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da Arthur » 17/03/2013, 15:48
[Per il corridoio - Ore 15.47] Da quando fu smistato dal Cappello Parlante nella casa dei Delfinazzurro non ebbe ancora l'occasione di scrivere una lettera ai suoi genitori per raccontare loro come fu il suo arrivo ad Hogwarts, ma tra il viaggio in treno e il consueto arrivo sulle barche che attraversarono il lago, per non parlare della paura di essere circondato da così tante persone che non conosceva minimamente era più probabile che avrebbe finito per superare le tre pergamene senza ancora giungere a descrivere l'attimo dello smistamento. Ad ogni modo per quante pergamene potesse riempire di parole di certo i suoi genitori o per lo meno suo padre in maniera particolare, sarebbero stati senza alcun dubbio orgogliosi di lui, ma era a conoscenza del fatto che sua madre avrebbe preferito venire a sapere di ottimi risultati scolastici piuttosto che sviluppi e prodezze artistiche, spesso arrivava a chiedersi com'era possibile che sua madre con quel carattere così rigido e calcolatore avesse accettato di sposare un uomo con la testa con le nuvole, amante del disordine anche se raramente possedeva dei brevi momenti di genialità che era in grado di colpire e sorprendeva entrambi. Per quanto la lettera che stava tentando di scrivere con scarsi risultati tra l'altro, era sì indirizzata ai suoi genitori, ma esisteva anche un destinatario segreto se non per la sua famiglia e questo destinatario non era altro che Garwin, il fantasma. Nella scuola, come gli era già stato raccontato più e più volte da diversi suoi famigliari sia maghi che streghe che si erano diplomati da tempo, era stracolma di fantasmi eppure sentiva la mancanza del suo fantasma. Quella mancanza lo faceva sentire terribilmente solo sebbene attorno a lui fossero stati presenti ragazzi e ragazze di ogni anno, ma in tutta la giornata non era mai stato in grado di scambiare una parola con anima viva o morta. Cominciava a pensare che quei sette anni in quella scuola sarebbero stati i più lunghi della sua vita e già attendeva le vacanze per tornare a casa, la sua casa. Dopo diversi tentativi scrisse una lettera che raccontasse almeno a grandi linee ciò che aveva fatto e le sue prima impressioni, tralasciano di proposito tutti i suoi timori oltre che il desiderio di tornare a casa, non aveva fatto questa scelta per sembrare più forte o sicuro di sé, ma unicamente per non procurare preoccupazioni inutili ai suoi genitori e a Garwin. Non era certo di aver fatto la cosa giusta anche se lo aveva fatto con le più pure intenzioni, così dopo essersi alzato ed aver radunato la sua roba buttò la mala copia della lettera nel fuoco di uno dei caminetti accesi della Sala Grande. Osservò il fuoco divorare la pergamena poco a poco, mentre isolava completamente la mente dai rumori circostanti della sala, in particolare dalle voci che echeggiavano tutt'attorno. Non conosceva nessuno e non sentiva il desiderio di buttarsi in qualche gruppetto ed attaccare bottone con il primo del suo anno che incontrava, tutto per colpa della sua timidezza e della malinconia che lo stava colpendo quella sera. La sala cominciava a riempirsi e per evitare di finire accanto ad un altro studente sia più grande che della sua età recuperò tutti i suoi libri, pergamene, penne ed inchiostro in modo da avere l’occasione di spedire il prima possibile la lettera appena scritta. Non guardò negli occhi nessuno e ricambiava appena qualche saluto con un cenno del capo mentre abbandonava la Sala Grande per avviarsi per i corridoi diretto alla guferia.
