La crisi di panico che la Tassorosso stava vivendo al 100% rappresentava un ostacolo forse anche maggiore rispetto alla creatura che aveva di fronte. Lanciare un incantesimo poteva risultare una buona mossa, d'altronde doveva combattere ed era difficile buttare giù quel bestione a mani nude, ma proprio a causa dei nervi poco saldi, la magia venne deviata facilmente dalla creatura, la quale si volse di scatto utilizzando il carapace ghiacciato come scudo gigante. Non c'era nulla all'interno di quel luogo che potesse in qualche maniera aiutarla, nulla di nulla, solo neve e ghiaccio, ghiaccio e neve. Non appena il mostro si volse nuovamente in direzione dell'intrusa, la prima cosa che fece fu spalancare la bocca e concentrare una grossa ondata gelida che si tramutò in un blocco freddo e solido grande più o meno quanto un comodino. Dopo averlo formato, alzò la zampa destra e vi diede un calcio, scaraventandolo addosso alla ragazzina, sperando di metterla subito fuori gioco. A prescindere che ci fosse riuscito o meno, comunque, attuò anche il secondo attacco offensivo, saltando in alto di circa tre metri e trasformandosi in una sorta di sfera vivente enorme, rotolando di seguito verso la O'Neill, nel tentativo di colpirla e scaraventarla da qualche parte con qualche osso fratturato.
I° Attacco: Cap. Magica (10) + d20 (12) = 22
Danni Inflitti: 14
II° Attacco: Talento/Fisico (16) + d20 (15) = 31
Danni Inflitti: 18
Come stava andando invece nella stanza accanto, quella obiettivamente più complessa dal punto di vista logico? Jorge aveva appena saputo il suo primo indovinello ed aveva iniziato immediatamente a rifletterci senza sosta, ragionando e scervellandosi. Trascorsero all'incirca cinque minuti, durante i quali la strana creatura non emise un singolo suono, né singolo movimento, limitandosi a fissarlo vacua con i propri occhi rossi accesi come semafori babbani. Al termine della riflessione, Alvares, il Delfinazzurro del Settimo anno, fece presente la sua risposta, ipotizzando che l'unica creazione fisica dell'uomo operabile senza mani o macchine fosse l'Animagia. Se sperava però di conoscere subito l'esito del suo ragionamento, dovette ricredersi quasi subito, difatti il cervello dell'essere si illuminò ad intermittenza per alcuni secondi ma successivamente venne proposto al ragazzo direttamente il secondo quesito, d'altronde le regole lì non le faceva mica lui e doveva per forza sottostare a quelle dell'Alchimista o chi per egli.
Attraverso questi cinque esempi, dimmi esattamente che cosa è "Munny".
... Munny è Cassa ma non è Contenitore... ... Munny è Grosso ma non è Grande... ... Munny è Acceso ma non è Luminoso... ... Munny è Cattivo ma non è Malevolo... ... Munny è Immortale ma non è Eterno...
Qualora Jorge ne avesse bisogno, può tirare un d100. Effettuando un risultato pari o superiore a 51, il Narratore gli fornirà in aiuto altri tre esempi. Il MagiAmuleto si attiva in un intervallo tra 1 e 15.
Il portoghese, comunque, non era l'unico a trovarsi in una situazione nella quale andava usato il cervello, anche se quello che stava venendo richiesto a Victoria Randall, nella stanza accanto, non era risolvere un gioco di intelligenza bensì rispondere ad un quesito di conoscenza generale. Gli stati scelti dalla bionda americana si illuminarono sul mappamondo, numerandosi, evidentemente nell'ordine delle domande che le sarebbero state poste di lì a poco. Il numero "1" fu la Grecia. Sempre sul pavimento apparvero delle nuove scritte che sostituirono quelle precedenti.
Qual è l'importante struttura famosa in Grecia considerata da alcuni studiosi come un ex tempio e da altri come una ex tesoreria per le generazioni passate? A quale ordine appartiene e quale evento storico la rovinò maggiormente?
Il secondo stato ad illuminarsi, successivamente alla risposta della bionda che, proprio come per Jorge, non avrebbe ricevuto subito conferma dell'esattezza delle proprie parole, fu lo Zimbabwe. Di improvviso, al posto del mappamondo apparve un'altra immagine in trasparenza piuttosto spettacolare alla vista. Una bellissima cascata altissima e sovrastata da un arcobaleno. Il luogo intero sembrava incontaminato e l'acqua stessa del fiume sottostante appariva così tanto limpida e luminosa da risultare quasi luccicante.
Che cosa accadde in questo specifico luogo intorno alla metà del 1800 e perché il suo nome si potrebbe definire una antitesi elementale piuttosto singolare?
Mentre sembrava non essere previsto alcun aiuto per la studentessa di Dragargenteo, l'allieva di Delfinazzurro invece, presente nella porta affianco, andava addentrandosi oltre l'ingresso che recava lo stemma della propria Casata, scegliendo di cominciare con qualcosa di familiare. Non appena Brianna fece il suo ingresso, una figura trasparente e alquanto strana fece la propria comparsa. La stanza dove adesso stava la giovane delfina del quarto anno era piccola, quadrangolare e priva di finestre o addobbi, soltanto mattoni e due torce azzurre ad illuminare il luogo. Al centro c'era appunto quella strana figura che somigliava moltissimo ad una mezza gigante con dei capelli a caschetto e la corporatura magra. Quando parlò alla Wollis, lo fece con un tono altezzoso, leggermente snob ma allo stesso tempo cortese e tranquillo.
Dimmi un po': Chi è o chi era Julienne Giraud?
Anche per questo turno, non esiste ordine di risposta, ognuno mandi non appena gli è possibile. Il limite previsto per la risposta torna però a 48 ore, salvo l'avermi informato con anticipo di qualche problema OFF. Per Caroline Priscilla, il MagiAmuleto si attiva per uno solo dei due attacchi e hai a disposizione due incantesimi da poter utilizzare.
[handwriting]Il secondo dopo aver pronunciato il nome dei cinque Stati da lei scelti, Victoria venne presa dall'ansia e dalla paura di aver fatto una cavolata: sarebbe stata davvero in grado di rispondere correttamente ai quesiti che le avrebbero posto? Che ne sapeva lei, in fondo, dello Zimbabwe o della Repubblica Ceca? Aveva seguito l'istinto, ma forse sarebbe stato meglio sfruttare la razionalità al massimo delle sue possibilità... che al momento, peraltro, erano piuttosto poche. Quel che era fatto, ormai, era fatto, e non si poteva proprio tornare indietro: doveva solo rilassarsi -parola grossa- concentrarsi -già più fattibile- e non andare nel panico -questo era nuovamente difficile; sentiva il corpo rigido, a tratti formicolante, al punto da sentire la necessità di muoversi leggermente sul posto, come se stesse camminando sempre sullo stesso punto. Apriva e chiudeva le mani a pugno, ed il labbro inferiore veniva martoriato dai denti senza sosta, fino a percepire sulla punta della lingua il sapore ferroso e sgradevole del sangue. Poi, uno ad uno, gli Stati che la Randall aveva scelto s'illuminarono sul mappamondo olografico, seguendo probabilmente l'ordine nel quale le domande le sarebbero state poste: la prima nazione fu la Grecia, e non dovette attendere molto prima che la domanda corrispondente apparisse sul pavimento, un quesito che di nuovo l'americana lesse ad alta voce.
Qual è l'importante struttura famosa in Grecia considerata da alcuni studiosi come un ex tempio e da altri come una ex tesoreria per le generazioni passate? A quale ordine appartiene e quale evento storico la rovinò maggiormente?
