mai durante le vacanze Natalizie.
Lestat de Lioncurt. Un vampiro, un esteta, un amante, vissuto intorno agli stessi anni di Louis de Pointe du Lac. In effetti, le uniche notizie che ci vengono fornite su questo individuo provengono da Pointe du Lac stesso, il quale ce lo presenta con una personalità eccentrica, egocentrica, affascinante e, soprattutto, come un mentore. Ogni notizia relativa alle origini dei vampiri hanno come unica fonte quest’uomo, che sembra essere riuscito a scoprire il segreto della genesi della propria stirpe. La storiografia e anche autobiografia di Pointe du Lac racconta, infatti, nei minimi dettagli come Lestat sia riuscito a bere il sangue di tre Antichi, che si rivelarono essere anche i capostipiti della razza dei vampiri, acquisendone i poteri, la forza e la resistenza.L’uomo di cui la Bennet stava parlando adesso era, per Tisifone, un perfetto sconosciuto. Molto tempo era passato da quando aveva studiato i Vampiri a scuola, troppo a giudicare dalle lacune che stavano emergendo, non solo da un punto di vista storico, ma anche pratico, visto che alle sue orecchie il fatto che il sangue di un morto fosse veleno per i Vampiri era suonata come una novità. Si mise quindi a osservare con attenzione il ritratto di Lestat, rimanendo suo malgrado affascinata dai tratti delicati del viso e dalla determinazione che sembrava trasparire dal modo in cui teneva bassi gli occhi.
Bene. E’ arrivato il momento delle domande. Se avete dei quesiti da pormi, vi prego di parlare uno alla volta, alzando la mano e attendendo che sia io a darvi il via. Non abbiate timore di esporre i vostri dubbi: cercherò di essere quanto più esaustiva possibile nel rispondervi.Quando l’immagine di Lestat si dissolse, Tisifone sbattè più volte le palpebre avvertendo una strana morsa all’altezza del petto, come se fosse stata privata di qualcosa d’importante. Scosse la testa, leggermente sconvolta, per quella reazione istintiva, rendendosi conto di quanto pericoloso sarebbe stato trovarsi di fronte a quell’essere, se mai fosse stato ancora vivo. Nervosa, spostò una ciocca di capelli, sfuggita allo chignon morbido in cui li aveva legati, sistemandola dietro l’orecchio mentre la Ricciardi rompeva il ghiaccio con domande pratiche, incentrate sulla figura di Lestat.
E c'è un'altra cosa... ammettiamo per un secondo che Lestat sia vivo, da qualche parte.
Che magari si sia addormentato per secoli, o qualcosa del genere: come sarebbe se si risvegliasse? Triste… solo … e annoiato…Mormorò a bassa voce Tisifone, dando una risposta umana alla domanda dell’Apprendista di Vastnor, per poi sollevare un sopracciglio, sorpresa, sentendo i dubbi legati agli aspetti pratici della pozione che stava sollevando il Delfino. Quando Jorge ebbe terminato, Tisifone sollevò a sua volta la mano, lentamente, gli angoli della bocca inarcati all’insù in un ghigno indecifrabile.
Professoressa Bennet – esordì con voce ferma e pacata, non appena la collega ebbe dato anche a lei il permesso di parlare. -
lei saprà di certo che recentemente un insediamento di Vampiri è stato sterminato nei pressi della città tunisina di Kebili e che sul luogo è stato ritrovato solo un cumulo di cenere. Secondo lei è possibile che questa strage, perché non la si può chiamare diversamente, possa essere stata causata dall’uso di quantità massicce della Vampire Slayer, eventualmente in una versione potenziata?Da quello che aveva letto sulla Gazzetta del Profeta, i magiinvestigatori brancolavano nel buio, considerato che non si conosceva l’esistenza di un incantesimo capace di produrre un tale effetto su un’aria così vasta, e questo l’aveva spinta a formulare un’ipotesi assurda che in parte prendeva spunto da quello che era accaduto a lei. E se qualcuno avesse coniugato magia e tecnologia babbana, usando uno dei quei marchingegni da guerra per inondare il villaggio con una versione potenziata della Vampire Slayer? L’intervento della Ricciardi, però, le aveva fatto venire in mente un’altra domanda, diametralmente opposta a quella dell’ex Prefetta dei Draghi, in quanto più di carattere difensivo che di attacco.
Avrei un'altra domanda, se non le spiace- aggiunse subito dopo, prima che la collega potesse concedere la parola a qualcun'altro -
Secondo alcune leggende babbane di origine slave bere regolarmente un decotto di verbena e biancospino assicurerebbe una sorta di protezione nei confronti dei Vampiri in quanto queste piante “sacre”renderebbero il sangue velenoso per loro. E’ possibile ottenere lo stesso risultato di immunità, per così dire, assumendo regolarmente della Vampire Slayer o un qualche altro composto? Una luce particolare attraversò gli occhi di Tisifone mentre pronunciava quell’ultima domanda, come se le fosse venuta una sorta di illuminazione. Attese quindi la risposta della Bennet con trepidazione, appuntandosi mentalmente di porre quel quesito anche a Demetri, certa che se non esisteva ancora qualcosa del genere il suo padrino non avrebbe esitato neanche un secondo nel mettersi al lavoro per crearne almeno un prototipo. Una volta finito il Seminario, Tisifone sarebbe rimasta seduta al suo posto per una manciata di minuti, giusto il tempo per permettere ai pochi spettatori di scendere a congratularsi con la relatrice e porle eventualmente ulteriori domande private. Solo quando nella Sala fossero rimaste poche persone, la Divinante si sarebbe decisa ad alzarsi per andare a parlare con la collega.
Re: Seminario sulla "Vampire Slayer" - Giugno 2013 (Anno Sc. ON: 2106/2107)
Inviato:
03/07/2013, 23:12
da Elbeth
Elbeth era decisamente in anticipo per la lezione supplementare di Pozioni sulla Vampire Slayer. Il “premio” del professor Vastnor per i compiti della lezione di Difesa sui Vampiri era stato molto gradito dalla piccola Grifondoro, che ora si trovava al fianco di
Jorge, decisamente ed evidentemente molto eccitato di assistere alla lezione della Bennet. Era risaputo che il Delfino avesse una passione smodata per Pozioni, materia nella quale era decisamente portato, e la ragazzina se la rideva sotto i baffi, vedendo quanto si sforzava di non darlo a vedere e non riuscendoci assolutamente!
Lo sapevo che non ci avrebbero deluso... Un sorrisetto furbo le increspò le labbra all’affermazione di Alvares. Era proprio evidente che non stava più nella pelle dalla felicità! Anche Elbeth amava molto quella materia: trovava il dedicarsi ad un’arte precisa come quella di preparare pozioni molto rilassante per il suo carattere irrequieto. Quindi, quella mattina era tranquilla e felice di potersi dedicare a qualcosa che era forse un po’ al di sopra delle sue capacità, ma che la stimolava molto. Ed era stranamente felice di essere anche con il ragazzino. Sul corridoio incrociarono Gummle con la solita faccia perennemente accigliata e la sua gattaccia. Elbeth rabbrividì: non amava particolarmente i gatti e soprattutto
quel gatto! Al primo anno poco ci mancava che lei e la Walker fossero scoperte per colpa dei miagolii di quella bestiaccia. Ma la smorfia di disappunto scomparve quasi immediatamente dal suo volto, non appena giunti di fronte all’aula di Pozioni. Sembravano essere arrivati tutti contemporaneamente. Sbirciò di sottecchi Seal e la Ricciardi: i due ex studenti e prefetti di Dragargenteo le incutevano ancora un certo timore, il primo per il carattere spigoloso e fin troppo diretto, la seconda per la bellezza impressionante, da mettere soggezione a qualsiasi altra ragazza di Hogwarts! Figurarsi una ragazzina del secondo anno! Sapeva della propensione di Alvares per la Herbert (che quindi le stava decisamente antipatica), ma non la comprendeva, trovando
Arianna Ricciardi di gran lunga più sexy.
Miyabi,
Ariel e
Brianna erano subito dietro ed Elbeth sorrise loro con dolcezza, in segno di saluto. Stesso sorriso, ma di educata circostanza, fu scoccato dalla ragazzina all’indirizzo di
Zephyr Kenway,
Alexis Parker e
Vergil Cartwright, con cui non aveva molta confidenza.
