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da Lindë » 19/07/2013, 20:11
Poteva sembrare sdolcinata. Poteva sembrare infantile. Poteva sembrare stupida. Ma Lindë sentiva di dovere molto ai genitori. Nonostante, negli ultimi anni, fosse stata glaciale con loro in ogni occasione, non avevano mai smesso di volerle bene. E quelle poche volte che era tornata a casa, avevano cercato di metterla a suo agio in ogni modo. Le avevano preparato i suoi piatti preferiti. Le avevano riempito la stanza di fiori. Non l'avevano mai costretta a parlare o a stare con loro. Si erano comportati molto meglio di quanto Lindë potesse sperare. Con quel gesto, indossando l'abito della madre, era come chiedere scusa. Era come far capire loro che li amava, a dispetto delle apparenze. E che per lei erano rimasti importanti, tanto quanto in passato. Per questo aveva risposto in quel modo ad Irvyne. Era certa che lui avrebbe capito. Che l'avrebbe appoggiata in quella scelta. Perché lui riusciva sempre a comprenderla. Per questo era perfetto per lei.
E' una meravigliosa prospettiva e l'accolgo in pieno. Forse potresti semplicemente portare il vestito da un sarto professionista e farlo modificare secondo un tuo gusto personale, un po' come se di generazione in generazione si migliorasse pur rimanendo con la stessa identica essenza dell'originale, sei d'accordo?
Credo che sia una bella idea, potrei decidere con mia madre quali modifiche apportare, così si sentirà coinvolta... anche se immagino che rimarrà estasiata anche solo all'idea di poterlo organizzare, il matrimonio, non credo ci sperasse minimamente più!
E come darle torto? Con una Lindë così scontrosa e chiusa, chi mai si sarebbe potuto avvicinare a lei? La risposta era colui che la stava dolcemente guardando negli occhi. Era Irvyne, quella persona. Ma era una su miliardi, era stata fortunata ad incontrarla. Ovvio che i genitori fossero convinti che la figlia sarebbe rimasta zitella a vita. Anche lei, in realtà, l'aveva pensato. Fino a che non aveva incontrato Trigger, naturalmente. Lui era stato la risposta perfetta a tutte le sue preghiere. E voleva sposarlo nel giorno che celebrava la Terra, ad Hogwarts. Nel luogo dove si erano conosciuti la prima volta. Circondati dagli studenti e dai colleghi. Perché? Perché voleva recuperare tutti quegli anni persi. E perché, finalmente, poteva ammettere senza alcun dubbio di adorare i ragazzi. Menti così pure, così pronte ad apprendere... come si poteva non provare tenerezza, verso di loro? E poi non erano ragazzi qualunque. Erano i suoi studenti. Sposarsi con loro presenti sarebbe stato bellissimo.
Insomma contrariamente al passato vorresti una cosa in grande... E sia, l'avrai.
Non in grande... - lo corresse lei - Solo con le persone importanti.
Ed era vero, per lei erano importanti. Il problema era che gli studenti erano tantissimi. Ma quello, di sicuro, non avrebbe fermato Irvyne dal darle ciò che voleva.
Tutto quello che è in mio potere per soddisfare i desideri di mia moglie! Sarà il 22 Aprile e compila pure la più lunga lista con tutti i nomi che ti vengono in mente, ognuno riceverà un invito e una bomboniera...
Credo basterà mettere avvisi per tutte le sale comuni, almeno per gli studenti. Ai nostri colleghi, invece, possiamo far consegnare un invito vero e proprio.
Ragionò Lindë, per poi fare un gran sorriso radioso ad Irvyne. Amava sorridergli. Perché adesso lo poteva fare. Prima era sempre tenuta, anche non volendolo. Ora, invece, era libera. Libera di esprimersi. In ogni modo. Gli accarezzò il volto, gli posò un dolce bacio sulle labbra. Poi, però, si sentì un po' in imbarazzo. In soggezione, più che altro. Conoscere i genitori di Irvyne... aveva paura. Normale. Temeva di non essere loro simpatica. Sicuramente prima non lo sarebbe mai stata. Ora aveva qualche possibilità? E loro sapevano qualcosa di lei?
