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Per il corridoio..

Messaggioda Estelle » 24/04/2012, 12:43

[CORRIDOIO CENTRALE - UFFICI PROFESSORI - Ore 14.00]

Non c'era più movimento. Le lezioni del mattino erano appena terminate. Estelle aveva tenuto la sua ennesima lezione, questa volta per gli studenti del terzo anno. Non si era mai stancata, non così almeno: riteneva che il suo lavoro fosse un grande divertimento, oltre che una grande passione. Ma non aveva mai incontrato, in tutta la sua carriera, una classe così indisciplinata e chiassosa.
La testa le continuava a battere. Ripensava a come aveva creduto, per un attimo, di poter cedere, cosa che ovviamente non aveva fatto.
Gli studenti, alla fine, si erano lasciati andare a battutine piccante e del tutto inutili, ma perlomeno le avevano prestato un minimo di attenzione.
Ridotta in quello stato, e stanca più del solito, aveva deciso di saltare il pranzo, e rintanarsi nella calma del suo ufficio. Perlomeno, almeno a quell'ora, nessuno l'avrebbe disturbata.

Il corridoio che portava al suo ufficio era lungo, forse più degli altri.
Da un lato e dall'altro le varie porte di legno occupavano l'intero muro. Ancora non aveva imparato perfettamente dove fosse il suo, perciò era costretta a prestare attenzione ad ogni singola etichetta.
Ma quel mattino preferì andare a senso. Perciò non era un caso che camminasse lentamente con il volto verso il basso, quasi fosse afflitta o addirittura distrutta moralmente.

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Non le era parso di sentire alcuna voce. Anche i suoi colleghi dovevano essere a pranzo, la maggior parte sicuramente in Sala Grande, ognuno a far compagnia ai propri alunni.
Estelle aveva chiesto gentilmente a Ferdy di prendere il suo posto. Il collega aveva accettato di buon grado, notando che qualcosa non andava.

Continuava a camminare, conscia che da un momento all'altro avrebbe incontrato l'entrata del suo ufficio e si sarebbe dovuta fermare.
Ma qualcosa, o qualcuno, inavvertitamente pose fine al andare.
Estelle si ritrovò improvvisamente catapultata sul pavimento. Si massaggiava ansiosa e perplessa una coscia, la parte del corpo che aveva attutito la caduta.
Non aveva visto nulla, nemmeno la persona che ora, come lei, giaceva a terra, attonita.

Scusami.. ero distratta..

Mormorò solo, questa volta massaggiandosi il capo, tentando di aggiustare alla meglio la sua folta capigliatura bionda.
Lo sguardo, inavvertitamente, cadde sui piedi della persona di fronte a lei.
Un uomo.
Si sentì ancora più imbarazzata. Piano il suo sguardo percorse tutto il suo corpo, fino a posarsi definitivamente sul volto dell'uomo.
Non seppe più che dire. Era affascinante, molto più del solito. Nulla in confronto ai pochi uomini che erano al castello.
Certo, qualcuno c'era, ma quell'uomo era di una bellezza strana, una bellezza che avrebbe potuto catturare l'attenzione di chiunque.

Tentò di alzarsi, ma in quel momento era troppo occupata a capire chi fosse quello strano sconosciuto che le era di fronte e che era riuscito a catturare la sua attenzione.

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Messaggioda Lucas » 24/04/2012, 13:13

Si doveva ancora ambientare, era indubbio, ma perlomeno aveva capito dove fosse il suo ufficio, o meglio l'ufficio del docente che stava andando a sostituire: gli ci sarebbe voluto un po' per considerarlo suo, ma aveva tempo per lavorarci sopra.
Aveva appena chiuso la porta dello studio quando, voltandosi, una donna andò a sbattergli contro, finendo a terra e facendo perdere l'equilibrio anche a lui: uno sbuffo irritato colse l'uomo che andò subito a rialzarsi, abbassando poi lo sguardo sulla figura che l'aveva fatto cadere.

Scusami.. ero distratta..