Corrugò la fronte dopo aver pronunciato l'ultima parola di quella prima domanda, alzando lo sguardo sul mappamondo di fronte a lei, ancora fluttuante, ancora preso a ruotare su se stesso; probabilmente non avrebbe avuto alcun aiuto, perciò doveva darsi da fare e doveva farlo subito.
'Ragioniamo... monumenti greci, è di questo che stiamo parlando, giusto? E dev'essere un edificio famoso, molto famoso, anche perché sarebbe troppo cattivo chiedermi una cosa del genere riferita ad un monumento minuscolo... vero?' -chiaramente ci sperava, doveva sperarci, perché altrimenti poteva dire addio alla chiave, alla sua vita e a quella degli altri.
'C'è un solo monumento ultra famoso che mi viene in mente, e che potrebbe essere quello giusto... non posso perdere altro tempo, devo fidarmi del mio istinto, quello stesso che mi ha fatto scegliere gli stati... vai, Victoria!' -si fomentò da sola, poiché non c'era nessun altro a poterlo fare, dopodiché si schiarì piano la voce e si accinse a parlare.
Si tratta del Partenone... un monumento di ordine dorico dedicato alla Dea Atena. La causa della sua distruzione maggiore fu l'attacco ad Atene dei Veneziani, nel 1687.
Deglutì sonoramente, aspettandosi qualcosa: una luce verde che indicasse l'esattezza della risposta, magari, o rossa se fosse sbagliata... ma nulla. Non ci fu alcun cenno, alcun segnale che le facesse intuire se la sua risposta si sarebbe rivelata, per l'obiettivo comune di portare a casa la pelle, un successo o un fallimento... solo un'altra domanda riguardante il secondo Stato illuminatosi, lo Zimbabwe.
Ma cosa...
Improvvisamente il mappamondo scomparve, lasciando il posto ad un'immagine semi-trasparente che, per fortuna, venne subito riconosciuta da Victoria: le veniva quasi da ridere al pensiero che il quesito che il globo olografico voleva porle riguardava proprio la motivazione principale per cui la Randall aveva scelto quella nazione.
Che cosa accadde in questo specifico luogo intorno alla metà del 1800 e perché il suo nome si potrebbe definire una antitesi elementale piuttosto singolare?
Socchiuse gli occhi, respirando a fondo: un'eccessiva sicurezza avrebbe potuto essere la causa della sua rovina, doveva rimanere coi piedi ben piantati per terra, e riflettere; visto che non sembrava succedere niente di male se si muoveva un poco, l'americana cominciò a camminare su e giù per la stanzetta, ritornando indietro nel tempo a quando, incuriosita, aveva usato il computer portatile durante l'intervallo a scuola -nel college babbano, ovviamente- per trovare informazioni sulle Cascate Victoria. Per fortuna la memoria non sembrava volerla tradire, almeno in quel momento... c'era solo da augurarsi che ciò che la bionda ricordava fosse anche ciò che il mappamondo voleva sapere.
Nel Novembre del 1855 l'esploratore scozzese David Livingstone fu il primo a visitare le Cascate Victoria dando loro il nome della sua Regina... nella lingua locale, però, esse erano note con un altro nome che potremmo definire un'antitesi elementale... ovvero "il fumo che tuona".
Avrebbe dovuto fare una statua di riconoscimento alla tecnologia presente nel college in cui aveva studiato... e alla sua curiosità oltre i limiti dell'immaginabile, probabilmente.
'Questo sempre se ho risposto correttamente ed usciremo vivi da qui...' -si disse tra sé Victoria, sospirando lentamente ed attendendo con impazienza l'arrivo delle altre domande.
Poteva urlare, implorare, supplicare; chiedere aiuto a suo padre, a Vergil, ad Axell, a chiunque le fosse venuto in mente; piangere per la propria vita, per quella degli amici, per sua madre che, se lei fosse morta, sarebbe rimasta completamente da sola. Ma il mostro non avrebbe mai avuto pietà per lei. Quella consapevolezza non bastava certo a bloccare le urla disperate della tassetta, mentre in preda alla paura scagliava il suo primo incantesimo fallendo miseramente. In preda al panico, era impossibile per lei riuscire a concentrarsi sulla battaglia e attuare una strategia che avrebbe potuto portarla alla vittoria. Il suo istinto di sopravvivenza aveva la meglio su tutto e solo quello continuava a mandarla avanti e a farla combattere, piuttosto che lasciarsi cadere a terra priva di qualsiasi speranza, in attesa che qualcuno venisse a darle una mano. Vedeva il ghiaccio e la neve di fronte a sè, una creatura che sembrava fatto di esso e solo quello le bastava: istintivamente, nella sua mente si formarono cento e più incantesimi di fuoco che avrebbero potuto fargli male, ma nessuno di questi venne scagliato con prontezza contro il suo avversario. Che, bava alla bocca e intenzioni poco amichevoli, era già pronto a contrattaccare. Cappie fissò terrorizzata il blocco di ghiaccio creato dall'oscura creatura, prima che questa usasse le zampe posteriori (le uniche possedute) per lanciarlo addosso alla malcapitata strega. Non sarebbe mai stata abbastanza veloce da schivarlo [d20:5 +15 Riflessi =20], forse a causa proprio di quel terrore che le paralizzava le gambe impedendole di muoversi; ma l'istinto [d20:9 + 20 Intuito(SS)= 29] venne ancora una volta in suo soccorso, facendo sì che la tassetta invocasse un incantesimo per rendere meno potente e incisivo quel blocco di ghiaccio sparato a tutta velocità contro di lei.
MORBIDI SUPERFICIEM!
Morbidi Superficiem Difficoltà: 7 Tipo: Incantesimo di Trasfigurazione Descrizione: Versione migliorata di "Imbottitus", rende morbida una superficie impedendo di farsi male nello scontro con essa Genere: Supporto/Difensivo Danno: //
L'incanto era stato provvidenziale: Cappie si piegò in due dal dolore quando venne colpita dal masso ghiacciato, ma la superficie morbida nel quale aveva trasfigurato l'oggetto rese quell'attacco più sopportabile dal punto di vista fisico, lasciando la pelle della ragazza, almeno quella, illesa.
Faceva male, malissimo, quasi da farle temere che davvero potessero esserci tracce di sangue. Si toccò, controllando che non fosse così, ancora in preda al panico nonostante l'istinto di sopravvivenza l'avesse aiutata ancora una volta. Peccato che la mente della O'Neill fosse ancora troppo sconvolta per riuscire a ragionare e per comprendere che forse esisteva un modo per battere quell'ammasso di ghiaccio, carne e denti aguzzi.
Anf...anf...anf... ...ma...dove diavolo è finito?
Mentre la Tassorosso era impegnata a guardarsi la ferita, il mostro non era certo rimasta a guardarla: spiccando un salto in alto, la bestia si arrotolò su sè stessa come una palla, prima di decidere che era arrivato il momento di schiantarsi contro la O'Neill. A salvarla da quell'ulteriore attacco fu l'ombra che il mostro stava proiettando sull'ignara ragazzina e che la spinse, in un moto istintivo e irrazionale, a scartare di lato prima che potesse schiacciarla sotto il proprio peso e renderla una disgustosa poltiglia di carne e sangue [d20:12 + 19 Talento(F)=31].
Voltati! Non rimanere impalata!
Cercava di concentrarsi, di focalizzarsi sullo scontro e sulla possibilità di non combattere alla cieca, come aveva fatto fino a quel momento, ma di essere quanto più razionale e controllata possibile. Già, peccato che la vista del bestione, a pochi metri di distanza da lei, mandò ancora più in tilt il suo cervello dalla paura, spingendola ad agire ancora d'impulso e in maniera del tutto irrazionale. La mano si alzò in automatico e le parole vennero pronunciate senza pensare mentre il polso e il braccio vennero mossi di nuovo in un gesto semplice e involontario come poteva essere l'atto di respirare.
