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Centro città
Inviato:
27/03/2012, 16:06
da Monique
[Colline Inglesi - Zona Newcastle - Sabato - ore 09.21]
Sei felice, vero piccolo?
Finalmente rivedrai Dastel...
Già, almeno uno dei due tra lei e Fire era felice... era già qualcosa.
Il weekend era finalmente giunto, e per Monique questo significava prendersi una pausa dalla scuola e dalla sua vita in generale passando quei due giorni con Sandyon nella sua casa sulle colline inglesi: Sophie aveva già smaterializzato tutta la sua roba a casa del compagno, per questo la donna aveva deciso di smaterializzarsi un po' più lontano rispetto alla casa dell'uomo per poter fare una piccola passeggiata in tranquillità in mezzo al verde ed alla natura.
Un abbigliamento un po' insolito forse il suo, ma a Moni piaceva vestirsi con un certo stile in ogni occasione: e poi, così facendo, poteva fingere che fosse tutto normale, che non vi fosse nulla di strano in lei, che...
Che Tisifone Samyliak non si sia rivelata mia cugina.
Pensò la donna con un sospiro osservando Fire correre felice di fronte a lei, la casa di Sandyon che si avvicinava ad ogni passo di più: il ricordo di ciò che era successo il giorno prima era ancora vivido nella sua mente, impossibile da cancellare anche volendo; e per di più, Moni era sicura che l'uomo ne sapesse qualcosa, che fosse in qualche modo a conoscenza di tutta quella storia. La domanda che si poneva era perchè non gliel'avesse detto visto che si erano ripromessi di non dirsi più bugie, ma voleva credere e sperare che lui avesse una spiegazione per tutto.
Insomma, non riesco mai a stare un po' tranquilla...
Mormorò la francese con uno sbuffo sarcastico mentre arrivava nei pressi della casa dell'uomo: Sandyon le aveva detto di entrare senza problemi perchè già il fatto di poterla vedere, la casa, significava che per lei non erano presenti sistemi di protezione; così, con un ultimo sospiro, la giovane Vice Preside di Hogwarts posò la mano sul pomello della porta ruotandolo, così da entrare nell'abitazione del compagno con Fire scodinzolante accanto.
Sandyon, ci sei?
Re: Centro città
Inviato:
27/03/2012, 20:58
da Sandyon
Sapeva che quel weekend lo avrebbero passato assieme, a stretto contatto.
Non sentiva dentro di se il blocco nel doverle parlare e spiegarle molte situazioni scomode, quindi forse era il momento giusto per dare le giuste spiegazioni e far tornare molti più pezzi del puzzle al loro posto, in primis quelli più stretti e vincolati all'esistenza della donna francese.
La attendeva per le prime ore del mattino, oramai erano passati per lei i tempi nei quali la sua sveglia all'alba era definita dopo le undici, o almeno questo gli aveva raccontato qualche volta durante le varie loro chiacchiere serali post mensa.
In ogni caso però, l'abitudine che le era rimasta era quella per la quale il suo stomaco non si attivava dopo i primi minuti di sveglia bensì dopo almeno un'oretta e mezzo, se non di più, quindi era compito suo, o per lo meno se lo era assegnato di sua volontà, quello di prepararle un'adeguata colazione per il suo arrivo.
Era cambiato molto in quel periodo, era cambiato molto da quando l'aveva conosciuta. Era diventato più morbido nei suoi confronti, maggiormente accomodante anche se quella sempre chiara vena di forza e competenza l'aveva sempre tenuta, fatto stava però che chiunque, Mog sopratutto faceva fatica a riconoscerlo per il freddo assassino che era una volta, nemmeno fino ad un anno prima.
Mi auguro la prenda nel modo migliore possibile.
Mog sapeva già tutto, e questa volta non perchè l'aveva spiata per volere dell'amico, ma solo perchè la sera del grosso fatto, quella precedente, era andato a cercarla per scambiarci quattro chiacchiere telepatiche e purtroppo per lui aveva assistito a tutta la scena.
Deciso comunque a tenersi ben stretta la nuova fiducia donatagli da Monique, decise di non dire nulla a Sandyon, considerando che probabilmente durante quel week le cose sarebbero saltate comunque a galla.
Era irrequieto in ogni caso, sentiva il peso della giornata già da quelle prime luci, un peso che aumentò quando la porta dell'abitazione si aprì e da lì ne entrò la docente di Incantesimi che senza indugiare chiamò per esser sicura che il compagno fosse presente e non le avesse fatto qualche scherzo.
Sandyon, ci sei?
La donna non avrebbe dovuto fare molto sforzo per vederlo, visto che l'uomo la attendeva sul divano mentre sorseggiava una tazzina di caffè e sembrava ancora un poco assonnato forse, intento in qualche riflessione lontana, anche se in realtà era sveglio già da un bel po'.
Concluse di bere il liquido, posando infine la tazzina sul tavolo, voltandosi per osservarla e assottigliare lo sguardo eseguendo un debole ma sincero sorriso di felicità nel vederla, infine si alzò in piedi per raggiungerla e chiuderle la porta facendo attenzione a far entrare anche Fire nell'abitazione, spostandosi poi verso di lei per cingerle il fianco con il braccio possente e trarla un poco a se cercando le sue labbra con onesto desiderio.