Amore, perché mai avrei dovuto infrangere la nostra promessa? Volevi che non si sapesse nulla di noi fino a quando non ti saresti sentita pronta e dunque mi sono sempre regolato di conseguenza. Non sanno nulla di te e sapranno tutto quando ti avranno davanti... Ma ora...
Si lasciò prendere in braccio. Allo stesso modo, si lasciò posare sul letto. Gli uccellini la circondarono. Zampettarono fino a lei, e fissarono alternativamente Lindë e Irvyne. Curiosi. Ma anche lei lo era. Lo fissò col cuore che batteva forte mentre prendeva qualcosa dalla cassettiera. Un anello. Quell'anello. Non avrebbe mai potuto dimenticarlo. Le vennero le lacrime agli occhi mentre lei s'inginocchiava di fronte. Si posò una mano sulle labbra, per contenere l'emozione. Ma le gocce salate scesero comunque, bagnandole le guance. Come avrebbe potuto trattenersi? Soprattutto ora che, finalmente, poteva esternare ciò che provava?
... Adesso posso avere l'onore di fartelo indossare, mio principio, mio presente e mio futuro?
Sì...
Sussurrò Lindë. La voce era tremula. Il cuore le sembrava scoppiarle nel petto. L'avrebbe sposato. Finalmente l'avrebbe sposato per davvero. E quella era la prova. La prova che si appartenevano. Che erano fidanzati ufficialmente. Che lei era sua, e sua soltanto.
... voglio sposarti, Irvyne. Lo voglio da un anno, ed ora che finalmente possiamo farlo... non potrei essere più felice di così...
Aggiunse la donna. Gli porse la mano destra, cosicché lui potesse metterle l'anello all'indice. Appena fatto, Lindë lo ammirò a lungo. Fissò il modo in cui adornava la sua mano. Era perfetto. Come loro. Come lui. Si sporse in direzione del compagno e lo baciò. Un bacio lungo, un bacio intenso. Dato con amore, con trasporto. Con la lingua che accarezzava quella dell'altro. Con le mani che sfioravano il suo viso. Col cuore che batteva all'impazzata nel petto. Con l'anima che, finalmente e per sempre, era legata a lui.
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da Irvyne » 30/07/2013, 16:44
... voglio sposarti, Irvyne. Lo voglio da un anno, ed ora che finalmente possiamo farlo... non potrei essere più felice di così...
Pian piano fece scivolare l'anello al dito della ragazza, che entrò perfettamente, adornando la sua mano liscia, candida e affusolata. Era un momento che entrambi attendevano da troppo tempo, un anno ed anche più, per la precisione, fin da quando lei lo aveva informato che sarebbe dovuta andar via per imparare a diventare un vero Capo per i Terran, una Guida e un Mentore per ognuno di loro. Trigger già allora sapeva che nessun'altra lo avrebbe potuto distogliere dal sentimento provato nei confronti dell'erbologa, per questo non esitò un solo secondo e la lasciò andare, chiedendole l'unico desiderio fisico di avere la loro prima volta in mezzo alle acque di quel lago, dopo proprio l'anno precedente si erano non solo incontrati ma anche innamorati. Il tempo fluiva esattamente come il vento che albergava in corpo alla donna, assieme alla terra e all'equilibrio che tanto lei difendeva, ed infatti il periodo di distanza era finito, lei era tornata da lui, i loro cuori si erano congiunti nuovamente, più carichi d'amore che mai.
Hai reso la mia esistenza degna di essere vissuta. Per me non sei seconda nemmeno alle stelle o allo spazio che ci circonda, sei una mia passione esattamente come l'Astronomia. In fondo, quando ci avvicinammo la prima volta, stavo proprio guardando la Luna alta nel cielo. Sono coincidenze che non si possono non prendere da conto.
