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Centro città

Messaggioda Irvyne » 26/06/2012, 18:38

Nell'aver parlato ed esposto quella realtà così intima e profonda dal punto di vista sessuale, Irvyne si era già preparato possibilmente ad una reazione negativa da parte della donna sua ospite a cena.
In effetti, come avrebbe potuto biasimarla, come avrebbe potuto non comprenderla nel sentirsi offesa da una simile verità esposta con tranquillità e minimo tatto, o meglio, per lui quello era minimo tatto, visto che molte altre persone nel dire una cosa analoga forse sarebbero state molto più schiette, ma lui certe cose non le poteva sapere, immaginare e comunque, lui si sentiva di aver avuto un comportamente sbagliato a prescindere da come gli altri avrebbero potuto esprimere la stessa cosa in modo peggiore.
Fortunatamente per l'ennesima volta Monique gli diede assolutamente prova di quanto fosse una persona speciale, molto alla mano, elastica nei pensieri e nelle parole e sopratutto tollerante.

Ma no figurati, non c'è alcun problema.
Anzi, se ti è scappato è perché sei talmente a tuo agio con me da non pensare troppo a ciò che dovresti dire o meno, mi sento lusingata.


Una spiegazione saggia e volta a tranquillizzarlo, era questo ciò che percepiva lui nel profondo mentre ascoltava le parole della francesina.
Ancora, di nuovo, lei aveva fatto intendere non solo quanto fosse adatta al suo ruolo di Vice Preside, con quel suo senso della trasformazione dei pensieri in parole di conforto e tranquillizzanti per il prossimo, ma anche quanto fosse una persona per nulla permalosa o in grado di prendersela per delle piccolezze.
Piccolezze a vista di lei, perché per Irvyne quella esposizione era grande come e gigantesca come non mai, ma lui per certe cose faceva sempre un po' il solito tragico, bisognava capirlo per certi versi.

Ammetto che mi sollevi non poco con quello che dici...
E' vero, mi sento sul serio molto a mio agio con te, è così strano, credo che non mi sia mai capitato prima... Con tanta velocità intendo!


Non è solo una donna eccezionale, è qualcosa di molto più...

Un pensiero spontaneo, ma comunque già esposto in precedenza.
Più proseguiva quella conversazione e maggiormente Irvyne dentro di se si sentiva portato a credere che Monique avesse delle doti di gran lunga più ampie e preziose di molte donne già conosciute in passato, oltre ad un magnetismo ed una capacità ipnotica da fare invidia ad una diplomatica o una politica di specco... O perché no, anche ad una vera e propria principessa.
Purtroppo però, una diplomatica, come una politica o una principessa sono e resteranno sempre degli esseri umani, in gradi di soffrire, piangere, scurirsi nello sguardo, ed infatti fu proprio quello che poco dopo accadde a Monique.

Non c'è molto da raccontare... o meglio, ce ne sarebbe, ma vedrò di essere sintetica.
Quando parlo di Rose, di mia madre... non intendo la mia "vera" madre, quella naturale: Rose era la mia tata, e l'ho sempre considerata la figura materna nella mia vita perché quella biologica, beh... non era esattamente un amore di genitore.
Mio padre cacciò Rose da casa nostra quando cominciò a capire che aveva un effetto "negativo" su di me, e prese a picchiarmi regolarmente, forse nel tentativo di riportarmi sulla "retta via".
Da allora non ho più messo piede in questo giardino.


Una storia così travolgente, così ricca di pathos e tristezza che Irvyne non sapeva esattamente cosa dire, fare, pensare, se non posarle una mano sul braccio per farle capire che era lì, presente, ancora intenzionato ad ascoltare e farle esprimere quanta più tristezza volesse per fare in modo che lui la potesse assorbire e toglierne un poco a lei.
Era strabiliante come Monique gli desse quell'input per cercare di fare ogni cosa pur di regalarle una speranza o un sorriso, ed era a dir poco sorprendente quanto la donna non si accorgesse di una tale cosa, tanto da arrivare addirittura a scusarsi pensando di annoiarlo anche con i suoi discorsi.
Parole, quelle di lei, che vennero subito fermate nel loro scorrere, dal capo del docente di Astronomia che scuotendolo fece capire che non doveva nemmeno azzardarsi a pensare una cosa simile.
Un sorriso sincero, un'altra carezza.

Mi dispiace, non ti volevo an-...

Non dirlo nemmeno per scherzo, non mi hai mai annoiato, dalla prima all'ultima parola che hai detto.
Non potresti mai farlo, sarei un insensibile a non condividere queste emozioni con te, che così amorevole e veritiera le hai espresse a me, un collega che fino a poche ore fa incontravi ogni tanto per i corridoi e al quale regalavi con un sorriso la voglia di continuare la giornata di lavoro, come alimentato da un fuoco di determinazone ulteriore...


L'altra mano scorreva allora a prendere la bottiglia di champagne per riempire ancora una volta il bicchiere alla sua signorina, non dimenticando mai di servirla e riverirla per evitare che le mancasse qualcosa.
Gli occhi ancora in quelli di lei, con quell'espressione tranquilla e serena che le trasmettesse la voglia di non fermarsi e di non preoccuparsi, perché lui sarebbe rimasto lì ad ascoltare, ancora e ancora, non con entusiasmo, ma con coscienza, consapevolezza che se poteva aiutarla a svuotarsi un poco di quel carico di tristezza e malinconia, allora lo avrebbe fatto, senza ombra di dubbio.

Attendi un solo istante, d'accordo?