Prego, dopo di te Menina.Il Delfino era molto galante ultimamente con lei. Non che le dispiacesse, ma la metteva un po’ a disagio preferendo la scanzonata disinvoltura con cui di solito le si rivolgeva, quindi strinse i libri e le pergamene un po’ più forte del dovuto, mentre faceva il suo ingresso nell’aula. Immaginava che l’eccitazione di Alvares per l’argomento fosse alle stelle
[intuito/perspicacia= 18], quindi, anche se di solito non lo amava e preferiva nascondersi nelle retrovie, si posizionò al primo banco. Le parve di scorgere un sospiro di sollievo sul viso di Jorge e lo vide fare cenno anche a Miyabi e Brianna, di sedersi con loro, se avessero voluto. Lui, al contrario di lei, era sempre molto socievole… Chissà come sarebbe andato il loro appuntamento ad Hogsmeade quel sabato. Lei, apparentemente disinvolta e controllata, era in realtà in apprensione, non sapendo bene come collocare ancora l’evento, ma preferendo non darlo a vedere. Sospirò. Aveva ancora qualche giorno di tempo e ci avrebbe pensato più in là…
Salve a tutti.
Come molti di voi sapranno, qualche tempo fa il professor Vastnor chiese la mia collaborazione per istruirvi al meglio sulle tecniche di difesa contro il vampiro, inteso come creatura oscura…La Bennet, dopo che tutti avevano preso posto, aveva iniziato a parlare. Elbeth si girò solo un attimo all’indirizzo dei professori, che come studenti ed ex studenti partecipavano a quella conferenza. Si sentì orgogliosa di poterne far parte ed aver avuto l’onore di assistervi, come studente meritevole, ma era anche per quello un po’ in difficoltà.
Se anche i prof sono qui…Immaginava che l’argomento fosse non solo interessante, ma anche poco noto e approfondito, se alcuni di loro avevano deciso di assistervi. I suoi dubbi furono però spazzati via, quando incrociò il sorriso fiero della sua Capocasa, Tisifone Samyliak. Quella donna era diventata per lei un riferimento forte: la ammirava molto sia per il carattere deciso, anche se molti l’avrebbero definito scostante, sia per l’amore per la sua materia e che trasmetteva ai suoi studenti. Poteva quasi affermare che la bella e cupa professoressa di Divinazione, stesse diventando per Elbeth ad Hogwarts ciò che Richard era a casa. La penombra e le diapositive sulla storiografia dei vampiri fecero il resto. Elbeth per tutto il tempo che durò la spiegazione, fu completamente rapita dall’argomento e più di una volta si trovò a pensare che Cappie aveva ragione nel trovare i Vampiri degli esseri affascinanti. Alla lezione di Difesa, al suo primo anno, non pensava di poter cambiare opinione su di loro, ma mentre quelle foto scorrevano davanti ai suoi occhi, non potè non pensare che essere qualcosa di diverso da ciò che ti circonda, doveva essere molto triste, conducendo inevitabilmente ad una vita di solitudine e malinconia. Quello che è stato non sarebbe mai tornato, ogni istante sarebbe stato diverso da quello precedente, ma aveva senso vivere per sempre? O non era piuttosto una maledizione in quel caso?
…Ci tengo a precisare che l’intento di Pointe du Lac non era assolutamente quello di mettere in pericolo la propria stirpe, quanto invece aiutarla ad avvicinarsi alla comunità magica…. Secoli e secoli di persecuzioni, però, non potevano essere lavati con un colpo di bacchetta, o in questo caso di piuma…Mentre nella penombra scribacchiava con la piuma gli appunti sulla storia Di Pointe du Lac, le ultime considerazioni della Bennet, le confermarono in parte quanto stava pensando poco prima. Ognuno al mondo aveva bisogno di sentirsi accolto ed amato ed i Vampiri non facevano eccezione. L’animo buono della ragazzina fu colpito da quel pensiero. In fondo come si sarebbe sentita lei al loro posto? Il buio celò il suo sguardo improvvisamente serio e triste. La foto di Abraham Ichabord Crane “alchimista, pozionista ed erbologo ottocentesco” come ebbe modo di specificare la prof, le strappò un sorriso: in effetti, era un po’ eccentrico, ma d’altronde aveva inventato la Vampire Slayer!
…fra i contemporanei, Godwyn Stokesey, che attualmente lavora al Ministero come Dottore in Conoscenza di II° livello.La testa di Elbeth guizzò interessata alla notizia! Quindi la pozione era stata perfezionata anche in epoca recente!
Interessante… - pensò mentre considerava che uno di coloro che ci avevano lavorato era ancora vivo e vegeto. Appena la Bennet iniziò a spiegare la preparazione della pozione, la piuma di Elbeth graffiò molto più velocemente sulla pergamena, scrivendo in bella grafia, quasi pedissequamente ciò che la pozionista stava spiegando loro. Osservò con interesse la diapositiva, cercando di imprimere bene nella mente il colore paglierino e la consistenza della pozione.
…Questa tipologia di colore è stata ideata proprio per far sembrare la pozione quanto più innocua possibile. E’ inodore e insapore e non ha alcun effetto deleterio se ingerita da un essere umano o da qualsiasi altra creatura che non sia un vampiro. La composizione e gli ingredienti utilizzati, infatti, reagiscono solo con l’organismo di un vampiro. Se qualcuno di voi ricorda la lezione sui Veleni, potrà fare una giusta associazione: la Vampire Slayer può essere vista come un veleno di II° o III° grado per i vampiri. Estremamente letale e difficile da riconoscere…Automaticamente fece dei cenni positivi con il capo alle affermazioni della Bennet: ricordava molto bene la lezione sui veleni! Era stata una di quelle che l’avevano affascinata di più.
….Sembra infatti, secondo il libro di Pointe du Lac, che esista un gruppo di vampiri talmente tanto potenti, che la loro nascita viene fatta risalire a ben più di duemila anni fa. Questi vengono chiamati gli Antichi e vi dirò subito che, contro di loro, la Vampire Slayer non ha alcun effetto. In effetti, neanche il sole sembra riuscire ad ucciderli, sebbene un’esposizione prolungata e costante nel tempo sotto i raggi solari possa provocare loro danni ingenti e dolori inimmaginabili….…gli Antichi… - constatò, mentre continuava a prendere freneticamente appunti. Avrebbe dovuto chiedere qualcosa a suo padre… In fondo, anche se l’epoca non coincideva con quella di cui il suo genitore era appassionato ed esperto, non sarebbe stato male avere qualche informazione in più. La mente vivace della ragazzina era già in fermento: il veleno non funzionava su tutti! Come mai? Come mai neanche il sole avrebbe funzionato? Non c’era modo quindi di proteggersi in caso di attacco? Un cipiglio perplesso comparve sul suo volto.
…Il fenomeno dell’autocombustione, interna ed esterna, è dovuto alla presenza di tre principali ingredienti che tendono a sintetizzare tutto ciò al quale il vampiro è vulnerabile: luce del sole, fuoco e cuore…Mentre appuntava i tre elementi che attaccavano i punti deboli dei Vampiri, le venne istintivo pensare se non potesse esistere ancora qualcosa d’altro, qualcosa di meno evidente e palese, ma ugualmente efficace.
E se…Scribacchiò un appunto sulla pergamena accanto agli appunti:
“perché ucciderli, perché non renderli innocui?”
Se come affermava Vastnor, il morso di un Vampiro era una sorta di malattia, doveva esistere per la medimagia un antidoto! Era un’idea che le frullava da allora nella testa. Ma la professoressa Bennet non poteva immaginare i pensieri che si accavallavano nella mente vivace di Elbeth e quindi proseguì spedita nella sua lezione, entrando nel vivo della preparazione della pozione, elencandone gli ingredienti e le loro proprietà che combinate assieme davano vita alla Vampire Slayer. Alvares, accanto a lei, ora, era al massimo dell’eccitazione. Elbeth trattenne a stento un sorrisetto scherzoso. Quel carattere del Delfino le piaceva molto: non mentiva, anzi non temeva di mostrare tutto quello che provava. Lo fissò di sottecchi non vista: in questo poteva imparare molto da lui. Il sorriso le morì sulle labbra. Per quanto si sforzasse, la rigida educazione ricevuta a volte cozzava con il suo temperamento focoso e prendeva ancora il sopravvento, impedendole spesso di mostrare ciò che realmente provava. Era abituata, per così dire, a mascherare le sue emozioni. Jorge no. Jorge era esattamente ciò che mostrava di essere.