Alzandosi in piedi, le tese la mano, in modo da farla alzare in piedi. Se ella glielo avesse permesso, allora le avrebbe tolto del tutto l'asciugamano lasciando che si presentasse ai suoi occhi completamente senza veli, nuda, meravigliosa e perfetta in ogni dettaglio, in ogni aspetto. Il suo intento però non era malizioso o sessuale, anzi, voleva solamente prendere a darle dei baci su tutto quanto il corpo: le spalle, il petto, i seni, le braccia, l'addome, il ventre, il monte di Venere, la gamba, il ginocchio ed anche i piedi, come se lei fosse la sua Dea, la sua Regina, la sua unica detentrice del cuore, della fedeltà e del sentimento, risalendo poi con altrettanti baci, partendo dal piedi fino a raggiungere le labbra, abbracciandola e girando in tondo, lento, come un piccolo ballo, una danza silenziosa e romantica, guardando negli occhi la futura consorte con una luminosità tale da non poter essere scambiata per altro se non per completa adorazione. Ma le sorprese per lei non erano ancora concluse, c'era altro che l'Astronomo voleva mostrarle e lo voleva fare adesso, perché adesso lei aveva detto "si", adesso era il momento adatto, adesso il suo spirito premeva curioso per sapere la reazione della Vilvarin.
Vestiti... Devo portarti in un luogo, fidati di me.
Così, non appena la ragazza si fosse rivestita, facendosi per altro ammirare dagli occhi sognanti e si, anche un po' desiderosi del docente, egli l'avrebbe avvicinata, stringendola fortemente al petto, accompagnandola fuori dai confini di Hogwarts e dandole un lungo bacio sulle labbra sue soffici e saporite, prima di smaterializzarsi e riapparire in un determinato luogo dalla temperatura, aspetto e atmosfera molto conosciuti dalla stessa Lindë, la quale, certo, forse ci avrebbe messo un po' a ricollegare tutto quanto, complice anche il solito sballottolamento dovuto alla capacità di trasporto umano istantaneo fornito dalla magia. La giornata era perfetta: un Sole splendido, aria pulita, profumi deliziosi e il dolce cantare degli uccellini sparsi qua e là.
{ DEVON - FUTURA CASA TRIGGER-VILVARIN }
Da quando lei era partita, aveva chiamato personalmente una ditta di costruzioni magiche tra le più famose al mondo. Chiedendo un preventivo e facendo disegnare su misura una piantina esplicativa dell'abitazione desiderata, Irvyne aveva avviato i lavori, chiedendo all'impresa di metterci non più di un anno di tempo per realizzarla, facendo levitare drasticamente il prezzo dell'immobile. Vero fu che costruire tutto quanto con materiali quasi a prezzo di costo (il padre di Logan aveva parecchie conoscenze nel campo delle fabbriche di materiali edili) ridusse il budget necessario e permise ad Irvyne di avere ciò che desiderava nel tempo stabilito. Nessuno poteva dargli la certezza che lei sarebbe tornata convinta dei suoi sentimenti, nessuno poteva dargli la sicurezza che avrebbero potuto abitare insieme da qualche parte e che lei si fosse abituata nel frattempo anche a dormire su un letto normale e non più al terreno (ma tanto la soluzione c'era anche per quello), ma il docente voleva a tutti i costi sperare, sognare, trovare qualcosa da fare che lo tenesse occupato in quel lungo anno di attesa e lo facesse comunque sentire a lavoro per qualcosa riferito a loro, alla coppia, al suo unico grande amore. Inoltre, tutte quante le lettere che lei gli spediva ogni settimana lo fecero ben sperare mese dopo mese che niente era mutato dal loro forzato distacco ed anzi, presto Lindë sarebbe tornata ancora più convinta e determinata che mai a condividere la vita con lui. Adesso poi che l'aveva vista così cambiata, così più sorridente, spontanea e gioiosa, era ancora più curioso e ansioso di vedere la sua reazione alla vista della casa, anzi, della villa padronale che aveva progettato, richiesto e realizzato solo per loro due in particolare, per Lei.