Una richiesta sussurrata e gentile la sua, che le lasciò per alcuni brevi secondi il braccio per alzarsi in piedi e, sistematosi la giacca e la camicia, si diresse verso il pianista iniziando a parlarci tranquillamente, portando subito fuori il portafogli e fornendogli una somma abbastanza ingente di denaro.
La donna avrebbe potuto osservare che il pianista con un sorriso, avrebbe rivolto proprio a lei uno sguardo eloquente prima di annuire ad Irvyne e rimettersi pronto a suonare il piano.
Il docente quindi, tornato al tavolo, riprese posto in maniera composta ed educata, sorridendole ancora una volta, con le guance appena rosate per un imbarazzo che le avrebbe esposto entro pochi secondi.

Io non sono mai stato un gran che a cantare e inoltre di certo un posto di classe come questo non può essere utilizzato come un karaoke... In ogni caso ho chiesto gentilmente la possibilità di farti ascoltare una canzone che io reputo molto bella...
... Desideravo dedicartela Monique, è in sostanza quello che vorrei dirti ma che non mi è facile esprimerlo così semplicemente a parole...
Mi auguro lo apprezzerai!


Ed infatti, in concomitanza con quelle sue parole il piano riprendeva a suonare, questa volta con una melodia leggermente più moderna ma ugualmente tranquilla, e la voce del cantante pagato, molto gradevole e profonda, iniziò a far sentire a tutto il pubblico pagante del ristorante quello che Irvyne Trigger voleva dire con sottile delicatezza alla sua ospite speciale.

[yt]http://www.youtube.com/watch?v=mOf-LiUFHyk[/yt]

Senti quella pelle ruvida,
un gran freddo dentro l'anima,
fa fatica anche una lacrima a scendere giù.


Troppe attese dietro l'angolo,
gioie che non ti appartengono.
Questo tempo inconciliabile, gioca contro di noi.
Ecco come si finisce poi,
inchiodati a una finestra noi,
spettatori malinconici,
di felicità impossibili...


Tanti viaggi rimandati e già,
valigie vuote da un'eternità...
Quel dolore che non sai cos'è,
solo lui non ti abbandonerà mai, oh mai!


E' un rifugio quel malessere,
troppa fretta in quel tuo crescere.
Non si fanno più miracoli,
adesso non più.
Non dar retta a quelle bambole
Non toccare quelle pillole
Quella suora ha un bel carattere,
ci sa fare con le anime.


Ti darei gli occhi miei
per vedere ciò che non vedi.
L'energia, l'allegria,
per strapparti ancora sorrisi.
Dirti sì, sempre sì,
e riuscire a farti volare,
dove vuoi, dove sai,
senza più quel peso sul cuore.
Nasconderti le nuvole
e quell'inverno che ti fa male.
Curarti le ferite e poi,
qualche dente in più per mangiare.
E poi vederti ridere,
e poi vederti correre ancora.
Dimentica, c'è chi dimentica
distrattamente un fiore una domenica
e poi... silenzi. E poi... silenzi.
Silenzi...


Nei giardini che nessuno sa
si respira l'inutilità,
c'è rispetto e grande pulizia,
è quasi follia.
Non sai come è bello stringerti,
ritrovarsi qui a difenderti,
e vestirti e pettinarti sì,
e sussurrarti non arrenderti.
Nei giardini che nessuno sa,
quanta vita si trascina qua,
solo acciacchi, piccole anemie.
Siamo niente senza fantasie.


Sorreggili, aiutali,
ti prego non lasciarli cadere.
Esili, fragili,
non negargli un po' del tuo amore...


Stelle che ora tacciono,
ma daranno un senso a quel cielo.
Gli uomini non brillano,
se non sono stelle anche loro.
Mani che ora tremano,
perché il vento soffia più forte...
non lasciarli adesso no,
che non li sorprenda la morte.


Siamo noi gli inabili,
che pur avendo a volte non diamo.
Dimentica, c'è chi dimentica,
distrattamente un fiore una domenica
e poi... silenzi. E poi... silenzi.Silenzi...
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Messaggioda Monique » 26/06/2012, 20:20

Ammetto che mi sollevi non poco con quello che dici...
E' vero, mi sento sul serio molto a mio agio con te, è così strano, credo che non mi sia mai capitato prima... Con tanta velocità intendo!


La cosa è assolutamente reciproca, e mi fa molto piacere.
Non fraintendermi, vado d'accordo con tutto il corpo docenti, ma spesso sento quella sorta di... distacco, forse per il fatto che come Vice Preside molti nostri colleghi mi vedono superiore a loro... è bello quindi saper di poter contare su un amico.


Rispose Monique con un sorriso gentile, parlando sinceramente - non sfogandosi, non si sentiva arrabbiata o risentita, al massimo solo un po' dispiaciuta - della sua condizione come Vice Direttrice di Hogwarts, posizione che spesso poteva risultare molto scomoda per i suoi rapporti sociali.
Sapeva di poter contare sulla sua discrezione e che quindi lui non sarebbe andato in giro a sbandierare al mondo quel disagio provato da Monique, per questo si fidò a confidarglielo così come, per sommi capi, raccontò la storia della sua infanzia e gli eventi che l'avevano segnata; finito di parlare, la donna provò a scusarsi per la noia che poteva avergli provocato, ma Irvyne, posandole gentilmente una mano sul braccio la bloccò prima che potesse terminare le sue scuse.

Non dirlo nemmeno per scherzo, non mi hai mai annoiato, dalla prima all'ultima parola che hai detto.
Non potresti mai farlo, sarei un insensibile a non condividere queste emozioni con te, che così amorevole e veritiera le hai espresse a me, un collega che fino a poche ore fa incontravi ogni tanto per i corridoi e al quale regalavi con un sorriso la voglia di continuare la giornata di lavoro, come alimentato da un fuoco di determinazone ulteriore...


Io... non so davvero cosa dire.
Mi fai sentire molto importante quando non credo di esserlo... ma ti ringrazio.


Mormorò Monique con un sorriso imbarazzato e più leggero, come se parlando di quelle cose si fosse tolta un peso enorme dallo stomaco: il sorriso si ampliò quando lo vide riempirle il bicchiere, e lo ringraziò con un cenno del capo prima di correre a prenderne un sorso, come a volersi rinfrescare non solo il palato, ma anche le idee.

Attendi un solo istante, d'accordo?

Uhm? D'accordo...

Rispose la donna, la fronte appena corrugata in un'espressione di curiosità verso l'uomo che, alzatosi, si avvicinò al pianista per sussurrargli qualcosa all'orecchio: gli occhi ghiacciati di Moni, da confusi divennero spalancati per la sorpresa quando, mentre Irvyne tornava a sedersi, l'uomo al pianoforte si volse verso di lei facendole un occhiolino.

Irvyne, ma cosa...

Io non sono mai stato un gran che a cantare e inoltre di certo un posto di classe come questo non può essere utilizzato come un karaoke... In ogni caso ho chiesto gentilmente la possibilità di farti ascoltare una canzone che io reputo molto bella...
... Desideravo dedicartela Monique, è in sostanza quello che vorrei dirti ma che non mi è facile esprimerlo così semplicemente a parole...
Mi auguro lo apprezzerai!


Non seppe più cosa dire o fare la francese di fronte ad un gesto così bello e romantico e dolce, l'unica cosa che sentì come giusta fu quella di voltarsi verso il pianista ed ascoltare la canzone che il docente di Astronomia le aveva appena dedicato, una melodia struggente e delle parole intense, forti, che le arrivavano dritte al cuore.
Al termine di quella canzone, Monique si ritrovò con gli occhi lucidi, che cercò di asciugarsi velocemente per non farsi notare troppo da lui prima di sorridergli con riconoscenza.

Grazie... hai reso questa serata ancor più indimenticabile di quanto già non fosse prima.
Sei un amico prezioso, Irvyne.
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Messaggioda Irvyne » 27/06/2012, 13:42

La cosa è assolutamente reciproca, e mi fa molto piacere.
Non fraintendermi, vado d'accordo con tutto il corpo docenti, ma spesso sento quella sorta di... distacco, forse per il fatto che come Vice Preside molti nostri colleghi mi vedono superiore a loro... è bello quindi saper di poter contare su un amico.


Sono ben consapevole che la posizione che ricopri spesso mette i colleghi in una situazione di disagio.
Ma è anche vero che sono stato per così tanti anni a contatto con questa realtà lavorativa che andare d'accordo con un superiore o farci amicizia è diventata una cosa più facile, lineare, possibile senza paure o timori...


Era importante mettere in chiaro quel punto, come se Irvyne volesse in un certo senso far stare più tranquilla e rilassata la donna avanti a se che il loro rapporto viveva di spontaneità, che in quel suo tentativo di avvicinamento non c'era nulla di più che una vicinanza di natura umana e non certo professionale volta a qualche agevolazione sul posto.
Figurarsi, un uomo come lui, sempre rispettoso delle regole e leale come non mai, non si sarebbe proprio sognato di "comprarsi" così la fiducia e la stima della propria Vice Preside.
Successivamente quindi fu la volta di un argomento di conversazione più intimo, più forte e profondo, riguardante Monique e la sua famiglia, il suo passato, quello che era stata un po' il suo unico destino fino a qualche anno prima.
Temeva lei di annoiarlo in qualche modo parlando così, poiché di certo non erano delle parole leggere quelle di lei, ma Irvyne Trigger non por è fare altro che farle capire cosa significasse sul serio avere un amico e non solo con le parole, anche con i gesti o con un qualcosa di molto affine a lei come la musica.

Io... non so davvero cosa dire.
Mi fai sentire molto importante quando non credo di esserlo... ma ti ringrazio.


Se ti dicessi che la tua importanza è direttamente proporzionale alla tua bellezza, avresti un quadro chiaro dei miei pensieri, Monique?

Una battuta semplice ma che nascondeva il suo solito lato molto gentile e galante ed anche la volontà di strapparle un sorriso, prima di fare uscire qualche lacrima proprio per via della canzone che a distanza di qualche minuto prese vita nel ristorante e che la Vireau non poté far altro che ascoltare con attenzione e cura, commuovendosi per le belle parole, per il tono, per la melodia, sentendo forse dentro di se l'intervento di qualcuno che fino a qualche ora fa poteva reputarsi uno sconosciuto, un esterno, che aveva l'intenzione forte di farla stare bene, di fare qualcosa per darle la speranza che un giorno, se avesse avuto bisogno di maggiore aiuto, per qualsiasi cosa, allora lui ci sarebbe stato, senza dubbi.

Grazie... hai reso questa serata ancor più indimenticabile di quanto già non fosse prima.
Sei un amico prezioso, Irvyne.


Amico...
... Mi sta bene...


Sorrise a quelle sue parole, osservandone il sorriso radioso e consegnandole il proprio fazzoletto per permetterle di portar via le lacrime dagli occhi prima che intaccassero il trucco a regola d'arte che l'aveva rivestita per quella serata informale.
Attese che fu quindi nuovamente pronta a parlare, mentre il pianista si voltava verso di loro ed incontrava l'approvazione dell'uomo che gli faceva capire che era andato benissimo e così soddisfatto tornava a suonare tranquillamente qualcosa di classico per non spezzare l'atmosfera.
Nel frattempo quindi, Irvyne riprendeva a mangiare il suo dolce, attendendo prima che facesse lo stesso anche la sua ospite, andando al termine di quella cena così bella e carica di emozioni e confessioni intime e importanti.

Non mi aspettavo davvero così tanta preziosità da un evento simile.
Hai la facoltà di rendere ogni cosa più speciale, Monique, lasciatelo dire... Lo champagne è di tuo gradimento?
... Allora, che programmi avrai per l'Estate? Qualche viaggio o vacanza breve in qualche luogo rilassante del mondo?
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Messaggioda Monique » 27/06/2012, 18:44

Sono ben consapevole che la posizione che ricopri spesso mette i colleghi in una situazione di disagio.
Ma è anche vero che sono stato per così tanti anni a contatto con questa realtà lavorativa che andare d'accordo con un superiore o farci amicizia è diventata una cosa più facile, lineare, possibile senza paure o timori...