Una gran bella figura, senza dubbio: Lucas fece una rapida carrellata del corpo a terra, soffermando lo sguardo sul viso dai lineamenti estremamente femminili; aveva sentito che le femmine di Hogwarts di distinguevano per la loro bellezza, ma credeva fossero solo dicerie mentre ora ne aveva avuto la conferma.
Un lieve sorriso divertito andò ad incurvargli le labbra mentre la donna di fronte a lui si era bloccata a fissarlo, quasi per voler capire chi lui fosse.


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Lucas le tese la mano, così da aiutarla a rialzarsi, per poi esibirsi in un piccolo inchino senza però lasciar andare le dita morbide ed affusolate di lei dalle proprie.

Dovrebbe stare più attenta Miss, o finirà per farsi male.

Se avesse dovuto definire in qualche modo la sua voce, l'avrebbe considerata suadente e molto bassa, perfettamente in sintonia coi lineamenti del proprio viso che di solito le donne consideravano affascinanti. Le lasciò la mano solo dopo averla stretta per un momento, ripercorrendo questa volta più lentamente il corpo di lei con lo sguardo: era vestita in modo molto professionale, a differenza sua che se ne andava in giro in jeans babbani, scarpe scure e maglietta a maniche corte grigio chiaro, abbastanza attillata da lasciar intravedere il corpo dai muscoli ben delineati senza però cadere nel ridicolo.

Mi chiamo Lucas, sostituirò il professor Skett a tempo indeterminato.
Contro chi ho avuto il piacere di andare a sbattere?


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Messaggioda Estelle » 24/04/2012, 15:03

Stava ancora guardandolo.
Una parte di lei avrebbe voluto non farlo, ricomporsi e riprendere la sua strada, evitando così un'ulteriore figura, che sicuramente avrebbe segnato a vita la sua figura. Magari quell'uomo si sarebbe ricordato di lei, in futuro, solo per quello strano e imbarazzante avvenimento, e magari ne avrebbe riso pure. Estelle avrebbe tanto voluto evitare un passaggio simile.
Ovviamente non era abbastanza cosciente per seguire certi pensieri, anche perchè troppo impegnata ad osservarlo, decisamente ammirata da così tanta bellezza.
Temeva anche che da un momento all'altro potesse uscirle la bava, ma ovviamente quello non era un cartone animato, anche se la situazione ricordava qualcosa di molto simile.

Tentò di rialzarsi.
Lui, ovviamente, la precedette, ed esordì in un gesto di galanteria che Estelle accettò volentieri.
Abbozzò quello che doveva avere tutti i tratti di un normale sorriso ed allungò una mano in direzione di quella dell'uomo, che l'aiutò così a mettersi in piedi. Fortunatamente, non provava alcun tipo di dolore, e non si sentiva nemmeno indolenzita, ma anche se fosse successo sul serio, non avrebbe avuto modo di pensarci.

Dovrebbe stare più attenta Miss, o finirà per farsi male.

Miss.
Se lo ripetè un paio di volte nella mente, curvando le labbra verso l'alto, rivolgendo così al ragazzo un sorriso dai tratti affettuosi.
Nessuno mai si era rivolto a lei con così tanta gentilezza, e ciò contribuiva di certo ad aumentare l'ammirazione che Estelle serbava per lui, ancora un perfetto sconosciuto nei suoi confronti.
Poco le importava, comunque. Qualcosa le diceva che avrebbero avuto più di una occasione per "scontrarsi" di nuovo.

Mi chiamo Lucas, sostituirò il professor Skett a tempo indeterminato.
Contro chi ho avuto il piacere di andare a sbattere?


Delicatamente, le lasciò la mano.
Se la portò accanto ad un fianco, evitando di guardarsela come se stesse vivendo un sogno.
Inevitabilmente, gli occhi azzurri si posarono sulla sua figura. Percorsero ogni singolo lineamento del suo corpo. Decise che poteva farlo, magari quello sarebbe stato forse l'unico momento in cui le era possibile.
Non si accorse che anche lui stava guardandola.

Estelle. Molto lieta.