A seguito, volse il viso verso il tavolino dal quale era arrivato, indicando con la mano a palmo aperto ciò che vi risiedeva sopra.
Bentrovata.
Spero tu abbia appetito, è tutto tuo.
Ovviamente sei libera di lasciare quello che non ti entra e non ti piace.
Un poco di meritata vacanza, non ti pare?
... C... Ciao Moni... Ben a... arrivata...
Re: Centro città
Inviato:
27/03/2012, 21:15
da Monique
Non ci mise molto ad individuare Sandyon, seduto non troppo distante con una tazza di caffè tra le dita: forse si era svegliato da poco, o forse semplicemente era ancora un po' assonnato, in ogni caso quando l'uomo alzò gli occhi incontrando i suoi le sue labbra si aprirono in un piccolo sorriso che Monique, con tutto che sapeva di dover affrontare un argomento serio e spinoso, non riuscì a non ricambiare; lui le si avvicinò e quando cercò le sue labbra, la donna schiuse le proprie per riprendere familiarità con lui, percependo solo in quel momento quanto le fosse mancato. Dimenticandosi di tutto, affondò le mani tra i suoi capelli e sospirò sulla sua bocca, per fargli comprendere quanto fosse bello abbracciarlo così.
Bentrovata.
Spero tu abbia appetito, è tutto tuo.
Mi sei mancato... - mormorò Moni in risposta, spostando lo sguardo da Sandyon al tavolo imbandito a festa - Caspita, quanta roba! Hai... preparato tutto per me?
Non c'erano elfi domestici lì, quindi dubitava seriamente che qualcun altro potesse aver cucinato tutto quel buon cibo, ed il fatto che lui si fosse premurato di farle trovare una colazione così buona ed abbondante fu per lei un gesto bellissimo, dolce... e chissà, anche innamorato.
Forse stai quasi arrivando al punto di potermelo dire...
Pensò la donna mentre Fire si aggirava per la casa annusando qua e là, nella palese ricerca del compagno di giochi Dastel e perchè no, anche di Mog visto come ci aveva giocato bene quella volta in Australia: Moni sorrise a quella scena, avvicinandosi intanto al divano per sedervisi sopra col cibo davanti.
Ovviamente sei libera di lasciare quello che non ti entra e non ti piace.
Un poco di meritata vacanza, non ti pare?
Già, un po' di pace sarebbe l'ideale...
Mormorò Moni, domandandosi per un momento se Sandyon avrebbe colto quel condizionale nella sua frase o meno, indizio importante del fatto che per lei qualcosa non andava troppo bene o comunque le impediva di sentirsi serena e rilassata come invece avrebbe voluto.
... C... Ciao Moni... Ben a... arrivata...
Piccolino, cos'è questa vocina incerta? Fatti vedere su, così ti riempio di coccole...
Un saluto mentale anche a Mog, che però sembrava alquanto agitato: che al Moguri fosse successo qualcosa? Forse Sandyon non aveva ancora digerito la loro amicizia, ma che ci poteva fare? Non era di certo facendoli stare lontani che si risolveva qualcosa. Ed a proposito di cose da risolvere, Monique si rese conto che sarebbe stato meglio affrontare subito la questione piuttosto che passare l'intero weekend in trepidante attesa di sapere come quella conversazione sarebbe andata a finire.
La donna allungò dunque la mano per prendere una metà dei french toasts caldi presenti sul piattino, e ne morse un piccolo pezzetto mentre tornava a guardare il compagno con un piccolo sospiro.
D'accordo, senti... non voglio girarci intorno, quindi meglio parlarne subito.
Tu sapevi che Tisifone Samyliak è mia cugina?
Re: Centro città
Inviato:
27/03/2012, 22:14
da Sandyon
Mi sei mancato... Caspita, quanta roba! Hai... preparato tutto per me?
Era insolito, questo lo capiva bene anche lei, ma a parte quel fatto, ogni cosa faceva pensare soltanto alla positività di quell'ardire, di quell'idea e di quel gesto che essendo proprio non della sua natura rispecchiava quanto si stesse affezionando alla donna.
Non le rispose al fatto che gli fosse mancata, trovò intuibile da ciò che le aveva mostrato che la cosa era reciproca, insomma, doveva imparare ancora per bene come essere veramente chiaro con qualcuno, ma si facevano pochi passi, uno alla volta, senza problemi.
Era sicuro che per Monique quello sarebbe stato un weekend abbastanza calmante, se non fosse per quelle prime ore che lo avrebbero visto parlare e rivelare una realtà piuttosto seria ma inevitabile.
Già quindi l'intento non era dei migliori e con la più grande voglia possibile, in più le successive parole della donna diedero ad intendere che forse quello poteva anche non essere il momento più giusto per parlare di cose pesanti.
Già, un po' di pace sarebbe l'ideale...
Non rispose, sicuro che da un momento all'altro lei avrebbe preso nuovamente il discorso per spiegargli effettivamente cosa le stava prendendo.
