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Terzo Piano

Avvelenamento da pozioni e piante, eruzioni, rigurgiti, risa incontrollabili, eccetera

Messaggioda Sandyon » 21/02/2014, 17:35

Ospedale San Mungo
Terzo Piano
Ore 22:15
26 Dicembre


Non aveva fatto alcuna parola con Monique del tempo previsto per la preparazione della cura o le date degli incontri con Asher o Lindë.
Nessun segreto con la futura moglie, per carità, ma desiderava farle una sorpresa, oppure prendere con calma il discorso "fallimento" senza che stesse a casa il giorno della prova finale ad attendere che lui rientrasse per poi constatare la stessa identica malattia.
Metodico e solitamente calmo nel suo agire, Sandyon Vastnor era però estremamente nervoso quella sera festiva, mentre camminava per i corridoi dell'ospedale appena sorpresa di non incontrare quasi nessuno.
Asher, nella sua ultima lettera, lo aveva avvisato che a quell'ora non avrebbero avuto disturbi ed in più sarebbe stato utilizzabile un laboratorio sperimentale, completamente a loro disposizione, con all'interno diversi tipi di medicinali atti a contrastare effetti velenosi e dannosi delle sostanze erbologiche o pozionistiche colpevoli di reazioni allergiche di vario genere.
Il MediMago era stato molto previdente e intelligente, agli occhi dell'ex Mercenario, poiché non si poteva prevedere come avrebbe risposto il corpo del paziente a quella cura insolita e completamente inventata per lui.
Ma era anche per quello che a nessun altro medico Sandyon avrebbe lasciato in mano la propria vita.
Quando era uscito da casa, Monique gli aveva fatto una piccola battuta, chiedendogli se per caso si fosse fatto un'amante, per quanto lo stava trovando vestito molto bene.
Pantalone di jeans classico nero, maglione attillato bianco con cappuccio e giacca di pelle e finto daino aderente e lunga fino al ginocchio.

Immagine

Passò accidentalmente davanti ad un grande specchio e per alcuni secondi si fermò a fissarcisi.
Non era certo la mise che gli interessava, ovvero se stesse davvero bene con quei vestiti come aveva affermato la compagna, bensì condusse la concentrazione sul proprio volto, sulla sua espressione, così seria, così fredda, distaccata, a volte anche poco umana.
Stava davvero per dire addio a quel modo di essere? Stava davvero per sostituire quel perenne volto ad un altro più naturale e normale?
E se avesse avuto ancora qualche dubbio, se non fosse ancora davvero pronto per un passo del genere?
La domanda più frequente che si faceva era: "sono sicuro che perdere quel vantaggio come sangue freddo non mi fornirà più sofferenze che altro?".
Espirò pesantemente, scacciando quell'idea, tramutando il pensiero di quella perdita in una nuova sfida per la propria vita, un nuovo traguardo da raggiungere, una nuova battaglia da affrontare per imparare qualcosa di più, per confortare sé stessi che c'era ancora da apprendere una lezione e non aveva smesso di accumulare nuovi insegnamenti e saggezza dal destino.
Da quando era diventato così filosofico e lungimirante? Probabilmente da quando stava con quella figa di una francese, ecco da quando.
Tentò di sorridere, pensando a quella ironia lusinghiera verso la donna, ma non ci riuscì, non ce la fece, anche se voleva, anche se lo desiderava.
Fu proprio quello l'ultimo specchio infranto nel suo cuore che lo convinse a non rimanere lì bloccato nel passato e andare al termine di quel corridoio per raggiungere la stanza designata, la n°456.
Probabilmente Asher si trovava già lì (in effetti Vastnor si stava chiedendo quale scusa si fosse inventato con la checca isterica per lasciarlo da solo in una serata festiva e priva di lavoro improvviso di qualunque genere), avendo svolto il turno pomeridiano di tre ore per le visite di controllo.
Arrivato alla porta quindi, non indugiò ancora e preferì bussare, piuttosto che entrare di soppiatto rischiando di infastidire l'amico: metti si stesse intrattenendo con qualche aitante infermiere!

Tsk, ma quando mai!
Troppo fedele con il suo cioccolatino ripieno al veleno... Purtroppo.


Avrebbe voluto fare un mezzo sorriso sadico e bastardo in quell'istante... E ci riuscì.
Si, quelli non dipendevano dalla gioia e dalla felicità quindi ne poteva dispensare in abbondanza.
Qualora dunque Asher gli avesse fatto presente che poteva accomodarsi, avrebbe posato la mano sul pomello, girando ed entrando all'interno.
Sembrava davvero una sottospecie di sala operatoria e la maggior parte dei macchinari o degli strumenti gli erano del tutto sconosciuti.
La luce tenue e fredda illuminò subito ogni angolo del luogo e l'ex Mercenario poté constatare che i due ricercatori improvvisati erano già lì ad attenderlo, così rivolse loro subito uno sguardo eloquente di saluto ma evitò convenevoli poiché il nervosismo gli rendeva impossibile parlare fluidamente. La mano sinistra, il braccio sinistro, il collo, la spina dorsale tremavano appena...

Io sto... Tremando?
IO?


Iperventilazione, assenza parziale di salivazione e brividi gelidi alle gambe per difetto circolatorio da stress.
Non c'era dubbio, si stava trattando di...

Attacco... Di panico.

Sussurrato appena, ma udibile da entrambi.
Socchiuse gli occhi, cercando di appoggiarsi al primo oggetto disponibile.
Che tristezza, il n°1 ridotto a quella maniera.
In quel preciso istante, si stava facendo letteralmente schifo.

Grrr...
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Messaggioda Lindë » 21/02/2014, 22:51

[26 Dicembre - ore 22.00]


Il primo Natale da sposata.
Il primo Natale con Irvyne al suo fianco.
Il primo Natale con la famiglia di lui.
Il primo Natale con la Gilda Terran.
Dopo tanto tempo, quel Natale era stato, per Lindë, un momento felice.
La mattina del 26 si era sentita piena, soddisfatta, appagata.
Aveva riso, scherzato con tutti: con la famiglia di Irvyne, con quella della Gilda, si era sentita davvero parte di qualcosa.
Aveva riflettuto a lungo sul regalo da fare al marito, prima di quella data.
Era la prima volta in effetti che doveva fare un dono a qualcuno di tanto speciale.
Ci aveva pensato per giorni interi, temendo di risultare banale.
Non voleva fargli un regalo qualsiasi.
Voleva donargli qualcosa che a lui piacesse davvero.
Ma che al tempo stesso fosse anche personale, che dicesse qualcosa di lei.
Alla fine aveva capito cosa ci volesse.
E l'aveva creata nella Gilda Terran, affinché Irvyne non la scoprisse.
Non gliel'aveva ancora consegnato però, il regalo, perché voleva aspettare.
Voleva aspettare che quella serata particolare passasse.
Non perché c'entrasse qualcosa con Irvyne, ma perché era importante per Lindë.
E voleva essersi tolta quel pensiero, nel bene o nel male, prima di festeggiare con lui.
Per questo era lì, alle 22 precise del giorno di Santo Stefano.
Aveva appuntamento con Asher Brightless, il Medimago che aveva reso possibile l'uso del laboratorio dove avrebbero lavorato.
E Sandyon Vastnor, la loro cavia, l'uomo al quale stavano tentando di salvare l'anima.
O la cui anima volevano ritrovare, più che altro.
Un esperimento mai provato prima, un antidoto creato dal nulla.
L'Erbologa non ce l'avrebbe mai fatta senza l'aiuto di Asher, e viceversa.
Dovevano solo sperare che tutto funzionasse.
Con passo deciso, la donna attraversò il corridoio lungo del terzo piano.
Alla fine di esso, la stanza 456.
Bussò una volta sola, decisa.
Attese di sentire la voce del Medimago, prima di entrare.

Buonasera, Medimago Brightless... e buon Natale!

Esclamò la donna, le labbra inarcate in un sorriso lieve.

Immagine


Occhi luminosi.
Capelli ancora più lunghi dell'ultima volta.
Una maglia lunga color vinaccia sopra un paio di pantaloni neri.
Stivali con tacco basso sotto di essi, e sopra ancora un cappotto di lana nero, che si slacciò per sfilarselo velocemente di dosso.
Con sé una borsa, dentro la quale vi erano diverse ampolle.
Aveva effettuato diverse dosi dell'unguento base.
Alcune con qualche lieve variazione.
Nel caso la prima non andasse bene.
Ed anche qualche decotto naturale freddo, nel caso ci fossero effetti collaterali in Sandyon.
Svenimenti, spossatezza, giramenti di testa, attacchi di panico.
Aveva cercato di prepararsi al meglio, insomma.

Ha passato delle belle feste?

Gli domandò.
Un po' per educazione.
Un po' per stemperare la tensione.
Lui lo era, teso?
Lei molto.
Voleva che tutto andasse bene.
Voleva che Sandyon tornasse a sorridere almeno un po'.
Attese la risposta dell'uomo, poi posò la borsa sul ripiano sgombro.
L'aprì lentamente, mostrando dunque il suo contenuto al Medimago.

Questo è l'unguento liquido che ho realizzato col sangue di Sandyon.
Ne ho preparate diverse fiale, e ne ho portata anche qualcuna contenente leggere variazioni negli ingredienti.


Gli spiegò.
Pratica, professionale.
Umile nel tono.

Non credo ce ne sia bisogno, ma non si sa mai... purtroppo solo una volta che avremo iniettato l'antidoto in circolo sapremo se abbiamo lavorato bene o meno.

Da quelle parole trasparì una certa incertezza.
Era tutto incerto, tutto basato sulla teoria.
Non temeva di fare del male a Sandyon, anche perché il suo unguento era completamente naturale.
E poi c'erano le pozioni e gli antidoti di Asher, nel caso fossero serviti.
Ma l'ansia c'era.
L'idea di sbagliare anche.
E non le andava affatto.

Che ne dice... proviamo ad unire i nostri composti?

Gli propose.
Se Asher avesse dato l'okay, la donna avrebbe versato lentamente l'unguento liquido nel contenitore con la pozione preparata dal Medimago.
Era piuttosto sicura che almeno quel passaggio sarebbe andato bene.
Dopotutto erano un Medimago ed un Erbologa eccezionali.
Nessuna esplosione, infatti, seguì quel movimento.
Era già qualcosa.

... ammetto di essere molto nervosa.

Disse infatti Lindë.
Era una donna giovane, dopotutto.
E si vedeva.

Vorrei solo che tutto andasse bene... che lui fosse felice.

Forse da quelle parole, Asher avrebbe potuto chiedersi che rapporto ci fosse tra loro.
Ma alla Sempreverde non importava.
Lei voleva davvero che Sandyon sorridesse, che tornasse dalla sua compagna con una nuova gioia nel cuore.
Temeva di essere l'arteficie del suo fallimento, ecco qual era la verità.
Un paio di colpi alla porta le fecero alzare lo sguardo su di essa.
Lasciò che fosse il Medimago, comunque, a dare l'okay per entrare.
E sorrise a Sandyon, quando lo vide.
Lui, però, sembrava piuttosto nervoso.
Ad osservarlo meglio... tremava.
Possibile che avesse paura?
Che fosse...

Attacco... Di panico.

Lanciò un'occhiata all'uomo accanto a sé.
Gli chiese quasi il permesso d'intervenire.
Qualora l'avesse ricevuto, avrebbe afferrato una boccetta e l'avrebbe avvicinata al viso di Sandyon.

Immagine


La stappò.
Gliela mise sotto il naso, poggiandogli delicatamente una mano sul braccio.

Inspira profondamente.
L'odore sarà molto pungente, ma ti sentirai meglio.
Fidati di me.


Sussurrò con voce appena preoccupata.
Sapeva che avrebbe funzionato.
Che l'ansia si sarebbe calmata, che i nervi si sarebbero distesi.
Ma Sandyon doveva fidarsi e inspirare.
Attese che lui seguisse il suo suggerimento.
Che si calmasse.
Solo allora si azzardò a parlare.

