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da Sandyon » 11/04/2015, 19:53
A quanto parve, sia la voce dell'entità sconosciuta, sia il potere insito nella lama che giunse provvidenziale, aiutarono Caroline Priscilla a riacquistare non solo un bel po' di fiducia in sé, ma anche la grinta giusta per affrontare il suo nemico e sperare di eliminarlo una volta per tutte. Gli occhi li possedeva, eccome se li possedeva, per questo la luce intensa lo accecò momentaneamente, permettendo alla Tassorosso di afferrare l'arma bianca e decidere un giusto piano di attacco, partendo dall'intento di metterlo in ginocchio e farlo abbassare per poi colpire di affondo dall'alto verso il basso il grosso carapace di ghiaccio spesso che poco prima le aveva deviato l'incantesimo. Correndo svelta e utilizzando una precisione quasi difficile da credere che avesse (difatti in parte non era la sua), fece un taglio netto al lato del ginocchio del mostro, facendolo urlare di dolore ed accasciare su un lato. Quello era il momento giusto, non poteva permettersi di sbagliare. Una rincorsa, poi un salto ed infine ecco che la punta della wakizashi si conficcò nella corazza celestina per più di dieci centimetri, provocando diverse crepe ai lati che via via andarono sempre più ampliandosi, sgretolando in diverse zone quella protezione così importante e vitale per la bestia magica terrificante. Ciò che più avrebbe sorpreso però la Tassorosso, probabilmente, fu che dall'interno del guscio si videro fuoriuscire delle scariche elettriche molto potenti e prive di controllo. Il carapace mutò la propria forma e divenne più simile ad un insieme di spuntoni. Il ghiaccio che copriva anche il viso della creatura, poi, si ruppe in mille pezzi, rivelando finalmente il vero volto e quindi gli occhi del nemico, occhi brillanti e privi di iride e pupilla.
Adesso, il grosso avversario, emanava una energia elettrostatica notevole, che si irradiava dal corpo ad almeno due metri intorno a lui, scongelando persino la neve. Grazie alla luce che emetteva a ritmi veloci, la ragazza avrebbe potuto notare sul fondo della stanza diversi corpi scheletrici ammassati. Questo faceva presagire che le vittime dovevano essere state almeno una trentina, a partire dalla fondazione di quel luogo. Ora però, la bestia era ben più che rabbiosa ed intendeva assolutamente vendicarsi del torto subito, per questo, come prima cosa alzò la bocca verso l'alto emettendo una specie di ululato grave e cavernoso in segno di guerra e ira. Grazie ad esso però, la studentessa prossima al diploma avrebbe potuto anche notare una zona del torace della bestia leggermente più gonfia e che, grazie alle scariche elettriche interne al suo corpo, mostrava al suo interno quello che con molta probabilità era il suo cuore. Un punto unico da colpire ma anche difficile da raggiungere, questo perché naturalmente prima bisognava vedersela con quelle fauci letali e affilati, ma era anche vero che adesso la neve sul pavimento era quasi del tutto scomparsa, quindi c'era forse un modo per la ragazza di sfruttare a suo vantaggio questo cambio del campo di battaglia? Nel frattempo, mentre lei forse stava pensando al da farsi, la creatura alzò la zampa dando poi un sonoro colpo al terreno, provocando un'onda d'urto di natura elettrica e ghiacciata che si diresse contro la sua vittima designata. Successivamente fece lo stesso anche con l'altra zampa e dopo ancora iniziò una lenta ma inesorabile rincorsa. Tanti auguri O'Neill.
Prima Onda d'urto: Cap. Magica (10) + d20 (9) = 19 Seconda Onda d'urto: Cap. Magica (10) + d20 (18) = 28
Nell'altra stanza, invece, Jorge Alvares stava dando la sua ultima risposta, decretando così il termine della propria prova. Che fosse riuscito o meno nell'intento, ormai il suo destino lì dentro era compiuto e non avrebbe più potuto tentare di tornarci per nessun motivo. Gli occhi della creatura si illuminarono ad intermittenza, segno inequivocabile che aveva immagazzinato la risposta ed era quindi pronta per fornire il proprio responso conclusivo. Finalmente, dopo diversi minuti di completa immobilità, il cervello gigante cominciò a fluttuare in avanti e annullò la distanza con il delfinazzurro di circa una cinquantina di centimetri, lasciando tra loro più o meno un metro scarso. Lo fissò attentamente per alcuni secondi, poi, la voce fredda e calcolatrice echeggiò in tutta la stanza.
Risposta I° domanda... ERRATA. Risposta II° domanda... ERRATA. Risposta III° domanda... ERRATA.
La creatura scomparì all'improvviso dalla vista di Jorge, il quale avrebbe potuto notare dietro di essa, non molto distante, un uovo molto strano ancorato al terreno da delle radici simili a tentacoli e muffa. Delle dimensioni di quello di uno struzzo, l'uovo pulsava con delle venature sopra abbastanza in rilievo ma non sembrava minimamente essere sul punto di schiudersi. Ad ogni modo, il portoghese non ebbe molti altri secondi per osservare il curioso oggetto, poiché ad un tratto si ritrovò sopra la testa propria la creatura precedente, la quale posando due tentacoli ai lati delle sue tempie, gli diede uno shock mentale potentissimo, che gli fece anche appannare la vista per diversi secondi, oltre a fargli venire un brutto mal di testa. Successivamente a tutto ciò, l'ingresso si spalancò e il delfinazzurro venne letteralmente scaraventato fuori da uno spostamento d'aria, facendolo ruzzolare con alcune capriole a circa cinque metri dalla porta, la quale si richiuse all'istante con un botto.
Note del Narratore:
La risposta alla prima domanda era: Bambino La risposta alla seconda domanda era: La doppia La risposta alla terza domanda non si può sapere.
Jorge subisce un malus permanente alla Perspicacia e alla Concentrazione. Gli viene infatti sottratto un punto sia alla Predisposizione sia alla Caratteristica. Oltre a questo, perde momentaneamente 60 Punti Salute.
Pur essendo la risposta alla seconda domanda molto vicina a quella effettiva, bisogna sempre regolarsi con la creatura che si ha davanti. Essa, somigliando quasi ad un computer, non ammette variazioni o comunque non riesce a farsi andare per buone risposte quasi giuste. Visto che però il player ci è andato molto vicino e il Narratore non è affatto una macchina, ho voluto evitare di togliere anche un punto alla Elaborazione, per quanto fosse la penitenza assegnata in caso di errore a quel quesito specifico.
Poco prima che accadesse tutto ciò, Victoria invece stava fornendo le proprie risposte ai tre quesiti su Portogallo, Repubblica Ceca e New York. Veloce, precisa e intuitiva, la bionda trovò le soluzioni in poco tempo, sempre che esse venissero considerate esatte, ma non poteva far altro che parlare, esporre i propri ragionamenti e vedere cosa sarebbe successo alla fine. Il gigantesco mappamondo prese a brillare, poi ad ingrandirsi e rimpicciolirsi ad intermittenza, fino a quando non diminuì a tal punto che divenne grande quanto una sfera di circa trenta o quaranta centimetri di diametro, quindi non certo enorme come prima. La particolarità di quella sfera però, stava nel fatto che continuava a girare vorticosamente con una velocità davvero inaudita, così tanto che ormai non si distinguevano più i disegni tipici del mappamondo ma solo un informe insieme di colori scuri e freddi. Questo per circa una decina di secondi, perché poi i colori freddi divennero invece tre colori accesi e brillanti, più precisamente il rosa, il blu e il rosso. Davanti a Victoria, al termine del lungo moto di rotazione accelerato, il mappamondo aveva cambiato completamente aspetto e identità, diventando quella che poteva sembrare a tutti gli effetti una creatura vivente e tutto fuor che ostile o pericolosa. Anzi, dopo aver visto la bionda draghessa, alzò anche la "mano" per salutarla con un sorrisetto dolce e curioso, assieme ad occhi vispi e docili.
Dopo aver fatto questo, la piccola creatura a palla si diresse a passi sicuri verso un punto preciso del pavimento di mattoni. Dando quattro colpi leggeri fece volare in alto quattro mattonelle, rivelando sotto di esse un libro con sopra una chiave. Infine, si fece da parte così che Victoria potesse prendere quello che le serviva per andare avanti. Il libro era decisamente strano, difatti su di esso non c'erano scritte di alcun tipo, ogni pagina era completamente bianca.
Poteva trattarsi di un oggetto inestimabile come una semplice reliquia non conclusa, la Randall non poteva esserne certa. Cosa avrebbe fatto però, l'avrebbe presa oppure l'avrebbe lasciata lì onde evitare di fare come Caroline Priscilla e Jorge rimproverati poc'anzi? In teoria quella creatura glielo stava consegnando, quindi poteva anche trattarsi di qualcosa di innocuo, ma in fondo anche la stessa creatura per quanto all'apparenza carina non la conosceva che da pochi secondi. L'assurdità di tutta quella faccenda, poi, fu che la porta si riaprì, mostrandole che poteva andarsene, ma nel caso avesse deciso di incamminarsi verso l'uscita senza interpellare la palla rosa con le zampine, essa avrebbe cominciato a seguirla senza nemmeno chiedere il permesso, quasi come se fosse naturale per lei comportarsi in quel modo!
In bocca al drago
Non appena Brianna pronunciò quelle parole, la lastra di pietra andò completamente in frantumi di fronte ai suoi occhi. Cos'era quello, un buon segno oppure un pessimo segno? La porta non molto distante, dietro di lei, si aprì, permettendole di andarsene, ma non poteva essere considerata una garanzia vera e propria. Una volta ritrovatasi di nuovo in mezzo al corridoio iniziale, la ragazzina optò per la porta con raffigurato lo stemma dei Grifondoro. Entrando al suo interno, si ritrovò magicamente nella Sala Comune della suddetta Casata però riportata indietro di qualche decennio. Si notava chiaramente che non fosse moderna come ai tempi della piccola delfina, forse apparteneva ai primi anni 2000 o qualcosa del genere. Sul divano della Sala c'era una ragazza con un libro in mano, leggermente in trasparenza come la donna incontrata nella porta dei Delfinazzurro, mentre sulle due poltrone laterali un ragazzo dai capelli rossi ed uno dai capelli neri, intenti però a chiacchierare tra loro, scherzando. Sul fondo della stanza, vicino al camino e per conto proprio, lontano dagli altri c'era un altro ragazzetto, un po' cicciottello e con l'aria triste. Non appena videro la nuova arrivata, entrambi diedero una piccola gomitata alla ragazza centrale, la quale alzò lo sguardo sulla Wollis e con un sorriso saputo si alzò in piedi, gesto che seguirono anche gli altri.