Non seppe aggiungere altro, ancora lievemente imbarazzata da ciò che era appena successo.
Sorrise un'altra volta, mentre poi il suo sguardo cadeva sul pavimento, scorgendo la sua borsa semi-aperta. Fortuna che i libri non le erano caduti, assieme, naturalmente, ad altri oggetti personali di cui avrebbe tanto voluto nascondere l'identità.
Si chinò sul pavimento, piegando le gambe ed appoggiandosi sui talloni, ed allungò un braccio per afferrare la borsa. Rialzandosi, le sembrò di perdere nuovamente l'equilibrio, ma fortunatamente, con un passo all'indietro, evitò una seconda caduta.

Le chiedo ancora scusa per quanto accaduto.
Non mi sono accorta della sua presenza.. avevo la testa altrove..


Continuò a scusarsi lei, mentre con i palmi delle mani tentava di sistemarsi le pieghe della gonna.
Di nuovo i loro sguardi si incrociarono.
Estelle sorrise ancora.

Vorrei farmi perdonare..
..posso offrirle qualcosa?


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Messaggioda Lucas » 24/04/2012, 15:24

La donna lo stava studiando, ma non gli dava fastidio: in fondo era uno sconosciuto, e per quanto ne sapeva magari lei ed il suo predecessore erano pure amici; per un momento temette che lo avrebbe insultato solo per aver preso il posto dell'altro, anche se di certo non era stata una decisione presa in modo autonomo.

Estelle. Molto lieta.

Un nome che le si addice perfettamente, se posso permettermi.

Commentò Lucas con un sorriso intenso, ma non c'era traccia di scherno o formalità nella sua voce: la persona davanti a sé era una bella donna, gli sembrava sofisticata ed elegante, ed il nome che possedeva era a detta sua il perfetto specchio di quella personalità. Gli sembrava nervosa, incerta, ma non fece nulla dopo quelle parole, lasciando ad Estelle la possibilità di andarsene qualora l'avesse voluto.

Le chiedo ancora scusa per quanto accaduto.
Non mi sono accorta della sua presenza.. avevo la testa altrove..


Spero non si stesse crucciando per nulla di brutto.
Sarebbe un peccato vedere uno sguardo così bello adombrato da chissà quale cattivo pensiero.


Sapeva come parlare agli altri, indubbiamente: non era difficile, bastava essere rilassati e se stessi; ogni persona poi aveva mille sfaccettature, e con la donna che aveva di fronte Lucas aveva deciso di lasciar più spazio a quella parte di sé misteriosa e galante che magari avrebbe catturato la sua attenzione.
Era un uomo d'altronde, un uomo libero che si trovava di fronte ad una donna dall'aspetto davvero notevole... perché non approfittare della situazione per provare a conoscerla meglio?

Vorrei farmi perdonare..
..posso offrirle qualcosa?


Una donna così affascinante non dovrebbe mai farsi perdonare per ciò che accade contro la sua volontà.
Ma se proprio ci tiene, potrebbe mostrarmi dove si trova la cucina comune dei professori, poiché trovo ancora difficile orientarmi in questo Castello.


Galante senza scadere nel melenso, era quello il segreto: in realtà con le donne americane bastavano due moine per averle ai piedi, ma Lucas dubitava e sperava fortemente che con Estelle non fosse così; voleva colpirla sì, ma non di certo considerarla una delle tante ochette che gli giravano intorno quando dava ripetizioni private in America.

Vuole farmi strada?

Domandò dunque, accennando la strada con un cenno della mano proprio perché, ed era stato sincero nel dirlo, lui non sapeva minimamente da che parte si dovesse andare.

Sembra che tu sia il primo regalo di benvenuto, Estelle... un gran bel regalo, oserei dire.

Un piccolo pensiero più malizioso che però non venne pronunciato ad alta voce, limitandosi a specchiarsi negli occhi chiari di lui che ora brillavano di una luce più accesa e tentatrice, accompagnata da quel sorriso forse un po' sghembo che contribuiva a renderlo forse più misterioso di quanto sarebbe potuto essere in realtà.
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Messaggioda Estelle » 24/04/2012, 16:34

Un nome che le si addice perfettamente, se posso permettermi.

