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da Zephyr » 29/11/2012, 22:45
[newsgoth] ] FINE LEZIONE DI INCANTESIMI - ORE 11:45 - CORRIDOIO PRESSO AULA [ Se ne stava placido e fermo a guardare tutti gli studenti, per una volta senza la fretta di doversi spostare per l'ennesima lezione. Quella mattina il professore di Storia della Magia si trovava in gita scolastica presso non si sa quali vecchie rovine del mondo magico decaduto, quindi i ragazzi avevano la seconda parte della giornata, prima di pranzo, libera. Zephyr si divertiva e dilettava molto ad ascoltare tutti i discorsi delle varie coppiette o dei gruppi di ragazzi che, usciti dalla lezione di incantesimi come lui, commentavano quello che avevano appreso o semplicemente si affacciavano ai portici prendendo aria e nel frattempo rallegrandosi tra una conversazione e l'altra con qualche piccola battuta innocente o piccante, a seconda della fascia di età. Tra tutti loro però, una ragazza in particolare coglieva sempre la sua attenzione, poiché da essa partivano la maggior parte dei suoi pensieri più intensi e particolari, colmi di domande e quesiti ai quali non poteva rispondere senza il suo benestare. Melia Herbert, quella ragazzina così cattiva e tutto pepe che da qualche tempo schiavizzava e giocava seriamente con il professore di Alchimia. Come lo sapeva? Oh beh lui sapeva tutto, visto che non era di certo difficile non sentire i commenti a bassa voce che il professore faceva riferiti a lei mentre si trovava nel suo ufficio, con di fuori Zephyr ad ascoltare beatamente. Senza considerare le volte che ha spiato segretamente, dal buio della foresta proibita i loro incontri segreti per i giardini, la sera. davvero adorabili, così tanto che vorrebbe legare lui ad una sedia e violentare lei di fronte allo spettatore obbligato e sofferente, ma nulla traspariva dai suoi occhi dello stesso colore del rubino, che adesso osservavano con attenzione pulita e apparentemente innocua il volo di un gheppio che, giunto sul davanzale del balconcino, richiamava con i suoi versi proprio la collega Serpeverde che forse aveva ricevuto proprio una nuova, smielata lettera dal suo professore preferito. E pensare che a lui sarebbe bastato sfiorarla per un solo secondo per farla ardere molto più di quanto potesse fare lui dopo dieci ore di preliminari, ma ad ognuno il suo pupazzo con il quale divertirsi, o meglio, lei lo aveva trovato e si stava evidentemente divertendo un mondo, ma lui? Voglio anche io un giocattolo... Sussurrò a bassa voce, impercettibile per chiunque, mentre evitava di osservare ulteriormente i sorrisi dolci e brillanti di Melia che salutava qua e là i propri compagni per dirigersi verso il luogo del futuro, possibile, incontro misterioso e peccaminoso. Il vestiario del semi-vampiro era costituito da una giacca di jeans classico con sotto una camicia a maniche lunghe viola scuro con lo stemma della sua casata e la spilla di prefetto. Pantaloni di jeans in accordo con il giacchetto e scarpe pesanti, nere, ai piedi, con calzettoni pesanti. Braccia incrociate, capelli un poco selvaggi e ribelli, che ricordavano nel loro colore il grano più scuro dell'autunno inoltrato. Capriccioso nel suo parlare precedente, come un bambino che è invidioso e desidera anch'egli qualcosa per svagarsi, per fare un poco di pratica con se stesso e con la propria realtà, verità di essere e volere, quindi caos e perdizione. D'un tratto, mentre il suo capo continuava a muoversi con lentezza per cercare di individuare nella folla una creatura che potesse fare al caso suo, quindi con una apparente purezza da potere e voler sporcare, i suoi occhi scintillarono di una luce consapevole non appena incontrarono finalmente un soggetto che nella sua interezza trasmise subito l'idea del giocattolo perfetto... Ahahah, e poi ad un certo punto gli ho detto proprio così...