Per il corridoio..
Inviato: 24/04/2012, 12:43
[CORRIDOIO CENTRALE - UFFICI PROFESSORI - Ore 14.00]
Non c'era più movimento. Le lezioni del mattino erano appena terminate. Estelle aveva tenuto la sua ennesima lezione, questa volta per gli studenti del terzo anno. Non si era mai stancata, non così almeno: riteneva che il suo lavoro fosse un grande divertimento, oltre che una grande passione. Ma non aveva mai incontrato, in tutta la sua carriera, una classe così indisciplinata e chiassosa.
La testa le continuava a battere. Ripensava a come aveva creduto, per un attimo, di poter cedere, cosa che ovviamente non aveva fatto.
Gli studenti, alla fine, si erano lasciati andare a battutine piccante e del tutto inutili, ma perlomeno le avevano prestato un minimo di attenzione.
Ridotta in quello stato, e stanca più del solito, aveva deciso di saltare il pranzo, e rintanarsi nella calma del suo ufficio. Perlomeno, almeno a quell'ora, nessuno l'avrebbe disturbata.
Il corridoio che portava al suo ufficio era lungo, forse più degli altri.
Da un lato e dall'altro le varie porte di legno occupavano l'intero muro. Ancora non aveva imparato perfettamente dove fosse il suo, perciò era costretta a prestare attenzione ad ogni singola etichetta.
Ma quel mattino preferì andare a senso. Perciò non era un caso che camminasse lentamente con il volto verso il basso, quasi fosse afflitta o addirittura distrutta moralmente.
Non le era parso di sentire alcuna voce. Anche i suoi colleghi dovevano essere a pranzo, la maggior parte sicuramente in Sala Grande, ognuno a far compagnia ai propri alunni.
Estelle aveva chiesto gentilmente a Ferdy di prendere il suo posto. Il collega aveva accettato di buon grado, notando che qualcosa non andava.
Continuava a camminare, conscia che da un momento all'altro avrebbe incontrato l'entrata del suo ufficio e si sarebbe dovuta fermare.
Ma qualcosa, o qualcuno, inavvertitamente pose fine al andare.
Estelle si ritrovò improvvisamente catapultata sul pavimento. Si massaggiava ansiosa e perplessa una coscia, la parte del corpo che aveva attutito la caduta.
Non aveva visto nulla, nemmeno la persona che ora, come lei, giaceva a terra, attonita.
Scusami.. ero distratta..
Mormorò solo, questa volta massaggiandosi il capo, tentando di aggiustare alla meglio la sua folta capigliatura bionda.
Lo sguardo, inavvertitamente, cadde sui piedi della persona di fronte a lei.
Un uomo.
Si sentì ancora più imbarazzata. Piano il suo sguardo percorse tutto il suo corpo, fino a posarsi definitivamente sul volto dell'uomo.
Non seppe più che dire. Era affascinante, molto più del solito. Nulla in confronto ai pochi uomini che erano al castello.
Certo, qualcuno c'era, ma quell'uomo era di una bellezza strana, una bellezza che avrebbe potuto catturare l'attenzione di chiunque.
Tentò di alzarsi, ma in quel momento era troppo occupata a capire chi fosse quello strano sconosciuto che le era di fronte e che era riuscito a catturare la sua attenzione.
Non c'era più movimento. Le lezioni del mattino erano appena terminate. Estelle aveva tenuto la sua ennesima lezione, questa volta per gli studenti del terzo anno. Non si era mai stancata, non così almeno: riteneva che il suo lavoro fosse un grande divertimento, oltre che una grande passione. Ma non aveva mai incontrato, in tutta la sua carriera, una classe così indisciplinata e chiassosa.
La testa le continuava a battere. Ripensava a come aveva creduto, per un attimo, di poter cedere, cosa che ovviamente non aveva fatto.
Gli studenti, alla fine, si erano lasciati andare a battutine piccante e del tutto inutili, ma perlomeno le avevano prestato un minimo di attenzione.
Ridotta in quello stato, e stanca più del solito, aveva deciso di saltare il pranzo, e rintanarsi nella calma del suo ufficio. Perlomeno, almeno a quell'ora, nessuno l'avrebbe disturbata.
Il corridoio che portava al suo ufficio era lungo, forse più degli altri.
Da un lato e dall'altro le varie porte di legno occupavano l'intero muro. Ancora non aveva imparato perfettamente dove fosse il suo, perciò era costretta a prestare attenzione ad ogni singola etichetta.
Ma quel mattino preferì andare a senso. Perciò non era un caso che camminasse lentamente con il volto verso il basso, quasi fosse afflitta o addirittura distrutta moralmente.
Non le era parso di sentire alcuna voce. Anche i suoi colleghi dovevano essere a pranzo, la maggior parte sicuramente in Sala Grande, ognuno a far compagnia ai propri alunni.
Estelle aveva chiesto gentilmente a Ferdy di prendere il suo posto. Il collega aveva accettato di buon grado, notando che qualcosa non andava.
Continuava a camminare, conscia che da un momento all'altro avrebbe incontrato l'entrata del suo ufficio e si sarebbe dovuta fermare.
Ma qualcosa, o qualcuno, inavvertitamente pose fine al andare.
Estelle si ritrovò improvvisamente catapultata sul pavimento. Si massaggiava ansiosa e perplessa una coscia, la parte del corpo che aveva attutito la caduta.
Non aveva visto nulla, nemmeno la persona che ora, come lei, giaceva a terra, attonita.
Scusami.. ero distratta..
Mormorò solo, questa volta massaggiandosi il capo, tentando di aggiustare alla meglio la sua folta capigliatura bionda.
Lo sguardo, inavvertitamente, cadde sui piedi della persona di fronte a lei.
Un uomo.
Si sentì ancora più imbarazzata. Piano il suo sguardo percorse tutto il suo corpo, fino a posarsi definitivamente sul volto dell'uomo.
Non seppe più che dire. Era affascinante, molto più del solito. Nulla in confronto ai pochi uomini che erano al castello.
Certo, qualcuno c'era, ma quell'uomo era di una bellezza strana, una bellezza che avrebbe potuto catturare l'attenzione di chiunque.
Tentò di alzarsi, ma in quel momento era troppo occupata a capire chi fosse quello strano sconosciuto che le era di fronte e che era riuscito a catturare la sua attenzione.
Spoiler: