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Centro città

Messaggioda Eliah » 06/09/2013, 23:47

Sinceramente Eliah non capiva se Indigo gli rivolgesse quei sorrisi per pura sincerità, o semplicemente per infastidirlo, stuzzicarlo. In entrambi i casi la cosa gli dava un fastidio enorme, e nonostante lui era bravo a nasconderlo [Concentrazione = 11], lei sembrava esserne a conoscenza e continuare senza problemi.
Indigo era una Maganò, o almeno così diceva lei; per il lavoro che svolgeva, ma semplicemente per come era fatto lui, non riusciva e non poteva fidarsi sulla parola: lavorando come Spia Magica aveva imparato a valutare ogni dato che raccoglieva, a non fidarsi della prima persona con cui capitava di parlare - anche se non era troppo socievole - e a fissare tra i tanti precetti fondamentali "L'apparenza, a volte, inganna".
Se solo sapesse chi aveva davanti poteva affermare con certezza che non c'era nulla di più vero: chi si sarebbe mai potuto immaginare che dietro tanta bellezza e dolcezza si sarebbe potuta celare un'assassina, per di più una Druida? Lui nemmeno sapeva dell'esistenza dei Druidi: sapeva che erano esistiti, ma li dava per estinti, oramai.
Quella sarebbe stata la vera sorpresa.
Non sapeva che stava per commettere l'errore più grande della sua vita, facendo del male all'innocente uccellino: non si poteva certo dire che era il suo giorno fortunato, dato che stava sfiorando la morte per due volte consecutive.

Andiamo, fa' qualcosa!

La esortò lui nella sua testa, mentre il povero volatile era ancora ignaro di quello che gli sarebbe accaduto di lì a qualche istante successivo. Come poteva far del male, seppure ad un animale, senza battere ciglio, senza che nulla si smuovesse all'interno di sé? Per lo stesso motivo per cui era così asettico e restio a frequentare gente nuova, se non per del sesso: prima di diventare quel che era, era stato addestrato, mettendo il suo corpo e la sua mente di fronte a dure prove.
Ne era uscito un Eliah differente, cambiato di poco, ma diverso, nel corpo e nell'anima.
Non amava quello che era diventato, ma aveva riconosciuto che era meglio rispetto alla persona di un tempo.
Le emozioni si erano assottigliate; tutto era più semplice, il dolore era almeno cinque volte minore.

Non lo so...
Tu ti fideresti di qualcuno che minaccia un essere innocente per incutere timore ad un altro?


Non batté ciglio a quella verità sputatagli in faccia in quel modo.
Quasi quasi lo invogliava a fare sul serio, ma il buon senso era rimasto e convenne di non osare troppo e farsi prendere da impulsi insensati e inconcludenti, per cui si limitò a guardarla e scavare in fondo ai suoi occhi: un muro impenetrabile si ergeva dall'altra parte.
Il suo modo di fare lo costringeva ad utilizzare maniere più pesanti, lui stesso non immaginava quanto fossero pesanti, pesanti anche per la sua sorte.
Se fosse venuto a conoscenza della vita di Indigo, negli affari in cui lei era coinvolta, ci avrebbe pensato più di due volte a commettere quell'errore.
Qui metteva in gioco la sua stessa vita, non solo quella dell'animaletto che, dopo la sua fattura era quasi in fin di vita.

Considerando che non sono io quella con una bacchetta in mano e capace di fare magie, non c'è molto che possa fare... non ti pare?

Non rispose nemmeno a quella domanda: non capiva se lei avesse capito o meno il suo gioco.
Aveva la sensazione che lei aveva intuito il bluff e avesse cominciato a giocare a sua volta, tirando dalla sua parte la corda.
Profanò ancora i suoi occhi in attesa di una risposta, di un'emozione, di paura per le sorti del povero uccello, il cui cuore - lo sentiva bene - martellava a un ritmo incalcolabile.
Il gioco della corda era uno di quelli semplici e divertenti, bastava solo una corda, appunto, per poterci giocare.
Non bisognava trascurare i particolari, però: se la corda non è abbastanza resistente si spezza.

Ha capito che non sto facendo sul serio, ora vediamo!

Trac!!!


Immagine


L'uccello emise l'ultimo gemito, la testa si appollaiò sul suo dito, gli occhi aperti, spalancati, oramai privi di vita.
Aprì la mano per lasciarlo cadere sul terreno, senza degnarlo di uno sguardo: ora come avrebbe reagito? Come lo avrebbe giudicato? Da buono ragazzo era diventato cattivo? L'esempio pratico le avrebbe fatto capire: la sua parte buona e la sua parte cattiva.
L'importante era scegliere da che parte agire, chissà se Indigo l'avesse pensata così da quel momento in poi.
Non spostò gli occhi dai suoi, privi di alcuna emozione, semplicemente seri, come chi sta osservando semplicemente una persona.

Ognuno ha dentro di sé sia male che bene, dipende da che parte si sceglie di agire. - ripeté quello che aveva detto poco prima - Non è così?

Non si dispiacque affatto per aver privato della vita un animale indifeso, dopotutto era quello che gli spettava se lui non fosse intervenuto.
Era quello il suo destino: aveva semplicemente compiuto il suo corso, Eliah l'aveva interrotto momentaneamente.

Io gli ho ridato la vita, io gliela tolgo.
E... Quel libro che ti ho dato, dopo oggi, ti sarà molto utile.
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Messaggioda Indigo » 07/09/2013, 0:55

Stava giocando col Fuoco, Eliah.
Beh, a voler essere precisi stava giocando con tutti e sei gli Elementi, ma quello rappresentato dal rosso calore delle fiamme era il più facile da stuzzicare: e il ragazzo ci si stava proprio buttando dentro, a capofitto, senza nemmeno riflettere.
Forse, se Indigo fosse stata una persona più paziente, più moderata, e se l'altro non l'avesse stuzzicata così tanto, si sarebbe controllata abbastanza da chiedergli cosa sperava di ottenere con quella dimostrazione di potere: gli aveva detto di essere una Maganò, ed aveva dimostrato di non poter fare magie, altrimenti avrebbe cercato di salvare l'uccellino... che altre prove stava cercando? Di cos'altro aveva bisogno per credere che lei, come effettivamente era, non fosse in grado di usare una bacchetta o avesse dei poteri magici, in questo caso della Trama?
Se fossero state altre circostanze, appunto, gliel'avrebbe chiesto... ma non era quello il caso.
In un'ulteriore dimostrazione di stupidità, perché non c'era altro modo di definirla, il ragazzo firmò la sua definitiva condanna a morte: uccise quel povero animale innocente.
Indigo non si mosse, richiamando a sé tutto l'autocontrollo di cui disponeva - Concentr. 24 - per non sbattere nemmeno le palpebre: doveva osservare ogni istante di quel momento, doveva imprimersi nella mente ogni secondo della morte del suo piccolo amico, doveva percepire in fondo al cuore il dolore straziante della vita che gli scivolava via dal corpicino finalmente caldo e saziato di pane.
Ancora, osservò l'uccellino cadere a terra, nessuna emozione esteriore visibile sul suo volto, nei suoi gesti, nelle sue movenze: si abbassò, lentamente, le mani in vista cosicché lui potesse chiaramente notare che non stava facendo nulla di male, e che il suo palese intento era solo quello di raccogliere il corpicino inerme dell'uccellino ormai cadavere.

Ognuno ha dentro di sé sia male che bene, dipende da che parte si sceglie di agire.
Non è così?


Non rispose subito, limitandosi ad avvicinare il corpo dell'animale alle labbra, per posarvi sopra un piccolo, caldo bacio: poteva solo augurarsi che Gaia l'avesse preso con sé, portandolo in un posto dove non avrebbe avuto più fame, o freddo... dove sarebbe stato felice.
Questo però non sminuiva quello che Eliah aveva fatto: aveva ucciso un figlio di Gaia di fronte ad una Druida... se avesse saputo che era il fratello di Ferdy Stone, probabilmente avrebbe pensato che il suo gesto fosse stato dettato dall'insana voglia di riunirsi presto a suo fratello...
... all'altro mondo.

Io gli ho ridato la vita, io gliela tolgo.
E... Quel libro che ti ho dato, dopo oggi, ti sarà molto utile.


Hai ragione...

Sussurrò Indigo, posando il corpo dell'animale ormai rigido e freddo accanto a sé, dalla parte opposta a quella in cui si trovava Eliah.

... ognuno sceglie da che parte agire.

Immagine


Non ci furono ulteriori parole: era uscita di casa con l'intento di fare la brava bambina, aveva ringraziato sinceramente il ragazzo per averla aiutata, ed aveva provato ad intavolare una conversazione con lui come una persona normale... quello era stato il ringraziamento.
Forse aveva ragione Dominique nel dire che le uniche persone con cui valeva la pena parlare erano quelle che ti rispettavano, o che avevano paura di te: con le prime c'era il dialogo costruttivo, con le seconde ci si poteva sempre divertire a torturarle.
Eliah stava per rientrare nella terza categoria... quella delle persone morte.
Non ci fu bisogno di parlare, di dire nulla: la Trama necessitava di bacchetta, il Mana solo del potere degli Elementi... e lei li aveva in corpo, tutti e sei, pronti a ruggire per chiamare vendetta; in quei brevi istanti di attesa, di suspance quasi, Indigo richiamò a sé, nella mente, quelle immagini che si erano impresse poco prima in essa, lasciando che l'odio per quell'essere vile e debole, perché solo un debole se la prendeva con un animale che non poteva difendersi, la riempisse del tutto.
Poi, con un movimento fulmineo e veloce - Rifl. 16 - della mano destra, afferrò la gamba di Eliah più vicina, sapendo che lui non avrebbe potuto fare in tempo a scansarsi: solo allora, con un sorriso che rivelava ora tutta la sua cattiveria, cattiveria che Eliah stesso aveva alimentato peraltro, lasciò che il Mana si proiettasse da lei - Cap. Magica 13 + Bonus Anello Onice 1 + 16/d20 = 30 - e lo investisse totalmente.
L'obiettivo?
... ucciderlo all'istante.

Spoiler:
Uso Potere Lv. 8: Dito della Morte - uccide un soggetto (nessuna protezione della Magia della Trama ha effetto) [con Pozione Armor infligge solo 30 danni, superando il tiro salvezza infligge 45 danni].
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Messaggioda Eliah » 07/09/2013, 9:22

Eliah era stato avventato, certo: come avrebbe potuto sapere di avere una Druida davanti agli occhi? E poi era lei quella che aveva mentito, non lui. Si era spinto semplicemente oltre, per avere una certezza, faceva parte del suo lavoro, del suo modo di agire.
Da un punto di vista umano, Indigo non avrebbe dovuto fare nulla, poiché lui si era semplicemente rimesso in pari, togliendo la vita al povero uccellino.
Era lei quella che gli doveva un favore, in questo modo non gli doveva più nulla, se non altro le era andato comunque incontro.
Ma per un Druido, quando c'è di mezzo Gaia, non esiste nessun favore e nessun pretesto che tengano.
La natura era la loro famiglia: Eliah aveva fatto l'equivalente di uccidere un fratello, per lei.
Indigo non rispose alle sue parole, che non volevano schernirla, anzi, volevano produrre un insegnamento; la osservò mentre raccoglieva il corpicino dell'animale privo di vita.
Stava in silenzio, non diceva nulla, temeva che a momenti sarebbe scoppiata a piangere, ma non accadde nulla.

Hai ragione...

Uhm?!

... ognuno sceglie da che parte agire.

L'ultima cosa che i suoi occhi videro fu uno sguardo dolce e grazioso trasformarsi in uno sguardo omicida, una donna fragile e indifesa diventare una tigre.
Spalancò gli occhi nel momento in cui la sua mano afferrò la gamba: non fu abbastanza veloce da poter evitare l'aggancio: una forza bruta, sconosciuta, lo investì in pieno: il Fuoco, l'Elettricità, l'Acqua, il Ghiaccio, la Terra e l'Aria, tutti e sei gli elementi, lo investirono brutalmente: fu una questione di pochi secondi.
Eliah Stone fece l'ultimo sospiro, prima di cadere a terra, proprio com'era successo al povero uccello che aveva assassinato poco prima.
Gli occhi aperti, senza paura sul volto, senza traccia di stupore o altre emozioni.
Era morto, stava per raggiungere il fratello.
Una luce illuminò il cielo: non era intensa, accecante, era fievole, beata.


Immagine


Eliah!

Quella voce.
L'avrebbe riconosciuto anche nel trambusto: suo fratello lo chiamava, lo invitava a raggiungerlo.
La sua sagoma luccicante era inconfondibile: l'anima di Eliah fece qualche passo in avanti, come quando un bambino muove i primi passi; egli conosce un nuovo mondo, così come stava accadendo a lui.
Stava iniziando una nuova vita, con suo fratello, ora erano finalmente insieme e nulla li avrebbe separati; nulla li minacciava.
Eppure come era potuto accadere? La Maganò gli aveva mentito, era qualcosa di più di una semplice strega.
Alla fine non ci aveva visto male, aveva solo sottovalutato le sue abilità.
La sagoma del fratello era vicina, ora: finalmente, dopo anni, si erano riuniti, e questa volta non si sarebbero più separati.
Era quella la sua fiaba, il sogno di una vita, il motivo per cui aveva vissuto, in senso della sua vita: ritrovare suo fratello.
Come avrebbe mai potuto sapere che per realizzarlo sarebbe dovuto morire?

Ferdy, sei tu!?

La risata inconfondibile del fratello echeggiò ovunque.
Poi, tutto fu oscurità, il vuoto, il nulla...
E vissero per sempre, felici e contenti.

[Exit]
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Messaggioda Sandyon » 07/09/2013, 15:05

DISTRIBUZIONE PX FREE PER BUON GIOCO:

ELIAH = 4 PX

INDIGO = 5 PX


Comunico inoltre che i PX presi dal pg Eliah verranno accreditati sul nuovo personaggio, qualora decidesse di farne uno.

Chiedo cortesemente ad Indigo di fare la sua uscita così da considerare la ruolata chiusa ed avviare la scrittura dell'articolo in merito al decesso.
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Messaggioda Indigo » 07/09/2013, 15:57

Era la prima volta, a pensarci bene, che usava il proprio potere per uccidere qualcuno senza un preciso ordine della Setta: questo non perché fosse una brava persona, ma perché semplicemente aveva molta, molta pazienza, e poche cose riuscivano a farle perdere il controllo.
Sfortunatamente, Eliah aveva toccato l'unico tasto dolente, per una Druida: i figli di Gaia; nel tentativo, incomprensibile per lei, di assicurarsi che fosse effettivamente una Maganò, il ragazzo aveva osato troppo, togliendo la vita ad un uccellino innocente che non aveva fatto nulla se non cercare un po' di cibo... e lei aveva tolto la vita all'essere umano che così tanto si era permesso.
Fu un gesto fulmineo, istantaneo, impossibile da schivare: i poteri degli Elementi investirono il fratello di Ferdy Stone come un Avada Kedavra arcano, l'incantesimo della Morte usato dai maghi normali, facendolo cadere a terra, ad occhi aperti, ormai morto.
Lentamente, Indigo si passò la lingua sulle labbra, il volto molto pallido per l'immane sforzo compiuto: eppure sapeva di doversi allontanare da lì, perché rimanere accanto ad un cadavere sarebbe stato assurdo e fuori da ogni briciola di buon senso che possedeva nel proprio cervello. Così, nonostante le ginocchia le tremassero vistosamente, la Druida strinse a sé il corpicino rigido dell'animale, strisciando lontano da lì, dal cadavere di Eliah, per andarsi a nascondere tra i cespugli, appoggiarsi con la schiena al tronco di un albero e poter riposare, con piccole gocce di sudore freddo che imperlavano la sua fronte, gli occhi chiusi e le palpebre tremanti; il cuore le batteva a mille, non solo per lo sforzo compiuto ma anche per l'adrenalina ancora in circolo.
Dovettero passare venti minuti prima che Indigo fosse nuovamente in grado di usare almeno in minima parte i poteri del Mana: le guance avevano riacquistato un po' di colore, e riusciva a tenere gli occhi aperti, nonostante il fiato fosse ancora un po' corto rispetto al normale; solo allora, quando finalmente il cervello sembrò nuovamente funzionare e collaborare, sulle labbra della giovane donna si formò un piccolo sorriso divertito.

Grazie tante per il libro, e per la lezione di vita... Eliah.

Pensò la Druida, con uno sbuffo leggero, abbassando lo sguardo sull'animale ancora privo di vita: il Mana scorreva di nuovo dentro di lei, non potente come prima, non rabbioso ma delicato, fragile quasi; eppure sapeva cosa doveva fare, sapeva cosa voleva fare.

Vieni qui piccolo...

Sussurrò Indigo, prendendo in mano quel corpo senza vita per accarezzarlo con le dita della mano sinistra, che non lo stava sorreggendo; poi, con entrambe le mani, lo avvicinò alle sue labbra e vi posò sopra un piccolo bacio dolce, amorevole, sentito.
In quel preciso istante, la Druida rilasciò nuovamente parte del proprio potere, questa volta non per togliere la vita, ma per donarla: un fascio di luce tenue circondò l'animale per alcuni secondi, scomparendo poi gradualmente; e quando tutto tornò normale, come per miracolo, l'uccellino prese a muoversi. Sbatté un'ala, poi un'altra, e finalmente aprì gli occhietti sotto lo sguardo lucido e felice della Druida Rinnegata, che gli sorrise amorevole.

Non avrei mai potuto lasciarti così...

Sussurrò ancora verso di lui, che si rimise in piedi sulle sue mani e svolazzò in aria, prima di appoggiarsi ad un ramo poco distante da lei, fissandola con gratitudine e facendo qualche verso felice.

Immagine


Sarò anche una Rinnegata... ma non potrei mai tradire Gaia.

Pensò con forza la ragazza, sapendo che non era saggio comunque rimanere lì nascosta, aveva bisogno di qualcuno che si prendesse cura di lei e sapeva perfettamente a chi rivolgersi: così, raccogliendo le ultime forze rimaste, usò nuovamente il potere del Mana per smaterializzarsi istantaneamente da quel luogo e tornare a casa, lanciando un'ultima occhiata dolce all'uccellino che, da quel giorno in poi, non si sarebbe mai più scordato di lei.


Fine


Spoiler:
Uso Potere Lv. 3: Ritorno alla natura - riporta in vita un animale di qualsiasi taglia che non è deceduto per morte naturale o tramite armi babbane.
Uso Potere Lv. 8: Parola del ritiro - teletrasporta il Druido ed un soggetto in un posto designato dove sono già stati entro 24 ore.
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Messaggioda Tisifone » 21/11/2013, 15:11

[Londra – Manor Bringhtless – Kovarnikov – 04 Aprile 2107]


Un compagno, milaja? Di già? Il tempo non scorre poi così velocemente per noi…

Consapevole di quello a cui sarebbe andata incontro proponendo ai propri padrini di incontrare Noah per un aperitivo quel week end, la battuta di Demetri lasciò Tisifone all’apparenza totalmente indifferente. In realtà le implicazioni sottili erano così evidenti e taglienti che se non lo stesso Serpeverde non l’avesse educata al contenimento e dissimulazione delle emozioni, probabilmente avrebbe sgranato gli occhi e sarebbe indietreggiata scioccata e oltraggiata. Non era stato lo scorrere inesorabile del tempo a farla avvicinare a Pellegrino, né la paura di rimanere da sola o il bisogno, che a quanto pare doveva essere insito in ogni donna, di formare una famiglia. Semplicemente era accaduto, contro ogni pronostico e nonostante il suo impegno a mantenere il tutto in un ambito di “sesso senza conseguenze”, e adesso non aveva alcuna intenzione di nascondersi o vergognarsi dei suoi sentimenti, non di fronte alla sua famiglia. Pur essendo determinata, però, non poteva negare a se stessa che avrebbe voluto aspettare ancora un po’ prima di organizzare quella serata ma gli accenni velati di Noah da un lato e l’aver deciso di prendere parte insieme al matrimonio – evento dell’anno che si sarebbe tenuto da lì a pochi giorni a Hogwarts, le avevano impedito di temporeggiare oltre.

Quello che vuole dire Demetri è che forse è un po’ prematuro parlare già di un “compagno”… Sei giovane e bella, goditi la vita senza pensare alle conseguenze…

Lentamente voltò la testa verso destra per posare su Asher uno sguardo vuoto come l’espressione del suo viso e in pieno contrasto con il fuoco che sembrava divampare dai suoi di occhi. Comprendeva pienamente la posizione dell’ex Grifondoro ma questo non implicava che la accettasse. Non voleva che Noah scontasse il “tradimento” di Lucas – quante volte aveva sentito Asher difendere Turner dalle accuse che gli lanciava contro Demetri e che in un modo perverso e imprevedibile si erano dimostrate alla fine veritiere? – ma sapeva anche che difficilmente avrebbe trovato nel medimago un alleato questa volta. Poteva solo sperare che rimanesse neutrale.

Sabato alle 18 busseremo a quella porta.

Sentenziò lapidaria, indicando con la punta della bacchetta l’ingresso del Manor riportando lo sguardo sul viso di Demetri.

E se non ci saremo?

Vorrà dire che non sei più bravo di me a imparare dal passato. Buona serata.

[Londra – Chelsea – 10 Aprile 2107]


Tisifone aveva accolto l’arrivo di quel sabato con l’aria a metà tra un prigioniero condannato al plotone di esecuzione babbano e l’ufficiale che comandava quello stesso plotone - terrorizzata e determinata – e a nulla erano valsi i tentativi di Noah di tranquillizzarla o di sdrammatizzare. Aveva una pessima sensazione e non riusciva a ignorarla, anche se con molte probabilità era tutta suggestione e non un messaggio del Fato. Dopo aver abbandonato il Manor, la domenica precedente, fedele al suo essere una sorta di maniaca del controllo, aveva tento di buttare giù una sorta di piano per la serata salvo poi dover convenire con il compagno che era meglio lasciare tutto al caso e permettere agli eventi di evolversi liberamente. Così si era limitata a chiedere a Yuma di fare la spesa per cena per quattro, riservandosi in un secondo momento la scelta sul chi avrebbe cucinato, e con Noah avevano preparato insieme nella cucina super attrezzata di lui una zapekanka russa con uvetta e albicocche secche e una coulisse di frutti di bosco sotto spirito – il dolce preferito di Demetri – da gustare insieme al tè. Molto meno tempo aveva richiesto, invece, la scelta dell’abito da indossare per l’occasione. Non volendo apparire ribelle, artefatta o ruffiana, aveva optato per uno dei suoi classici abiti da strega, come quelli che era solita indossare a scuola, solo un po’più sobri non tanto nei colori quanto negli orpelli. Il vestito infatti, lungo fino alla caviglia, esibiva un inusuale accostamento di blu elettrico e giallo oro, oltre a una generosa scollatura che metteva in evidenza il generoso decolté, ma era privo di qualsiasi ninnolo tintinnate a ogni passo. I capelli in parte erano raccolti in una coda alta, in parte ricadevano sulle spalle seminude in morbidi boccoli neri e incorniciavano un viso pressoché privo di trucco. Con quegli abiti addosso si sentiva se stessa e a proprio agio e per quel motivo aveva lasciato al compagno totale carta bianca nella scelta della propria misè: che si fosse presentato in giacca e cravatta o in uno di quei completi sportivi babbani pantaloncini corti e maglietta, sarebbe stata orgogliosa di presentarsi al Manor al suo fianco.

Hai preso la cheesecake?

La voce calda e amorevole di Noah la raggiunse alle spalle, mentre stava affacciata a una delle finestre dell’appartamento dell’italoamericano, facendola sobbalzare e rivelando la reale portata del suo nervosismo.

Immagine


Zapekanka… Zapekanka… Lo so che sono praticamene la stessa cosa ma… bastardo…

Il rimprovero per quella svista le morì sulle labbra quando, una volta che si fu voltata, vide sul volto del compagno quel sorriso sfrontato e ironico che ogni volta le faceva venire voglia di strapparglielo via a suon di schiaffi o di baci, a seconda dei casi. Gli si avvicinò quindi con cipiglio irato e, dopo aver posato le mani sul suo torace, lo coinvolse in un bacio affamato che sapeva di ansia repressa e di bisogno di rassicurazioni.

Andrà tutto bene…

Lo spero.

Mormorò, staccandosi a malincuore da quell’abbraccio rassicurante e prendendo il compagno per mano un attimo prima che la Passaporta si attivasse e li trascinasse via dal soggiorno di casa Pellegrino.

[Londra – Manor Bringhtless – Kovarnikov – 10 Aprile 2107]


Da quando lei e Lucas aveva celebrato al Manor il compleanno di lui, Demetri aveva modificato gli incantesimi di guardia dell’abitazione vietando l’accesso diretto a qualunque estraneo, anche se debitamente accompagnato da un membro della famiglia. Troppo orgogliosa per chiedergli di modificarli per lei e Noah e troppo prudente per tentare un approccio diretto nel caso in cui l’uomo avesse deciso di farle quella cortesia, Tisifone aveva regolato il punto di arrivo della Passaporta all’esterno del Manor. Una volta “atterrati” dunque i due giovani si trovarono di fronte a un enorme cancello in ferro battuto con al centro le iniziali dei due uomini intrecciate tra loro e sotto un serpente avvolto intorno a un grifone stilizzato. Con la mano destra intrecciata a quella di Noah - sempre che lui non si fosse ritratto - e la sinistra avvolta intorno al manico della propria bacchetta, la Divinante si avvicinò a esso che si aprì con un cigolio sinistro non appena venne sfiorato dalla punta della bacchetta della "piccola di casa".

Non viene usato molto spesso...

Mormorò, un po' a giustificazione di quel suono che ricordava vagamente alcuni dei film dell'orrore babbani che avevano visto insieme, un po' per spezzare il senso di nervosismo che sentiva strisciarle addosso. Fece un respiro profondo, prima di annuire al nulla - e sentendosi vagamente stupida per quello - e avanzare lungo il sentiero ben curato e leggermente in salita che li avrebbe condotti al Manor.

Tutto questo è opera di Demetri - mormorò indicando con la mano libera l'enorme giardino che li circondava e di cui non si riusciva a vedere la fine dal punto in cui si trovavano - Lui ha il pallino per l'Erbologia o come dice Asher quando vuole prenderlo in giro , per il Giardinaggio..

Commentò, perplessa, non comprendendo esattamente quale fosse la differenza, sempre che una differenza esistesse realmente e non solo nell'orgoglio purosangue ferito del pozionista nel veder paragonato una sua attività a qualcosa di prettamente babbano. In ogni caso che fosse di natura magica o babbana il talento di Demetri di certo il giardino era uno spettacolo della natura con tutti quegli esemplari di piante e fiori di ogni tipo che facevano bella mostra di sè in tutta la loro fioritura anche se, per molti, quella non era decisamente la stagione giusta.

Sai si atteggia tanto a Serpe cinica e senza cuore ... e ti assicuro che lo è... ma poi fa cose come questa e ti lascia senza parole...

Sempre tenendo Noah per mano si era avvicinata al bordo del sentiero dove crescevano delle Orchidee blu naturali, non colorate con qualche agente babbano strano.

Immagine


I fiori preferiti di mia madre...

Si chinò un attimo per accarezzarne i petali e ispirarne il profumo con gli occhi socchiusi, prima di risollevarsi e, rivolto un sorriso velato di malinconia al compagno, riprendere la breve passeggiata fino al Manor.

Questo cespuglio è stato il suo regalo per il primo Natale che ho passato con loro... Così la smetterai di perdere tempo con quell'insulso incantesimo di Evocazione e potrai concentrarti su qualcosa di più utile ... ...

Con una cadenza strascicata e un'intonazione annoiata, Tisifone riprodusse in maniera abbastanza fedele gli atipici auguri di Natale che il suo neopadrino le aveva rivolto, strappando all'allora Draghessa un veloce cenno d'assenso con il capo perchè di certo la voce avrebbe tradito l'emozione che le stava traboccando in petto.
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Messaggioda Noah » 21/11/2013, 21:37

-Londra – Chelsea – 10 Aprile 2107-


Alla fine l'aveva organizzato, l'incontro/scontro coi padrini: una parte di Noah aveva creduto che Tisifone avrebbe portato quel momento avanti nel tempo, ancora e ancora, così da rimandarlo quanto più possibile, e invece alla fine l'aveva organizzato; non che per Pellegrino ci fossero problemi, comunque, anzi, non aveva fatto altro che tentare di tranquillizzare la compagna con battute e sorrisi... ma era servito a poco, visto che la donna sembrava un fascio di nervi con le gambe.
Per l'occasione avevano preparato uno sformato di ricotta russo dal nome impronunciabile con coulis di frutti di bosco, ma Noah non era sicuro di aver capito a chi sarebbe toccato cucinare - e soprattutto se ne sarebbe stato in grado, nel caso fosse toccato a lui, in una cucina diversa dalla propria e dunque non attrezzata a dovere.
Se Tisifone aveva optato, per quella cena, per un abito da strega molto seducente, dal suo punto di vista, Noah aveva indossato uno stile babbano ma estremamente elegante e firmato, si era curato la barba ed aveva persino dato una pettinata ai capelli, il tutto per apparire il più presentabile possibile.

Immagine


Hai preso la cheesecake?

Domandò una volta arrivato alle spalle di Tisifone, sapendo che chiamare il dolce in quel modo l'avrebbe irritata almeno un po': ma come poteva non provocarla, quand'era così divertente poi zittirla e farla tornare a sorridere con un bacio?
Ormai erano una coppia da diverso tempo e stavano dannatamente bene insieme, tanto che se fossero usciti indenni dall'incontro coi padrini, Noah avrebbe deciso di proporle un passo in avanti nella loro relazione.

Zapekanka… Zapekanka… Lo so che sono praticamene la stessa cosa ma… bastardo…

Sì, sapeva decisamente come mandarla su di giri, bastava un sorriso "inqualificabile" dei suoi, sfrontato e solare: la lasciò avvicinarsi, e quando le sue mani si posarono sul proprio torace, Pellegrino la baciò con ardore, quasi tentasse di scacciare via ogni suo pensiero con quel contatto bollente.

Andrà tutto bene…

Lo spero.

Le fece un'ultima carezza sulla guancia, si assicurò ancora una volta che Tisifone avesse preso il dolce - col tempo che ci avevano messo a prepararlo - e si fece avvolgere dalla Passaporta che, con la compagna, li fece scomparire dal soggiorno di casa sua con destinazione Manor Bringhtless/Kovarnikov.

-Londra – Manor Bringhtless/ Kovarnikov – 10 Aprile 2107-


In pochi secondi erano passati dal salone di casa propria all'esterno del Manor dei padrini di Tisifone, il cui cancello pareva non essere utilizzato da secoli visto il rumore sinistro e piuttosto inquietante che fece non appena venne smosso dalla compagna.

Sbaglio o bisognerebbe dargli un'oliata?

Non viene usato molto spesso...

Me n'ero accorto.

Replicò Pellegrino con un ghigno divertito, per nulla intimorito dalla situazione: lui la prendeva con spirito, con un sorriso sulle labbra sempre e comunque, e poi non era scontato che le cose andassero male, no?
Attraversò con lei il giardino che precedeva l'ingresso di casa, sempre tenendola per mano perché aveva come l'impressione che, senza quel contatto, le sarebbe preso un infarto da stress.

Tutto questo è opera di Demetri.
Lui ha il pallino per l'Erbologia o come dice Asher quando vuole prenderlo in giro , per il Giardinaggio..


Per quanto sia un esperto di Erbologia a livello teorico e, ahimé, non troppo a livello pratico, mi pare abbia fatto un ottimo lavoro.

Commentò Noah, che purtroppo non aveva mai studiato sul campo le piante tanto quanto avrebbe voluto, essendosi specializzato in altre due materie come Master Teacher.

Sai si atteggia tanto a Serpe cinica e senza cuore ... e ti assicuro che lo è... ma poi fa cose come questa e ti lascia senza parole...

Notevole.

Una parola sola, ma racchiudeva perfettamente il pensiero di Pellegrino visto anche il tono ammirato e colpito con cui venne pronunciata: era un'orchidea blu bellissima, ed effettivamente solo una persona con tanta sensibilità avrebbe potuto occuparsene.