Non aveva la presunzione di conoscerla così tanto da prevederne ogni mossa, ma di certo almeno quelle più semplici si, le capiva ormai senza pensarci troppo a lungo. Nel frattempo Mog la salutava un poco titubante e un poco impacciato, un modo di fare che richiamò per alcuni secondi l'attenzione della francesina che si affrettò a richiamarlo per poterlo un po' coccolare e farlo sentire al sicuro, ma considerando che avrebbe dimostrato un modo di fare troppo insolito e sospetto anche per Sandyon, si trovò nella condizione di dover declinare l'offerta, sperando che la scusa posta in atto la compagna dell'amico la bevesse.
N-no, adesso arrivo... Mangia tranquilla... Appaio più tardi... Altrimenti poi viene fame anche a me e sto diventando un palloncino peloso!
Fu così che Moni prese posto davanti tutto quel ben di Merlino, non potendosi rifiutare di mangiare, anche se forse in quell'istante si stava trattando maggiormente di fame nervosa, ma dopo tutto c'era il bisogno di nutrirsi e a quello era ingiusto sottrarsi.
Un toast morso appena, per saggiarne il sapore e appena pochi secondi dopo, l'interno dell'anima che esplose, lei doveva sapere da lui, voleva risposte, o almeno una sola, quella più importante, doveva esser certa che lui non l'avesse presa in giro di nuovo.
D'accordo, senti... non voglio girarci intorno, quindi meglio parlarne subito.
Tu sapevi che Tisifone Samyliak è mia cugina?
Sono arrivato tardi.
Non vi fu espressione particolare sul suo viso.
Era abituato per motivi anche di vita o morte ad essere sempre contenuto e quello non era un caso eccezionale.
Buttò giù molta aria e nervosismo, arrabbiato con se stesso per non essere stato in grado di svolgere il suo dovere prima che loro lo venissero a sapere, perchè in fondo dentro di se era certo che ora anche la cugina di Monique Vireau fosse al corrente della questione e ciò, seppur il padrino lo reputasse giusto e maggiormente utile, lui lo trovava comunque scomodo e pericoloso, dato che un'altra possibile pedina nelle mani di quel passo del patriarca della nobile famiglia francese non ci voleva proprio.
Si avvicinò al cesto di frutta raccogliendo un acino d'uva bianca, portandolo alle labbra e masticando velocemente per poi ingerire, chissà, forse necessitava di zuccheri al cervello per essere il più sveglio possibile in una situazione così difficoltosa da gestire, dato che in quel momento la mente della compagna poteva rivelarsi molto instabile e sofferente.
Suo padre è uno dei miei, pochi, più cari amici.
Mi ha chiesto lui di non parlare in merito, però si, lo sapevo.
Si versò del succo di arancia nel bicchiere vuoto davanti a lui e lo prese per berne qualche sorso, continuando a tenere gli occhi sulla donna per carpirne le reazioni, mentre nel frattempo Mog si decideva a comparire mostrando del tutto definitivamente il suo visetto imbronciato e preoccupato anche all'amico che lo fissò con il sopracciglio inarcato, perplesso e sufficientemente curioso.
Scusami Sandy, lo sapevo che lo avevano scoperto ma non te l'ho detto perchè Moni mi ha dato fiducia dopo avermi perdonato l'altra volta.
Volevo solo andarla a trovare per farci due chiacchiere e...
Non serve che ti scusi con me, sono stato io a dirti di non controllarla più.
Era un imprevisto, poteva capitare, al massimo è alla mia donna che devi chiedere scusa per esserti impicciato senza volere nei suoi affari di famiglia.
Il piccolo essere si volse con la testa su Monique, dopo aver annuito a Sandyon e dopo aver fatto un leggero sospiro, cominciò ad ondeggiare svolazzando lentamente in direzione della donna posando le zampette sul tavolino facendo levitare con la magia una fragola e facendoci sopra comparire della panna montata facendola levitare fino a pochi centimetri dalle labbra di lei, fissandola con occhietti luminosi e tristi, sconsolati e tremendamente accostabili a qualcuno che si sente in colpa da morire.
Giuro che non volevo origliare, è successo per caso... Credimi... Sigh... Vuoi panna?
Ed inaspettatamente, contro ogni previsione e contro ogni possibile pronostico da parte anche dello stesso Occhio Interiore della migliore divinante del mondo probabilmente, si sentì un'altra voce appresso a quella del piccolo essere e non era appunto Mog.
Spiace anche a me.
Ho avuto precise disposizioni da una persona molto in pensiero per la propria figlia, se serve in ogni caso come aiuto per la tua comprensione, in accordo proprio con questa persona avevo deciso di parlartene esattamente stamane.
Ovviamente dentro di se era seriamente preoccupato per la propria situazione.
Si sentiva in colpa, colpa di aver macchiato l'onore della promessa fatta all'amico Asher di cercare il più possibile di tenere fuori Tisifone da quella faccenda spinosa e non ci era riuscito.
In quel momento si maledisse di aver detto a se stesso di attendere fino al weekend per avere maggiore tranquillità.
Per la sua "pigrizia" aveva indirettamente messo nei guai e fatto del male ad una figura cara a lui come un fratello.
Forse allora, aveva ragione a definirmi una "merda travestita da amico".
Re: Centro città
Inviato:
27/03/2012, 22:31
da Monique
N-no, adesso arrivo... Mangia tranquilla... Appaio più tardi... Altrimenti poi viene fame anche a me e sto diventando un palloncino peloso!
... d'accordo Mog.