Dovresti sederti, adesso.
Dopodiché...


Cercò Asher con lo sguardo, seria in volto.

... possiamo già procedere con l'iniezione... ?

Quella che doveva essere un'affermazione, divenne una domanda.
Sì, meglio lasciare la guida della situazione a lui.
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Messaggioda Asher » 23/02/2014, 0:09

[26 Dicembre 2107– ore 21.30 – San Mungo]


Un'altra esplosione nel Surrey?

Avresti preferito una ustione da Pus di Bubotubero?

Con quello scambio di battute ironiche e solo all'apparenza innocue - perché in realtà nascondevano retroscena della loro vita di coppia di cui nessuno dei due andava particolarmente fiero - Asher aveva lasciato un imbronciato Demetri nella loro camera da letto, intento a sfogliare la rivista di vini babbana che gli aveva portato di ritorno dal turno ufficiale al San Mungo. Non sapeva se con quel regalo di Natale che aveva fatto loro - un soggiorno di tre giorni in un agriturismo toscano a degustare vini babbani - Noah aveva voluto permettere a lui di togliersi uno sfizio che si portava dietro da anni o alimentare e soddisfare allo stesso tempo la curiosità di Demetri. Probabilmente, visto il carattere dell'italoamericano, il gesto non aveva alcun doppio fine e le svariate conseguenze che si era portato dietro erano delle mere coincidenze, con buona pace della paranoia di famiglia. Una di queste era, per esempio, il poter abbandonare il proprio geloso, sospettoso e possessivo compagno da solo la notte di Santo Stefano senza alcuna spiegazione , dopo avergli dato completa carta bianca sull'organizzazione di quel viaggio che avevano in programma di fare dopo Capodanno. Non é che in assenza di quel diversivo Asher si sarebbe sottratto al dovere/piacere che doveva svolgere quella notte, solo avrebbe dovuto sopportare conseguenze molto più pesanti di una semplice battuta.

Forse dovrei distillare qualcosa che li costringa ad andare d'accordo.

Mormorò tra sé, uscendo dal camino del suo ufficio sporco come al solito di fuliggine e addentrandosi nei corridoi dell'Ospedale diretto verso la stanza 456. Anche se non ne avevano parlato apertamente, era certo che Demetri sapesse esattamente cosa doveva fare quella notte - e come poteva essere diversamente quando aveva passato gli ultimi due mesi tra calderoni e alambicchi?- e la sua ritrosia a lasciarlo andare dipendeva solo dall'identità dell'uomo che doveva incontrare. Sandyon Vastnor, l'unico uomo di cui Demetri fosse mai stato geloso, nonostante il suo chiaro orientamento sessuale. Peccato che ogni qualvolta Asher aveva provato a farlo presente al compagno questo rispondeva lapidario con un:

Un uomo capace di profanare il talamo del suo migliore amico non ha una morale a cui restare fedele.

Medimago Brightless.

Sentir pronunciare il proprio nome con quella nota interrogativa in sottofondo lo strappò alle sue non piacevoli riflessioni, riportandolo al presente troppo velocemente affinché potesse addolcire anche di poco il suo sguardo mentre si voltava a fronteggiare lo specializzando di turno.

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Signor Barryntonne cosa posso fare per lei?

Anche il tono non era dei più amichevoli, freddo, distaccato, e soprattutto contrariato per quella inutile perdita di tempo.

Veramente... - tentennò il ragazzo a disagio - Il suo turno é finito ore fa e lei non dovrebbe - sollevò un sopraciglio con aria minacciosa, quasi a volerlo sfidare a concludere la frase. Il giovane deglutì a vuoto - cioè non ci sono... cioè non ci dovrebbero ... cioè nessuno dovrebbe averla disturbata a casa in questo giorno di festa.

L'ombra di un ghigno soddisfatto comparve sul volto dell'uomo di fronte a quel mix di preoccupazione, referenza e indecisione. Quella notte, come tutte le altre notti dalla Vigilia fino al nuovo anno, in giro per il San Mungo avrebbero incontrato solo pazienti e specializzandi, nessuno quindi in grado di mettere in discussione la sue azioni o parole.

Non sono stato disturbato da nessun gufo inopportuno - il sospiro di sollievo del giovane fu così forte da far impallidire un Ventus ben castato - ciò non toglie che abbia del lavoro da sbrigare. Spero quindi di poter contare su di lei affinché nessuno mi venga a disturbare con dei problemi di poco conto.

Non si preoccupi, Signore, nessuno saprà che lei é qui.

Annuì soddisfatto prima di voltarsi nuovamente e dirigersi nel laboratorio che quella mattina si era premunito di requisire per dei non meglio identificati test urgenti. Una volta chiusosi la porta alle spalle, gettò la giacca su una sedia in un angolo e, arrotolando le maniche della camicia blu che indossava sopra un paio di jeans, si avvicinò a un armadio chiuso magicamente dove, quel pomeriggio, aveva riposto il frutto degli esperimenti degli ultimi mesi. Prese quindi le ampolle e le sistemò sul tavolo di metallo accanto a una ciotola di vetro di medie dimensioni su cui avrebbe lavorato insieme a Lindë per poi sbloccare con un colpo di bacchetta preventivamente i dispensari posti lungo le pareti in modo da rendere immediatamente disponibile ogni tipo di preparato, legale o sperimentale, esistente per contrastare qualsiasi eventuale effetto collaterale il loro composto avrebbe potuto produrre su Vastnor. Aveva appena finito di orientare le luci in modo da non proiettare alcuna ombra sulla loro postazione di lavoro quando un singolo colpo alla porta riecheggiò nella stanza silenziosa.

Avanti.

Disse, ruotando al contempo il busto verso la porta, in viso un’espressione neutra che venne stemperata da un sorriso sincero non appena l’Erbologa palesò la sua presenza.

Buonasera, Medimago Brightless... e buon Natale!

Buona sera anche lei Professoressa Vilvarin.

La salutò andandole incontro per stringerle la mano e, se lei avesse acconsentito, per liberarla dal peso della borsa che portava con sé.

Ha passato delle belle feste?

Insolite direi... ma piacevoli – perché avere Tisifone a casa per le feste era per loro sempre una gioia e la presenza di Pellegrino aveva reso il pranzo del 25 un evento indimenticabile, soprattutto perché Demetri aveva quasi invitato i genitori di lui a passare il prossimo Natale da loro al Manor – E lei?

Si informò a sua volta, più per educazione che per altro. Conversare non era esattamente il modo che preferiva per scaricare la tensione e in quelle ultime settimane di tensione ne aveva accumulata così tanto che alla fine aveva rivisto la ricetta della pozione che aveva distillato, modificandone un po’ le quantità e gli ingredienti nel caso con la versione base fossero sorti degli effetti collaterali residuali. Indipendentemente da chi – se lui o la donna – avesse portato la borsa di lei sul ripiano, una volta terminati i convenevoli, essa venne aperta in modo che Asher potesse vederne il contenuto.

Questo è l'unguento liquido che ho realizzato col sangue di Sandyon.

Posso?

Chiese titubante, come sempre restio a mettere le mani tra gli “attrezzi” di qualcun altro e solo se lei gli avesse dato il permesso, avrebbe sfilato dalla borsa fiala per osservarne il contenuto in controluce, in uno di quei gesti che era solito definire come “deformazione professionale”

Ne ho preparate diverse fiale, e ne ho portata anche qualcuna contenente leggere variazioni negli ingredienti.
Non credo ce ne sia bisogno, ma non si sa mai... purtroppo solo una volta che avremo iniettato l'antidoto in circolo sapremo se abbiamo lavorato bene o meno.


Siamo nel campo della sperimentazione, quindi potrebbe esserci bisogno di tutto – commentò con fare pacato, riponendo eventualmente la fiala al suo posto, e rassicurando la donna della validità del suo operato – Anch’io ho preparato alcune varianti della pozione nel caso in cui quella base non si amalgamasse correttamente al suo unguento o se Sandyon dovesse manifestare qualche reazione imprevista.

Erano stati entrambi prudenti e previdenti nel cercare di anticipare gli scenari futuri più plausibili e porvi rimedio perché la posta in gioco era alta, ma purtroppo solo il tempo e le condizioni di salute di Vastnor dopo il trattamento avrebbero potuto dire loro se avevano operato o meno correttamente.

Che ne dice... proviamo ad unire i nostri composti?

Arrivati a questo punto è l’unica cosa da fare…

Voleva essere una battuta la sua ma probabilmente il tono poco gioviale usato rovinò l’effetto. Prese quindi la prima ampolla contenente la pozione base e la versò nella ciotola per poi osservare l’Erbologa aggiungervi lentamente il suo unguento liquido, lo sguardo fisso sulla superficie immobile e il braccio sinistro teso lungo il fianco, pronto a scattare per mettere a riparo la donna in caso di pericolo. Quando fu chiaro che nulla sarebbe esploso, Asher si permise di rilassare i muscoli quel tanto che gli serviva per prendere la seconda ampolla, quella contenente il Patronus liquido, e versarlo nella ciotola come ultimo ingrediente, seguendo le raccomandazioni di Demetri alla lettera.

... ammetto di essere molto nervosa.

E’ una cosa del tutto naturale e umana – rispose con lo sguardo ancora fisso sulla ciotola, le dita della mano destra strette con forza intorno all’ampolla ormai vuota e la mente impegnata in un conto alla rovescia che avrebbe potuto costringerli a rincominciare tutto da capo – Usare come cavia un proprio conoscente non è qualcosa che si possa prendere alla leggera e per quanto ben calcolati i rischi sono pur sempre tanti…

Vorrei solo che tutto andasse bene... che lui fosse felice.

Sollevò il capo – il tempo di guardia ormai era scaduto e quindi formalmente il composto era pronto – per guardarla negli occhi, il sopracciglio sinistro leggermente inarcato. Quella sua affermazione l’aveva lasciato perplesso, confermando la sensazione che aveva avuto in Brasile che tra i due ci fosse o ci fosse stato qualcosa di più di un semplice rapporto professionale, ma non fece domande, perché in fondo non erano fatti suoi.

Non è da questo che dipenderà la sua felicità.

Commentò invece, indicando con un cenno del capo il composto che aveva contribuito a creare. Quando si era gettato anima e corpo da vero Grifondoro in quel progetto era convinto che restituire a Sandyon la possibilità di provare le emozioni al 100% o quasi era la cosa giusta da fare. Adesso invece non ne era più così convinto, anche se non avrebbe saputo spiegare a parole il perché ma tanto non ce ne sarebbe stato bisogno, considerato che non aveva intenzione di confidare i suoi dubbi a nessuno. Distolse quindi lo sguardo da quel giovane viso per poi dirigerlo verso la porta e invitare l’ex Mercenario a unirsi a loro, o almeno qualcuno che aveva il suo aspetto perché l’uomo che stava tremando alla vista … di cosa? … qualche apparecchiatura medica o di un pozione? non poteva assolutamente essere l’Assassino.

Questa cosa potrebbe ritorcersi contro di noi…

Pensò mesto, il viso congelato in un’espressione distaccata non perché fosse un bravo attore ma semplicemente perché non sapeva davvero cosa pensare o come reagire di fronte a Vastnor in preda a un semplice e banale

Attacco... Di panico.

Si limitò quindi a fare un cenno veloce del capo a Lindë per poi rimanere fermo, con la schiena lievemente appoggiata al tavolo e le braccia lungo i fianchi, a osservare la donna prestare soccorso al loro “paziente”.

Inspira profondamente.
L'odore sarà molto pungente, ma ti sentirai meglio.
Fidati di me.


Tutta questa preoccupazione ti irriterà o ti farà sentire sollevato?

Si chiese, rendendosi conto che con molte probabilità avrebbe dovuto reimparare a “leggere” il suo amico perché le sue reazione sarebbero potute cambiare e non di poco.

Dovresti sederti, adesso.