…Ora vi farò un ultimo appunto, che riguarda il quarto ingrediente di questa pozione, spesso sottovalutato perché si trova largamente e abbondantemente in giro, ma che può veramente fare la differenza. Sto parlando naturalmente…dell’acqua!Ancora una volta le parole della Bennet la riportarono al presente.
L’acqua… - non aveva scordato che anche un semplice ingrediente come l’acqua, apparentemente innocuo, in dosi eccessive poteva portare all’intossicazione –
“E’ la dose che fa il veleno!”Le parole di Paracelso, che aveva approfondito per il compito sui veleni, le tornarono alla mente.
…Quello che non sapete è che la Vampire Slayer, spesso, richiede un tipo d’acqua molto particolare…La sua attenzione fu catturata di nuovo ed i suoi occhi scuri scattarono immediatamente a guardare Martha Bennet. Quella lezione si stava rivelando ancor più interessante del previsto. Non aveva mai pensato che non tutti i tipi di acqua fossero uguali!
E le sorprese non erano finite…
...Lestat de Lioncurt.Elbeth si rizzò sulla sedia, interrompendo per un attimo il suo graffiare sordo sulla pergamena ormai piena di appunti. La diapositiva del Vampiro per eccellenza la rapì immediatamente. A parte la bellezza quasi sovrannaturale, era l’espressione e lo sguardo malinconico del vampiro che la catturò completamente. Eppure era una semplice diapositiva… Il carisma di quell’essere era evidente anche attraverso una diapositiva. Si chiese come sarebbe stato incontrarlo davvero.
Un mentore… - non aveva mai considerato l’idea che un vampiro potesse ricoprire quel ruolo, ma in fondo non era sbagliato. La conoscenza e la comprensione di Lestat de Lioncourt dovevano essere decisamente superiori alla media.
Sembra infatti che questo vampiro sia scomparso intorno alla fine dell’Ottocento, data nel quale sono andate perdute le sue tracce, insieme a quelle di Louis de Pointe du Lac. Non è escluso che i due si siano suicidati, in effetti, una pratica molto in voga fra i vampiri che non riescono ad adattarsi alle varie società che si susseguono. Elbeth fissò scettica la Bennet. Come era possibile che un essere dotato di tale carisma, fascino e conoscenza si potesse… suicidare? Fissò ancora, ammaliata, le fattezze dolci del vampiro.
Impossibile! – pensò. Non poteva credere che avesse fatto una cosa del genere e poi dopo aver bevuto il sangue di ben tre Antichi ed essere quindi, molto probabilmente, l’essere più forte su quella terra? Chi poteva fare una cosa del genere e poi desiderare di non vivere? Se veramente era un esteta, un amante, un mentore? Non un essere con quella determinazione! Perché al di là della bellezza e della malinconia, quella diapositiva le trasmetteva …forza!
Bene. E’ arrivato il momento delle domande…La piccola Grifa abbassò lo sguardo intimorita. Di domande ne aveva eccome! Ma sarebbero state opportune? O la professoressa le avrebbe interpretate come fantasie di una ragazzina un po’ troppo vivace? Si mordicchiò il labbro inferiore con la fronte corrucciata, mentre lasciava vagare lo sguardo sulla pergamena fitta di appunti, molto diversa da quella di Alvares, decisamente più ordinata della sua. Nel frattempo, altri, più veloci di lei, avevano iniziato a porre i loro quesiti. Elbeth incrociò le braccia sul petto, mentre li ascoltava.
La Ricciardi. era decisamente una donna d’azione. Elbeth sorrise alla domanda su Lestat de Lioncourt e si voltò istintivamente a fissarla. Quindi, anche lei era rimasta affascinata dalla figura del “Vampiro dei Vampiri”, come lo aveva soprannominato nella sua testa!
Alvares. conosceva la passione di Jorge per pozioni, ma la sua capacità intuitiva in quella materia, le fece pensare che aveva una mente più brillante di quello che finora aveva pensato. Lo fissò quasi ammirata.
Tisifone Samyliak. Elbeth sorrise, mentre continuava a fissare in basso davanti a sé e ascoltava la sua Capocasa porre le sue domande.
Un intero villaggio di vampiri distrutto… - aveva letto la notizia da qualche parte sulla Gazzetta, per un tempo, come ogni azione distruttiva di una certa entità, aveva suscitato l’interesse dell’opinione pubblica magica. Ma, in questo, il mondo non era cambiato: la popolazione aveva ancora paura dei vampiri, mentre la divinante aveva ragione, si sarebbe dovuto indagare con più cura un accadimento di questa portata! Anche la seconda domanda le fece scattare qualche riflessione dentro. E forse fu proprio quella a farla sbilanciare e tirare fuori il coraggio dei Grifondoro. D’altronde era lì per imparare! Alzò la mano decisa, i suoi occhi scuri fissarono
Martha Bennet, quando le consentì di parlare.
Da quello che ci ha spiegato mi è parso di capire che la pozione non è ancora perfezionata del tutto, nonostante le migliorie apportate da Moris, Norwell, Fernandez e Stokesey. – era una premessa, più che una domanda, ma decise di specificare meglio perché era giunta a quella conclusione -
Se non funziona contro i Vampiri con età superiore ai 400 anni e gli Antichi, vuol dire che può essere ancora migliorata! Mi chiedevo… - esitò un attimo prima di esporre le sue considerazioni, non era una pozionista esperta ma quell’ingrediente l’aveva studiato bene. Abbassò lo sguardo -
se non potesse esistere un altro elemento per potenziare gli effetti della Vampire Slayer… – rialzò il capo più decisa –
L’aconito. Per i Babbani ha effetto anche contro i Vampiri, le leggende babbane spesso hanno un fondo di verità… ed anche se la struttura corporea di un vampiro è modificata, l’origine è pur sempre umana. Forse, per perfezionarla non bisognerebbe guardare solo all’effetto finale, il vampiro, ma anche alla sua origine, ovvero l’uomo.Il tono era pacato ma duro allo stesso tempo. Era stimolante immaginare di poter apportare migliorie alla pozione e studiare come e cosa poteva funzionare contro la stirpe più forte dei Vampiri. Il suo animo battagliero, tipicamente Grifondoro, trovava frustrante non poterli sconfiggere! Per lei non era moralmente ammissibile un combattimento che non si potesse svolgere alla pari e quindi consentire un margine di vittoria. Aveva preso sicurezza. Mentre si tirava su meglio sulla sedia, anche se ancora un po’ irrequieta, decise di porre la seconda domanda. Avrebbe voluto chiedere come mai la ricerca si era spostata sull’uccidere i vampiri, piuttosto che sul dare loro la possibilità di renderli innocui o ritornare quello che erano… degli uomini. Ma la domanda che le uscì fuori, totalmente istintiva, fu un’altra.
Lei pensa che veramente Lestat di Lioncourt si sia …suicidato? Andiamo! Il tono scettico della ragazzina suonò sarcastico anche se stessa. Alzò il braccio ad indicare la sua diapositiva che era rimasta lì in bella mostra.
Un Vampiro come lui? Dopo tutto quello che aveva studiato, che era diventato? E’ illogico… Un essere di quel genere se vuole sparire e non farsi trovare, fosse anche per centinaia di anni, non penso avrebbe delle grosse difficoltà… - ancora una volta la sua perspicacia
[intuito/perspicacia=18] le suggeriva altro –
Mi chiedo come mai si è pensato ad un suo suicidio e non piuttosto alla volontà di non farsi trovare. Peraltro, visti i recenti accadimenti che citava la professoressa Samyliak, anche ben giustificata!Aveva osato troppo con quell’ultima domanda? Si voltò a sbirciare con i suoi occhi scuri e penetranti il volto impassibile di
Sandyon Vastnor. Sapeva che in fondo quella domanda avrebbe dovuto farla a lui e non alla Bennet! Non era stato lui a dire nella lezione sui Vampiri che l’ultimo avvistamento di Lestat de Lioncourt risaliva a 50 anni fa?
Re: Seminario sulla "Vampire Slayer" - Giugno 2013 (Anno Sc. ON: 2106/2107)
Inviato:
12/07/2013, 14:05
da Brianna
Quando, tempo prima, il professor Vastnor aveva detto loro, durante la lezione sui Vampiri, che ci sarebbe stato una sorta di Master per gli studenti più meritevoli, Brianna aveva provato con tutta se stessa a superare quella barriera che proprio il docente di Difesa aveva posto per poter essere ammessi alla conferenza che – a detta di Sandyon – avrebbe tenuto la professoressa Bennet.