Due parole, quelle di Monique, che vennero pronunciate con tono tranquillo: la donna tuttavia aveva appena avuto la conferma che qualcosa non andasse, visto che ricordava il primo incontro col Moguri e di come lui avesse affermato di non conoscere cosa fosse la fame; una scusa dunque, anche se la francese non riusciva a capirne la motivazione.
In ogni caso c'erano cose più importanti da definire, come ad esempio capire quanto e cosa effettivamente Sandyon sapesse di quella faccenda... risposte che, comunque, non tardarono affatto ad arrivare.
Suo padre è uno dei miei, pochi, più cari amici.
Mi ha chiesto lui di non parlare in merito, però si, lo sapevo.
Allora è tutto vero.
Mentre Mog compariva scusandosi con Sandyon, il quale lo rassicurava che non avendogli più chiesto di tenere sotto controllo la donna non era affatto colpa sua, Monique abbassava lo sguardo, dando un morso al toast più per un riflesso automatico che per voglia vera: per un attimo era stata quasi speranzosa di aver preso un abbaglio, di aver capito male... ma non era così. Tisifone era davvero sua cugina, sangue del suo sangue... una parente. E non sapeva se esserne felice o meno.
Giuro che non volevo origliare, è successo per caso... Credimi... Sigh... Vuoi panna?
Si riscosse sentendo la voce di Mog e vedendo quella fragola coperta di panna fluttuare di fronte a sé, ma ciò che più la colpì furono le inaspettate parole del compagno che seguirono quelle del piccolo esserino triste.
Spiace anche a me.
Ho avuto precise disposizioni da una persona molto in pensiero per la propria figlia, se serve in ogni caso come aiuto per la tua comprensione, in accordo proprio con questa persona avevo deciso di parlartene esattamente stamane.
Monique annuì con un sospiro, schiudendo le labbra così da potersi godere quel piccolo frutto carico di dolcezza: non ce l'aveva con Mog, ma era chiaro che fosse turbata da tutta la situazione. Aprì le braccia facendo un cenno al Moguri così da farlo avvicinare, e se lui l'avesse fatto l'avrebbe stretto al petto baciandogli tutto il musino con dolcezza, un po' per tranquillizzarlo ed un po' per calmare se stessa.
Quindi è mia cugina.
Sua madre... era mia zia.
Mormorò la donna, incapace di provare un qualsiasi sentimento forte: dalla rabbia alla paura; si sentiva turbata, quello sì, ma nulla di più, e si chiese se la cosa fosse normale o meno. Conoscendola, la risposta era facilmente intuibile.
Intanto continuava a coccolare Mog, come se fosse una sorta di panacea contro quell'anomala mancanza di sentimenti.
Immagino tu stia parlando dei suoi padrini, e non è escluso che a quest'ora Tisifone ne stia parlando proprio con loro. Non pensavo certo che una vecchia foto avrebbe potuto scatenare una reazione del genere... - fredda, analitica, razionale. Monique Vireau non sembrava in sé, nemmeno agli occhi della donna stessa - Ora la cosa importante è tenerla lontana da me, e soprattutto da Nicholas. Non oso immaginare che succederebbe se venisse a sapere che la figlia di sua cognata è in vita e si trova a stretto contatto con me.
Re: Centro città
Inviato:
28/03/2012, 14:49
da Sandyon
Mog si sentì estremamente sollevato quando la donna prese in bocca la fragolina con la panna e decise di farselo venire in braccio per coccolarlo e dar lui tanti bacini coccolosi.
In risposta il batuffolo di pelo morbido iniziò a strusciare il nasino sulla guancia di Moni sorridendo e ridacchiando più felice e sereno per essere stato perdonato di quel fatto di certo non voluto assolutamente da lui.
D'altra parte, la francesina sentiva la preoccupazione e il dispiacere nascerle nel cuore, quando invece in teoria forse la cosa più giusta in altre situazioni sarebbe stata essere felici di aver ritrovato non solo un parente ma allo stesso tempo anche un collega di lavoro del quale potersi fidare.
Peccato che nella vita dei Vireau la parola "fiducia" non fosse propriamente all'ordine del giorno ed in quel frangente di certo la donna non si riferiva a Tisifone quanto al proprio padre, che sicuramente se avesse saputo quella "bella" notizia non avrebbe esitato un attimo ad approfittarne.
Immagino tu stia parlando dei suoi padrini, e non è escluso che a quest'ora Tisifone ne stia parlando proprio con loro. Non pensavo certo che una vecchia foto avrebbe potuto scatenare una reazione del genere...
Ora la cosa importante è tenerla lontana da me, e soprattutto da Nicholas. Non oso immaginare che succederebbe se venisse a sapere che la figlia di sua cognata è in vita e si trova a stretto contatto con me.
Nessuno lo poteva immaginare.
Trovo comunque inutile cercare di allontanare una persona che potenzialmente se non controllata potrebbe diventare un bersaglio facile per tuo padre.
La cosa migliore anzi è che tu ci entri quanto prima nuovamente in contatto e gestisci con lei un piano di aiuto reciproco per non finire nei guai, che comprenda ovviamente il tenere un rapporto all'interno del castello e la completa disconoscenza all'esterno di esso, così d anon destare sospetti.