Si allontanò dal ripiano per andare a prendere l’unica sedia con lo schienale presente nella stanza – tutti gli altri erano degli sgabelli in metallo – e la porse all’uomo.

Devi sederti – affermò serio, correggendo il tempo verbale usato dalla Vilvarin – Non potremo usare la magia su di te per i prossimi venti minuti quindi se cadi a terra rimani lì… non ho più vent’anni e tu di certo non pesi venti chili.

Un ghigno di incoraggiamento comparve sul suo viso a spezzare il tono autoritario con cui aveva parlato mentre sperava con quelle argomentazioni di aver messo a tacere qualsiasi tipo di obiezione da parte dell’altro.

Dopodiché...possiamo già procedere con l'iniezione... ?

Se il ragazzino ha smesso di fare i capricci volentieri.

Commentò apertamente ironico. Una volta che Sandyonsi fosse seduto sulla sedia che gli aveva portato Asher avrebbe aperto uno dei cassetti del tavolo sui cui avevano lavorato e ne avrebbe estratto una siringa in apparenza del tutto simile a quelle babbane. In realtà essa era stata trattata magicamente in modo da renderla resistente a qualsiasi tipo di composto, non incamerare aria e in grado di trovare la vena al primo colpo in maniera pressocchè indolore. Immerse quindi l’ago nel liquido e tirò lo stantuffo per prelevare la quantità necessaria, per poi girarsi verso gli altri due.

Sei hai dei ripensamenti questo è il momento giusto per farlo presente.


Affermò semiserio, guardando l’amico fisso negli occhi. Solo se non avesse intravisto alcuna traccia di tentennamento nei suoi occhi, indipendentemente da quello che avrebbe detto, si sarebbe avvicinato a lui per somministrargli la cura.

Potrebbe bruciare un po' all'inizio e potresti avvertire qualche dolore o fitta al petto all'altezza del cuore... Più di questo non sappiamo dirti...

Dopotutto quello era pur sempre un composto sperimentale.
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Messaggioda Sandyon » 24/02/2014, 23:34

Un attacco di panico.
Un fottutissimo attacco di panico.
Da sputarsi in viso guardandosi allo specchio.
Aveva affrontato missioni con rischio mortale al 90%.
Aveva combattuto con orde di avversari pronti a staccargli gli arti uno per uno pur di farlo soffrire.
Aveva sopportato dolori immensi, delusioni terribili e periodi di profonda sconnessione col mondo reale, ma mai aveva tremato, non una volta.
Invece adesso, di fronte alla possibilità di cambiare, di non essere più lo stesso, di perdere un vantaggio, di risultare diverso agli occhi di tutti, egli tremava come una foglia, credendo stupidamente di non piacere più alle persone che lo circondavano.
Vero, gente come Celine Sauvage, la migliore amica di Monique, il fratello Ryan e la sorella della futura consorte non lo trovavano una bellissima persona ora come ora e magari con quell'operazione sarebbe cambiata la loro opinione, ma obiettivamente quanto gliene fregava riferito al giudizio della compagna, o della figlia acquisita, o del migliore amico, di Mog o di...

Tsk, che motivo ho di pensare a cosa penserebbe quella testaccia pelata!

E comunque un poco a Tyslion ci pensava, perché anche il n°2 l'aveva sempre conosciuto ed apprezzato nella sua forma più "chiusa" ed ora che invece stava cercando di aprire il suo spirito al mondo, adesso che forse stava per dimostrare un'umanità più osservabile, come l'avrebbe chiamato Asveras? "Rammollito"? "Piagnucolone"? "Debole".
Tentava di farsi forza, aggrappandosi alla prima cosa a tiro per tenersi sostenuto ed evitare di cadere anche come un sacco di patate, quando immediatamente la Vilvarin, efficiente e previdente, si avvicinò subito per mettergli sotto al naso una sorta di composto, mistura erbologica volta a vanificare gli effetti della spossatezza e dell'attacco di panico, trovando subito uno sguardo dell'uomo molto più infastidito e poco di ringraziamento.
Non ce l'aveva con lei, assolutamente. Sperava che lo capisse, ma per la sua indole e il suo orgoglio come uomo vissuto e forte di carattere, non poteva lasciarsi condizionare da un malessere così infantile, sopratutto a fronte del terrore per una stupida iniezione, si, perché solo di quello aveva paura, soltanto di quello.
Non del cambiamento, non del giudizio, non della nuova percezione delle sensazioni, no no no... Quella era solo una iniezione e nulla più.
Doveva crederci, voleva crederci, altrimenti mai si sarebbe seduto su quella cazzo di sedia.

Inspira profondamente.
L'odore sarà molto pungente, ma ti sentirai meglio.
Fidati di me.


Lascia... Lascia stare...
Grazie ma... Va bene, posso farcela.


Tentò di guardarla negli occhi, occhi che la dicevano lunga sui sentimenti nascosti per quella donna.
Con una mano scostò piano la boccetta e chiese come unico aiuto quello di appoggiarsi al corpo dell'Erbologa, tutto qui.
Respirava a fondo, provava ad inculcare nella sua mente l'idea che stesse andando tutto bene, che non c'era nulla di cui preoccuparsi: un training autogeno che lo avrebbe condotto a diminuire l'iper ventilazione e decelerare i battiti cardiaci, oltre che arrestare il tremolio del braccio.
Quante volte aveva insegnato il procedimento ad Aryanne, quanto spesso le aveva detto che era una pratica che non ci sarebbe nemmeno stato bisogno di insegnarle perché "un Mercenario che entra nel panico è un Mercenario morto", eppure adesso si ritrovava a sfruttarla lui, quella pratica, maledicendosi e maledicendo la sua psiche ora così fragile, come un bicchiere di cristallo, come una sottile lastra di ghiaccio al Sole.
Strinse il pugno con una tale energia da conficcare le unghie nelle carni, facendo uscire un piccolo rivolo rosso acceso che colò al terreno.
Ma servì, si, gli fu utile per richiamare nella mente la sensazione del dolore fisico e quindi annullare in parte quello inconscio.
Inspirò profondamente, socchiuse lo sguardo e nemmeno si preoccupò di guardare Asher perché sapeva benissimo che l'amico non avrebbe perso tempo e si sarebbe occupato di svolgere velocemente quell'operazione, giusto per tagliare la testa al toro.

Dovresti sederti, adesso.

Devi sederti.
Non potremo usare la magia su di te per i prossimi venti minuti quindi se cadi a terra rimani lì… non ho più vent’anni e tu di certo non pesi venti chili.


Tsk, manco posso dirti che ti sei rammollito, guarda che figura di merda che ho fatto...

Poteva suonare come una battuta ed in effetti lo era, ma Sandyon non era ancora in grado di incurvare abbastanza le labbra da far capire il concetto, infatti si espresse con un tono secco, serio e infastidito, quel tipo di ironia che solo il MediMago e forse Monique potevano comprendere.
Prese posto lentamente, lasciandosi andare definitivamente all'ultimo e sospirando di liberazione una volta ricevuto un punto dove permettere ai muscoli delle gambe di rilassarsi e recuperare le forze, dopo la pesantezza accumulata nei secondi precedenti.
Un leggero colpo di tosse, un leggero mal di testa e un leggero crampo alle spalle, tutto il risultato del passato attacco di panico.
Mog era con lui ma non si poteva permettere niente, Sandyon glielo aveva impedito fermamente perché per lo meno voleva riuscire ad affrontare quella faccenda da solo, completamente con le proprie energie, con la propria volontà e il proprio coraggio.
Deglutì, ma la saliva era quasi assente, la gola secca... Fece un cenno a Lindë, necessitava di acqua.

... Possiamo già procedere con l'iniezione... ?

Se il ragazzino ha smesso di fare i capricci volentieri.

'Fanculo Brightless, infila quella cazzo di siringa e facciamola finita.

Sei hai dei ripensamenti questo è il momento giusto per farlo presente.

Una volta bevuta l'acqua, posò con vigore il bicchiere, adesso sporco di sangue, sul tavolino di acciaio della sala operatoria, alzando la testa per fissare intensamente e virilmente il volto del MediMago. Quel volto non necessitava di parole per essere capito ed interpretato.

Potrebbe bruciare un po' all'inizio e potresti avvertire qualche dolore o fitta al petto all'altezza del cuore...
Più di questo non sappiamo dirti...


Deglutì ancora, questa volta con qualche risultato migliore, poi, annuì lentamente, chiudendo gli occhi mentre l'ago gli affondava sotto pelle.
La percezione che avvertì pochi secondi dopo fu abbastanza strana: un brivido gli percorse tutto quanto il corpo, un brivido tiepido, indefinibile.
Le sostanze entrarono in lui e per la corruzione insita nell'animo fu come una specie di attacco improvviso terribile e fastidioso.
Infatti, da quel che poterono notare subito dopo i due improvvisati sperimentatori, la situazione non andava decisamente bene... Anzi.
La fronte di Sandyon si imperlò di sudore in meno di cinque secondi e le vene del corpo pulsavano talmente tanto che si videro in superficie non appena lui si tolse malamente la giacca e la felpa per un improvviso attacco di calore estremo, rimanendo in canottiera.
Digrignò i denti sgranando gli occhi, con espressione carica di collera e dolore, emettendo un verso strozzato che si sostituì ad un vero e proprio urlo di mala sopportazione in pochissimo tempo.

Gh... Gh... Grrrr... Grrr... GGRRRRAAAAAAAAAHHHHHHH!!!!!!!!

Immagine

Ad un tratto poi, come se le corde vocali gli fossero state strappate in un secondo, cadde il silenzio, Sandyon non urlò più.
In realtà ci stava provando ma il respiro gli si era fermato nei polmoni ed infatti non riusciva per nulla ad incamerare ossigeno in alcun modo.
Inizialmente volle portare le mani al collo per istinto naturale, ma tale gesto venne interrotto dal fatto che si sentì oppresso al centro del petto, talmente oppresso che pensava di stare avendo un infarto in quel preciso istante... Ed in effetti fu proprio così.
Arresto cardio-respiratorio totale.
Vastnor sgranò gli occhi, non sbatté nemmeno le palpebre e cadde in avanti al terreno come un peso morto, privo apparentemente di vita.
Per i successivi 60 secondi, il cuore e i polmoni non funzionarono, donando all'ex Mercenario una ipotizzabile fine prematura.
Alle successive manovre di visita di Asher, il MediMago poté confermare che si era trattato di un effetto momentaneo e non permanente e che ad ora l'uomo stava solo riposando, ed era necessario sdraiarlo da qualche parte e rimuovergli sia l'indumento superiore che quello inferiore, per facilitare non solo la respirazione ma anche la circolazione.

QUASI DUE ORE DOPO

... Mmmhh...

Sentiva delle voci in lontananza o almeno gli sembravano tali, ma non ne era sicuro.
Era morto? Stava già dall'altra parte? Magari stavano discutendo su cosa farlo reincarnare.
Invece no, quando riaprì gli occhi pian piano, distinse le figure di Lindë e l'amico che lo guardavano dall'alto verso il basso.
Era sopra la superficie di un lettino, o del tavolo forse, non lo sapeva distinguere con precisione.
Una certezza però l'aveva... Non era in grado di muovere un singolo muscolo, era completamente fermo.
Anche cercando di alzare la testa non vi riusciva, non un solo arto del corpo era in grado di spostarsi dalla posizione attuale, una sensazione terribile e impossibile da descrivere.

Che... Cosa mi succede?
Non posso... Non posso muovermi, sono bloccato, cosa sta succedendo?


Il tono era morbido, strozzato dalla paura e dalla sofferenza, ed infatti... Colarono subito delle lacrime dagli occhi.


Spoiler:
Secondo i tiri da me effettuati, gli effetti collaterali del composto sono stati:

Arresto cardiaco e respiratorio di 120 secondi con conseguenti 120 minuti di completa paresi muscolare.

