Per il corridoio
Inviato: 22/06/2012, 19:07
[Giovedì – ore 23 – Una settimana dopo l’Incendio]
Alla fine il periodo di riposo forzato che la Vilvarin le aveva prescritto subito dopo averla dimessa dall’Infermeria era giunto a termine, con grande sollievo di Tisifone. Certo essere tenuta sotto stretta osservazione dal suo premuroso compagno che si inventava mille scuse per ridurre al minimo i suoi sforzi, era stato piacevole sotto molti punti di vista, ma questo non le aveva impedito di sentirsi in gabbia. Sopratutto quando, dopo il piccolo incidente avvenuto nel suo ufficio con Monique, Lucas l’aveva praticamente segregata nella sua stanza, o nella propria a seconda di come fosse più comodo per entrambi.
Adesso però si sentiva bene, la pelle nuova aveva acquisito l’elasticità di quella vecchia, non aveva avuto più incubi né pericolose esperienze extracorporee e quindi poteva riprendere in mano le redini della sua vita. La prima cosa che aveva deciso di fare era di cercare di porre in qualche modo rimedio all’errore commesso nella Foresta Proibita e cioè di aver lanciato una Maledizione Senza Perdono in presenza di testimoni. Dopo essersi assicurata il silenzio di sua cugina, di cui ormai si fidava quasi del tutto, le si era posto il problema di cosa fare con gli altri due docenti e l’unica soluzione che aveva trovato era quella di provare a Oblivarli a loro insaputa. Una persona più equilibrata probabilmente avrebbe provato prima a parlare con loro e poi a ricorrere a una soluzione così estrema, ma Tisifone non era una persona normale e considerava, in quel caso, il dialogo una inutile perdita di tempo. Entrambi i Corvi le erano sembrate due persone ligie e intransigenti e quindi poco inclini, secondo lei, a mantenere un tale segreto per fare un favore a qualcuno a cui non dovevano praticamente nulla.
Una volta presa quella decisione, si era messa a pianificare ogni cosa riuscendo senza dare troppo nell’occhio a far coincidere i suoi turni di ronda con Stone e la Moreau. Destino aveva voluto che il primo a finire nel mirino della sua bacchetta sarebbe stato Ferdy ed era proprio lui la persona che stava attendendo all’inizio del corridoio del quarto piano, le braccia incrociate sul petto e la bacchetta illuminata in mano puntata contro una delle nature morte che adornavano il corridoio che portava al Bagno dei Prefetti. Si era sempre chiesta come mai in quel corridoio si trovassero appesi solo nature morte o paesaggi, soprattutto quando il Bagno dei Prefetti veniva trovato in condizioni disastrose: sarebbe stato così semplice chiedere gentilmente un aiuto ai quadri piuttosto che eseguire incantesimi di rivelazione. Quella sera, invece, era solo grata di quella situazione perché non avrebbe dovuto temere che qualcuno di loro potesse svegliarsi nel momento meno opportuno, per lei sì intendeva. Indosso aveva uno dei suoi soliti vestiti eccentrici e colorati, lunghi fino ai piedi, le braccia coperte da maniche a tre quarti e un ampio scollo a barca che lasciava scoperte le spalle e quindi le spire di Idra avvolta intorno al suo collo.
Avere due occhi in più che potevano guardarle le spalle e avvertirla della presenza inopportuna di uno studente o di un altro Professore avrebbe potuto tornarle utile.
Buona sera.
Disse una volta che il Prefetto fosse comparso di fronte a lei.