Ciao! Io sono Hermione!
Io mi chiamo Harry!
Ed io Ron!
Allora, dicci se le nostre affermazioni sono vere o false... ... Io sono una Mezzosangue!
Io invece sono Purosangue!
Ehi, qui dentro l'unico Purosangue sono io!
Per questa volta invece, la turnazione c'è:
1) Jorge 2) Victoria 3) Brianna 4) Caroline Priscilla
Jorge viene buttato fuori dalla stanza esattamente cinque minuti prima che Victoria esca dalla propria. Ovviamente Caroline Priscilla e Brianna proseguano il loro gioco normalmente. Brianna, per regolarsi sulla risposta, deve pensare al metodo di classificazione dei maghi di PW, non dei libri di HP. Mi spiace tantissimo per Jorge ma purtroppo sono imprevisti che nelle Quest possono capitare. Comunque non tutto è perduto, c'è ancora molto da scoprire e ruolare.
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da Jorge » 11/04/2015, 23:25
Finita. La sua prova per la sopravvivenza di tutte era giunta al termine e adesso che l’adrenalina aveva smesso di correre impazzita nelle sue vene, mantenendolo lucido quel tanto che bastava per non fare scena muta, il peso della responsabilità che si era assunto gli cadde rovinosamente sulle spalle, mandandolo in tilt. Il silenzio che seguì la sua ultima risposta poi non lo aiutò per nulla a mantenere la calma perché ad attenderlo non vi erano più indovinelli a cui rispondere ma un’unica sentenza che, si sperava, non sarebbe stata di morte. Allora? Vuoi dire qualcosa, c***o? Non posso perdere tutto questo tempo inutilmente.Urlò contro il “cervellone” per spronarlo a parlare e non limitarsi solo ed esclusivamente a far brillare quegli assurdi occhi rossi tanto simili a dei semafori babbani. Se ne usciremo vivi non vorrò più vedere un semaforo in vita mia!Pensò, infilando con un po’ troppa veemenza la matita e il pezzo di pergamena nella tasca della felpa - tanto non gli sarebbero più servite a nulla – per poi mettersi a camminare avanti e indietro, scalciando contro l’aria e imprecando mentalmente in portoghese contro gli stupidi macchinari a cui non fregava nulla di sprecare minuti preziosi per elaborare un resoconto che avrebbe già dovuto avere pronto. Non appena il “cervellone” iniziò a fluttuare nell’aria Jorge si immobilizzò, la fronte imperlata di sudore e gli occhi fissi in quei due faretti rossi. La tentazione di arretrare fu tanta – la vista di quella creatura da così vicino era ancora più inquietante e spaventosa – ma si costrinse a rimanere fermo dov’era, le unghie conficcate dolorosamente nei palmi, la testa alta. Doveva affrontare il verdetto da uomo e ci provò anche, peccato che a ogni responso la volontà del portoghese, così come le sue gambe, vacillarono, fino a farlo cadere a terra. Risposta I° domanda... ERRATA. Risposta II° domanda... ERRATA. Risposta III° domanda... ERRATA.Aveva fallito. Errata. Errata. Errata.Non era riuscito a risolvere neanche un enigma. Errata. Errata. Errata.Aveva mandato la sua sorellina a combattere contro non si sapeva quale mostro convinto di saper usare il cervello tanto quanto lei la bacchetta e … aveva fallito. Aveva sbagliato tutto, fin dall’inizio, non solo nell’assecondare Caroline Priscilla – avrebbe dovuto persuaderla, facendo appello al suo senso del dovere come Prefetta o al suo amore per Axell – ma soprattutto nello scegliere la porta e quindi la prova da affrontare. Certo, con la bacchetta non era un asso e si muoveva con la velocità di un bradipo ma come aveva fatto a essere così cieco? Nel tempo che lui aveva impiegato per finire di leggere l’indovinello trovato nel suo libro la Tassetta vi aveva già trovato la soluzione. Avrebbe dovuto lui affrontare le fauci perché almeno in quel caso, se avesse fallito, sarebbe perito subito senza dover affrontare una lunga agonia rinchiuso lì dentro, macerandosi nei sensi di colpa e nel dubbio della sorte che sarebbe toccata alle ragazze. Victoria… perdonami…Perso com’era nell’autocommiserazione e nella disperazione, Jorge non si accorse che il “cervellone” era sparito mentre all’uovo apparso dietro a essa rivolse una flebile occhiata speranzosa. Sei tu che decreterai la mia fine?Chiese, gattonando lentamente verso di esso nella speranza che tutto quel pulsare stesse a indicare una sorta di bomba a orologeria che sarebbe esplosa nell’arco di un paio di secondi, ponendo così velocemente fine alle sue sofferenze. Non ho alcun diritto a una morte indolore.Fu questo il primo e anche l’ultimo pensiero che attraversò la mente di Jorge non appena sentì gravare il peso della creatura sulla sua testa. Non si ribellò, non tentò di scrollarselo di dosso o di allentare la presa dei tentacoli sulle sue tempie, ma rimase immobile, ancora accasciato a terra, con le mani in grembo. Qualsiasi cosa essa avesse in serbo per lui se l’era ampliamente meritata. Ahhhhhhhhhhhhhhhh ahhhhhhhhhhhhhhhhhh ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhAgghiaccianti urla di dolore si levarono dalla bocca del portoghese fino a farli dolore la gola e mandare al diavolo ogni proposito di affrontare il suo destino con onore. Avrebbe voluto scuotere la testa per scacciare via quell’essere o tempestare l’involucro trasparente di pugni, ma il dolore era talmente forte da annichilirlo. Era come se degli aghi infuocati fossero penetrati in profondità nella sua scatola cranica e gli stessero rovistando nel cervello, distruggendo tutto ciò con cui venivano in contatto, primo tra tutti il nervo ottico. Fi..ni..sci…mi… ti …pre…go…Implorò con voce balbettante e roca per il troppo urlare quando, non riuscendo più a mettere a fuoco l’ambiente che lo circondava, temette di essere diventato cieco. Avrebbe preferito morire piuttosto che restare un invalido a vita, privato della vista e con essa, di tutto ciò che era. Come avrebbe potuto continuare a lavorare con Duncan o affrontare il percorso per diventare Pozionista e Alchimista se non poteva vedere? Cosa ne sarebbe stato di lui? La macchina però, in quanto tale, non aveva sentimenti né compassione così lo lasciò libero e ancora in vita, limitandosi a scaraventarlo fuori dalla stanza senza alcuno sforzo. Come una bambola di pezza, il Delfino rotolò nel laboratorio, urtando tutto ciò che incontrava lungo il suo tragitto senza proteggersi in alcun modo, fermandosi per inerzia a meno di un metro dal calderone. Rimase così, accasciato a terra con gli occhi serrati per un minuto buono, terrorizzato dalla prospettiva di aprirli solo per scoprire di essere cieco. Sei vivo… questo posto esiste ancora… forse si può ancora fare qualcosa…Da qualche angolo della sua mente abusata qualcuno con la voce ragionevole di sua madre tentava di spronarlo a reagire, cercando di farsi sentire al di sopra del pulsare doloroso delle tempie e del mal di testa che minacciava di fargli esplodere il cranio. Lentamente sollevò una palpebra e quando riuscì a mettere a fuoco il disegno stilizzato sulla porta di fronte a sé emise un sospiro di sollievo, subito seguito da un gemito di disperazione. Era vivo, ci vedeva, ma non c’era nulla di cui gioire perché non aveva con sé alcuna chiave. Aveva fallito, sprecato tempo prezioso e adesso non gli restava altro da fare che attendere le ragazze e comunicare loro la ferale notizia. No no ci deve pur essere ancora qualcosa che possa fare…Pregò, alzandosi a fatica dal pavimento facendo leva sulle braccia. Instabile sulle gambe si avvicinò al leggio e provò ad aprire il libro e sfogliarlo per tentare di trovare lì dentro un qualche indizio che avrebbe potuto aiutarli a uscire da lì anche senza tutte e quattro le chiavi o, in alternativa, un modo per ingannare le porte e ottenerle lo stesso. Purtroppo però, anche se la vista era tornata, il dolore alla testa non accennava a diminuire e Jorge faceva una fatica immane a concentrarsi sulle parole che, nel caso fosse riuscito ad aprire il libro, gli fluttuavano davanti agli occhi senza un ordine ben preciso. È tutto inutile…SI lamentò, allontanandosi dal leggio e poggiando la schiena al muro, le ginocchia piegate, il busto inclinato in avanti e la testa, ancora coperta dal cappuccio della felpa, racchiusa tra le mani. Fu così che lo trovò Victoria quando, poco dopo, uscì dalla sua di porta. ... che è successo?Era successo di nuovo. Era così occupato a compiangersi – o meglio a compiangere la sorte di tutti loro - da essersi estraniato dalla realtà talmente tanto da non aver sentito Victoria uscire dalla sua porta. Stai bene? Fu la prima cosa che chiese con un tono palesemente preoccupato e dolorante, la testa che scattava in alto, liberandosi così involontariamente del cappuccio, e gli occhi che scrutavano ogni centimetro della Draghessa per sincerarsi che non avesse un graffio. Lui, invece, qualche graffio lo aveva, la maggior parte dovuti al capitombolo fatto e che lo aveva lasciato abbastanza “sgualcito”, eccezione fatta per dei piccoli segni simile a bruciature su entrambe le tempie. Sì... un po' stanca, ma è colpa dell'ansia ... che ti è successo? La chiave?Ho fallito. – breve e coinciso, con il tono di voce contrito Purtroppo non c’erano altri modi per dirlo e soprattutto non aveva il tempo per girarci intorno. - A differenza tua.Aggiunse, lo sguardo puntato sulla chiave che l’altra teneva in mano e gli angoli delle labbra leggermente inarcati all’insù nella pallida imitazione di un sorriso che non coinvolgeva il resto del volto. Il tono sarebbe anche potuto suonare orgoglioso se non fosse stato per una improvvisa fitta di dolore alla testa che gli fece serrare con forza le labbra e mordersi l’interno della guancia. Pensavo mi avrebbe ucciso invece si è limitato a farmi qualcosa… i suoi tentacoli si sono attaccati alle mie tempie e …poi un gran dolore… no so ancora cosa mi abbia fatto per l’esattezza…Perché probabilmente tutto il dolore provato una qualche conseguenza sull’integrità del suo cervello l’aveva avuto. Cosa? Si sono attaccati alle tue tempie? - un semplice cenno del capo per dirle che si, aveva capito bene - Non possiamo arrenderci... Non dobbiamo arrenderci ma non so cosa fare…Ammise, sorridendole questa volta con più convinzione, sollevando una mano per sfiorarle la mano che lo stava accarezzando. …vorrà dire che dovrò affrontare anche la tua porta. Sta attenta. Credo che siano in due lì. Una che assomiglia a una medusa con un cervello enorme e due occhi rossi e un uovo strano. È la prima che fa le domande mentre la seconda sta nascosta in un angolo. Tieni, questa è meglio se la conservi tu mentre entro... Va bene… - prese la chiave e la conservò con cura nella tasca dei pantaloni – Ho ancora problemi agli occhi o c’è un esserino rosa che ti saltella dietro?Chiese sbattendo le palpebre più volte. Ne parliamo più tardi. Aspetta qui le altre, d'accordo? Torno appena posso. Ho completa fiducia in te.Mormorò, ricambiando il tenue bacio e sfiorandole una guancia con la mano per poi guardarla tra l’orgoglioso e il preoccupato sparire dietro porta. Una volta rimasto solo Jorge si avvicinò nuovamente al leggio, deciso a impiegare il poco tempo che gli era rimasto a sfogliare il libro lì posato sperando di scoprire il più possibile sull’Alchimista e sul luogo in cui si trovavano.
