Per il corridoio...

[newsgoth]
] FINE LEZIONE DI INCANTESIMI - ORE 11:45 - CORRIDOIO PRESSO AULA [
Se ne stava placido e fermo a guardare tutti gli studenti, per una volta senza la fretta di doversi spostare per l'ennesima lezione.
Quella mattina il professore di Storia della Magia si trovava in gita scolastica presso non si sa quali vecchie rovine del mondo magico decaduto, quindi i ragazzi avevano la seconda parte della giornata, prima di pranzo, libera.
Zephyr si divertiva e dilettava molto ad ascoltare tutti i discorsi delle varie coppiette o dei gruppi di ragazzi che, usciti dalla lezione di incantesimi come lui, commentavano quello che avevano appreso o semplicemente si affacciavano ai portici prendendo aria e nel frattempo rallegrandosi tra una conversazione e l'altra con qualche piccola battuta innocente o piccante, a seconda della fascia di età.
Tra tutti loro però, una ragazza in particolare coglieva sempre la sua attenzione, poiché da essa partivano la maggior parte dei suoi pensieri più intensi e particolari, colmi di domande e quesiti ai quali non poteva rispondere senza il suo benestare.
Melia Herbert, quella ragazzina così cattiva e tutto pepe che da qualche tempo schiavizzava e giocava seriamente con il professore di Alchimia.
Come lo sapeva? Oh beh lui sapeva tutto, visto che non era di certo difficile non sentire i commenti a bassa voce che il professore faceva riferiti a lei mentre si trovava nel suo ufficio, con di fuori Zephyr ad ascoltare beatamente.
Senza considerare le volte che ha spiato segretamente, dal buio della foresta proibita i loro incontri segreti per i giardini, la sera.
davvero adorabili, così tanto che vorrebbe legare lui ad una sedia e violentare lei di fronte allo spettatore obbligato e sofferente, ma nulla traspariva dai suoi occhi dello stesso colore del rubino, che adesso osservavano con attenzione pulita e apparentemente innocua il volo di un gheppio che, giunto sul davanzale del balconcino, richiamava con i suoi versi proprio la collega Serpeverde che forse aveva ricevuto proprio una nuova, smielata lettera dal suo professore preferito.
E pensare che a lui sarebbe bastato sfiorarla per un solo secondo per farla ardere molto più di quanto potesse fare lui dopo dieci ore di preliminari, ma ad ognuno il suo pupazzo con il quale divertirsi, o meglio, lei lo aveva trovato e si stava evidentemente divertendo un mondo, ma lui?
Sussurrò a bassa voce, impercettibile per chiunque, mentre evitava di osservare ulteriormente i sorrisi dolci e brillanti di Melia che salutava qua e là i propri compagni per dirigersi verso il luogo del futuro, possibile, incontro misterioso e peccaminoso.
Il vestiario del semi-vampiro era costituito da una giacca di jeans classico con sotto una camicia a maniche lunghe viola scuro con lo stemma della sua casata e la spilla di prefetto.
Pantaloni di jeans in accordo con il giacchetto e scarpe pesanti, nere, ai piedi, con calzettoni pesanti.
Braccia incrociate, capelli un poco selvaggi e ribelli, che ricordavano nel loro colore il grano più scuro dell'autunno inoltrato.
Capriccioso nel suo parlare precedente, come un bambino che è invidioso e desidera anch'egli qualcosa per svagarsi, per fare un poco di pratica con se stesso e con la propria realtà, verità di essere e volere, quindi caos e perdizione.
D'un tratto, mentre il suo capo continuava a muoversi con lentezza per cercare di individuare nella folla una creatura che potesse fare al caso suo, quindi con una apparente purezza da potere e voler sporcare, i suoi occhi scintillarono di una luce consapevole non appena incontrarono finalmente un soggetto che nella sua interezza trasmise subito l'idea del giocattolo perfetto...
Sorrise appena, sadico e molto ma molto divertito. Finalmente aveva trovato un bel diversivo per quei prossimi minuti.
Cercò quindi di concentrarsi il più possibile a fissare proprio lei, Ariel se non errava nel nome, per poter fare in modo che qualora anche per un solo istante si fosse trovata a scambiare uno sguardo con lui, si sarebbe di certo accorta del fatto che le stava dando molta attenzione e riflessione, cercando di imitare lo sguardo e l'espressione di un giovane molto interessato, serio, intenso nel modo di guardarla, così tanto da volerle e poterle penetrare l'anima, facendo un chiaro affidamento sulla sua maggiore percentuale di attrattiva nei confronti del sesso opposto.

