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Messaggioda Miyabi » 05/11/2011, 17:58

Sì, sembrava che nascondere Murai sotto i vestiti fosse stata la scelta migliore per impedirgli di diventare il pasto principale del serpente della professoressa Tisifone, che poco dopo le raccontò qualcosa sul proprio animale da compagnia.

Idra è ancora un cucciolo abituato a vivere nella giungla di Sumatra. Ha deciso di lasciare la sua casa per vivere con me, ma purtroppo cambiare abitudini per un animale così piccolo e indipendente è difficile.

Miyabi annuì semplicemente senza commentare le parole della Sensei: primo, non avrebbe proprio saputo che dire, e secondo, semplicemente per lei che aveva ricevuto Murai come regalo da parte dei suoi genitori, l'idea di prendere un cucciolo selvatico nato e cresciuto in cattività e portarlo via con sé, allevandolo così da farlo diventare un animale domestico, era qualcosa di totalmente inconcepibile.

Il tuo criceto invece sembra essere molto a proprio agio con tutte queste persone intorno.

Si infatti. È da molto che lo possiedi? Non ci hai raccontato nulla di te, perchè non ci parli delle tue origini?

Il commento della professoressa fu subito seguito dalle parole di Adam, che gentilmente tentò di sbloccare Miyabi dalla sua timidezza e di farla inserire in qualche modo nella conversazione. La giapponesina passò lo sguardo da Adam all'insegnante, arrossendo vistosamente sulle guance: abbassò gli occhi e deglutì silenziosamente, prima d'iniziare a parlare.

Murai è con me da un anno, e ormai si è abituato alle persone perchè ogni giorno veniva con me alla scuola babbana nella quale ho studiato.

Raccontò in un sussurro, tanto che se uno dei due o Cedric, a breve distanza da lei, le avesse parlato sopra, la sua voce sarebbe interamente stata coperta, senza più la possibilità di udire nemmeno una mezza sillaba.

Io sono nata in Giappone, ma poi per il lavoro di papà ci siamo dovuti trasferire a Londra. Non sapevo di essere una strega, perchè i miei genitori non sono maghi... è stata la nostra vicina di casa a dirmelo.

Aggiunse, ed appena finite di pronunciare quelle parole si richiuse subito nel suo silenzio, non per antipatia o altro ma per quell'incapacità di relazionarsi con gli altri che la caratterizzava, da attribuire forse non solo alla sua timidezza caratteriale ma anche all'educazione della madre. In ogni caso, le sembrava di aver riassunto perfettamente la sua vita fino a quel momento, un'esistenza assolutamente nella media, nulla di speciale. Hogwarts era, a dirla tutta, la cosa più fuori dal comune che le fosse mai capitata fino a quel momento... e forse non c'era poi tanto da stupirsene.
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Messaggioda Tisifone » 05/11/2011, 20:48

[Ultimo Vagone – Ultima Carrozza]


A quanto sembrava dall’espressione infastidita di Adam, qualsiasi cosa Tisifone dicesse era la cosa sbagliata.

Se il ragazzo verrà smistato tra i Grifi ci sarà da divertirsi per i prossimi sette anni…Non sembra una persona facile da trattare.

Pensò la donna con una punta di amarezza e autoironia. Forse il suo era solo pessimismo, ma qualcosa le diceva che quel ragazzo, così orgoglioso delle sue origini e così palesemente ostile a Hogwarts, si sarebbe messo nei guai presto e spesso, soprattutto con i ragazzini di Serpeverde.

Solo curiosità... Spesso gli amici dello zio mi hanno definito "il ragazzino più curiosio che io abbia mai conosciuto". In particolare ho una conoscenza abbastanza buona di scienze babbane... mi diverto a imparare quanto più possibile, potrebbe sempre tornare utile.

Raro vedere in un ragazzino di undici anni tutto questo amore per lo studio e la conoscenza in generale. Raro e interessante…

Rispose la donna a Cedric, chiedendosi se tutta quella sua sete di conoscenza sarebbe rimasta invariata nel corso degli anni.

Le scienze babbane sanno essere illuminanti, sia nel bene che nel male. Ma ti conviene mettere da parte tutto ciò che credi di sapere se non vuoi andare in conflitto con te stesso. Per i prossimi sette anni dovrai impegnarti per raggiungere una preparazione magica eccellente: le integrazioni, i paragoni, le incongruenze con il Mondo Babbano le potrai affrontare dopo i M.A.G.O.

Un consiglio pratico quello della donna, che da ormai un decennio si era avvicinata alla psicologia babbana e a tutte le sue implicazioni e possibili applicazioni nel Mondo Magico.

È da molto che lo possiedi? Non ci hai raccontato nulla di te, perchè non ci parli delle tue origini?

E mentre lei rispondeva a Cedric, Adam cercava di coinvolgere Miyabinella conversazione, anche con discreti risultati, visto che finalmente la ragazzina iniziò a parlare. Certo il tono di voce era basso, quasi si vergognasse a condividere con loro i propri pensieri, ma almeno era un passo avanti. Tisifone ascoltò con curioso distacco il racconto della ragazza, sia sul suo criceto che sulle sue origini, con l’intento e la speranza che fosse la sua presenza, in qualità di insegnante a inibire la ragazzina e che quindi, se si fosse estraniata dalla conversazione, lei si sarebbe sentita più a suo agio con i suoi coetanei.
Avvertì un piccolo moto di invidia sentendo che al criceto era bastato un anno per prendere confidenza con gli uomini, ben consapevole che forse Idra non si sarebbe mai sentita a proprio agio con tutti, ma solo con determinate persone. Ma alla fine era così anche per lei, e il fatto che il suo serpente rispecchiasse in maniera così fedele il suo modo di essere era solo un ulteriore conferma che erano due spiriti affini. Dopotutto lei non l’aveva costretta ad abbandonare il suo habitat naturale, se l’era semplicemente trovata nella borsa quando era uscita dalla giungla.