E non sembrava mentire nè cercare di prenderla in giro.
Estelle si soffermò, più che altro, sul sorriso che ora Lucas le stava rivolgendo; sorriso che lei subito ricambiò, lusingata ancora una volta dalla galanteria del ragazzo
Non sapeva dire se quell'incontro fosse successo per puro caso o perchè era scritto nel loro destino, e quindi inevitabile - anche se non si sentiva nemmeno sicura di credere nel destino, avrebbe dovuto pensarci un po' su - ma, ad ogni modo, non riusciva a non ritenersi fortunata. Lucas aveva decisamente cambiato la sua mattinata, ed anche il suo umore.
Ed anche se quell'incontro si sarebbe concluso di lì a poco, lei ne avrebbe serbato sempre il ricordo.

Spero non si stesse crucciando per nulla di brutto.
Sarebbe un peccato vedere uno sguardo così bello adombrato da chissà quale cattivo pensiero.


Le sfuggì un altro sorriso.
Questa volta era evidentemente imbarazzata. Lo notava da come le gote sembrava le stessero andando a fuoco.
Il capo si mosse istintivamente verso il basso, in modo che i capelli biondi le coprissero le guance. Sapeva come in quel momento assomigliasse più ad una adolescente in preda alle sue emozioni che ad una giovane adulta, ma dopo quell'ultimo commento da parte del ragazzo le sembrava fosse successo tutto troppo velocemente per poter fare in modo che non accadesse.

Niente di importante, tranquillo.
Solo una classe molto difficile.


Riuscì a dire, infine, quando si sentì pronta, e quando non si sentiva più così tanto accaldata.
Il volto ritornò nella posizione normale - in realtà non si era mosso di molto nemmeno -; Estelle socchiuse gli occhi mentre di nuovo sorrideva.
Portò una mano tra i capelli, cacciandoli verso dietro, in modo che non le dessero alcun fastidio.

Una donna così affascinante non dovrebbe mai farsi perdonare per ciò che accade contro la sua volontà.
Ma se proprio ci tiene, potrebbe mostrarmi dove si trova la cucina comune dei professori, poiché trovo ancora difficile orientarmi in questo Castello.
Vuole farmi strada?


E capì che non aveva nessun motivo per scherzare, anche dal modo in cui le indicò la strada, ovviamente in direzione opposta a quella che in realtà avrebbero dovuto prendere per raggiungere la cucina comune dei professori.
Ringraziò mentalmente il giovane, ricordandosi di come il suo ufficio ora fosse a corto di provviste, soprattutto dopo l'ultima abbuffata in compagnia che aveva genialmente pensato di tenere qualche settimana prima.

Ne sarei molto lieta.

E detto ciò, rivolse ancora un sorriso al ragazzo, prima di fare un passo in avanti, invitando così Lucas a seguirla.
Ed assieme lasciarono il corridoio.

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[FINE]
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Messaggioda Tisifone » 27/04/2012, 21:25

[Mercoledì ore 18.00]


La giornata era stata particolarmente pesante, lezioni dalla mattina fino al primo pomeriggio con una sola ora libera, passata a cercare di mantenere il controllo leggendo i compiti dei due Prefetti Dragargento. Ogni volta che aveva a che fare, anche se indirettamente, con la Ricciardi e Seal i suoi nervi traballavano e correva il rischio di venir meno a una delle regole basilari del Perfetto Insegnante: non si trasfigurano gli studenti in silenti soprammobili.

Ho decisamente bisogno di rilassarmi un attimo.

Si disse, mentre con un saltello lasciava le scale in corrispondenza del sesto piano. Per quanto l’idea di passare anche solo nelle vicinanze del proprio ufficio, aveva deciso di passare il resto del pomeriggio in giardino a leggere un libro babbano che il suo amico Nadal le aveva consigliato ma che si era dimenticato di darle prima di lasciare momentaneamente il Castello.

Nei suoi alloggi su alla Torre non c’è né in quelli dei Professori. Rimane solo il suo ufficio.

Mormorò fermandosi a pochi passi dall’ufficio di Trasfigurazione, la bacchetta puntata contro la porta per verificare che gli Incantesimi di Guardia applicati dal suo piccolo grifo ad inizio anno fossero ancora gli stessi e quindi potesse accedere all’ufficio liberamente.

Strano...