I fiori preferiti di mia madre...
Questo cespuglio è stato il suo regalo per il primo Natale che ho passato con loro... Così la smetterai di perdere tempo con quell'insulso incantesimo di Evocazione e potrai concentrarti su qualcosa di più utile ... ...


E su cosa ti concentrasti?

S'informò l'uomo, posandole un bacio sulla tempia con amore per scacciare quel velo di malinconia che aveva adombrato gli occhi di Tisifone, o perlomeno ci aveva provato e sapeva che la compagna avrebbe apprezzato il gesto.
Strinse più forte la sua mano, per ricordarle che non era sola, che lui era con lei, ed insieme arrivarono fino al portone d'ingresso: nervoso?
Non troppo, anche se era la prima volta che conosceva la famiglia della compagna - era la prima volta che aveva seriamente una compagna, a dirla tutta.

Spero che il vino gli piaccia...

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Mormorò verso Tisifone, abbassando lo sguardo per posarlo sulla bottiglia piena di rosso italiano che Noah aveva accuratamente scelto per l'occasione, mentre aspettava che l'esecuzione, come a volte la chiamava Tissi, iniziasse.
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Messaggioda Tisifone » 24/11/2013, 19:39

Quando aveva incantato la Passaporta in modo che li facesse giungere all’esterno del Manor Tisifone aveva avvertito un moto di stizza, come se il non poter apparire liberamente all’ingresso com’era solita fare fosse di per sé un segnale negativo di chiusura dei suoi padrini nei confronti di Noah. Adesso invece, mentre risaliva il breve sentiero mano nella mano con il proprio compagno, mostrandogli le bellezze che adornavano il giardino, si rendeva conto che forse si era dimostrata la cosa più saggia da fare. Quella breve passeggiata infatti le stava dando la possibilità di recuperare il controllo di sé e se non proprio un pizzico di ottimismo – di quello Pellegrino che aveva in abbondanza per entrambi – almeno quel po’ di menefreghismo ed egoismo verde argento che le avrebbe permesso di farsi scivolare addosso molte delle battutine al vetriolo che temeva Demetri avrebbe fatto “casualmente” cadere durante la conversazione. E poi il giardino era davvero bello e c’erano alcuni dettagli che voleva condividere con il suo compagno per permettergli di farsi un’idea di Demetri a tutto tondo prima di imbattersi nell’odioso originale. Distrattamente si chiese se non stesse compiendo un errore strategico nel sottovalutare Asher, facendo un po’ troppo affidamento sullo spirito di lealtà e onestà che era solito animare l’ex Grifondoro.

Per quanto sia un esperto di Erbologia a livello teorico e, ahimé, non troppo a livello pratico, mi pare abbia fatto un ottimo lavoro.

Su questo credo che vi bilanciate – commentò di rimando Tisifone con un tono di voce titubante. Lei dal canto suo di Erbologia ne capiva poco o niente – Demetri è un Pozionista e un Alchimista e il suo approccio all’Erbologia, dagli improperi che sono volati per casa tempo fa, è stato quasi completamente pratico e spesso fallimentare. Credo che abbia deciso di iniziare a studiare la materia quando il numero dei suoi calderoni esplosi abbia raggiunto il livello di un Tassorosso del primo anno e ovviamente era al tuo Seminario sulla Delonix Regia…Ops… - si fermò per un attimo voltando il capo verso il compagno e coprendo la bocca con la mano libera - Che sbadata, mi sono dimenticata di dirgli che il “talentuoso oratore” eri tu…

Gli occhi le brillavano di una luce particolare e sotto la mano si nascondeva un ghigno dal sapore sadico e calcolatore che venne poco dopo alla luce. Demetri si sarebbe ben presto reso conto di non aver cresciuto una sprovveduta, ma una strega capace di sfruttare al massimo anche il più piccolo vantaggio e che soprattutto sapeva che sotto la scorza di acidità e perfidia batteva un cuore se non proprio d’oro almeno d’argento. Cuore che era venuto allo scoperto il giorno del suo primo Natale in Inghilterra quando Demetri piantò per lei nel giardino del Manor quelle orchidee blu che adesso stava mostrando a Noah.

Notevole.

Sorrise in maniera genuina e anche con una punta di orgoglio a quel commento, spiegando subito dopo il motivo per cui quel fiore fosse così tanto importante per lei mentre si chinava ad accarezzarne i petali con un tocco delicato, quasi reverenziale.

E su cosa ti concentrasti?

Io volevo puntare sull’Expelliarmus perché credevo che saper disarmare il nemico sarebbe stato qualcosa che Demetri avrebbe apprezzato – rispose grata al compagno non solo per il bacio delicato che le aveva donato ma anche per averle offerto la possibilità di cambiare argomento, distogliendo la mente da certi ricordi malinconici – Invece lui mi invitò a perfezionare il Lacarnum Inflamare perché con un abito in fiamme in pochi avrebbero avuto la prontezza di riflessi e la concentrazione necessaria per continuare a duellare…

Sollevò un po’ le spalle e inclinò la testa di lato con un’espressione interrogativa in volto. All’epoca non si era poste molte domande sul valore strategico di quell’incantesimo, limitandosi ad assecondare la richiesta del neo padrino tanto da guadagnarsi l’appellativo di “piromane” da parte di alcuni compagni natibabbani. Adesso, a distanza di anni, le sue capacità da stratega non erano migliorate poi di molti, almeno a suo dire, quindi si rimetteva a Noah per avere, eventualmente, un parere autorevole in materia.

Ogni volta che penso che questa nasce come dimora estiva mi gira la testa… e soprattutto sono contenta di non aver mai visto la casa padronale dei Kovarnikov in Bulgaria

Mormorò con un tono di voce un po’ meno tesa di prima una volta mentre, superata la fontana centrale, si apprestavano a salire la breve scalinata che conduceva all’enorme portone in legno massiccio. Per quanto fosse cresciuta in quella dimora sfarzosa una parte di lei continuava ad amare le case piccole e accoglienti come quella in cui aveva vissuto con i suoi genitori a Ekaterimburg e a non comprendere la necessità di tutto quello sfarzo.

Spero che il vino gli piaccia...

Asher lo adorerà come tutto ciò che è babbano e Demetri storcerà il naso per lo stesso identico motivo… In compenso per Asher l’Erbologia è solo un modo snob per dire Giardinaggio quindi ai centrato un anello a testa e la Pluffa è ancora a te…

Lo tranquillizzò o almeno ci provò, voltandosi in modo da sfiorargli le labbra con un bacio delicato e rivolgendogli un sorriso colmo di amore e fiducia. Lei sarebbe stata al suo fianco per tutto il tempo ma più che sedare gli animi nel caso si fossero scaldati un po’ troppo o cercare di deviare le frecciatine troppo scomode non avrebbe potuto né dovuto fare. Quell’aperitivo e probabilmente – si sperava - cena, rappresentava un banco di prova per Noah e se lei si fosse intromessa troppo avrebbe finito con il dimostrare ai suoi padrini che non si fidava di lui, che non lo considerava abbastanza “forte” da poterli fronteggiare da solo.

Padroncina Tisifone, Padroncina Tisifone…

La voce esuberante del suo elfo domestico interruppe la piccola effusione a cui si era lasciata andare, costringendola a staccarsi dal compagno quel tanto che bastava per potersi voltare e salutare a sua volta il piccolo esserino.

Yuma grazie per essere venuto ad aprire. Lui è Noah… Noah lui è Yuma…

Yuma onorato conoscere amico padroncina.

Rispose l’elfo, le enormi orecchie che si muovevano velocemente tanto da far temere che potesse prendere il volo da un momento all’altro, saltellando da un piede all’altro e strappando un sorriso divertito a Tisifone. Come aveva raccontato a Noah tempo prima, la presenza di Yuma aveva la capacità di metterla di buon umore quasi all’istante, probabilmente perché era stato il suo primo e unico amico per un sacco di tempo.

Hai fatto quello che ti ho chiesto?