L'esperimento tuttavia si può considerare riuscito molto bene, in quanto, in base ai risultati dei dai, la percentuale riacquistata da Sandyon che quindi si va a sottrarre al 32,8% di corruzione precedentemente insita in corpo è del 20,6%.

Asher, in base ad un esame accurato svolto con agopuntura, potrà accorgersi che i muscoli anche se fermi per ora, presto torneranno a funzionare, diagnosticando le lacrime e il modo di fare dell'amico come una incapacità iniziale di gestione delle emozioni comuni.
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Messaggioda Lindë » 25/02/2014, 0:52

Buona sera anche lei Professoressa Vilvarin.

Si lasciò prendere la borsa.
Lo ringraziò con un sorriso leggero.
Non pesava moltissimo, ma era comunque un gesto galante da parte di Asher.

Insolite direi... ma piacevoli.
E lei?


Insolite anche per me, e altrettanto piacevoli.
La ringrazio.


Rispose educatamente.
Insolite, perché aveva passato un bel Natale con tante persone intorno.
L'anno prima non l'avrebbe sopportato.
E quelli precedenti li aveva dimenticati.
E piacevoli, perché erano state consumate in compagnia del marito.
Dei Terran.
Della famiglia.
Non aggiunse altro, comunque.
Comprese che all'altro non andasse molto di parlare.
Non di cose del genere, comunque.
Per questo gli lasciò posare la borsa sul tavolo e poi l'aprì.
Meglio concentrarsi su ciò che davvero era importante in quel momento.

Posso?

Naturalmente.

Confermò Lindë.
Lei non avrebbe toccato il prodotto del Medimago, ma solo perché non era il suo campo.
Non ci avrebbe capito nulla o quasi, quindi analizzarlo sarebbe risultato inutile.

Siamo nel campo della sperimentazione, quindi potrebbe esserci bisogno di tutto.
Anch’io ho preparato alcune varianti della pozione nel caso in cui quella base non si amalgamasse correttamente al suo unguento o se Sandyon dovesse manifestare qualche reazione imprevista.


Si ritrovò un poco più sollevata, a quelle parole.
Erano stati previdenti entrambi, era un'ottima cosa.
D'altronde lui, in quel genere di situazioni, era probabilmente più a suo agio di lei.
Non che gli capitassero eventi del genere ogni giorno, ma come Medimago quello era il suo ambiente.
Lei, invece, era abituata a stare nelle Serre.
Circondata da piante e animali.
Da Typhon, al massimo.
Non c'era proprio paragone.
E visto che non c'era nemmeno altro da dire, procedettero subito col primo passo.
Unire i composti.
Prima quello di Asher venne messo in una ciotola, poi venne aggiunto quello di Lindë.
Attese anche lei, immobile e rigida.
Niente.
Nessun borbottio strano, nessuna esplosione.
Almeno quello era andato bene.
Anche se rimaneva comunque un fascio di nervi per la tensione.

E’ una cosa del tutto naturale e umana.
Usare come cavia un proprio conoscente non è qualcosa che si possa prendere alla leggera e per quanto ben calcolati i rischi sono pur sempre tanti…


Annuì, silenziosa.
Poi parlò di nuovo.
Forse a sproposito, ma col cuore.
Lo sguardo perso nel vuoto, che non incontrò quello di Asher.
Non per volergli nascondere qualcosa, ma perché la mente era persa altrove.

Non è da questo che dipenderà la sua felicità.

Credo sia opinabile.

Mormorò la donna in risposta.
Non voleva negare le parole dell'uomo.
Ma non le condivideva del tutto.
Se Sandyon aveva deciso di assumere la cura, era perché la voleva.
Desiderava cambiare, per se stesso e per le persone che gli stavano vicine.
Più per le seconde, forse.
Ma aveva comunque scelto di farlo.
Perciò ci teneva che andasse bene.
Era importante, per lui.
E siccome stavano parlando proprio dell'uomo, poco dopo egli entrò.
Ma non stava granché in forma.
Attacco di panico, così ringhiò quasi subito.
Lindë tentò di aiutarlo come poteva.
Si era preparata ad alcune eventualità.
Effetti collaterali, più che altro.
Per questo gli si avvicinò, pronta a dargli aiuto.
Ma Sandyon non lo voleva.

Lascia... Lascia stare...
Grazie ma... Va bene, posso farcela.


Preferì non discutere.
Lo guardò negli occhi, sospirò appena, annuì lentamente.
Lo aiutò ad arrivare ad una sedia, e lo fece sedere.

Devi sederti.
Non potremo usare la magia su di te per i prossimi venti minuti quindi se cadi a terra rimani lì… non ho più vent’anni e tu di certo non pesi venti chili.


Tsk, manco posso dirti che ti sei rammollito, guarda che figura di merda che ho fatto...

Non disse nulla.
Silenziosa, quasi muta all'improvviso.
La verità era che non avrebbe saputo cosa dire.
O forse sì, forse gli avrebbe detto che era davvero stupido pensare di aver fatto una "figura di merda" perché aveva paura.
Ma forse non ce ne sarebbe stato bisogno.
Se tutto fosse andato per il verso giusto, presto avrebbe trovato normale avere paura.
O almeno era quella la speranza della Sempreverde.
Si era seduto, e non c'era molto altro da aggiungere.
Non alla teoria, comunque.
Silenziosa, si mosse per prendere dell'acqua visto che l'uomo sembrava averne bisogno.
Ne riempì mezzo bicchiere, porgendoglielo.
Voleva lasciare lo spazio necessario al Medimago, perché era lui ora a dover fare tutto.
Lei, purtroppo, non poteva aiutarlo in nessun modo.

Se il ragazzino ha smesso di fare i capricci volentieri.

'Fanculo Brightless, infila quella cazzo di siringa e facciamola finita.

Sei hai dei ripensamenti questo è il momento giusto per farlo presente.

Nessuna parola da parte di Sandyon.
Si poteva procedere.

Potrebbe bruciare un po' all'inizio e potresti avvertire qualche dolore o fitta al petto all'altezza del cuore...
Più di questo non sappiamo dirti...


E l'ago penetrò nella sua pelle.
Era fatta.
L'antidoto era stato iniettato, e non si poteva tornare indietro.
Si morse le labbra, quasi trattenendo il fiato.
Notò subito la fronte imperlata di sudore, le vene che spuntavano dal corpo quasi pronte a scoppiare.
Impallidì.
Non aveva paura.
Era completamente ed assolutamente in preda al terrore.

Sandyon!

Non sapeva cosa dire o fare.
Non sapeva nemmeno cosa stesse succedendo.
Cercò Asher con lo sguardo, come a chiedergli spiegazioni.
O perlomeno cosa fare.
Quando Vastnor cadde a terra, Lindë s'inghiocchiò di scatto accanto a lui.
Aveva gli occhi pieni di lacrime.
La mente vuota.
Ancora cercò Brightless con gli occhi.
Aveva bisogno che lui la rassicurasse.
E non appena l'avesse fatto, Lindë avrebbe proposto all'uomo di spostarlo insieme, in qualche modo.
Magari chiedendo aiuto ad un qualche stagista, obliviandogli poi la memoria.
Lasciò che Asher decidesse come procedere, preoccupandosi di stare accanto a Sandyon nel modo migliore possibile.

Ti prego...

Pensò tra sé.
Voleva solo che si svegliasse.
Voleva solo che andasse tutto bene.

[Quasi due ore dopo...]


... Mmmhh...

Erano stati i 115 minuti più lunghi della sua vita.
Sandyon non si era mosso, e lei non sapeva che fare.
Non sapeva nemmeno che pensare.
Quel suono la fece praticamente sobbalzare sullo sgabello.
Si alzò in piedi e si avvicinò a Sandyon, accarezzandogli il braccio.

Crede che capiremo subito se l'antidoto abbia funzionato o meno?

Domandò a Brightless.
Ormai era un fascio di nervi totale.
E quando l'uomo aprì gli occhi, Lindë era accanto a lui.
Il volto deformato in una maschera di preoccupazione.

Che... Cosa mi succede?
Non posso... Non posso muovermi, sono bloccato, cosa sta succedendo?


La voce.
Gli occhi.
Le lacrime.
Era diverso, ed allo stesso tempo era sempre lui.
Per un secondo, la donna rimase senza fiato.
E nuovamente ebbe bisogno di guardare Asher, per capire cosa stesse succedendo.
Era normale che piangesse?
Era segno che tutto aveva funzionato?
Attese che il Medimago fugasse ogni suo dubbio, che spiegasse ad entrambi che la paresi era momentanea.
Poi posò ancora lo sguardo su Vastnor.
Il cuore le batteva forte, e anche i suoi occhi erano lucidi.

Sandyon... va tutto bene.
Tra poco potrai di nuovo muoverti, e... ce l'abbiamo fatta.
Andrà tutto per il meglio, devi solo abituarti.


E chi meglio di lei poteva dirlo?
Anche Lindë, dopo l'incontro con Windam, si era dovuta ri-abituare ad un bel po' di cose.
Ce l'avrebbe fatta anche Sandyon.
Ne era sicura.
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Messaggioda Asher » 25/02/2014, 23:27

Era arrivato una mezz’ora prima dell’orario previsto per sistemare il laboratorio ed occuparsi di eventuali ficcanaso così quando, puntuale, l’Erbologa bussò alla porta della stanza 456 trovò tutto pronto ad attenderla. Si scambiarono qualche convenevole, un po’ per educazione, un po’ – più lei che lui almeno in apparenza – per stemperare la tensione per quello che si stavano apprestando a fare mentre Asher, da gentiluomo qual era, le prese la borsa dalle mani e la posò sul tavolo in metallo. Una volta che questa venne aperta e il suo contenuto palesato i due improvvisati sperimentatori si misero all’opera, mescolando con attenzione e perizia i loro composti, temendo entrambi una qualche reazione poco consona che per fortuna non avvenne. Avevano lavorato al meglio delle loro possibilità senza risparmiarsi per mesi e adesso i loro sforzi sembravano essere stati ripagati, almeno in teoria. Per la pratica doveva attendere il loro paziente - la loro cavia – che non si fece attendere più di tanto, facendo un’entrata se non proprio trionfale di certo non in sordina. L’ex Mercenario n°1 – non perché sconfitto ma semplicemente perché si era ritirato – stava avendo un attacco di panico… per cosa? Per una iniezione? Per il timore di morire a causa di un qualche errore non previsto né prevedibile nel composto? O perché finalmente il peso “reale” di quello che stava per fare si era appena abbattuto sulle sue spalle? Difficile dirlo con certezza e Asher in fondo non lo voleva neanche sapere, perché qualsiasi risposta non avrebbe fatto altro che confermare i suoi dubbi a cui poco prima aveva solo velatamente accennato. Nella ciotola alle loro spalle non risiedeva la felicità di Sandyon perché la possibilità di poter provare dei sentimenti come tutti non voleva dire necessariamente che questi sarebbero stati solo ed esclusivamente positivi. Sarebbe cambiato, in meglio o in peggio nessuno l’avrebbe potuto dire, ma la vera domanda era se Vastnor sarebbe stato abbastanza forte psicologicamente da accettare quel cambiamento e adattarvisi. Di certo non era cambiato il suo orgoglio, la sua testardaggine e la sua incapacità di accettare un aiuto sincero e disinteressato quando si trovava in difficoltà come in quel momento. Asher lo sapeva bene. Fu per quello che non si mosse né tentò di impedire a Lindë di fare la crocerossina: la donna probabilmente non avrebbe prestato ascolto alle sue parole troppo presa dalla preoccupazione e lui, loro, non avevano tempo da perdere in sterili spiegazioni. Più saggio lasciare a Vastnor il compito di comportarsi come l’orso che era e che probabilmente non sarebbe più stato.

Lascia... Lascia stare...
Grazie ma... Va bene, posso farcela.


In silenzio lo osservò rifiutare il rimedio naturale e accettare un po’ di sostegno fisico, chiedendosi non per la prima volta cosa diavolo fosse accaduto tra di loro in passato, per poi rimarcare come il sedersi sulla sedia non fosse una opzione negoziabile.