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Jorge
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da Victoria » 12/04/2015, 16:31
[handwriting]Trattenne il respiro dopo aver dato l'ultima risposta, e non si sentì per nulla rassicurata quando il mappamondo da cui aveva scelto i sei Stati prese a brillare e poi a cambiare le sue dimensioni, passando da grande a piccolo ad intermittenza fino a fermarsi sulla seconda dimensione e rimanere tale, grande circa trentacinque centimetri. Ma cosa...Cominciò a girare, quella palla rimpicciolita, cambiando anche colore sempre più velocemente, di più, di più... fino a che divenne qualcosa di totalmente diverso: qualcosa di nuovo, di assurdo, di... vivo. Ora era una palletta rosa con mani e piedi (?), due occhietti blu intenso ed un sorrisetto affettuoso sulle labbra. ......Che poteva dire/fare? Dirle "ciao" le sembrava un po' fuori luogo, non era nemmeno sicura che la creatura -mai vista in nessun libro studiato fino a quel momento- la potesse capire... e se fosse un trabocchetto, poi, studiato ad arte per trarla in inganno grazie all'aspetto dolce ed innocuo della palletta con gli occhi? Si morse il labbro inferiore, mettendo mano alla bacchetta come per essere pronta a fronteggiare qualsiasi evenienza... ma la creaturina non sembrò badare minimamente a lei, troppo presa a saltellare su alcune mattonelle del pavimento che, in seguito, si spostarono verso l'alto rivelando due cose: una chiave, chiaramente ciò che lei cercava, ed un libro. Inutile dire che la chiave venne presa all'istante dalla Dragargenteo, visto che era lì per quello, mentre il libro venne, dopo alcuni secondi di esitazione, venne sfiorato con le dita e sfogliato, rivelando una serie di pagine bianche, immacolate... avrebbe dovuto prenderlo? 'Saresti un'ipocrita se lo prendessi con te... non hai forse rimproverato Cappie e Jorge per questo?' -le sussurrò una vocina nella sua testa, portandola ad annuire. Vero, verissimo, aveva aspramente rimproverato i due per il loro comportamento, compreso l'aver raccolto dei "souvenir" di quell'avventura come se fossero in una gita scolastica... però non era esattamente la stessa situazione, no? Quel libro le stava venendo consegnato insieme alla chiave, quindi forse non era un oggetto pregno di energia maligna... senza contare che era stata la creaturina a mostrarglielo, giusto? Fu proprio su quest'ultima che si posò lo sguardo di Victoria, quasi a chiederle un consiglio su ciò che doveva fare: in tutta risposta, la palletta rosa si mise a saltellare un paio di volte, un gesto che, agli occhi della Randall, fu come una sorta di lasciapassare. Per questo, con un sospiro lento, l'americana annuì tra sé, ridusse le dimensioni del libro con un semplice "Diminuendo", e se lo ficcò nella tasca dietro dei pantaloni, stringendo poi la chiave all'altezza del cuore e cercando di capire da dove uscire: non dovette cercare molto, visto che la stessa porta da cui era entrata si sbloccò da sola e si aprì, permettendole di uscire. Beh, allora grazie t--Forse ingenuamente, aveva creduto che una volta preso ciò che doveva la creaturina sarebbe semplicemente scomparsa o qualcosa del genere... invece, non appena fece un paio di passi verso l'uscita, la palletta rosa cominciò a seguirla tutta contenta, prendendola in contropiede. Che avrebbe dovuto fare? 'Non ho tempo per convincerla a rimanere qui... che mi seguisse, ormai non mi stupisco più di niente!' -pensò Victoria, scuotendo il capo e lasciando quindi la stanza del mappamondo a passo veloce. Fuori, la prima cosa che vede fu una figura a terra, con la schiena appoggiata al muro e il volto coperto dalle mani: Jorge. ... che è successo? -gli chiese subito con aria preoccupata, una domanda che però non ricevette la giusta risposta. Stai bene?Sì... un po' stanca, ma è colpa dell'ansia... -rispose velocemente lei, liquidando la faccenda con un gesto sbrigativo della mano prima di domandare nuovamente- Che ti è successo? -scrutò le sue mani alla ricerca dell'oggetto che lei stessa stringeva tra le dita, sentendo l'ansia serrarle lo stomaco- La chiave?Ho fallito. A differenza tua.No, non poteva aver fallito: questa fu la prima cosa a cui la Randall pensò, anche se era evidente che Alvares stesse dicendo la verità, che quello non era solo uno scherzo di pessimo gusto... aveva fallito davvero, niente chiave. Non appena Jorge mostrò segni di sofferenza, l'americana fece qualche passo verso di lui con aria preoccupata -poteva ancora essere arrabbiata con lui, ma di certo non era una stronza senza cuore- non sapendo però che fare per farlo sentire meglio. Pensavo mi avrebbe ucciso invece si è limitato a farmi qualcosa… i suoi tentacoli si sono attaccati alle mie tempie e …poi un gran dolore… no so ancora cosa mi abbia fatto per l’esattezza…Cosa? Si sono attaccati alle tue tempie? -domandò incredula, ad occhi spalancati. Gli aveva fatto molto male, quindi? Gli aveva lasciato in qualche modo dei danni permanenti? E come avrebbero dovuto metterla col fatto che la chiave di quella porta non l'avevano presa? Non possiamo arrenderci...Non dobbiamo arrenderci ma non so cosa fare…Avrebbe voluto dire che nemmeno lei lo sapeva, scaricare il problema in qualche modo... ma non poteva, e quella consapevolezza riuscì quasi a schiacciarla per qualche brevissimo istante al termine del quale, con determinazione, alzò lo sguardo sulla porta da cui Jorge era stato scacciato e parlò, segnando le sue prossime azioni. …vorrà dire che dovrò affrontare anche la tua porta. Sta attenta. Credo che siano in due lì. Una che assomiglia a una medusa con un cervello enorme e due occhi rossi e un uovo strano. È la prima che fa le domande mentre la seconda sta nascosta in un angolo.Annuì, registrando senza parlare le informazioni che il portoghese le aveva appena fatto: altre domande dunque, sembrava che fossero improvvisamente diventate la sua specialità, lei che per perspicacia non aveva certo mai brillato; sospirò, annuendo di nuovo, dopodiché passò lentamente la chiave al Delfinazzurro. Tieni, questa è meglio se la conservi tu mentre entro... Va bene… Ho ancora problemi agli occhi o c’è un esserino rosa che ti saltella dietro?Si era completamente dimenticata della palla rosa, forse per il fatto che sembrasse incapace di parlare nella sua lingua, ed avrebbe continuato in quel modo se Jorge non ne avesse parlato: purtroppo, al momento, parlarne sarebbe stata un'autentica perdita di tempo che non si potevano permettere. Ne parliamo più tardi. Aspetta qui le altre, d'accordo? Torno appena posso. -disse solo, avvicinandosi per sfiorargli le labbra con un bacio leggero. Ho completa fiducia in te.Annuì per la terza volta, e con quell'ultimo gesto scivolò al di là della porta seguita dalla palletta dolce, pregando di riuscire in quell'impresa che sembrava diventare ogni minuto più complessa. [/handwriting]
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da Brianna » 13/04/2015, 20:05
In bocca al dragoNon appena Brianna pronunciò quelle parole, la lastra di pietra sulla quale era inciso l'indovinello andò in frantumi, sotto gli occhi esterefatti della ragazzina, che provò a scansarsi per evitare che Glaedr non subisse danni, fallendo miseramente dal momento in cui riuscì a spostarsi solo quando ormai i frammenti della pietra avevano già iniziato la loro caduta verso il basso. C-che significa Glaedr, secondo te? Ho fatto giusto oppure no?Il suo animaletto non rispose, e la giovane non sapeva se il fatto che la pietra le fosse esplosa di fronte fosse o meno un buon segno... per quanto la riguardava era più convinta di aver sbagliato che altro, ma in quel momento non era così tanto lucida da poter pensare a cosa era andato storto... indipendentemente dalla risposta giusta o sbagliata, la porta dietro di lei si era aperta, e la ragazzina tornò al corridoio di partenza... non aveva idea di cosa avrebbe trovato dietro l'una o l'altra porta, ma qualsiasi cosa ci fosse, avrebbe dovuto passarle tutte... ancora quattro... La porta successiva fu quella dei Grifondoro... non aveva in mente un piano preciso, solo la prima era stata pensata... sta di fatto che la Wollis aprì la porta recante lo stemma dei Grifi e quello che si trovò davanti era qualcosa di stupefacente... era di fronte alla Sala Comune dei Grifondoro, ma non era l'arredamento a cui era abituata, era qualcosa di più vecchio, antico quasi... Potè notare una giovane ragazza, della sostanza della signora incontrata nella stanza dei Delfini, seduta su un divano intenta a leggere – o forse studiare, non poteva dirlo con certezza – e due ragazzi, tra cui uno rosso come lei, su delle poltrone poco distanti che ridevano e scherzavano tra loro... sullo sfondo, un ragazzo un po' cicciottello sembrava osservasse il tutto, seppur con aria triste... la sua attenzione si era focalizzata su quest'ultimo, quando i due ragazzi che ridevano tra loro diedero una gomitata alla ragazza che voltò lo sguardo verso Brianna mentre si alzava dal divano sul quale era seduta, seguita a ruota dagli altri due Ciao!C-ciao!
