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da Lucas » 29/04/2012, 19:24
Purtroppo il mio essere dalla parte della ragione non riscuote proseliti al Castello e quindi non esistono regole per l’abbigliamento nelle ore non scolastiche. Le sue studentesse potranno continuare ad ammirarla…
Da quel che mi ricordo, una volta i professori non si sarebbero mai sognati di vestirsi con abiti non consoni alla loro professione nemmeno durante l'orario non scolastico. E' evidente che i tempi sono cambiati... io però sono convinto che un abbigliamento meno formale ci possa far avvicinare ai nostri studenti: è giusto che ci rispettino e siano educati nel rivolgersi a noi, ma non devono per forza vederci come delle figure superiori ed inavvicinabili, non crede?
Commentò Lucas, sperando così di portare la conversazione su un terreno più tranquillo e meno doloroso per la donna di fronte a sé che sembrava davvero ferita per la partenza del professor Skett: forse tra loro c'era stato del tenero in passato, e per questo ora Tisifone sentiva più dolorosamente di altri la sua mancanza, chi poteva dirlo. Di sicuro parlare di come fossero considerati i professori dagli studenti avrebbe avuto un duplice effetto: rasserenare - o almeno tentare di farlo - un poco l'animo della donna, e scoprire qualcosa di più su di lei da un punto di vista prettamente professionale.
Passerà in quell’ufficio più tempo di quello che adesso crede, è giusto che sia un luogo per lei confortevole. Mi piacerebbe dargli un’occhiata quando avrà finito, per vedere se questa sua gentilezza è difensiva oppure innata.
La seconda affermazione della docente gli fece alzare un sopracciglio con espressione interdetta, dalla quale però scaturì un piccolo sorriso, sempre piuttosto sghembo e con quella leggera velatura di furbizia e divertimento. Era ovvio che la donna non volesse parlare ad alta voce in quel momento, ma la frase che le era scappata dalle labbra non aveva fatto offendere Lucas, anzi.
Sarò ben lieto di offrirle qualcosa da bere tra qualche giorno, quando avrò finalmente ordinato tutte le mie cose, e dimostrarle che spesso, per quanto il tempo cambi le persone, le caratteristiche con le quali siamo nati e cresciuti qui dentro non muoiono mai.
Replicò infatti l'uomo in un chiaro riferimento alle caratteristiche di Tassorosso: all'epoca di quando era studente era stato spesso sbeffeggiato e preso in giro per l'appartenenza a quella Casata considerata la più debole tra le sei, ma lui l'aveva sempre amata e rispettata, considerandola la sua seconda famiglia; ed era fiero, a distanza di anni, di considerarsi ancora un Tasso a tutti gli effetti.
Si metta pure comodo, non credo che tornerà. E non lo pensa neanche la Preside, visto che ha nominato un nuovo Prefetto.
Non mi stupisce che la Preside Bergman si sia sentita in dovere di far occupare subito la carica a qualcuno di altrettanto competente: ho vissuto in America per lungo tempo e mi creda, resterebbe stupita nello scoprire quanta rivalità l'accademia magica di Cyprus nutra verso Hogwarts, e di come voglia a tutti i costi primeggiare su questa. - raccontò Lucas, abbassando la voce per farle comprendere che le stava dicendo quelle cose in confidenza, e che teoricamente si trattava d'informazioni non accessibili a tutti - Forse la Preside ha semplicemente deciso di non dare modo alla scuola americana di screditare quella inglese per la presenza di cariche non occupate.
Aggiunse con una nota di ammirazione nella voce nei confronti di quella donna che, evidentemente, riusciva nonostante tutti gli inconvenienti a mantenere il tono di prestigio che Hogwarts aveva ottenuto nel corso degli anni.
Dovrebbe sentirsi onorato, è una cattedra molto prestigiosa e la Bergman non l’avrebbe mai svenduta al primo ragazzino che sa trasfigurare una coppa in un topo. Deve avere delle ottime referenze. Ma se proprio vuole essere rassicurato presenzierò molto volentieri alla sua prima lezione.
E se l'intento era quello di spaventarlo la cosa fallì miseramente visto che il volto di Lucas si aprì in un sorriso tanto cordiale quanto entusiasta.
Sarei onorato di averla nella mia classe, chissà che non possa darmi anche qualche consiglio per migliorarmi, a fine lezione. Tuttavia non vorrei rubarle del tempo prezioso, quindi si senta libera di fare ciò che preferisce.
Rispose l'uomo, dimostrando una totale apertura verso la donna ed un desiderio di conoscerla meglio, se non altro da un punto di vista professionale; gli sembrava in realtà che la collega non fosse molto propensa al rapporto umano, ma forse era solo una sua impressione sbagliata. Avrebbe comunque avuto tempo, o almeno così sperava Lucas, per scoprire se la sua supposizione fosse esatta o meno.
Non si preoccupi, non sono solita giudicare le persone in maniera così superficiale. Il nostro rapporto professionale non verrà scalfito da questo… malinteso. Per quanto riguarda l’essere buoni colleghi non so, di solito non riscuoto molte simpatie.
Sembra essere una caratteristica di molti.
Mormorò sibillino, in un'affermazione che per lui si rifaceva a ciò che Estelle gli aveva raccontato, ma che per la donna di fronte a sé forse non avrebbe significato molto. Ciò che ora però Lucas voleva era tentare di conoscere meglio la collega, la donna dagli occhi penetranti ed il fisico prorompente che gli stava di fronte e che lo osservava con sguardo glaciale.
Pensa che potrei rubarle altro tempo? Non mi dispiacerebbe chiacchierare ancora un po' con lei...