BOMBARDA EXTREMA!
[d20:16 + 8 Cap. Magica + 1 Bonus bacchetta= 25]
Bombarda Extrema Difficoltà: 6 Tipo: Incantesimo Generico Descrizione: Sfera magica di grandi dimensioni che si abbatte su un oggetto per farlo esplodere Genere: Offensivo Danno: 16
Voleva fargli quanto più male possibile, rendendolo cieco, sordo, invalido, in maniera che non potesse avvicinarsi a lei neanche strisciando su sè stesso. Si tirò indietro di qualche metro, non volgendo mai le spalle al nemico, spaventata dal pensiero di ciò che avrebbe potuto farle se si fosse voltata. Voleva vedere, sapere quale altra mossa avrebbe fatto, mentre il corpo tremava e la Tassorosso osservava con terrore gli effetti che il proprio incantesimo avrebbero potuto avere sul mostro.
P-perchè...perchè nessuno viene ad aiutarmi?! Fa freddo...come...nel sogno... Quella donna! Non posso morire, lei... ...Lei mi ha aiutato! Lei mi può aiutare, ancora!
Implorava dentro di sè l'aiuto di Jaya, sebbene la O'Neill non conoscesse affatto il nome di quella donna nè quanto importante sarebbe stato il suo ruolo nella propria vita. Fissava il mostro e gli occhi andavano a fuoco per le lacrime, ma ostinata continuava, sperando in quel modo che lo spettro Ignis si materializzasse di fronte a lei. Avrebbe dovuto contare solo sulle proprie forze, certo, ma come dare torto alla piccola Tassorosso, ancora in preda al panico? L'istinto la spingeva a combattere per non morire, ma la paura la portava ad invocare, urlando dentro di sè, l'aiuto di chiunque rappresentasse per l'irlandese anche solo una piccola speranza.
Spoiler:
I nuovi tiri dei dadi e la vicenda di come si è svolto lo scontro in questo post sono stati accordati e approvati dal master Sandyon. Jorge Victoria Brianna
Cinque minuti. Aveva impiegato cinque minuti per elaborare una risposta sensata all'indovinello che gli era stato posto -e da cui in parte dipendeva la vita di tutti loro - ed erano stati i più lunghi della sua breve vita. Si era impegnato al massimo delle sue possibilità per usare il minor tempo possibile, ragionando in fretta e cercando di concentrarsi su ogni piccola sfumatura dell'enigma, cosa che però temeva non gli fosse riuscito molto bene. Non solo quella assurda creatura non aveva fatto altro che fissarlo con quei suoi inquietanti occhi rossi, distraendolo, ma in più aveva perso secondi preziosi nel ripetersi mentalmente la domanda con il terrore di perdersi un qualche dettaglio importante che avrebbe necessitato una maggiore attenzione da parte sua.
Dovevo scrivermi la domanda e ragionarci su con relativa calma.
Si rimproverò subito dopo aver dato la propria risposta, le mani infilate velocemente nelle tasche dei pantaloni alla ricerca della matita e di un pezzo di pergamena che vi aveva infilato prima di lasciare il dormitorio.
Cosa diavolo vuol dire...
Esordì palesemente irritato stringendo tra le mani il suo prezioso bottino quando il cervello, invece di valutare in qualche modo la sua risposta, si illuminò a intermittenza. Era forse quello un linguaggio segreto che lui avrebbe dovuto interpretare? Una sorta di codice morse? Dischiuse le labbra per sollecitare la creatura a dire qualcosa di sensato ma quella lo anticipò non svelandogli la soluzione precedente ma sottoponendogli un secondo indovinello.
Attraverso questi cinque esempi, dimmi esattamente che cosa è "Munny".
Cinque esempi? Aspetta un…
Cinque esempi erano davvero troppi da tenere a mente, doveva assolutamente scriverli se voleva avere una qualche chance di riuscire a capire cosa fosse questo fantomatico Munny. Ovviamente l’orrida creatura non ascoltò la sua richiesta di attendere un attimo per dargli il tempo di organizzarsi così mentre quella iniziava ad elencare cosa Munny fosse e non fosse, Jorge, ripetendo come un mantra le sue parole per non dimenticarne neanche una, si lasciò cadere a terra e posato il pezzo di pergamena su un ginocchio iniziò febbrilmente a trascrivere i cinque indizi.
... Munny è Cassa ma non è Contenitore... ... Munny è Grosso ma non è Grande... ... Munny è Acceso ma non è Luminoso... ... Munny è Cattivo ma non è Malevolo... ... Munny è Immortale ma non è Eterno...
E questo cosa c***o significa?
Esplose, fregandosene del linguaggio e passando direttamente al turpiloquio. Tanto chi avrebbe potuto riprenderlo per quella sua mancanza di educazione? Cervello grosso? Dubitava seriamente che comprendesse il suo linguaggio e, data la voce metallica e gli occhi vacui, una parte di lui dubitava persino che si trattasse di una creatura vivente. Che si trattasse davvero di una proiezione oleografica incantata per porre le domande in sequenza, registrare le risposte e dare un unico responso finale facendo apparire o meno la chiave? Scosse la testa per scacciare quegli interrogativi inutili e concentrarsi sul pezzo di pergamena che aveva tra le mani. Potevano essere quelle le caratteristiche di un oggetto? Sperava proprio di no considerato che, a prima vista, alcune delle coppie gli sembravano essere formate da sinonimi. Poteva riuscire a individuare una qualche differenza tra acceso e luminoso, un po’ come tra un Lumos e un Lumos Maxima, e, scendendo su un terreno un po’ più filosofico, tra Immortale ed Eterno -entrambi esistevano per sempre ma il primo doveva essere un essere vivente mentre il secondo no - ma le altre? In più che fosse cassa o contenitore, il primo indizio sembrava indicare un oggetto, cosa questa che cozzava con l’ultimo di indizio che lo definiva immortale.
No no questa é la direzione sbagliata.
Si disse, spostando quindi l'attenzione dal significato delle parole alle parole stesse, ricordando come nelle settimane enigmistiche babbane che piacevano tanto a Xavier vi erano dei giochi di logica la cui soluzione era nascosta nelle parole e rappresentata dal numero di vocali, dalla loro lunghezza o dal ripetersi di una consonante. Doveva trovare quindi un qualcosa che tutte le parole che definivano ciò che Munny era avevano in comune e che a sua volta non era rintracciabile in quelle che definivano ciò che Munny non era. Rilesse quindi l’indovinello sotto quell’ottica e la soluzione gli balzò immediatamente agli occhi.
Le doppie consonanti.
Affermò con voce sicura, voltando la pergamena dall’altro lato, la punta della matita che ne sfiorava la superficie, pronto a trascrivere il terzo indovinello.
Spoiler:
Gli indizi aggiuntivi mandati dal Master per mp sono:
Munny è zucchero ma non è dolce... Munny non è unico, né raro, né comune... Munny è soffice ma non è morbido...
Non appena Brianna varcò la soglia della porta recante lo stemma della sua Casata, si trovò in una stanzetta piccola, senza finestre o addobbi di sorta, e dal nulla comparve una figura trasparente e molto, ma molto strana... quasi sicuramente – almeno con quel poco di lucidità che era rimasta alla giovane – si trattava di una mezzo-gigante con i capelli castani a caschetto.
La figura, altezzosa e snob, fece la sua domanda
Dimmi un po': Chi è o chi era Julienne Giraud?