Balbettò Brianna, non troppo convinta da quel luogo e da quei strani personaggi... il rosso e quello triste in odo le ricordavano qualcosa Io sono Hermione!Hermione... quella Hermione?Le parole fuggirono alle labbra della ragazzina, prima di rendersi conto che la sua risposta non era particolarmente educata Scusami... io sono BriannaIo mi chiamo Harry!Ed io Ron!Harry... quello era Harry Potter? E il rosso era Ron Weasley? Com'era possibile che fossero loro? Li, a parlare con lei? Eppure... erano una trasparenza, non erano proprio vivi ma... era stato l'alchimista a crearli? Era davvero così bravo?? Domande, una dietro l'altra, che vorticavano nella mente della Delfina, ma il tempo stringeva e non poteva concedersi il lusso di pensare troppo a quello... ci avrebbe pensato un altro giorno. Allora, dicci se le nostre affermazioni sono vere o false...
Io sono una Mezzosangue!Eccheneso io di cosa sei tu! Non mi importa!
Avrebbe voluto gridarle Brianna, alla quale non era mai importato nulla del tipo di sangue magico che scorreva nelle sue vene o in quelle degli altri, ma non poteva, quella era la sua prova, e quindi non disse nulla, si limitò a cercare nella sua memoria qualsiasi cosa riguardasse Hermione... Mezzosangue? no... Hermione era esattamente come lei, era nata da due genitori babbani, quindi era una Natababbana Falso... sei come me, una NataBabbana Io invece sono Purosangue! Pensa Bri... pensa... Harry Potter era un Purosangue? Si, la famiglia Potter è una delle famiglie Purosangue... no... c'è qualcosa che mi sfugge... no! Sua madre era una NataBabbana, ecco cos'è!FalsoHei! Qui dentro l'unico Purosangue sono io!Ron... Ron... Ron si, lui era davvero un Purosangue... ma poteva essere anche classificato come un traditore del sangue, se non ricordava male, perchè rifiutavano la differenza tra maghi e babbani; quindi sarebbe stato un NI la risposta ma... poteva rispondere con un Ni? Probabimente no, e comunque, almeno stando al ragionamento – forse sbagliato – della Wollis – cosa importava l'idea che aveva una famiglia o la sua condotta quando si chiedeva il livello di purezza del sangue? Guardò per un istante il ragazzo sullo sfondo, formulando con il labiale la parola aiutami ma il tempo scorreva e non aveva tempo di aspettare l'eventuale risposta, sempre che avesse inteso la richiesta di aiuto della Delfina Verofa che sia la risposta giusta, ti prego!
A parte sperare che fosse la risposta giusta, non poteva fare nient'altro, se non attendere quello che sarebbe successo dopo, magari sapere subito se le sue risposte erano state corrette o meno.
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da Caroline Priscilla » 13/04/2015, 20:39
Da dove veniva tutta quella precisione e quella capacità nel saper usare la wakizashi? Caroline Priscilla si era sempre allenata, da quando l'aveva ricevuta in dono, ad utilizzare la spada corta giapponese, ma non si poteva certo dire che possedesse un'abilità forte e solida costruita nel tempo. Sapeva impugnarla, conosceva qualche mossa di base, ma non era una spadaccina nata. Eppure nel momento stesso in cui la sua mano aveva stretto l'elsa della spada, una nuova Cappie era nata, infusa del coraggio che lo spirito le aveva lasciato, spingendola non più a combattere alla cieca ma a sforzarsi di trovare la giusta strategia, che fosse veloce ed efficace. Fu così che la O'Neill si ritrovò, poco dopo, a colpire la gamba del mostro prima, facendolo accasciare dal dolore, e il guscio di ghiaccio poi, spiccando un salto e stringendo il manico con entrambe le mani per imprimere maggior forza in quel colpo. Un colpo che mandò in frantumi la corazza del mostro, facendolo urlare di dolore. Una volta colpito, la ragazza si ritrasse osservando con una certa meraviglia la struttura fisica della bestia cambiare (spuntoni al posto del carapace e finalmente gli occhi, quei dannati che il mostro teneva nascosti), accompagnati da un continuo pulsare di scariche elettriche che sciolsero la neve e il ghiaccio circostanti, facendole rizzare i peli del corpo e riempiendo la sua mente di adrenalina. Si stava scontrando col proprio elemento, ancora una volta, e chissà se anche in quella situazione ne sarebbe uscita vincitrice? La prima volta, durante il sogno, aveva ricevuto una sorta di battesimo al quale aveva presenziato la donna di colore; ora era il mostro il suo avversario, ma qualcuno era sempre venuto in aiuto della Tassorosso, una voce misteriosa, mai sentita in precedenza, che l'aveva scelta. Prima o poi avrebbe dovuto rifletterci seriamente, risolvere anche quel mistero, ma non adesso, non ora che la belva era di nuovo pronta ad attaccare, più arrabbiata e inferocita che mai. La luce emanata dalle scariche elettriche le diedero la fugace visione di scheletri a ridosso degli angoli più remoti della stanza. Lo sguardo si soffermò su di essi solo per un nanosecondo, rabbrividendo per l'orrore, ma cercando di mantenere i nervi saldi, aiutata in questo dall'arma che teneva ancora impugnata con entrambe le mani. Volgendo la testa verso l'alto, l'orrenda creatura emise un ruggito spaventoso, un grido che avrebbe dovuto spaventare la propria avversaria e renderla un agnellino incapace di reagire a quello che sarebbe accaduto subito dopo. Peccato che quel gesto mise in mostra un punto preciso del corpo della belva, là dove le scariche interne facevano risaltare la sagoma del suo cuore. Che fosse quello uno dei suoi maggior punti deboli? L'irlandese però non aveva molto tempo per elaborare una strategia, avrebbe dovuto cercare di sfruttare l'istinto e le giuste circostanze che avrebbero favorito la sua vittoria. La prima onda d'urto, provocata dal mostro, venne schivata con relativa facilità dalla O'Neill [d20:6 + Riflessi:15= 21], ma non il secondo con il quale ebbe poca fortuna [d20:6 + Riflessi:15= 21]: un freddo intenso, glaciale, e poi una serie di scariche elettriche si impossessarono del suo corpo, facendola urlare dal dolore e rischiando di farle perdere la presa sulla spada. Riuscì a tenerla con la sinistra, mentre la ragazza si piegava in avanti, la testa ancora alzata per vedere ciò che la belva aveva intenzione di fare. Impallidì dal terrore quando vide la creatura caricare per correrle contro, nel chiaro intento di massacrarla col peso del proprio corpo e se possibile di lacerarle la carne con i denti aguzzi. Mossa dall'istinto [I(SS):20] e dalla logica [I(P):22] la tassetta afferrò con un gesto veloce la bacchetta e scagliò un incantesimo semplicissimo, di quelli che si imparano al primo anno ad Hogwarts, rimettendo poi la bacchetta al proprio posto nella tasca.
Olios
Difficoltà: 1 Tipo: Incantesimo di Evocazione Descrizione: Fa apparire una macchia d'olio scivoloso in un'area definita di 1,5 x 1,5m Genere: Offensivo Danno: //
La pozza d'olio venne diretta poco di fronte alla O'Neill, creando una trappola naturale al quale il mostro difficilmente sarebbe riuscito a sottrarsi. Nel caso in cui, quindi, le sue enormi zampe fossero scivolate sulla pozza oleosa, Cappie avrebbe atteso il momento giusto per spiccare un salto in avanti [d20:11 + T(F):19= 30] e affondare nuovamente la punta della spada [d20:9 + T(F):19= 28], ma questa volta nel cuore pulsante della creatura, imprimendo nella lama la forza non di una, bensì di entrambe le mani sperando con tutta sè stessa di non fallire il colpo.
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da Sandyon » 16/04/2015, 12:13
L'adrenalina nel corpo della O'Neill non era soltanto frutto di tutte le emozioni accumulate fino a quel momento, bensì anche un dono soprannaturale, fornito da una persona sconosciuta e ben diversa da quella incontrata nei suoi sogni precedenti, al ricevimento della scintilla Ignis ancora non del tutto sbocciata in lei. Impugnando la lama, Caroline Priscilla aveva scatenato un potenziale esorbitante, un potenziale che le stava permettendo di avere la meglio sul nemico anche quando in teoria avrebbe dovuto perdere miseramente, in quanto studentessa semplice e ancora inesperta. L'incantesimo "Olios" lanciato nel punto giusto del pavimento dove la neve ormai non c'era più fu provvidenziale, difatti la bestia feroce non si accorse di quella trappola sottile e ingegnosa (derivante da una mente molto sveglia e attivo, forse TROPPO sveglia e attiva per le facoltà cognitive e cerebrali attuali della Tassorosso), essendo impegnata nel voler caricare a tutto spiano la propria preda, così finì rovinosamente per cascarci e scivolare a zampe all'aria fino al muro di fronte, sbattendo anche la parte inferiore del corpo emettendo un sonoro "Crack" il quale fece intuire una possibile frattura del bacino. Quello ero l'istante decisivo, quello del colpo di grazia. All'effettiva per la ragazzina non serviva altro che saltare e provare a conficcare la lama nel punto dove presumibilmente si trovava il cuore della creatura, ma l'animo battagliero in lei, non certo quello naturale bensì quello "in prestito", le fecero fare anche qualcosa di più. Difatti il salto parve più una capriola atletica ed acrobatica decisamente alta e spiccata, per non parlare poi del metodo di conclusione dello scontro: appena arrivata con i piedi sull'addome del mostro, tracciò una croce nella zona cardiaca, rivelando quindi ancora di più le tracce del muscolo involontario, dopo di che, avendo quindi la certezza matematica di dove colpire, impugnò la wakizashi a due mani e la conficcò di netto spingendo con tutto il peso del corpo, decretando la fine del predatore, accompagnata da un urlo strozzato di dolore e diverse scariche elettriche che, stranamente, invece di farle del male, vennero automaticamente assorbite dal suo corpo e soprattutto dalla spada, spada che si illuminò di un azzurrino ceruleo e ricoprì la lama metallica di diverse scintille elettriche violette, per poi spegnersi lentamente. Con un altro salto all'indietro poi, Caroline Priscilla tornò al suolo e di improvviso, tutto quello spirito battagliero e tonante scomparve esattamente come era venuto... peccato che invece la spada giapponese non avesse fatto la stessa fine, dunque avrebbe dovuto trovare la giusta scusa da inventarsi con gli altri per giustificare la presenza di quell'arma bianca così particolare. Tutto finito insomma, adesso poteva liberamente prendersi la chiave ed andare ma... la chiave... dov'era? Il mostro si rovesciò su un lato, la lingua fuori della bocca e il dorso appuntito che si sgretolava lentamente. Poi, ad un tratto, dall'interno del carapace ormai vuoto rotolò via qualcosa che sembrava ancora pregna di energia statica pulsante. Sembrava proprio un grosso gomitolo di lana, anzi, neanche un gomitolo, proprio un ammasso di lana morbida e giallastra. Tuttavia, non rimase in quella forma a lungo, poiché davanti agli occhi della O'Neill si palesarono in breve anche quattro zampe bluastre, una testa e una coda... ma ciò che uscì da dentro il mostro era tutto fuorché mostruoso, anzi...