Commentò, notando che tutti gli Incantesimi erano stati eliminati e non sostituiti con altri. Scrollando le spalle, posò la mano sulla maniglia della porta, un'espressione perplessa sul viso che divenne di ghiaccio quando la maniglia si abbassò da sola spinta da qualcuno dall'interno.
Come se si fosse scottata, allontanò la propria mano e osservò la porta dell'ufficio aprirsi e un ragazzo che non aveva mai visto uscirne.

Introdursi nell’ufficio di un professore è una grave infrazione al regolamento – disse quindi con un tono freddo e duro, raddrizzando la schiena e assumendo una posa severa – A chi ho l’onore di togliere una marea di punti?

Chiese, non avendo riconosciuto il ragazzo e questo non indossava la divisa della Scuola con lo stemma della Casata appuntata sul petto. Una volta che Lucas avesse sollevato la testa nella sua direzione, avrebbe notato lo sguardo per nulla amichevole della Professoressa di Divinazione, serio e penetrante, in contrasto con l’abito da strega che indossava, in stile ottocentesco verde bottiglia con il bustino tempestato di piccoli ninnoli divinanti, come i bordi delle maniche e dell’ampia gonna. Unica nota stonata sul suo solito abbigliamento sono i capelli, raccolti in quattro lunghe trecce, che lasciano scoperti collo e spalle su cui è adagiata Idra e il decolté generoso.

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Messaggioda Lucas » 27/04/2012, 21:53

Dopo l'incontro con Estelle, Lucas non aveva avuto modo di conoscere altri professori all'interno del Castello, un po' perchè doveva ancora prendere confidenza con l'ambiente ed un po' perchè non era certo il tipo da andare in giro a cercare forzatamente la compagnia altrui: quel tardo pomeriggio, ad esempio, aveva deciso di sistemare il suo nuovo ufficio, personalizzandolo per renderlo più accogliente secondo quelli che erano i suoi gusti. Aveva chiesto alla Preside il permesso prima, naturalmente, nel caso in cui questa avesse deciso di non fargli toccare nulla; Madeline Bergman invece aveva permesso all'uomo di apportare qualche cambiamento per sentirsi più a suo agio, perciò il giovane Turner aveva spostato tutta la roba del suo predecessore e aveva modificato l'ambiente a suo gusto personale.

Ed ora una bella doccia.

Soddisfatto del suo operato, il nuovo professore aprì la porta del suo ufficio, ritrovandosi di fronte una donna dagli occhi penetranti, fisico mozzafiato e sguardo per nulla amichevole, che l'apostrofò con voce alquanto dura ed imperiosa, da classica insegnante severa ed intransigente.

Introdursi nell’ufficio di un professore è una grave infrazione al regolamento.
A chi ho l’onore di togliere una marea di punti?


In un primo momento Lucas pensò si trattasse di uno scherzo. Poi, abbassando per un momento lo sguardo, si ricordò del suo aspetto: assolutamente casual e poco professionale, e per giunta fresco fresco di rasatura della barba; non c'era da stupirsi dunque che la donna di fronte a sé l'avesse scambiato per uno studente più grande, visto che dimostrava molti meno anni senza un po' di barba a contornargli il viso.

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Rimase qualche istante fermo, studiando attentamente la donna visto che la sua bellezza quasi rabbiosa era una totale novità per lui, soprattutto paragonata a quella molto più delicata della professoressa di Babbanologia.

Povero me, far perdere punti a Tassorosso senza nemmeno essere più uno studente mi farà odiare da tutti i miei studenti.

Mormorò infine l'uomo, incurvando le labbra in quel sorriso sghembo che sembrava un po' il suo marchio di fabbrica: fece un piccolo ma serio inchino alla figura che aveva di fronte, allungandole poi la mano come per volersi presentare - cosa che in effetti fece subito dopo.

Lucas Turner, neo docente di Trasfigurazione.
E lei sarebbe... ?


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Messaggioda Tisifone » 27/04/2012, 22:28

Povero me, far perdere punti a Tassorosso senza nemmeno essere più uno studente mi farà odiare da tutti i miei studenti.