Julienne Giraud? Dove Brianna aveva già sentito quel nome? Non era sconosciuto alla giovane Delfina... probabilmente, se non fosse stata così agitata, la risposta sarebbe riaffiorata alla memoria in pochissimo tempo, ma in quel momento Brianna era troppo agitata e quindi le diverse connessioni cerebrali non erano decisamente al top.
La mente di Brianna era vuota, completamente... solo un vago ricordo di un nome già sentito. Poi un flash... riguardava la Storia di Hogwarts e proprio la sua Casata.
Perchè, perchè non sono stata più attenta? Ha a che fare con noi Delfini, con la storia della nostra Casata...un' artista? No, non può essere... Una Caposcuola forse? No, no... è qualcos'altro, qualcuno di più importante... una Caposcuola non viene ricordata, per quanto sia brava...
Questi i pensieri che vorticavano nella mente della Delfina, mentre la risposta stava per riaffiorare
Una Preside, ecco chi era la Giraud! Se la memoria non mi inganna era proprio la preside della suola di Magia e Stregoneria di Beauxbatons quando dopo hanno fondato la nostra Casata e quella dei Draghi! Si si!
Un pallido sorriso illuminò il volto della ragazzina quando finalmente il ricordo riaffiorò nella sua memoria e, con voce tremolante e piena di apprensione – non sapeva se avrebbe avuto una seconda opportunità – parlò alla figura eterea che aveva di fronte
Julienne Giraud era... era... - fece un secondo di pausa e deglutì un paio di volte, prima di proseguire, la voce sempre più flebile, fino a diventare quasi un sussurro – era la ex Preside dell'accademia Francese di Beauxbatons.
La giovane si interruppe ed osservò la figura che aveva di fronte, per coglierne eventuali gesti o mimiche facciali che le dessero qualche dritta su come proseguire, o per lo meno se era sulla strada giusta, ma – vuoi per l'agitazione, vuoi perchè all'effettivo la figura non fece nulla – Brianna non colse nulla, e si decise a proseguire, la voce sempre tremula
E' stata lei assieme all' ex preside della scuola bulgara, a presenziare all'inaugurazione della casata dei Delfinazzurro e dei Dragargenteo, oltre all'ex preside di Hogwarts.
Sperò con tutto cuore di aver dato la risposta giusta – non le veniva in mente nient' altro – e si dispose ad aspettare – col cuore in gola - quello che sarebbe successo poi... doveva attraversare ancora 5 porte, sempre che avesse superato la prima prova, ma non aveva idea di come avrebbe fatto se per la prima, quella che doveva essere a lei piu' familiare, ci aveva messo tanto tempo a trovare la risposta giusta, o almeno così sembrava alla giovane che, non avendo un orologio, non poteva sapere con esattezza quanto tempo le era occorso per rispondere.
Attutire l'impatto contro il blocco di ghiaccio fu una mossa provvidenziale. Se la ragazza fosse stata colpita in pieno probabilmente avrebbe fatto molta più fatica a rialzarsi, rimanendo per altro in condizioni gravi. Questo però non era bastato affinché non si facesse male per nulla, per questo la creatura decise di insistere così da mandarla definitivamente al tappeto e togliersi il problema. Tramutandosi in una sfera furiosa e ghiacciata si lanciò contro la O'Neill, venendo però schivata e vanificando così l'effetto dell'attacco. La bionda seppe inoltre darsi subito da fare, alzando la bacchetta e provando a distruggere una qualsiasi parte del corpo del mostro, sperando in bene. La "Bombarda Extrema" si abbatté sopra il carapace di ghiaccio spesso, deviando immediatamente la propria traiettoria e andandosi a scontrare con una delle pareti della stanza, a riprova che quella corazza appariva letteralmente impossibile da scalfire, non da una magia di così basso livello, ovviamente. In parole povere i problemi erano peggiorati e come se non bastasse, il bestione alzò la zampa provando a dare un calcio sul lato dove stava la Tassorosso in modo da scaraventarla lontano e con la schiena contro il muro. Qualora vi fosse riuscito, avrebbe quindi rivolto lo sguardo verso di lei, pronto a caricarla di nuovo, intenzionato a metterla fuori gioco una volta per tutte.
... Ma guarda tu chi mi son dovuta scegliere! Ehi, dico a te! Sì a te! Ti vuoi dare una mossa o no? Forse non l'hai ancora capito ma il dinosauro deforme vuole farti la pelle...
Di chi era la voce che echeggiò in tutta la stanza? Possibile che fosse soltanto una mera illusione data dall'imminenza della morte? Una voce sfrontata, femminile, di sufficienza, giovane probabilmente e per altro anche irritante per ciò che stava dicendo. No, non poteva essere Jaya, la donna incontrata da Caroline Priscilla in sogno, perché erano tonalità molto diverse, eppure anche quella voce pareva provenire da un'altra dimensione, da un altro mondo, da un'altra realtà. Tutto ciò poteva apparire assurdo se non fosse che ad un tratto, la O'Neill avrebbe potuto distinguere perfettamente la sagoma di due occhi azzurri giganteschi sulla parete ghiacciata di fronte a lei. L'immagine scomparve quasi subito ma una luce accecante che fece indietreggiare anche il mostro si palesò un istante dopo. Tempo cinque secondi e tra la biondina e il "Dinosauro deforme", conficcata nel terreno, apparve la Wakizashi, scintillante e affilata.
Quel guscio non puoi trapassarlo con le magie che conosci adesso! Prova ad usare quella, magari potresti avere un po' più di fortuna, chissà... ... Ah, per quando la impugnerai: ti ho lasciato un mio piccolo ricordo distintivo e personale, ma non ti ci abituare. Ci vediamo!
La creatura era ancora accecata dalla luce intensa di poco fa, quindi quello era il momento propizio per scattare in avanti ed afferrare l'arma. Non appena la mano della O'Neill avesse stretto saldamente la presa sull'elsa, una specie di indomito coraggio e spirito agguerrito di combattimento l'avrebbe pervasa, annullando quasi completamente il suo timore di perdere o di farsi male. Allo stesso tempo, nella sua mente cominciò a delinearsi una melodia particolarmente galvanizzante, una melodia mai sentita prima ma che per qualche motivo le infondeva nell'animo una sicurezza e un controllo sulle proprie emozioni ancora più forte e preciso. Come si sarebbe comportata adesso? Il bestione, riconquistando la facoltà di vedere, a breve sarebbe tornato attivo, ma c'erano ancora alcuni secondi da sfruttare prima che ciò avvenisse. Forse era il momento adeguato per un aggressivo attacco a sorpresa.
Zampata del Mostro:
Talento/Fisico (16) + d20 (10) = 26
Nel Frattempo...
Le doppie consonanti.
Anche in quel caso, la creatura di fronte a Jorge non emise un fiato, si limitò a fissarlo e gli occhi si illuminarono ad intermittenza per alcuni secondi. Faceva davvero paura, anzi, forse più che altro inquietudine. Non poteva sentirsi alcun suono provenire dalle altre stanze, ivi compresi i colpi che stava prendendo l'amica del delfino o le risposte alle domande da parte della fidanzata. Tutto taceva, c'erano soltanto lui e l'essere cervellotico intenzionato a proseguire senza perdere tempo, infatti la sua voce si mostrò secca e diretta per la terza ed ultima volta quasi subito.
Qualora dovessi aver risposto correttamente ai primi due indovinelli, mi sapresti fornire una "Menzogna Furba" allo scopo di farti consegnare ciò a cui ambisci di più in questo momento? Una menzogna che, a prescindere che possa essere considerata giusta o sbagliata, ti possa condurre ugualmente alla chiave? Ti informo che sono trascorsi esattamente 18 minuti e 16 secondi dal tuo ingresso in questa stanza.