Per quanto al momento Sandyon non fosse dell'umore giusto per discutere di certe cose, vista la sua situazione interiore, trovò però idiota non prendere parte alle decisioni sul da farsi in un momento simile.
Per quanto fosse uscito fuori solo allora e per quanto fosse di sicuro un fatto molto recente, immaginava perfettamente che Monique tenesse già alla vita di quella figura, forse una delle poche buone della propria dinastia, dunque adesso come adesso tentare di non rifletterci era assolutamente sbagliato.
Più i minuti passavano, le ore passavano, e potenzialmente la cugina della docente di Incantesimi era in pericolo estremo.
Mog nel frattempo si era addormentato appollottolato tra le braccia di Moni con una espressione beata al settimo cielo, mentre ogni tanto agitava le zampine morbide per accarezzarle la mano e una bolla magica simile a quelle di sapone babbane si espandeva e riduceva partendo dal nasino dell'essere che ignaro di quel discorso, sognava tranquillamente e molto comodo.
Nemmeno con me hai mai dormito così. Tsk.
Comunque in tutta questa faccenda forse posso avanzare una notizia positiva.
L'altro genitore di Tisifone ha uno stretto legame e contatto con Asveras, forse, se le cose vanno come sperato potrei riuscire a sapere da lui quali sono gli ultimi spostamenti del tuo possibile sicario e inoltre questo potrebbe significare che a Tyslion possa venir chiesto in ogni caso di non toccare tua cugina.
Potrebbe essere un grosso problema in meno da gestire.
Si, quella poteva anche essere la verità, ma come la mettevano con la sorellastra di Monique?
Lei di sicuro non era amica di nessuno e lavorava per il padre, non per Tyslion...
Ah già, tutti loro non ne sapevano ancora assolutamente niente.
Le arance sono del mio campo, le coltivo io e le ho spremute io, assaggia il succo, fa bene alla salute e gli zuccheri ti faranno bene in un momento simile.
Hai bisogno di un bagno caldo?
Re: Centro città
Inviato:
28/03/2012, 15:59
da Monique
Nessuno lo poteva immaginare.
Trovo comunque inutile cercare di allontanare una persona che potenzialmente se non controllata potrebbe diventare un bersaglio facile per tuo padre.
La cosa migliore anzi è che tu ci entri quanto prima nuovamente in contatto e gestisci con lei un piano di aiuto reciproco per non finire nei guai, che comprenda ovviamente il tenere un rapporto all'interno del castello e la completa disconoscenza all'esterno di esso, così da non destare sospetti.
Non so se sono così brava a discernere, Sandyon... non sono te.
Sono solo... io.
No, non erano certo parole atte a vittimizzarsi o a buttarsi giù di morale, le considerava più un oggettivo dato di fatto: avere un rapporto dentro Hogwarts, magari anche di amicizia chissà, e poi fuori fingere di essere totali estranei... non era per lei. Non era capace di mentire così bene al resto del mondo, a differenza del compagno che invece, visto il lavoro svolto per anni, aveva dovuto imparare in fretta ed anche piuttosto bene come rimanere imperturbabile di fronte ad ogni cosa.
Mog intanto si era addormentato tra le braccia di Monique, che abbassando lo sguardo su di lui si lasciò scappare un piccolo e dolce sorriso: quell'esserino era davvero la cosa più tenera che avesse mai visto; sembrava così piccolo ed indifeso a prima vista...
Comunque in tutta questa faccenda forse posso avanzare una notizia positiva.
L'altro genitore di Tisifone ha uno stretto legame e contatto con Asveras, forse, se le cose vanno come sperato potrei riuscire a sapere da lui quali sono gli ultimi spostamenti del tuo possibile sicario e inoltre questo potrebbe significare che a Tyslion possa venir chiesto in ogni caso di non toccare tua cugina.
Potrebbe essere un grosso problema in meno da gestire.
Uno dei padrini di Tisifone conosce Tyslion?! - ripeté Monique spalancando gli occhi con aria palesemente scioccata: non poteva crederci, ma quanto diavolo era piccolo il mondo? - Fantastico, ci mancava solo questa... non voglio sapere che fa quel pazzo di Asveras, voglio solo che stia lontano da me e da Tisifone... e non ci sarà bisogno di dirgli di non toccarla se non saprà che tipo di parentela ha con me. Per quanto mi riguarda, credo che vivrò nel castello vita natural durante.
Aggiunse con un sospiro stanco: si sentiva spossata e svuotata, come se qualcuno le avesse dato qualcosa di talmente forte da bere da poterla destabilizzare. Chiuse gli occhi per un momento, tornando indietro con la mente a molti, molti anni prima, quando era solo una bambina e l'unico problema per lei era doversi comprare tanti bei vestitini nuovi.
Fu la voce di Sandyon a riportarla nuovamente coi piedi per terra.
Le arance sono del mio campo, le coltivo io e le ho spremute io, assaggia il succo, fa bene alla salute e gli zuccheri ti faranno bene in un momento simile.
Hai bisogno di un bagno caldo?
No, grazie... sto bene - mormorò mentendo in risposta alla sua domanda, tenendo Mog stretto al petto con un braccio per avere l'altra mano libera e prendere il bicchiere in un gesto automatico, bevendone un sorso: era una spremuta molto buona, ed in un altro momento l'avrebbe sicuramente apprezzata meglio, ma in quel frangente non riusciva proprio a considerarsi entusiasta per essa - Non voglio pensare a tutta questa faccenda al momento, vorrei solo... non lo so. Forse allontanarmi dal Castello non è stata una buona idea.