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da Tisifone » 29/04/2012, 21:53
Da quel che mi ricordo, una volta i professori non si sarebbero mai sognati di vestirsi con abiti non consoni alla loro professione nemmeno durante l'orario non scolastico. E' evidente che i tempi sono cambiati... io però sono convinto che un abbigliamento meno formale ci possa far avvicinare ai nostri studenti: è giusto che ci rispettino e siano educati nel rivolgersi a noi, ma non devono per forza vederci come delle figure superiori ed inavvicinabili, non crede?
Tisifone rimase un attimo perplessa dalla risposta di Lucas, articolata e ben argomentata, non una frase di circostanza buttata lì giusto per educazione. L’unico dubbio che aveva era il movente, non sapeva se era davvero interessato o cercava solo un argomento neutro di cui chiacchierare. Una persona diversa si sarebbe limitata a continuare la conversazione senza porsi tante domande, ma Tisifone non era una qualunque e l’influenza di Demetri si sentiva sempre e in ogni circostanza, anche quelle più innocenti.
La modernità ha contagiato anche Hogwarts – concordò senza nascondere il suo disappunto – Non ho mai pensato che un abbigliamento formale potesse accentuare il divario tra professori e studenti. Semplicemente sono stata cresciuta secondo le vecchie tradizioni purosangue che non contemplano abiti informali e per di più babbani.
Disse quindi con un tono di voce leggermente più rilassato, un suono decisamente più armonioso rispetto ai sibili e ai ringhi con cui ha subissato il collega fino a quel momento.
Anche se non sono così bigotta e ottusa da non saperne apprezzare la bellezza e la comodità. Diciamo solo che li indosso prevalentemente, se non solo, fuori da queste mura.
Aggiunse, non tanto per giustificare il suo comportamento, quanto per spiegare meglio il proprio comportamento: per quanto non ci tenesse particolarmente al giudizio degli altri non voleva essere scambiata per una di quelle Purosangue snob che osteggiavano i babbani. Sarebbe stato offensivo non tanto verso di lei ma quanto verso i suoi genitori.
Sarò ben lieto di offrirle qualcosa da bere tra qualche giorno, quando avrò finalmente ordinato tutte le mie cose, e dimostrarle che spesso, per quanto il tempo cambi le persone, le caratteristiche con le quali siamo nati e cresciuti qui dentro non muoiono mai.
Crescendo le persone evolvono non cambiano… anche se non sempre questo è un bene.
Commentò seria, perdendosi un attimo nelle sue riflessioni. Ai suoi tempi il Cappello Parlante smistava quasi tutti gli studenti stranieri nelle due nuove Casate, come se le quattro Casate storiche fossero riservate solo agli studenti inglesi e spesso si era chiesta in quale casa l’avrebbe smistata adesso.
Non mi stupisce che la Preside Bergman si sia sentita in dovere di far occupare subito la carica a qualcuno di altrettanto competente: ho vissuto in America per lungo tempo e mi creda, resterebbe stupita nello scoprire quanta rivalità l'accademia magica di Cyprus nutra verso Hogwarts, e di come voglia a tutti i costi primeggiare su questa. Forse la Preside ha semplicemente deciso di non dare modo alla scuola americana di screditare quella inglese per la presenza di cariche non occupate.
Presa alla sprovvista da quel cambio di intonazione, Tisifone dovette fare un passo verso il ragazzo e tendere leggermente la testa in avanti, dando l’impressione a chiunque passasse in quel momenti che Lucas le stesse rivelando chissà quale segreto. Cosa che era, anche se non di natura personale.
Credevo che le rivalità tra scuole fosse finita anni fa – rispose, usando anche lei quel tono basso da cospirazione. Una parte di lei lo trovava ridicolo ma se il collega pensava che quello fosse un argomento top secret lei si sarebbe adatta. – Spero solo che questo non porti a una nuova guerra. L’ultima ha creato abbastanza danni ai giovani per i miei gusti.
E per un attimo nei suoi occhi blu notte brillò una fiamma di puro odio: il suo primo anno a Hogwarts era stato un vero e proprio incubo. Gli studenti inglesi non perdevano nessuna occasione per tiranneggiare gli altri, cercando in ogni modo di affermare la loro superiorità anche con metodi poco ortodossi. Non appena il discorso tornò su un terreno più innocuo, Tisifone fece un passo indietro, ritornando alla sua posizione originaria, anche se visibilmente più rilassata.
Sarei onorato di averla nella mia classe, chissà che non possa darmi anche qualche consiglio per migliorarmi, a fine lezione.Tuttavia non vorrei rubarle del tempo prezioso, quindi si senta libera di fare ciò che preferisce.
Il tempo non è mai sprecato se investo in maniera proficua e se è un bravo insegnante come la Preside crede allora sarà sicuramente del tempo speso bene – no, non lo stava lusingando, e il tono di voce piatto doveva renderlo chiaro, esprimeva solo la sua fiducia nella capacità della Preside di scegliere gli Insegnanti solo tra le eccellenze – E non mancherò di appuntarmi ogni sua mancanza…
Ironica questa volta, l’angolo sinistro della bocca sollevato leggermente in un piccolo ghigno, dalla serie “ ti sto prendendo in giro ma non saprai mai quanto”.
Ovviamente se vorrà sarò lieta di ospitarla nella mia aula, anche se dubito che la cosa le possa interessare.
Pura cortesia la sua, un gesto dettato dal non voler sembrare un’arpia autoritaria che si impone durante le lezioni del prossimo.
Sembra essere una caratteristica di molti.