Tsk, manco posso dirti che ti sei rammollito, guarda che figura di merda che ho fatto...

Un angolo della bocca del MediMago si incurvò verso l’alto in un accenno di sorriso mentre, scuotendo la testa più tranquillizzato che divertito: se Sandyon era in grado di fare una battuta così penosa forse allora si stava davvero riprendendo. Ma a lui i forse non erano mai piaciuti, e in quel contesto men che meno, così dopo che la Vilvarin li ebbe dato un bicchiere d’acqua prese a stuzzicarlo con sarcasmo e malcelata ironia per mettere alla prova la sua determinazione.

'Fanculo Brightless, infila quella cazzo di siringa e facciamola finita.

Non era la risposta che voleva non quando la prova di quanto fosse stato a un passo dal perdere il controllo di sé per colpa di un attacco di panico era posata sul tavolino con delle macchie rosso sangue scintillanti alla tenue luce della stanza. Ripetè quindi la domanda, questa volta in maniera diretta e solo dopo un lungo e interminabile minuti in cui scrutò intensamente il volto dell’altro si decise a fargli l’iniezione, dandogli delle indicazioni generali su come avrebbe potuto sentirsi nei prossimi minuti.Era un composto sperimentale e in quanto tale non potevano sapere con certezza che effetto avrebbe prodotto una volta entrato in circolo. Asher quindi si premunì di dare voce a quelli più comuni e relativamente innocui, una precauzione che nei soggetti particolarmente ansiosi diventava prassi onde evitare che le loro paure alimentassero gli effetti collaterali, portandoli a soffrire più del necessario. Una precauzione che non credeva di dover prendere con Vastnor ma l’attacco di panico che l’altro aveva avuto pochi istanti non gli aveva lasciato molte alternative. Fece quindi l’iniezione, premendo lo stantuffo lentamente fino a quando tutto il liquido non passò dalla siringa al corpo dell’uomo, per poi estrarre la siringa velocemente e fare un passo indietro. Con un’espressione vacua sul volto e la mente distaccata, frutto di anni di lavoro come MediMago e Mercenario – due lavori che aiutavano non poco a sviluppare un’elevata dose di sangue freddo in qualsiasi circostanza - Asher osservò l’amico di sempre cambiare almeno fisicamente sotto i suoi occhi.

Sudore… O la sua temperatura corporea sta mutando oppure il suo organismo è sottoposto a uno stress elevato – mormorò con voce atona cercando di associare quei mutamenti a dei sintomi specifici, cosa quella che lo avrebbe agevolato nel trovare immediatamente l’antidoto giusto in caso di necessità. Colse l’occhiata preoccupata della donna e la ricambiò con una sterile e professionale, il massimo del conforto e della rassicurazione che poteva darle in quel momento. – vene in rilievo… la velocità di circolo del suo sangue deve essere aumentata vertiginosamente …

Aggrottò le sopracciglia, all’apparenza perplesso mentre in realtà era decisamente preoccupato. Quelli erano sintomi comuni e solitamente innocui se presi separatamente, ma messi insieme non lasciavano presagire nulla di buono. Mancavano solo tre cose per rendere oscuro quel quadro già di per sé a tinte fosche: mancanza di fiato – e in quel momento Vastnor sembrava una grottesca imitazione di un pesce fuor d’acqua con la bocca aperta e non un fiato a uscirne – dolore al petto e… In meno di un secondo il corpo del Mercenario si irrigidì per poi scivolare in avanti verso il terreno, svenuto. Per quanto si fosse mosso velocemente, Asher aveva compreso quello che stava accadendo con un secondo di ritardo quindi l’unica cosa che potè fare fu quello di accompagnare delicatamente la caduta del corpo esanime dell’amico per impedirgli di aggiungere ai vari danni che aveva già accumulato anche una commozione celebrale.
Immediatamente si inginocchiò al suo fianco, imitata dall’Erbologa che, per non intralciarlo, si dispose dal lato opposto, trovandosi quindi l’uno di fronte all’altro chini sul corpo del Docente di Difesa. Si chinò in avanti, l’orecchio posato sul torace per auscultarne il cuore che non dava segni di vita per poi spostarsi all’altezza della bocca per cogliere un qualche refolo di vita che non c’era. Arresto cardio – respiratorio. Tecnicamente all’uomo restavano si e no 8 minuti di vita e lui non poteva utilizzare neanche un banale Innerva per tentare di rinvenirlo. Procedette quindi alla maniera babbana, praticando un massaggio cardiaco e la respirazione a bocca a bocca fino a quando non avvertì un impercettibile miglioramento.

E’ vivo ma il suo organismo ha bisogno di ogni stilla di energia per poter affrontare la battaglia contro la maledizione quindi per un paio di ore non sarà cosciente.

Affermò sempre con quel tono distaccato e professionale che, sperava, sarebbe bastato per tranquillizzare la donna.

Evochi delle forbici per togliergli gli abiti io vado a cercare qualcuno che ci possa dare una mano a spostarlo.

Così dicendo sbloccò con un colpo di bacchetta la porta della stanza e si fiondò fuori alla ricerca del Signor Barryntonne che, com’era prevedibile, si trovava due porte più giù a pattugliare il corridoio per essere certo che nessuno lo disturbasse. Una volta di ritorno nella stanza lo specializzando, senza fare eccessive domande, li aiutò a sollevare il corpo addormentato di Vastnor sul tavolo in acciaio e mentre Lindë lo spogliava Asher si occupava di modificare i ricordi del giovane in una divisione di compiti che poteva apparire inusuale, considerato che la Vilvarin non era la compagna dell’uomo. Di certo però la Vireau sarebbe stata troppo contenta di riavere il proprio uomo accanto capace di sorriderle per soffermarsi troppo su certi dettagli inutili che invece a lui sarebbero costati una Cruciatus o due. Una volta rimasti soli, Asher porse uno sgabello all’Erbologa e, presone una per sé, si posizionarono ai lati opposti del tavolo e, in silenzio, vegliarono sul bell’addormentato.


[Quasi due ore dopo...]



... Mmmhh...

115 minuti. Tanto era durato il “sonno di bellezza” di Sandyon e Asher non sapeva se quello fosse un buon segno o meno. Il tempo poteva essere proporzionale al grado di corruzione che erano riusciti a debellare? O forse era esattamente il contrario? Purtroppo solo altri esami ed accertamenti avrebbero potuto dare una qualche risposta ai suoi interrogativi.

Crede che capiremo subito se l'antidoto abbia funzionato o meno?

Si. Dovrebbe avere una qualche reazione emotiva istintiva immediata, come degli spasmi muscolari…

Rispose efficiente senza distogliere lo sguardo dal viso dell’uomo in modo da cogliere subito il momento in cui aprì gli occhi. Se il viso di Lindë era una maschera di preoccupazione quello di Asher era una piana del deserto privo di alcun sentimento visibile. In quel momento era un medico che doveva sincerarsi delle condizioni di un suo paziente non un civile disperato per le sorti di un amico. Ci sarebbe stato tempo, dopo, per lasciarsi andare alla disperazione, alla preoccupazione o alla gioia.

Che... Cosa mi succede?
Non posso... Non posso muovermi, sono bloccato, cosa sta succedendo?


L’immobilità forzata denunciata dal “paziente” sembrava andare in contrasto con quanto espresso poco prima dal MediMago ma in realtà non era così. Gli spasmi muscolari di cui parlava erano di tipo emotivo, legati quindi non al movimento in sé quanto all’esternare dei sentimenti e cosa al posto delle lacrime che gli stavano colando giù dagli occhi poteva incarnare meglio questo suo ritorno alla vita? Il loro esperimento sembrava quindi essere andato a buon fine, almeno per quanto atteneva la maledizione. Adesso bisognava sincerarsi che non ci sarebbero stati degli effetti collaterali duraturi e devastanti,come per esempio una paralisi definitiva. Con un colpo di bacchetta appellò degli aghi lunghi e sottili e, alzatosi in piedi, li infilò sottopelle all’uomo in diversi punti specifici del torace, dietro le orecchie e ai lati delle tempie, oltre che a quelli di entrambe le ginocchia.

Il tuo corpo sta recuperando le forze che ha impiegato per ridurre la presa che la maledizione aveva su di te – spiegò quindi lasciandosi finalmente andare a un lieve sorriso di incoraggiamento – Hai avuto un arresto cardio circolatorio per 60 secondi, poi sei caduto in una sorta di coma vigile per circa due ore. Visti i tempi di ripresa dovresti essere in grado di camminare nuovamente, correre o fare qualsiasi altro tipo di movimento nel giro di due ore. Diverso è il discorso per la tua magia… No, non avrai nessuna perdita di potenziale ma non credo sia saggio che tu torni a casa smaterializzandoti e nella giornata di domani cerca di ridurre al minimo l’uso di incantesimi medio alti o almeno assicurati di avere una poltrona a portata di mano su cui stramazzare distrutto.

Un sospiro di sollievo palese accompagnò le ultime parole. Era andato tutto nei migliori dei modi, una giornata di riposo assoluto non lo avrebbe ucciso ed era il minimo dopo quello a cui si era sottoposto.

Sandyon... va tutto bene.
Tra poco potrai di nuovo muoverti, e... ce l'abbiamo fatta.
Andrà tutto per il meglio, devi solo abituarti.


E dare il tempo agli altri di abituarsi a questa nuova versione di te. Vuoi qualcosa per evitare che alla piccola Vireau venga un colpo vedendo quel tuo brutto muso distorto da un sorriso vero?
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Messaggioda Sandyon » 26/02/2014, 16:47

Una volta aperti gli occhi, tutto il mondo, ogni cosa intorno a lui aveva cambiato sfumatura, era come se avessero... Più colore.
Anche i volti e i corpi delle persone, in quel caso la Vilvarin e l'amico, parevano differenti anche se non riusciva a capire come e perché.
Non riusciva a muovere un muscolo e questo gli fece immediatamente saltare i nervi, il cuore che batteva all'impazzata e alcune fitte che dal costato correvano lungo la schiena, le spalle ed infine il collo, fredde e inesorabili.
Provava fatica anche a respirare e a deglutire saliva, devastato da una gigantesca debolezza che lo voleva costringere a chiudere le palpebre e dormire ancora, ma non un sonno leggero, non un sonno normale, bensì un sonno profondo e forse malato: un coma in tutto e per tutto.
La mente dell'ex Mercenario combatteva affinché la stanchezza e il torpore non prendessero il sopravvento e non era una lotta semplice da affrontare. Per la prima volta nella sua vita, Sandyon non era sicuro di voler rimanere sveglio, poiché tutto ciò che stava vivendo teneva dei contorni nuovi, difficili da gestire per le emozioni, emozioni impazzite che cercavano di assestarsi ma con ancora scarsi risultati.
Prese a piangere ma nemmeno se ne accorse, parlando con una voce più morbida, meno cavernosa come al suo solito, spostando gli occhi da una persona all'altra, da Asher a Lindë, il primo apparentemente calmo (come era giusto che stesse un medico), la seconda più preoccupata (come era giusto che stesse un'amica).

Il tuo corpo sta recuperando le forze che ha impiegato per ridurre la presa che la maledizione aveva su di te.
Hai avuto un arresto cardio circolatorio per 60 secondi, poi sei caduto in una sorta di coma vigile per circa due ore.
Visti i tempi di ripresa dovresti essere in grado di camminare nuovamente, correre o fare qualsiasi altro tipo di movimento nel giro di due ore. Diverso è il discorso per la tua magia… No, non avrai nessuna perdita di potenziale ma non credo sia saggio che tu torni a casa smaterializzandoti e nella giornata di domani cerca di ridurre al minimo l’uso di incantesimi medio alti o almeno assicurati di avere una poltrona a portata di mano su cui stramazzare distrutto.