Ecco cos'era che forniva energia alla bestia! Evidentemente la creatura di piccole dimensioni (altezza 60 cm, peso 7,8 kg) era stata intrappolata al fine di garantire la vita al mostro. La spiegazione doveva essere per forza quella perché era piuttosto difficile pensare che i due fossero imparentati, non avendo nulla in comune. La pecorella elettrica subito si avvicinò docile alla O'Neill, emettendo il tipico verso dell'animale, però più morbido e più acuto, muovendo la coda. Da dentro l'avversario sconfitto, comunque, non uscì fuori soltanto quella creatura apparentemente pacifica. Dopo qualche secondo scivolò via anche una chiave, l'obiettivo principale di tutta quella faccenda. Erano trascorsi all'incirca 35-40 minuti dall'ingresso della Tassorosso nella stanza. Era ancora in tempo. Ah, inutile aggiungere che, esattamente come per la palletta rosa di Victoria, qualora la O'Neill avesse deciso di andarsene (in quanto la porta si era appena riaperta), la pecorella elettrica l'avrebbe seguita senza neanche chiederle il permesso, al pari di un'ombra.
Nella stanza accanto, intanto, Victoria Randall si preparava ad affrontare la stessa identica sfida operata in precedenza dal fidanzato, il quale però aveva avuto un risultato negativo, venendo poi sbattuto fuori senza "se" e senza "ma", per altro anche con un brutto colpo di tipo psichico volto a ridurre le sue capacità intellettive. Era un rischio affrontare quella prova, ma la bionda americana era anche consapevole che senza tutte le chiavi di lì non era possibile uscire, quindi supportata dalla palletta rosa che la seguiva ovunque, lasciò che la porta si chiudesse alle sue spalle, ritrovandosi con di fronte quella sorta di medusa cervellotica apparentemente fredda e calcolatrice. La creatura aleggiava ed osservava i due nuovi giunti con i propri occhi rossi e luminosamente inquietanti. Gli ingranaggi sulle pareti presero a girare, poi la voce della strana medusa divenne forte, chiara e impersonale.
Per ricevere ciò che cerchi, dovrai prima risolvere i miei tre rompicapi. Ecco il primo:
Il Nottetempo alla sua partenza ha in tutto 64 passeggeri. Alla prima fermata ne scendono 17 e ne salgono 11. Alla seconda fermata ne scendono 32 e ne salgono 29. Alla terza fermata ne scendono 12 e ne salgono 40. Alla penultima fermata ne scendono 20 e non sale nessuno. Giunti al Capolinea, scendono quasi tutti meno che 9 e ne salgono altri 75. Prima che riparta il Nottetempo, dunque, quante persone ci sono all'interno del mezzo?
Silenziosamente, la creatura attese che Victoria desse la propria risposta, evitando come in precedenza di decretare subito se fosse giusta o sbagliata. Successivamente, a prescindere dal tempo trascorso, avrebbe quindi proseguito con il successivo indovinello.
Se io chiedessi ad un bugiardo: "Professi il falso, quando dici che stai mentendo?", cosa dovrebbe rispondermi?
Ancora una volta, per la creatura misteriosa non fece altro che calare il silenzio più totale, fissando continuamente la Dragargenteo attendendo il responso a quel quesito un po' strano e contorto. Il gruppo doveva sperare che Victoria ce la facesse, altrimenti... beh, meglio non ricordare l'altrimenti.
INTANTO FUORI DALLE PORTE
Pag. 16
"Gli esperimenti procedono bene. La Reggia Meravigliosa è quasi finita. Se davvero riuscissi a crearla, potrei regalare ad Hogwarts un ottavo piano. Certo, ci vorrebbe il consenso della Presidenza, ma sono sicuro che accetteranno. C'è bisogno di spazio, i ragazzi aumentano di anno in anno e poi vuoi mettere la concorrenza alle altre scuole? Donald mi ha detto che la pietra creatrice sta terminando, dovrò recarmi di nuovo nel giacimento in Finlandia per recuperarne un po'."
Pag. 21
"Ultimamente il mio assistente si comporta in modo strano. Ha sempre bisogno di nuovi insegnamenti, non sa aspettare il momento giusto, è impaziente. Vede tutto ciò che faccio come fantastico ma non si accorge dei rischi di una materia simile. L'Alchimia può schiavizzare, se non ci si rende più forti di lei. Può condurre alla follia. Dovrò parlarci, soprattutto da quando ha saputo dell'esistenza della Pietra Filosofale Sintetica. Semmai dovesse riuscire a crearla, ho timore di cosa possa accadere."
Pag. 38
"L'altro ieri ho trovato una sezione della Reggia che non ricordavo. Evidentemente deve essere stato Donald a crearla e questo non va affatto bene. Devo impedirgli di fare certe cose senza il mio permesso. Il problema però è che sta diventando realmente maniacale con questa storia dei segreti e dei misteri. Proverò a porre rimedio alle sue uscite di ingegno di nascosto, così che non possa accorgersene. Dopo di che sarà meglio discuterne con la Presidenza, quella che speravo fosse una bella sorpresa si sta rivelando un pericolo. Ci manca solo che qui dentro venga fatto alloggiare un secondo Basilisco."
Non appena Brianna Wollis fece presente quali per lei fossero le verità e le menzogne, il bambino paffuto e triste in fondo alla Sala Comune si risentì molto, voltandosi e guardandola con aria ferita. Tuttavia, quel fatto durò appena pochi istanti, poiché dopo le quattro figure scomparvero come fossero state proiezioni ed un'altra porta al lato sinistro si aprì, fornendo l'accesso all'area successiva. Quando la ragazzina vi fu dentro, scoprì che gli stendardi appartenevano alla Casata dei Serpeverde, non c'erano dubbi. I colori Verde e Argento disseminati per la piccola stanza quadrangolare dominavano e alcuni candelabri accesi avevano le forme di serpenti metallici con in bocca candele che emanavano una fiamma verde acido intensa. In fondo alla stanza, una faccia di pietra con la bocca aperta fece uscire tre differenti rettili che strisciarono fino ad essere distanti più o meno un paio di metri dalla Delfinazzurro. Il primo aveva dei sonagli al termine della coda, il secondo aveva ai lati della testa delle alette a formare un cappuccio, il terzo ed ultimo, di maggiori dimensioni in lunghezza (sembrava almeno di sei-otto metri), si arrotolò per non occupare troppo spazio. A un tratto, le fiamme verdognole si innalzarono e nel fuoco si scolpì un'altra domanda per la giovane studentessa del quarto anno.
CHI, TRA NOI TRE, POSSIEDE IL VELENO PIÙ LETALE?
A prescindere dalla risposta, la porta sulla sinistra della giovane si sarebbe aperta, rivelando il passaggio che conduceva di nuovo nel corridoio principale. Mancavano solo due altre Casate ormai... quale avrebbe scelto Brianna come successiva: i Tassorosso o i Corvonero?
Per questo turno di risposte l'ordine è:
1) Victoria 2) Caroline Priscilla 3) Jorge 4) Brianna
La seconda, ovviamente, dovrà giocarsi che nell'uscire troverà l'amico delfino intento a leggere. Buon Proseguimento!
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da Victoria » 16/04/2015, 16:40
[handwriting]Non appena la porta le si chiuse, sigillandosi, alle spalle, Victoria fece un gran respiro, pronta ad affrontare il mostro a forma di medusa col cervello gigante e gli occhi rossi che Jorge le aveva descritto: la bestia un po' -tanto- inquietante non tardò ad arrivare, fissandola con occhi vacui e brillanti; dell'uovo a cui il Delfino le aveva accennato, invece, nessuna traccia, ma visto che non era quello che serviva alla Dragargenteo, la Randall non se ne preoccupò poi molto. Non appena gli ingranaggi che riempivano le pareti iniziarono a girare, l'americana deglutì sonoramente e prese per la seconda volta un lungo respiro profondo, cercando quasi conforto e coraggio nella sua palletta rosa che l'aveva accompagnata -chissà perché poi- all'interno della porta. Per ricevere ciò che cerchi, dovrai prima risolvere i miei tre rompicapi.'Allora non sono semplici domande, si tratta di indovinelli...' -pensò la bionda, visto che il portoghese non l'aveva specificato, annuendo e rabbrividendo al tempo stesso per il tono impersonale nella voce di quel mostro, che le ricordava molto quello di una macchina robotica babbana. Ecco il primo:
Il Nottetempo alla sua partenza ha in tutto 64 passeggeri. Alla prima fermata ne scendono 17 e ne salgono 11. Alla seconda fermata ne scendono 32 e ne salgono 29. Alla terza fermata ne scendono 12 e ne salgono 40. Alla penultima fermata ne scendono 20 e non sale nessuno. Giunti al Capolinea, scendono quasi tutti meno che 9 e ne salgono altri 75. Prima che riparta il Nottetempo, dunque, quante persone ci sono all'interno del mezzo?Fiuuu...Fu colta da un'enorme ondata di sollievo, la Draghessa, perché conosceva quell'indovinello: certo, lei l'aveva sentito nella sua versione babbana, ma non doveva discostarsi poi molto da quello che le era stato presentato ora, no? A fare i conti ci mise poco, una manciata di secondi, l'unica cosa che le venne da chiedersi fu: quanto personale c'era sul Nottetempo? 'Ricordo solo che è molto veloce...''E non essendoci mai salita posso solo ipotizzare che come personale a bordo ci siano il bigliettaio e il conducente, quindi in tutto...'
