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Messaggioda Melia » 15/04/2013, 12:11

[Martedì - ore 19.21]


Aveva ponderato la situazione a lungo, per assicurarsi che il suo piano venisse sviluppato al meglio: aveva chiesto, ed ottenuto, l'aiuto di Zephyr, per capire quando agganciare la Samyliak da sola, senza il suo serpente di mezzo; non che a Melia non piacesse Idra, al contrario, probabilmente le due sarebbero andate d'amore e d'accordo, ma in quel frangente l'animale di Tisifone poteva risultare come un testimone scomodo e lei, di testimoni, non poteva permettersi di averne.
Aveva una missione da compiere, un obiettivo che, una volta raggiunto, avrebbe non solo portato avanti il suo progetto di seminare il caos nella scuola, ma avrebbe anche fatto felice una certa Mangiamorte, che comunque aveva pagato piuttosto bene la Herbert, per i suoi servizi.
Grazie a Kenway, dunque, Melia sapeva bene che se voleva incontrare Tisifone in un momento tranquillo, senza nessuno di mezzo, doveva attendere gli orari dei pasti: il pranzo, però, era sicuramente il più rischioso dei due, perché alcuni studenti potevano passare da quelle parti, magari di corsa tra una lezione e l'altra; la cena, invece, era più traquilla, perché le lezioni ormai erano concluse e non c'era motivo di affrettarsi per il Castello.
Ed infatti erano poco prima delle 19.30 quando Melia sentì un rumore di passi, per il corridoio del sesto piano: attendeva, la Serpeverde, poco prima dell'imbocco delle scale, così da poter intercettare la Samyliak non appena si fosse mossa per dirigersi in Sala Grande per la cena; al momento, e fino a che non avesse potuto dare concretamente il via al suo piano, se ne stava lì, appoggiata al muro, nell'attesa che la donna palesasse la sua presenza, con gli occhi dorati che brillavano luminosi sotto la luce delle torce, i capelli fluenti parzialmente raccolti, le labbra rosse come il peccato e l'incarnato pallido, come quello della più fine porcellana.

Immagine


Sapeva di dover essere molto precisa coi tempi, ma altresì che aveva 7 ore a disposizione per farle fare tutto ciò che voleva; inoltre, dopo la donna, sarebbe toccato anche al suo dolce fidanzatino Turner incrociarla sulla propria strada, poiché Zephyr le aveva altresì rivelato che Lucas, dopo, cena, si faceva una breve passeggiata fuori dal Castello, in giardino, prima di tornare nei propri alloggi e rimanerci fino al mattino seguente: la questione tempo, tempistisca più che altro, era cruciale in tal senso, per permettere che il piano funzionasse a dovere, ma era sicura di riuscire in tutto alla perfezione, un po' perché aveva studiato quel piano per giorni, un po' perché bastava soltanto essere precisi - e lei solitamente lo era, in ogni campo - ed un po' perché, in fondo, era pur sempre Melia Herbert, aberrazione creata dalla Setta dei 12... come poteva fallire?
Non rimaneva quindi che attendere la prima protagonista del suo sadico progetto, per ipnotizzarla a dovere, distruggere la sua vita... e sedersi in un angolo a godersi tranquillamente lo spettacolo.
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Messaggioda Tisifone » 15/04/2013, 14:29

[Martedì - ore 19.25]


Compiti corretti... appunti per la prossima lezione sulla classificazione ministeriale dei Vati in ordine... E anche in netto anticipo rispetto al solito.

In piedi sulla soglia del proprio ufficio, Tisifone stava valutando con occhio critico la situazione delle varie pile di pergamene che occupavano sia la superficie della sua scrivania che quella del tavolinetto basso posto di fronte al caminetto. Solitamente non riusciva mai a rispettare i tempi che si dava, a causa di imprevisti dell'ultimo momento come qualche incantesimo volante che metteva a repentaglio la sicurezza della Torre o uno studente che si avventurava nel suo antro per chiedere spiegazioni su qualche aspetto, di solito marginale, dell'ultima lezione che aveva tenuto, quindi fu una sorpresa per lei vedere la pendola a forma di drago segnare le 19.25.

Forse avevo proprio bisogno di un Apprendista per riuscire a essere puntuale.

Si disse, increspando le labbra all'insù in un tenue sorriso, qualcosa che ormai le stava diventando quasi automatico ogni volta che pensava al Prefetto dei Corvi. Era infatti merito suo se quella sera sarebbe riuscita a giungere a cena quasi in perfetto orario, gustarsela con calma insieme a Lucas e poi accompagnarlo nella sua passeggiata serale, cosa che solitamente non poteva fare perchè costretta a tornare in ufficio a finire di scrivere questo o quell'appunto. Pensare al suo compagno trasformò il piccolo ghigno di prima in un sorriso luminoso, da innamorata, che poi prese una connotazione maliziosa all'idea di costringerlo a sgattaiolare fino al villaggio per passare un paio d'ore in serenità a casa loro.

Immagine


Uvidimsya pozzhe. I segodnya u vas budet bol'she vremeni, chtoby begat' v sadu, schastlivym?
(Ci vediamo dopo. Oggi avrai più tempo per scorrazzare in giardino, contenta?