Già, paradossalmente Irvyne, pur essendo uno dei docenti più giovani presenti ad Hogwarts, si trovava rispetto ai colleghi in posizione di vantaggio: essendo da più tempo di molti altri - lei compresa - abituato alla realtà del mondo del lavoro, trovava sicuramente meno complicato instaurare un rapporto di amicizia o comunque complicità con una persona come Monique, che all'effettiva era un suo superiore.
E la prova che sapesse come rapportarsi con lei, la francese l'ebbe poco dopo, quando Irvyne chiese espressamente al pianista una canzone da dedicare a lei, una canzone che le fece venire uno spasmo al cuore e le lacrime agli occhi: ringraziò l'uomo come meglio poteva, ricevendo in cambio un dolce complimento che ebbe il potere di farla arrossire ancora di più.
Scosse il capo abbassando lo sguardo in palese imbarazzo, sorridendogli dolcemente mentre si portava i capelli dietro l'orecchio: l'Astronomo intanto decise di farle dimenticare quel momento per lei molto triste e pesante, riportandola con la mente a quel momento, a quella cena che comunque, ricordi a parte, era una delle più piacevoli che avesse mai trascorso nella sua vita.

Non mi aspettavo davvero così tanta preziosità da un evento simile.
Hai la facoltà di rendere ogni cosa più speciale, Monique, lasciatelo dire... Lo champagne è di tuo gradimento?
... Allora, che programmi avrai per l'Estate? Qualche viaggio o vacanza breve in qualche luogo rilassante del mondo?


Sei tu che rendi unico ciò che ti circonda, Irvyne, davvero... e sì, è tutto meraviglioso, torta compresa.

Rispose la donna con un sorriso, indicandogli il dolce a cui era passata.

In realtà non ho ancora pianificato nulla di certo.
Sicuramente i miei genitori mi vorranno a casa almeno per una delle loro feste noiose piena di barbosi Purosangue snob, ma a parte quello sono ancora molto indecisa.
Non nego che mi piacerebbe riprendere a viaggiare, rimanere un anno ferma nello stesso posto è stato molto... difficile, in un certo senso.


Aggiunse Monique arricciando appena il naso in una smorfia vagamente irritata: aveva imparato ad apprezzare Hogwarts, persino ad amarla, ma questo non voleva dire che non avesse più voglia di viaggiare, di scoprire, di vivere posti e culture diverse dalla sua; ovviamente c'era il piccolo fattore "Sandyon", ovvero cosa il compagno voleva fare per l'estate, ma era un particolare che la donna non avrebbe potuto rivelare al collega e quindi venne omesso.

E tu invece?
Andrai a studiare stelle e pianeti in qualche centro astronomico particolare, o ti rilasserai un po' in qualche meta esotica?


Gli domandò poi con aria curiosa, prendendo un pezzetto di torta fragole e panna con la forchetta per avvicinarla a lui e quindi, se avesse voluto, fargliela assaggiare.
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Messaggioda Tisifone » 28/06/2012, 14:47

[ Sabato - ore 18.15 - Periferia di Londra - Brightless Kovarnikov Manor]


Perfetto!

Esclamò tra sè Tisifone, non appena sentì di nuovo sotto i piedi la consistenza di un pavimento. Fino a quel momento tutto era andato esattamente secondo i suoi piani. Lucas si era presentato puntuale all'appuntamento che gli aveva dato fuori i cancelli di Hogwarts, aveva acconsentito a farsi bendare e adesso si trovavano teneramente abbracciati nelle cucine del Manor. Certo avrebbe preferito accoglierlo nel Salone principale al piano di sopra ma aveva dovuto scartare questa idea fin da subito: il voler cucinare per lui implicava passare buona parte della serata tra i fornelli e quindi avere tutto a portata di mano. Inoltre la cucina era un luogo dove i suoi padrini mettevano piede raramente e questo avrebbe dato loro un margine di possibilità di fuga più ampio nel caso in cui uno di loro avesse deciso di rientrare prima.

Hummm... lo sai che sei molto intrigante così bendato? - Gli sussurrò in un orecchio, stringendo leggermente la presa intorno alla vita del compagno,per poi dargli un leggero bacio sulla porzione di pelle del collo libera dalla camicia. - E' quasi un peccato liberarti.

Aggiunse maliziosa, facendo scivolare le mani fino ai polsi di lui per bloccargli le mani, se lui glielo avesse permesso, e impedirgli di sfilarsi la benda da sola. Voleva contemplare ancora un po' quella visione di Lucas e, successivamente, assicurarsi che alle sue spalle fosse tutto esattamente come l'aveva lasciato un paio di ore prima. Verso le quattro, infatti, aveva fatto un "salto" a casa per preparare gli antipasti e sistemarli sulla tavola apparecchiata, maledicendo l'avversione di Demetri per qualsiasi invenzione babbana non strettamente necessaria. Quanto avrebbe, infatti, apprezzato un frigorifero in quella circostanza invece di essere costretta a ricorrere all'aiuto di Yuma e ai suoi incantesimi che mantenevano il cibo intatto anche a distanza di tempo.

Promettimi che non ti toglierai la benda fino a quando non te l'avrò detto io.