... Guarda sul lato destro della porta... Coraggio.
Erano apparsi proprio davanti all'ingresso di quella abitazione e vicino all'entrata c'era una targa in oro bianco con scritti i due cognomi dei futuri proprietari della costruzione, sotto di essa, una cassetta per la posta in legno con sotto ancora una piccola e carina casetta per gli usignoli.
Avanti, entra... E' tutta tua... Se la vorrai.
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da Lindë » 30/07/2013, 19:56
Fidanzati. Anzi, promessi sposi. Quell'anello così simile al suo essere le adornava, ora, l'indice della mano destra. Era perfetto, le stava benissimo. Ma Lindë era piuttosto convinta che le sarebbe stata bene qualsiasi cosa le fosse stata regalata da Irvyne. Il suo compagno. La sua anima gemella. Il suo futuro marito. Non c'erano parole per descrivere la felicità da lei provata in quel momento. Si sentiva quasi scoppiare il cuore. Forse perché ancora, a quella gioia tutta in una volta, ci si doveva abituare. Forse perché sapeva che quella gioia l'avrebbe provata ogni giorno, stando con lui.
Hai reso la mia esistenza degna di essere vissuta. Per me non sei seconda nemmeno alle stelle o allo spazio che ci circonda, sei una mia passione esattamente come l'Astronomia. In fondo, quando ci avvicinammo la prima volta, stavo proprio guardando la Luna alta nel cielo. Sono coincidenze che non si possono non prendere da conto.
Non sapeva nemmeno come rispondere. Era migliorata, era tornata se stessa, ma anche all'epoca, prima di tutto il disastro con la sua memoria, non era mai stata troppo brava con le parole. Erano i fatti quelli che le riuscivano meglio. Per questo sorrise, in modo dolcissimo ed innamorato, e prese la sua mano, alzandosi in piedi. Si lasciò togliere l'asciugamano dalle sue mani. Si lasciò accarezzare il corpo dai suoi occhi. Si lasciò baciare ogni centimetro di pelle dalle sue labbra. Sospirò soffusamente per quei tocchi delicati, accarezzando il suo volto con le dita, il collo, il petto. Ogni porzione di pelle da lei raggiungibile. Non credeva potesse esserci un momento migliore in tutta la sua vita. Almeno fino a quel momento.
Vestiti... Devo portarti in un luogo, fidati di me.
Lo sguardo di Lindë si fece immediatamente curioso. Studiò il viso di Irvyne, ma da esso non riusciva a carpire nulla. Cos'aveva in mente? Eppure aveva fiducia in lui. Per questo lo seguì, dopo essersi vestita con un paio di pantaloni di lino blu notte, una camicia bianca e dei sandali chiusi dello stesso colore. Camminarono insieme fino ai confini di Hogwarts. Da lì si smaterializzarono.
[Stesso giorno - Devon - Luogo sconosciuto]
Viaggiare in quel modo era scombussolante, che fosse la Terran Verdigris o meno. Arrivati... dove? Sul momento non avrebbe saputo dirlo. In ogni caso, arrivati da qualche parte, per qualche istante Lindë si appoggiò ad Irvyne. Cercò di respirare, e continuò a farlo. Lentamente, il senso di nausea sparì. Solo allora poté focalizzare dove si trovavano. Erano di fronte all'ingresso di una casa. Un ingresso abbastanza particolare, in effetti. Molto suggestivo, e naturale. Quel luogo, intorno a lei, le sembrava familiare tra l'altro. Come... se sapesse di casa. Aggrottò la fronte. Si guardò intorno. Ora lo riconosceva. Erano nel Devon. Ma perché? Lo sguardo passò dall'ambiente circostante all'ingresso della casa, e poi si fermò su Irvyne. Attese, perplessa, che lui le desse qualche indizio.
... Guarda sul lato destro della porta... Coraggio.
Volse il capo. Pose lo sguardo sulla targhetta in oro bianco. Per poco non le prese un colpo.