{Vociferare e risate delle amiche vicine a lei}Tu sei assolutamente... Perfetta. Adesso vediamo se cadi nella trappola... Sorrise appena, sadico e molto ma molto divertito. Finalmente aveva trovato un bel diversivo per quei prossimi minuti. Cercò quindi di concentrarsi il più possibile a fissare proprio lei, Ariel se non errava nel nome, per poter fare in modo che qualora anche per un solo istante si fosse trovata a scambiare uno sguardo con lui, si sarebbe di certo accorta del fatto che le stava dando molta attenzione e riflessione, cercando di imitare lo sguardo e l'espressione di un giovane molto interessato, serio, intenso nel modo di guardarla, così tanto da volerle e poterle penetrare l'anima, facendo un chiaro affidamento sulla sua maggiore percentuale di attrattiva nei confronti del sesso opposto. Avanti, se sei curiosa... Avvicinati... [/newsgoth]
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da Ariel » 30/11/2012, 16:49
[tahoma] [Fuori dall'aula di Incantesimi - Mercoledì - ore 11.53] Non era stato facile, per lei, tornare alla vita di tutti i giorni. Quando ami qualcuno così intensamente come Ariel amava Vergil, era difficile non tanto accettare un rifiuto - soprattutto non ci si erano mai fatti castelli in aria che potesse andare come si desiderava - quanto tornare alla vita normale, come se nulla fosse successo. Quando la Jiménez lo aveva baciato, infatti, dentro di sé sapeva bene che lui l'avrebbe rifiutata perché ancora preso da Arianna, o perché comunque non in grado di focalizzare la propria attenzione ed i propri sentimenti, soprattutto quelli, su un'altra persona; anzi, Vergil era stato molto dolce con lei, e a parte il pianto - comprensibile - che la Grifondoro si era fatta in camera sua, non aveva minimamente provato rancore verso di lui. Al contrario, dentro di sé continuava ad amarlo ed era felice che quel sentimento non fosse scemato, perché per lei era la prova di quanto fosse vero, reale: ma aveva dovuto mitigarlo molto, nasconderlo per evitare che lui si sentisse in colpa, sbagliato, portandolo ad essere per Cartwright niente di più di una semplice amica. E le costava uno sforzo non indifferente, lo percepiva dentro di sé, sorridergli come se nulla fosse, perché avrebbe tanto voluto abbracciarlo, tenerlo per mano, fare tutte quelle cose da innamorati insomma. Eppure, guardandola dall'esterno, nulla di tutto ciò sarebbe mai stato comprensibile osservandola, poiché il suo sguardo era luminoso ed il sorriso sereno, come sempre, mentre camminava con alcune sue compagne di Casata e raccontava loro di come un Serpeverde del quinto anno avesse cercato di evitare la punizione per aver violato il coprifuoco ed essere stato beccato da lei durante una ronda con un invito ad uscire.
Ahahah, e poi ad un certo punto gli ho detto proprio così...
Già, lei ci rideva su, l'aveva considerato uno scherzo bello e buono: come quando Typhon le aveva fatto un complimento insomma, che lei aveva recepito come una bonaria presa in giro; non concepiva la bellezza in sé, non poteva credere che qualcuno, guardandola, potesse trovarla attraente o volesse uscire con lei, ma la cosa non le dava fastidio, al massimo la faceva sorridere con l'aria di chi accetta senza difficoltà uno scherzo. E proprio mentre stava raccontando quella situazione assurda, scatenando i commenti e le risate delle amiche, Ariel si sentì stranamente osservata: ruotò leggermente il capo, guardandosi intorno, fino a che i suoi occhi non ne incontrarono un paio rossi, posati dritti su di lei; lo fissò per alcuni istanti, sentendo le gote arrossire e spostò lo sguardo altrove, chiedendosi chi fosse quel ragazzo che sembrava così interessato a lei. A rispondere alle sue domande mentali arrivò con un tempismo invidiabile un'amica della Jiménez, che evidentemente aveva notato la presenza di Zephyr non molto lontano da loro.
Guardatelo, ecco il prefetto di Corvonero tutto solo... non lo trovate davvero carino? Peccato che sia così chiuso, uff!
Ecco svelato il mistero: Zephyr Kenway, suo collega della Casata nero-blu... non si erano mai parlati prima, perché stranamente non avevano mai avuto ronde da effettuare insieme. E ora lui la stava fissando con... interesse? La voce della Grifa accanto a sé la destò da quei pensieri.