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da Amadeo » 17/03/2013, 16:10
Domenica pomeriggio, fuori imperversava la pioggia mista alla neve e il cielo era tetro e plumbeo mentre il castello, avvolto dal silenzio della Foresta Proibita, continuava a custodire i suoi segreti e i giovani maghi che vi studiavano. Dal canto suo, Amadeo, quel pomeriggio si sentiva in vena di esplorare la scuola, con una passeggiata lenta e tranquilla si concesse una cappatina nella Sala Comune per dare un'occhiata a chi o meno vi fosse. Vide ragazzi del sesto e del settimo anno studiare o semplicemente chiacchierare davanti ad una sostanziosa merenda invernale, altri che scrivevano lettere ai parenti o chi cercava di districare i propri problemi. Nulla che potesse realmente interessarlo in poche parole. Sì, era un ragazzo dai gusti difficili e poche cose potevano realmente attrarre il suo interesse. Piuttosto deluso si aggiustò la cravatta della propria divisa e decise di tornare nella propria sala comune, nei Sotterranei. Mentre procedeva passo a passo discuteva con se stesso degli ultimi avvenimenti, del suo arrivo alla scuola e dello smistamento e poteva considerarsi più che fortunato oltre che soddisfatto della casa in cui era finito, i Serpeverde. Da quando ne aveva memoria desiderava ardentemente farne parte, nonostante i membri della sua famiglia fossero stati tutti dei brillanti Corvonero, inutile a dirsi che sia il padre che la madre avevano visto giusto nei confronti del figlio: intelligente, dalla lingua lunga ed estremamente ambizioso e con un carattere carismatico e per niente timido o introverso. Alzò lo sguardo e fissò uno dei quadri e sorrise in modo gentile ed angelico sebbene nella propria fulva testolina stesse pensando ad un modo per far passare quel pomeriggio grigio e piatto.
Dovrà pur esserci qualcosa o qualcuno di interessante...
Inutile dirsi che alcuni suoi compagni del primo anno si erano persi per andare a cercare un libro nella biblioteca e lui non aveva la benché minima voglia di andarsi a riempire di polvere in un giorno in cui poteva inquadrare gli altri ragazzi della scuola. Chi sarebbe stato adatto a lui? Chi poteva diventare suo amico nel caso in cui un giorno gli si sarebbe presentata l'occasione di poter guadagnare un tornaconto? Nonostante i suoi undici anni capiva perfettamente che certe cose avevano un caro prezzo e in certi casi ne rientrava anche l'amicizia. Doveva saper scegliere bene chi tenere accanto e chi no, e non poteva aspettare altro tempo. Una volta svoltato nel corridoio, ovviamente decorato riccamente con i suoi preziosi quadri, vide un ragazzo, un tipo che aveva visto nella cerimonia dello smistamento, un ragazzo timido, che vedeva spesso da solo in Sala Grande, insomma, uno di quelli che viene spontaneo stuzzicare per vederlo arrossire o piangere dicendo di smettere di tediarlo. Ghignando in modo velato gli si avvicinò scontrandolo appena con una spalla per fargli cadere qualcosa. Difatti scivolarono a terra un paio di penne e un pezzo di pergamena scarabocchiata. Immediatamente si soffermò ed esclamò:
Ops! Scusami! Ero sovrappensiero. Tutto di nero... non ti avevo visto.
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da Arthur » 17/03/2013, 16:33
Camminava con lo sguardo basso per non incrociare quello di altri studenti soprattutto più grandi di lui, non aveva paura dei ragazzi più grandi, ma semplicemente trovava irrispettoso nei loro confronti studiarli ed osservarli con attenzione come se fossero degli animali in un documentario babbano. Ad ogni modo modo il suo motto era "non cercare problemi e non crearne" così arriverà al diploma con tutti gli arti e a mente lucida o almeno è quello che sperava. Stava infatti percorrendo il corridoi tranquillo e per i fatti suoi quando un ragazzo, a giudicare dalla divisa un Serpeverde, lo aveva urtato apparentemente senza farlo apposta. Aveva ancora molti pregiudizi sui Serpeverde e se c'era qualcuno che assolutamente non desiderava incontrare era proprio uno di loro, quale anno stava frequentando non aveva importanza per lui restavano tutti uguali.
N-Non è nulla... non l'hai fatto apposta...
Rispose mantenendo lo sguardo basso mentre si abbassava per raccogliere la lettera da spedire ai genitori che aveva fatto cadere, per sua fortuna la spallata che dal canto suo non era del tutto accidentale visto il soggetto che si è malauguratamente trovato davanti, non gli aveva fatto cadere anche la boccetta d'inchiostro altrimenti i danni sarebbero stati maggiori. Comunque sia raccolse velocemente anche la penna d'oca che gli era caduta insieme alla lettera e si rialzò in piedi limitandosi a guardare il ragazzo solo con la coda dell'occhio, sembrava avere un viso piuttosto angelico per essere un Serpeverde, ma non doveva lasciarsi ingannare così facilmente.