Ma... ma...
Allibita, incredula. Il suo cognome, e quello di Irvyne. Insieme. Quella non era una casa qualsiasi. Era la loro casa.
Avanti, entra... E' tutta tua... Se la vorrai.
Io non ci posso credere...
Mormorò Lindë, portandosi una mano davanti alla bocca. La loro casa. Sua e di Irvyne. Ed era bellissima. Immersa nel verde, spaziosa. Ampia. Tutta per loro.
Stai... stai dicendo sul serio? E'... è nostra?
Ovvio, loro. Non sua e basta. Non voleva abitarci da sola. Voleva abitarci con lui.
Amore è... è...
Non sapeva che altro dire. E difatti non disse altro. Lo baciò, semplicemente. Euforica, incredula ancora. Lo baciò con dolcezza e passione. Con amore infinito. Si staccò da lui, volse il capo. Poi il corpo, verso l'ingresso della casa. E si mise a correre all'interno, togliendosi anche le scarpe. Urlando di gioia. Ridendo. Felice.
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da Irvyne » 30/07/2013, 22:34
Lindë non sapeva proprio che fare, che dire. Giunti davanti alla porta di ingresso di quella splendida abitazione, ci mise forse qualche secondo per realizzare che sulla targhetta c'erano proprio il suo cognome e quello del futuro marito, placcati in oro e splendenti. Ogni Galeone speso per quella villetta valeva pienamente il sorriso e gli occhi lucidi che l'erbologa rivolse subito al fidanzato, abbracciandolo per poi avvicinarsi ulteriormente e dargli un lungo bacio sulle labbra, felice più che mai. Un tempo, la Capo Gilda non avrebbe mai considerato quello un bel posto dove vivere, ancora traumatizzata dagli anni di mistero alle sue spalle e con l'unico bisogno di avere intorno a se solamente le piante e il verde. Adesso invece, il suo lato più "civile", meno selvaggio e da futura moglie si era potuto liberare del tutto, meravigliandosi della perfezione dei dettagli di quella casa che si presagiva all'interno ben diversa da ogni altro nido d'amore mai visto prima, realmente o in foto.
Stai... stai dicendo sul serio? E'... è nostra?
Ogni singolo metro quadro, e credimi... Questo è solo l'inizio... Ti piace?
Amore è... è...
E' il luogo dove potrai invitare i tuoi amici, i nostri genitori, dove potremo stare lontani dal mondo... ... Ho già fatto richiesta per tre elfi domestici: Kitkin, Brigida e Glamoo, rispettivamente l'inserviente, la cuoca e il giardiniere.
E questo lasciava bene intendere quindi che c'era un giardino da curare, lì, da qualche parte. Mai e poi mai la ragazza avrebbe potuto immaginare però la mole del giardino e sopratutto della serra sul retro. Ogni dettaglio era stato studiato a fronte di stupirla e farla rimanere di stucco, dall'ingresso alla vasca del bagno alla morbidezza del letto. I piccoli giardini disposti dentro la casa erano fatti appositamente per permettere all'erbologa di poter riposare anche sul prato quando ne aveva la voglia o la necessità, accompagnando il tutto anche con una splendida vista del cielo grazie alle pareti del soffitto trasparenti. Irvyne non aveva badato a spese per nulla, cucina compresa, dove c'erano tutti i comfort che un uomo o una donna di casa potevano desiderare, compreso un accurato sistema anti-incendio e alcuni dei più famosi macchinari babbani utili alla cottura di svariati cibi, adattati a funzionare tramite energia elettrica magica. Mentre camminavano per il soggiorno, proprio davanti alla grande porta finestra luminosissima vi era, vincolato al terreno, un trespolo fatto dello stesso legno del parquet e degli altri interni, sopra il quale se ne stava appollaiato un dolcissimo cucciolo di allocco dagli occhioni penetranti.