Sibilò ironica a Idra che la osservava penzolando con le spire anteriori giù dal ramo del suo albero con quella che, se umana, sarebbe stata una perfetta espressione tra lo stupefatto e il rassegnato.

Mnogo...
(Molto...)


Le rispose e quel sibilo unico risuonò alle orecchie della donna così carico di ironia da farla ridacchiare mentre apriva la porta dell'ufficio. Sapeva perfettamente che il suo animale era orgoglioso e autonomo e il dover dipendere da lei per muoversi da un posto all'altro le pesava non poco. Purtroppo però non avevano alternative considerato la tendenza delle scale a muoversi in maniera inaspettata e veloce e degli studenti a non prestare attenzione a dove andavano, correndo quindi il rischio di inciampare o di calpestare il povero serpente. Una volta in corridoio, Tisifone fece un profondo respiro per tornare completamente padrona di sè, sistemò alcune ciocche dei capelli sfuggite allo chignon in cui li aveva legati dietro le orecchie, assicurandosi che i suoi orecchini di ambra fossero al loro posto e poi lisciò le pieghe dell'abito che indossava, un abito tradizionale da maga, eccentrico come al solito nei colori e nei pendagli, ma con uno scollo ampio che ne esaltava il decoltè - scelta effettuata ovviamente per stuzzicare e compiacere Lucas.
Quella quindi che giunse alla fine del corridoio, poco prima dell'imbocco delle scale, era la solita Insegnante di Divinazione, con il volto impassibile e gli occhi vigili, le mani incrociate in grembo e un passo sicuro ma non veloce che rallentò ulteriormente nello scorgere la figura di una studentessa appoggiata al muro in quella che le sembrava [Intuito (P)= 26] una posa di attesa.

Signorina Herbet.

Salutò quindi in maniera educata, con il solito freddo distacco, rivolgendo alla ragazza un semplice cenno del capo per poi proseguire verso le scale.

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Messaggioda Melia » 15/04/2013, 14:52

Passi sempre più vicini e poi, finalmente, la figura di Tisifone entrò nel campo visivo di Melia, che sorrise per un secondo con un luccichìo sadico negli occhi: oh, sì, sarebbe stato oltremodo divertente mandare in mille pezzi la vita sentimentale della Samyliak, forse perché Turner sembrava essere l'unica persona al mondo di farla sorridere come una ragazzina.
Attese che la donna le fosse vicino, senza fissarla insistentemente ma lanciandole solo qualche occhiata mentre la Divinante eliminava la distanza tra loro, così da darle l'idea che avesse un appuntamento con qualcuno, e dunque fosse semplicemente nell'attesa che questo qualcuno arrivasse.

Signorina Herbet.

Professoressa Samyliak.

Le rispose Melia con calcolata noncuranza quando le passò accanto, richiamando a sé il potere che le scorreva nelle vene e che le circondava il cuore, corrompendolo, ed attendendo che avesse fatto un paio di passi lontano da lei, di spalle alla Prefetta, per voltarsi in sua direzione, come se si fosse improvvisamente ricordata di una cosa importante da dover dire alla docente.

Ah, professoressa!

La chiamò la Serpeverde, infatti, modulando la voce proprio come avesse avuto un'illuminazione improvvisa e le scocciasse pure disturbare l'insegnante in quel momento, ma già che c'era, tanto valeva approfittarne.
Attese quindi che Tisifone si voltasse in sua direzione, per fare un piccolo passo verso di lei, trarre un respiro profondo, e dilatare le pupille, lasciando che l'ipnosi si proiettasse da sé alla donna, abbracciandola.
Se avesse visto le pupille della docente dilatarsi a loro volta, allora avrebbe avuto la conferma che sì, l'ipnosi era andata a buon fine... e la cara Divinante era appena caduta nelle sue mani.
Anzi, spire.

Mi scusi se la disturbo, ma avrei bisogno di darle qualche... ordine.

Cominciò a dire Melia, la voce che, una volta incominciata l'ipnosi, sarebbe dovuta suonare nelle orecchie della donna come un eco suadente, come un Dogma a cui era impossibile sottrarsi: la volontà della Herbert sarebbe stata, per le sette ore successive nella vita di Tisifone, legge.

Ho bisogno che lei mi ascolti attentamente, e che poi faccia tutto ciò che le dirò, siamo d'accordo? - proseguì, attendendo conferma prima di proseguire - Ora lei andrà in Sala Grande a mangiare accanto al suo compagno, come se nulla fosse, comportandosi con lui nel modo più naturale possibile. Finirà di cenare alle 21.00 in punto, lascerà la Sala Grande, e tornerà nei suoi alloggi da sola, dove attenderà fino alle 21.30: a quell'ora, una persona verrà a bussare alla sua porta, qualcuno che lei non conoscerà. Lo farà entrare, e farà del sesso con lui.
Mi ha capito bene, professoressa? Del sesso
- sottolineò per bene la Herbert, tanto per chiarire il concetto - Nel corso di quest'atto, il professor Turner entrerà nella sua stanza, e la vedrà scopare con un altro: quando questo accadrà, lei non dovrà fermarsi, dovrà proseguire nel suo atto infedele. Quando l'uomo con cui avrà fatto sesso se ne andrà, dovrà farsi una bella doccia e mettersi a dormire tranquilla, di un sonno profondo e ristoratore.
Quando l'effetto di questa mia ipnosi finirà, lei avrà dimenticato di aver parlato con me per questo corridoio, e tutto ciò che riguarda l'uomo con cui sarà andata a letto: non ne ricorderà né il volto, né la voce, la sua memoria cancellerà ogni particolare di lui, tranne quello del suo gingillo nella sua intimità, professoressa.
Tutto ciò che ricorderà sarà di aver mangiato in Sala Grande con gli altri professori, di essere tornata nei suoi alloggi, di aver fatto sesso con uno sconosciuto, di essere stata vista da Lucas, e di aver proseguito comunque anche di fronte a lui, tradendo così di sua spontanea volontà l'uomo che ama.