Giusto per farlo stare rilassato e tranquillo, insomma. Rilassata e tranquilla invece lo era davvero Victoria Randall, la quale essendo partita con il piede giusto aveva risposto velocemente alle prime due domande in meno di dieci minuti. Certo, bisognava capire se le risposte fossero esatte, ma intanto c'era di mezzo la sicurezza dei dati di fatto, senza ragionamenti logici dietro. Quelle erano storia e geografia, materie precise, le quali difficilmente potevano essere equivocate, poiché scolpite nella roccia e nel tempo immemore. Silenzioso anche quel luogo, con un mappamondo che nel frattempo girava e si andava a focalizzare sulle successive tre scelte esposte in precedenza dalla bionda, ovvero Portogallo, Repubblica Ceca e New York. Lo stato che si illuminò per primo fu il Portogallo e il quesito giunse all'attimo, scritto come sempre sul terreno liscio e levigato.
Quanti sono i laghi non artificiali di questa terra e come si chiamano?
Poco dopo, a brillare fu lo stato inserito nel contesto del nuovo continente, ovvero New York, ma immediatamente dopo, il mappamondo tornò a mostrare un'immagine olografica in trasparenza che via via si fece sempre più nitida e visibile, sempre di orientamento naturalistico.
Esiste un modo preciso per associare questo fiore alla località da te indicata?
Successivamente, l'immagine scomparve, lasciando di nuovo spazio al mappamondo.
Inoltre... esiste un animale tipicamente africano e indiano che potrebbe rappresentare molto bene lo stato di New York. Sai di che animale si tratta e perché?
Il luogo attese che la ragazza rispondesse, prima di far scomparire le domande scritte, anche perché stavano per comparire altre parole, quesiti o forse in quel caso sarebbe stato meglio definirli indizi. Davanti agli occhi chiari della giovane Dragargenteo si formarono delle frasi somiglianti a delle citazioni, citazioni poetiche, filosofiche, letterarie probabilmente. Ognuna era inserita tra virgolette per separarla dalle altre ed in tutto furono tre.
"C'è nei sogni, specialmente in quelli più generosi, una qualità impulsiva e compromettente che spesso travolge anche coloro che vorrebbero mantenerli confinati nel limbo innocuo della più inerte fantasia."
"Quando si agisce è segno che ci si aveva pensato prima: I'azione è come il verde di certe piante che spunta appena sopra la terra, ma provate a tirare e vedrete che radici profonde."
"Le grandi esperienze della vita sono quelle che non vorremmo fare mai."
Attraverso queste frasi, puoi trovare un qualsiasi collegamento con l'opzione da te voluta?
Mentre quindi alla giovane studentessa del quinto anno veniva lasciato il tempo necessario affinché potesse fornire anche l'ultima risposta, nella stanza accanto Brianna iniziava il suo percorso all'interno delle diverse stanze con gli stemmi delle diverse Casate di Hogwarts. La donna di notevoli dimensioni le aveva posto una domanda diretta e senza troppi aiuti per arrivare alla soluzione, ma era pur vero che si trattava di una nozione che difficilmente una studentessa di Delfinazzurro avrebbe trovato tanto complessa. Bastava rifletterci un po' su, ed infatti...
Julienne Giraud era... era... era la ex Preside dell'accademia Francese di Beauxbatons. E' stata lei assieme all' ex preside della scuola bulgara, a presenziare all'inaugurazione della casata dei Delfinazzurro e dei Dragargenteo, oltre all'ex preside di Hogwarts.
... Corretto. Per questa volta, la tua scelta è obbligata, prendi la porta alla mia destra. Buona Fortuna.
Stranamente quella figura era molto più gentile e accomodante di tutte le altre incontrate dai tre compagni di Brianna. C'era un motivo particolare o si trattava solo di una semplice coincidenza? La Wollis non avrebbe avuto comunque il tempo per rifletterci, perché il tempo stringeva e doveva muoversi, la chiave era ancora molto lontana. Camminando fino alla porta indicata ed aprendola, avrebbe riconosciuto subito alla destra e alla sinistra i fregi dei Draghi, gli arazzi della Casata nata dalla Scuola di Durmstrang: Dragargenteo. La stanza era sempre piuttosto piccola e quadrangolare, al centro di essa però non c'era nessuno, bensì un epitaffio in pietra liscia e pesante che recava un singolare indovinello: "La Nostra Gloriosa Casata Era Destinata Ad Avere Vita Fra Queste Mura. Ancor Quando Gli Stemmi Eran Solo Quattro, Una Frase Comune A Tutti Richiamava Gli Splendori Del Nostro Potente Simbolo. Pronunciala Per Poter Proseguire."
Anche per questa turnazione, non esiste un ordine preciso. Ognuno posti quando preferisce regolandosi con i limiti richiesti Brianna, cortesemente, al termine della tua azione specifica, a prescindere di corretta o errata risposta, in quale altra porta si recherebbe successivamente la tua PG, considerando che non avrebbe alcun vincolo e verrebbe rispedita di nuovo nel corridoio con le varie porte e l'impossibilità (ovviamente) di accedere a quelle già affrontate. Cappie ha a disposizione, per questo turno, due attacchi con l'arma bianca. Grazie Mille e Buon Gioco.
Neppure il suo incantesimo funzionò. Cappie fissò attonita il guscio ghiacciato del mostro deviare senza troppi problemi il suo Bombarda, lasciando la bestia illesa e ancora più vogliosa di attaccare e farle del male. L'istinto l'aveva spinta a mettersi di fronte al mostro, per vedere qualsiasi attacco fosse venuto dalla sua parte. Una precauzione provvidenziale visto che la O'Neill riuscì a schivare, facendo qualche salto indietro, il calcio che l'avversario tentò di tirarle, fallendo miseramente il colpo [d20:16 + T(F):19 =35]. Questo avrebbe dovuto galvanizzarla e spingerla almeno a contrattaccare, cercando un modo di bloccare la creatura e renderla innoffensiva, ma la mente della Tassorosso non era ancora pronta ad elaborare un piano nè tantomeno a riflettere su quanto avvenne subito dopo la sua richiesta di aiuto a Jaya.
... Ma guarda tu chi mi son dovuta scegliere! Ehi, dico a te!
A-a me?!
Sì a te! Ti vuoi dare una mossa o no? Forse non l'hai ancora capito ma il dinosauro deforme vuole farti la pelle...
Certo che lo aveva capito, non si stava pisciando sotto solo perchè faceva troppo freddo in quella stanza! Stranamente però, per quanto irritante e odiosa apparisse quella voce (totalmente diversa da quella della donna nel suo sogno) Cappie si sentì rincuorata da essa, forse perchè in quel momento sentiva di non essere completamente sola dentro quella stanza. Alzò gli occhi guardandosi intorno e bloccandosi all'istante quando ne vide un paio, azzurri, profondi, fissarla come se si trovasse all'interno della parete di ghiaccio.
In un baleno gli occhi svanirono e al suo posto una luce acceccante invase l'intera stanza, costringendo la O'Neill a coprirsi gli occhi con un braccio per non rimanerne acceccata. Quando infine la luce passò, Cappie osserò che a metà strada fra lei e il mostro, frastornato dalla luce di poco prima, era apparsa la sua fidata e preziosa wakizashi.
Quel guscio non puoi trapassarlo con le magie che conosci adesso! Prova ad usare quella, magari potresti avere un po' più di fortuna, chissà... ... Ah, per quando la impugnerai: ti ho lasciato un mio piccolo ricordo distintivo e personale, ma non ti ci abituare. Ci vediamo!
Aspetta! Dimmi almeno chi sei!
