Che ci fai tu qui? Se questo è un sogno era davvero molto ma molto realistico…Pensò Jorge, osservando con più attenzione del solito le smorfie del viso di
Kayleen, esattamente uguali a quelle che la ragazzina aveva sfoggiato quando si erano incontrati per la prima volta in Biblioteca, le stesse che le comparivano ogni volta che la usava quel soprannome. Per quanto fosse carina, non l’aveva guardata così attentamente da poter riprodurre in un suo sogno tutti quei piccoli dettagli, narici leggermente allargate incluse.
Sei tu che invadi i miei a quanto pare, contro la mia volontà tra l’altro.Quella era un’ottima osservazione anche se poteva suonare assurda: come si fa a invadere i sogni di qualcun contro la sua volontà? Che fosse un effetto collaterale dello stratosferico numero di dolci che aveva mangiato? Una sorta di incantesimo con effetti ritardati? A giudicare dalle stramberie che aveva visto fino a quel momento non lo poteva escludere a priori, anche se il suo scetticismo babbano lo spingeva a cercare qualche altra spiegazione, non necessariamente logica ma più comprensibile per lui.
Innanzitutto, guarda che tu vestito nel mio stesso identico modo.
L’unica differenza è che io una cosa del genere non la metterei mai, mentre sono sicura che tu la indossi abitualmente, ogni notte. Ohhh… ti soffermi a pensare a quello che indosso di notte? In effetti ho più gusto di te nel vestire. – ribattè lui, incapace di trattenersi, facendo lo spavaldo senza alcuna intenzione di essere seducente, -
Ma mi spiace deluderti, io dormo con i colori del Benfica…Ci tenne a puntualizzare senza però avere alcuna intenzione di approfondire il discorso o spiegare cosa fosse il Benfica, sicuro che Kayleen, in quanto femmina, non sapesse nulla di calcio, figuriamoci di quello estero.
Io penso proprio sia un sogno… L’unica cosa che non capisco è perché ci siate voi..Loro nel tuo sogno? Questo è il mio sogno! Non vedi cosa c'è nelle bolle di sapone? Sono tutte cose mie.. ricordi miei, desideri miei! E voi... ...dovete starne alla larga chiaro?Ma cosa stai dicendo? La vedi quella Barbie lassù o qualcuno di voi da bambino giocava con le bambole, o quel desiderio è proprio mio! Stacci tu, alla larga! Rimase in disparte ad assistere a quello scambio di battute, lanciando occhiate torve alle bolle di sapone che levitavano intorno a loro a intermittenza.
No, non vedo alcuna bambola…Mormorò pensieroso, giungendo a un’unica conclusione: ognuno di loro vedeva qualcosa di differente, qualcosa di proprio, desideri mai realizzati a giudicare da quello che vedeva lui. Curioso però che una bambina non avesse mai avuto una Barbie!
O siamo tutti grandi maghi capaci di invadere i sogni altrui – si risolse a dire, anche se non capiva per quale motivo dei perfetti sconosciuti come
Adamo
Hans dovessero voler invadere i suoi. Per la Grifa, bè il discorso era diverso, non facevano altro che litigare e farsi i dispetti e il mondo onirico poteva essere solo un altro campo di sfida –
Oppure qualcun altro sta sognando noi…E la seconda opzione lo spaventava molto più della prima, perché voleva dire che esisteva qualcuno che lo conosceva così bene da sapere esattamente quanto avesse desiderato disperatamente essere al posto del cugino e non dover sentire la mancanza di nulla. Istintivamente iniziò a guardarsi intorno, in maniera frenetica questa volta, alla ricerca del “mostro” che aveva architettato tutto quello per chissà quali scopi malvagi.
Qualcuno come lui…Aggiunse poi, puntando il suo ditino contro una figura piccola e vagamente familiare comparso all’improvviso da non sapeva dove e che si stava avvicinando velocemente a loro. Solo quando riuscì a scorgere gli occhialini buffi e il capello strano, Jorge ricollegò quell’esserino allo gnomo che gli aveva fatto assaggiare la più buona cioccolata fondente al peperoncino del mondo a lui conosciuto. E quel pensiero lo tranquillizzò un pochino: come poteva essere cattivo una persona capace di produrre qualcosa di così delizioso?
Oh oh oh oh! Salve a tutti amici, benvenuti nella mia terra, la "Terra dei sogni"!Terra dei Sogni? Mi ricordo di lei, mi ha donato quella moneta di cioccolato da Mielandia! Se anche Jorge avesse nutrito qualche dubbio sull’identità dello gnomo, le parole di Kayleen e il calderone ricolmo di tutte quelle scintillanti monetine li dissolsero tutti. Rimase in silenzio, non sapendo esattamente cosa dire, decidendo quindi di limitarsi a salutare lo gnomo sollevando la mano destra e agitandola piano, abbozzando un sorriso predatore sul viso. Il suo stomaco si era messo a brontolare alla vista del calderone, come se non avesse passato tutta la giornata a mangiare dolci, troppo abituato a fare scorta di cibo ogni qualvolta ne aveva la possibilità.
Oh non preoccupatevi, in questo mondo i concetti umani non esistono.
Questi piccoli cioccolatini non vi faranno venire carie, brufoli ... o qualche chilo di più!