Lui è Aranel, il nostro postino privato. Recapiterà tutte le lettere che vogliamo inviare e sarà pronto a riportarci le risposte velocemente. Non l'ho preso da nessun allevamento, lo trovai ferito ad una zampa circa due mesi fa proprio al limitare della foresta proibita, l'ho fatto curare dal collega McDullan e senza dirti nulla ho proseguito a nutrirlo e farlo crescere sano e forte, insegnandogli a portare le lettere piano piano... Ha imparato davvero in fretta, è davvero un piccolino molto sveglio, e noto che si è già innamorato di te...
Difatti per ovvi motivi di appartenenza ai Terran, il cucciolo Aranel si era già sporto in avanti con il muso chiedendo attenzioni alla ragazza, sbattendo le ali forti e stabili emettendo dei versi simili a delle feste, sperando di non suscitare troppa gelosia in Gaoth. Non era da tutte le famiglie possedere un volatile postino privato, a meno che non veniva lasciato in eredità da parenti stretti. Un altro piccolo elemento in più a confermare il bisogno di Irvyne di far vivere la propria donna in una vera ed autentica atmosfera signorile. Salutato il piccolo, continuarono la loro visita della casa, passando per il gigantesco bagno e poi salendo al piano di sopra, dove li attendeva la spaziosa e semplicissima camera da letto, con tantissime piccole finestre volte a far passare aria e luce ed un letto a baldacchino matrimoniale a tre piazze morbidissimo e di sicuro apprezzamento per la Vilvarin, considerando in che materiale fosse il materasso: paglia e lana caprina.
I cuscini sono in tessuto sintetico rigido esterno e dentro c'è un rivestimento di plastica sterile riempito d'acqua. Così potrai poggiare la testa su una superficie non troppo morbida e adatta alle tue esigenze, amore mio... Avrei voluto mettere un letto quattro piazze ma ammetto il mio bisogno di non sentirti troppo lontana, mi piace abbracciarti la notte...
Sorrise gentilmente, abbracciandola da dietro dandole almeno una decina di baci sul collo e sulle spalle, non smettendo mai di starle vicino per sentire il profumo della pelle e dei capelli, un profumo che gli era mancato da morire e voleva recuperare tutto il tempo perduto. Scesero di nuovo le scale, più che altro perché questa volta Irvyne voleva proprio vedere che reazione avrebbe scatenato in lei, calcolando che tutto lo stupore accumulato fino a quel momento non sarebbe stato niente davanti a ciò che si celava sul retro della grande villa padronale. Superarono un lungo corridoio, giungendo fino ad un'altra porta blindata in vetro anti-magia. Il docente la aprì e fece naturalmente uscire prima la sua futura sposa, la quale immediatamente avrebbe dovuto inquadrare lo spettacolo offerto dal giardino segreto impossibile da notare esternamente all'abitazione. Una serra meravigliosamente grande avvolta da un prato infinito adornato di albero da frutto esotici e non. In più, sparsi per quello stesso prato, scoiattoli, coniglietti nani, castori e marmotte, si, questi ultimi due vicino ad un laghetto artificiale dal design tipicamente orientale contornato di rocce e sul quale si affacciava un piccolo gazebo sempre di legno, del quale stesso stile era riservato per un ponticello che passava sopra lo specchio acquatico. Sul pelo dell'acqua scorrevano due cigni e sotto di esso una vasta gamma di pesci d'acqua dolce e tartarughine.
Credo proprio che questa sarà la zona che frequenterai di più, non è vero?
Lasciò che ella si guardasse tutto quanto, che si prendesse il suo tempo per immaginare quali piante avrebbe inserito nella serra, per accarezzare gli animali e magari anche immergere le mani nell'acqua fresca del laghetto, ricambiata di continuo da un sistema di manutenzione idraulica all'avanguardia. Fiori praticamente dappertutto, con una particolare predilezione per le margherite, le preferite della Vilvarin, sparse ovunque e dipinte anche come fantasia sul lato retro della serra stessa.
Ti piace tutto?