Urlò al nulla, perchè la voce l'aveva abbandonata, lasciandola con il sospetto di essere diventata pazza a furia di avere visioni di gente che non conosceva. Ma non era quello il momento di porsi delle domande: la bestia era ancora troppo confusa per capire che cosa fosse successo, facendo comprendere alla ragazzina che a differenza del suo aspetto essa doveva per forza di cose possedere un paio di occhi. Già, ma dove diavolo erano? Con uno scatto in avanti [Talento(F):19] l'irlandese afferrò la propria spada, rinfoderando la bacchetta nella tasca esterna della tunica da strega, impugnandola per il manico e sentendo all'istante qualcosa di sconvolgente invaderle corpo e anima. La paura diminuì di colpo, lasciando alla giovane ragazzina una voglia matta di combattere e di rompere il culo alla schifosa creatura. Nello stesso momento una melodia esplose nella mente della Tassorosso, qualcosa che la ragazzina non aveva mai sentito ma che, stranamente, l'aiuto ancora di più a sentirsi capace di fronteggiare la bestia che aveva di fronte a sè.
A dopo le domande. Ora è il momento di agire!
Non poteva perdere quell'attimo prezioso e soprattutto irripetibile: era arrivato il momento di lasciarsi andare ad un istinto controllato, che la facesse combattere non più alla cieca ma mirando ai punti deboli della creatura. E in quel momento, il suo maggior punto debole era proprio il fianco. Con sottofondo le note di quella strana canzone, che lentamente si stavano imprimendo nella sua memoria, Cappie corse in avanti a tutta velocità, puntandosi al fianco sinistro del dinosauro deforme e stendendo il braccio con la wakizashi in mano per infliggergli un colpo di striscio che gli lacerasse i legamenti della zampa [d20:3 + Talento(F):19 = 22].
Si voltò di scatto, afferrando la spada con entrambe le mani e fissando il mostro con sguardo risoluto. Era incredibile quanto si sentisse forte e coraggiosa con la wakizashi in mano, come se la Voce le avesse davvero donato una parte di sè che non apparteneva alla O'Neill. Sentiva ancora la paura, aveva ancora timore di perdere la vita sotto le fauci del mostro; ma la speranza brillava come un sole luminoso dentro di lei, spingendola a dirsi "Che importa? Posso ancora farcela!". Se il suo attacco fosse andato a segno e avesse visto la creatura barcollare di lato, dandole modo quindi di puntare alla schiena, Cappie avrebbe spiccato un salto dopo una breve rincorsa, puntando a trafiggere con la punta della spada il guscio di ghiaccio del mostro, rompendolo (chi lo sa?) grazie alla poderosa lama in mithril con la quale era stata forgiata la wakizashi [d20:11 + Talento(F):19= 30]. In caso contrario, la tassetta si sarebbe messa in posizione difensiva, aspettando il momento propizio per aggirare il suo avversario e tentare, ancora una volta, di colpirlo dritto sul carapace.
[handwriting]Stava andando bene? Stava andando male? E chi lo sapeva! Di sicuro non Victoria, che poteva solo continuare a rispondere alle domande che le venivano fatte e pregare la Trama che andassero bene, e che la memoria non le stesse giocando brutti tiri: se in gioco ci fosse stata solo la propria, di vita, forse si sarebbe anche posta verso quella situazione in modo diverso, meno "pesante"; per quanto qualcuno potesse considerarlo assurdo, infatti, dover pensare solo alla propria vita era gravoso... ma pensare a quella di altre tre persone lo era molto di più, e le metteva addosso un'ansia da prestazione che mai avrebbe pensato di poter provare. Certo, era verosimile ipotizzare che tutti e quattro stessero vivendo le stesse sensazioni, ma in quel momento la Randall riusciva a pensare soltanto a sé, e a quanto si sarebbe sentita in colpa nel non riuscire a prendere quella dannata chiave, condannando così tutto il gruppo a morte certa, probabilmente.
'Davvero ottimi pensieri da fare, complimenti Vic!' -si rimproverò mentalmente dandosi una manata sulla fronte, una scena che, in un altro contesto, sarebbe apparsa quasi comica- 'Pensa meno a cosa succederà dopo e di più a quello che ti si sta chiedendo adesso, e forse sopravviverai... o morirai sapendo di aver fatto il tuo dovere.'
E quella sì che sarebbe stata una gran consolazione... Intanto, il terzo Stato ad illuminarsi era stato il Portogallo, e non ci volle molto prima che l'americana potesse leggere per terra la domanda corrispondente.
Quanti sono i laghi non artificiali di questa terra e come si chiamano?
Aggrottò la fronte, concentrata: doveva ricordarsi tutto ciò che Jorge le aveva detto sulla sua terra, e non era certo così semplice! Ripercorse indietro tutte le loro conversazioni, quasi stesse sfogliando al contrario le pagine di un libro, fino a tornare alle primissime chiacchierate con lui, quando si erano raccontati a vicenda dei posti da cui provenivano.
Lo sapevi che da dove vengo io non c'è nemmeno un lago naturale? E non intendo solo a Lisbona, parlo del Portogallo in generale! Abbiamo solo laghi artificiali, creati per produrre energia elettrica e per irrigare i campi! Ti lascio immaginare quanto ci fossi rimasto, i primi giorni ad Hogwarts, di fronte alla vista del Lago Nero...
[handwriting]Non c'erano laghi... non c'erano laghi! Ma allora quella era...
'Una domanda trabocchetto?' -si disse la Draghessa, mordicchiandosi il labbro inferiore: beh, avrebbe anche potuto essere così, perché no? Nessuno le aveva assicurato che l'Alchimista o chi per lui avrebbe giocato pulito, quindi c'era solo da aspettarsi di tutto e regolarsi di conseguenza.
... non esistono laghi non artificiali in Portogallo, di conseguenza non possono avere alcun nome.
Rispose dunque la Randall, ringraziando Alvares -nonostante l'incazzatura momentaneamente sopita- per averle parlato in modo così esaustivo della sua nazione, mentre di nuovo l'immagine del mappamondo scompariva lasciando il posto a quella di alcuni... tulipani.
Esiste un modo preciso per associare questo fiore alla località da te indicata?
Si trattava di New York, lo stato che aveva scelto perché lo considerava casa propria... e forse fu anche per questo che, su quello Stato, le venne posta inaspettatamente un'altra domanda.
Inoltre... esiste un animale tipicamente africano e indiano che potrebbe rappresentare molto bene lo stato di New York. Sai di che animale si tratta e perché?
'Ehi, non vale così!' -pensò la Randall, non azzardandosi minimamente però a protestare ad alta voce nel timore che il mappamondo potesse considerare la sua imprecazione come la risposta alle sue domande.
Scosse il capo, invece, riprendendo a camminare su e giù in quello spazio ristretto con la mente che lavorava febbrile: si parlava del suo Stato, del suo luogo di nascita... non poteva sbagliare, che razza di figura avrebbe fatto con tutti gli altri? -ammesso di avere il modo di raccontarlo da viva, chiaramente. Socchiuse gli occhi, e di nuovo si affidò all'ottima memoria che si era sempre vantata di possedere per tornare indietro nel tempo, alle lezioni di storia e geografia nazionale che tanto l'annoiavano a scuola.
'Tulipani... non credo di dover associare il fiore come tale a New York, anche perché l'unica cosa che saprei indicare è il festival dei tulipani, e non penso che l'Alchimista se ne intenda di eventi del genere!' -cominciò dunque a ragionare, scuotendo il capo- 'Vediamo... a cosa mi fanno pensare i tulipani in generale? Ai fiori, certo, però... uhm... una canzone? Naaa, scommetto che quello era troppo impegnato nei suoi esperimenti per dedicarsi alla musica! No, dev'essere qualcos'altro... forse un simbolo? Un simbolo... cosa può simboleggiare un tulipano?'