Aggrottò le sopracciglia perplessa a quel commento, non comprendendo a cosa si riferisse visto che, trovandosi lì da solo una settimana non poteva aver avuto tanti incontri negativi con gli altri Insegnanti. Valutò per un attimo se chiedere o meno spiegazioni, ma alla fine la sua proverbiale riservatezza ebbe la meglio e preferì soprassedere. La conversazione tra i due si era protratta più a lungo del dovuto e ormai l’ora di cena era quasi sopraggiunta, così stiracchiandosi un attimo per sciogliere i muscoli della schiena provati per essere rimasta così tanto tempo in piedi ferma, Tisifone cercava un modo poco rude per accomiatarsi.
Pensa che potrei rubarle altro tempo? Non mi dispiacerebbe chiacchierare ancora un po' con lei...
La proposta di Lucas bloccò il suo saluto, facendole chiudere la bocca di scatto. Per una manciata di secondi la donna rimase in silenzio, valutando i pro e i contro di quella anomala richiesta: non è che ricevesse inviti del genere tutti i giorni.
Bè avere una compagnia quasi piacevole a cena sarebbe una grossa novità.
Si disse, annuendo con il capo, un’espressione più seria che gioviale sul viso.
Potremmo continuare questa nostra chiacchierata al tavolo dei Professori in Sala Grande, così potrà conoscere anche gli altri Insegnanti - propose quindi. Pur non avendo molto appetito si era ripromessa di consumare almeno un pasto con gli altri colleghi giusto per mitigare le voci che la indicavano come una eremita – Oppure potrei mostrarle gli esterni del Castello.
Aggiunse, lasciando a lui la scelta. Non gli stava proponendo un pic nic all'aperto, un gesto troppo intimo verso qualcuno che conosceva appena, ma semplicemente di unire l'utile al dilettevole. Continuare la loro chiacchierata mentre lei gli illustrava le insidie e i pericoli dei dintorni di Hogwarts.
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da Lucas » 30/04/2012, 14:35
La modernità ha contagiato anche Hogwarts. Non ho mai pensato che un abbigliamento formale potesse accentuare il divario tra professori e studenti. Semplicemente sono stata cresciuta secondo le vecchie tradizioni purosangue che non contemplano abiti informali e per di più babbani.
Peccato, sono sicuro che con un bel vestito sarebbe bella da morire...
Si disse Lucas senza però azzardarsi a formulare quel pensiero ad alta voce: era sicuro che la donna non avrebbe apprezzato quel suo pensiero, ma non c'era nulla di male nel tenerlo chiuso nella propria mente; d'altronde, col fisico che si ritrovava, era difficile non essere obiettivi e non pensare una cosa del genere. Il problema era che Tisifone non le sembrava troppo avvezza a quel tipo di complimento, e l'ultima cosa che l'uomo voleva era finire con l'offenderla.
Anche se non sono così bigotta e ottusa da non saperne apprezzare la bellezza e la comodità. Diciamo solo che li indosso prevalentemente, se non solo, fuori da queste mura.
Chissà che un giorno non possa invitarla fuori a pranzo ed osservarla con abiti babbani, allora. Se posso permettermi, sono certo che sarebbe una gioia per i miei occhi.
Un complimento simil a quello pensato poco prima ma sicuramente meno invasivo e più galante, che sperava avrebbe fatto piacere alla donna: non era sicuro di volerlo pronunciare, ma visto l'ulteriore commento di lei sull'argomento rimanere in silenzio non gli sarebbe sembrato molto garbato; meglio allora essere sincero e sperare che la collega, come ogni donna, si potesse sentire felice di ricevere un complimento del genere.
Credevo che le rivalità tra scuole fosse finita anni fa. Spero solo che questo non porti a una nuova guerra. L’ultima ha creato abbastanza danni ai giovani per i miei gusti.
Non credo si arriverà a tanto, ma sicuramente la rivalità c'è e si sente anche se i Presidi delle tre accademie fanno di tutto per non lasciar trapelare nulla: non fanno altro che fissare meeting e riunioni per dare una parvenza di complicità tra le scuole, ma c'è ben poco di vero in tutto questo.
E parlava a ragion veduta visto che, dando ripetizioni private a molti studenti della Cyprus, aveva avuto modo di sentire direttamente da loro e dai genitori come stessero le scuole: uno dei motivi per lui Lucas ammirava la Bergman era proprio perchè, a differenza del Preside della scuola americana, lei cercava di non fomentare le rivalità con altre accademie concentrandosi sul lavoro nella propria; negli USA, al contrario, si sentiva costantemente il paragone con Hogwarts ed i suoi studenti, ed il bisogno di superarli era quasi surreale.
Il tempo non è mai sprecato se investo in maniera proficua e se è un bravo insegnante come la Preside crede allora sarà sicuramente del tempo speso bene. E non mancherò di appuntarmi ogni sua mancanza…
Sorrise a quelle parole, divertito e forse solo un po' spaventato, quel tanto che bastava per farle comprendere che teneva moltissimo al suo giudizio in quanto collega e persona con molta più esperienza di lui, e che apprezzava davvero l'interessamento di lei al suo lavoro.
Ovviamente se vorrà sarò lieta di ospitarla nella mia aula, anche se dubito che la cosa le possa interessare.
Perchè dice una cosa del genere? Non sarò mai stato troppo portato per la Divinazione ma questo non significa necessariamente che non debba interessarmi... al contrario, la considero una disciplina affascinante e riservata a pochi eletti, il che la rende ancora più misteriosa di quanto già non sia. Sarei lieto di assistere ad una delle sue lezioni, professoressa.
Rispose Lucas con voce sincera e per nulla lusinghiera: riteneva davvero che una materia come quella che lei insegnava non potesse essere appresa da tutti, perciò la possibilità di vedere un'esperta al lavoro in quel senso era un'occasione molto speciale che lui non sarebbe stato così stupido da sprecare; anzi, Turner sperò che la donna non l'avesse invitato solo per cortesia, gli sarebbe spiaciuto molto leggere eventualmente in lei uno sguardo di disappunto o irritazione. Intanto però l'aveva invitata a passare altro tempo insieme, e dopo un primo istante di difficoltà Tisifone sembrò prendere una decisione.