El, noi andiamo in Sala Comune... vieni con noi?
Evitavano di chiamarla col nomignolo di "Ary" su espressa richiesta della colombiana, visto che quel soprannome apparteneva già ad un'altra. Ariel scosse la testa, abbozzando un sorriso.
Andate pure avanti, vi raggiungo dopo!
Disse loro, lasciando così che il gruppetto si allontanasse prima di sospirare leggermente e lanciare un'occhiata furtiva a Zephyr: la stava ancora fissando. Si chiese per qualche istante cosa fosse il caso di fare, se far finta di niente ed andarsene oppure se non fosse stato più carino avvicinarsi a lui: sì, ma con che scusa? Alla fine decise che non c'era niente di male nel presentarsi visto che entrambi erano Prefetti e così, preso coraggio con dei lunghi sospiri, ruotò il corpo in sua direzione e prese a muoversi verso il Corvonero fino a che non se l'ebbe ritrovato davanti.
Ciao! Mi chiamo Ariel Jiménez, Prefetta di Grifondoro... non abbiamo mai avuto modo di parlarci prima, ma so che anche tu sei un Prefetto... piacere di conoscerti!
Esordì, tendendo la mano verso di lui in un chiaro segno di saluto e presentazione. [/tahoma]
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da Zephyr » 02/12/2012, 19:39
[newsgoth]Erano così simpatiche, divertenti, ironiche e solari da desiderare di privarle della loro felicità per sempre, ridurle a schiave o far capitare qualcosa di terribile alla loro famiglia o ai loro cari. Ovviamente nulla poteva trasparire dallo sguardo freddo e calcolatore di Zephyr, il quale si stava preoccupando molto di più di tenere ben inquadrata la sua preda che mettersi a riflettere come poter scombinare i sorrisi delle amiche intorno a lei. Era un tipo dedito a perseguire i suoi scopi senza farsi mai distrarre da nulla, ma bisognava ammettere che era parecchio infastidito da quelle voci continue di gruppo che successivamente si misero anche a pubblicizzare la sua presenza lì. Se non altro, visto che lo stavano aiutando nel suo intento, seppur inconsciamente, per il momento le avrebbe lasciate sorridere in pace. Guardatelo, ecco il prefetto di Corvonero tutto solo... non lo trovate davvero carino? Peccato che sia così chiuso, uff! Sbatté le palpebre lentamente, non smettendo nemmeno un secondo di fissare la prefetta Grifondoro con tanto di quell'apparente interesse da far credere quasi che fosse stato ipnotizzato da lei e dalla sua innegabile bellezza. In realtà il ragazzo stava osservando al momento una ragazza non proprio come molte altre. Lei possedeva il privilegio di mostrare un fascino più luminoso e di sicuro speciale rispetto a tante sue coetanee ed anche studentesse più grandi di un paio di anni, se non di più. Poteva udire perfettamente i sospiri di quel gruppo di ochette e allo stesso tempo percepire di esser riuscito a cogliere la completa attenzione e curiosità di quella giovane colombiana, le quali guance si erano già tinte di un rosso tenue e caloroso, un calore che ben presto avrebbe voluto provare per capire se quel giocattolo fosse effettivamente di ottima qualità. Andate pure avanti, vi raggiungo dopo!
Bravissima... Sussurrò appena, a labbra molto poco schiuse. Quella prima parte del piano e della sua tattica aveva perfettamente funzionato. Le gambe slanciate ed atletiche della ragazza si stavano muovendo proprio per raggiungere il collega Corvonero. Egli a quel punto, trovatosi in condizione solitaria con Ariel, decise di concentrare maggiormente il suo udito in un unico punto, il centro del suo petto, volendo ad ogni costo sentire così bene grazie all'udito sopraffino, che gli sarebbero apparsi scandibili dai suoi timpani i battiti cardiaci della giovane dagli occhi verde prato. Il suo intento era quello di comprendere poi ad ogni sua parola l'emozione che ella provasse, in modo da calibrare e formulare le cose migliori da dire al momento giusto e così fornirle delle emozioni sempre maggiori, quasi fosse in grado di guardarle nell'anima, nella mente e saper trovare il modo di fornirle sensazioni di sorpresa e piacevolezza nel trascorrere del tempo in sua compagnia. Ciao! Mi chiamo Ariel Jiménez, Prefetta di Grifondoro... non abbiamo mai avuto modo di parlarci prima, ma so che anche tu sei un Prefetto... piacere di conoscerti!