Era un piano talmente perfetto che quasi le veniva da piangere per quanto era stata brava: i dettagli le sembravano definiti in modo chiaro, e se anche Zephyr si fosse presentato sotto sembianze diverse da quelle usuali, Tisifone non avrebbe potuto ricordare nulla di lui, a parte il suo sesso, ma non è che fosse molto rilevante per la Samyliak al fine di capire con chi avesse scopato.
Sì, non c'era via da scampo per la coppia più romantica, o quasi, di Hogwarts.

E' tutto chiaro, professoressa?


[Uso Potere "Ipnosi": Concentrazione => 13 + Bonus Potere Base => 8 + Tiro d20 => 16 = 37]
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Messaggioda Tisifone » 15/04/2013, 15:22

Si stava recando in Sala Grande animata da mille intenzioni romantiche, con uno sfarfallio nello stomaco al pensiero di poter passare la serata tra le braccia del suo uomo in quella che era a tutti gli effetti la loro casa, quando si imbattè nella Prefetta di Serpeverde. Un incontro casuale, come le era capitato mille volte e come le sarebbe potuto ricapitare in futuro, solo che quella volta, di casuale non c'era proprio nulla. Faceva tutto parte di un piano ben congeniato della giovane Aberazione per rovinarle la vita solo per il gusto di farlo o forse anche per un qualche tornaconto personale.

Professoressa Samyliak. - continuò a camminare dopo quello scambio di formalità e stava per salire sulla scala, portandosi in salvo quando la studentessa la richiamò - Ah, professoressa!

Contrariata per quella perdita di tempo, Tisifone si voltò e con sguardo serio osservò la giovane avanzare verso di lei, il movimento sinuoso ed elegante che tanto faceva impazzire la maggior parte della popolazione maschile del Castello. Ma erano i suoi occhi, in quel momento, l'unico particolare degno di nota della Serpeverde, quelle iridi dorate che avevano accalappiato il suo sguardo e da cui non riusciva a staccarsi. Man mano che il potere di ipnosi si concentrava negli occhi della giovane le pupille della Divinante andavano a dilatarsi fino a quando il nero non ebbe risucchiato in sè tutto il blu dei suoi occhi e con esso la luce che era solita animarla da quando Lucas era entrato nella sua vita.

Mi scusi se la disturbo, ma avrei bisogno di darle qualche... ordine.

Mi dica.

Si limitò a rispondere, con quel tono privo di alcuna inflessione che la caratterizzava tanto sopratutto i primi tempi in cui si trovava al Castello. La sua mente era completamente in balia di Melia e quindi non uno sbattito di ciglia, non un'espressione quantomeno perplessa si dipinse sul suo volto a sentirla pronunciare la parola ordine come se fosse del tutto normale che una studentessa potesse dare qualche ordine a un Insegnante.

Ho bisogno che lei mi ascolti attentamente, e che poi faccia tutto ciò che le dirò, siamo d'accordo?

Un semplice cenno del capo, a indicare che aveva compreso la prima semplice istruzione che le era stata impartita e dopotutto non avrebbe potuto fare altro che rimanere lì, ferma e immobile, in attesa delle sue istruzioni perchè il comando sul suo corpo non le apparteneva più.

Ora lei andrà in Sala Grande a mangiare accanto al suo compagno, come se nulla fosse, comportandosi con lui nel modo più naturale possibile. Finirà di cenare alle 21.00 in punto, lascerà la Sala Grande, e tornerà nei suoi alloggi da sola, dove attenderà fino alle 21.30: a quell'ora, una persona verrà a bussare alla sua porta, qualcuno che lei non conoscerà. Lo farà entrare, e farà del sesso con lui.
Mi ha capito bene, professoressa? Del sesso.


Se fosse stata in lei, Tisifone a questo punto sarebbe scoppiata a ridere, una risata priva di divertimento certo, sarcastica perchè lei non avrebbe mai fatto sesso con uno sconosciuto e non solo perchè innamorata folle di Lucas. Non si fidava degli uomini, le sue esperienze passate erano state troppo disastrose per permetterle di cedere ai piacere della carne, di nuovo, senza alcuna rassicurazione. Ma non era in sè e quindi anche questa volta non potè fare altro che annuire per far comprendere all'altra che si, aveva inteso il senso delle sue parole.