Potremmo continuare questa nostra chiacchierata al tavolo dei Professori in Sala Grande, così potrà conoscere anche gli altri Insegnanti. Oppure potrei mostrarle gli esterni del Castello.
Due belle alternative: la prima gli avrebbe permesso di godersi la cena con lei, la seconda di passeggiare fuori dalle mura del Castello... ma, come in ogni cosa, per entrambe vi era una sorta di rovescio della medaglia; nel primo caso, ci sarebbe stata così tanta confusione da non permettere una conversazione facile, mentre nel secondo passeggiare avrebbe significato non poter mangiare le prelibatezze offerte dagli elfi di Hogwarts. Come unire le due cose?
... che ne dice di mangiare qualcosa insieme fuori dalle mura del Castello, magari in giardino? So che è una proposta azzardata la mia, ma così facendo potremmo passeggiare un po' prima e poi consumare una buona cena continuando la nostra conversazione in tutta tranquillità.
Le propose quindi, gli occhi chiari che brillavano di una luce nuova, speranzosa forse ma sicuramente euforica all'idea di aver trovato un buon compromesso, ammesso che la donna avesse accettato: Tisifone gli sembrava un'ottima compagnia per cena, perché nonostante la sua freddezza apparente il suo modo di porsi e ciò che diceva denotavano la presenza di un carattere forte, deciso ma non troppo invadente; la persona perfetta quindi da conoscere secondo i canoni di Lucas, e con la quale instaurare un buon rapporto nel Castello in attesa di potersi presentare anche agli altri.
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da Tisifone » 30/04/2012, 21:25
Chissà che un giorno non possa invitarla fuori a pranzo ed osservarla con abiti babbani, allora. Se posso permettermi, sono certo che sarebbe una gioia per i miei occhi.Qualsiasi donna a sentire un complimento del genere, delicato ed elegante, sarebbe probabilmente arrossita, abbassato gli occhi in maniera pudica, forse balbettato un timido ringraziamento. Peccato che Tisifone non era una donna qualsiasi e che la sua limitata esperienza con i ragazzi la rendesse guardinga nei confronti di certe dichiarazioni, quindi non arrossì, non balbettò e non abbassò gli occhi. Anzi li fissò in quelli di Lucas, sostenendone lo sguardo, non per sfida ma per cercare di capire se c’era un fondo di scherno o altro. Se sceglie il ristorante giusto, potrei anche accettare. – rispose quindi, abbozzando un piccolo ghigno che poteva essere definito birichino – Spero che la sua conoscenza di Londra sia abbastanza approfondita da non farle commettere errori.E per quanto il tono di voce fosse leggermente ironico, non potè fare a meno di calcare sulla parola spero. Per quanto il loro incontro non era iniziato sotto i migliori auspici, il nuovo docente di Trasfigurazione sembrava essere una persona colta con cui era piacevole conversare e quindi la prospettiva di pranzare con lui non era poi tanto terrificante. Solo il suo carattere schivo e paranoico le aveva impedito di accettare direttamente quell’invito, mentre fu il suo istinto di sopravvivenza che la spinse a non commentare il complimento che le era stato rivolto. Di sicuro se avesse aperto bocca le sarebbe uscito qualcosa di sarcastico e acido per mascherare il piacere che aveva provato a ricevere un complimento sincero e apparentemente disinteressato e si era già comportata abbastanza male con quel ragazzo per essere la prima volta che si vedevano. Quando il discorso tornò su argomenti più innocui, Tisifone si sentì stranamente sollevata, come se in parte quel complimento l’avesse messa a disagio nel senso buono del termine. Non credo si arriverà a tanto, ma sicuramente la rivalità c'è e si sente anche se i Presidi delle tre accademie fanno di tutto per non lasciar trapelare nulla: non fanno altro che fissare meeting e riunioni per dare una parvenza di complicità tra le scuole, ma c'è ben poco di vero in tutto questo.Da quello che posso vedere è un problema sentito solo oltre oceano – commentò a sua volta - Nessun Insegnante si è mai sognato di fare paragoni con gli studenti di altre scuole con l’intento di fomentare qualsiasi tipo di astio o rivalità.E lanciò al collega un’occhiata indagatrice, come a volerlo ammonire a non tradirsi con i suoi studenti in nessun modo. Probabilmente però questa non ebbe alcun effetto su Lucas, visto il sorrisetto con cui rispose alla sua velata minaccia di passare al setaccio le sue future lezioni. Perchè dice una cosa del genere? Non sarò mai stato troppo portato per la Divinazione ma questo non significa necessariamente che non debba interessarmi... al contrario, la considero una disciplina affascinante e riservata a pochi eletti, il che la rende ancora più misteriosa di quanto già non sia. Sarei lieto di assistere ad una delle sue lezioni, professoressa. Il fatto che sia riservata a pochi eletti solitamente è un deterrente per molti e questo spiega perché le mie lezioni siano le meno frequentate di tutta Howgarts – disse con un tono di voce piatto, come se la cosa non la ferisse, e in parte era davvero così – L’affascina il mistero? Potrebbe quindi essere tentato di chiedere un consulto su qualche aspetto della sua vita…Di nuovo ironica senza essere però offensiva. Sarebbe stato interessante sbirciare nel futuro o nel passato di quel ragazzo, o meglio cercare di capire quale mantica sarebbe stata più idonea per ottenere le risposte a eventuali sue domande. Chissà che miscela beve…Si chiese, seguendo un ragionamento logico tutto suo. .... che ne dice di mangiare qualcosa insieme fuori dalle mura del Castello, magari in giardino? So che è una proposta azzardata la mia, ma così facendo potremmo passeggiare