Avrebbe preferito ragionare ad alta voce, ma ancora preferì rimanere in silenzio e tenere tutto per sé, forse perché -per assurdo che fosse- un poco si vergognava a far sentire al mappamondo i suoi ragionamenti sconclusionati -che poi quella proiezione olografica probabilmente manco li potesse comprendere era un'opzione che Victoria non aveva nemmeno tenuto in conto.
'Onestamente non ne ho la più pallida idea... no, così non va! Devo provare a cambiare prospettiva: dunque, il tulipano potrebbe non simboleggiare nulla, bensì essere il simbolo di qualcosa... un sentimento forse. Oppure, se li dovessi associare a qualcosa... tulipani... mulini a vento... l'Olanda! Sì, i tulipani mi fanno pensare all'Olanda!' -quasi urlò mentalmente, elettrizzata all'ennesima potenza, prima di rendersi conto che in ogni caso ancora alla risposta non c'era arrivata.
Ma doveva esserci vicina, perché l'Olanda riferita a New York le diceva qualcosa, sì, qualcosa a livello storico... qualcosa di lontano, di antico, di...
... i coloni olandesi!! -lo gridò in un sussurro strozzato, portandosi una mano davanti alla bocca ed occhieggiando al mappamondo che però sembrava fermo al proprio posto. Si schiarì la voce e, con una sfumatura eccitata da quel lampo di genio, pronunciò la sua prima risposta con tono fermo e chiaro- Sì, è possibile associare i tulipani a New York: essi possono essere considerati un simbolo che riconduce all'Olanda, e fu un gruppo di coloni olandesi, nel 1613, a fondare il primo insediamento in quella che, nel corso degli anni, sarebbe diventata New York City.
Porca zozza... ce l'aveva fatta, aveva risposto! Ed era anche abbastanza sicura perché, andiamo, quello era il suo Stato, non poteva sbagliare, non se lo sarebbe perdonato mai! Non perse molto tempo a crogiolarsi nell'auto-compiacimento, perché doveva rimanere concentrata -e positiva- per la quarta domanda da quando era entrata in quella stanza: di nuovo si parlava di simboli, di rappresentazioni, questa volta di un animale africano/indiano che avesse una corrispondenza di qualcosa che faceva parte di New York... ipotizzando che si trattasse di qualcosa di grosso, si poteva pensare ad un monumento, magari alla statua del toro che si trovava di fronte alla borsa di Wall Street!
'... ma cosa vuoi che ne sappia un Alchimista di Wall Street?' -si riprese la Randall, che però sentiva di esserci piuttosto vicina: se non era un toro, allora... allora...
Il bufalo! È il bufalo l'animale che potrebbe rappresentare lo Stato di New York, perché esiste una città americana, la seconda più popolosa dopo New York City, di nome Buffalo! -esclamò ad alta voce, senza riflettere, portandosi subito dopo una mano davanti alla bocca con occhi spalancati: certo, era quello che voleva dire, ma magari facendo più attenzione avrebbe potuto esporre la cosa in modo un po' più articolato e sensato!
Quel che era fatto ormai, però, non si poteva più cancellare, e alla bionda non rimase altro da fare che osservare l'ultimo Stato -Repubblica Ceca- illuminarsi, e delle parole, anzi, delle frasi, comparire inizialmente al posto della domanda.
"C'è nei sogni, specialmente in quelli più generosi, una qualità impulsiva e compromettente che spesso travolge anche coloro che vorrebbero mantenerli confinati nel limbo innocuo della più inerte fantasia." -cominciò a leggere, trovando il tutto estremamente poetico... se non si fosse trovata a rischiare di morire prematuramente, certo.
"Quando si agisce è segno che ci si aveva pensato prima: I'azione è come il verde di certe piante che spunta appena sopra la terra, ma provate a tirare e vedrete che radici profonde." -perché le sembrava di aver già sentito quegli aforismi da qualche parte?
"Le grandi esperienze della vita sono quelle che non vorremmo fare mai." -oltre a trovare molto deprimente quell'ultima affermazione... cosa diavolo voleva sapere ora quell'odioso mappamondo?
Attraverso queste frasi, puoi trovare un qualsiasi collegamento con l'opzione da te voluta?
Davvero? Era quella la domanda? Insomma, qualcosina di più difficile no? Un problema di fisica quantistica ad esempio, tanto per non farsi mancare niente! Sbuffò con forza, passandosi una mano tra i capelli con fare irritato ma ben decisa a non farsi sopraffare dall'ansia: era l'ultima domanda, l'ultimo passo per poter uscire da lì -al fatto di aver sbagliato in qualche risposta non ci voleva nemmeno pensare.
'Ricominciamo a ragionare: sono aforismi abbastanza intellettuali, quindi posso supporre che sia stato qualcuno di molto colto a pronunciarli, come un poeta... un poeta nato in Repubblica Ceca, forse? Sì, ma chi li conosce?! D'accordo, niente panico... quali città ceche conosco? Cominciamo da qui: dunque, c'è Praga ovviamente, e poi Brno che si trova nella regione della Moravia...' -a quell'ultima parola si fermò, quasi folgorata: ma Moravia non era anche il nome di...
'Era un poeta italiano! Certo, non ho la minima idea se quelle cose le abbia dette lui, ma è anche vero che non saprei che altro inventarmi e il tempo passa, non posso stare qui in eterno! Perciò o la va, o la spacca...'
Queste frasi sono state pronunciate da un poeta di nome Alberto Moravia... e Moravia è una regione della Repubblica Ceca. -disse ad alta voce, rendendosi conto solo in quel momento che le domande erano finite, e che non le sarebbe stata data nessuna possibilità di correggere eventuali errori nelle sue risposte...
... ecco, ora sì che poteva farsi venire un attacco di panico.
Pensò Jorge osservando disgustato quegli occhi vacui illuminarsi a intermittenza per la seconda volta. Sapeva che non avrebbe ricevuto alcun responso quindi rimase fermo, in ginocchio, con la matita pronta a scattare sul pezzo di pergamena, in attesa che il “cervellone” processasse le sue parole e gli somministrasse il terzo indovinello. Era leggermente più sicuro di prima della soluzione trovata – considerava di buon auspicio il fatto che anche il nome “Munny” aveva in sé una doppia consonante – ma questo non lo rendeva meno ansioso, non solo per quello che lo attendeva ma anche per ciò che stava accadendo nelle altre stanze. L’essere isolato anche acusticamente era una benedizione o una maledizione? Poter sentire cosa stava accadendo a Victoria, a Caroline Priscilla o a Brianna l’avrebbe spronato a ragionare ancor più velocemente donandogli maggiore lucidità oppure l’avrebbe paralizzato del tutto? Erano interrogativi inutili, il silenzio che lo circondava era così denso che avrebbe creduto di essere diventato all’improvviso sordo se non fosse stato per quella voce metallica e inumana che, pochi secondi dopo, riecheggiò nella stanza.
Qualora dovessi aver risposto correttamente ai primi due indovinelli, mi sapresti fornire una "Menzogna Furba" allo scopo di farti consegnare ciò a cui ambisci di più in questo momento? Una menzogna che, a prescindere che possa essere considerata giusta o sbagliata, ti possa condurre ugualmente alla chiave?
Senza distogliere lo sguardo dal foglio per non farsi distrarre da quei due inquietanti puntini rossi che, sapeva, erano fissi su di lui, il portoghese trascrisse ogni singola parola senza soffermarsi subito sul loro significato. Voleva avere tutto il quadro d’insieme sott’occhio prima di iniziare a disperarsi nel tentativo di districare il nuovo indovinello.