Allora cinquan… - iniziò a dire Tisifone, una volta colto il nome della Casata del ragazzo, pensando di sfuggita che il Cappello Parlante stava perdendo punti se smistava nella Casata di Tosca personaggio indisciplinati come Adam o quel ragazzo. Il tono di voce con cui stava per decretare la punizione era ferma ma priva di alcuna intonazione, a dimostrazione che non provava alcuna soddisfazione nel togliere punti agli studenti o nel punirli per le loro trasgressioni, a differenza di quello che pensavano in molti.

Dai suoi … studenti?


Ripetè con un tono di voce interrogativo, come se ci poteva essere qualcosa in quelle semplici parole che non aveva capito. Un piccolo, terribile, viscido dubbio iniziò a insinuarsi in lei, lo sguardo che passava dalla figura di Lucas alla porta semiaperta alle sue spalle.

Non dovrebbe preoccuparsi più di tanto. Di sicuro vestire in maniera così… informale la farà amare dai suoi studenti.

Una piccola frecciatina, meno acida del solito a causa della situazione in cui si trovava, per cercare di recuperare la gaffe fatta poco prima. Probabilmente chiedere scusa sarebbe stato molto più semplice, ma non era nelle corde di Tisifone ammettere di aver sbagliato, soprattutto con il primo venuto. E poi era risaputo in tutta Hogwarts che la Divinante, da brava Purosangue, aveva una predilezione per gli abiti classici da mago e non vedeva di buon occhio i Professori che indossavano abiti babbani per i corridoi del Castello.


LucasTurner, neo docente di Trasfigurazione.

Come se fosse stata schiaffeggiata, Tisifone fece un passo indietro, rivolgendo al collega uno sguardo sconvolto e risentito che cozzava di molto con il modo disinvolto e sereno con cui si era presentato. La presenza di un nuovo Insegnante di Trasfigurazione voleva dire solo una cosa: Nadal era andato via per non tornare mai più e non si era neanche preso la briga di avvertila con uno striminzito e dannatissimo gufo. Il risentimento diventò rabbia, piccole fiammelle celesti che bruciavano nelle sue iridi blu notte, le mani che si stringevano a pugno fino a far sbiancare le nocche: in quel momento voleva solo esplodere e sfogare la sua delusione e la sua ira, le serviva solo un pretesto.


E lei sarebbe... ?

Tisifone Samyliak, Docente di Divinazione.

Si presentò a sua volta, cercando di mantenere il tono di voce neutro, ma fallendo miseramente visto che le parole risuonarono come un ringhio sordo.

Ha già preso possesso del suo ufficio, vedo. Eppure non dovrebbe essere qui da molto.

Invadente e diretta, due cose che non era mai, ma la necessità di sapere se si trattava di qualcosa di pianificato o improvviso era così impellente da spingerla a comportarsi in maniera anomala per lei.
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Messaggioda Lucas » 27/04/2012, 23:04

La donna stava già per togliergli un bel po' di punti - punti preziosi per la Casata dei Tassorosso - quando le parole dell'uomo raggiunsero consapevolezza in lei permettendole di bloccare la sua voce a metà della frase, realizzando che non si trattava affatto di uno studente indisciplinato e spericolato che voleva giocare a violare il regolamento.

Non dovrebbe preoccuparsi più di tanto. Di sicuro vestire in maniera così… informale la farà amare dai suoi studenti.

Ha assolutamente ragione, ma devo ancora abituarmi alle regole del Castello.

Replicò Lucas con un mezzo sorriso addirittura velato d'imbarazzo, perché si rendeva conto che probabilmente non era molto professionale andarsene in giro in jeans e camicia: d'altronde, in America, poteva vestirsi come voleva anche quando dava ripetizioni, quindi non si era mai dovuto porre determinati problemi.
Ciò che però catturò la sua attenzione fu la reazione della donna quando si presentò come il nuovo insegnante di Trasfigurazione, tanto da fargli venire il dubbio che la collega di fronte a lui fosse una grande amica del suo predecessore, ipotesi confermata dal ringhio col quale si presentò a sua volta subito dopo.

Tisifone Samyliak, Docente di Divinazione.

Non devo starle molto simpatico, iniziamo bene.