Quando aveva consegnato quel compito non credeva di aver passato quella barriera e tale era stato lo stupore, al momento della consegna del compito corretto, di essere tra quelli ammessi al Master, che era dovuta andare a controllare più volte qual'era il limite... lei, Brianna Wollis, ce l'aveva fatta! Era abituata a prendere ottimi voti nelle materie a lei più congeniali, ma non in Difesa, vuoi per il modo di fare del professore, vuoi per la materia in se...
Inizialmente aveva atteso con ansia il momento in cui il seminario si sarebbe tenuto ma poi, più il tempo passava più questo andava nel dimenticatoio, anzi ormai credeva che il seminario non si sarebbe mai più tenuto... solo Jorge era assolutamente convinto che il Seminario si sarebbe tenuto prima o poi, che bisognava solo dare il tempo alla professoressa Bennet di fare le cose nel migliore dei modi... Brianna non aveva dato credito alle parole di Jorge...pensava che per lui la Bennet era come McDullan per lei... il docente dal quale imparare il più possibile perchè insegna la materia più bella, sempre pronta – almeno Brianna – a difendere l'operato del suo professore preferito, a difendere le sue lezioni ed a trarne il massimo profitto.
Invece il suo compagno di Casata, alla fine, aveva avuto ragione, il seminario sarebbe iniziato di li a poco, aveva tutte le carte in regola per essere qualcosa di straordiario, e Brianna non vedeva l'ora di prendervi parte.
I lunghi capelli rossi della ragazzina erano raccolti in due morbide code, un maglioncino rosa – il suo colore preferito – ed un paio di jeans... ed ovviamente Glaedr... poteva forse mancare il suo petauro?
Entrò, come al solito in anticipo, nella Sala Conferenze del castello, e prese posto in una delle poltroncine laterali, dove avrebbe avuto si una buona vista, ma al contempo non sarebbe stata proprio in prima fila... il posto in prima fila lo prendeva solo ed esclusivamente durante le ore delle sue materie preferite e Pozioni, per quanto non le dispiacesse, comunque non rientrava nella sua personalissima top 5.
Poco dopo incrociò lo sguardo di Jorge, che era assieme ad Elbeth, il quale le fece cenno di avvicinarsi a loro... e Brianna accolse l'invito di Jorge con gioia, non le sarebbe piaciuto rimanere li da sola, dal momento che, da quel che ne sapeva, lei e Jorge erano gli unici Delfini presenti, e non che ci fossero tante altre persone anche delle altre casate... la giovane strega si sentiva un po' una privilegiata a poter prendere parte a quel seminario anche se, in cuor suo – e non lo avrebbe mai ammesso con nessuno – avrebbe preferito una conferenza su una qualche Creatura Magica.
Ciao Jorge! Ciao Elbeth! Come state ragazzi?
Se anche Miyabi si fosse aggiunta al gruppetto, avrebbe salutato allo stesso modo anche l'altra grifa
Jorge, avevi ragione... alla fine la Bennet ha deciso di tenerla, questa conferenza!
Parlarono poi del più e del meno, fino al momento in cui la Bennet non iniziò
Salve a tutti.
Come molti di voi sapranno, qualche tempo fa il professor Vastnor chiese la mia collaborazione per istruirvi al meglio sulle tecniche di difesa contro il vampiro, inteso come creatura oscura. Naturalmente, questo corso di approfondimento per voi studenti verterà su una delle più grandi pozioni offensive che siano state inventate contro questo genere di nemico. Siete pregati quindi di fare assoluto silenzio, prendere piuma e pergamena e di stare bene attenti alle diapositive che vi verranno sottoposte nel corso della lezione.
Brianna annuì inconsapevolmente alle parole della professoressa, e fece quanto era stato detto, prendendo piume e pergamena, pronta a prendere appunti e, come al solito, maledire la mancanza di una guida sul foglio che la aiutasse a scrivere dritto... un giorno o l'altro si sarebbe fatta spedire un paio di quaderni a quadretti, li si che avrebbe potuto scrivere in una maniera degna di tale nome!
Dopo quelle frasi di apertura del seminario, l'aula si oscurò e la prima immagine comparve
Dove ho già visto quel tizio?
Si chiese Brianna, corrugando la fronte... non era un volto nuovo, ma non riusciva a ricordare di chi fosse... probabilmente l'aveva incontrato mentre studiava i vampiri dopo la lezione con Vastnor, ma non ne era sicura.
La professoressa Bennet non la fece attendere a lungo, rivelando quasi immediatamente l'identità di quel personaggio
La storiografia sulla nascita dei vampiri è estremamente recente, in quanto le prime ed ufficiali apparvero intorno alla seconda metà del Settecento, ad opera del vampiro che vedete raffigurato nell’immagine: Louis de Pointe du Lac.
In realtà, notizie frammentarie sul loro modo di vivere e ipotesi sulla loro genesi erano già presenti intorno al tardo periodo romano, giunti fino a noi da autori anonimi e di cui non possiamo verificarne, quindi, l’attendibilità. Inoltre, le notizie a noi giunte appaiono confusionarie e riguardano molto spesso le modalità di attacco di un vampiro e i loro punti deboli, ma non la loro nascita e sviluppo. Questo, presuppone quindi che i primi a scrivere di vampiri fossero maghi cacciatori, che annotavano probabilmente su diari o fascicoli il resoconto dei loro scontri con queste creature, sperando di tramandare alle generazioni future notizie utili per permettere ai loro successori di continuare il loro lavoro di sterminio.
La ragazzina scrisse il nome di quel vampiro sulla sua pergamena, ma le parole della professoressa ancora non l'avevano aiutata a comprendere chi fosse questo Louis de Pointe du Lac e soprattutto perchè fosse famoso... si certo, aveva scritto la storiografia della nascita dei vampiri ma... era famoso solo per questo?
Brianna si sistemò meglio sulla poltroncina, l'attenzione tutta rivolta alle parole della docente, quasi dimenticando tutto il resto... e d'altra parte, l'unico rumore che si udiva in aula, a parte la voce della professoressa era solo il fruscio delle piume che scrivevano veloci sulle pergamene.
Louis de Pointe du Lac, nato mago ma trasformato all’età di 25 anni in un vampiro, è il primo autore che ha avuto il coraggio di scrivere una storiografia completa e dettagliata sulla propria razza, andando incontro alla furia di molti suoi simili e rischiando spesso la morte per linciaggio. E’ infatti noto a molti che, in passato, i vampiri preservassero la propria vita negando essi stessi la loro esistenza e punendo chiunque osasse infrangere il Patto che era comune ad ogni vampiro: Noi non esistiamo, ci celiamo nelle ombre e lì rimaniamo era il saluto comune con il quale i vampiri accoglievano i nuovi adepti, spiegando con quelle semplici parole tutta un’intera filosofia di vita. I vampiri, infatti, vivevano costantemente nell’ombra, senza mai mescolarsi fra la gente e soprattutto mantenendo un voto di segretezza che impediva loro di parlare della loro stirpe con chi non ne faceva parte. Capite bene, dunque, che il valore storico dell’opera di Pointe du Lac è incommensurabile, giacchè milioni di vampiri tentarono una rappresaglia non solo contro di lui, ma anche contro le copie del libro che allora erano state messe in circolazione. Migliaia di queste vennero distrutte dalle mani sapienti dei vampiri più anziani e anche dei più scapestrati, seppur alcune copie sono sfuggite a quello sterminio grazie alla diligenza di alcuni maghi e streghe amanti della cultura.
E’ proprio in questo periodo, quando cioè popolose comunità di vampiri vennero allo scoperto, che si sentì l’esigenza di creare un’arma che potesse distruggerli facilmente e senza troppi problemi. Naturalmente, esistevano già incantesimi che potevano danneggiare e uccidere i vampiri; tuttavia, nonostante ora la loro esistenza fosse stata resa ormai nota, era comunque difficile stanarli dai luoghi nei quali essi si nascondevano. Era perciò necessario creare qualcosa che non destasse troppi sospetti, ma che fosse parimenti efficace contro queste creature oscure.
Ecco perchè lo ricordava! Aveva avuto il coraggio di andare contro le regole che vigevano, rischiando spesso la morte... Brianna da una parte lo aveva ammirato per il suo coraggio ma lei... lei, avrebbe avuto il coraggio di rischiare così tanto? Scosse la testa, probabilmente no.
Avrebbe voluto provare a leggere la biografia di questo vampiro particolare... chissà come viveva lui il fatto di essere stato trasformato in un Vampiro in così giovane età...