Ma cosa stava dicendo?
Aveva aspettato quel weekend per tutta la settimana, ed ora sembrava insofferente, come se volesse allontanarsi da lì, come se volesse allontanarsi... da lui. Ma non era affatto questo ciò che sentiva, era come se il cervello si fosse scollegato e lei parlasse a briglia sciolta dicendo cose insensate, senza ascoltare minimamente ciò che invece il cuore le suggeriva.
Anche la Bergman sapeva, non è così?
Re: Centro città
Inviato:
28/03/2012, 19:43
da Sandyon
No, grazie... sto bene.
Non voglio pensare a tutta questa faccenda al momento, vorrei solo... non lo so.
Forse allontanarmi dal Castello non è stata una buona idea.
Era la prima volta da quando si conoscevano che la vedeva così sconvolta, così assolutamente fuori da ogni schema logico di calma e tranquillità, la prima volta che percepiva in lei una forte nota di smarrimento.
Inutile dire che fosse alquanto perplesso e stranito da quella visione, lui che ipotizzava che la donna avesse dei nervi più saldi, invece si stava lasciando trasportare da tutte quelle emozioni messe insieme che non le consentivano di focalizzarsi sulla reale soluzione del problema, tanto da arrivare anche a dire di non essere forse in grado di fare buon viso a cattivo gioco per il suo bene e quello di un altro essere umano.
Gettare così la spugna era da lei? Non lo sapeva con esattezza, non la conosceva abbastanza bene per esserne certo ma sperò davvero che quello fosse solo uno di quegli istanti dove hai bisogno di prendere reale coscienza di ogni cosa per far si trovarti in completa sintonia con tutto l'accaduto e da lì quindi regolarti sulle reazioni più valide per uscirne illesi.
Sai bene anche tu che non è così, ma in alternativa puoi andartene quando preferisci.
Sandyon non era un tipo capace di convincere il prossimo a fare qualcosa che fosse giusto per lui.
Nella vita aveva capito che spesso le persone hanno bisogno di trovarsi in fronte ad un bivio in maniera obbligata e solo allora sono in grado di fare la scelta giusta.
Trattenerla lì contro il suo volere o cercare a tutti i costi di farle capire che doveva rimanere per lui e sopratutto per lei era la scelta e mossa sbagliata, perchè avrebbe posto Monique nella condizione di non avere un bivio ma una strada ben consigliata ed una no, e spesso le strade che gli altri ti sconsigliano sono quelle che fanno più gola.
A quel punto, meglio che facessero gola entrambe, in quel caso la scelta l'avrebbe fatta realmente la mente in accordo con il cuore, gli unici due reali giudici in quei casi così complessi e sperduti.
Non mi deludere.
Non so cosa sappia la Bergman, lavoravo per lei, non con lei.
Trovo comunque positiva una chiacchierata con l'amata Preside di Hogwarts, di certo non può farti male.
Si avvicinò a lei con tranquillità, fissandola dall'alto verso il basso, con occhi profondi e a modo loro caldi, rassicuranti forse, che quella casa era anche un poco sua, poi, posandole una mano sulla spalla si chinò per raccogliere un bacio dalle labbra della compagna, alzandosi poi eretto col busto e sospirando dedicandole una carezza leggera e velata con il dorso della mano sulla stessa guancia poco prima coccolata da Mog.
Scegli quello che credi sia meglio per te, io lavo i piatti, quando hai fatto chiarezza nel tuo caos, fammi partecipe delle tue decisioni.
Non disse altro, solo quello che realmente voleva dire e quello che realmente teneva a precisare.
Vastnor non le avrebbe mai e poi mai fatto alcuna pressione nei confronti di niente e nessuno.
Non l'avrebbe mai fatta ragionare a forza su qualcosa, perchè alla fine quello si trattava di un complimento indiretto nei suoi confronti: aveva fiducia nel suo buon senso e nella sua capacità di giudizio, un grosso passo avanti nel loro rapporto per il modo di fare del mercenario sempre così insicuro nei confronti dell'intero genere umano, tesi per altro confermata dal fatto che i suoi due primi migliori amici erano una creatura misteriosa ed un coyote.
Forse mi sa che oggi non è il giorno più adatto per darglielo, ma comunque...
Dimenticavo.
Auguri Moni.
Detto questo, cercando di farle presente quello che lontanamente sarebbe parso come un sincero e sereno sorriso, dato che consisteva nell'increspazione minima delle labbra verso destra, si voltò per dirigersi presso la cucina che ovviamente aveva la porta aperta per lasciare che lei lo osservasse mentre si dedicava ai lavori di casa.
Chi lo poteva sapere, magari Monique era così euforica di essere lì quel giorno anche perchè dentro di se ricordava che quel Sabato lei e la sua spia segreta facevano sei mesi insieme, ma nonostante tutto per via di tutte le pessime notizie sapute in quelle ultime ore, possibilmente e plausibilmente le era passato di testa.
Re: Centro città
Inviato:
28/03/2012, 20:55
da Monique
Sai bene anche tu che non è così, ma in alternativa puoi andartene quando preferisci.