Ora scusami ho... delle cose da fare
Senza più voltarsi verso il ragazzo che lo aveva urtato riprese a camminare e in questo caso allunga il passo, se sarà fortunato lo lascerà in pace, mentre in caso contrario opterà per una strategia efficace ed immediata: si metterà a correre. E' stata la sua tecnica in molte occasioni e aveva ottenuto sempre un discreto successo anche se era solo grazie al suo inseparabile amico Garwin che alla fine riusciva a liberarsi degli inseguitori, molto spesso bulletti o cuginetti più grandi di lui che incontrava solo in rare occasioni o riunioni di famiglia. Col passare del tempo e a furia di utilizzare questa tecnica imparò anche ad essere abbastanza veloce e sperava di riuscire ad esserlo anche in quel caso se il ragazzo arriverà ad inseguirlo.
Non posso essere così sfortunato i primi giorni di scuola!
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da Amadeo » 17/03/2013, 16:47
Sì, decisamente un tipo che ispirava quei giochetti crudeli che erano il pane quotidiano per i ragazzini della loro età. Poteva aver dunque trovato il suo passatempo pomeridiano, perchè non provare a conoscerlo meglio invece di limitarsi a quella piccola cosa da nulla? Aveva visto la sua cravatta e il suo stemma, un Delfinazzurro. Oh, non poteva crederci, un animo dolce, sensibile, amante della bellezza. Perchè se lo stava già immaginando con i vestiti della nonna mentre leggeva poesie davanti ad una tazza di cioccolata? Era senza alcun dubbio un pensiero crudele e piuttosto pestifero, ma poche volte si sbagliava e da come aveva reagito al loro scontro "casuale" non poteva essere che altrimenti. Cercò di essere veloce per raccogliere la pergamena finita in terra per poterne leggere il contenuto ed eventualmente tenerla per sè, ma l'altro, il ragazzo dai capelli corvini, fu veloce, molto più veloce di lui. Motivo in più per riuscire a prendergliela in un modo o nell'altro e non appena lo vide riprendere a camminare con passo spedito cominciò a stargli alle calcagna. "Ho... delle cose da fare". Piangere? Che altro avrebbe avuto da fare se non quello?! Allungò il passo, ormai al limite della corsa e gli si parò davanti allungando prontamente la mano per farsela stringere, mentre con un sorriso disarmante gli disse:
Romanus. Amadeo Romanus. Delfinazzurro, dico bene? Mi ricordo di te alla cerimonia di smistamento.
Mentì unicamente per poter conquistare la sua fiducia e la sua simpatia, doveva avere l'idea assoluta che nessuno si fosse accorto della sua presenza in tutto il castello e forse alle sue parole avrebbe reagito in qualche modo, magari avrebbe messo in luce un qualche lato del suo carattere che... Insomma... poteva anche scoprire che apparteneva ad una casata importante e allora le cose sarebbero state ben diverse.
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da Arthur » 17/03/2013, 17:07
Si sentiva già al sicuro non sentendo i passi del ragazzo dietro di lui, ma aveva cantato vittoria troppo presto e proprio quando stava rallentando a poco il passo il passo era già davanti a lui che gli tendeva la mano. Con lo sguardo che restava basso i capelli gli coprivano in parte gli occhi blu notte, molto probabilmente non ebbe nemmeno bisogno di vedere chiaramente la sua espressione perchè sorpreso aveva sbarrato gli occhi e nel vedere la sua mano tesa aveva fatto un passetto indietro. E' lampante che era una ragazzo timido e che non si fidava di lui, un Serpeverde. Ad ogni modo non era un ragazzo maleducato e non rispondergli equivarrebbe a mancargli di rispetto anche se dentro di lui era intenzionato a fuggire a gambe levate piuttosto che fare conversazione con qualcuno che non conosceva, anche se da questo punto di vista è impossibile fare conversazione con qualcuno che non conosce se Hogwarts è per lui completamente nuova.
Piacere... sono Arthur Knight. Mi fa piacere che ti ricordi di me, ma adesso devo veramente andare e devo trovare il modo di raggiungere la guferia.
Sicuramente indicare la sua destinazione era l'errore più grande che potesse fare e quando se ne era reso conto era ormai troppo tardi. Se quel ragazzo non dovesse lasciarlo in pace dovrà rimandare e spedire la lettera un altro giorno. Era piuttosto fastidioso dover rimandare una cosa così importante unicamente a causa di un presunto bulletto di Serpeverde, ma cosa altro poteva fare se non limitare il più possibile il contatto con gli altri ed andare avanti per la sua strada senza intoppi e senza inutili guai?
Ecco... non voglio essere scortese, ma non posso stringerti la mano con tutta questa roba che porto. Scusami...