Gli chiese, con un tono dolce, accompagnando la richiesta con un piccolo bacio dietro l'orecchio. Era ragionevolmente sicura che la curiosità stesse divorando il suo compagno, ma voleva evitare che la fretta rovinasse la sua sorpresa. Se lui avesse acconsentito Tisifone gli avrebbe lasciato andare i polsi per posare le mani sui suoi fianchi e tentare di voltarlo, per poi cingergli di nuovo i fianchi con le braccia, facendo aderire il petto alla schiena di Lucas e posando la testa su una delle sue spalle. Non voleva guardarlo negli occhi una volta svelato il mistero, troppo spaventata dall'idea di leggervi disappunto o qualche altro sentimento negativo, preferendo quindi affidarsi all'interpretazione delle reazioni del suo corpo.

Ora.

Mormorò, l'incertezza ben visibile nel tono della sua voce. Una volta privato della benda la prima cosa che Lucas avrebbe notato era un tavolo tondo apparecchiato per due in maniera semplice e colorata per non dare alla situazione una connotazione troppo ufficiale. Aveva quindi avvolto intorno ai tovaglioli bianchi dei nastri di nylon arancioni come i sotto piatti, disposto in un vaso trasparente una rosa rossa e sparpagliato alcuni petali sulla tovaglia anch'essa bianca. Dopo aver accarezzato l'idea di usare dei bicchieri dalle diverse sfumature del giallo e del rosso, aveva alla fine optato per un più classico servizio di vetro smerigliato.


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Al centro del tavolo e circondati da petali di rosa vi erano due piatti di portata con sopra degli involtini di prosciutto cotto e mozzarella con dell’insalata russa al centro,pomodori e uova sode ripieni di salsa tonnata.

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Sopra al tavolo levitavano a destra e a sinistra dei palloncini con i colori di Tassorosso.

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Nel caso Lucas avesse deciso di far spaziare lo sguardo per il resto della stanza si sarebbe accorto che si trovavano in una cucina attrezzata abbastanza grande da accogliere, oltre al tavolino posto in un angolo appartato anche una penisola in metallo luccicante di fronte ai fuochi e un tavolo un po’ più grande dall’aria decisamente nuova.

Buon compleanno.

Sussurrò titubante allentando l’abbraccio in cui l’aveva coinvolto per lasciargli tutta la libertà di movimento di cui avrebbe avuto bisogno.
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Messaggioda Lucas » 28/06/2012, 18:27

Aveva sentito lo strappo all'ombelico classico di chi sta smaterializzando, con la differenza che rispetto alle volte precedenti in cui lo aveva fatto, stavolta non conosceva la destinazione: era stato bendato, infatti, da Tisifone e non sapeva dove la donna l'avesse portato, né tantomeno il perché; sapeva solo che, da qualche parte, erano arrivati. Il posto doveva essere tranquillo perché Lucas, cercando di concentrarsi sui suoni attorno a lui, non percepiva nulla di particolarmente forte: un luogo chiuso forse, sì ma dove?

Hummm... lo sai che sei molto intrigante così bendato?

Non faccio fatica a crederlo.

Commentò lui con un sorriso divertito, respirando l'odore della pelle di lei quando gli si avvicinò per dargli un piccolo bacio sul collo.

E' quasi un peccato liberarti.

Io invece muoio dalla voglia di sapere che cavolo hai combinato.

Replicò Lucas, le cui mani - i polsi per la precisione - vennero subito bloccate per non poter arrivare alla benda e toglierla: sospirò appena dalla curiosità ma annuì lentamente ed alzò le spalle come in segno di muta resa, lasciandole quindi modo di poter fare come meglio preferiva... forse per preparare al meglio la sorpresa che, evidentemente, gli aveva organizzato, e allora con che coraggio poteva rovinarla?

Promettimi che non ti toglierai la benda fino a quando non te l'avrò detto io.

Promesso... soprattutto se me lo chiedi con quel tono.

Disse lui con un sorriso divertito e malizioso al tempo stesso, infilandosi le mani nelle tasche come a voler dar prova che non avrebbe toccato la benda a meno che lei non gliel'avesse permesso.
Si fece voltare con curiosità crescente, annusando l'aria intorno a sé: sentiva dei profumini invitanti... cibo, forse?
Non ebbe tempo di pensaci perché sentì nuovamente l'odore della donna accanto a sé, il suo petto appoggiato alla schiena dell'uomo che sospirò di piacere nel sentirla così vicino.

Ora.

Sorrise, sfilandosi le mani dalle tasche per arrivare alla benda e finalmente togliersela dagli occhi, che aprì lentamente... e che dovette sbattere più volte per essere sicuro di non avere allucinazioni di nessun tipo.
Una tavola apparecchiata per due, in modo intimo ma colorato, e al centro dei piatti con de cibo sopra dall'aspetto invitante e altrettanto colorato; intorno al tavolo poi fluttuavano palloncini coi colori della sua Casata, in un insieme così familiare e caldo che nella mente di Lucas iniziò a farsi strada un'ipotesi che, per quanto assurda, poteva forse risultare giusta.

Buon compleanno.

Appunto.
Si volse di scatto verso di lei per cercare i suoi occhi, i propri appena spalancati con aria incredula: voleva sorprenderlo? Beh, ci era riuscito in pieno visto che non aveva detto a nessuno di quella ricorrenza speciale.

Buon... stai dicendo sul serio?

Domandò lui totalmente, sbalordito, guardandosi attorno: una cucina, ecco dove si trovavano, forse in quella della casa di Tisifone e dei padrini che, sperò, fossero fuori in quel momento, non sentendosi mentalmente pronto per affrontarli.
Abbracciò tutto l'ambiente con lo sguardo, prima di tornare su di lei: gli aveva organizzato una festa a sorpresa di compleanno, solo loro due... era incredibile.

Tisifone, io... non so cosa dire, davvero.
E' tutto... bellissimo. Grazie.