Ti informo che sono trascorsi esattamente 18 minuti e 16 secondi dal tuo ingresso in questa stanza.
La testa scattò in alto, gli occhi sgranati e un rivolo di sudore gli scivolò lungo la tempia. Era davvero rimasto lì dentro così tanto tempo? La complessità degli indovinelli gli aveva fatto perdere la cognizione del tempo? O era stato quel silenzio innaturale che lo circondava?
Ho sforato di 3 minuti e 16 secondi… – si disse mentre il panico iniziava a serpeggiargli lungo la schiena – No no, avrei sforato, avrei…
Si corresse immediatamente, prendendo un profondo respiro di sollievo. L’Alchimista aveva dato all’intruso 60 minuti di tempo per prendere quattro chiavi e uscire indenne dal laboratorio prima dell’esplosione e questo voleva dire avere a disposizione solo 15 minuti per stanza. Ma lui non era solo. Erano giunti in quattro in quel terrificante luogo misterioso - non lo considerava più affascinante e intrigante visto che sarebbe potuto essere la loro tomba – e questo voleva dire che avevano più tempo a disposizione. Non che si sentisse quindi legittimato a sprecarne – non sapeva se fosse possibile, uscendo vivo dalla propria stanza, andare in aiuto di qualcun altro ma nel caso avrebbe avuto bisogno di tempo - ma quel pensiero gli impedì di farsi venire una crisi di nervi.
Devo inventarmi una qualche balla per convincerlo a farmi dare la chiave? – si chiese allarmato, prevedendo già il fallimento – Già di mio sono uno scarsissimo affabulatore [Carisma/F=16] in più adesso la mia fantasia sta davvero a zero…
Non era una cosa semplice inventarsi una “bugia intelligente”, che fosse sia vera che falsa, di quelle che ti permettevano di farla franca nelle situazioni più disperate, costringendo l’altro a dartela vinta in ogni caso. Si ricordava di un gioco di logica che Gorca aveva sottoposto a tutti loro quell’estate, di un tizio che prometteva a un amico di dargli un sacco di soldi se fosse riuscito a inventarsi una bugia “intelligente”. Quello aveva semplicemente risposto: “Tuo padre, prima di morire, mi era debitore di un sacco di soldi”, rendendo inutile cercare di stabilire se l’affermazione fosse vera o falsa perché tanto, in ogni caso, il tipo avrebbe ricevuto i suoi soldi. Quello che il “cervellone” gli stava chiedendo era davvero una cosa simile?
E se questa non è la strada giusta? - si chiese, alzandosi in piedi e camminando avanti e indietro con fare nervoso – [/i] Chi mi dice che la bugia debba essere legata alla chiave e che sia il contenuto di quello che gli dico a indurlo a darmela? All’inizio mi ha detto che per averla dovevo risolvere i suoi tre giochi di logica e quindi la “bugia” potrebbe essere solo una terza soluzione che, in quanto tale, mi porterà alla chiave.[/i]
Si portò entrambe le mani alla testa e si scompigliò con forza i capelli come se con quel gesto potesse mettere ordine nella sua mente. Aveva la dannata sensazione di starsi incartando da solo con dei ragionamenti assurdi e senza senso e con il tempo che scorreva inesorabile quella era l’ultima cosa che doveva fare.
Come faccio a mentire senza realmente mentire? Dire qualcosa di falso ma che potrebbe essere considerato vero? Forse tenendomi sul vago?
Caricò la testa all’indietro e la fece scattare violentemente in avanti a colpire il nulla, il senso di autoconservazione troppo sviluppato per permettergli di sbattere la fronte contro uno degli ingranaggi alla parete. Ma che idiozia andava pensando? Se continuava a sprecare tempo con quei pensieri stupidi l’unico modo che avrebbe avuto per uscire da quell’immenso casino in cui si era ficcato sarebbe stato al massimo fluttuando sottoforma di fantasma perché il suo corpo sarebbe saltato in aria insieme a quello delle ragazze.
Accadrà la stessa cosa se do la risposta sbagliata.
Ricordò a se stesso per poi immobilizzarsi, colpito da quella che poteva essere considerata la folgorazione più campata in aria degli ultimi secoli. Poteva essere quella la “bugia intelligente”? Quella che in ogni caso lo vedeva lontano da quel luogo?
Non devo risolvere i tuoi giochi di logica per andarmene da qui.
Balbettò, chiudendo gli occhi e incassando la testa tra le spalle. Era una bugia, perché l’unico modo per andarsene con le proprie gambe dalla stanza era ottenere la chiave e se lui avesse sbagliato anche solo una delle tre domande il “cervellone” non gliel’avrebbe data. Ma era anche la verità perché senza la chiave sarebbe saltato in aria in poco meno di quarantacinque minuti e quindi avrebbe lo stesso lasciato quel luogo, e il mondo in generale.
Brianna tirò un sospiro di sollievo, senza essere però troppo felice, anzi... il tempo scorreva, sembrava che le stesse scivolando tra le dita, e le porte da attraversare erano ancora molte...
Dai Glaedr, una l'abbiamo passata
si permise di sussurrare al suo animaletto, mentre ancora pensava alla porta successiva... quale scegliere ora?
Nemmeno le avesse letto nel pensiero e volesse toglierla d'impiccio, la figura che aveva di fronte le indicò il passo successivo
Per questa volta, la tua scelta è obbligata, prendi la porta alla mia destra.
Brianna stava già andando verso la porta indicata quando
Buona Fortuna.
Grazie – disse a quella figura che era stata tanto gentile con lei – ne avrò bisogno.
L'ultima parte la pensò soltanto, certa comunque che ne avrebbe avuto bisogno.
Brianna aprì quindi la porta indicatale, si trovò in una stanzetta analoga a quella appena lasciata, con la differenza che questa era ricca di fregi dei Draghi, segno che quella era la porta dedicata alla Casata dei Dragargenteo... dunque era così, le prime due erano le due nuove casate create molto tempo prima...
Al centro della stanza in cui si trovava ora non c'era nessuno... si guardò attorno un po' spaesata, aspettandosi qualcuno come era appena successo, ma stavolta non apparve nessuno, solo – al centro della stanza – una pietra con un indovinello inciso sopra
"La Nostra Gloriosa Casata Era Destinata Ad Avere Vita Fra Queste Mura. Ancor Quando Gli Stemmi Eran Solo Quattro, Una Frase Comune A Tutti Richiamava Gli Splendori Del Nostro Potente Simbolo. Pronunciala Per Poter Proseguire."
Lesse e rilesse l'indovinello, cercò di analizzarlo da qualsiasi punto di vista per vedere se riusciva a carpirne qualche segreto
Pensa Bri... qualcosa che è comune a tutti...qualcosa che ha a che fare con i Draghi...
La mente della giovane lavorava frenetica per trovare una soluzione... ma le sembrava che nulla di quello che le veniva in mente potesse essere giusto... poi le venne in mente ciò che si dicevano prima di una qualsiasi prova... “in bocca al drago” questa era la frase che si usava dire nel mondo magico al posto dell'in bocca al lupo babbano...
In bocca al drago... si... esiste da un sacco di tempo... ha a che fare con i Draghi... vuoi che sia questa la soluzione? Così semplice? Nooo... non credo... oppure si?
Il tempo scorreva e Brianna si decise a dire l'unica cosa che le era venuta in mente, pregando che fosse la risposta giusta.
In bocca al drago
Scandì bene le parole, per poi trattenere per qualche istante il fiato e sperando di sapere se la risposta era corretta come era successa la prima volta; quindi uscì dalla stanza e di, nuovo, si trovò a dover scegliere tra le porte rimaste... lo stemma dei Grifondoro attrasse la sua attenzione, quella sarebbe stata la porta successiva.