Era meraviglioso renderla felice, immensamente soddisfacente essere riuscito a regalarle un luogo dove sentirsi sé stessa sia come donna, sia come meglio che come erbologa, ed inoltre, per quanto si sforzasse, Irvyne non riusciva a non immaginarsela, lì sul prato, a piedi nudi vestita con un abito bianco da sposa, magari appena rientrati dalla grande e sfarzosa cerimonia.
Ho comprato alcuni ingredienti per improvvisare una cena... Ti va di restare qui stasera e preparare qualcosa insieme? Inauguriamo almeno tre stanze di questa casa: la cucina, il bagno e la camera da letto, sei d'accordo mia gioia di vivere?
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da Lindë » 30/07/2013, 23:50
Ogni singolo metro quadro, e credimi... Questo è solo l'inizio... Ti piace? E' il luogo dove potrai invitare i tuoi amici, i nostri genitori, dove potremo stare lontani dal mondo... ... Ho già fatto richiesta per tre elfi domestici: Kitkin, Brigida e Glamoo, rispettivamente l'inserviente, la cuoca e il giardiniere.
Continuava a non poterci credere, e come darle torto? Era qualcosa d'inconcepibile, un regalo totalmente assurdo per lei. Per loro. La loro casa. Una casa grande, lo si vedeva già da lì. E poi doveva esserlo, se richiedeva tre elfi domestici. Il giardiniere. Il giardino. C'era un giardino da curare, allora. Certo, era una casa immersa nel verde, era quasi un obbligo. Avrebbe potuto occuparsene lei, naturalmente. Ma una mano le avrebbe di sicuro fatto comodo, visti tutti gli impegni quotidiani di Lindë. Entrarono, iniziando a camminare per la casa. La cucina, dotata di ogni magi-elettrodomestico possibile. Questo le fece pensare che, forse, avrebbe dovuto imparare a cucinare. A meno che il compagno non fosse anche uno chef eccellente. Poi il soggiorno, grande e luminoso, dava su una porta finestra, di fronte alla quale c'era un trespolo. Abitato. Un piccolo allocco dagli occhi dolci li stava fissando incuriosito. Ed innamorato di Lindë appena la vide, ovviamente. Naturale, aveva il Vento dentro di sé.
Lui è Aranel, il nostro postino privato. Recapiterà tutte le lettere che vogliamo inviare e sarà pronto a riportarci le risposte velocemente. Non l'ho preso da nessun allevamento, lo trovai ferito ad una zampa circa due mesi fa proprio al limitare della foresta proibita, l'ho fatto curare dal collega McDullan e senza dirti nulla ho proseguito a nutrirlo e farlo crescere sano e forte, insegnandogli a portare le lettere piano piano... Ha imparato davvero in fretta, è davvero un piccolino molto sveglio, e noto che si è già innamorato di te...
Postino privato. Tutto e solo per loro. A loro disposizione. Non immaginava nemmeno di potercelo avere. Si avvicinò a lui, prendendo subito a coccolarlo ed accarezzarlo. Gaoth, offeso, spalancò le alette e si mise a svolazzare per la casa. Lindë non ci fece troppo caso. Sapeva che gli sarebbe passata presto. Gli diede anche un bacio sul capino, per fargli piacere. Sentiva già di essersi innamorata di lui. Lo salutò con un sorriso, in fondo l'avrebbe rivisto dopo. Cercò la mano di Irvyne, la prese, e salì con lui al piano superiore, passando per il bagno. Non credeva nemmeno potesse esistere una vasca così grande. E il letto, in camera, era a dir poco perfetto, adatto a lei in ogni dettaglio.
I cuscini sono in tessuto sintetico rigido esterno e dentro c'è un rivestimento di plastica sterile riempito d'acqua. Così potrai poggiare la testa su una superficie non troppo morbida e adatta alle tue esigenze, amore mio... Avrei voluto mettere un letto quattro piazze ma ammetto il mio bisogno di non sentirti troppo lontana, mi piace abbracciarti la notte...