Ci tengo a precisare che l’intento di Pointe du Lac non era assolutamente quello di mettere in pericolo la propria stirpe, quanto invece aiutarla ad avvicinarsi alla comunità magica, presentandola come creature magiche con la stessa dignità che avevano Centauri, Tritoni e, curiosamente, Elfi Domestici.
Beh... ovvio – si trovò a pensare Brianna – che non volesse mettere in pericolo la propria stirpe... perchè avrebbe dovuto farlo?
La ragazzina – forse ancora troppo giovane – non si soffermò a pensare che il suddetto vampiro avrebbe anche potuto, in un atto di estremo coraggio – voler eliminare tutti i vampiri perchè magari a lui un' esistenza così particolare e soprattutto con una alimentazione così particolare non la voleva vivere perchè dotato di un animo troppo buono.
Già, molto prima di noi, i vampiri avevano compreso che gli Elfi Domestici non sono degli schiavi al nostro servizio, ma una razza con proprie abitudini e regole. Il suo scopo, quindi, era mettere fine al periodo buio che aveva visto i vampiri, nell’immaginario collettivo, come mostri da cacciare e mostrarli, metaforicamente, alla luce del sole.
Secoli e secoli di persecuzioni, però, non potevano essere lavati con un colpo di bacchetta, o in questo caso di piuma. Vampiri e maghi erano spaventati gli uni dagli altri e questo portò a delle rappresaglie da una parte e dall’altra, che si protrassero in maniera discontinua fino alla fine della Seconda Guerra Magica.
La ragazzina stava continuando a prendere appunti, la piuma volava rapida ed il tempo scorreva veloce... la lezione la stava prendendo molto più di quanto non si sarebbe aspettata, ma il bello doveva ancora arrivare.
Stava scrivendo, la testa china, e non si accorse del movimento della Bennet, ma quando rialzò gli occhi al posto della figura del vampiro Louis si trovò davanti la figura di un essere con un'apparecchiatura sugli occhi quasi buffa, tanto che a stento trattenne una risata nel vedere com'era conciato il tizio della foto
Abraham Ichabord Crane, alchimista, pozionista ed erbologo ottocentesco, nonché inventore di quella che oggi chiamiamo Vampire Slayer. In realtà, Crane era molto più raffinato nel dare nomi ai propri composti, tanto che in origine la sua pozione prendeva il nome di Necrovelenus, il Veleno dei Morti. Furono i cacciatori che la utilizzarono a soprannominarla semplicemente “Vampire Slayer”, AmmazzaVampiri, nome che poi venne conservato anche quando questa pozione venne perfezionata negli anni a venire. Quella di Crane, infatti, era solo un prototipo non ancora ben sviluppato, ma in ogni caso di grande utilità ed efficacia. Contro un vampiro Neonato o relativamente Giovane, questa pozione riusciva ad indebolirli a tal punto da permettere ai maghi cacciatori di finirli prima che avessero il tempo di attaccarli.
Scrisse sui suoi appunti il nome di Crane, e rimanendo stupita di quanto quel tizio fosse stato un genio nell'inventare il prototipo della Vampire Slayer, che lui aveva chiamato Necrovelenus... un nome che, almeno secondo Brianna, era decisamente molto congeniale alla pozione, dava più' il senso di come agiva la pozione stessa.
Come ho già accennato, questa pozione è stata perfezionata nel corso del tempo, da vari pozionisti e/o erbologhi. Fra i più importanti, ovvero quelli che diedero il loro maggior contributo, ritroviamo Etienne Moris, Christopher Norwell, Santiago Fernandez e, fra i contemporanei, Godwyn Stokesey, che attualmente lavora al Ministero come Dottore in Conoscenza di II° livello.
Si certo, successivamente era stata perfezionata, ma l'idea di base era di Crane... era stato lui il genio che l'aveva scoperta... ovviamente era molto più facile perfezionare qualcosa di già esistente piuttosto che creare qualcosa ex-novo!
Ora passerò ad analizzare il tema della conferenza di oggi. La Vampire Slayer è una pozione che attiva il suo effetto sia se ingerita, sia se lanciata contro il vampiro avversario. Ha una consistenza molto liquida ed un colore quasi anonimo a vederla. Infatti, di solito si presenta in questo modo, un giallo molto opaco e scarno
Brianna osservò la nuova foto che era apparsa... sembrava qualcosa di assolutamente innocuo
Questa tipologia di colore è stata ideata proprio per far sembrare la pozione quanto più innocua possibile. E’ inodore e insapore e non ha alcun effetto deleterio se ingerita da un essere umano o da qualsiasi altra creatura che non sia un vampiro. La composizione e gli ingredienti utilizzati, infatti, reagiscono solo con l’organismo di un vampiro. Se qualcuno di voi ricorda la lezione sui Veleni, potrà fare una giusta associazione: la Vampire Slayer può essere vista come un veleno di II° o III° grado per i vampiri. Estremamente letale e difficile da riconoscere.
Brianna annuì alle ultime parole della professoressa... ricordava perfettamente la lezione sui veleni, e soprattutto quel povero ermellino dalla candida pelliccia a cui era stato fatto ingerire il veleno... e poco importava che gli fosse stato dato l'antidoto praticamente subito... quel modo di fare della Bennet le aveva fatto perdere punti nella personalissima scala di valori che dava Brianna ad ogni professore.
Trascrisse lo schema che aveva dato loro la professoressa per poter distinguere un vampiro in base alla sua età, e che sarebbe stato utile successivamente per comprendere come e contro chi si poteva usare la pozione.
Osservate molto bene questo schema, in quanto vi servirà per capire contro chi potete utilizzare la Vampire Slayer. Come potete vedere, l’età del vampiro oscilla dal Neonato al Superiore, fino ad arrivare alla massimo grado possibile, l’Antico o, in questo caso, gli Antichi. Sembra infatti, secondo il libro di Pointe du Lac, che esista un gruppo di vampiri talmente tanto potenti, che la loro nascita viene fatta risalire a ben più di duemila anni fa. Questi vengono chiamati gli Antichi e vi dirò subito che, contro di loro, la Vampire Slayer non ha alcun effetto. In effetti, neanche il sole sembra riuscire ad ucciderli, sebbene un’esposizione prolungata e costante nel tempo sotto i raggi solari possa provocare loro danni ingenti e dolori inimmaginabili. In compenso, più un vampiro è giovane, più esso è debole. Per questo, solitamente, la pozione viene utilizzata per lo più contro i Neonati, i Giovani e, se preparata a dovere, anche contro gli Adulti.
Se bevuta, l’effetto che provoca, in base all’età del vampiro, può essere di polverizzazione istantanea, autocombustione interna, debolezza fisica e dolori lancinanti che travagliano l’intero corpo della creatura. Se lanciata contro il vampiro, invece, non appena la pozione entra a contatto con la sua pelle, questa genera una scarica di fuoco luminoso che ne avvolge il corpo bruciandolo più o meno lentamente, a seconda della resistenza dell’ avversario.
Il fenomeno dell’autocombustione, interna ed esterna, è dovuto alla presenza di tre principali ingredienti che tendono a sintetizzare tutto ciò al quale il vampiro è vulnerabile: luce del sole, fuoco e cuore. Questi ingredienti, quindi sono una componente floreale, l’Elysium, una componente animale, le ceneri della Fenice e una componente umana, il sangue di un morto.
Brianna trascrisse sulla propria pergamena le tre componenti a cui un vampiro è debole: Luce del sole, fuoco e cuore
Ora andrò ad analizzare ognuno di questi elementi singolarmente, partendo dall’Elysium.
La Bennet iniziò quindi a spiegare l'Elysium... un fiore decisamente particolare e molto molto bello anche esteticamente, con quella sua forma ad unicorno... Brianna, alla vista di quell'immagine, sgranò gli occhi... era decisamente particolare, non credeva che potesse esistere un fiore così e la Vilvarin non ne aveva mai parlato a lezione... o se l'aveva fatto, era stato prima che lei arrivasse ad Hogwarts.
Quindi passò a parlare del secondo ingrediente, la cenere della fenice... di nuovo un'immagine di questo maestoso uccello... cosa avrebbe dato Brianna pur di vedere una fenice almeno una volta nella sua vita!
Quindi passò al terzo ed ultimo ingrediente, il sangue umano, e comparve la foto di una goccia di sangue vista al miscroscopio elettronico e poi ricomposta in 3D... Brianna aveva già visto una volta una foto del genere su un vecchio libro di papà, ma vederlo li, studiarlo li, era tutta un'altra cosa.
