| Giovedì - ore 23.16 - Giocatori: Arianna & Vergil |
Si accomodi, mister Cartwright... e per quanto riguarda la macchina fotografica, mi creda... non ne avrà bisogno...
Quella frase fu la prima a dargli un po' da pensare.
Perchè mai dover dire una cosa simile a lui? Non avrebbe avuto bisogno della macchinetta fotografica, già, ma per quale motivo?
Non poteva certo leggerle nella mente ma purtroppo per se stesso invece, Arianna in quella di lui avrebbe potuto spaziare come nulla viste le espressioni perplesse e spaesate che le stava concedendo, totalmente in contrasto con la fredda serietà e imperturbabilità del suo fidanzato, Typhon, che al posto suo probabilmente sarebbe rimasto impassibile e gelido per non far capire niente; peccato che in quel frangente Vergil se ne fregasse altamente di nascondere qualcosa dato che era fatto così e non vedeva il motivo per il quale nasconderlo.
Deglutì quindi, limitandosi ad annuire con un sorriso un po' ebete e un po' in difficoltà, sedendosi accanto a lei e quindi cercando di acquistare nuovamente un po' di sincera tranquillità e pace, anche se Arianna era decisa a far si che non fosse così semplice.
Magari più tardi.
In realtà ciò che m'interessa e per cui ti ho fatto venire qui stasera, è farti scoprire le carte, Cartwright... e scoprirle a mia volta. Quindi...
Qui... Quindi cosa?
Non ci poteva credere, non poteva credere a quegli occhi, a quelle labbra intente a dire sul serio certe cose a lui, come se ci fosse un ambiguo tentativo di sedurlo, di mandarlo totalmente in confusione e bisognava dire che ci stava riuscendo davvero.
Scoprire le carte, lui, e poi scoprirle lei. Cosa c'era da scoprire?
L'unica cosa che lui in quel momento avrebbe voluto scoprire era proprio lei, di quel vestito che reputava inutile ogni secondo di più visto che lasciava intravedere praticamente tutto il necessario per immaginare quasi con precisione tutto quello che mal celava, ma di certo quel piccolo particolare non lo pronunciò, quasi pauroso che lei lo prendesse in parola e si mettesse nuda davanti a lui, la prima volta che Vergil Cartwright non fosse stato speranzoso di una cosa simile... forse perchè non sarebbe stato per gioco.
La lasciò fare, e come poterle dare contro mentre come una gatta si avvicinava di più a lui ondeggiando i fianchi a quattro zampe su quel divano fino a mettersi a cavalcioni sopra di lui.
Era assurdo e lei era... calda... bollente... da stupro immediato, o meglio, era lei nelle condizioni di poterlo stuprare liberamente se solo l'avesse voluto, oh beh di certo non si sarebbe fatto indietro... o forse si?
Porca miseria ma proprio a quell'altezza ti dovevi mettere?
Ci manca soltanto che faccio una bella figura con... Uff... Sentirà tutto, ma tanto non credo che non se l'aspetti...
Ary, ma che diavolo ti prende?
Perchè non mi dici quanto ti piaccio, Vergil?
E poi magari chissà, potrei anche farti quella confessione che tanto desideri...
Ary...
E qui il suo sguardo divenne più serio, risoluto, profondo, con i suoi occhi verde acqua che affondavano in quelli castani della ragazza più bella che avesse mai incontrato e che ora, impensabilmente si trovava a cavalcioni su di lui, come se fosse la sua ragazza, come se appartenesse a lui, ma prima di fiatare o lasciarsi andare totalmente ai sensi e agli istinti, visto che questo gli suggeriva il corpo, decise che prima di ogni cosa veniva la lealtà e il rispetto e in quell'istante non volle risultare essere un giocattolo nelle mani di una ragazza che forse per qualche litigata col suo uomo ha deciso di fargliela pagare amaramente andando con il primo della lista che trovasse lontanamente meritevole di attenzione.
Lontanamente meritevole di attenzione per la Ricciardi... WOW... Ok no aspetta Cartwright, autoncontrollo, per favore, ragiona!
Typhon, hai problemi con lui?
Non sono una ruota di scorta, né un mezzo per farlo ingelosire.
Sei la creatura più fottutamente eccitante che esista e sulla quale io abbia mai avuto l'onore di posare gli occhi ma, ho una dignità, anche se nella maggior parte della mia giornata tipo non sembra risultare in nessun modo... Parla, voglio capire di più perchè sei qui sopra di me ora, se hai confessioni da farmi vorrei saperle adesso... o per lo meno prima di rendermi ancora più ridicolo facendo saltellare sotto di te il mio caro amico infervorato che grida "Evviva, adesso potrei provarla dal vivo e non solo nei tuoi pensieri notturni!".
Fa' lo stupido, devi scusarlo... ma ti assicuro che non ha preso da me, assolutamente!
Portò le mani sulle gambe scoperte della ragazza, fissandola ancora, incapace di essere totalmente serio per più di dieci o venti secondi, ma era fatto così, non poteva farci molto, e forse era proprio quello il motivo per il quale lei si era presa così di lui, si era presa così della sua follia e del suo umorismo, ma se avesse davvero voluto fare una dichiarazione reale, doveva essere consapevole di avere davanti il vero Vergil e non uno costruito per l'occasione anche perchè nel caso lui di fingere non sarebbe stato affatto capace.