Sisi… Yuma preparato tutto…. Tutto fatto…

Si affrettò a rassicurare l’elfo, facendosi da parte in modo da permettere ai due maghi di entrare finalmente in casa. Una volta chiusa la porta alle loro spalle, Tisifone diede all’elfo la zapikanka e invitò Noah a consegnargli la bottiglia di vino. Secondo l’etichetta dei Kovarnikov, che Tisifone non sapeva se si potesse estendere anche alle altre famiglie purosangue, era considerato di cattivo gusto presentarsi con del cibo in mano ai padroni di casa, considerato che solitamente erano gli elfi domestici a occuparsi di tali incombenze.

Benissimo Yuma… Dacci cinque minuti e poi porta l’aperitivo con il dolce e il vino?

L’ultima parola fu una domanda rivolta a Noah. Gli aveva spiegato a grandi linee che avrebbero consumato un aperitivo alla russa – quindi molto rinforzato e che spaziava dal dolce al salato - in salotto conversando, si sperava, in maniera civile per poi, se fossero sopravvissuti psicologicamente e non solo, cenare. Toccava quindi a lui decidere quando far comparire, per così dire, il suo presente. Subito dopo che Noah ebbe espresso il suo parere, Tisifone lo prese per mano e si avviò verso il salotto dove sapeva che i padrini li stavano attendendo quando la voce di Yuma la fece fermare.

Padroncina… - disse Yuma quasi balbettando e stringendosi le manine come in preda a un enorme nervosismo - Padron Demetri lui… suona…

A quel dettaglio Tisifone spalancò gli occhi per poi assumere un’espressione sorpresa e perplessa allo stesso tempo.

Non l’ho mai sentito suonare davanti a estranei…

Quel dettaglio quindi poteva voler dire solo due cose, o che era disposto a considerare l’idea di accogliere Noah in famiglia o che era intenzionato a comportarsi come se lui non esistesse. E chissà perché Tisifone temeva che la risposta corretta sarebbe stata la seconda. Dall’ampio ingresso in marmo e vetro passarono in un lungo corridoio su cui si aprivano tre porte di cui solo l’ultima aperta e da cui provenivano le note di Chopin.

La Marcia Funebre… molto ma molto divertente…

Commentò la donna, riconoscendo al volo la musica che il Pozionista stava suonando.



Ti amo.

Affermò seria, sfiorando le labbra di Noah con bacio, prima di entrare, mano nella mano a meno che lui non avesse deciso diversamente, nella stanza.

Buona sera – esordì quindi rivolgendosi a entrambi e valutandoli con una veloce occhiata. Demetri, seduto imperterrito al piano, dava loro le spalle e indossava una veste tipica da mago da quello che poteva immaginare dal cobra stilizzato che era ricamato in argento sulla sua schiena. Asher invece era in piedi con un braccio appoggiato alla mensola sopra il caminetto e, come per compensare il compagno,indossava un completo babbano senza cravatta – Scusate il ritardo ma non ricordavo che il sentiero dal cancello principale fosse così lungo.

Una frecciatina immediata, non l’ideale per mettere tutti a proprio agio, ma che le era uscita spontanea.

Asher…

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Demetri…

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Lui è Noah. Noah i miei padrini.

Disse facendo scivolare la mano fuori da quella del compagno in modo da lasciarlo libero di muoversi come meglio credeva e pronta a godersi l’espressione del viso di Demetri nel momento in cui avesse realizzato chi lui fosse.
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Messaggioda Noah » 24/11/2013, 21:07

Su questo credo che vi bilanciate: Demetri è un Pozionista e un Alchimista e il suo approccio all’Erbologia, dagli improperi che sono volati per casa tempo fa, è stato quasi completamente pratico e spesso fallimentare. Credo che abbia deciso di iniziare a studiare la materia quando il numero dei suoi calderoni esplosi abbia raggiunto il livello di un Tassorosso del primo anno e ovviamente era al tuo Seminario sulla Delonix Regia…

Era presente?
Non ci ho fatto caso, ma c'era così tanta gente quel giorno...


Commentò Noah, un po' dispiaciuto in realtà per non aver avuto modo d'incontrare prima, nel suo ambiente di lavoro, il padrino di Tisifone... ma sembrava che la cosa giocasse solo a vantaggio dell'italo-americano, come gli fece capire poco dopo la sua amorevole e Serpeverde compagna.

Ops…

Uhm?

Che sbadata, mi sono dimenticata di dirgli che il “talentuoso oratore” eri tu…

E scommetto che la cosa verrà fuori al momento opportuno, mh?

La stuzzicò, rubandole un bacio ed un piccolo morso al labbro inferiore prima di riprendere a camminare con lei per il giardino che precedeva il Manor, ascoltando il racconto della donna sulle piante stupende che il padrino aveva piantato per una piccola Tisifone e facendo domande precise per distrarla, e non farla diventare preda di cattivi e tristi pensieri.

Io volevo puntare sull’Expelliarmus perché credevo che saper disarmare il nemico sarebbe stato qualcosa che Demetri avrebbe apprezzato...
Invece lui mi invitò a perfezionare il Lacarnum Inflamare perché con un abito in fiamme in pochi avrebbero avuto la prontezza di riflessi e la concentrazione necessaria per continuare a duellare…


Una tattica piuttosto... incisiva - per non dire di peggio - Sicuramente efficace, ma tutto dipende dal risultato che si vuole ottenere: un conto è mettere fuori gioco il proprio avversario, mentre un altro, beh... è ucciderlo.

Ed era chiaro che un incantesimo di quel genere, se effettuato con la giusta potenza, poteva davvero provocare la morte di qualcuno per ustioni: ma sicuramente, in uno scontro mortale, non si poteva di certo andare per il sottile.
Il Manor, dall'esterno, appariva come immenso, sfarzoso ed antico, così diverso dall'appartamento moderno di Pellegrino che fece un mezzo sorriso nel sentire le parole di lei, comprendendole appieno: lui, più che altro, temeva che il vino fosse un regalo non gradito, e condivise i suoi dubbi con la compagna.

Asher lo adorerà come tutto ciò che è babbano e Demetri storcerà il naso per lo stesso identico motivo… In compenso per Asher l’Erbologia è solo un modo snob per dire Giardinaggio quindi ai centrato un anello a testa e la Pluffa è ancora a te…

Mi dispiace per Demetri, ma il vino migliore è figlio del mondo babbano e sarebbe stato un insulto, da italiano quale sono, portare loro una brodaglia imbevibile comprata in un qualsiasi negozio, magico o no che fosse, di infima categoria - replicò Noah, fiero dell'origine del suo dono - Questo è vino italiano serio, l'ha spedito ieri un amico di mio padre direttamente dal Piemonte... gli piacerà.

Quasi si convinse da solo, annuendo anche tra sé: ottimismo, quello ci voleva, anche e soprattutto in un momento come quello; lasciò che Tissi bussasse alla porta, ma non fu Asher né Demetri ad aprire la porta quanto, invece, il primo e migliore amico della compagna... il suo elfo domestico.

Padroncina Tisifone, Padroncina Tisifone…

Yuma grazie per essere venuto ad aprire. Lui è Noah… Noah lui è Yuma…

Yuma onorato conoscere amico padroncina.

Tanto piacere, Yuma.

Lo salutò Noah con un sorriso affabile, come se stesse parlando con un qualsiasi conoscente umano e non con un elfo domestico: purtroppo - o per fortuna - essendo figlio di uno come Francesco, non si poteva proprio pretendere che apprezzasse "l'utilizzo" di quelle creature nelle famiglie Purosangue, ma era quella la tradizione e, in quanto tale, Pellegrino aveva imparato a rispettarla; seguendo le indicazioni della compagna, Noah gli consegnò il vino, anche se un po' sorpreso di non essere lui per primo a donarlo ai padroni di casa.

Sai, nel mondo babbano è buona educazione che siano i padroni di casa a ricevere l'eventuale regalo direttamente dagli ospiti...

Le spiegò l'italo-americano con una lieve alzata di spalle, ben disposto a seguire quelle che erano le tradizioni della casa seppur differissero così tanto dalle proprie.

Benissimo Yuma… Dacci cinque minuti e poi porta l’aperitivo con il dolce e il vino?

Uhm... il Barbera d'Alba è un rosso dal gusto pieno e corposo, leggermente aspro... no, credo sia meglio tenerlo per la cena.
E poi così è come se ci portassimo bene da soli, no?