Non era semplice assimilare quelle informazioni.
Tal volta l'immagine del MediMago gli risultava sfocata, opacizzata e difficile da distinguere nei contorni e nelle sfumature.
Evidentemente anche l'occhio stesso stava cambiando modo di vedere le cose.
Incredibile quante differenze sostanziali stessero avvenendo in lui grazie a quel siero: nessuno poteva affermare con certezza quanto avesse aiutato, ma nella realtà pratica, a Sandyon era stato restituito un 20,6% del suo spirito perduto da neonato che si andava a sottrarre al 32,8% iniziale.
In poche parole, la sua anima era completa al 88,8%, quasi il 90% in parole povere, quindi una grande conquista.
Ciò che stava dicendo l'amico comunque era vero: lentamente poteva riuscire a sentire che le dita rispondevano ai suoi ordini e si muovevano pian piano, come anche le ginocchia e le spalle.
Al momento non stava facendo caso al fatto che fosse completamente nudo davanti ad una sua ex fiamma e al suo amico omosessuale (per quanto della seconda situazione gli interessasse molto poco, non essendo la prima volta che capitava per motivo di completa fiducia del Vastnor), più che altro tentava di girare il collo, di alzare una gamba o per lo meno muovere un braccio verso l'alto nel tentativo di eseguire qualche movimento più complesso.

Sandyon... va tutto bene.
Tra poco potrai di nuovo muoverti, e... ce l'abbiamo fatta.
Andrà tutto per il meglio, devi solo abituarti.


E dare il tempo agli altri di abituarsi a questa nuova versione di te.
Vuoi qualcosa per evitare che alla piccola Vireau venga un colpo vedendo quel tuo brutto muso distorto da un sorriso vero?


Avevano ragione, in effetti: qualcosa era davvero cambiata.
Per quanto lui non se ne stesse rendendo conto del tutto, le labbra in realtà si stavano incurvando in un mezzo sorriso, ma non di quelli forzati di un tempo, bensì in qualcosa di più vero, credibile, spontaneo e naturale, per via della contentezza riguardo alla riuscita dell'esperimento.
Chiaro che non fosse ancora molto esperto in materia, quindi appariva più simile ad una posa plastica, ma col tempo avrebbe fatto prove su prove e probabilmente avrebbe raggiunto il traguardo senza nemmeno accorgersene.
Invisibile e guardingo, Mog sorrideva e aveva le lacrime agli occhi, commosso all'inverosimile nel vedere Sandyon sorridere e mostrare umanità.
Dovette resistere però alla tentazione di avvertire subito tutti quanti, perché Sandyon era stato piuttosto chiaro in merito: desiderava sorprendere ognuno quando meno se lo aspettava, a cominciare dalla futura moglie passando dalla figlia acquisita alla migliore amica di Monique e sua sorella.
Finalmente la mano sembrò reagire e collaborare, ed infatti provò ad avvicinarla a quella dell'Erbologa per prendergliela e stringerla, sentirne il calore e le sensazioni trasmesse, infine, chiedendole appoggio con lo sguardo, provò a mettersi su, seduto sul tavolo d'acciaio, percependo immediatamente dentro di se un afflusso di energia magica inferiore allo standard.

Ugh... Hai ragione...
Mi sento più debole, come se il mio potenziale magico fosse calato di improvviso...
Sarà una cosa permanente?


Chiese quindi all'amico e di seguito anche alla donna, non sapendo se magari la motivazione di un simile processo derivasse dalle proprietà di un composto o dell'altro. Adesso che finalmente era in grado di spostare il collo con fluidità e i muscoli gli stavano restituendo la sensibilità fisica, si accorse di essere privo di ogni indumento, inarcando il sopracciglio con aria spesata.
Di seguito l'attenzione si mosse sui vestiti tagliuzzati e calcolando che non c'era possibilità di effettuare incantesimi lì, mosse di nuovo le iridi sul MediMago chiedendogli implicitamente se avesse intenzione di dargli almeno un camice a caso per coprirsi l'amico del piano di sotto.
Si passò una mano sulla fronte ancora sudata e doveva ammettere che qualche volta la testa girava ancora ed anche piuttosto freneticamente.
I suoni più nitidi, le luci più intense, era come se possedere meno anima non gli avesse fatto apprezzare a pieno anche le cose più semplici e scontate. La percezione di caldo e freddo invece erano rimaste invariate, almeno quelle.
Abbassò il capo, con uno sbuffo stanco: la mente ancora combatteva per buttarlo giù, per farlo andare in un sonno vegetativo perpetuo.
Piccole luci apparvero davanti alla vista, segno che era avvenuto anche un debole distacco della retina.
Esperimento riuscito ma quanti cavolo di effetti collaterali... Doveva solo sperare che passassero molto presto, ma se non altro in aiuto c'era il Moguri, che si stava già occupando di alleviare i dolori, procurargli sollievo alla testa e alle ossa, diminuendo sempre di più il trauma cerebrale.

Comunque...
Monique non sapeva nulla di questo incontro, speravo di poterle fare una sorpresa.
Ho detto soltanto che avrei passato del tempo con te stasera
- riferendosi ad Asher - in occasione delle feste.
Quindi... Potrei contare sull'ospitalità di uno dei due per questa notte?


Voleva riposare normalmente, recuperare energie e tornare il giorno successivo a casa in grado di mascherare il cambiamento.
Avrebbe passato la mattinata a capire come gestire quelle nuove emozioni adeguandosi al nuovo stile di vita.
Finalmente intanto, i pettorali iniziavano ad avere piccoli spasmi, come anche i bicipiti e gli addominali che andavano in tiro di tanto in tanto.
In poche parole, la sua struttura fisica stava recuperando pieno controllo e vigore, segno che la ripresa era istantanea e veloce.
La corruzione in lui era diminuita vertiginosamente, si, riusciva a captarlo anche lui con assoluta certezza... Ed era una sensazione bella e strana allo stesso tempo, tanto da fargli emettere anche uno sbuffo divertito, si, divertito, con una piccola risata di gioia e commozione.

Come sono?
Cioè, sono diverso ma... Sono sempre uguale?


Una domanda che si contraddiceva da sola, ma nemmeno lui sapeva bene come spiegarsi e come porre il quesito.
In che modo adesso lo stavano guardando, l'Erbologa e il MediMago?
Erano contenti di vederlo così? Oppure si stavano pentendo e lo preferivano come prima?
Sicuramente gli effetti totali ancora non si potevano riscontrare ma per la miseria... Aveva appena avuto una reazione di contentezza!


Spoiler:
Il problema legato alla diminuzione di energia magica nel corpo di Sandyon deriva da un ingrediente del composto Erbologico creato da Lindë, in quanto la donna ha sfruttato quell'ingrediente per abbassare le difese magiche del soggetto e permettere così al composto finale di arrivare ad avere l'effetto più completo ed efficiente possibile.
Ad ogni modo la donna sa che l'effetto di indebolimento è soltanto momentaneo e non potrà durare più di sei mesi, massimo otto, al termine del quale le energie magiche torneranno come prima e se in quel frangente Sandyon si allenerà anche duramente, non è escluso che i principi naturali contenuti nella pianta utilizzata non possano anche condurlo ad essere pure più forte che in precedenza.
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Messaggioda Lindë » 26/02/2014, 17:34

Panico.
Era quella la prima sensazione che Lindë aveva percepito quando Sandyon aveva cominciato a stare male.
Naturalmente si era preparata all'idea che ci fossero effetti collaterali.
Sarebbe stato inutile prendersi in giro e convincersi che tutto sarebbe andato bene.
Era un esperimento, non era nemmeno detto che finisse in modo positivo.
E di sicuro non c'era nulla di positivo, ora.
Era palese che qualcosa non andasse.
Solo che non era compito suo spiegare quali fossero i problemi.
Fortunatamente c'era Asher, a poca distanza da lei, in grado di spiegarle in modo professionale cosa stesse accadendo.
Ed era davvero una fortuna, visto che, se lei andava nel panico, Brightless perlomeno poteva rimanere razionale.
E distaccatamente lucido.

Sudore… O la sua temperatura corporea sta mutando oppure il suo organismo è sottoposto a uno stress elevato.
Vene in rilievo… la velocità di circolo del suo sangue deve essere aumentata vertiginosamente …


Non disse nulla.
Si morse le labbra a sangue, spostando lo sguardo dall'uno all'altro.
Stava pregando i suoi Elementi.
Windam.
Il Conflux stesso.
Sapeva che quest'ultimo probabilmente aveva problemi ben più gravi di Sandyon Vastnor.
Ma lei aveva bisogno che lui rimanesse in vita.
Teneva all'uomo che l'aveva salvata.
Adesso toccava a lei ricambiare il favore.
E non appena egli cadde, Lindë gli s'inginocchiò accanto.
Asher al lato opposto del corpo del Mercenario, pronto ad aiutarlo grazie alla sua esperienza.
Mai come in quel momento l'Erbologa si era sentita tanto inutile.
E le faceva male, perché avrebbe voluto essere d'aiuto.
Per Sandyon e per il Medimago.

E’ vivo ma il suo organismo ha bisogno di ogni stilla di energia per poter affrontare la battaglia contro la maledizione quindi per un paio di ore non sarà cosciente.
Evochi delle forbici per togliergli gli abiti io vado a cercare qualcuno che ci possa dare una mano a spostarlo.


Annuì silenziosa, iniziando a fare quanto detto.
Evocò un paio di forbici e prese a spogliarlo, completamente.
La preoccupazione per lui vinceva l'imbarazzo di osservare il suo corpo nudo.
Seria, ansiosa, tutto poteva essere ora tranne che intimidita dalla nudità dell'altro.
Ed una volta che fu privato degli abiti e poggiato sul tavolo, Lindë accettò silenziosa lo sgabello porto da Asher, e vi si sedette.
Immobile, lo sguardo fermo su Sandyon.
Aspettando solo che aprisse gli occhi.
Passò davvero molto tempo.
O almeno, a lei sembrò che fosse molto.
Poi, un mormorio da parte dell'uomo che la spinse a rompere quel silenzio di tomba tra lei e Brightless.

Si. Dovrebbe avere una qualche reazione emotiva istintiva immediata, come degli spasmi muscolari…

E così fu.
Il sollievo che Lindë provò nel vederlo sveglio - vivo - fu pari allo sconvolgimento di vederlo con le lacrime agli occhi.
Aveva funzionato.
Ce l'avevano fatta, in qualche modo assurdo e miracoloso, ma ce l'avevano fatta.
Venne da piangere anche a lei, e dovette trattenersi molto.
Si morse le guance per non sorridere, e si asciugò gli occhi velocemente.
Le lacrime avrebbero dovuto aspettare.
Prima doveva sincerarsi che fosse realmente tutto a posto.

Il tuo corpo sta recuperando le forze che ha impiegato per ridurre la presa che la maledizione aveva su di te.
Hai avuto un arresto cardio circolatorio per 60 secondi, poi sei caduto in una sorta di coma vigile per circa due ore. Visti i tempi di ripresa dovresti essere in grado di camminare nuovamente, correre o fare qualsiasi altro tipo di movimento nel giro di due ore. Diverso è il discorso per la tua magia… No, non avrai nessuna perdita di potenziale ma non credo sia saggio che tu torni a casa smaterializzandoti e nella giornata di domani cerca di ridurre al minimo l’uso di incantesimi medio alti o almeno assicurati di avere una poltrona a portata di mano su cui stramazzare distrutto.


Annuì a quelle parole.
Si sarebbe dovuto riposare il più possibile, e seguire alla lettera i consigli del Medimago.
Però era vivo, e stava bene.
E sì, naturalmente qualcosa era cambiato in lui.
La donna non avrebbe saputo quantificarlo, ma era evidente che fosse più... umano.
E finalmente riusciva anche a muoversi un pochino, segno che presto avrebbe recuperato totalmente l'uso del suo corpo.
Per questo lo rassicurò come poteva.
Era andata bene, doveva solo abituarsi al nuovo se stesso.