Nel corso di quest'atto, il professor Turner entrerà nella sua stanza, e la vedrà scopare con un altro: quando questo accadrà, lei non dovrà fermarsi, dovrà proseguire nel suo atto infedele. Quando l'uomo con cui avrà fatto sesso se ne andrà, dovrà farsi una bella doccia e mettersi a dormire tranquilla, di un sonno profondo e ristoratore.
Quando l'effetto di questa mia ipnosi finirà, lei avrà dimenticato di aver parlato con me per questo corridoio, e tutto ciò che riguarda l'uomo con cui sarà andata a letto: non ne ricorderà né il volto, né la voce, la sua memoria cancellerà ogni particolare di lui, tranne quello del suo gingillo nella sua intimità, professoressa.
Tutto ciò che ricorderà sarà di aver mangiato in Sala Grande con gli altri professori, di essere tornata nei suoi alloggi, di aver fatto sesso con uno sconosciuto, di essere stata vista da Lucas, e di aver proseguito comunque anche di fronte a lui, tradendo così di sua spontanea volontà l'uomo che ama.


Tradire il suo uomo di sua spontanea volontà. Una cosa inconcepibile per la donna, una cosa che però sarebbe stata costretta a fare e sopratutto a ricordare per quando non avrebbe mai saputo il perchè. La sua storia perfetta si stava per sgretolare tra le sue mani e lei avrebbe saputo solo una cosa: che era stata colpa sua, lei la causa, lei l'artefice. E cosa peggiore di tutte anche Lucas l'avrebbe vista in quel modo e lei non avrebbe potuto fare nulla, nulla per fargli cambiare idea.

E' tutto chiaro, professoressa?

Si, è tutto chiaro.

E quando Melia l'avesse lasciata andare, Tisifone si sarebbe recata serena verso la Sala Grande inconsapevole del fatto che stava andando incontro alla sua rovina.

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Messaggioda Melia » 15/04/2013, 17:59

Invincibile.
Ecco come si sentiva Melia in quel momento: un conto era ipnotizzare gli studenti, con quelli più piccoli poi era una vera passeggiata, e in fondo usare il suo potere con persone come Ferdy o Dylan, più vicini alla sua età rispetto agli altri professori, non era così complesso... ma riuscirci con un'insegnante come la Samyliak, che era ben più grande e, di conseguenza, che aveva molta più esperienza di lei e di altri suoi colleghi, era una vittoria su ogni fronte.
Le pupille di Tisifone si dilatarono sempre di più, fino a diventare completamente nere, segno che il cervello della donna si era come sconnesso e consegnato nelle mani della Herbert: e la ragazza di certo non se lo fece ripetere due volte, prendendo ad indicare fino al più piccolo dettaglio di quel piano sadico e bastardo che la Samyliak avrebbe dovuto seguire nel dettaglio, punto dopo punto.
Orari, luoghi ed azioni che la Divinante avrebbe preso come leggi, che il suo corpo e la sua mente avrebbero seguito senza nemmeno porsi il problema se fosse giusto o meno farlo, e quando l'effetto fosse finito... beh, avrebbe dovuto raccogliere i cocci del suo cuore e andare avanti, mentre lei, Melia, avrebbe pensato con chi altro divertirsi, tutto questo naturalmente godendosi la disperazione della donna, probabilmente incapace di capire perché si fosse comportata in quel modo.
Quando ogni cosa fu spiegata, la Serpeverde chiese conferma alla Samyliak se tutto le fosse chiaro, ben stampato in mente, per averne conferma.

Si, è tutto chiaro.

Molto bene.
Dovrebbe andare a cena adesso, il professor Turner la starà aspettando.
Buon appetito, professoressa!


Esclamò Melia, facendole anche un piccolo saluto con la mano mentre le pupille tornavano normali, verticali in mezzo alle iridi colore dell'oro più puro: la osservò andarsene, allontanandosi da lì, e solo quando fu ben sicura che fosse abbastanza lontana da sé, si lasciò andare ad una risata deliziata, assolutamente compiaciuta, una risata che durò a lungo, fino a che la Serpeverde non si decise a scendere a sua volta per la cena.
In fondo, aveva un'altra persona da ipnotizzare.


[FINE]
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Messaggioda Amy » 15/12/2014, 19:19

[Venerdì - Maggio 2109 - Infermeria di Hogwarts ore 13.00]


Pepata ... c'é, Dittamo ... può bastare per un altra settimana, l'unguento di Jansen Friedh ... boh forse qui é il Prof di Alchimia che la prepara ... Ossofast ... a litri altro che ampolle, ne consumano più del succo di zucca!

Venerdì, quinto giorno di lavoro alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, momento dell'inventario, una abitudine presa al San Mungo e mai abbandonata. Non poteva lasciare sguarnita la dispensa dell'infermeria scolastica per il weekend, né voleva trovare brutte sorprese il lunedì al suo rientro.

E con questo direi che ho segnato tutto.

Riposta in bella vista la pergamena compilata con una calligrafia chiara e dai tratti infantili, Amy diede un'occhiata al suo orologio da polso e un sorriso sornione le illuminò il viso. Il suo turno era finito e Alfred le aveva estorto la promessa di scambiare, entro la fine della settimana, quattro chiacchiere costruttive con qualcuno al di là delle battute su ossa rotte e incantesimi castati male con studenti minorenni e dei saluti frettolosi che si scambiava con la Moreau quelle rare volte che si incrociavano in Infermeria.