Per la pozione serviva il sangue di un morto... ma come si poteva prelevare il sangue di un essere umano morto?
Si appuntò questa sua osservazione e, se ce ne fosse stato il momento, e se lei avesse trovato il coraggio dentro se stessa, avrebbe chiesto alla professoressa.
Martha continuò la sua spiegazione sul perchè era necessario il sangue di un essere umano morto
Solitamente, c’è un criterio per scegliere il tipo di sangue adatto: quanto più tempo passa dalla morte della persona, tanto più la qualità del plasma si abbassa di livello. Il sangue di una persona morta da un secondo è nettamente superiore rispetto a quello di uno che è morta da dieci secondi, e così via. Capite bene quindi che, in base alla qualità degli ingredienti, una Vampire Slayer potrà essere più o meno efficace e il costo oscillare fra gli 800 e i 2000 galeoni.
Fino a 2000 galeoni?
Brianna era impressionata dal costo di tale pozione, ma d'altro canto era normale che costasse così tanto vista la rarità degli ingredienti necessari per la sua realizzazione.
Ora vi farò un ultimo appunto, che riguarda il quarto ingrediente di questa pozione, spesso sottovalutato perché si trova largamente e abbondantemente in giro, ma che può veramente fare la differenza. Sto parlando naturalmente…dell’acqua!
L'acqua? E come può fare la differenza?
Brianna era un po incredula di fronte alle affermazioni della docente, ma poi ricordò la lezione sulle pozze lunari del professor Trigger... forse l'acqua, in particolari condizioni, era più adatta, più... magica e poteva funzionare meglio... non le passò nemmeno per l'anticamera del cervello che l'acqua era fondamentale per le diluizioni, che era l'acqua a fare una pozione più o meno concentrata... come al solito Brianna andava a pensare le cose più complesse senza soffermarsi a quelle più semplici.
Alla base di ogni pozione c’è l’acqua. Essa può essere più o meno addensata, fatta bollire solitamente, lasciata fredda molto raramente. Mescolata con la bacchetta o semplicemente col paiolo. Quello che non sapete è che la Vampire Slayer, spesso, richiede un tipo d’acqua molto particolare, ovvero quella che rispecchia maggiormente i raggi solari. L’acqua intrisa di energia solare, infatti, è la più adatta per questo tipo di pozione ed in più ne innalza notevolmente il livello. Per riuscire a trovare un ingrediente simile, dovreste cercare un fiume o, ancora meglio, un lago che si trovi su un alto piano montano, dove non esiste albero o fronda che possa oscurarne la sua superficie. E dove il sole splende per la maggior parte del tempo. Attualmente, l’unico lago che corrisponde a queste caratteristiche si trova nel Nord Carolina, vicino ad un vecchio insediamento babbano. Molti pozionisti preferiscono evitare di arrivare fin lì per poter prendere un po’ d’acqua, utilizzandone una di qualità spuria ma comunque efficace.
Annuì alle parole della professoressa...si, ci aveva visto giusto, serviva un' acqua particolare, che si trovava solo nel Nord Carolina.
Stava ancora pensando alla qualità dll'acqua, la ragazzina, quando la Bennet cambiò di nuovo immagine... Lestat! Lo riconobbe immediatamente, quante volte lo aveva visto, nei ritratti, sui libri, mentre studiava Difesa? Tantissime, talmente tante da considerarlo una sorta di conoscente.
Lestat de Lioncurt. Un vampiro, un esteta, un amante, vissuto intorno agli stessi anni di Louis de Pointe du Lac. In effetti, le uniche notizie che ci vengono fornite su questo individuo provengono da Pointe du Lac stesso, il quale ce lo presenta con una personalità eccentrica, egocentrica, affascinante e, soprattutto, come un mentore. Ogni notizia relativa alle origini dei vampiri hanno come unica fonte quest’uomo, che sembra essere riuscito a scoprire il segreto della genesi della propria stirpe. La storiografia e anche autobiografia di Pointe du Lac racconta, infatti, nei minimi dettagli come Lestat sia riuscito a bere il sangue di tre Antichi, che si rivelarono essere anche i capostipiti della razza dei vampiri, acquisendone i poteri, la forza e la resistenza. Nessuno poteva eguagliarlo. Naturalmente, queste affermazioni non vanno date per certe, in quanto ad oggi nessuno sembra aver più visto o sentito parlare di Lestat de Lioncurt. Sembra infatti che questo vampiro sia scomparso intorno alla fine dell’Ottocento, data nel quale sono andate perdute le sue tracce, insieme a quelle di Louis de Pointe du Lac. Non è escluso che i due si siano suicidati, in effetti, una pratica molto in voga fra i vampiri che non riescono ad adattarsi alle varie società che si susseguono. Ricordate ragazzi, che il nostro mondo è fatto di cambiamenti, di trasformazioni. E’ un continuo movimento, instabile e mutabile. I vampiri rimangono immutabili, nel corpo come nello spirito, se di spirito si può parlare. Immaginate come debba sentirsi un vampiro vissuto nel Seicento ai giorni nostri. Si troverebbe spaesato, confuso, inadatto all’epoca che sta affrontando. Per questo esistono dei Centri di Aiuto Integrazione Vampiri, che permettono loro di adattarsi al meglio ai vari secoli che si susseguono.
Centri di Aiuto Integrazione Vampiri? Chissà che posto è...
si trovò a pensare la ragazzina, immaginando un vampiro del 700 nel mondo moderno, magari quello babbano così pieno di tecnologia... si, di sicuro si sarebbe trovato ben più che spaesato.
Bene. E’ arrivato il momento delle domande. Se avete dei quesiti da pormi, vi prego di parlare uno alla volta, alzando la mano e attendendo che sia io a darvi il via. Non abbiate timore di esporre i vostri dubbi: cercherò di essere quanto più esaustiva possibile nel rispondervi.
Brianna si guardò intorno... avrebbe trovato il coraggio di porgere la domanda che le premeva nella mente?
Annuì alle domande di Arianna... in effetti non doveva essere stato semplice convincere gli antichi a poter berne il sangue, poi le domande di Jorge
E' possibile e, se si, con quali effetti, sostituire la cenere di una Fenice con quella di un Ashwinder? E cosa accadrebbe se invece dell'acqua del lago "benedetto dal sole" del Nord Carolina usassimo quella di una Pozza Lunare?
Brianna era decisamente molto interessata alla prima domanda di Jorge, se era possibile sostituire la cenere di fenice con quella dell' Ashwinder... attese la risposta della Bennet e la trascrisse sui suoi appunti
Ascoltò anche le domande della professoressa Tisifone Samyliak, non comprendendole del tutto ma stando comunque attenta alla risposta; ed infine anche quelle di Elbeth, che secondo Brianna aveva osato forse un po troppo con il suo ultimo intervento, ma era anche vero che, tutto sommato, era abbastanza difficile da credere che un vampiro del calibro di Lestat si fosse suicidato.
Brianna ascoltò tutto ciò che aveva da dire Martha, quindi alzò timidamente la mano, e quando la Bennet le diede l'ok a parlare, prese un bel respiro e...
Chiedo scusa professoressa – esordì – Lei ha detto che per preparare la Vampire Slayer serve il sangue di un essere umano morto, e più l'uomo è morto di recente più il suo sangue avrà effetto; esiste anche un modo particolare per prelevare e successivamente conservare il sangue una volta prelevato prima di poterlo usare? Oppure si deve usare immediatamente, appena prelevato?
Brianna fece un attimo di pausa, prima di esporre la sua seconda domanda
Inoltre, mi piacerebbe sapere, lei ha detto che esistono dei Centri di Aiuto Integrazione Vampiri... da chi sono gestiti? Cioè... - tentò di spiegarsi meglio – sono altri vampiri che aiutano quelli che non riescono ad adattarsi ai mutamenti nel corso dei secoli, giusto? - Brianna non credeva che ci fosse qualche essere umano disposto a rischiare di essere trasformato solo per un momento di depressione di un vampiro che non riusciva ad integrarsi – quindi noi, come facciamo a sapere che esistono? Ci sono dei vampiri che tutt'ora interagiscono con noi, senza pensare di... mangiare?
Una piccola pausa prima dell'ultima parola, indecisa se utilizzare il termine mangiare o bere, dopodichè attese che la donna desse le risposte alle sue domande, ed una volta ascoltato le risposte
La ringrazio professoressa.
Quindi si sistemò meglio sulla poltroncina e si dispose ad ascoltare le eventuali altre domande che gli altri presenti avrebbero fatto.
Re: Seminario sulla "Vampire Slayer" - Giugno 2013 (Anno Sc. ON: 2106/2107)
Inviato:
31/08/2013, 16:32
da Vergil
Credi quindi che ci sia anche Arianna?
Considerando chi l'allena, penso proprio di si, è un argomento troppo importante per un mercenario magico...
Non sembri molto contento di vederle, onestamente!
Ma no Calvin, che vai dicendo?
E' solo che ogni volta che la vedo, vorrei nascondermi perché...
... Perché non sei ancora diventato come vuole lei, dico bene?
Hai centrato in pieno Evan, è a dir poco frustrante!
Non ti devi incolpare in questa maniera Ver, guarda che sei maturato molto da quando ti sei diplomato.
Grazie infinite Calvin, adesso che ho la tua benedizione in merito mi sento meglio, ora vado a chiederla in moglie!
Ahahah, dai calmati Vergil, sembri un cavo elettrico quando c'è lei nelle vicinanze...
E come poter dare torto al migliore amico, anzi, uno dei due migliori amici del Cartwright.
Quella mattina si era svegliato con il magone al pensiero di poterla rivedere, lì, in mezzo alla folla, senza avere il privilegio di sederle vicino, scambiarci due parole, organizzare una cena o magari, ancor meglio, darsi un bacio come due persone che stavano assieme.
Tempi così lontani che pareva esser trascorsa una eternità, eppure erano solo un paio d'anni, niente di che per i babbani, figurarsi i maghi.
Ricevuta la fatidica lettera di allontanamento sei mesi e mezzo prima, Vergil aveva iniziato un rigido allenamento su sé stesso, al fine non solo di migliorare il corpo ma anche la mente, aiutato ovviamente dall'età adolescenziale che lentamente lo stava distanziando.
17 kg in meno sostituiti da altri 6 di massa magra, ma non era certo abbastanza per essere definiti dei veri e propri aspiranti Auror.
Consigli sulla linea da parte di Typhon, l'ultima persona con la quale avesse voluto parlare di simili argomenti, ma necessitava di un aiuto perché altrimenti non sapeva proprio da dove cominciare, considerati i troppi impegni del suo ex personal trainer, Ferdy Stone, che gli impedivano quindi di seguirlo attivamente nel corso della sua ripresa fisica.
Quando correva per il campo da Quidditch dopo tre giri aveva sempre il fiatone e in più guardandosi allo specchio si reputava molto poco credibile come futuro aspirante alla cattedra di volo, visto anche l'ultimo docente di ruolo passato.
Insomma un tripudio di pessimismo, caratteristica che Vergil non aveva mai e poi mai espresso nella sua vita, perennemente ottimista, perennemente burlone, scherzoso e sorridente, impegnato più a giocare col mondo che a prenderlo sul serio.
Ne cambiavano di cose nella vita e prima tra queste, la considerazione di certi seminari fondamentali per la sua formazione lavorativa futura.
Giunto all'ingresso della grande aula, prese un bel respiro, abbassando il capo, sentendo le due pacche sulle spalle all'unisono dei due amici.
Con un mezzo sorriso di ringraziamento fece loro segno di non stargli troppo vicino, perché lui avrebbe preferito non dare nell'occhio ed andare verso gli ultimi posti in modo da non dover incrociare per forza lo sguardo dell'ex fidanzata.
Fu piuttosto impossibile non notarla in mezzo alla stragrande folla di quel pomeriggio, d'altronde era la più bella di tutte, Herbert compresa.
Un look femminile, che metteva in risalto le forme toniche e spettacolari della ragazza, la quale, altro che Cartwright e i suoi allenamenti da poco, possedeva un fisico da Lara Croft, la celebre eroina dei videogiochi babbani ai quali Vergil spesso giocava per dilettarsi e passare il tempo libero estivo, nelle tenui mattinate calde di Giugno e Luglio.
Magari potrei chiedergli anche io a Vastnor delle lezioni private...
... No, come minimo alla prima lezione, giusto per testare la mia resistenza, mi spezzerebbe un paio di vertebre!
Salve a tutti.
Come molti di voi sapranno, qualche tempo fa il professor Vastnor chiese la mia collaborazione per istruirvi al meglio sulle tecniche di difesa contro il vampiro, inteso come creatura oscura. Naturalmente, questo corso di approfondimento per voi studenti verterà su una delle più grandi pozioni offensive che siano state inventate contro questo genere di nemico. Siete pregati quindi di fare assoluto silenzio, prendere piuma e pergamena e di stare bene attenti alle diapositive che vi verranno sottoposte nel corso della lezione.
Ed a proposito di Vastnor, ecco che il seminario ebbe inizio e immediatamente il ragazzo prese posto in fondo in fondo, ringraziando che Arianna non l'avesse visto, o almeno, sperava che fosse così. Alla ragazza difficilmente sfuggivano le cose, ma quella era una situazione particolare, doveva essere molto attenta e non perdersi un solo minuto della conferenza, quindi Vergil sperò molto nella sua dedizione obbligata alla conoscenza.
Nemmeno lui però poteva reputarsi da meno in quanto a desiderio di cultura, proprio perché come Auror un giorno sapeva che avrebbe potuto trovarsi ad affrontare un vampiro ostile, di quelli non abitanti di riserve apposite, ed allora fuori pergamena e piuma, era giunto il momento di prendere quanti più appunti possibili, assumendo di colpo un'espressione calma, pacata, seria e precisa.
Mentre la professoressa Bennet, la donna di trent'anni e prof con gli "argomenti" più giusti in assoluto, prendeva a parlare di quel certo Louis de Pointe du Lac, Vergil si accorse della presenza di Melia, non molto lontana, ed anche della professoressa di Divinazione.
Ormai con la Herbert pensava di avere un buon rapporto di amicizia, specie quando era stata proprio lei ad inculcarglielo nella mente, quindi semplicemente nel corso del tempo aveva fissato quell'idea talmente tanto che anche privato dell'ipnosi credeva che avessero stretto un rapporto molto intenso, positivo e di reciproca fiducia e stima... E poi si, anche lei meritava moltissimo in quanto ad "argomenti", quindi tanto meglio!
... Naturalmente, esistevano già incantesimi che potevano danneggiare e uccidere i vampiri; tuttavia, nonostante ora la loro esistenza fosse stata resa ormai nota, era comunque difficile stanarli dai luoghi nei quali essi si nascondevano. Era perciò necessario creare qualcosa che non destasse troppi sospetti, ma che fosse parimenti efficace contro queste creature oscure.
Fu allora che venne inventato il famosissimo spray al peperoncino!
... Abraham Ichabord Crane, alchimista, pozionista ed erbologo ottocentesco, nonché inventore di quella che oggi chiamiamo Vampire Slayer. In realtà, Crane era molto più raffinato nel dare nomi ai propri composti, tanto che in origine la sua pozione prendeva il nome di Necrovelenus, il Veleno dei Morti.
Aaaahhh... E io che pensavo di averci indovinato!
Dunque la pozione inventata variava il suo effetto in base all'anzianità del vampiro: scherzi a parte, era davvero molto interessante.
Scriveva svelto il Tassobello, consumando la prima pergamena e passando alla seconda, alzando solo un secondo lo sguardo per individuare l'arrivo di Alexis Parker, sui carissima amica, confidente e amante segreta, ma sull'ultima avrebbero avuto dubbi sia Evan, che Calvin, Hogwarts, la Trama, il Mana e la stessa realtà dei fatti.
Le lanciò un saluto veloce con un sorriso gentile e sincero, anche se appena appena agitato, constatando che si stava sedendo vicino ad Arianna.
Sapeva perfettamente che Lex non l'avrebbe tradito ed avrebbe evitato certamente di dire cose simil: "Ehi, ma l'avete visto Vergil che sta seduto lì dietro? Non me ne ero proprio accorta!"
Al massimo se proprio proprio intendeva metterlo nei guai poteva esordire con un: "Cavoli ma quanto si è fatto più bello, alto, muscoloso Vergil, ci hai fatto caso Arianna? Sta veramente diventando affascinante ogni giorno di più, Typhon sei fortunato che sono innamorata altrimenti un pensierino ce lo facevo! Che bel pezzo di diplomato!".
Dubitava fortemente che Alexis fosse in grado di parlare in quella maniera ma era decisamente divertente immaginarla mentre diceva cose così.