un po' prima e poi consumare una buona cena continuando la nostra conversazione in tutta tranquillità.Come unire l’utile al dilettevole.Commentò, lasciando all’altro il compito di decidere cosa fosse l’una e l’altra tra il cenare e il passeggiare in giardino. La prospettiva di fare una cosa così intima anche se innocente come un pic nic in giardino con uno sconosciuto non la allettava molto, ma rifiutarsi dopo aver accettato di passare altro tempo con lui e avergli dato la possibilità di scegliere sarebbe stato troppo scortese. E per quanto in molti avrebbero dissentito, Tisifone in fondo era una persona educata. Considerando che andare a letto a stomaco vuoto è sconsigliato, la sua proposta mi sembra un ottimo compromesso. Le conviene prendere un mantello o qualsiasi cosa usa per coprirsi, fuori fa freddo.Aggiunse subito dopo, con una nota di curiosità nella voce, appellando dal proprio ufficio il proprio mantello blu notte con gli alamari d’argento a forma di drago, come il ciondolo che faceva bella mostra di sé al suo collo. Se non le spiace faccio strada. Sono certa che sappia uscire dal Castello, ma credo sia opportuno fare un salto prima in cucina per chiedere agli elfi domestici di prepararci un cestino da pic nic.E così dicendo, voltò le spalle al collega e si avviò verso le scale, sicura che l’altro l’avrebbe seguita da lì a poco. [Fine]
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da Melia » 15/09/2012, 22:46
Lunedì - ore 09.05
Avevano lasciato insieme l'ufficio della Vice Preside, e Melia aveva iniziato a mostrare a Zephyr la cosa più ovvia: il corridoio con tutti gli uffici degli insegnanti, il posto migliore per poter trovare i docenti della scuola e parlare con loro al di fuori dell'orario di lezione. Non aveva detto niente, la Herbert, da quando erano usciti dallo studio della professoressa Vireau, limitandosi ad affiancare silenziosamente il collega Prefetto di Corvonero: i capelli si muovevano con lei ad ogni passo, il profumo di quelle onde setose e morbide si espandeva nell'aria infrangendosi col corpo di Kenway; chissà se il ragazzo poteva sentirlo? Gli occhi dal taglio verticale e dal colore assolutamente particolare si posavano ogni tanto, per un istante, sul Corvo prima di tornare a fissare dritto davanti a sé.
E questo è l'ultimo, l'ufficio del professor Irvyne Trigger, Astronomia.
Glieli aveva presentati tutti, uno per uno, indicando la porta di ciascun insegnante man mano che proseguivano a camminare; arrivati alla fine del corridoio, Melia volse lentamente il corpo verso di lui, trovandoglisi davanti, perfettamente parallela al corpo di lui.
Allora... dove vuoi andare adesso? Rimaniamo sempre all'interno del Castello o vuoi uscire?
Gli chiese, la voce di miele che uscì dalle labbra rosse ed incurvate verso l'alto, in un sorriso accondiscente: no, non avrebbe detto nulla, non avrebbe commentato ciò che di strano era successo nell'ufficio della docente d'Incantesimi. Perchè farlo, quando era ovvio che l'altro sapesse molto più di lei? Melia preferiva che fosse lui a parlare se l'avesse voluto, limitandosi a fissarlo con quegli occhi magnetici ed intensi, che brillavano più intensamente ora, posati su Zephyr. Sentiva qualcosa di strano all'altezza dello stomaco, come uno spasmo piacevole ad essere così vicina al collega della casata nero-blu: e forse, l'unico a poterle spiegare il perché era proprio lui.
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da Zephyr » 15/09/2012, 22:51
[newsgoth]Troppi minuti sprecati, si, a sentire spiegazioni su dove si trovavano uffici, aule, corridoi, torri, ali, quante nozioni potenzialmente inutili. Sapeva bene che Melia Herbert lo stava facendo apposta, da quando erano usciti dall'ufficio della Vice Preside aveva preferito glissare su quel contatto caldo e piacevole e soffermarsi sul compito che le era stato assegnato, come a volergli far capire in maniera poco velata che se qualcuno avesse dovuto parlare quello doveva essere lui. Raggiunsero il sesto piano, avanzando in corridoio dove, almeno per il momento, grazie al suo udito sopraffino Zephyr non percepiva anima viva nelle vicinanze per circa quindici metri. [Tiro= 6 + Elab.= 7 + 8 Naturale= 23]Lì Melia fece presente quello che doveva essere l'ultimo ufficio, quello del docente di Astronomia, che al momento probabilmente era intento a fare lezione. La scuola era cominciata e dunque molti studenti in quel momento si trovavano dentro le aule e se le ore erano precise, voleva dire che avevano ben 55 minuti di tempo per chiacchierare indisturbati. Allora... dove vuoi andare adesso? Rimaniamo sempre all'interno del Castello o vuoi uscire? Adorabile, assolutamente adorabile quella ragazza, così capace di nascondere una curiosità che forse la stava rodendo dall'interno. Uno spirito forte, domabile solo da capacità esperte ed ancor di più, racchiuso in un corpo meravigliosamente attraente. Il processo magico insito in loro aveva fatto si che la loro crescita interiore fosse più evoluta di quella che dimostravano esteriormente, essendo vampiri e veela creature molto più longeve dei normali esseri umani. Quei due ragazzi, ora così tanto vicini, potevano rappresentare come due anime pure, ed invece una delle due sapeva bene che erano molto più che corrotte... E ben presto anche l'altra ne sarebbe venuta a conoscenza. Zephyr si appoggiò al muro con le braccia incrociate, eseguendo un piccolo sbadiglio, mentre iniziava a fissarla di nuovo, esattamente con la stessa intensità sottile che lei aveva mostrato verso di lui per tutto il tempo del tragitto. Sorrise appena, mentre le tendeva la mano, la sinistra, ancora una