Lo sai questo cosa vuol dire Miss Harada? Che é giunto il momento dell'esplorazione!

Esclamò eccitata, saltando giù dallo sgabello con tanta enfasi da rimbalzare quasi all'indietro.

Immagine



[Venerdì - Maggio 2109 - Corridoio Sesto Piano - ore 13.15]


Queste scale sono meglio della ruota panoramica di un luna park!

Mormorò estasiata decidendo finalmente di rimettere piede sulla terra ferma e dare così tregua ai muscoli del collo. Aveva trascorso fin troppo tempo a volteggiare per la tromba delle scale con il naso all'insù a guardare estasiata le decine di quadri che la circondavano.

Devo assolutamente trovarne un paio interessanti da sistemare a casa. Di sicuro saranno una compagnia più stimolante della televisione nelle serate di magra.

Peccato non avere la più pallida idea di dover poterli trovare. Avrebbe dovuto chiedere a Lan o anche a Zoé perchè di girare a vuoto per Diagon Alley non ne aveva molta voglia.

Tu invece che misteri hai da svelarmi?

Chiese in un sussurro prima di avventurarsi lungo il corridoio semibuio dov'era scesa, le mani, formicolanti per l'eccitazione, ben piantate nelle tasche dei jeans a vita bassa che aveva indosso. L'argomento "vestiario" - tradizional magico o casual babbano? - era stato oggetto di un lungo monologo interiore la settimana precedente conclusosi con un "se devo andare in giro vestita come a carnevale meglio se resto a casa!" Così anche quel giorno sfoggiava una misè babbana sobria e comoda, con una maglietta nera a maniche corte semi nascosta sotto la giacca jeans e un paio di ballerine argentate come la borsettina, ampliata magicamente per accogliere la sua bacchetta e qualche altro ninnolo femminile, che le sbatteva sul fianco sinistro.

AHAHAHAHAHAHAH Intrusa al sesto piano, intrusa al sesto piano!

Non era ancora giunta neanche in prossimità della prima porta che l'apparizione del Poltergeist più inopportuno e guastafeste del Mondo Magico la gelò sul posto, facendole saltare il cuore in gola.

No no non sono un'intrusa... io ...

AHAHAHAHAHAHAH Intrusa al sesto piano, intrusa al sesto piano!

Aspetta io...

AHAHAHAHAHAHAH Intrusa al sesto piano, intrusa al sesto piano!

Più il Poltergeist rideva sguaiatamente di lei, girandole intorno in cerchi sempre più stretti tanto da renderle difficile non inciampare nei propri piedi nel tentativo di stargli dietro, più Amy sentiva venir meno il proprio autocontrollo e montare il panico. Era dal giorno del suo diploma che non si imbatteva in uno spirito maligno e la vita quasi esclusivamente babbana che aveva condotto per i successivi undici anni non l'aiutava per nulla a riconoscere come "normale" quella apparizione molesta.

Non importunare la donzella, vile marrano!

Per un secondo il sollievo colmò il suo cuore subito stritolato in una morsa di terrore quando il suo sguardo si posò sul presunto salvatore. A pochi metri da lei fluttuava il fantasma della Casata dei Grifondoro che, fedele al suo soprannome, stava tentando di rimettere la propria testa al suo posto.

Immagine



Quella visione fu troppo per i nervi della Harada. Le sue radici babbane presero il sopravvento sul suo raziocinio e, nascosto il viso tra le proprie braccia, dalla sua gola eruppe un urlo spaventato e palesemente femminile

Ahhhhhh

mentre nella sua mente riecheggiava come in un disco rotto la stessa frase:

I fantasmi non esistono.


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Messaggioda Lucas » 15/12/2014, 21:00

[Venerdì - Maggio 2109 - Corridoio del Sesto Piano - Hogwarts - 13.18]


Fissò la sua scrivania, quasi speranzoso di veder comparire qualche improvvisa pila di compiti da correggere... ma nulla; aveva decisamente portato a termine tutte le sue mansioni da insegnante, si era persino portato avanti con le lezioni per le due settimane successive... maniacale nel suo essere ligio al dovere, ma Lucas sapeva bene che non si trattava di attaccamento al lavoro - non che lo svolgesse male di solito, semplicemente non era mai arrivato a quei livelli.
Perché lo faceva proprio ora? Per non pensare, o perlomeno provare a non farlo.
Il fallimento della sua relazione con Lyra aveva portato Turner a pensare che ci fosse qualcosa ben oltre la sfortuna, a far fallire le sue storie sentimentali: forse era lui il problema, forse c'era qualcosa di fondamentalmente sbagliato nel suo modo di approcciarsi alle donne e vivere dei rapporti con loro; Noah gli aveva detto che era un imbecille a pensarla così, ed anche Tisifone probabilmente sarebbe stata d'accordo... ma l'uomo non sapeva come altro spiegarsi il fatto che, una dopo l'altra, tutte le sue relazioni erano andate inesorabilmente a p*****e.
Pellegrino l'aveva rassicurato sul fatto che era solo questione di tempo, che presto o tardi la donna giusta sarebbe arrivata... ma Turner non ci credeva più molto, a dire la verità: aveva preso delle cantonate tali, riguardo al genere femminile, che forse sarebbe stato meglio rimanere da solo a vita, comprandosi un gatto o qualcosa del genere per diventare il perfetto prototipo del "zitello triste e solitario".