Ti sei accorta che non riuscivo a staccarti gli occhi di dosso, non è così? Gli occhi brillarono ancora di più, le orecchie che cercavano di percepire ogni variazione del suo battito, quel tono calmo, mellifluo e serio che era tipico del suo essere, conducendo solitamente il resto del mondo a considerarlo fin troppo misterioso, inquietante e imprevedibile. Amava dire le cose in maniera diretta, raggiungere il dunque e spiazzare chi si trovasse di fronte, in fondo era stato uno dei pochi a sorprendere anche la Vice Preside, cosa non da poco comunque, vista solitamente la fermezza e l'esperienza di vita della donna scelta dalla Bergman come suo braccio destro. Gli stessi occhi, brillanti fino a poco prima, scelsero di cominciare ad ispezionare con accurata lentezza tutta la linea del corpo della studentessa, scegliendo di non bloccarsi su particolari dettagli come il seno o i fianchi, ma solamente per dare l'idea alla giovane che lui era totalmente rapito dalle sue fattezze, ed anche in quel caso, l'ascolto puro era rivolto al suo battito per capire se tutto ciò la mettesse in quel giusto ed equilibrato imbarazzo tra il lusingato e il disorientato. Due secondi prima che le sue pupille tornassero poi a fissarla in volto, le sue labbra si schiusero ancora una volta, proseguendo con quella appena accennata presentazione utile per iniziare e mandare avanti un discorso di convenienza. Zephyr Kenway, immagino non serva dire il mio grado, noto che ne sei già a conoscenza... Se ti stai chiedendo il perché non smettevo di fissarti, beh, la risposta è semplice... Sei bella. [/newsgoth]
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da Ariel » 02/12/2012, 22:27
[tahoma]Un po' titubante ma sorridente, come sempre del resto, Ariel si avvicinò dunque a Zephyr per salutarlo e presentarsi, tendendogli la mano in segno di saluto: e seppur quel gesto venne ignorato dal Corvonero, costringendola ad abbassare lentamente il braccio con fare impacciato, le sue successive parole la fecero sobbalzare ed arrossire vistosamente.
Ti sei accorta che non riuscivo a staccarti gli occhi di dosso, non è così?
Il cuore le batté più forte nel petto, per la sorpresa: era stata forse troppo arrogante e sfacciata nel pensare di avvicinarsi o che lui stesse guardando proprio lei? Abbozzò un sorriso, non sapendo bene cosa rispondere: se avesse detto di no sarebbe sembrata una stupida, ma se avesse detto di sì sarebbe apparsa forse troppo arrogante agli occhi dell'altro, e se ne sarebbe dispiaciuta; alla fine, per quanto ancora piuttosto confusa su cosa fosse meglio dire, alzò le spalle con fare ancora impacciato.
Io... ho visto che guardavi nella mia direzione. Ho pensato che forse avevi capito chi fossi, che fossimo colleghi quindi, ma non ti andasse di avvicinarti a tutto il gruppo.
Rispose alla fine, preferendo la genuina ed ingenua forse sincerità di una risposta data col cuore che una più calcolata e maliziosa che però non le sarebbe di certo appartenuta. Incrociò le braccia al petto mentre lui la studiava da capo a piedi, sentendosi quasi... nuda, di fronte al Prefetto dei Corvi; eppure non indietreggiò di un passo, mantenendo un leggero sorriso amichevole sulle labbra poiché ora che ce l'aveva davanti ed aveva iniziato a parlare con lui di certo non se ne poteva andare come se nulla fosse. E poi sembrava che lui avesse ancora qualcosa da dire.
Zephyr Kenway, immagino non serva dire il mio grado, noto che ne sei già a conoscenza... Se ti stai chiedendo il perché non smettevo di fissarti, beh, la risposta è semplice... Sei bella.