Oltre a scusarsi di continui i libri che aveva con sé erano piuttosto pesanti soprattutto se portati tutti insieme, in più aveva con sé le pergamene e tutto il materiale necessario per scrivere e svolgere i compiti che erano stati assegnati, quindi è più che ovvio che non gli era possibile stringergli la mano a meno che non posasse tutto quanto per terra, ma ancora una volta non riponeva fiducia in quel ragazzo, Amadeo. Probabilmente il suo atteggiamento era troppo prevenuto verso un Serpeverde che nemmeno conosceva e stava realmente cercando di avere una conversazione pacifica verso un altro del primo anno, sicuramente commetterà un altro errore che gli costerà caro, ma almeno proverà a dargli una possibilità.
Me ne pentirò... lo so che me ne pentirò... Lo lascerò parlare e poi deciderò come rispondergli e in quale momento cominciare eventualmente a correre.
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da Amadeo » 17/03/2013, 17:20
Arthur ha scritto:Piacere... sono Arthur Knight. Mi fa piacere che ti ricordi di me, ma adesso devo veramente andare e devo trovare il modo di raggiungere la guferia.
Sorrise mentre cercava di ricordarsi ciò che la madre gli aveva insegnato pressoché a memoria e no, nella lista delle famiglie che doveva conoscere non era compresa la sua, anche se ricordava di una certa famiglia piuttosto famosa per i suoi "fantasmi". Poteva trattarsi della sua? Avrebbe indagato senza alcun dubbio, perchè no? Cercando di essere più gentile e disponibile possibile, dal momento che era lampante la rigidità dell'altro ragazzo, sicuramente frutto delle voci che giravano sui Serpeverde -che a dirla tutta non che facesse male a storcere il naso, sia ben chiaro- si propose con un certo coinvolgimento di aiutarlo con ciò che doveva fare. La guferia, dici? Mmh... possiamo provare a trovarla assieme no? Potrebbe rivelarsi una piccola avventura domenicale. Non trovi anche tu che questo pomeriggio di pioggia sia così terribilmente deprimente? Per non parlare dei tipi introversi e scontrosi che ci sono in giro.Il ragazzo, Arthur, pareva davvero intenzionato a mantenere quella linea difensiva piuttosto ostinata e sicuramente gli avrebbe creato più problemi che reali vittorie, o quanto meno gli avrebbe dato meno informazioni del previsto. Sospirò mentalmente e si disse che il gioco poteva valere la candela. Arthur ha scritto:Ecco... non voglio essere scortese, ma non posso stringerti la mano con tutta questa roba che porto. Scusami...
Ancora una volta?! Per poco non alzò gli occhi al cielo piuttosto spazientito, dopotutto non era solito impuntarsi così a lungo su qualcosa e ritornò alla carica allungando le mani sui libri che l'altro reggeva senza attendere una vera e propria risposta positiva. Lascia che ti aiuti, sembrano essere proprio pensanti, vero? Ouf! Ma che cosa ti sei portato, il baule intero?!Si lamentò con tono scherzoso mentre soppesava parte del carico che l'altro s'era portato con sé.
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da Arthur » 17/03/2013, 17:45
Osò appena alzare gli occhi verso di lui per studiarne o per lo meno osservarne la reazione, se sarà cortese potrà dargli una possibilità di rivedere i propri pregiudizi sui Serpeverde, altrimenti tenendosi ben stretto i suoi libri al petto comincerà a correre nella direzione opposta senza quasi dargli alcuna spiegazione. Dal canto suo già prevedeva battutine spiacevoli o frecciatine mirate a colpire a mettere il cattiva luce sia lui che la sua casa d'appartenenza, invece è andato esattamente come non si sarebbe mai aspettato. Amadeo, almeno apparentemente, si era dimostrato gentile. Chiaramente questo non gli era sufficiente per abbandonare la sua tattica difensiva, ma era certamente un passo avanti da parte di un Seprverde a meno che quella gentilezza non fosse un metodo ben specifico per ottenere qualcosa da lui, ma cosa potrebbe mai desiderare da un ragazzo semplice come lui?
Ma.. ma non voglio crearti alcun disturbo..!
Troppo tardi, quel ragazzo sembrava proprio deciso a non lasciarlo andare e non riuscì nemmeno ad imporsi quando gli prese i libri di mano e lo aiutò a portarli, effettivamente grazie a lui la mole di peso era decisamente diminuita e faceva meno fatica, ma farà bene a fidarsi di lui? Era troppo presto cominciare a credere alla favola che i Serpeverde erano diventati tutti quanti dei bravi ragazzi che aiutavano il prossimo, però nulla vieta che tra di loro ci fosse qualche pecora bianca.