Sorrise e le strizzò l'occhio, scegliendo così di non aprire subito la bottiglia pregiata che aveva portato in dono ai padrini della compagna e seguendo quest'ultima per il salotto, affidandosi a lei visto che non sapeva minimamente da che parte andare.

Padroncina…
Padron Demetri lui… suona…


Non l’ho mai sentito suonare davanti a estranei…

E a quanto pare non è un buon segno.

Commentò pacatamente l'uomo, notando lo sguardo della donna accantò a sé, e che forse non aveva tutti i torti di presentare una certa perplessità visto ciò che disse dopo.

La Marcia Funebre… molto ma molto divertente…

Uhm... credevo che Demetri fosse il padrino senza senso dell'umorismo.

Scocciato? Irritato? Offeso?
Assolutamente no, anzi, il ghigno che gli aveva inarcato le labbra era l'espressione palese e sincera del suo divertimento.

Ti amo.

E io amo te.

Sussurrò di rimando, accogliendo il suo bacio e tenendo ben stretta la sua mano nella sua, affiancandola così da fare il loro ingresso nella stanza, in cui un padrino, Demetri, dava le spalle all'ingresso ed era occupato a suonare il pianoforte, mentre l'altro, Asher, se ne stava appoggiato al caminetto.
Sorrise tra sé, senza darlo a vedere, della frecciatina di Tisifone - la amava anche per quello - ed attese la sua presentazione ufficiale prima di farsi avanti con un sorriso affabile, solare ma non affettato.

Lui è Noah. Noah i miei padrini.

E' un piacere conoscervi, signor Brightless e signor Korvanikov - allungando la mano nella speranza che almeno uno dei due la stringesse - sono Noah Pellegrino.
Grazie per aver accettato di conoscermi, e per quanto questo gigantesco Maniero mi faccia sentire piccolo quanto una formica, ammetto che si presenta come molto accogliente.


Ed in fondo era così, gli dava l'idea di vissuto, di familiare, per quanto immenso nelle proporzioni: in ogni caso aveva parlato senza peli sulla lingua, come al solito... ma Tisifone lo sapeva, e sapeva anche che non si sarebbe trattenuto di fronte ai padrini, in nessun caso.
Sia che entrambi avessero stretto la sua mano, sia che l'avesse fatto uno solo, sia che invece il suo braccio fosse rimasto teso nel vuoto per nulla, Noah posò poi lo sguardo su Demetri, ancora sorridente e sereno.

Quella marcia notturna di poco fa... è stato un caso che la stesse suonando ora, o posso sperare che fosse per me?
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Messaggioda Demetri » 25/11/2013, 14:20

[Londra – Manor Bringhtless/Kovarnikov – 04 Aprile 2107]


Un ultimatum! La loro milaja gli aveva dato un ultimatum ben sapendo quanto odiasse essere messo alle strette e costretto a fare qualcosa contro la sua volontà. Una volta che la Divinante fu uscita dal Manor, Demetri diede sfogo alla rabbia che gli era montata dentro durante la loro breve conversazione, lanciando in giro per la stanza maledizioni e improperi. Asher, dal canto suo, grazie ai sensi allenati di Mercenario e complice il non essere il bersaglio diretto dell’ira del compagno, si era limitato ad aggirarsi per il salone con la grazia di un ballerino babbano di danza classica, schivando ogni colpo con un sorriso ironico sul viso fino a quando non aveva raggiunto il compagno alle spalle. Un tocco, lieve, al centro della schiena e un respiro un po’ più accentuato per scompigliargli la peluria alla base del collo del Pozionista e i lampi colorati erano cessati all’improvviso lasciando dietro di sé un cumulo di piume, vetri e ceramica in frantumi. Al riparo dagli occhi del compagno, il sorriso si ampliò sul viso del Medimago, rivelando tutto l’amore e la conoscenza che lo legava indissolubilmente a quella irritabile Serpe.

Troppa sicurezza, troppa fiducia…

Probabile.

E’una trappola di qualche tipo…

Probabile, ma sabato saremo qui a farla scattare.



Vuoi che qualche altro Tassofesso ce la rivolti contro senza combattere?

Non sappiamo neanche se sia un Tassofesso. Non sappiamo un emerito Troll di questo tipo.

Gioca di anticipo e sorprendi il tuo nemico, glielo hai insegnato tu.

E tu le hai insegnato che non è pericoloso mostrare i propri sentimenti.

Ognuno di noi ha fatto i propri errori ma ciò non toglie che sabato saremo qui ad accogliergli.

Dammi un solo buon motivo per cui dovremo farlo.

La amiamo e dobbiamo essere certi che anche lui la ami…

Humpf…

E se così non fosse lo possiamo sempre trasfigurare in un coleottero ed esiliarlo in Siberia.


[Londra – Manor Bringhtless/Kovarnikov – 10 Aprile 2107]


Irritato per l’incontro imminente e soprattutto per l’infruttuosità delle sue ricerche, Demetri si aggirava per la loro camera da letto sbuffando come una locomotiva a vapore babbana. Aveva tentato di scoprire qualcosa sul fantomatico compagno di Tisifone ma una settimana era decisamente un tempo troppo breve per ottenere dei risultati apprezzabili, soprattutto quando non si aveva nulla da cui partire e si era giocoforza costretti a muoversi nella legalità e non sprecare favori in giro. Nel corso di quella settimana sembrava che la loro milaja avesse frequentato il Mondo Magico al di là delle mura di Hogwarts solo per far visita all’agenzia immobiliare di Hogsmeade o per rifornirsi di qualche incomprensibile strumento divinatorio a Diagon Alley e in entrambi i casi non era stato possibile comprendere se fosse in compagnia di qualcuno e di chi. Inutile dire che scoprire in quel modo che Tisifone aveva deciso di prendere un appartamento per conto suo non aveva fatto altro che incrementare l’ira del Pozionista.

Nulla, neanche il più piccolo indizio… Per quel che ne sappiamo potrebbe essere un qualche babbano spiantato come quel madrileno dal coltello facile.

Ne dubito. E’ più saggia e più matura di allora. Molto più semplicemente avranno preferito rimanere a casa di lui o andare in giro per la Londra Babbana dove è più semplice mimetizzarsi.

Ribattè con un tono pacato quanto ragionevole Asher dalla poltrona su cui era comodamente seduto a godersi lo spettacolo del compagno che sceglieva l’abito per la serata, o meglio che si accingeva a indossarlo. La sua tranquillità non era apparenza ma il risultato di un lungo e tortuoso processo di autoanalisi che lo aveva spinto a prendere le distanze da tutta quella situazione, limitandosi a essere spettatore il più possibile passivo dello scontro che con molte probabilità si sarebbe consumato nel salone quella sera. Il senso di fallimento che lo aveva invaso quando Turner si era dimostrato indegno della fiducia che gli aveva accordato, andando contro il parere del compagno, non lo aveva ancora abbandonato anzi in tutto quel tempo non aveva fatto altro che alimentare la convinzione che la sua capacità di giudizio e di valutazione fosse del tutto inattendibile quando si trattava della felicità e della vita di Tisifone. Nell’illusione quindi che l’inazione avrebbe comportato meno danni di un intervento diretto, aveva resistito alla tentazione di mandare un gufo a Vastnor per chiedergli chi fosse il nuovo compagno della sua figlioccia, certo che lui tramite la Vireau ne fosse a conoscenza, e aveva tenuto per sé anche le proprie elucubrazioni su questo fantomatico uomo e sulle sue origini. Mettendo insieme alcuni frammenti di eventi passati come i pezzi di un puzzle babbano – la presenza di un cellulare nella camera di Tissy, l’aver preso un aereo babbano per una destinazione a loro sconosciuta, il voler prendere un appartamento a Hogsmeade, l’improvviso interesse per Storia della Magia - era, infatti, giunto alla conclusione [Elaborazione/17 - Intuito (P)/33] che doveva essere un Mezzosangue come lui e per giunta straniero, due cose che difficilmente avrebbero tirato su il morale dell’ex Serpeverde.

Non ti sopporto quando assumi quell’espressione Zen da “non mi interessa cosa accadrà perché tanto non potrà essere peggio di quello che abbiamo già visto.”