Certo, così poi non riuscirò nemmeno più a guardarmi allo specchio, tsk...

Mormorò Lucas con un sospiro, alzandosi in piedi e stiracchiandosi leggermente così da dar sollievo ai muscoli indolenziti: si passò una mano sul collo, riflettendo sulla possibilità di fare una bella passeggiata lungo la riva del Lago Nero - perché di pranzare in compagnia dei colleghi non aveva voglia - quando dei rumori decisamente fastidiosi raggiunsero le sue orecchie.

Ma che diavolo...

Riconobbe velocemente la voce di Pix il Poltergeist, ed altrettanto velocemente quella di Nick-Quasi-Senza-Testa: non si capiva chi dei due facesse più casino, ma la voce femminile - un urlo femminile, a dire il vero - che seguì fu il chiaro segno che Lucas dovesse intervenire.
Scuotendo il capo con un sospiro, il docente di Trasfigurazione si avvicinò alla porta del proprio ufficio e la aprì con un gesto secco della mano, uscendo dalla stanza con aria perplessa e leggermente inquisitoria.

Immagine


Si può sapere che sta succedendo qui?

Domandò con voce autoritaria, avvicinandosi alla ragazza - donna, una giovane donna a ben guardare - e piazzandosi accanto a lei: non che sperasse troppo che Pix gli desse retta, accadeva di sicuro solo con la Preside Bergman e con gli altri docenti per grazia della Trama, ma perlomeno avrebbe intanto tranquillizzato colei che gli stava accanto.

Pix, vogliamo andare ad urlare da un'altra parte, che ne dici? - chiese al Poltergeist che, con una bella linguaccia accompagnata da un improperio verbale irripetibile, si allontanò dal corridoio sghignazzando - Sir Nicholas, la ringrazio per il suo tempestivo e... decisivo aiuto.

D'accordo, non era stato decisivo per niente, ma sapeva di far piacere al fantasma pronunciando quelle parole, quindi perché non fare quel piccolo sforzo che a se stesso non costava nulla?
Quando anche, dunque, il fantasma se ne fu andato, Lucas rimase solo con la donna che, potendola guardare meglio, riconobbe ora come la nuova Infermiera part-time della scuola, colei che affiancava Estelle e le alleggeriva il lavoro, dovendo la Moreau insegnare anche Babbanologia.

Si sente più tranquilla ora, signorina... Harada?

Le domandò, sperando di aver azzeccato il cognome di lei.

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Messaggioda Amy » 15/12/2014, 22:23

Maledetta, stupida, curiosità. Aveva passato ben quattro giorni senza avventurarsi fuori dal tracciato Atrio – Infermeria e la cosa più pericolosa in cui si era imbattuta era stato un possibile caso di vaiolo di drago, rivelatosi alla fine l’effetto collaterale di una qualche Merendina Marinara. E adesso, dopo meno di un quarto d’ora di esplorazione, si trovava in balia di non uno ma bensì due fantasmi. Normale, considerato che si trovava a Hogwarts. Peccato che la sua mente si fosse inceppata e continuasse a ripeterle che ciò che stava vedendo non era possibile. Solo i reikon morti violentemente o vendicativi restavano incatenati al mondo dei vivi e questo li rendeva molto ma molto pericolosi. Motivo per cui Amy si era messa a urlare, cercando di farsi piccola piccola, la testa incassata nelle spalle e il volto nascosto tra le mani.

Si può sapere che sta succedendo qui?

Una voce umana. Un corpo solido accanto al suo. Rifugio, protezione. Senza neanche pensare la nippo irlandese si voltò di scatto e se Lucas non si fosse spostato in tempo l’avrebbe “investito”nel tentativo di cercare protezione tra le sue braccia. Se il tutto fosse andato a buon fine, a contatto con il calore dell’uomo, il cervello dell’Harada avrebbe ripreso a ragionare velocemente.

Torace piatto- non è una donna… Più alto di me – non è uno studente… M***a!

Tempo dieci secondi ed Amy aveva realizzato di stare abbarbicata come un koala a un docente. Alzò la testa di scatto, le guance color rosso fuoco per l’imbarazzo, pronta a scusarsi ma un altro urlo di Pix la mandò di nuovo nel pallone. Con quel poco di lucidità riconquistata ruotò intorno al docente, trovando una posizione difensiva meno imbarazzante, le mani posate sui fianchi dell’uomo e il viso premuto contro la sua schiena.

Per favore mandali via…

Un sussurro che travalicava l'etichetta e denotava una grande paura.

Pix, vogliamo andare ad urlare da un'altra parte, che ne dici?

Pernacchia, bestemmia, silenzio. Adesso il respiro accelerato dell’Infermeria part – time era ben udibile.

Sir Nicholas, la ringrazio per il suo tempestivo e... decisivo aiuto.

Si figuri Professor Turner. E’ stato un piacere.