Ti... ti ringrazio... nemmeno i ragazzi della mia casa mi hanno ancora aiutato a portare dei libri.
Quel gesto per quanto semplice gli aveva rallegrato la giornata e per un momento gli aveva fatto dimenticare la sua malinconia e la voglia di tornare a casa da Garwin, senza alcun dubbio se quel fantasma fosse qui l'avrebbe tenuto distante da tutti e al sicuro oltre che protetto come se si trovasse ancora a casa, è proprio a causa di questo suo modo di educarlo e di seguirlo che aveva finito per diventare così timido e così riservato. Non ne è certo al cento per cento, ma presumibilmente aveva più probabilità di abbandonare il suo atteggiamento difensivo molto più facilmente con un fantasma piuttosto che con una persona ancora in vita.
Comunque non mi sono portato tutto il baule... o almeno non lo pensavo fino a quando non me lo hai fatto notare tu...
A quella sua battuta scherzosa gli risultò comunque facile sorride, un sorriso sincero e non tirato o imbarazzato come invece potrebbe essere in altre occasione, Amadeo doveva ritenersi fortunato o per lo meno molto subdolo se era riuscito a strappargli un breve sorriso.
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da Amadeo » 17/03/2013, 18:13
Arthur ha scritto:Ti... ti ringrazio... nemmeno i ragazzi della mia casa mi hanno ancora aiutato a portare dei libri.
Inarcò un sopracciglio per enfatizzare la propria espressione sorpresa. Non faticava però a comprenderne i motivi di questo isolamento, un Delfino azzurro che non fraternizza con un altro Delfino poteva solamente significare che quest'ultimo non era abbastanza "chic" o comunque con un tale carisma da attrarre a sé le attenzioni degli altri. In quel momento gli sorse pure il dubbio che il cappello parlante avesse sbagliato la sua scelta, poteva benissimo entrare a far parte dei Tassorosso per quel che aveva appena visto. Ridacchiò tra sé per poi rispondergli. Oh, ma davvero? Che cosa indecente. Io non ho avuto di questi problemi, tra i Serpeverde c'è... come dire, un rapporto diverso tra i nuovi arrivati. Si è una squadra, tutti uniti per essere i migliori. Non so come sia la filosofia dei tuoi compagni, ma io ne vado fiero.Disse senza mai smettere di sorridere in maniera quasi angelica e riprese a camminare per andare alla ricerca della Guferia, che a rigor di logica doveva essere posizionata in alto, non di certo nei sotterranei. Dal canto suo non aveva ancora sentito il bisogno di scrivere a casa per informare i genitori della sua nuova esperienza, lo avrebbe fatto unicamente per comunicare cose importanti, sebbene il padre lo avesse esortato ad annotare ogni cosa affinchè lui potesse esaminarla per potergli consigliare al meglio che atteggiamento avere, se doveva esercitarsi di più o chissà quale altro assurdo modo per tenerlo occupato nella sua vita scolastica già di per sé impegnativa. Svoltò in un altro corridoio e osservò le figure viventi dipinte su quelle tele magiche e cercò di non dare loro troppo peso sebbene sentisse su di sé i loro sguardi, i loro mormorii. Soppesò ancora una volta i volumi che teneva tra le braccia e gettò velocemente un'occhiata dalla finestra alta e stretta che stava alla loro sinistra, ancora pioggia, il cielo ancor più scuro. Arthur ha scritto:Comunque non mi sono portato tutto il baule... o almeno non lo pensavo fino a quando non me lo hai fatto notare tu...
Scosse il capo e con disappunto lo interruppe con un'espressione piuttosto gelida e severa, non si era portato il baule?! E che ci doveva fare con tutta quella roba? [color=#008080] Non prendermi in giro, Knight. Solamente un tipo molto annoiato potrebbe portarsi quasi tutta la propria roba a zonzo per il castello. E ora cerchiamo la guferia. Si sta facendo buio e comincio ad aver fame.
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da Arthur » 17/03/2013, 18:42
Lentamente ed inesorabilmente stava compiendo lo sbaglio più grande della sua vinta e per di più lo stava facendo nei suoi primi giorni del scuola del primo anno, se solo accanto a lui ci fosse Garwin non si comporterebbe in questo modo ed era probabile che il suo desiderio di avere qualcuno accanto come è sempre stato per tutta la sua vita lo stava portando a compiere questi sbagli di valutazione dal momento che non aveva mai esplorato le varie sfumature di una persona che non fosse strettamente collegata a lui. Per il momento quel ragazzo era ancora un mistero per lui e il suo atteggiamento lo confondeva, era veramente subdolo.