E io non ti sopporto quando assumi quell’aria da Grifondoro confuso. Te l’ho già detto, non ho alcuna intenzione di prendere le parti di nessuno quindi finisci di vestirti e preparati a dare peggio o il meglio di te, non mi interessa.

Forse doveva qualcosa di più alla sua bambina di un comportamento neutrale ma purtroppo il suo di spirito Grifondoro sembrava essersi esaurito con la scelta del completo babbano che aveva indosso e che, con i capelli legati in una coda bassa, gli dava l’aria di un finto casual. A dimostrazione che gli opposti si attraevano, Demetri invece alla fine aveva optato per una veste tradizionale da mago, nera e lunga fino ai piedi avvitata in vita con una sfilza di bottoncini in madreperla e un cobra in argento ricamato sulla schiena e sui bordi dei polsini. Una volta che fu pronto uscì dalla camera in uno svolazzo di stoffa nera, strappando al compagno un ghigno divertito che lo accompagnò per tutto il tragitto fino al salotto.

Hai davvero intenzione di suonare?

Gli chiese perplesso vedendolo sedersi di fronte al pianoforte, dando ostinatamente le spalle alla porta.

Non è quello che faccio di solito quei rari sabati di relax che ci concediamo?

Stava per ribattere che no, quello non era uno dei loro soliti rari sabati e che attendevano visite ma dal lampo di cattiveria che attraversò gli occhi del compagno comprese che aveva deciso di fare come se Tisifone fosse stata da sola. Avrebbe ignorato l’uomo che si fosse presentato al suo fianco, facendolo sentire sottilmente – o almeno si sperava – di troppo e non ben accetto in quella casa. Non appena le note della Marcia Funebre di Chopin riempirono l’aria, Asher scosse la testa sconsolato e si avvicinò al caminetto per osservare con aria tra il malinconico e il colpevole le poche foto posate sul muretto.

Buona sera – benché fossero impegnati in altre attività,nessuno dei due uomini trasalì nel sentire il saluto di Tisifone come se sapessero che stavano arrivando. E così era considerato che gli incantesimi di Guardia aveva sfarfallato non appena un estraneo aveva varcato la soglia del Manor, anche se invitato – Scusate il ritardo ma non ricordavo che il sentiero dal cancello principale fosse così lungo.

Avresti potuto smaterializzarti direttamente qui da noi, milaja, come al solito…

Commentò Demetri con aria di sufficienza, senza voltarsi verso i nuovi arrivati, le mani che volavano sulla tastiera per portare a compimento la sonata.

E così ti saresti persa le nuove sperimentazioni erbologiche di Demetri…

Aggiunse Asher, voltandosi del tutto verso la coppia, confermando in quel modo i timori della Divinante: gli Incantesimi di Guardia li avrebbero respinti se avesse tentato di smaterializzare entrambi direttamente dentro il Manor. Posando la schiena a una delle colonne del camino, le mani infilate nelle tasche vuote del pantalone – la bacchetta era assicurata a una custodia dietro la schiena nascosta dalla giacca, mentre quella di Demetri era nascosta tra le pieghe della veste - , il Medimago scoccò una lunga occhiata all’uomo accanto alla sua figlioccia, confermando le sue ipotesi: Mezzosangue e anche con un buon gusto nel vestire.

Lui è Noah. Noah i miei padrini.

E' un piacere conoscervi, signor Brightless e signor Korvanikov sono Noah Pellegrino.

Mister Pellegrino – ripetè Asher staccandosi dalla colonna e facendo alcuni passi in avanti per stringere con forza la mano dell’altro. Educazione certo, ma anche curiosità di vedere se aveva solo l’aria da damerino o anche il fisico – Se è un piacere conoscerla ce lo dirà solo il tempo.

Non proprio l’uscita più neutra che un osservatore esterno si sarebbe potuto aspettare ma in linea con il carattere diretto e schietto di Asher che, a differenza del compagno, amava parlare chiaro. Demetri, dal canto suo, sentendo il nome dell’uomo misterioso e la sua voce ebbe un leggero fremito che lo portò a stonare l’ultima nota di chiusura della Marcia Funebre. Con gesti lenti e misurati si voltò e, restando seduto sullo sgabello, scoccò un’occhiata glaciale a Tisifone per poi rivolgere la propria attenzione al Master Teacher. Era presenta al seminario che l’altro aveva tenuto al Ministero alcune settimane prima, ne aveva apprezzato le capacità oratorie, la chiarezza nell’esposizione, la conoscenza approfondita dell’argomento e l’amore per l’Erbologia che traspariva da ogni sua parola e, maledetto Godric, Tisifone lo sapeva e gli aveva taciuto quel dettaglio. Volutamente a quanto poteva comprendere dal leggero inarcare di sopracciglia con cui la donna rispose alla sua occhiata.

Mister Pellegrino …

Un lieve tono ironico e un cenno del capo,le mani che restavano inerme penzoloni tra le cosce leggermente divaricate. Maleducazione, forse. Ma dopotutto loro la mano se l’erano già stretta alla fine del seminario quando Demetri, pur non presentandosi, si era sentito in dover di complimentarsi con lui per la lezione appena conclusa. Inutile dire che ogni complimento che aveva elargito adesso gli bruciava come acido nelle vene perché, a essere onesti con se stessi – cosa che non aveva il problema a fare – non vedeva alcun motivo per rimangiarseli, almeno per il momento. L’unica sua consolazione era che, visto il numero di persone presenti in aula quel giorno, probabilmente Noah non si sarebbe ricordato di lui.

Grazie per aver accettato di conoscermi, e per quanto questo gigantesco Maniero mi faccia sentire piccolo quanto una formica, ammetto che si presenta come molto accogliente.

Un ghigno sarcastico e saputo affiorò sul viso di Asher, distogliendolo dal chiedersi cosa Merlino fosse accaduto al compagno per renderlo così rigido e titubante, - lui al seminario di Erbologia non aveva potuto prendere parte - come se tutto il sarcasmo, l’acidità e la cattiveria con cui si era armato per quell’incontro gli si fosse sgretolato tra le mani. A guadare la sua postura rigida, i lineamenti del viso duri, lo sguardo sicuro, nessuno, o almeno non quel Pellegrino, avrebbe potuto intuire la battaglia interiore che si stava svolgendo nell’animo del Pozionista, combattuto tra l’ammirazione per il Master Teacher e la diffidenza mista a odio per il compagno della figlioccia.

Alla fine il tuo volerti ostinare a fare come se non esistesse ti si rivolterà contro, amore.

Un pensiero semplice, favorevole alla coppia, che però non trovò riscontro all’esterno.

Non ci ha lasciato molta scelta mi sembra…

Commentò infatti Asher con aria velatamente risentita, come se li avesse ricattati per poterli conoscere e in parte dal loro punto di vista era così mentre Demetri aggiungeva con fare piccato.

Sorpreso di trovare un ambiente familiare e confortevole? Forse avrebbe rispecchiato maggiormente le sue aspettative se l’avessimo accolta giù nelle segrete?

Cosa credeva, che fossero una di quelle famiglie Purosangue vecchio stampo che tenevano la casa come un museo e tra le cui mura non avevano mai riecheggiato le risata di una fanciulla? Li credeva davvero dei padrini così pessimi?

In ogni caso, se vuole accomodarsi…

Aggiunse e, dissimulando la stizza che provava, Demetri si alzò in piedi e si avvicinò a una delle poltrone disposte intorno a un basso tavolino di cristallo mentre Asher si andava a sedere sul divano a due posti posto sul lato lungo del tavolino, lasciando quindi a disposizione della coppia il posto accanto al MediMago e la seconda poltrona di fronte al Pozionista al di là del tavolino.

Quella marcia notturna di poco fa... è stato un caso che la stesse suonando ora, o posso sperare che fosse per me?

Non sapevo conoscesse Chopin Mister Pellegrino, ma d’altronde la nostra milaja è stata davvero parca di notizie in merito alla sua persona – un’altra occhiata verso Tisifone che i più avrebbero potuto classificare come minacciosa ma che la Divinante non avrebbe fatto fatica a interpretare - Per tornare alla sua domanda bè, dipende da quanto tempo ha intenzione di trattenersi con noi.

Ed era ovvio che non si riferisse a quella serata in particolare quanto alle intenzioni che aveva nei confronti della donna che stava con lui.
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Demetri
 
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