E dare il tempo agli altri di abituarsi a questa nuova versione di te.
Vuoi qualcosa per evitare che alla piccola Vireau venga un colpo vedendo quel tuo brutto muso distorto da un sorriso vero?


Nuovamente, le venne da piangere.
Difficile farlo nel vedere quel mezzo sorriso spuntargli sul volto.
Un po' tirato, forzato, ma era normale.
Più si fosse lasciato andare, più gli sarebbe venuto naturale e spontaneo farlo.
Era tutta questione di abitudine.
Gli prese subito la mano quando lui la allungò verso di lei.
Lo aiutò a mettersi seduto, lentamente.

Ugh... Hai ragione...
Mi sento più debole, come se il mio potenziale magico fosse calato di improvviso...
Sarà una cosa permanente?


Durerà sei, otto mesi al massimo.

Rispose Lindë.
Almeno per quello sapeva cosa dire.

Per rendere il composto in grado di andare oltre le "difese" della maledizione, ho dovuto far sì che le tue difese magiche venissero abbassate mentre l'antidoto faceva effetto... per questo ora ti senti più debole in tal senso.
Ma come ho detto, l'effetto è momentaneo, e non escludo che con un duro allenamento nel corso di questo periodo, tu alla fine non possa ritrovarti più forte di prima.


I miracoli delle piante.
Bastava usare gli ingredienti giusti, e tutto diventava possibile.
E c'era ancora chi le usava solo per adornare casa propria.

Comunque...
Monique non sapeva nulla di questo incontro, speravo di poterle fare una sorpresa.
Ho detto soltanto che avrei passato del tempo con te stasera in occasione delle feste.
Quindi... Potrei contare sull'ospitalità di uno dei due per questa notte?


Se va bene per entrambi, casa nostra...

Sua e di Irvyne.

... ha una stanza per gli ospiti pronta ad accoglierti.
Non verrai infastidito da nessuno, e sai quanto mio marito sia una persona discreta.


Se Lindë gli avesse chiesto di non fare domande, lui non ne avrebbe fatte.
Era anche per questo che lo amava infinitamente.
Spostò lo sguardo su Asher, chiedendogli se fosse d'accordo.
In fondo anche lui avrebbe potuto ospitarlo, non sapeva del rapporto tra Vastnor e il compagno del Medimago.
A quel punto, se entrambi si fossero proposti, la scelta ultima sarebbe stata proprio di Sandyon.

Come sono?
Cioè, sono diverso ma... Sono sempre uguale?


Non ce la fece più, la Sempreverde.
Piccole lacrime salate colarono lungo le sue guance.
Un sorriso emozionato le incurvò le labbra.
E le venne spontaneo abbracciarlo, delicatamente ma in un gesto sentito, commosso.

Credo di non averti mai visto meglio di così.

Sussurrò dunque, mentre lo abbracciava.
Perché era sempre lui.
Con gli stessi sentimenti, gli stessi ricordi, le stesse idee di prima.
Ma ora sapeva come esprimerle, avrebbe imparato come palesarle nel modo migliore.
Ora poteva essere il Sandyon che tutti loro avrebbero voluto vedere.
Perché non c'era mai stata ragione di privarsi della vita.
E dell'anima.
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Messaggioda Asher » 27/02/2014, 0:01

Una volta liquidato i convenevoli che, considerato chi era il paziente, furono decisamente sopra le righe e eseguita l’iniezione, l’unica cosa che rimanere da fare era attendere che il composto entrasse in circolo e iniziasse la sua battaglia contro la maledizione, monitorando attentamente le reazioni di Sandyon. Asher era ben consapevole che quel compito sarebbe spettato principalmente a lui perché Lindë non aveva la preparazione medica né, a quanto stava dimostrando, il sangue freddo necessario per poter valutare lucidamente e razionalmente le conseguenze che stavano insorgendo. Purtroppo però si trattava pur sempre di una cura sperimentale e quello l’unico esperimento che sarebbe mai stato condotto su un paziente umano quindi le informazioni in suo possesso erano davvero poche per riuscire a prevedere con un congruo anticipo – pur rimanendo nell’ambito dei secondi – in cosa sarebbero sfociate l’eccessiva sudorazione o l’accelerazione della circolazione sanguigna. Il MediMago non fu in grado quindi di impedire l’arresto cardiorespiratorio a cui Vastnor incorse nè il breve coma in cui scivolò subito dopo ma, con l’aiuto dell’Erbologa e quello involontario dello specializzando, potè fare in modo di agevolare il processo di assimilazione del composto e di ripresa dell’organismo, sistemandolo privo di indumenti sul tavolo di metallo al centro della stanza. Mentre attendevano che il Mercenario si riprendesse, Asher si concesse di osservare con calma la donna seduta di fronte a lui, riconoscendole una enorme forza di volontà rapportata alla sua giovane età. Il malore dell’uomo l’aveva terrorizzata eppure neanche per un secondo aveva ceduto al panico o all’isteria, dimostrandosi reattiva a ogni sua indicazione che aveva eseguito in maniera efficiente. Lo sguardo poi passò sull’uomo, sul volto ancora imperlato di sudore e immobilizzato in una maschera di sofferenza e si chiese, non per la prima volta quella sera, se avevano fatto davvero la cosa giusta. Era da più di un ventennio che cercava un modo per aiutare il suo ragazzino ma adesso, mentre delle lacrime apparentemente immotivate solcavano il suo viso, l’euforia e il senso di trionfo erano smorzate da un altro sentimento: la paura. Paura che qualcuno potesse approfittare del periodo di sbandamento emotivo che sarebbe di certo seguito per portare finalmente a termine la sua vendetta. Fu principalmente per quello, per non lasciar trasparire i suoi dubbi e le sue paure, che preferì continuare a indossare i panni del MediMago professionale, coscienzioso e scrupoloso, dando una risposta scientifica a quella che poteva essere considerata a tutti gli effetti la domanda del secolo: ”cosa sta succedendo?”
Continuò a guardare Sandyon fisso negli occhi, non per pudore – quella non era di certo la prima volta che lo vedeva nudo né la più imbarazzante – ma per cogliere qualsiasi sfumatura del suo nuovo “io” e fu così che ebbe la netta sensazione [Intuito(P)/33] che l’altro avesse compreso poco o nulla della spiegazione che gli aveva appena dato.

Gli scriverò un memo insieme alle istruzioni da seguire per i prossimi giorni.

Si appuntò mentalmente mentre Lindë lo rassicurava con parole molto più comprensibili e cariche di affetto, felicità e preoccupazione mal celate a cui si unì con una battuta stupida delle sue. Mentre parlavano intanto il corpo di Vastnor iniziava lentamente a riprendere le proprie funzioni un muscolo alla volta permettendogli non senza l’aiuto della donna di mettersi seduto, con le gambe penzoloni giù dal tavolo di metallo.

Ugh... Hai ragione...
Mi sento più debole, come se il mio potenziale magico fosse calato di improvviso...
Sarà una cosa permanente?


Quella volta fu il suo turno di rimanere in silenzio e interpellare con lo sguardo la Vilvarin, con la speranza che almeno lei avesse una risposta a quell’effetto collaterale che non aveva previsto. Nulla, infatti, negli ingredienti che aveva utilizzato per la preparazione della pozione base e del composto alchemico avrebbe dovuto intaccare le difese magiche dell’altro. La sua era stata una scelta ponderata, più da Mercenario che da MediMago perché i nemici erano sempre tanti e dietro l’angolo e non ci si poteva far sorprendere con la guardia abbassata. Mai.

Durerà sei, otto mesi al massimo.
Per rendere il composto in grado di andare oltre le "difese" della maledizione, ho dovuto far sì che le tue difese magiche venissero abbassate mentre l'antidoto faceva effetto... per questo ora ti senti più debole in tal senso.
Ma come ho detto, l'effetto è momentaneo, e non escludo che con un duro allenamento nel corso di questo periodo, tu alla fine non possa ritrovarti più forte di prima.


Otto mesi di allenamento forzato al minimo delle tue capacità? Credo che qualcuna si divertirà un modo a vendicarsi per tutte le volte che l’hai mandata con il culo per terra - commentò ironico, riferendosi ovviamente alla figlioccia dell’uomo. Seguì poi divertito lo sguardo dell’amico spostarsi dal proprio corpo nudo ai propri vestiti tagliati al suo viso, in una chiara richiesta di abiti – Credo sia un crimine dover coprire tutto quel ben di Merlino – affermò quindi con il tono più serio che riuscì a racimolare per poi sollevare entrambe le mani all’altezza del viso come a volersi proteggere dall’occhiata omicida che l’altro gli rivolse – ma se proprio insisti…

Si allontanò dal tavolo verso un mobiletto in metallo alto poco più di lui posto a sinistra della porta da cui prese un camice verde.

Devi stendere le braccia in avanti…

Gli disse con un tono più gentile e professionale, ogni traccia di divertimento evaporata, chiedendo con lo sguardo a Lindë di aiutarlo nel caso non fosse stato capace di farlo da solo. Fece quindi scivolare le mani dentro le maniche del camice per poi tirarlo sulle spalle e chiuderlo con una cordicella dietro. La schiena e, qualora si fosse alzato, il sedere sarebbero rimasti in parte ben in vista ma almeno l’artiglieria pesante sarebbe stata nascosto dietro il velo di stoffa.

Comunque...
Monique non sapeva nulla di questo incontro, speravo di poterle fare una sorpresa.
Ho detto soltanto che avrei passato del tempo con te stasera in occasione delle feste.
– annuì con un cenno del capo -Quindi... Potrei contare sull'ospitalità di uno dei due per questa notte?

Se va bene per entrambi, casa nostra ha una stanza per gli ospiti pronta ad accoglierti.
Non verrai infastidito da nessuno, e sai quanto mio marito sia una persona discreta.


Non conoscendo nè i tempi né le modalità di reazione del composto ho già fatto preparare il salottino blu e Trilly sarà lieta di occuparsi delle tue necessità primarie quindi hai ben due alternative a tua disposizione.

Commentò subito dopo in maniera casuale, ben sapendo che Vastnor avrebbe compreso al volo i sottointesi. La stanza in questione si trovava nell’ala esterna del Manor e Trilly era l’unico elfo domestico che rispondesse solo ed esclusivamente al MediMago e questo voleva dire che Demetri non avrebbe mai saputo che Sandyon aveva trascorso anche un solo secondo sotto il suo stesso tetto. In più in caso di complicazioni lui sarebbe potuto intervenire in un lampo o due. In ogni caso la scelta non spettava a lui e se l’altro avesse scelto di andare a casa dell’Erbologa e del suo compagno (?) lui si sarebbe assicurato di fornire loro dei preparati da utilizzare in caso fossero insorte delle complicazioni.
Il suono di quella piccola risata di gioia che eruppe dalle labbra di Sandyon spiazzò Asher più delle lacrime che aveva visto scorrere poco prima. Era quello il suono per cui aveva sudato le proverbiali sette camicie babbane e oltre nei mesi precedenti, era quello il momento che aveva atteso vivere fin da quando aveva tenuto tra le braccia quel piccolo fagotto sopravvissuto. Quando era sceso a patti con la sua omosessualità, quasi un quarto di secolo prima, aveva accettato il fatto che non sarebbe mai diventato padre. Poi l’arrivo di Tisifone l’aveva costretto a rivedere le sue convinzioni e si era ritrovato a dover vestire quei panni a cui aveva rinunciato donando il proprio cuore a Demetri ma per quante gioie – e dolori – la sua piccola milaja gli avesse dato nel corso del tempo nulla poteva essere paragonabile a quel momento.

Come sono?
Cioè, sono diverso ma... Sono sempre uguale?


Forse era lui ad avvertire incertezza nel tono di voce dell’altro, un bisogno di essere confortato, lo stupore per aver appena fatto qualcosa che per la maggior parte delle persone era talmente naturale da non farci più praticamente caso. Forse era lui che aveva bisogno di vivere un attimo di pura genitorialità – per quanto surrogata – e dire al proprio bambino “ben venuto al mondo. Non ti preoccupare, andrà tutto bene.”