Mormorò, avvicinandosi a lei per prenderle il viso tra le mani e posarle un dolce bacio sulle labbra: era ancora frastornato dalla sorpresa, gli ci sarebbe voluto un momento per riprendersi... ma quel bacio era il modo più veloce per farle capire che aveva apprezzato davvero la sua sorpresa.
D'altronde, l'aveva capito fin da subito... era una donna speciale.
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Messaggioda Tisifone » 28/06/2012, 21:26

Si era comportato in maniera esemplare, sottostando a quelli che potevano sembrare dei capricci infantili, facendosi bendare prima e poi acconsentendo a non liberare gli occhi prima che lei gli desse il permesso. Vederlo così docile e remissivo fece scorrere un brivido di eccitazione lungo la colonna vertebrale di Tisifone mentre immagini ad alto contenuto erotico facevano capolino nella sua mente, alimentate dal sorriso malizioso che era comparso sul viso di Lucas.
Avrebbe voluto approfondire quei pensieri, dar loro corpo approfittando della lunga penisola in metallo posta quasi al centro della cucina, ma non era quello il momento adatto. Forse dopo, come dessert o meglio ancora con il dessert, sempre che la serata avesse preso la piega positiva che lei si aspettava. Senza indugiare altrimenti, fece voltare il ragazzo, stringendosi a lui in maniera decisa ma allo stesso tempo dolce, per non farlo sentire prigioniero ma ricordandogli allo stesso tempo che era ancora là con lui, beandosi del sospiro di piacere che le sfuggì dalle labbra.
Dopo che Lucas si fu sfilatola benda, Tisifone rimase in silenzio, per dargli la possibilità di rendersi conto con calma della situazione in cui lei lo aveva infilato, sperando che non si soffermasse troppo sul dove esattamente era collocata la cucina in cui si trovavano. Prese poi un enorme respiro, sollevando il petto che spinse contro la schiena del compagno,contro cui era premuta e gli sussurrò all’orecchio quelle due semplici parole, per poi trattenere il respiro in attesa di una sua qualsiasi reazione.


Buon... stai dicendo sul serio?

Ehmmm… - balbettò, non sapendo cosa rispondere. Come al solito Lucas era riuscito a prenderla in contropiede con una reazione che non aveva per nulla calcolato – se compi gli anni si… Se invece hai diffuso in giro informazioni errate sulla tua data di nascita allora… - e mentre cercava di dire qualcosa per allentare la tensione che lei sola probabilmente avvertiva si rese conto che forse poi non aveva tutti i torti. Si era fidata di uno scampolo di conversazione tra due ragazzine colte durante una sua lezione e non si era presa neanche la briga di controllarne la veridicità, magari chiedendo conferma a Monique che, in qualità di VicePreside, conservava i curricula di tutti gli Insegnanti. Si diede una manata mentale per quella imprudenza, cercando allo stesso tempo qualcosa con cui terminare la frase - … Buon noncompleanno?

E il tono adesso era chiaramente interrogativo mentre con un aria spaesata che raramente se non mai si era vista sul suo volto, citava un vecchio cartone animato babbano che Asher le aveva fatto vedere quando era piccola.

Tisifone, io... non so cosa dire, davvero.

Ok allora forse non mi sono resa completamente ridicola per nulla…

Si disse, sollevata dal fatto che Lucas non avesse riso di lei per aver preso una grossa cantonata, cadendo in una trappola che aveva architettato per le sue studentesse.

E' tutto... bellissimo. Grazie.

Sorrise alle sue parole mentre il suo cuore riprendeva a battere sotto il tocco delle mani di lui sulle sue guance. Socchiuse gli occhi e sospirò di sollievo sulle labbra di lui, posate sulle proprie in un dolce bacio. In un moto di tenerezza allungò leggermente il collo in modo da sfiorare la punta del naso di Lucas con la propria.

Non ero certa che ti avrebbe fatto piacere… - mormorò non accennando a interrompere quel contatto, privo della passione che aveva caratterizzato molti dei loro incontri precedenti ma non per questo, o forse proprio per questo, più intimo e tenero ai suoi occhi – avresti potuto voler non festeggiare… visto che non mi avevi detto nulla – e non c’era rimprovero nella sua voce ma solo muta accettazione da parte di chi sapeva bene che non sempre si può trovare piacere nel festeggiare certe ricorrenze. – però sai… ho pensato che stare così vicino a casa e non avere la possibilità di passare un giorno come questo con la propria famiglia avrebbe potuto renderti triste e…- piccola pausa in quel fiume di parole che sembravano sgorgare direttamente dal suo cuore senza passare per le maglie strette della sua mente come di solito accadeva – bè nessuno dovrebbe essere triste e solo il giorno del suo compleanno… o almeno non una persona speciale come te… - altra piccola pausa, questa volta dargli un piccolo bacio e “accarezzargli” il naso tipo cucciolo – la mia persona speciale…

Merlino santissimo… sempre quasi una dichiarazione d’amore…

Le fece notare la sua coscienza, rompendo quella sorta di trance romantica in cui Tisifone era scivolata negli ultimi minuti facendola irrigidire e spalancare gli occhi, aspettandosi di venire travolta da un’ondata di panico e terrore.

Chjort!

Imprecò, quando l'ondata non arrivò, tenendo il tono di voce il più basso possibile sperando che quella espressione colorita passasse inosservata a Lucas, cosa pressocchè impossibile data la distanza esigua che li separava.

Purtroppo l'estetica non è il mio forte - si ritrovò a dire riferendosi a come le pietanze erano disposte nei piatti per cercare di far passare inosservato quel suo momento di defaince - ma in compenso dovrebbe essere tutto commestibile.
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Messaggioda Lucas » 29/06/2012, 12:53

Ehmmm… se compi gli anni si… Se invece hai diffuso in giro informazioni errate sulla tua data di nascita allora…

Uno sbuffo divertito sfuggì dalle sue labbra a quelle parole: informazioni errate... lui in realtà d'informazioni non ne aveva diffuse proprio, giuste o sbagliate che fossero. Il che lo portava a chiedersi, ovviamente, come avesse fatto Tisifone a scoprire il giorno del suo compleanno, a meno di non essere andata direttamente dalla Preside per chiedere informazioni - e dubitava seriamente che la donna si fosse esposta a tal punto.