Siete protetti da ogni conseguenza negativa che può portare l'indigestione di dolci, inoltre i vostri panconi ne potranno contenere quanti ne volete, non appena vi sveglierete sarete vuoti ed affamati normalmente per la colazione, ve lo garantisco!Lo prendo come un permesso a servici.Disse quindi, allungando lentamente la manina aperta oltre il bordo del calderone fino a sfiorare le monetine. Attese un paio di secondi e quando non accadde nulla di particolare, la chiusa e la ritirò lesto, colma di dolci che provò a mettere al sicuro nella tasca del pigiamino. In caso non le avesse trovate, si sarebbe limitato a scartarle a una a una per poi mangiucchiarle in tutta tranquillità, tutta la sua ansia e la sua diffidenza dissolti nel nulla, come se in quel luogo ci fosse qualcosa che lo spingeva a credere che nulla di male gli sarebbe accaduto.
Ohhh…Esclamò quando vide dei pezzettini di nuvola staccarsi dalla “madre” e volare verso di loro. Sapeva per esperienza personale che erano morbidissime, ma non era proprio sicuro che sarebbero riuscite a sostenere il suo peso, quindi vi poggiò entrambe le mani e, usando la sua nuvoletta come appoggio, iniziò a saltellare per metterlo alla prova.
E io che ho sempre pensato che le nuvole non avessero consistenza! Grazie.La frase di Kayleen lo fece sentire un pochino stupido, ma poi sollevò la spalle con un gesto di noncuranza: dopotutto lei era una Grifondoro, era normale che si mostrasse coraggiosa, lui invece era solo un Delfino e quindi si comportava in maniera prudente. Sorridendo all’idea di starsi per sedere su una nuvola, si diede un’altra spinta più forte e, mostrandosi molto agile, atterrò seduto sulla sua nuvoletta.
Molto comode davvero.Commentò, non resistendo alla tentazione del tutto infantile di muovere le gambette nell’aria, approfittando del fatto che non toccavano terra.
Sedete sedete, vi prego, come siete carini, non mi aspettavo di fare delle scelte così azzeccate anche se non ho più lo stesso occhio da quasi cento lunghi anni!
Ad ogni modo, io sono Tapion, lo gnomo dei sogni e dei desideri e avevo una grandissimo voglia di compagnia...Jorge ascoltò con attenzione il discorso di Tapion, svelando così un po’ alla volta i misteri che si erano trovati ad affrontare da quando erano giunti in quel luogo, soprattutto la natura di quelle strane bolle di sapone.
Sogni e desideri… ecco perché è capace di leggermi dentro così bene.Pensò il ragazzino, azzardandosi a voltare la testa indietro per lanciare un’ultima occhiata al tanto agognato triciclo.
Perché non mi raccontate un poco di voi, voglio sapere tutto dei miei nuovi amici, sempre se volete essere miei amici, si intende...
Per esempio, cominciamo da te bella bambina!Vedendo Tapion avvicinarsi a Kayleen, Jorge non riuscì a trattenere una piccola risata: voleva avvisare lo gnomo che la Grifa mordeva, ma non fece in tempo a dire nulla che la suddetta Grifa lo sconvolse rispondendo semplicemente senza fare troppe storie.
Ehm…Mi chiamo Kayleen e di solito tutti mi chiamano Kayleen. Io escluso.Precisò, agitando la manina, per poi chiudersi in un silenzio strategico: doveva appuntarsi tutto quello che la ragazzina avrebbe detto, un giorno gli sarebbe potuto tornare utile per convincerla a far parte della sua “squadra”.
Ho undici anni e sono nata a Nevern, in Galles. I miei genitori dirigono un ristorante vegetariano e vegano a Fishguard.Vegetariano e vegano? E poi mi viene a dire che i miei soprannomi non sono azzeccatissimi!Essendo dotato di uno sviluppatissimo istinto di sopravvivenza, Jorge non espresse a parole quel pensiero, limitandosi a sollevare le sopracciglia in direzione della ragazzina.
Ho un coniglio ariete nano che ho chiamato Carota, ora penso stia beatamente dormendo sul letto a baldacchino.. Accanto a me? La scoperta che il suo animale da compagni era un coniglio lo lasciò perplesso: visto il suo caratterino Jorge era sicuro che lei avesse un lupo, un cane, un falco, insomma un animale più grosso.
Sai che si fa quando ci sono le stelle cadenti?Più che ascoltare la risposta, Jorge sollevò la testa e si mise a scrutare il cielo, la bocca spalancata per la meraviglia: come diamine era possibile avere contemporaneamente un cielo estivo e una pioggia di perfette e luminose stelle cadenti?
Immerso in quella piccola quanto inutile speculazione, il Delfino non si era accorto che l’attenzione dello gnomo si era spostato da Kayleen a lui. Non appena quello iniziò a volteggiare intorno alla sua nuvoletta, lui si mosse a disagio, girandosi a destra e a sinistra per monitorarne i movimenti.
Tocca già a me? Domanda retorica la sua, fatta solo per prendere tempo e riordinare le idee: non sapeva da che parte cominciare visto che le cose che non voleva far sapere di sé erano più di quelle che era disposto a condividere con gli altri.
Mi chiamo Jorge e i soprannomi che mi hanno dato fino a ora non mi fanno per nulla piacere - e così dicendo scoccò un’occhiataccia a Hans e Adam, colpevoli di poter essere amici di quelli che lo prendevano in giro per le sue origini. –
Ho undici anni, sono nato a Lisbona, in Portogallo e i miei genitori sono dei liberi imprenditori.Disse cercando di assumere un tono noncurante, usando l’espressione
libero imprenditore a nascondere il fatto che i suoi genitori fossero tendenzialmente disoccupati e vivevano alla giornata.
Ho un furetto che si chiama Patis e che dorme acciambellato sul mio cuscino e quando vedo le stelle cadenti mi sdraio per terra ed esprimo un desiderio che di solito non si avvera mai.E dopo aver risposto a tutte le domande, incrociò le braccia sul petto e dedicò allo gnomo uno sguardo furente, come se fosse colpa sua.