Nel silenzio totale che seguì i neuroni di Amy tornarono attivi e reattivi tutti insieme sbattendole in faccia la vergognosa verità. Aveva avuto una crisi di panico per degli innocui fantasmi e fatto una figura da cioccolata amara con un docente.

Mi scusi!

Esclamò allontanando di scatto le mani dai fianchi di lui come se il corpo dell’altro stesse andando a fuoco. Fece un paio di passi indietro sulle gambe traballanti fino a sbattere con la schiena alla parete, grata per la chioma fluente che, scompigliata, le permetteva di celare in parte a Turner il proprio sguardo colmo di vergogna per l’accaduto.

Si sente più tranquilla ora, signorina... Harada?

Tranquillissima! Grazie Signor…

Si morse il labbro inferiore, con stizza, considerando un’onta il non saper associare un nome – sulla carta lo conosceva tutto il corpo docente - a un viso. Mentiva, ovviamente, e dato che le bugie avevano le gambe corte le sue l’abbandonarono quasi subito, facendola scivolare a terra. Reazione normale quando a un forte spavento si aggiungeva uno stomaco vuoto.

Oh beati Kami… si può essere più patetica di così? Tutta questa confusione per cosa? Due … due… - nulla da fare la parola proprio non le usciva – Sono terribilmente dispiaciuta di averla disturbata. Sono certa che aveva un sacco di cose più importanti da fare che venire a salvare questa imbranata dal … nulla. Come minimo le avrò fatto fare tardi a pranzo.

Sospiro. Piccola testata alla parete alle sue spalle, non per autopunirsi ma per schiarirsi le idee. Autocompatirsi non era da lei ma sembrava non aver ancora ritrovato la bussola. Spostò alcune ciocche di capelli dal viso, portandole dietro l’orecchio e finalmente puntò i propri occhi in quelli dell’uomo – decisamente da infarto.

Non lo dirà alla Preside, vero?

Domandò con aria titubante, rivolgendogli il suo miglior sguardo da cerbiatto indifeso.
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Messaggioda Lucas » 15/12/2014, 23:14

Per favore mandali via…

D'accordo, Pix sapeva essere molto fastidioso, e Nick-Quasi-Senza-Testa non era esattamente un bel vedere... ma di certo non immaginava che potessero portare tanto panico nello spirito di una persona - una maga peraltro, che si presupponeva fosse a conoscenza dell'esistenza di fantasmi e poltergeist: lungi dal voler giudicare qualcuno, comunque, semplicemente Lucas fece allontanare Pix e ringraziò Sir Nicholas, riportando così la pace ed il silenzio per il corridoio del sesto piano.
Con la fronte aggrottata dalla perplessità, a quel punto Turner si volse per cogliere lo sguardo della donna - donna che si era prima rifugiata tra le sue braccia e poi dietro il suo corpo, attaccata alla sua schiena - e capire se si sentisse più tranquilla al di là dell'imbarazzo provato nell'aver reagito in quel modo.

Tranquillissima! Grazie Signor…

Turner, Lucas Turner, docente di Trasfigurazione. - si presentò lui, non trovando nulla di male nella sua dimenticanza perché, in fondo, era al Castello da poco, e doveva ricordarsi i nomi di moltissime persone - Sicura di sentirsi bene? Mi sembra un po'...

"Provata", quello era il termine che avrebbe voluto usare, ma non ce ne fu bisogno perché, a distanza di pochi secondi, fu la stessa Infermiera a scivolare per terra: un'espressione preoccupata accese il viso di Lucas, che si abbassò immediatamente su di lei - chiedendosi intanto quanto si potesse considerare ironico portare l'Infermiera di Hogwarts in Infermeria... come paziente.

Oh beati Kami… si può essere più patetica di così? Tutta questa confusione per cosa? Due … due…

Fantasmi... ? - concluse lui per l'altra, incerto se pronunciare o meno quella parola.

Sono terribilmente dispiaciuta di averla disturbata. Sono certa che aveva un sacco di cose più importanti da fare che venire a salvare questa imbranata dal … nulla. Come minimo le avrò fatto fare tardi a pranzo.

Non deve scusarsi, davvero.
In realtà avevo in programma di passeggiare fuori dal Castello, quindi non mi ha fatto fare tardi e non ha disturbato faccende urgenti.
- la fissò per un secondo, prima di sorriderle con gentilezza - Oltretutto, cosa potrebbe mai esserci di più importante che salvare una gentildonna in difficoltà?

Domandò divertito, sfruttando la terminologia tanto cara a Sir Nicholas: con tutto che Lyra Bennet l'aveva ferito moltissimo, Lucas non poteva fare a meno di essere gentile col prossimo, soprattutto se il suo prossimo era una bella donna con gli occhi da cerbiatta indifesa ed un corpo di tutto rispetto che lo fissava a metà tra l'inquieto ed il riconoscente.
Inutile provarci, non sarebbe cambiato mai.

Non lo dirà alla Preside, vero?

Non c'è niente da dire, in realtà... a parte che ho finalmente conosciuto in prima persona la nuova Infermiera del Castello. - replicò lui, facendole capire che aveva già dimenticato il "come" l'aveva conosciuta - Mi auguro che non si faccia influenzare dall'incontro con Pix... le assicuro che quel Poltergeist, per quanto fastidioso, è innocuo, così come tutti i fantasmi del Castello.