Quel complimento così diretto le fece battere ancora una volta il cuore più forte per qualche istante, ma poi esso si acquietò: semplice, nell'animo della Grifondoro quelle parole erano state recepite come sempre... una bonaria presa in giro, uno scherzo non affatto cattivo nei confronti della ragazza che quindi l'avrebbe dovuto recepire come tale, con un sorriso.
Non abbiamo mai avuto modo di parlarci prima, è un peccato. So che ti sei trasferito ad Hogwarts da alcuni mesi ormai, ma spero di non essere troppo in ritardo se ti chiedo come ti trovi.
Aggiunse Ariel, il cuore molto più tranquillo e pacato ora poiché aveva deciso di non prendere troppo alla lettera ciò che lui le diceva: era un ragazzo particolare, molto, ma questo non significava certo che lei dovesse sentirsi in soggezione o spaesata di fronte a lui; in fondo, se era riuscita a dichiararsi di fronte a Vergil, allora poteva fare tutto.[/tahoma]
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da Zephyr » 06/12/2012, 22:44
[newsgoth] Io... ho visto che guardavi nella mia direzione. Ho pensato che forse avevi capito chi fossi, che fossimo colleghi quindi, ma non ti andasse di avvicinarti a tutto il gruppo. Perspicace, di sicuro. Quella ragazza aveva creduto qualcosa che in parte si, era vera, ma non del tutto. Zephyr rimase a fissarla per diversi istanti, non tanto per calibrare cosa dire, ma per bearsi del battito del suo cuore che ebbe un'improvvisa accelerazione, divertente, particolarmente intensa. Già, evidentemente non era affatto abituata ai complimenti e questo si evinse anche dal suo successivo comportante di lei, che con molta tranquillità seppe bloccare l'incedere delle forti emozioni, probabilmente credendo che lui stesse scherzando. Ovviamente questo lo dedusse dall'improvvisa calma del suo battito cardiaco, davvero impressionante. Doveva aver fatto molta pratica per arginare il galoppare delle sensazioni forti, chissà per quale motivo... Non abbiamo mai avuto modo di parlarci prima, è un peccato. So che ti sei trasferito ad Hogwarts da alcuni mesi ormai, ma spero di non essere troppo in ritardo se ti chiedo come ti trovi. Sorrise appena, già, quell'espressione quasi marmorea e di cera del suo viso serio ed imperturbabile venne leggermente illuminata da un sorriso che nel suo essere forse palesemente finto, puntava a mostrare solo un'immensa sincerità. Sbatté le palpebre con un movimento lento e concentrato, ovviamente voluto, cercando di puntare su quell'attrattiva maggiore che sapeva bene avere sul gentil sesso opposto, qualora le ragazze non fossero state omosessuali, si intende. Cambiò la sua posizione, mettendosi maggiormente eretto col busto, forse per volerle far capire a livello di statura quanto era alto e quanta differenza ci fosse tra di loro. Quella classica differenziazione che avrebbe messo un punto fermo sul dualismo non solo tra maschio e femmina, ma anche un uomo e una donna, dove tipicamente la donna risulta essere nel pensiero classico più bassa dell'uomo. Nessun ritardo, dal momento stesso in cui sei la prima a farmi una domanda simile. Mi trovavo normalmente, adesso posso dire che mi trovo bene, e per adesso, intendo proprio in questo momento... La fissò molto a lungo. Gli occhi rossi e scintillanti che desideravano specchiarsi in quelli di lei, mentre da lontano osservò distrattamente quel gruppo di amiche di Ariel che evidentemente aveva fatto finta di allontanarsi per vedere come sarebbe andata tra loro due. Quel sorriso, non appena le vide, si spense, e tornò quasi subito a guardare meglio lei, molto serio, quasi leggermente colpito ma in modo negativo, mentre si appoggiava con leggerezza e un piccolo tonfo della schiena al muro, sbuffando, leccandosi le labbra rosse, in netto contrasto con la pelle molto chiara, di stampo vampirico. Ti sei forse messa d'accordo con loro per prendermi in giro in qualche modo? Speravo di esser riuscito a cogliere semplicemente l'attenzione di una bella ragazza, non del suo senso sadico... [/newsgoth]
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da Ariel » 06/12/2012, 23:03
[tahoma]Nessun ritardo, dal momento stesso in cui sei la prima a farmi una domanda simile.