… Buon noncompleanno?

E stavolta fu proprio una risata a sgorgare dalla sua gola, una risata genuina e divertita mentre scuoteva il capo e si passava una mano tra i capelli con aria forse un po' imbarazzata.

Ti è andata bene, hai azzeccato perfettamente la data.
Anche se adesso mi dici come hai fatto, mh? Per caso hai usato i tuoi poteri da Divinante misteriosa e bellissima?


Rispose l'uomo, prima di avvicinarsi a lei e baciarla sulle labbra, le guance della donna imprigionate dolcemente tra le sue mani coi polpastrelli dei pollici che le accarezzavano lenti la pelle.
Sorrise staccandosi da lei, sorriso che si ampliò quando la punta del suo naso sfiorò la propria, un un gesto infantile ma sicuramente dolce ed intimo, tipico di due persone che in comune hanno ben più di qualche notte di sesso bollente alle spalle - stadio a cui, tra l'altro, non erano ancora arrivati.

Non ero certa che ti avrebbe fatto piacere… avresti potuto voler non festeggiare… visto che non mi avevi detto nulla.

Non ero sicuro che sarei stato in vena di festeggiare il mio primo compleanno lontano dagli USA, lontano dalle solite scuse che mi permettevano di non pensare a cosa in realtà avrei voluto...

Mormorò lui con una lieve alzata di spalle.

... però sai… ho pensato che stare così vicino a casa e non avere la possibilità di passare un giorno come questo con la propria famiglia avrebbe potuto renderti triste e… bè nessuno dovrebbe essere triste e solo il giorno del suo compleanno… o almeno non una persona speciale come te… la mia persona speciale…

Un monologo durante il quale Tisifone quasi non prese fiato, ma l'ultima sua affermazione fu in grado di fargli brillare gli occhi: la "sua" persona speciale... magari era presuntuoso pensarlo, ma sembrava tanto un'espressione indiretta dei suoi sentimenti.

Hai avuto un pensiero bellissimo.
Ammetto che sapere di avere i miei così vicini non mi rendeva particolarmente entusiasta nel voler festeggiare... adesso sono molto più desideroso di farlo.


Chjort!

Alzò un sopracciglio a quell'imprecazione che, anche se non capiva il russo, non gli sembrava positiva: si riferiva forse a ciò che lui aveva appena detto? Non gli sembrava però che ci fossero motivi per imprecare.
Allora si riferiva a qualcosa che lei aveva detto? Non ebbe il tempo di continuare le sue elucubrazioni perché una risposta - almeno apparente - venne proprio da lei.

Purtroppo l'estetica non è il mio forte ma in compenso dovrebbe essere tutto commestibile.

A me sembra tutto perfetto... - commentò, passandole accanto per avvicinarsi alla tavola ma fermandosi in prossimità del suo orecchio per poterle parlare a bassa voce, in tono sussurrato e complice - ... mia persona speciale...

La oltrepassò per arrivare al tavolo e sfiorarne la tovaglia con le dita, un sorriso sereno sulle labbra mentre si voltava verso di lei.

Allora, possiamo mangiare?
Tutta quella curiosità mi ha fatto venire fame.
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Messaggioda Tisifone » 29/06/2012, 14:29

Sentire Lucas ridere in quel modo genuino e divertito fu per Tisifone fonte di enorme sollievo, anche se non capiva il motivo per cui il compagno dovesse sembrare così imbarazzato.

Ti è andata bene, hai azzeccato perfettamente la data.
Anche se adesso mi dici come hai fatto, mh? Per caso hai usato i tuoi poteri da Divinante misteriosa e bellissima?


Sbuffò a quella insinuazione ma non fece in tempo a esprimere in nessun modo il suo disappunto: lo scambio di affettuosità che seguì ebbe la priorità su tutto e distolse l’attenzione della donna da qualsiasi altra cosa. Nonostante la risata e il bacio, Tisifone aveva ancora timore di avere, per così dire, osato troppo, invadendo senza alcun riguardo, rivendicando per sé, o meglio per loro, tutta l’attenzione del ragazzo in un giorno così personale e importante. Spinta questo timore, la Divinante si lanciò in una sorta di monologo giustificativo delle sue azioni.

Non ero sicuro che sarei stato in vena di festeggiare il mio primo compleanno lontano dagli USA, lontano dalle solite scuse che mi permettevano di non pensare a cosa in realtà avrei voluto...

Presa da quella sua piccola confessione, Tisifone registrò distrattamente il commento di Lucas, riservandosi di fargli un po’ di domande più tardi

Hai avuto un pensiero bellissimo.
Ammetto che sapere di avere i miei così vicini non mi rendeva particolarmente entusiasta nel voler festeggiare... adesso sono molto più desideroso di farlo.


Gli aveva fatto tornare la voglia di festeggiare il suo compleanno e forse anche mettere un po’ da parte la malinconia per il non aver avuto notizie da parte dei suoi genitori quel giorno,eppure Tisifone non riuscì a gioire appieno di quella notizia, troppo sconvolta da quello che aveva appreso su se stessa. In quei due giorni era stata così concentrata sul realizzare qualcosa di speciale per lui, pensando a cosa gli avrebbe potuto fare piacere senza però esagerare, che non si era chiesta neanche una volta il perché lei era disposta a fare tutto ciò. La risposta era giunta pochi istanti prima e l’aveva talmente scioccata che non aveva saputo mascherare il tutto come al suo solito. Arrossì leggermente per quella imprecazione fuori luogo e decisamente poco femminile e riuscì a dissimulare il tutto facendo ricadere la “colpa” sull’aspetto appena dignitoso dei piatti che aveva cucinato.