volta, aspettando solo che lei lo toccasse. Lo so che ti è piaciuto, perché è piaciuto anche a me. Avanti, rifallo, non aver paura... Fallo... Se vuoi conoscere la verità. Attese per diversi secondi, con quella mano tesa apparentemente fredda come il ghiaccio, mentre il tempo trascorreva e forse alla fine Melia si sarebbe lasciata convincere dalla verità, dalla curiosità di sapere di più o forse soltanto di provare ancora quel brivido assurdo e assoluto. Semmai quindi l'avesse fatto, egli avrebbe cercato di osservarne le reazioni mentre quel loro legame si stringeva ulteriormente e li attraeva in percentuale ancora più forte facendo sentire anche a lui quella sorta di stretta forte allo stomaco e al basso ventre mentre il sangue pulsava più velocemente, del sangue contaminato, del sangue mischiato a qualcosa di assolutamente speciale, proprio come erano loro due. Non era finita comunque lì, difatti se ella avesse acconsentito a prendergli la mano, Zephyr con un poco di forza avrebbe cercato di tirarla a se per farla avvicinare e far aderire i loro corpi, anche soltanto petto contro petto, per percepire quel calore dipanato per molte più fibre di pelle, anche se certo, c'erano ancora i vestiti a coprire ed attutire il tutto, quindi non era propriamente la stessa cosa... Comunque, meglio di niente. L'hai già scoperto quello che sei in grado di fare oppure no? [/newsgoth]
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Zephyr
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da Melia » 15/09/2012, 23:43
Sapeva che avrebbe parlato, lo sentiva: non lo conosceva ancora, non sapeva praticamente niente di lui, ma qualcosa le diceva che no, Zephyr non le avrebbe permesso di continuare a far finta di niente. E infatti, quando lei smise di parlare, il Corvonero si appoggiò al muro e dopo aver incrociato le braccia al petto allungò la mano sinistra verso di lei, in un invito fin troppo esplicito.
Lo so che ti è piaciuto, perché è piaciuto anche a me. Avanti, rifallo, non aver paura... Fallo... Se vuoi conoscere la verità.
Il cuore di Melia prese a battere più forte in quel momento, mentre fissava quella mano tesa verso di lei, quella mano che lei sapeva esser fredda, almeno quanto la sua: eppure come fare a resistere, come fare a non voler risentire quel contatto che avrebbe reso la sua mano finalmente calda? Lo soppesò ancora per un momento, posando lo sguardo dorato su tutto il suo corpo prima di decidersi, finalmente: allungò la mano a sua volta e finalmente le dita andarono a sfiorare quelle di lui, permettendo al nodo allo stomaco di sciogliersi ed espandersi dentro ogni fibra del suo essere, facendole mozzare il fiato in gola e dilatare le pupille in un'espressione di sorpresa piacevole, di calore avvolgente, e di soddisfazione. Quando Zephyr l'attirò a sé, la ragazza non fece alcuna resistenza e si appoggiò a lui, con la mano libera sul suo petto ed il viso pericolosamente vicino al suo.
L'hai già scoperto quello che sei in grado di fare oppure no?
Perché, vuoi insegnarmelo tu?
No, decisamente Melia non era tipo da non saper rispondere a tono, solo era molto più chiusa del collega e preferiva conservare attorno a sé quell'aria di timidezza, di educazione, di assoluta e totale purezza che la facevano sembrare più simile ad un angelo che non ad un diavolo tentatore come invece pareva essere lui: ed infatti anche quelle parole vennero pronunciate con delicatezza, con voce morbida e dolce, come fossero gocce del miele più puro esistente sulla Terra, ed erano aiutate nel loro voler dare calore dagli occhi ammalianti e profondi, dal corpo degno di una Dea e dalla massa morbida e profumata dei suoi capelli; tutto, in Melia Herbert, era fatto per irretire il prossimo... anche - e soprattuto - Zephyr Kenway.
Tu piuttosto, cosa sai fare?
Una provocazione? Sì, ovvio, ma come aveva già potuto sperimentare il professor Connor di persona ogni sua parola era pronunciata con un candore così totale non solo da impedire a chiunque di ribattere in modo sarcastico, ma addirittura da rendere improponibile un eventuale "no comment", una non risposta. Le palpebre sbatterono lentamente, quasi più per vezzo che non per effettiva necessità della Serpeverde, che rimase a guardarlo e a sostenere quindi i suoi occhi rubino col cuore, avvolto - anche se lei non lo sapeva - dall'involucro di un serpente a sonagli, che batteva a mille nel petto.
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Melia
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da Zephyr » 16/09/2012, 0:01
[newsgoth]La attirò a se con così tanta semplicità che era impossibile non capire che già si stavano trovando, stavano raggiungendo una dimensione comune. I corpi presero a bollire di un calore che lasciava spazio ad emozioni irrefrenabili solo quando realmente si trovavano così vicini da aver desiderio solo di dare di più, di fare di più, quasi fosse una droga, quasi fosse un obbligo ed un volere superiore, con la differenza che per lui quello non era nient'altro che un divino, o profano, desiderio di fare ciò che la volontà gli dettava, senza remore, senza pensieri... Senza morale. Ogni pensiero infine veniva potenziato ed ampliato da quella gentilezza e morbidezza calcolata nel tono che Melia Herbert era sempre solita usare, che fosse con lui o che fosse con chiunque altro, ma non c'era da stupirsene, ciò che le avvolgeva il cuore la faceva sentire incline a comportarsi così, come se ogni creatura sulla faccia della terra potesse essere una possibile preda... Ma ora che si trovavano davanti Zephyr, poteva essere davvero così certa che lui fosse una preda? Perché, vuoi insegnarmelo tu?