Oh... davvero?
Domandò Ariel, stupita: insomma, credeva che tutti oramai gli avessero posto quella domanda e che Zephyr fosse arci-stufo di dovervi rispondere... e invece si era sbagliata, nessuno si era mai preso la briga di domandarglielo: che cosa strana... Ma forse dipendeva tutto dal fatto che appariva come una persona molto chiusa e schiva, per questo probabilmente le persone avevano preferito non importurnarlo con domande del genere e la Jiménez sperò di non essere stata la prima a farlo.
Mi trovavo normalmente, adesso posso dire che mi trovo bene, e per adesso, intendo proprio in questo momento...
Perché dici... - si fermò un momento, spalancando gli occhi mentre un barlume di consapevolezza le brillava negli occhi verdi - Oh...
Mormorò solo, poiché aveva capito dire cosa intendesse: la pelle le si arrossò leggermente sulle guance, ma col fatto che era colombiana non sarebbe stato facile per il Corvonero comprendere che si era imbarazzata; a dimostrare le sue emozioni, però, ci pensava il suo cuore che batté un po' più forte e la cui velocità poteva essere tranquillamente colta da lui, anche se Ariel non lo poteva sapere. D'altronde era la prima volta che un ragazzo così bello le prestava attenzione; certo, non era bello quanto Vergil, ma comunque era davvero affascinante e se non altro non stava facendo pessime figure con lui... Perlomeno fino a che non vide il suo leggero sorriso spegnersi, come se avesse notato qualcosa che gli aveva fatto del male.
Ti sei forse messa d'accordo con loro per prendermi in giro in qualche modo? Speravo di esser riuscito a cogliere semplicemente l'attenzione di una bella ragazza, non del suo senso sadico...
C-cosa?
Balbettò Ariel, voltando il capo con uno scatto ed accorgendosi solo in quel momento che le sue compagne di Casata erano rimaste lì a fissarli: vedendola, le amiche si affrettarono ad andarsene per davvero lasciandoli soli, e la Grifondoro si volse subito in sua direzione per scuotere il capo con veemenza.
Non mi era accorta che fossero lì, davvero, io non farei mai niente che possa ferire qualcuno! Mi dispiace molto Zephyr, te lo giuro, non le avevo proprio viste!
Quasi si sarebbe messa a piangere, perché non voleva assolutamente fargli pensare di averlo preso in giro: insomma, come avrebbe potuto, e per quale scopo? Si morse il labbro con forza ed abbassò lo sguardo, totalmente mortificata.[/tahoma]
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da Zephyr » 07/12/2012, 0:46
[newsgoth] Perché dici... Oh... Finalmente un poco di consapevolezza di quello che significavano le sue parole. Finalmente nei suoi occhi la luce e il barlume della vanità che si faceva spazio nel suo animo come un piccolo flusso di delicato miele profumato al sangue, un profumo che di sicuro Z trovava nettamente irresistibile. Le labbra di Ariel avevano un'invitante estetica molto carnosa, tipica dei tratti sudamericani che nascondeva sotto le vesti da studentessa, vesti che probabilmente Kenway le avrebbe strappato via molto volentieri, magari... Con la forza. Preferì non lasciar trasparire nulla di quei suoi desideri, troppo concentrato a portare avanti quella sua teatrale e magistrale interpretazione del ragazzo offeso da un presunto comportamento da oca imbecille da parte della Prefetta Grifondoro che, di tutta risposta, lanciò un'eloquente occhiata verso il gruppo di ragazze rimaste spettatrici in segreto che scomparvero all'istante, tra qualche mezza risatina divertita per tutta la situazione di vicinanza che si stava creando tra Zephyr e la loro compagna. Oh, ma c'era ancora molto tempo prima di ridere sul serio... E le risate di Zephyr sarebbero state molto più gustate e intense. C-cosa? Non mi era accorta che fossero lì, davvero, io non farei mai niente che possa ferire qualcuno! Mi dispiace molto Zephyr, te lo giuro, non le avevo