A me sembra tutto perfetto ... mia persona speciale...

Sorrise a quel commento, sollevata per più di un motivo, per poi rabbrividire quando lo sentì sussurrare quelle semplici ma tanto importati paroline. Forse Lucas non aveva compreso del tutto il senso del suo monologo di prima o del perché aveva imprecato ma di sicuro aveva colto il nocciolo della questione. Qualsiasi fossero i sentimenti che stavano nascendo in Tisifone nei suoi riguardi due cose erano chiare: lui era suo ed era speciale per lei.

Allora, possiamo mangiare?
Tutta quella curiosità mi ha fatto venire fame.


Ma certo che possiamo mangiare… anzi devi… - lo corresse, sorridendo ma senza accennare ad avvicinarsi a lui e al tavolo – hai l’obbligo di provare ogni singola pietanza che cucinerò per te e darmi un giudizio obiettivo e sincero.

Perché certo, l’antipasto aveva potuto prepararlo in anticipo, ma il resto lo avrebbe cucinato mano a mano.

Credo che adesso posso anche togliermi questo…

Aggiunse poi, riferendosi al mantello, di nuovo con quel tono titubante che le dava sui nervi ma che finiva per usare spesso quando si trovava con Lucas, come se il ragazzo avesse la capacità di abbattere tutte le sue sicurezze. L’avere addosso qualcosa che non le “apparteneva” ma che aveva comprato il giorno prima durante il suo raid a Londra, spinta da un impulso a cui non era riuscito a resistere, di sicuro non aiutava. Tecnicamente non aveva indosso nulla di esagerato, solo un vestito bianco a mezze maniche che le lasciava scoperte non solo le spalle, ma anche la maggior parte delle gambe, però era cose se l’assenza di formalità, colori sgargianti e oggetti tintinnanti la facessero sentire nuda. Unica nota di colore era il braccialetto che lui le aveva regalato durante il loro primo appuntamento e che lei portava da allora al polso sinistro. Lentamente, non tanto per creare suspance ma perchè non era certa di volerlo fare, slacciò il cordoncino che teneva le ali del mantello chiuse intorno al suo corpo e se lo fece scivolare giù dalle spalle, per poi prenderlo e posarlo sul tavolo grande e vuoto alle proprie spalle. Quando si girò di nuovo per fronteggiare Lucas aveva un sorriso sul viso che esprimeva non solo la sua felicità di averlo lì con lei ma anche, in fondo, il suo imbarazzo.

Immagine



Spero che il prosciutto e la maionese rientrino tra le pietanze che ti piacciano – si affrettò a dire subito dopo, avvicinandosi a lui, ancheggiando leggermente sui tacchi alti a cui, per fortuna, era abituata – Devo ammettere che decidere cosa cucinare è stato molto più difficile che sapere che oggi era il tuo compleanno.
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Messaggioda Lucas » 30/06/2012, 18:36

Si erano... dichiarati, in un certo senso.
Forse una dichiarazione un po' anticonvenzionale, ma non aveva importanza. Lucas era felice così, ed anche Tisifone sembrava soddisfatta e felice a giudicare dagli occhi che le brillavano.

Ma certo che possiamo mangiare… anzi devi… hai l’obbligo di provare ogni singola pietanza che cucinerò per te e darmi un giudizio obiettivo e sincero.

Ogni singola pietanza? Ma allora hai in mente un menu intero per me...
Mi sento lusingato, e forse anche un po' messo all'ingrasso. Dovrò allenarmi parecchio, per smaltire tutto questo.


Commentò l'uomo con un sorriso malizioso sulle labbra, come a voler far intendere che aveva idee ben precise su che tipo di "allenamento" avrebbe potuto fare: e Tisifone avrebbe potuto essere un'ottima - e la sola - aiutante in quel senso.
Era curioso comunque di assaggiare tutto, ed anche se era sicuro a priori che sarebbe stato tutto ottimo, alzò la mano destra chiusa a pugno tranne che per indice e medio, nel classico giuramento dei boyscout babbani per farle comprendere che sarebbe stato onesto fino alla fine.

Credo che adesso posso anche togliermi questo…

In effetti aveva ancora indosso il mantello che aveva coperto il suo corpo da quando si erano visti fuori dai cancelli di Hogwarts, e quelle parole ebbero l'effetto di fargli dimenticare all'istante tutto quanto - cibo compreso - per concentrarsi su di lei.
Era sicuro che l'avrebbe lasciato senza fiato, e infatti quando si tolse il mantello...

... uao...

Mormorò Lucas con aria rapita: si alzò lentamente, avvicinandosi a Tisifone per squadrarla da capo a piedi, girandole intorno, per poi fermarsi di fronte alla donna e, stringendole un fianco, avvicinarla a sé.

Credevo che i regali solitamente venissero consegnati dopo la torta... - sussurrò al suo orecchio con voce bassa e calda, prima di scendere sul suo collo e morderlo appena. Inutile dire che per lui il regalo era lei - In ogni caso... non vedo l'ora di scartarti...

E non aggiunse altro, lasciando che fossero lei e la sua fantasia ad interpretare quelle parole.
Tornò al tavolo e vi si sedette con aria soddisfatta, sfregandosi anche le mani tanto per farla sorridere e farle comprendere quanto ciò che aveva davanti stimolasse il suo appetito.

Spero che il prosciutto e la maionese rientrino tra le pietanze che ti piacciano.
Devo ammettere che decidere cosa cucinare è stato molto più difficile che sapere che oggi era il tuo compleanno.


Mi piacciono molto, Tissi - rispose lui, sperando che le piacesse quel soprannome che addolciva, almeno a suo parere, il nome di lei - E non vedo l'ora di riempirmi la pancia con tutto quello che preparerai, quindi perché non ti siedi qui con me, così apriamo il vino ed iniziamo questa cena meravigliosa?
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