Ci sono 86 persone all'interno del mezzo.Pronunciò con voce quasi del tutto sicura, lieta che il primo indovinello non le avesse richiesto chissà quale sforzo mentale o perdita di tempo cospicua, anzi: come per il mappamondo, anche la "medusa cervellotica" non le diede minimamente segni di assenso o di diniego, il che significava che Victoria sarebbe arrivata a scoprire se le risposte date fossero giuste o sbagliate solo alla fine della sua prova. Se io chiedessi ad un bugiardo: "Professi il falso, quando dici che stai mentendo?", cosa dovrebbe rispondermi?Questo indovinello era più difficile rispetto al primo, ma anche in quel caso un campanello suonò nella mente della Randall, come a richiamare in lei un ricordo lontano: perché le veniva spontaneo collegare quella domanda ai... cretesi?! 'L'ho già sentito, l'ho studiato da qualche parte al college! Dunque, vediamo... un bugiardo... una persona che mente, quindi... un mentitore... ma certo, diavolo, è il paradosso del mentitore!!!!'L'aveva studiato in modo molto blando, anni prima, ma essendosene interessata all'epoca per come fosse contorto e, al tempo stesso, geniale, tutto ciò che doveva fare era spiegare il perché della sua risposta! Era talmente su di giri e felice d'esser stata così fortunata -dopotutto sarebbe stato disonesto felicitarsi per la propria intelligenza/perspicacia, visto che per entrambi si era trattata solo di una questione di memoria- che si mise a saltellare sul posto, magari contagiando anche la palletta rosa, chissà. Risponderebbe che la risposta a questa domanda è sia sì che no. -rispose a voce alta, chiara e ferma Victoria, decidendo poi di aggiungere per scrupolo il perché di quella sua risposta- Se, infatti, la risposta fosse che è vero, allora il bugiardo direbbe la verità, e quindi la risposta sarebbe falsa. Se invece la risposta fosse che è falso, allora il bugiardo direbbe comunque la verità, e quindi la risposta sarebbe vera... perciò, non potendo affermare se sia vera o falsa, si tratta di un paradosso!Una spiegazione assolutamente contorta -come il paradosso stesso, del resto- ma l'importante era che lo capisse la medusa dagli occhi color rubino. 'E che l'ultimo indovinello non sia troppo complesso, o c'è il rischio di non potermi affidare alla memoria stavolta...'[/handwriting]
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da Caroline Priscilla » 17/04/2015, 20:02
Qualcosa di straordinario stava accadendo all'interno di quella stanza, qualcosa che la Tassorosso avrebbe ricordato per il resto della propria vita. Senza avere il tempo di riflettere sul perchè o il come, Cappie stava dimostrando un'abilità nella spada davvero impressionante, insieme ad uno spirito combattivo che si esaltava ogni volta che un colpo andava a segno contro il mostro. Un generoso regalo dalla voce che aveva sentito prima, non c'è dubbio, ma in quel momento la O'Neill non si stava chiedendo che cosa la rendesse così veloce a schivare i colpi o così preparata nell'attaccare e nel trovare strategie offensive che si sarebbero dimostrate molto efficaci. Aveva usato l'incanto Olios per rendere la superficie del pavimento scivolosa, una trappola nella quale la bestia cadde (era il caso di dirlo) con tutte le scarpe. Scivolando quindi verso la Tassorosso, che si spostò saltando evitando di venire travolta dalla creatura, il mostro andò a sbattere contro il muro, facendo risuonare un sonoro crack per tutta la stanza che avrebbe fatto intendere alla ragazzina di avergli fratturato qualche osso. Senza pensarci due volte, però, la O'Neill con una maestria e una precisione molto più sviluppate e avanzate gli saltò sul ventre, incidendo una "x" con la punta della wakizashi là dove vedeva battere, a tratti, il suo cuore. Non avrebbe avuto alcuna pietà per lui, glielo si leggeva in volto: alzando la spada con entrambe le mani la affondò poi nel punto indicato, facendo scaturire dalla ferita una serie di scariche elettriche che stranamente, invece di abbrustolirla, vennero assorbite da lei e dalla spada, facendola sentire quasi come rinata, nonostante una cosa del genere fosse impossibile. Vide gli occhi della creatura perdere vita e lentamente spegnersi,fino a quando non divennero nel tutto vacui. Solo allora Cappie decise che poteva estrarre la spada dal corpo morto e scendere dalla carcassa, sentendo il proprio spirito ritornare quello di sempre e l'adrenalina che l'aveva pervasa nei furori della battaglia scemare del tutto.
Ce l'ho fatta...
Fu il suo primo pensiero mentre prendeva un profondo respiro, rendendosi conto che la sua prova era stata superata e che ora non doveva fare altro che cercare la chiave.
CE L'HO FATTA!
Urlò di gioia, a squarciagola, mentre calde lacrime di sollievo rigavano il suo volto, lacrime che comunque vennero asciugate all'istante. Fissò il proprio orologio da polso, controllando l'orario e tirando un altro respiro di sollievo quando si rese conto di averci impiegato meno di un'ora a sconfiggere il mostro e che quindi avrebbe fatto in tempo a tornare dal resto del gruppo per proseguire tutti insieme. Quando sentì il mostro scivolare di lato, la Tassorosso si voltò di nuovo, impugnando nuovamente la wakizashi come se si aspettasse di doverlo combattere una seconda volta. Invece, sembrava solo che fosse iniziata (e anche piuttosto precocemente) la fase di decomposizione, con il guscio pieno di spuntoni che andava in frantumi, facendo uscire dal suo interno una palletta morbida e lanosa vivente!
Ma che diavolo...?
Lo fissò stranita. perchè la cosa di lana emanava dei residui di energia elettrica, facendole intuire che il mostro prendeva vita grazie all'azione dell'energia elettrostatica emanata dalla palla. Già, peccato che quella cosa non fosse affatto una palla: un paio di zampe blu, una coda e una testolina spuntarono fuori subito dopo, lasciando la ragazza completamente basita di fronte alla tenerezza di quella creatura (perchè poteva essere solo una creatura e non un mostro) che la fissava...belando!
E tu come ci sei finito là dentro?
Chiese, allungando una mano col palmo rivolto verso l'alto per, se la simil pecorella avesse voluto, farle una carezza sul muso. Quale mostro disumano era capace di intrappolare una creatura vivente all'interno di un corpo mostruoso come quello? Gli occhi della O'Neill si riempirono di lacrime, che vennero però scacciate subito perchè non poteva certo permettersi di perdere altro tempo. Doveva cercare la chiave e anche in fretta o il vantaggio che aveva avuto fino a quel momento sarebbe stato mandato in fumo. Per sua fortuna non fu costretta (cosa che le avrebbe rivoltato lo stomaco) a sbudellare la bestia con la wakizashi, visto che la chiave spuntò fuori nello stesso identico modo della pecorella (per il momento l'avrebbe chiamato così), venendo arraffata all'istante dalla ragazzina.
E una è andata. Speriamo che anche gli altri ce l'abbiano fatta...
Ragionò a voce alta, ma in fondo dubitava che potesse esserci delle prove più difficili di quella affrontata da lei, per quanto Cappie non ci avrebbe messo la mano sul fuoco. Mentre si voltava per dirigersi verso la porta, wakizashi in mano (purtroppo non aveva il fodero) la O'Neill si voltò nuovamente verso la creatura. Che cosa avrebbe dovuto fare con lei? Poteva forse abbandonarla lì? Si sarebbe sentita un mostro peggiore di colui che l'aveva usata come pila, ma da una parte temeva che portandola con sè avrebbe creato altri problemi e altre discussioni inutili con Victoria. Però...si sentiva vicina a quella creatura, una sorta di affinità che era dovuta all'elemento del quale entrambe sembravano essere infuse, chi più chi meno.
Coraggio, andiamo... Penserò dopo a dove sistemarti.
A quanto pare il suo nuovo amico era più che felice di seguirla, perchè non appena la ragazza aprì la porta la pecorella la seguì, uscendo insieme a lei da quel luogo. La prima cosa che vide, dopo essere ritornata nel laboratorio, fu Jorge seduto per terra e con la bacchetta puntata contro di sè.
Ma che diavolo stai facendo?!
Chiese preoccupata che l'altro stesse per porre fine alla propria esistenza, non sapendo bene il perchè. In ogni caso, quando il portoghese si decise a spiegarle quali fossero realmente le proprie intenzioni, la O'Neill si lasciò scivolare vicino a lui con un sospiro di sollievo, fissando solo in quel momento il libro che teneva aperto sulle ginocchia.
Ce l'ho fatta...- disse, poco dopo, sventolando la chiave di fronte al migliore amico con aria felice ma stanca: d'altronde anche lei aveva riportato delle ferite da quello scontro -E non chiedermi da dove provengono quella pecorella e la spada...me le sono ritrovate entrambe là dentro...- in fondo non aveva detto proprio una bugia, anzi era vero che la wakizashi si era materializzata dentro la stanza -Tu invece? Le altre non sono ancora uscite? ...Hai scoperto qualcosa di interessante nel libro?