Questa risposta mi basta... Bene, sapeva già qualcosa, aveva sfruttato il suo potere e probabilmente aveva capito come utilizzarlo a suo vantaggio. Avrebbe fatto una faccia molto diversa, ancora più sorpresa, se fosse stata allo scuro di tutto, ed invece i passi avanti si vedevano chiari e da una parte il nuovo prefetto si sentiva sollevato di poter saltare i convenevoli e passare subito al sodo. Avvicinò il viso a quello di lei, sfacciato e senza il minimo preavviso, come se fossero una coppia, come se lei fosse cosa sua, magari sentiva e voleva fosse così, chi poteva dirlo con certezza. L'intento finale comunque, era avvicinare la guancia a quella di lei, per sentire anche i volti andare in fiamme, percepire finalmente sulle labbra, nella bocca, la saliva calda e i cuscinetti più irrorati di sangue bollente. Sospiro, uno dopo l'altro, prima di rispondere, perché c'era bisogno di accelerare così tanto, avevano un'ora e lei stava giocando con lui, lui adorava giocare... Sopratutto quando i giochi si facevano proibiti. Melia avrebbe dovuto solo acconsentire a sentire le regole dell'altro e se si fosse lasciata trascinare in quel gioco folle e sconsiderato, chissà dove sarebbe potuta andare a finire. La mano libera, la destra, andò a prendere tra le dita una ciocca di capelli della serpe, giocandoci e portando quella stessa ciocca alle narici per sentirne l'odore, annusare il gusto, l'aroma della perfezione, dell'affinità, di qualcosa di così simile a te e allo stesso tempo con così tante possibilità e capacità diverse. La guancia cambiò sponda mentre il naso cercava di sfiorare il collo, un gioco di erotismo ed attesa, di potere e seduzione, di calore e gelido sudore che andava via via accumulandosi su due corpi fatti per essere incollati, creati così. Avrebbero saputo sottrarsi a tutto questo? A Zephyr onestamente, di fronte a ciò non importava un cazzo di sottrarvisi, ma era anche vero, che a lui piaceva rischiare. Tu piuttosto, cosa sai fare?
Mostrarti quanto può essere piacevole piegare il libero arbitrio al tuo volere, credi possa interessarti? [/newsgoth]
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da Melia » 16/09/2012, 12:02
Questa risposta mi basta...
Lo osservò ancora, silenziosa ed attenta con quegli occhi dorati che non perdevano di vista i suoi nemmeno un secondo, quasi non si fidasse di lui o semplicemente preferisse tenere sempre la situazione sotto controllo: e tuttavia, quando Zephyr le si avvicinò al viso e sfiorò la propria guancia con la sua, Melia non si sottrasse a quel contatto, ma anzi lo cercò muovendo appena il capo, strofinando la pelle contro quella di lui per sentirla finalmente bollente; schiuse le labbra, la Serpe, lasciando che il suo respiro ora caldo ma pur sempre delicato, come tutto il resto di lei, s'infrangesse contro l'orecchio del Corvonero per fargli venire quei brividi che, in parte, erano sorti anche in lei. Era la prima volta in assoluto che le capitava una cosa del genere, che si sentiva così con qualcuno: come se tra loro ci fosse una sorta di alchimia, no anzi, proprio di chimica che li spingesse l'uno verso l'altra, senza possibilità di sottrarsi a ciò che pareva essere per loro inevitabile.
Potrebbe vederci qualcuno...
Sussurrò Melia quando Zephyr le sfiorò il collo col naso, la voce appena tremante che altro non faceva se non aumentare la voglia che il ragazzo - o chiunque altro al suo posto, per intendere - avrebbe potuto avere di lei, così arrendevole tra le sue braccia da sembrare quasi troppo bella per essere vera. Ovviamente lei si preoccupava che qualche professore potesse vederli, visto che non conosceva ancora le doti dell'altro: sapeva che non si trattava di una persona comune, era sicura di questo, ma null'altro aveva potuto intendere dei suoi poteri. Il ragazzo sembrava deciso a giocare con lei, a sfiorare ancora i loro corpi e per la precisione i loro visi, allora perché non giocare secondo le regole di entrambi? Così, se Zephyr avesse deciso di strofinare nuovamente la propria guancia con quella di Melia, non sarebbe stata la sua pelle morbida ad accogliere la sua, bensì la lingua della Serpeverde che le avrebbe dato una piccola leccatina, tracciando una scia bollente a cui era difficile non cedere. Ma c'era ancora un discorso in sospeso tra loro, e la ragazza non aveva certo intenzione di dimenticarselo: così, si scostò appena da lui per potersi nuovamente concentrare sui suoi occhi, le dita della propria mano che ancora giocavano con le sue, sfiorandole e stuzzicandole come in un gioco infantile ed ingenuo.
Mostrarti quanto può essere piacevole piegare il libero arbitrio al tuo volere, credi possa interessarti?
Credi non l'abbia già capito?
Domandò di rimando Melia, lo sguardo intenso e profondo e le labbra incurvate in un sorriso dolce ed assolutamente innocente, al punto che per quanto quella fosse - di nuovo - una provocazione, nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di farglielo notare o addirittura di rimproverarla per questo.
Ma puoi sempre mostrarmelo, non dico mai di no ad una dimostrazione pratica.