Credo di non averti mai visto meglio di così.

Si spostò di lato, in modo da non intralciare l’abbraccio in cui Lindë lo aveva coinvolto per andare a posare la mano destra sulla sua spalla e stringerla con forza, per trasmettergli con quel semplice gesto tutta la tranquillità, la sicurezza e l’ottimismo – ed essendo un Grifondoro nell’anima di quello ne aveva in abbondanza nonostante tutto – che provava.

Sei sempre tu, - il figliolo aleggiò nell'aria non detto - con i tuoi pregi e tuoi difetti, i tuoi pregiudizi e le tue preferenze. E se qualcuno proverà a dirti che sei diverso, che non sei più tu allora Crucialo tranquillamente perché provare emozioni non ti rende diverso al massimo migliore.
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Messaggioda Sandyon » 27/02/2014, 18:22

Durerà sei, otto mesi al massimo.
Per rendere il composto in grado di andare oltre le "difese" della maledizione, ho dovuto far sì che le tue difese magiche venissero abbassate mentre l'antidoto faceva effetto... per questo ora ti senti più debole in tal senso.
Ma come ho detto, l'effetto è momentaneo, e non escludo che con un duro allenamento nel corso di questo periodo, tu alla fine non possa ritrovarti più forte di prima.


Quindi all'effettiva era vero: le sue difese e le sue capacità magiche erano diminuite drasticamente, non era una sua impressione del momento.
Sei, otto mesi, una vera infinità calcolando le persone che ci tenevano a metterlo fuori gioco nel mondo, ma visto e considerato che a parte lui e i due sperimentatori nessuno ne era al corrente, poteva reputarsi abbastanza fuori pericolo.
All'interno di quelle settimane allora, avrebbe portato ai limiti la sua forza e la sua resistenza in campo magico, dando il massimo con allenamenti adeguati e volti a migliorarlo ulteriormente e fargli superare i suoi stessi limiti.
Dopo la nuova prospettiva di una vita più carica di emozioni, adesso si andava ad aggiungere anche una nuova meta da raggiungere, un nuovo scopo da portare a termine, una nuova sfida da raccogliere... Ed era da molto che non succedeva un episodio simile.

Otto mesi di allenamento forzato al minimo delle tue capacità?
Credo che qualcuna si divertirà un mondo a vendicarsi per tutte le volte che l’hai mandata con il culo per terra!


E ci finirà anche con il suo paparino fuori forma.
Se pensa di avere vita facile, allora ha sbagliato maestro...


Ovviamente anche il fatto di definirsi "paparino" era altamente insolito per un uomo come lui, non certo abituato a determinati vezzeggiativi affettuosi, mentre invece adesso lo aveva utilizzato con noncuranza, impossibilitato ad accorgersi di quella variazione del vocabolario sfruttato colloquialmente che adesso si avvicinava sempre più ad una persona più aperta, estrosa e normale.
Ad ogni modo era contento di sapere che la figlia avrebbe potuto metterlo in difficoltà in qualche modo: in quella maniera almeno sapeva di avere di fronte un avversario sempre pronto ad allenarsi con lui (a Monique non l'avrebbe mai chiesto e poi la pellaccia doveva farsela la figlia) e ben intenzionato a cercare la strategia adatta per uscire vincitrice.
Era sicuro inoltre, che se fosse riuscita nell'intento di mandarlo K.O. almeno una volta, sarebbe stata felicissima, al settimo cielo, perché anche se indebolito, era pur sempre Sandyon Vastnor, l'ex n°1 al Mondo e lei proprio a quella posizione in classifica puntava.

Credo sia un crimine dover coprire tutto quel ben di Merlino...

Fissò Asher con aria di sufficienza e palese serietà agghiacciante, segno che di certo non aveva perso la bravura nel fulminare il prossimo.
In verità si sentiva piuttosto imbarazzato a stare nudo davanti ad una donna con la quale aveva avuto un trascorso, un passato... Burrascoso.
Avrebbe affrontato quell'argomento con l'amico in un breve futuro, ma non quella sede e non in quel momento.

Ma se proprio insisti…

Insisto.

Devi stendere le braccia in avanti…

Provò ad eseguire il movimento richiesto, ma le spalle ebbero una fitta pazzesca e lo costrinsero ad abbassare subito le braccia.
Necessitava dell'aiuto dell'Erbologa, assolutamente, anche se non l'avrebbe mai voluto chiedere per ragioni di orgoglio.
Il corpo aveva subito un trauma non indifferente e prima di tornare ad essere il sostenuto omone tutto d'un pezzo di un tempo, troppe volte avrebbe dovuto sottostare al bisogno di supporto e assistenza, pur sbuffando o guardando con delusione il proprio corpo.
Una volta messosi qualcosa sopra per annullare ogni effetto di imbarazzo, si passò al discorso sul dove rimanere a dormire quella notte.
Obiettivamente gli andava bene tutto, non aveva alcuna preferenza, ma entrambi misero a disposizione la loro dimora, con tutto il comfort e la tranquillità possibile, lasciandolo inizialmente perplesso ed insicuro sul da farsi, guardando l'uno e l'altra.

Se va bene per entrambi, casa nostra ha una stanza per gli ospiti pronta ad accoglierti.
Non verrai infastidito da nessuno, e sai quanto mio marito sia una persona discreta.


Non conoscendo né i tempi né le modalità di reazione del composto ho già fatto preparare il salottino blu e Trilly sarà lieta di occuparsi delle tue necessità primarie quindi hai ben due alternative a tua disposizione.

L'ultimo dei desideri e dar vita ad una ipotetica altra lite familiare, amico mio.
Per quanto ci sia il 99% di probabilità che nessuno scopra nulla, temo quel 1% quanto per la tua stessa vita.


Perché sapeva che fine avrebbe fatto Asher se Demetri avesse scoperto che il compagno teneva in casa Vastnor senza avergli menzionato nulla.

... Quindi preferisco accettare l'ospitalità della mia collega, riservandomi di venirti a trovare prima della fine dell'anno.

Probabilmente un tempo se ne sarebbe fottuto ed anzi, avrebbe goduto nel far immaginare lontanamente alla checca isterica che il suo più grande incubo (dopo le rughe e le smagliature) si aggirava in una stanza dove non possedeva alcuna voce in capitolo, ma evidentemente l'apertura e il miglioramento del suo animo era avvenuto anche in quello, ponendogli al primo posto la serenità del MediMago che il proprio egoistico piacere.
Tante novità insomma, in quel Sandyon Vastnor che mostrava umanità e allo stesso tempo l'atteggiamento pacato e serio precedente, qualora ce ne fosse bisogno. Aveva quindi fuso le due personalità, aveva reso un'unica persona il Mercenario e l'Uomo, ricercando ancora il giusto equilibrio e facendo tal volta fatica ad abituarsi ad ogni cosa, ad ogni nuova visione, ad ogni nuova sensazione e giudizio.
Un comportamento che suscitò in Asher una reazione emotiva molto particolare e nuova, simile a quella di un padre che per la prima volta vedeva un figlio svolgere i primi passi in piedi, da solo, con le sue forze, immaginando per lui un futuro roseo e meraviglioso.
Il futuro marito di Monique chiese per sicurezza ad ognuno come lo stessero vedendo, se quel che mostrava era positivo o negativo, diverso si ma uguale nella sua integrità completa.
Una tale domanda che scatenò definitivamente l'abbassamento delle difese emotive sia di Lindë che di Asher, i quali la prima lo abbracciò con slanciata dolcezza e felicità, ed il secondo gli pose una mano sulla spalla stringendo e parlando con un tono quasi solenne, ma commosso.

Credo di non averti mai visto meglio di così.

Sei sempre tu, con i tuoi pregi e tuoi difetti, i tuoi pregiudizi e le tue preferenze.
E se qualcuno proverà a dirti che sei diverso, che non sei più tu, allora Crucialo tranquillamente, perché provare emozioni non ti rende diverso al massimo migliore.


Abbassò il capo, forse un po' troppo provato da tutta la vicenda e bisognoso di stare un po' per conto proprio a rielaborare il tutto.
Il cuore però riceveva quelle parole come una benedizione per l'anima e lo rendevano estremamente felice, per questo anche lui ci teneva a restituire parte di quella tanto preziosa benedizione concessagli dagli amici con una propria, fatta creare appositamente per loro.
Chiese mentalmente a Mog di far comparire nella tasca destra del pantalone strappato dei particolari oggetti e con un poco di sforzo, scese dal tavolo d'acciaio dirigendosi proprio in direzione dell'indumento sopracitato, per cercare due scatolette di colore bianco con sopra un un fiocco verde.
Prese un bel respiro, poi, sorrise tra sé... Già, impossibile da dire ma sorrise sul serio.
Tornando eretto col busto, si volse e porse una scatoletta ciascuno aspettando che la aprissero e rivelarne il contenuto.

Questo è un mio piccolo "grazie" per quello che avete fatto per me... Per ciò che mi avete permesso di riconquistare...

All'interno della scatola, un portachiavi di graziosa fattura che emanava però un gigantesco potere magico, davvero esemplare.

Immagine

Tenendolo sempre vicino a voi, questo portachiavi farà si che una volta al giorno un qualunque incantesimo offensivo potenzialmente letale sfumi una non appena giunto in vostra direzione, inoltre, se sarete già stati attaccati in precedenza, recupererà di poco qualche energia.
So che non è nulla in confronto al lavoro che avete svolto voi, ma spero che possiate apprezzarlo ugualmente come io sto apprezzando in questo momento che due persone come te... Amico mio... E te, Amica mia, siate nella mia vita.


Immagine

Sospirò profondamente, ringraziando anche Mog di essergli stato vicino in quell'istante così difficile e nelle successive due ore, raccogliendo quante più forze possibili per reggersi in piedi e resistere alla tentazione di appoggiarsi da qualche parte e facilitarsi il compito della ripresa.
Se davvero doveva cominciare ad allenarsi per diventare forte tanto quanto lo era prima anche con le energie magiche inferiori, allora avrebbe cominciato da subito, in fondo, da chi aveva preso altrimenti Aryanne la sua determinazione a rafforzarsi di giorno in giorno senza smettere mai?
Allungò un braccio verso Asher, invitandolo a prendergli la mano e qualora lui avesse accettato, l'avrebbe attirato a sé per abbracciarlo in un gesto affettuoso ben più sentito e intimo di quanto non fosse mai stato in precedenza, sussurrandogli ancora un "grazie" dietro l'altro, sentendo pizzicare per l'ennesima volta gli occhi, i quali si andavano inumidendo velocemente.

... Ok.
A questo punto credo che sia meglio andare, sicura che tuo marito non rimarrà troppo sorpreso?


Spoiler:
Fino al giorno 30/05/2014, Sandyon subirà un malus di -3 a TUTTE le caratteristiche.

Gli oggetti regalati dal PG agli altri due presenti nella giocata sono stati già inseriti nelle rispettive schede.
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Data Utente Tipo Dado Risultato  
2015-05-27 14:23:14 Zephyr d20 15  
2014-02-24 17:17:47 Sandyon d12 6  
2014-02-24 17:17:20 Sandyon d12 10  
2014-02-24 17:16:39 Sandyon d12 5  
2014-02-24 17:15:56 Sandyon d12 11  
2014-02-24 17:15:39 Sandyon d12 12  
2014-02-24 17:15:20 Sandyon d12 4  
2014-02-24 17:15:03 Sandyon d12 7  
2014-02-24 17:14:47 Sandyon d12 6  
2014-02-24 17:14:24 Sandyon d12 1  
2014-02-24 17:14:08 Sandyon d12 9  
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2014-02-24 17:10:00 Sandyon d20 12  
2014-02-24 17:09:35 Sandyon d20 16  
2014-02-24 17:09:16 Sandyon d20 18  
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2014-02-24 17:08:41 Sandyon d20 12  
2014-02-24 16:55:51 Sandyon d100 84  
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