Mi fa piacere che tra i Serpeverde ci sia tutto questo legame... per il momento ho ancora evitato il contatto con altri della mia casa e al contrario di di te mi rendo conto di non andarne fiero...
Gli rispose mantenendo comunque un tono cordiale anche se rattristato da quello che gli stava rivelando, altro errore che avrebbe potuto evitare, ma ancora una volte era troppo ingenuo per riuscire a scorgerlo e in lui vedeva per il momento solo un ragazzo apparentemente gentile e con un bel volto. Ad ogni modo non disse altro e continuò a seguirlo immaginando che sapesse con precisione da che parte andare, rimaneva sempre un passetto o due indietro e se finiva per avvicinarsi troppo rallentava e tornava ad una "distanza di sicurezza", era andato avanti così per un bel pezzo almeno fino a quando non ha incrociato lo sguardo con uno dei tanti dipinti che decoravano le pareti della scuola. Si soffermava spesso ad osservarli e a studiarne la struttura, spesso anche di nascosto per non disturbare chi magari non lo apprezzava o lo trovava fastidioso e nonostante stava dietro ad Amadeo a seguirlo rallentò pian piano il passo fino a fermarlo, purtroppo per lui non sentì quello che gli disse o per lo meno, lo sentì dire qualcosa senza capire esattamente cosa. Si stava concentrando a studiare i colori degli abiti oltre che le decorazioni, i ricami e in che modo era stato armonizzato lo sfondo con il personaggi principale in primo piano, stranamente la signora ritratta sembrava apprezzare il suo sguardo insistente e si atteggiava da gran dama, per un attimo gli fece pure l'occhiolino. Solo due un buon minuto abbondate in cui non aveva mai distolto lo sguardo dal dipinto si era reso conto che Amadeo gli aveva parlato e che nel frattempo era andato avanti con i suoi libri, salutò velocemente la signora del ritratto e la ringraziò per la sua pazienza le disse perfino che era molto attraente e che doveva essere fiera di come l'aveva ritratta. Cominciò poi a correre per raggiungere Amadeo che sicuramente non si era accorto che era rimasto indietro e con il fiatone appena accennato e i libri stretti al petto lo raggiunse.
Aspettami! S-scusami, mi ero distratto a guardare quella signora nel dipinto e... e... avevi detto qualcosa?
Non aveva idea di come potrebbe reagire ed è visibilmente imbarazzato nel rendersi conto che si era lasciato distrarre da un dipinto, mentre lui nel frattempo gli aveva anche parlato.
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da Amadeo » 17/03/2013, 20:55
Proseguì a camminare senza guardarsi più le spalle, certo che l'altro lo stesse seguendo dal momento che "teneva in ostaggio" i suoi libri, ma una volta arrivato alla fine del corridoio si accorse di non sentire i passi dell'altro che gli voleva restare ad almeno un metro di distanza come se avesse una qualche malattia contagiosa. Si voltò e lo vide a un bel po' di passi da sé mentre osservava con aria estasiata e rapita un quadro. Non riuscì a resistere ed impettito ed indispettito da quel suo comportamento -dato che lo aveva decisamente snobbato- gonfiò le guance e attese in silenzio, nonostante il piede che batteva ritmicamente per terra con un accenno di nervosismo, che l'altro si degnasse di tornare a considerarlo e quando finalmente Arhur parve essere tornato in sé lo fissò mentre gli veniva in contro e brontolò alle sue parole:
Niente, niente. Se vuoi torna pure a quello che stavi facendo. Facciamo cambio. Questi libri pesano troppo.
Brontolò con aria piuttosto scocciata, non gliel'avrebbe fatta passare liscia! Dunque si voltò verso di lui e fece velocemente cambio del proprio carico con quello dell'altro ragazzo e sotto sotto si sentì più deciso a proseguire quella sorta di scherzo dal momento che insieme ai due libri che stava reggendo c'era la lettera che aveva raccolto così velocemente. Chissà che conteneva! Sorrise riacquistando il suo atteggiamento gentile e disponibile mentre riprendeva a camminare nella speranza di non incontrare nessuno della sua casa, sarebbe stato di certo scomodo dover poi giustificarsi per la presenza della "sardina".
Vieni, le scale stanno per cambiare!
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