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da Zephyr » 16/09/2012, 14:21
[newsgoth]L'uno nelle mani dell'altra come fossero stati progettati non solo per fare grandi cose assieme ma anche per essere una cosa sola. Per lui, la collega, compagna di fortuna e sventura allo stesso tempo, rappresentava il limite valicabile tra la realtà e il miraggio. Ogni gesto, calcolato attentamente per portare ai limiti della decenza quel corridoio, tendeva a farla avvicinare sempre di più. Sapeva cosa fare per farla cadere, cedere, conoscendo i punti deboli che gli erano stati spiegati e non avrebbe esitato poco dopo a farli presente anche a lei, ma per il momento preferiva divertirsi e giocare un poco, d'altronde non era di sicuro un individuo tanto buono e lei era un frutto troppo succoso per non desiderare di morderlo un pochino prima di spiegargli quanto il suo nettare fosse una droga anche per lui. Lei, in balia di una passione che non riusciva in nessun modo ad affrontare, si avvinghiava di più, lasciandosi sfiorare la pelle che diventava incandescente al tocco; in quello stesso momento, Zephyr avrebbe voluto con tutto se stesso che ci fosse qualcuno, da qualche parte del castello, ad aspettarla per passare un poco di tempo assieme. Avrebbe voluto insomma che fosse già legata a qualcuno, per il brivido intenso e proibito di distruggere qualcosa per il semplice tornaconto personale, per il proprio egoistico piacere e possessività. Più la guardava negli occhi e più i brividi lungo il corpo aumentavano e la sua sete di sangue di Veela aumentava esponenzialmente. Potrebbe vederci qualcuno...
E non lo trovi a dir poco eccitante? E poi che problema c'è... Potresti tranquillamente far dimenticare a qualunque studente di averci visti, e i professori sono tutti in classe. Tu non immagini quanto adoro lo scintillio... Dei tuoi occhi puri e innocenti. Pronunciando quelle parole la sua pelle combaciava maggiormente con quella di Melia che adesso come una bambola di seta si lasciava condurre in un paradiso infernale, facendosi plasmare i sensi e le emozioni, le pulsazioni del cuore di entrambi che pompavano molto più sangue di quanto se ne potrebbe gettare durante una corsa di mille metri, così i respiri e i sospiri che aumentavano in proporzione al desiderio galoppante alimentato con quel 35% in più di magnetismo che li attraeva come due calamite impazzite. Zephyr sapeva però che non aveva davanti a se una semplice schiavetta come tante altre che avrebbe potuto tenere con se, no, Melia Herbert era come lui, destinata a convogliare il potere per ottenerne di maggiore, destinata a comandare perché era stata scelta anche più di lui per farlo, paradossalmente con quel potere che le scorreva nelle vene, lei era la sintesi pura del dominio e lui era deciso a diventare lo strumento necessario per imparare a capire quanto potesse andare lontano. Infatti, proprio quel sentimento di rivalsa, di potere, di dominio, presero il sopravvento sulla prefetta che in un gesto totalmente spontaneo lasciò che la lingua creasse una scia di saliva umida e calda come il magma lungo la pelle del Kenway. In tutta risposta il ragazzo sorrise maggiormente, sadico e malvagio in una espressione tutt'altro che rassicurante, affondando la bocca sul collo di Melia lasciando che quei canini leggermente più appuntiti di quelli di una persona normale graffiassero intensamente la pelle della ragazza trasformando quel gesto in un piacevole succhiotto prolungato, con tutta la seria intenzione di lasciare un livido ben più che osservabile sulla pelle di lei. Non sapeva spiegare bene nemmeno lui cosa stesse avvenendo nel suo corpo, nelle sue viscere. Era stato preparato per sentire il desiderio di averla per se, di continuare ininterrottamente a sfiorare il suo corpo e inebriarsi del suo profumo, ma non poteva certo immaginare che si potesse giungere ad un tale grado di voglia, di dolore nelle zone più intime, di spasmo e incontrollato e indescrivibile sentimento di piacere. No, lei era decisamente più di quanto lui si potesse mai aspettare e ciò lo portava sulla via di perdere totalmente il controllo. Cazzo... Sei... Una... Droga... Proseguirono almeno per altri dieci minuti o forse di più, o almeno questa fu la volontà di Zephyr che riusciva a tenere sempre meno a freno le mani, le labbra, i muscoli in tensioni e il bisogno di lei, dimenticandosi momentaneamente qualsiasi cosa potesse trovarsi intorno a loro. Al termine di quel momento di intensità tra loro, era però giunta l'ora di parlare di cose serie, di cose molto interessanti, e in tutta onestà Zephyr non aspettava altro. Staccò la dentatura intenta a cibarsi del sapore di muschio bianco della ragazza dal suo collo e diede una piccola leccata finale, come se fosse un modo di lenire una ferita con altrettanto piacevole calore, prima di tornare a fissarla negli occhi, con i propri, i quali avevano un rosso decisamente più caldo e acceso, facendole quella proposta alla quale lei rispose con estrema sincerità e allo stesso tempo malizia. Adorabile. Credi non l'abbia già capito? Ma puoi sempre mostrarmelo, non dico mai di no ad una dimostrazione pratica.
Dimostrazione pratica? Non potrei essere di certo io a dartela... Però ti posso spiegare come avere una forte possibilità che la tua pratica funzioni. Tu sei in grado di ipnotizzare, assoggettare al tuo volere le persone, far fare loro ciò che tu vuoi, non ti inebria di onnipotenza tutto questo? Io, da parte mia... Sono affine ma non uguale a te... Ti basti sapere che ho la completa certezza che nel raggio di 15 metri qui non gira nessuno, lo sento perfettamente... [/newsgoth]
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