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da Jorge » 17/04/2015, 21:15
Ti prego, fa che risponda correttamente a tutti e tre gli indovinelli.Una preghiera silenziosa rivolta a chiunque fosse in grado di esaudirla. Fu questa la prima cosa che fece Jorge non appena Victoria sparì dietro la porta che l’aveva sbattuto fuori pochi minuti prima, terrorizzato più dall’idea che il mostro posasse i suoi viscidi tentacoli sul corpo della fidanzata che dalla possibilità che ella potesse fallire. Dopotutto era più facile avere paura del noto che dell’ignoto – il mal di testa, lo stato di spossamento fisico e le piccole cicatrici ai lati delle tempie erano prove tangibili di quanto pericoloso anche se non letale potesse diventare il “cervellone” – anche se il peso della chiave che aveva riposto nella tasca dei propri pantaloni avrebbe dovuto rassicurarlo sull’esito di quella prova. La Randall aveva già dimostrato di essere una tipa tosta e piena di risorse e avrebbe dato sicuramente del filo da torcere a quell’inquietante creatura dagli occhi rossi. Una volta rimasto solo, però, il peso del suo fallimento e il senso di inutilità dovuto all’essere costretto a ciondolare nel laboratorio mentre le ragazze combattevano contro chissà cosa per portarli fuori di lì vivi, divennero così schiaccianti da spingerlo a tentare nuovamente di spulciare quel vecchio libro nella speranza di trovare un qualche indizio utile sul luogo dove si trovavano e sull’esistenza di un piano di fuga alternativo alle quattro chiavi. Con passo malfermo quindi si avvicinò al leggio e, appoggiandosi a esso con la mano sinistra, iniziò a sfogliarlo con la destra, gli occhi ridotti a due fessure per potersi concentrare sulle parole nonostante il dolore alla testa che provava. "Gli esperimenti procedono bene. La Reggia Meravigliosa è quasi finita. Se davvero riuscissi a crearla, potrei regalare ad Hogwarts un ottavo piano. Certo, ci vorrebbe il consenso della Presidenza, ma sono sicuro che accetteranno. C'è bisogno di spazio, i ragazzi aumentano di anno in anno e poi vuoi mettere la concorrenza alle altre scuole?” Un regalo? Tutto questo è un regalo che Mordenkainen aveva intenzione di fare a Hogwarts? Allora come ha fatto a trasformasi in una trappola mortale? E se lui era convinto che la Presidenza avesse accolto con favore il suo regalo perché lo hanno cacciato?Quelle prime righe più che rispondere agli interrogativi del portoghese non facevano altro che crearne dei nuovi. Dopo la sfuriata di Victoria Jorge si era convinto che l’Alchimista fosse un folle, invischiato in chissà quali esperimenti al limite del lecito espulso da Hogwarts per colpa grave e che aveva creato quel luogo per vendicarsi dei torti – reali o immaginari che fossero – subiti. Invece sembrava che fosse una brava persona, dedita si agli esperimenti, ma a fin di bene e a cui stava a cuore la reputazione di Hogwarts. ”Donald mi ha detto che la pietra creatrice sta terminando, dovrò recarmi di nuovo nel giacimento in Finlandia per recuperarne un po'." Chi diavolo è Donald? E cos’è la pietra creatrice?Istintivamente la mano corse alla tasca in cui aveva fatto scivolare la pietra che aveva preso come souvenir prima di precipitare in quell’incubo. Che fosse quella la fonte che aveva dato vita a tutto quello? E se così era, potevano forse utilizzarla in qualche modo? Potremmo tentare di riaprire la porta di accesso che è sparita… oppure crearne una nuova che ci permetta di scappare dal laboratorio… oppure produrre una sorta di scudo per proteggerci dall’esplosione…Farneticazioni. Ecco come avrebbe lui stesso giudicato quei pensieri sconnessi che si materializzarono nella sua mente. Come poteva infatti pensare di usare qualcosa di cui, fino a un attimo prima, ignorava l’esistenza? I “tentacoli – shock” però avevano minato sia la sua capacità di concentrazione, rendendolo meno lucido, e quello, unito al bisogno spasmodico di essere in qualche modo utile alla causa, lo spinse a ripescare dalle tasche la matita e il pezzo di pergamena usato nella stanza per appuntarvi le parole pietra creatrice e Finlandia, nella malaugurata ipotesi che avesse dovuto consultarsi con le ragazze per cercare una via di fuga alternativa. "Ultimamente il mio assistente si comporta in modo strano. Ha sempre bisogno di nuovi insegnamenti, non sa aspettare il momento giusto, è impaziente. Vede tutto ciò che faccio come fantastico ma non si accorge dei rischi di una materia simile. L'Alchimia può schiavizzare, se non ci si rende più forti di lei. Può condurre alla follia.”
Un attimo di pausa durante il quale Jorge ebbe un piccolo crollo sia emotivo che fisico che lo portò a scivolare a terra, portando con sé il libro ancora aperto che finì sulle sue ginocchia, le spalle incurvate in avanti e la testa ciondoloni sul torace, gli occhi serrati. Aveva risolto un piccolo mistero – Donald era l’assistente di Mordenkainen – ma non c’era da rallegrarsi perché in quella descrizione scarna e per nulla positiva il portoghese rivedeva molto di sé. Non era un secchione ma quando si trattava di Pozioni e Alchimia la sua sete di conoscenza sembrava non avere fine così come la sua impazienza. Quando si imbatteva in qualcosa di nuovo doveva subito comprenderne il significato, l’origine, i possibili utilizzi, com’era accaduto poco prima con la pietra creatrice. E non aveva definito fantastico e meraviglioso tutto quell’Ottavo Piano Nascosto, sperando non tanto in segreto di poter, un giorno, raggiungere un tale grado di conoscenza dell’Alchimia da poter gestire un potere di quella portata? Se avesse davvero intrapreso la carriera dell’Alchimista sarebbe diventato folle, perdendo di vista ciò che era importante, barattando la morale e l’etica in nome della scienza e della ricerca? Il cuore iniziò a battergli forte a tempo con le tempie, aumentando di poco il già non trascurabile mal di testa che aveva. No, a me non accadrà!Affermò sicuro, rialzando la testa per riprendere a leggere, senza però tentare di rimettersi in piedi per timore che le gambe non l’avrebbero retto. Forse non aveva un ferreo autocontrollo o principi morali abbastanza saldi per poter tracciare una linea netta tra la genialità e la follia, ma era circondato da persone con i piedi molto più ben ancorati a terra dei suoi. Già… ma loro non ti staranno accanto quando lascerai Hogwarts!Insinuò una vocina maligna nella sua mente, rammentandogli come, dopo il diploma, avrebbe dovuto affrontare il mondo senza la presenza costante al suo fianco di Caroline Priscilla e di Victoria che, volenti o nolenti, rappresentavano la parte migliore di lui. "Dovrò parlarci, soprattutto da quando ha saputo dell'esistenza della Pietra Filosofale Sintetica. Semmai dovesse riuscire a crearla, ho timore di cosa possa accadere." Sintetica?!?!?!?E meno male che era già seduto a terra perché dopo aver letto una notizia del genere come minimo sarebbe andato giù lungo. Poteva essere spossato, la creatura poteva avergli fritto il cervello, mandando in fumo tutto il lavoro di ripasso fatto nell’ultimo mese, ma era certo che mai, mai nel corso dei suoi sette anni di studi, avesse sentito anche solo ipotizzare la possibilità di creare una Pietra Filosofale Sintetica, per non parlare della sua esistenza. Chissà quali altre scoperte ha fatto Mordenkainen…Mormorò il Delfino, prendendo in mano tutto il resto del libro e sfogliandolo velocemente, prima di riportarlo alla pagina che stava leggendo. Poteva essere l’unico a ignorare l’esistenza di quelle due pietre ma qualcosa gli diceva che quel diario – perché aveva tutta l’aria di esserlo – contenesse il frutto di buona parte se non tutte le ricerche fatte dall’Alchimista e sarebbe stato un vero insulto a tutto ciò in cui credeva lasciarlo a marcire per sempre in quel luogo. Poteva contenere scoperte importanti, che avrebbero potuto apportare benefici non indifferenti al Mondo Magico. Doveva trovare un modo per portarlo con sé non per il proprio tornaconto personale quanto per condividere con il mondo le scoperte più utili e meno pericolose. L’unica cosa che devi trovare è un altro modo per uscire da qui. Concentrati!Lo rimproverò una vocina dentro la sua testa con la voce arrabbiata di Victoria senza sortire però alcun effetto. Aveva fallito la sua prova e le altre stanze erano sigillate, quindi non poteva andare in soccorso di Caroline Priscilla o di Brianna. L’unica cosa che poteva fare per non impazzire a guardare quel dannato cronometro fare il conto alla rovescia di quanto mancava alla loro dipartita era leggere. Peccato che il libro si stava rivelando essere si una miniera di informazioni preziose ma non per la loro situazione. Geminio Geminio
Difficoltà: 5 Tipo: Incantesimo Generico Descrizione: Duplica gli oggetti Genere: // Danno: //
Mormorò quindi con la bacchetta puntata contro il libro nel tentativo di duplicarlo, contenuto incluso, e successivamente rimpicciolire la copia e infilarsela in tasca. Indipendentemente dall’esito della sua manovra, più istintiva che ragionata, Jorge avrebbe continuato con la lettura dell'originale. "L'altro ieri ho trovato una sezione della Reggia che non ricordavo. Evidentemente deve essere stato Donald a crearla e questo non va affatto bene. Devo impedirgli di fare certe cose senza il mio permesso. Il problema però è che sta diventando realmente maniacale con questa storia dei segreti e dei misteri . Proverò a porre rimedio alle sue uscite di ingegno di nascosto, così che non possa accorgersene Dopo di che sarà meglio discuterne con la Presidenza, quella che speravo fosse una bella sorpresa si sta rivelando un pericolo. Ci manca solo che qui dentro venga fatto alloggiare un secondo Basilisco." Allora è stato Donald a creare questo laboratorio e a intrappolare quella creatura là dentro!Esclamò a voce abbastanza alta per poi incassare la testa e portarsi entrambe le mani alle tempie a causa di una fitta di mal di testa più dolorosa. Doveva trovare un qualche rimedio e anche in fretta perché se mai l’Ape Maia o Cappie avessero fallito nel loro compito lui non sarebbe stato di alcuna utilità per rimediare. Portò una mano alla cintura dove teneva le spille acquistate a Hogsmeade, chiedendosi se la spilla magivitale avesse già fatto il suo effetto o meno per poi impugnare il suo catalizzatore: in mancanza di una pozione antidolorifica poteva sempre fare ricorso alla magia. Sollevò quindi la bacchetta e se la puntò contro ma un secondo prima di poter castare l’incantesimo una voce conosciuta lo bloccò. Ma che diavolo stai facendo?!Provare ad alleviare almeno un po’ il dolore che provo alla testa. I tentacoli della medusa là dentro hanno pasticciato con il mio cervello lasciandomi un enorme mal di testa…Rispose con un tono di voce amaro, lasciando la frase in sospeso perché a dirla tutta non sapeva con esattezza cos’altro avesse fatto e quali danni gli avesse provocato. Corpore SanoCorpore Sano
Difficoltà: 7 Tipo: Incantesimo di Guarigione Descrizione: Recupera 15 PS al mago che lo esegue o ad un soggetto designato Genere: // Danno: //
Mormorò quindi, tirando un enorme sospiro di sollievo non appena la magia avvolse il suo corpo e alleviando di poco il dolore alla testa che provava. Certo che anche tu non stai messa proprio bene. - aggiunse osservando la sua sorellina avanzare verso di lui per poi scivolare a terra al suo fianco. Senza pensarci due volte le rivolse contro il proprio catalizzatore magico e castò nuovamente l’incantesimo di guarigione, rendendosi così almeno un po’ utile. – Corpore Sano... - mormorò quindi in direzione della sua sorellina per poi chiedere - Che diavolo è successo là dentro?Ce l'ho fatta...Sapevo che con la bacchetta eri una scheggia. Perché hai usato la bacchetta vero? – tono interrogativo dovuto al fatto che si era appena accorto che l’altra stava impugnando una spada – E quella cosa pelosa cos’è? Non chiedermi da dove provengono quella pecorella e la spada...me le sono ritrovate entrambe là dentro... Ma che diavolo accade quando risolvete gli enigmi?Già da quella domanda, unita al fatto che lui non gli avesse subito mostrato la propria di chiave, la Tassetta avrebbe dovuto comprendere che c’era qualcosa che non andava. Jorge dal canto suo non aveva molta voglia di confessare nuovamente il suo fallimento ma alla successiva domanda diretta non potè sviare. Tu invece? Ho fallito. Non sono riuscito a risolvere tutti gli enigmi e alla fine la creatura prima ha rovistato nel mio cervello e poi mi ha sbattuto fuori dalla stanza.Diretto, asciutto e con l’aria colpevole perché tanto indorare la pillola non sarebbe servito a nulla. Le altre non sono ancora uscite? Solo Victoria. Mi ha lasciato la sua chiave prima di infilarsi nella mia porta – orgoglio e preoccupazione trasparivano dalla sua voce, lo sguardo fisso sulla porta con su stilizzato un cervello – E io per ingannare l’attesa senza impazzire mi sono messo a spulciare questo alla ricerca di qualcosa che ci possa tornare utile nel caso…Lasciò la frase in sospeso perché tanto il senso era abbastanza chiaro. ...Hai scoperto qualcosa di interessante nel libro? Forse. È stato davvero Mordenkainen a creare questo luogo usando una cosa che si chiama “pietra creatrice”ma non per vendetta o altro. Voleva solo ampliare Hogwarts per renderla più accogliente. L’Ottavo Piano doveva solo essere un regalo. Credo sia stato Donald, il suo assistente, a trasformarlo in una trappola mortale. È lui quello fissato con i misteri e i segreti…Si Donald, perché? Lo conosci?- chiese quando la Tassetta lo interruppe per poi continuare dopo aver ascoltato la sua risposta - Sembrerebbe però che Mordenkainen abbia tentato di porre rimedio in qualche modo alle sue trovare quindi forse c’è un altro modo per uscire da qui anche senza le chiavi. Continuiamo a leggere, ti va? Tanto finchè non escono non abbiamo molto da fare…Propose sistemando poi il libro in modo che anche la sua sorellina potesse leggere quello che vi era scritto.