Certo che lo sapeva bene.
Si sentiva una cretina e si sarebbe voluta prendere a calci per ciò che aveva detto, per ciò che si era lasciata sfuggire dalle labbra: forse in quel momento Sandyon l'avrebbe odiata per ciò che aveva pronunciato, e non poteva assolutamente dargli torto; si meritava il suo disprezzo, quant'era ingrata.
Anche solo una settimana prima, avrebbe ucciso per poter passare un intero weekend con lui, due giorni pieni lontano da tutti per dedicarsi alla loro relazione, a loro stessi: e lei ora stava praticamente dicendo che non sapeva se fosse il caso di rimanere lì o meno.
Scegli quello che credi sia meglio per te, io lavo i piatti, quando hai fatto chiarezza nel tuo caos, fammi partecipe delle tue decisioni.
Quelle parole furono anticipate da un bacio, un bacio che Sandyon ricercò di sua spontanea volontà, altra cosa che la fece sentire uno schifo: era palese come l'uomo fosse cambiato, era palese che si fidava di più di lei ed aveva con la donna una maggiore confidenza tanto da potersi permettere un po' di dolcezza volontaria e spontanea.
E lei poco prima aveva accarezzato l'idea di andarsene.
Che cretina.
Dimenticavo.
Auguri Moni.
Quelle ultime parole la colpirono come uno schiaffo: i loro sei mesi insieme... ovvio, era anche per quel motivo che avevano deciso di passare proprio quel weekend insieme. E lei, col fattore Tisifone, si era dimenticata tutto, mesiversario compreso. Un ulteriore motivo per darsi della stupida.
.....
Fece qualche passo indietro, allontanandosi per un momento da lui che intanto stava lavando i piatti: si passò le mani tra i capelli, lentamente, respirando a fondo e sentendo le lacrime salirle agli occhi; si odiava, avrebbe voluto spaccare tutto, rimettere le cose al loro posto, e... distruggerle nuovamente. Doveva calmarsi, ma tenersi tutto dentro non le faceva affatto bene.
C'è solo una cosa da fare...
Si puntò la bacchetta alla gola e si privò della voce, solo in quel modo, infatti, avrebbe potuto lanciare quell'urlo silenzioso prolungato che la fece svuotare di tutto ciò che covava dentro: respirò affannosamente per qualche istante, facendo poi dei respiri più lunghi per calmarsi mentre permetteva alla propria voce di tornare; con quell'urlo era come se qualcosa fosse scattato in lei, come se il cervello si fosse riattivato.
Annuì lentamente, ricomponendosi e ravviandosi i capelli, lasciandosi sfuggire un ultimo sospiro prima di voltarsi e tornare verso la cucina: aveva atteso anche troppo per perdere altro tempo prezioso.
Auguri amore.
Furono quelle due parole che la donna pronunciò abbracciandolo da dietro, circondandogli i fianchi con le braccia: appoggiò la guancia sinistra alla sua schiena e la strusciò leggermente in quella che voleva essere una piccola coccola.
Sono stata una stupida, perdonami... ogni tanto il mio cervello va in vacanza, sai com'è.
Ma ora sono tornata... e non potrei essere più felice di essere qui.
Re: Centro città
Inviato:
28/03/2012, 22:48
da Sandyon
Una volta raggiunta la cucina, l'uomo si dedicò a lavare velocemente tutte le stoviglie sporche, convinto che non sarebbe passato molto tempo prima che la compagna in soggiorno decidesse cosa fare.
Era complicata la scelta, per quanto in realtà semplice se si riuscivano ad ascoltare i sensi e non i dubbi.
Sandyon fu fiducioso che presto Monique sarebbe riuscita nell'intento di fare un poco di spazio nel suo cervello e farlo respirare quanto bastava per sapere decidere coscienziosamente cosa fare di quel weekend, ed infatti appena pochi minuti dopo le braccia di lei, morbide e toniche, gli circondarono la vita da dietro e il viso della francesina si posò sulla sua schiena, adesso più calmo e rilassato.
Auguri amore.
Sono stata una stupida, perdonami... ogni tanto il mio cervello va in vacanza, sai com'è.
Ma ora sono tornata... e non potrei essere più felice di essere qui.
Giusto in tempo per finire di riporre l'ultimo piatto nel vano di scolo ed asciugarsi le mani con il vicino panno di stoffa.
Un lungo respiro poi infine si volse lasciando che però Monique proseguisse a tenerlo stretto fino a far si che la potesse guardare di nuovo negli occhi, occhi che stavano riprendendo ad acquistare luminosità dopo molto tempo rimasti scuri e tristi per chissà quali problemi o guai che la testa aveva prodotto e creato.
Sarà meglio che accetti quel famoso bagno caldo, mh?
Dopo di che ti farò vedere una cosa.
Rispose semplicemente l'uomo, fissandola intensamente scostandole una ciocca di capelli ribelle che le circondava il viso e le bloccava la visuale con l'occhio sinistro.
Le dita del mercenario raggiunsero il bordo del maglioncino, facendo pressione e alzandolo per fare in modo che lei se ne privasse rivelando sotto di esso la canottiera nera.