Pensò Lucas con un sospiro mentale, dispiacendosi all'idea di dover essere odiato da Tisifone per il ruolo che ricopriva: la capiva però, anche lui si sarebbe sentito molto poco ben disposto verso se stesso al posto suo. Non fece commenti quindi a seguito di quelle parole, lasciando che fosse nuovamente lei a parlare.

Ha già preso possesso del suo ufficio, vedo. Eppure non dovrebbe essere qui da molto.

Da circa una settimana in effetti.
Ho chiesto giusto ieri alla Bergman la possibilità di modificare l'ufficio, non sapendo se la Preside preferisse mantenerlo col suo stile attuale, ma ho ricevuto in risposta il permesso di apportare qualche modifica.


Rispose l'uomo, cercando di modulare la voce di modo da risultare sì amichevole ma comunque dispiaciuto all'idea che, con quelle parole, stava comunque potenzialmente ferendo la donna di fronte a sé che sembrava quasi sconvolta da quel cambio di gestione della cattedra di Trasfigurazione.

Ho messo da parte tutte le cose del professor Skett naturalmente, nel caso volesse tornare.
La Preside infatti mi ha già avvisato che questo mio incarico potrebbe essere temporaneo.


Aggiunse, sperando che quelle parole riuscissero a tirarla un po' su di morale.
La osservò ancora un poco, molto interessato alla sua figura e a quei lineamenti così femminili e rigidi al tempo stesso: non gli sembrava un tipo di persona abituata a sorridere, e questo era un peccato perché di sicuro sarebbe stata bellissima con le labbra curvate all'insù.

Mi dispiace di dover essere proprio io a sostituire il professor Skett, mi auguro solo di essere alla sua altezza.
Spero comunque che potremo essere buoni colleghi, e che la mia carica qui non costituisca un freno ad un ottimo rapporto professionale.


Disse poi Lucas in tono serio e sincero, aprendo però le labbra ad un piccolo sorriso che voleva significare una sorta di tregua, per la serie "non odiarmi subito, aspetta di conoscermi prima almeno".
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Messaggioda Tisifone » 29/04/2012, 18:14

La frecciatina sull’abbigliamento era una delle più innocue presenti al suo arco e allo stesso tempo una delle più efficienti per mettere in riga il prossimo e avviare una accesa discussione, cosa di cui Tisifone sentiva un enorme bisogno in quel momento per poter così sfogare in parte il cumulo di sensazioni negative che si stavano scontrando in lei. Non sapeva perché ma da quello che aveva appurato da quando si trovava a Hogwarts le persone erano molto sensibili all’argomento “vestiti e apparenza”, come se traessero fiducia in loro stessi non dalle proprie scelte ma da come queste venivano giudicate dagli altri.

Ha assolutamente ragione, ma devo ancora abituarmi alle regole del Castello.

Viste le intenzioni di Tisifone, la risposta di Lucas la lasciò interdetta, facendo sfumare in una nuvola di vapore tutti i suoi programmi antistress e al sorrisetto imbarazzato del ragazzo la donna rispose assottigliando le labbra in un muto segno di fastidio. Al non poter discutere, infatti, si aggiungeva la consapevolezza che in realtà non esisteva a Hogwarts un chiaro regolamento in materia di abbigliamento per gli Insegnanti al di fuori del normale orario di lezione: la libertà di indossare fuori dagli orari scolastici quello che si preferiva valeva sia per gli alunni che per i professori. Era lei e probabilmente soltanto lei a tenere alla formalità e alla tradizione e per quanto fosse poco ben disposta nei confronti di quello che hai suoi occhi era un “usurpatore”, il suo senso di giustizia le impediva di fargli credere qualcosa che non esisteva.

Purtroppo il mio essere dalla parte della ragione non riscuote proseliti al Castello e quindi non esistono regole per l’abbigliamento nelle ore non scolastiche.

E dal tono sibilante si comprendeva bene come non le faceva particolarmente piacere dover dire quelle cose.

Le sue studentesse potranno continuare ad ammirarla…

Aggiunse con una vaga nota di disappunto, concedendosi uno sguardo su tutta la figura del docente: per quanto le dolesse ammetterlo in abiti da mago non sarebbe stato un così bel vedere.