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Jorge
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da Brianna » 18/04/2015, 15:14
Dopo aver dato le risposte che riteneva corrette, ebbe l'impressione che il ragazzino vicino al camino si risentisse molto, in quanto si voltò e se ne andò... che fosse la reazione ad sua risposta sbagliata? Brianna non ebbe quasi il tempo di pensarci che le figure scomparvero ed una porta si aprì alla sua sinistra Con il cuore in gola, convinta ad ogni secondo che passava di aver sbagliato le risposte nella Casata dei Grifi, entrò nella nuova saletta e le ci volle davvero poco per rendersi conto che quella era la stanza dei Serpeverde... la stanza era un po' inquietante, dal momento che le candele emanavano non la solita luce gialla che lei trovava così confortevole, ma era di un verde acido... in fondo alla stanza una faccia di pietra fece uscire dalla sua bocca tre diversi serpenti, che iniziarono a strisciare verso la Delfina Glaedr, sta fermo dove sei!Urlò al suo petauro, mentre impugnava la bacchetta magica, convinta di dover combattere contro i tre rettili che si erano palesati davanti a lei... il sospiro di sollievo della ragazzina fu quasi udibile quando i tre si fermarono di fronte a lei, a circa un metro di distanza, segno – almeno così interpretò Brianna – che non avevano voglia di banchettare col suo amico a quattro zampe Mentre osservava i tre serpenti poco distanti, le fiamme verdognole si alzarono e su di esse apparve una domanda CHI, TRA NOI TRE, POSSIEDE IL VELENO PIÙ LETALE?
Brianna osservò meglio i tre serpenti che aveva di fronte... molti erano i serpenti dal veleno letale, forse il più bello tra questi era il corallo... ma non era davanti a lei... il primo aveva dei sonagli al termine della coda – un serpente a sonagli, dal veleno mortale – il secondo delle alette vicino alla testa a formare un cappuccio – quasi sicuramente un cobra, se non ricordava male – e l'ultimo... l'ultimo era un serpente lunghissimo, saranno stati 6-8 metri di serpente, tanto che dovette arrotolarsi per lasciar spazio... che fosse Un Basilisco? - Pensò Brianna – no, non può essere, sarei gia pietrificata... e comunque il Basilisco non è velenoso, lui pietrifica chi lo guarda... questo mi pare assomigli al serpente della Samyliak... quindi non è velenoso, ma è un costrittore... allora restano gli altri due... qual è il più velenoso tra il cobra e il serpente a sonagli?Non lo so, non mi ricordo... aspetta... qual era la leggenda in voga tra i babbani dei secoli scorsi? Ah si... che avevano i sonagli sulla coda per avvisare che erano velenosi... i cobra invece vengono usati dai tipi col flauto quindi forse il cobra è meno velenoso...Sperando che i suoi ricordi fossero corretti, Brianna rispose al quesito Il più velenoso sei tu – disse indicando il primo dei tre serpenti – il serpente a sonagliDopo che ebbe dato la sua risposta, una porta si aprì e la giovane, dopo essere uscita, si ritrovò di nuovo nel corridoio di partenza... le rimanevano due porte da affrontare... Tassorosso e Corvonero. Quanto tempo le rimaneva? Avrebbe tanto voluto saperlo, ma non aveva l'orologio, così decise di lasciare per ultimo quello che credeva fosse il più difficile, in modo da avere successivamente più tempo, scegliendo come penultima porta quella recante lo stemma dei Tassorosso. Si avvicinò quindi alla porta, spinse la maniglia e, se si fosse aperta sarebbe entrata verso quello che avrebbe dovuto essere la sua penultima prova.
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Brianna
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Brianna |
d20 |
14 |
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2015-05-05 19:35:38 |
Jorge |
d20 |
16 |
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2015-05-05 19:35:07 |
Jorge |
d20 |
13 |
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2015-05-05 19:33:50 |
Jorge |
d20 |
13 |
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2015-05-05 19:27:37 |
Caroline Priscilla |
d20 |
18 |
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2015-05-05 19:26:14 |
Caroline Priscilla |
d20 |
8 |
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2015-05-05 18:51:52 |
Victoria |
d20 |
10 |
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2015-05-05 18:51:09 |
Victoria |
d20 |
11 |
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2015-05-05 18:49:33 |
Victoria |
d20 |
14 |
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2015-05-02 19:28:15 |
Caroline Priscilla |
d20 |
9 |
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2015-05-02 00:07:06 |
Caroline Priscilla |
d20 |
7 |
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2015-05-01 16:31:00 |
Caroline Priscilla |
d20 |
14 |
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2015-04-30 19:41:20 |
Brianna |
d20 |
6 |
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2015-04-30 19:40:52 |
Brianna |
d20 |
7 |
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2015-04-29 23:08:52 |
Jorge |
d20 |
17 |
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2015-04-29 23:07:54 |
Jorge |
d20 |
7 |
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2015-04-29 22:56:37 |
Caroline Priscilla |
d20 |
10 |
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2015-04-29 22:55:31 |
Caroline Priscilla |
d20 |
10 |
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2015-04-29 22:53:28 |
Victoria |
d20 |
7 |
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2015-04-29 22:45:25 |
Victoria |
d20 |
1 |
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2015-04-29 21:15:19 |
Sandyon |
d20 |
11 |
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2015-04-29 21:14:40 |
Sandyon |
d20 |
13 |
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2015-04-29 21:14:01 |
Sandyon |
d20 |
12 |
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2015-04-29 21:13:18 |
Sandyon |
d20 |
19 |
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2015-04-28 22:51:53 |
Victoria |
d20 |
3 |
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2015-04-28 22:50:52 |
Victoria |
d12 |
8 |
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2015-04-21 23:59:16 |
Jorge |
d20 |
13 |
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2015-04-19 14:51:56 |
Victoria |
d20 |
18 |
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2015-04-16 11:58:12 |
Sandyon |
d20 |
7 |
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2015-04-12 13:52:07 |
Brianna |
d20 |
1 |
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2015-04-12 00:17:40 |
Caroline Priscilla |
d20 |
9 |
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2015-04-12 00:16:12 |
Caroline Priscilla |
d20 |
11 |
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2015-04-12 00:14:04 |
Caroline Priscilla |
d20 |
6 |
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2015-04-12 00:12:14 |
Caroline Priscilla |
d20 |
6 |
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2015-04-11 20:54:01 |
Sandyon |
d20 |
18 |
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2015-04-11 20:53:47 |
Sandyon |
d20 |
9 |
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2015-04-11 19:23:37 |
Sandyon |
d20 |
4 |
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2015-04-11 19:23:22 |
Sandyon |
d20 |
1 |
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2015-04-09 18:59:14 |
Caroline Priscilla |
d20 |
11 |
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2015-04-09 18:57:21 |
Caroline Priscilla |
d20 |
3 |
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2015-04-09 18:24:33 |
Caroline Priscilla |
d20 |
16 |
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2015-04-08 22:05:58 |
Sandyon |
d20 |
10 |
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2015-04-08 22:05:14 |
Sandyon |
d20 |
20 |
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2015-04-07 01:22:23 |
Caroline Priscilla |
d20 |
16 |
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2015-04-07 01:16:41 |
Caroline Priscilla |
d20 |
9 |
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2015-04-06 20:33:18 |
Jorge |
d100 |
63 |
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2015-04-06 19:35:58 |
Caroline Priscilla |
d20 |
12 |
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2015-04-06 19:34:21 |
Caroline Priscilla |
d20 |
5 |
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2015-04-06 09:55:57 |
Brianna |
d20 |
6 |
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2015-04-05 18:30:10 |
Jorge |
d20 |
2 |
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2015-04-04 23:14:07 |
Victoria |
d20 |
15 |
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Victoria |
d20 |
13 |
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2015-04-04 21:06:51 |
Sandyon |
d20 |
15 |
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2015-04-04 21:06:27 |
Sandyon |
d20 |
12 |
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2015-04-04 21:06:12 |
Sandyon |
d20 |
6 |
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2015-04-04 16:07:31 |
Caroline Priscilla |
d20 |
2 |
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2015-04-04 14:27:22 |
Jorge |
d20 |
11 |
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2015-04-01 14:38:11 |
Victoria |
d20 |
16 |
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2015-03-31 22:10:32 |
Caroline Priscilla |
d20 |
2 |
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2015-03-26 14:36:18 |
Caroline Priscilla |
d20 |
20 |
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2015-03-26 14:34:42 |
Caroline Priscilla |
d20 |
17 |
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Caroline Priscilla |
d20 |
6 |
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2015-03-22 22:27:08 |
Caroline Priscilla |
d20 |
11 |
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Caroline Priscilla |
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Caroline Priscilla |
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