Ora passerò ad analizzare il tema della conferenza di oggi. La Vampire Slayer è una pozione che attiva il suo effetto sia se ingerita, sia se lanciata contro il vampiro avversario. Ha una consistenza molto liquida ed un colore quasi anonimo a vederla. Infatti, di solito si presenta in questo modo, un giallo molto opaco e scarno.
Questa tipologia di colore è stata ideata proprio per far sembrare la pozione quanto più innocua possibile. E’ inodore e insapore e non ha alcun effetto deleterio se ingerita da un essere umano o da qualsiasi altra creatura che non sia un vampiro. La composizione e gli ingredienti utilizzati, infatti, reagiscono solo con l’organismo di un vampiro. Se qualcuno di voi ricorda la lezione sui Veleni, potrà fare una giusta associazione: la Vampire Slayer può essere vista come un veleno di II° o III° grado per i vampiri. Estremamente letale e difficile da riconoscere.
In effetti è vero, somiglia talmente tanto ad un alcolico che basterebbe chiedere ad un vampiro: "Ehi, prima di prosciugarmi la carotide, ti va uno scotch? Dai, un ultimo desiderio non si rifiuta a nessuno!"
... Questi ingredienti, quindi sono una componente floreale, l’Elysium, una componente animale, le ceneri della Fenice e una componente umana, il sangue di un morto.
Altri appunti su appunti, certo che era proprio un seminario pesante, almeno a quello del professor Sykes, pensò Vergil, distribuirono qualcosa per merenda.
Ma si sapeva che la Bennet non era persona da mettere rinfreschi in mezzo a certe importanti discussioni di natura culturale, quindi meglio non pensare troppo all'appetito o alle pause e continuare a scrivere, anche perché probabilmente si stava raggiungendo la parte fondamentale, gli ingredienti della pozione, la natura di ognuno di essi ed il loro impiego secondo metodi di consumo e dosaggio.
Il primo tra questi fu un fiore dalla forma quanto mai singolare, ricordante un pegaso incrociato con un unicorno.
Molto bello a vedersi così, delicato, dal colore bianco candido e dei petali piuttosto lunghi e aggraziati, insomma, un regalo top per un mazzo di fiori da portare ad un appuntamento, meglio però non dirlo ad alta voce onde evitare un Avada Kedavra dalla professoressa di pozioni e forse anche da quella di Erbologia, giusto per rimanere in tema.
Il secondo ingrediente invece poteva reputarsi anche abbastanza scontato, ma comunque molto, molto difficile da rimediare.
Le ceneri di una fenice non venivano fornite dalle stesse creature proprio tutti i giorni, anzi, da quello che affermava la Bennet, bisognava stabilire una fortissima amicizia e fiducia reciproca con loro prima di sperare in un dono tanto ambito.
... Prendere le ceneri di una Fenice viene considerato altrettanto stolto e pericoloso. Tuttavia, se una Fenice ci accorda la propria fiducia, si può ottenere il permesso di prendere un pizzico delle sue ceneri.
Queste vanno raccolte un attimo prima che la creatura rinasca, in maniera da conservarne tutta la componente magica e di fuoco, e verrà mescolata in seguito insieme alla linfa dell’Elysium prima di essere aggiunta alla Vampire Slayer.
Ceneri... Pizzico... Prima della rinascita... Mescolare... Linfa...
... Solitamente, c’è un criterio per scegliere il tipo di sangue adatto: quanto più tempo passa dalla morte della persona, tanto più la qualità del plasma si abbassa di livello. Il sangue di una persona morta da un secondo è nettamente superiore rispetto a quello di uno che è morta da dieci secondi, e così via. Capite bene quindi che, in base alla qualità degli ingredienti, una Vampire Slayer potrà essere più o meno efficace e il costo oscillare fra gli 800 e i 2000 galeoni.
Praticamente c'è così tanto lavoro dietro da fare o così tanti soldi da investire che faccio prima a tentare di sgozzare il vampiro da solo. Magari ci rimetto la pelle, ma almeno ho lasciato alla famiglia 2000 Galeoni!
... Ora vi farò un ultimo appunto, che riguarda il quarto ingrediente di questa pozione, spesso sottovalutato perché si trova largamente e abbondantemente in giro, ma che può veramente fare la differenza. Sto parlando naturalmente… Dell’acqua!
Oooohhh, bene, sia lodato Merlino! Un ingrediente che posso trovare anche io, Evan o Calvin...
... L’acqua intrisa di energia solare, infatti, è la più adatta per questo tipo di pozione ed in più ne innalza notevolmente il livello. Per riuscire a trovare un ingrediente simile, dovreste cercare un fiume o, ancora meglio, un lago che si trovi su un alto piano montano, dove non esiste albero o fronda che possa oscurarne la sua superficie. E dove il sole splende per la maggior parte del tempo.
Terminata la quarta pagina di appunti, Vergil prese la quinta in velocità, alzando lo sguardo solo per vedere un secondo cosa stesse facendo Arianna e per ammirare silenziosamente la chioma di capelli semi-dorati che le circondavano il bellissimo viso e i perfetti lineamenti.
Da quando era cresciuto aveva iniziato a fare molto più caso alla parte alta del corpo rispetto quella bassa, non disdegnando mai le curve.
Un altro punto a favore per la sua maturità, senza dubbio. Glielo aveva detto anche Alexis che era contenta che il ragazzo avesse iniziato a guardarla molto più negli occhi durante le loro conversazioni, sia serie che ludiche.
Finito il paragrafo sugli ingredienti, la professoressa decise di proseguire parlando di un'altra importante figura del passato, presente o forse futuro, un vampiro molto potente chiamato Lestat che era riuscito a bere il sangue di alcuni tra i più potenti suoi "colleghi".
Davvero interessante e dal viso molto calmo e tranquillo, chissà poi com'era nella realtà ma a prescindere Cartwright non desiderava scoprirlo.
Subito dopo però giunse il momento che Vergil non aveva affatto previsto e che inizialmente lo fece sobbalzare: le domande.
Bene. E’ arrivato il momento delle domande. Se avete dei quesiti da pormi, vi prego di parlare uno alla volta, alzando la mano e attendendo che sia io a darvi il via.
Non abbiate timore di esporre i vostri dubbi: cercherò di essere quanto più esaustiva possibile nel rispondervi.
Lei la fa facile, sono io che devo fare bella figura con la ragazza che amo!
Un rivolo di freddo sudore gli percorse la guancia sinistra. Deglutì ascoltando i primi quesiti che vennero rivolti e tra questi, proprio quelli di Ary.
E ti pareva che l'apprendista di Vastnor non facesse delle domande così potenti e così complesse, porcaccia miseria.
Gli caddero metaforicamente le braccia, la mente invece era in tilt. Voleva fare bella figura con lei, una bella entrata in scena trionfale, sorprendendola con la sua perspicacia e la sua curiosità all'avanguardia, ma per il momento in testa aveva un cucciolo di drago e uno di grifone che si rincorrevano cantando "Twinkle twinkle little star".
Così le mani continuavano ad alzarsi e dopo quella di Arianna giunsero anche le domande di Typhon, Alexis e Melia che lo affossò ancora di più nella sua depressione più totale. Ma cosa mangiavano quei quattro a colazione, pane e Madama Berforth?
Si passò una mano tra i capelli, osservando poi che la Bennet stava per dare il definitivo stop per rispondere a tutto e poi concludere il seminario.
Inizialmente era il momento che aspettava di più, adesso avrebbe voluto che la conferenza durasse altri tre giorni, senza pause.
Una forza improvvisa e di folle coraggio lo fece mettere in piedi e quando la docente chiamò il suo nome, chiedendo cosa volesse dire, gli morì il fiato in gola, infatti per almeno quattro, cinque secondi rimase muto totalmente.
Eh... Beh... Ecco io volevo chiedere se... Se...
Ver sbrigati!
... Allora... Ehm...
Forza amico, brillante, brillante!
... In caso fossi a corto di Galeoni e non fossi nemmeno un abile scienziato in grado di ricreare la Vampire Slayer, l'acqua intrisa di raggi solari che ha descritto prima, se lanciata addosso ad un vampiro può comunque infastidirlo in qualche modo e permettermi così di scappare o pensare ad una strategia efficace in combattimento per neutralizzarlo?
In quel preciso istante si augurò fermamente di non aver chiesto una emerita c*****a.
Dalla risposta della Bennet sarebbe valsa la considerazione positiva o negativa della Ricciardi nei suoi confronti e lui al momento non si sognava minimamente di guardarla negli occhi, fingendo di essere completamente concentrato sulla risposta, percependo distintamente che anche la sua anima stava grondando di sudore.