Avanti, se sei curiosa... Avvicinati...[/newsgoth]
Quella mattina il professore di Storia della Magia si trovava in gita scolastica presso non si sa quali vecchie rovine del mondo magico decaduto, quindi i ragazzi avevano la seconda parte della giornata, prima di pranzo, libera.
Zephyr si divertiva e dilettava molto ad ascoltare tutti i discorsi delle varie coppiette o dei gruppi di ragazzi che, usciti dalla lezione di incantesimi come lui, commentavano quello che avevano appreso o semplicemente si affacciavano ai portici prendendo aria e nel frattempo rallegrandosi tra una conversazione e l'altra con qualche piccola battuta innocente o piccante, a seconda della fascia di età.
Tra tutti loro però, una ragazza in particolare coglieva sempre la sua attenzione, poiché da essa partivano la maggior parte dei suoi pensieri più intensi e particolari, colmi di domande e quesiti ai quali non poteva rispondere senza il suo benestare.
Melia Herbert, quella ragazzina così cattiva e tutto pepe che da qualche tempo schiavizzava e giocava seriamente con il professore di Alchimia.
Come lo sapeva? Oh beh lui sapeva tutto, visto che non era di certo difficile non sentire i commenti a bassa voce che il professore faceva riferiti a lei mentre si trovava nel suo ufficio, con di fuori Zephyr ad ascoltare beatamente.
Senza considerare le volte che ha spiato segretamente, dal buio della foresta proibita i loro incontri segreti per i giardini, la sera.
davvero adorabili, così tanto che vorrebbe legare lui ad una sedia e violentare lei di fronte allo spettatore obbligato e sofferente, ma nulla traspariva dai suoi occhi dello stesso colore del rubino, che adesso osservavano con attenzione pulita e apparentemente innocua il volo di un gheppio che, giunto sul davanzale del balconcino, richiamava con i suoi versi proprio la collega Serpeverde che forse aveva ricevuto proprio una nuova, smielata lettera dal suo professore preferito.
E pensare che a lui sarebbe bastato sfiorarla per un solo secondo per farla ardere molto più di quanto potesse fare lui dopo dieci ore di preliminari, ma ad ognuno il suo pupazzo con il quale divertirsi, o meglio, lei lo aveva trovato e si stava evidentemente divertendo un mondo, ma lui?
Voglio anche io un giocattolo...
Sussurrò a bassa voce, impercettibile per chiunque, mentre evitava di osservare ulteriormente i sorrisi dolci e brillanti di Melia che salutava qua e là i propri compagni per dirigersi verso il luogo del futuro, possibile, incontro misterioso e peccaminoso.
Il vestiario del semi-vampiro era costituito da una giacca di jeans classico con sotto una camicia a maniche lunghe viola scuro con lo stemma della sua casata e la spilla di prefetto.
Pantaloni di jeans in accordo con il giacchetto e scarpe pesanti, nere, ai piedi, con calzettoni pesanti.
Braccia incrociate, capelli un poco selvaggi e ribelli, che ricordavano nel loro colore il grano più scuro dell'autunno inoltrato.
Capriccioso nel suo parlare precedente, come un bambino che è invidioso e desidera anch'egli qualcosa per svagarsi, per fare un poco di pratica con se stesso e con la propria realtà, verità di essere e volere, quindi caos e perdizione.
D'un tratto, mentre il suo capo continuava a muoversi con lentezza per cercare di individuare nella folla una creatura che potesse fare al caso suo, quindi con una apparente purezza da potere e voler sporcare, i suoi occhi scintillarono di una luce consapevole non appena incontrarono finalmente un soggetto che nella sua interezza trasmise subito l'idea del giocattolo perfetto...
Ahahah, e poi ad un certo punto gli ho detto proprio così...
{Vociferare e risate delle amiche vicine a lei}

Tu sei assolutamente... Perfetta.
Adesso vediamo se cadi nella trappola...
{Vociferare e risate delle amiche vicine a lei}

Tu sei assolutamente... Perfetta.
Adesso vediamo se cadi nella trappola...
Sorrise appena, sadico e molto ma molto divertito. Finalmente aveva trovato un bel diversivo per quei prossimi minuti.
Cercò quindi di concentrarsi il più possibile a fissare proprio lei, Ariel se non errava nel nome, per poter fare in modo che qualora anche per un solo istante si fosse trovata a scambiare uno sguardo con lui, si sarebbe di certo accorta del fatto che le stava dando molta attenzione e riflessione, cercando di imitare lo sguardo e l'espressione di un giovane molto interessato, serio, intenso nel modo di guardarla, così tanto da volerle e poterle penetrare l'anima, facendo un chiaro affidamento sulla sua maggiore percentuale di attrattiva nei confronti del sesso opposto.

Avanti, se sei curiosa... Avvicinati...