Credo di aver perso quasi completamente la capacità di parlare, dopo questa sorpresa...
Mormorò Lindë, stringendo le braccia di Irvyne che l'avevano abbracciata da dietro. Sorrise a quei baci e volse il capo, ruotandolo per incrociare i suoi occhi. Si sporse verso il suo viso e lo baciò, dolcemente ma con trasporto. Gli occhi erano chiusi, la lingua danzava con la sua. Il Vento cullava entrambi, la Terra aumentava la loro stabilità. Era il Paradiso. Anzi, non ancora. Perché c'era ancora una cosa da vedere. Si lasciò nuovamente guidare al pianoterra, percorrendo un corridoio fino ad arrivare ad una pora di vetro. E quando Irvyne la aprì, lo spettacolo fu tale da mozzarle il respiro in gola. Una Serra. Grandissima, immensa. Perfetta per lei, per poterci coltivare di tutto. Come quella di Hogwarts, ma personale. Avrebbe potuto sperimentare lì, come al Castello non si sarebbe mai potuta permettere. Ma non era solo quella la sorpresa. C'era un altro giardino. Credeva che i tre interni - accanto all'ingresso, davanti la porta finestra del soggiorno e nella saletta d'attesa vicino la cucina - fossero abbastanza. Ma non per Irvyne. E non se si parlava di un regalo per Lindë. Il giardino esterno era... infinito. Decorato in stile orientale con albero esotici, un laghetto artificiale e tantissimi animali. Castori, marmotte, conigli e scoiattoli, cigni, pesci e tartarughe. Le sembrava di essere in un villaggio Terran in miniatura.
Credo proprio che questa sarà la zona che frequenterai di più, non è vero?
... io...
No, non riusciva nemmeno a parlare. Erano gli occhi ad urlare la sua felicità, luminosi e lucidi. Lacrime di gioia, ovviamente. Si avvicinò quasi tremando a quel laghetto. Salutò tutti gli animali, uno per uno. Accarezzò il pelo dell'acqua con aria a metà tra l'inebetito ed il sognante. Poi tornò da Irvyne, le lacrime che le bagnavano il viso. Eppure sorrideva. Sorrideva come mai prima.
Ti piace tutto?
Piacermi? Amore, è... è riduttivo il termine "piacermi", io... sono scioccata. Questo posto non è una casa, è... un sogno. Il nostro sogno privato e concreto, tutto per noi. Non pensavo di poter essere più felice quando mi hai chiesto di sposarti... ora so che mi sbagliavo. Quello che hai fatto per noi è incommensurabile.
Rispose l'Erbologa con voce spezzata. No, non aveva più fiato. In compenso il cuore le batteva a mille e più nel petto. Era la casa più bella che avesse visto nella sua vita. Ed era loro.
Ho comprato alcuni ingredienti per improvvisare una cena... Ti va di restare qui stasera e preparare qualcosa insieme? Inauguriamo almeno tre stanze di questa casa: la cucina, il bagno e la camera da letto, sei d'accordo mia gioia di vivere?
Rimanere lì. Da soli. No, non proprio. Con Gaoth e Aranel. E gli animali del giardino. E gli elfi, anche, se fossero arrivati presto. Una proposta troppo allettante per lasciarsela scappare. Per questo sorrise, ed annuì velocemente.
Mi sembra un'idea perfetta, non vedo l'ora di sporcare la cucina, di rilassarmi in bagno... e di avvolgermi sotto le lenzuola con te...
Ammise felice. Persino maliziosa, nell'ultima parte. Cercò dunque la sua mano. La strinse. Corse alla sua bocca per baciarla con la propria. Sospirò su di essa ad occhi chiusi. E poi rientrò con lui, pronta a cucinare insieme - pasta fatta in casa condita con pesto altrettanto casalingo - mangiare insieme ed altrettanto insieme farsi un lungo bagno. E poi... poi fare l'amore nel loro letto, per recuperare il tempo perduto. Una volta, due. Ancora e ancora. Per tutta la notte.
[FINE]
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