proprio viste! La mano del ragazzo si mosse così calma che quasi sembrava irreale. Si posò sulla spalla di Ariel stringendo lievemente, mentre scuoteva il capo per tranquillizzarla. Era chiaro che buona parte della sua attenzione fosse sempre e comunque rivolta al cuore della donzella, per ascoltarne il battito selvaggio e forte che adesso, mentre si fissavano negli occhi con tanta intensità e la collega percepiva il bisogno di piangere, proseguiva accelerato nel suo percorso di pompare sangue ad ogni anfratto del corpo, comprese le gote di lei, più rosee, osservabili non troppo facilmente ma ponendoci una buona attenzione, adorabili, sicuramente adorabili. Era un giocattolino davvero interessante, molto più di quanto si aspettasse... Un essere umano affascinante, una ragazza con un'indole di emozioni a dir poco travolgente... Che fosse davvero una preda così gustosa? Non dire altro. Ti credo... La mano che posava sulla spalla, salì con lentezza minore rispetto a prima e, qualora ella avesse versato anche solo una lacrima, il dito indice destro di Zephyr l'avrebbe raccolta e fatta giungere direttamente alle proprie labbra, per assaporarne il sapore salato e gentile. Se ciò fosse avvenuto, allora la lingua avrebbe leccato ancora una volta la bocca, con fare malizioso e velatamente disinteressato, per quanto un gesto del genere potesse essere definito disinteressato, ovviamente. Inspirò con profondità, mentre spostava lo sguardo a destra e sinistra, adesso si che erano completamente soli, adesso si che poteva sentirsi libero di lasciare andare il suo essere e vedere come ella avrebbe reagito, visto che fino ad ora stava andando tutto alla perfezione. Mi sei piaciuta fin dal primo giorno che ti ho vista, al tuo tavolo, a cena... [/newsgoth]
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da Ariel » 07/12/2012, 19:11
[tahoma]Si stava sul serio per mettere a piangere: sentiva le lacrime bruciarle negli occhi, e si sentiva in colpa per qualcosa che non dipendeva affatto da lei; oh, ma come poteva convincere Zephyr che non le aveva davvero viste le sue amiche, e che non immaginava minimamente li stessero osservando per fare le sciocche pettegole? Scosse il capo sconsolata, tirando su col naso e sentendo una piccola lacrima colarle lungo la guancia; quando il Corvonero posò la mano sulla sua spalla, Ariel trasalì, poiché non si aspettava quel contatto, e subito i suoi occhi andarono a cercare quelli di lui per capire cosa volesse dirle, sperando ovviamente che non si tratasse di un qualche insulto.
Non dire altro. Ti credo...
A quelle parole, un dolce sorriso si aprì sulle labbra di Ariel, i cui occhi si riaccesero subito di gioia per quelle parole: la cosa che più la feriva era pensare che il Corvonero potesse giudicarla male, e il fatto che non lo stesse facendo, che credesse alle sue parole fu per la Jiménez la gioia più grande. Quando poi la mano del ragazzo salì lungo la sua guancia per raccogliere quella lacrima dispettosa che le era colata lungo essa, la Grifondoro sentì il cuore batterle un po' più forte perché non si era mai ritrovata in una situazione del genere, nessun ragazzo l'aveva mai guardata così come ora Zephyr stava guardando lei.
Mi sei piaciuta fin dal primo giorno che ti ho vista, al tuo tavolo, a cena...
Ed è inutile dire che nessuno le aveva mai detto una cosa del genere, anche se probabilmente non avrebbe cambiato nulla dei suoi sentimenti per Vergil: e infatti, nonostante il cuore fosse preso a battere ancora più forte sentendolo, un piccolo cenno del capo accompagnò il sorriso che rimase sulle sue labbra.
Io... ti ringrazio tanto... però, ecco...
Come dirlo senza sembrare presuntuosa? Alla fine decise di essere semplicemente se stessa, sperando che il Corvetto non ci rimanesse male.
Io non sono... disponibile. Mi piace già un altro ragazzo...