Rimase fermo ad ammirare le forme mal celate della compagna per diversi secondi, prima di decidere per prendere in braccio di improvviso la bella professoressa e cominciare a camminare oltrepassando la cucina e il salone salendo le scale di legno che conducevano fino alla stanza da letto.
Una volta raggiunta, avrebbe posato seduta sul letto la donna e si sarebbe abbassato per aiutarla a togliere lentamente gli stivali rossi mostrando le calze lunghe bianche... Esatto, la stava spogliando a poco a poco per quel bagno caldo, e questo glielo fece capire proprio perchè una volta tolte le scarpe, dedicando un momento due leggeri baci sul collo del piede di lei, si alzò in piedi uscendo dalla stanza ed aprendo quella di fronte, il bagno ovviamente, aprendo l'acqua calda nella yakuzi in legno e roccia e lasciando cadere dentro di essa dei saponi profumati e dei sali ristoratori.
Tornò ancora da lei per dedicarsi successivamente a toglierle anche la canottiera lasciandola con il reggiseno e preoccupandosi poi di toglierle anche la cinta e la gonna, le calze e la sciarpa, che quasi apposta si lasciò quasi per ultima.
Mi fai ribollire il sangue.
Pronunciò in un sussurro, iniziando a baciarla partendo dalle dita dei piedi fino ad arrivare al polpaccio per poi percorrere la gamba ed arrivare all'interno coscia, salire all'ombelico e spostarsi al centro del petto, poi la clavicola, poi la spalla, poi il collo dove depositò un piccolo morso ed infine sulle labbra di lei, per baciarla con passione mentre quasi come se fosse selvaggio e incauto le sfilò in un colpo solo il perizoma e slacciò il reggiseno lanciandoli dietro di se come fossero pezzi inutili e solo di intralcio.
Le mani le percorsero ogni millimetro di pelle libera, sfiorando le parti più sensibili ma senza esagerare, come se volesse essere una pratica volta a farla impazzire e beare lentamente, come se fosse convinto al 100% che quello era un modo unico per farle dimenticare per alcuni istanti i problemi, le parentele vecchie e nuove, il dolore, la sofferenza, la preoccupazione, tutto.
La prese ancora una volta in braccio mentre l'acqua della vasca raggiungeva il limite giusto e stabilito, percorse qualche metro fino a raggiungere il bagno che ora profumava ed emanava una temperatura calda ed estremamente facile alla quale adattarsi per godersi un po' di relax ed infine, con morbidezza e calcolata lentezza, la immerse dentro la yakuzi facendola cospargere dalla schiuma bianca e rosea del sapone, non importandogli di bagnarsi le maniche della maglietta.
Non appena lei avesse appoggiato i glutei sulla superficie legnosa della vasca, non avrebbe fatto in tempo a fiatare che un altro bacio le avrebbe catturato le labbra, questa volta ancora più passionale e selvaggio di prima, con la lingua che subito uscì per andare a cercare quella di lei mentre la mano sinistra ancora in acqua perchè quella che teneva sopra di se le cosce della donna, risalì piano raggiungendo l'intimità più profonda della Vireau, strusciandosi sopra giusto il tempo di un solo istante, per poi percorrere ancora curva piatta dell'addome di lei e risalire al centro dei seni per arrivare al viso e carezzarlo, prima di fare in modo che lei fosse completamente immersa in acqua dopo un bacio mozzafiato.
Lascia che mi occupi di te e dei tuoi nervi.
Di sicuro Monique non poteva immaginare che Sandyon avesse vissuto per più di otto mesi all'interno di un tempo shintoista dedito alla cura del corpo e del suo equilibrio muscolare e mentale.
Sapeva effettuare dei massaggi localizzati nei punti migliori per sciogliere i nervi che ben presto se ne sarebbe accorta del bene che avrebbe ricavato da quel suo fare senza esitazione, anche perchè era difficile che Vastnor facesse qualcosa pensandoci troppo quando si trattava di lei.
Si fece qualche passo indietro, fissandola serio ma allo stesso tempo calmo e sinceramente accaldato, scrocchiando il collo e togliendosi la maglietta semi-bagnata di dosso rimanendo solo con il pantalone nero, mostrandosi a petto nudo e con i capelli leggermente umidi per il vapore acqueo della stanza da bagno.
Si avvicinò nuovamente a lei ma questa volta si spostò dietro, sedendosi sulla panca di marmo a stretto contatto con la vasca e appoggiò le mani umide sulle spalle tese e dure della fidanzata, iniziando un lento e calibrato movimento con i polpastrelli unito ogni tanto ad una spinta a pressione dei palmi sulla zona iniziale della schiena, vicino le scapole.
Si stava prendendo totalmente cura di lei, della sua donna, sentendo il bisogno di aiutarla a metter da parte ogni cosa altrimenti il mondo le sarebbe saltato addosso e in quella casa loro non erano nel mondo solito e normale, erano nel loro mondo, quello dal quale nessuno li poteva portar via se non volevano, il mondo capace di tenere fuori tutto quanto il male all'esterno e fungere da rifugio sicuro per il cuore e per la testa.
Alla tua destra hai una ciotola di cristallo con dei cioccolatini assortiti, ognuno è di un tuo gusto preferito.
Se vuoi acqua basta chiedere, ho un thermos fresco al mio fianco, tenuto in ghiacciaia dalle prime luci dell'alba.