Perché se aveva capito bene dalle poche informazioni reperite in giro, lei non aveva studiato ad Hogwarts - ma non ricordava se fosse andata alla Cyprus o alla Musashi - e a Lucas sarebbe spiaciuto se la sua idea della scuola fosse circoscritta ai modi molesti di Pix.

Stava andando da qualche parte?
Ha bisogno che l'accompagni?


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Messaggioda Amy » 16/12/2014, 0:19

Turner, Lucas Turner, docente di Trasfigurazione.

Un nome che non avrebbe dimenticato facilmente e neanche il volto, anche se per apprezzarne i lineamenti e la profondità dello sguardo Amy dovette attendere un altro po’. Spariti i due fantasmi, infatti, l’attacco di panico era andato scemando così come l’adrenalina che aveva in circolo lasciandola spossata e senza forze.

Sicura di sentirsi bene? Mi sembra un po'...

Non tentò neanche di dissimulare il malessere che si stava diffondendo per il suo corpo, preferendo abbozzare uno stanco sorriso di scuse – le avrebbe mai esaurite nei confronti dell’altro? – mentre scivolava a terra. Si poteva essere più patetica di così? Fino a un attimo prima la nippo irlandese avrebbe scommesso di no, salvo poi ritrovarsi a balbettare nel tentativo di pronunciare una semplice, innocua parola.

Fantasmi... ?

Si … fantasmi.

Confermò giocherellando con un bottone della giacca aperta per tenere le mani impegnate e avere una scusa banale per non dover guardare Lucas in faccia e leggervi compassione o pena. Avrebbe voluto smaterializzarsi all’istante via da quella situazione imbarazzante e trovare conforto nel suo laboratorio, tra polvere di cacao e aromi vari. Anzi no, meglio affogare direttamente in una gigantesca cioccolata calda formato Troll. Ma non poteva farlo, e non solo perché era impossibile usare quel tipo di magia all’interno del Castello. Doveva almeno delle scuse decenti al suo salvatore.

Non deve scusarsi, davvero.
In realtà avevo in programma di passeggiare fuori dal Castello, quindi non mi ha fatto fare tardi e non ha disturbato faccende urgenti.


Ha scelto la giornata giusta per un programma del genere. Il tempo lì fuori è così invitante che è stata un’agonia dover trascorrere la mattinata tra queste mura. - volse la testa verso le scale in direzione di quella che, credeva, fosse l’uscita. Il rossore stava via via sparendo, lasciando il posto al solito incarnato rosa pallido, la voce diventava meno incerta così come il discorrere più sfacciato – Ha un posto preferito? Da quello che ho potuto capire c’è un punto da cui si gode un panorama stupendo sul Lago, con la Foresta in sottofondo.

Oltretutto, cosa potrebbe mai esserci di più importante che salvare una gentildonna in difficoltà?

Hummm… mantenere il segreto della gentildonna in questione con la Preside?

Non c'è niente da dire, in realtà... a parte che ho finalmente conosciuto in prima persona la nuova Infermiera del Castello.

E ha scoperto che ha una fifa matta per i fantasmi.

Mi auguro che non si faccia influenzare dall'incontro con Pix... le assicuro che quel Poltergeist, per quanto fastidioso, è innocuo, così come tutti i fantasmi del Castello.

Lo so che sono innocui solo che a volte lo dimentico – arricciò il naso per l’assurdità di quella affermazione – In fondo, se esclude i sei anni di scuola alla Musashi, ho vissuto la maggior parte della mia vita nel Mondo Babbano e lì i fantasmi non sono proprio all’ordine del giorno…

E neanche al San Mungo a dire la verità. Se si aggiungevano anche le storie terrificanti che i suoi nonni paterni le raccontavano da piccola su gli spiriti dei morti quei suoi momenti di défaillance non erano proprio incomprensibili.

Stava andando da qualche parte?

In realtà ero in esplorazione. – confessò candidamente, un barlume dell'eccitazione che l'aveva pervasa prima a illuminarle gli occhi – Non avrei resistito un giorno di più alla curiosità di vedere com’è fatta la famosa Hogwarts. Così ho preso le scale e sono scesa solo quando mi stava venendo un principio di torcicollo.

Ridacchiò divertita al ricordo di quanto le era piaciuto volteggiare per la tromba delle scale scambiando quattro chiacchiere con i quadri più loquaci, la mano destra a massaggiarsi i muscoli del collo incriminati.

Ha bisogno che l'accompagni?

Credo di aver esplorato abbastanza per oggi. – commentò, porgendogli la mano con aria imbarazzata nella muta richiesta di aiutarla a rimettersi in piedi – Però potrebbe mostrarmi un posto che assomigli a una cucina in modo che possa prepararle uno spuntino appetitoso da gustare dove preferisce e ripagare in questo modo il suo atto di cavalleria – non si stava autoinvitando a pranzare con lui, ma solo di preparagli da mangiare. Non erano ancora abbastanza in confidenza per mostrarsi così sfacciata – E per favore dammi del tu e chiamami Amy prima che faccia qualche gaffe colossale confondendo il “lei” con il “voi”.

L’essere formali non si sposava per nulla con il carattere spontaneo dell’Harada.
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