Confessò, arrossendo vistosamente sulle guance mentre il cuore omai pompava a pieno ritmo, senza rallentare nemmeno per un secondo. Povera Ariel, sarebbe potuta svenire da un momento all'altro.[/tahoma]
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da Zephyr » 08/12/2012, 23:07
[newsgoth]La ragazza era capace di modificare il suo stato d'animo in pochissimo tempo. Il pianto si era sostituito al sorriso e l'emozione negativa a quella positiva, il tutto nell'arco di forse una decina di secondi. Zephyr non nascose a se stesso di essere rimasto molto affascinato da quel lato caratteristico di Ariel, tanto da rimanerne a tratti affascinato. Spesso e volentieri un vampiro ammirava il modo con il quale gli esseri umani si approcciavano al mondo, e sicuramente lui avendo per il 25% il sangue dei bevitori di linfa umana, provava per un quarto quella stessa curiosità. Soltanto adesso però si rendeva conto di iniziare davvero a mostrarsi interessato a questo mondo così particolare, al quale poteva accostarsi tranquillamente essendo per buona parte umano, e proprio per questo quando ella riprese a sorridere, lui mostrò a sua volta un valido sorriso, questa volta decisamente meno finto degli altri, pur essendo molto controllato. Io... ti ringrazio tanto... però, ecco... Le cose non sarebbero andate come desiderava. Si, l'inizio, la partenza imbastita dalla studentessa del quarto anno era una partenza classica e tipica di chi sta per dare il due di picche. Onestamente, Zephyr Kenway non pensava e non sperava di certo che il tutto avvenisse così semplicemente. Un po' di sana lotta per la propria preda sarebbe stata ben più che accettata, ma adesso bisognava capire esattamente che tipo di lotta avrebbe dovuto iniziare, se nei confronti di una persona fissa accanto alla ragazza oppure una persona esclusivamente nei suoi sogni e nei suoi pensieri. Il suo sorriso fu spento in modo assoluto, veloce, voluto e calcolato, come se si stessero spegnendo le sue speranze, e dunque gli occhi color rubino attesero impazienti che ella proseguisse, mentre il busto del Corvonero si faceva più eretto ed inoltre incrociava le braccia sostanzialmente robuste. Io non sono... disponibile. Mi piace già un altro ragazzo... Ok ok, tutto sotto controllo, a quanto sembrava la cotta c'era ma al momento non era corrisposta oppure l'altro non era a conoscenza dei sentimenti di Ariel. Zephyr rimase in silenzio, osservandola attentamente e rimanendo molto concentrato sul battito cardiaco che appariva come fortemente accelerato, incredibilmente sospeso nell'attesa che lui dicesse qualcosa e le facesse comprendere che andava tutto bene. Forse però non era solo questo che la stava tenendo in così forte emozione, forse era la prima volta che un ragazzo si stava dichiarando a lei e per questo non era molto semplice relazionarsi con una simile situazione. Già, più Zephyr si trovava a contatto con le persone e più le trovava interessanti da studiare nei loro modi di essere, di fare, di rapportarsi ed anche di vivere i sentimenti, qualsiasi essi siano. Hai detto che ti piace, non che ci stai assieme... Perché ti reputi non disponibile? Forse sai già che non potrei mai piacerti quanto ti piace lui? Quella domanda poteva voler dire tutto o nulla. Poteva rappresentare non solo la volontà di avere la maggiore sicurezza che effettivamente lei con questo ragazzo non ci stesse assieme, ma anche il desiderio di porla nella condizione di riflettere su se stessa, sui propri sentimenti, far capire lui quanto fossero ben radicati e forti, almeno da avere un quadro preciso di quanto sarebbe stato bello farla avvicinare abbastanza da... Farla allontanare da questo fantomatico primo batticuore. Ancora una volta gli occhi si mossero lungo tutta la linea del corpo di Ariel, sottolineando quanto a Zephyr piacesse ammirarla in ogni suo angolo di splendore e sensualità, quella sensualità acerba che una giovane di quattordici anni con le curve al punto giusto era già in grado di mostrare, attraverso sfaccettature differenti, dal carnoso delle labbra al sodo del seno al delineamento dei fianchi e delle gambe. Io ti vorrei. Posso rubarti il cuore? [/newsgoth]
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Zephyr
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