Da circa una settimana in effetti.

Quella notizia rincuorò un po’ Tisifone, non era poi passato tanto tempo da quando l’altro era arrivato, anche se una sensazione di rammarico misto a rabbia e delusione continuava ad albergare in lei. Che Nadal non avesse trovato il tempo per inviarle un gufo informativo se non proprio esplicativo le bruciava non poco.

Ho chiesto giusto ieri alla Bergman la possibilità di modificare l'ufficio, non sapendo se la Preside preferisse mantenerlo col suo stile attuale, ma ho ricevuto in risposta il permesso di apportare qualche modifica.

Passerà in quell’ufficio più tempo di quello che adesso crede, è giusto che sia un luogo per lei confortevole.

Ammise contro voglia, apprezzando di sfuggita che l’altro le stesse dando tutte quelle spiegazioni, anche se non era tenuto. Lei al suo posto non lo avrebbe fatto. Ma Tisifone non era famosa per il suo carattere dolce ed espansivo, mentre il Tassorosso stava dimostrando un animo gentile e disponibile verso il prossimo: dopotutto il Cappello Parlante difficilmente sbagliava.

Mi piacerebbe dargli un’occhiata quando avrà finito, per vedere se questa sua gentilezza è difensiva oppure innata.

Subito dopo che quelle parole lasciarono la sua bocca, Tisifone spalancò gli occhi dalla sorpresa per un attimo, prima di riassumere la sua solita espressione distaccata. Era convinta di aver solo pensato quelle cose ma con lo stato d’animo agitato in cui si trovava alla fine le aveva mormorate a voce non abbastanza bassa da non essere sentita.

Ho messo da parte tutte le cose del professor Skett naturalmente, nel caso volesse tornare.
La Preside infatti mi ha già avvisato che questo mio incarico potrebbe essere temporaneo.


Si metta pure comodo, non credo che tornerà. – commentò lapidaria, stringendo le mani in un impeto di rabbia. Una parte di lei le diceva che si stava comportando come una fidanzata ferita e abbandonata, ma non riusciva a contenersi. Nadal era l'unica persona in tutto il Castello con cui avesse un rapporto stretto di amicizia e senza di lui adesso si sarebbe sentita di nuovo sola – E non lo pensa neanche la Preside, visto che ha nominato un nuovo Prefetto.

Aggiunse, pensando alla conversazione che aveva avuto con la donna nel suo ufficio quando le aveva presentato Irvyne. Se la nomina di un nuovo Professore di Trasfigurzione era una cosa urgente, lo stesso non si poteva dire per la carica di Prefetto, considerato che da sola era in grado di tener testa ai Grifondoro per un breve periodo di tempo.

Mi dispiace di dover essere proprio io a sostituire il professor Skett, mi auguro solo di essere alla sua altezza.

Dovrebbe sentirsi onorato, è una cattedra molto prestigiosa e la Bergman non l’avrebbe mai svenduta al primo ragazzino che sa trasfigurare una coppa in un topo. Deve avere delle ottime referenze. – affermò seria, rilassando un po’ la postura, incrociando le braccia sotto il seno che, inevitabilmente finì per essere messo in evidenza. – Ma se proprio vuole essere rassicurato presenzierò molto volentieri alla sua prima lezione.

Aggiunse, mentre un piccolo ghigno molto poco rassicurante compariva sul suo volto. Una volta aveva sentito alcuni studenti dire che durante le lezioni assumeva una posa davvero inquietante: chissà se faceva lo stesso effetto da semplice osservatrice.

Spero comunque che potremo essere buoni colleghi, e che la mia carica qui non costituisca un freno ad un ottimo rapporto professionale.

Non si preoccupi, non sono solita giudicare le persone in maniera così superficiale. Il nostro rapporto professionale non verrà scalfito da questo… malinteso – disse, agitando la mano in aria a sottolineare il concetto – Per quanto riguarda l’essere buoni colleghi non so, di solito non riscuoto molte simpatie.

Soprattutto perché con il suo caratteraccio tendeva a tenere alla larga chiunque provasse ad avvicinarsi un pochino di più. Ma questo preferì tenerselo per sé.
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Tisifone
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