Hummm…. No, non sono io… è proprio timida di suo.

Riflettè la donna quando la ragazzina, dopo aver dato alcune notizie di sé, tornò a chiudersi in un silenzio protettivo.

Il treno è quasi arrivato. Indossate le vostre divise e iniziate a raccogliere le vostre cose.

Quella litania venne pronunciata con aria scocciata da una ragazzina del terzo anno a cui, a quanto pareva, era toccato il compito di avvertire gli studenti presenti in quella parte del treno. La sua fu un’apparizione veloce, giusto il tempo di infilare la testa nello scompartimento, fare il suo annuncio, e poi richiudere la porta.

Forza ragazzi, avete sentito la ragazza. È ora di tirare fuori la vostra veste da mago.

Ripetè Tisifone, incoraggiando gli studenti a cambiarsi in vista dell’arrivo a Hogwarts.


[Fine]
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Messaggioda Zhalia » 12/02/2012, 18:01

[Carrozza n°2 e Vagone 4 (prima dello smistamento)]

Ethan Travis la fece arrossire. Nessuno le aveva mai detto quella cosa, eccetto i suoi due padri ovviamente. Subito indietreggiò, la timidezza aveva prevalso in lei. Quel ragazzo era davvero carino. Non in senso fisico... certo anche quel suo aspetto la attraeva molto, ma il suo carattere era stupendo.

Grazie...

Rispose lei riavvicinandosi. Non voleva passare come strana... Anche se un po' lo era, doveva ammetterlo. Eppure lei era assai attratta dalla normalità. Le cose esclusive, sofisticate non l'avevano mai persuasa. Anzi, lei tentava di discostarsene.

Io... Bé... amo molto leggere. Soprattutto romanzi romantici o di avventura e... mi piace molto guardare il Quidditch, diversamente dai miei padri... Faccio il tifo per le Holidays Harpies.
Ah... sono una Wicca e la mia festa preferita è Hallowen, poiché coincide con...


Stava iniziando a prendere sicurezza quando...

Mr Friggins!

Il gatto era fuggito dalla loro carrozza. Quel felino aveva fatto finta di niente e poi se ne era andato quando lei aveva abbassato la guardia. Era leggermente disperata, non sapeva cosa fare o come comportarsi.

Scusa, ma... devo trovarlo... Ci vediamo a Hogwarts!

Carlos teneva troppo ai suoi gatti e lei non poteva perderglielo nell'Espresso per Hogwarts! Piuttosto avrebbe bussato a tutte le carrozze di quel treno. Uscì quindi, dopo quel repentino saluto dalla loro carrozza armata d'impegno e pazienza per ritrovare quell'animale.
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Messaggioda Elisabeth » 30/08/2012, 23:41

[1° Settembre ore 7.00 - Londra – Stazione King Cross – Hogwart’s Express]


Le vacanze estive erano trascorse velocemente, forse un po’ troppo velocemente, presto la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts avrebbe riaperto i battenti, un nuovo anno scolastico stava per cominciare e con esso tante nuove avventure per tutti i suoi abitanti, piccoli e grandi che fossero.
L’anno prima Elisabeth aveva ricevuto la lettera di ammissione ad Hogwarts ed accompagnarla alla stazione di King Cross furono i suoi nonni, mentre per il suo secondo anno di frequenta c’era niente meno che suo padre ad accompagnarla, l’uomo aveva fatto in modo che la bimba trascorresse tutte le sue vacanze in sua compagnia, era il regalo di compleanno che la bimba aveva chiesto l’anno prima ed anche se in ritardo l’aveva accontentata.
Poco prima dell’inizio del nuovo anno scolastico la piccola serpina, come tutti gli studenti della scuola, aveva ricevuto una nuova lettera da Hogwarts con la lista di tutto l’occorrente per la scuola e la solita raccomandazione di prendere l’Hogwart’s Express il primo settembre.
La piccola una volta giunta nei pressi del binario 9 ¾ si diresse di buon grado verso il treno, salire sul treno significava lasciare suo padre per almeno un interno anno, cosa che la bimba non voleva assolutamente, così memore della sua natura di serpe fece in modo di far cadere suo padre in una delle sue trappole, con qualche capriccio, riuscì a strappargli la promessa di scriverle una volta ogni due settimane, non le interessavano più i dolcetti, voleva solo avere notizie del genitore, l’anno prima si era spaventata moltissimo non ricevendo nessuna lettera per un mese intero ed ora voleva assolutamente avere sempre sue notizie, in cambio l’uomo le concesse di scrivergli una sola volta la mese, non era molto, ma, alla bimba bastava come inizio.
Una volta ottenuto quello che bramava la piccola Elisabeth si concesse di guardarsi attorno alla ricerca di qualcuno dei suoi amici, la bimba notò alcuni bambini di poco più piccoli di lei, erano i nuovi primini della scuola di magia, che con la lettera della Preside Bergman fra le mani piagnucolavano perché non volevano lasciare le famiglie, altri sprezzanti di gioia cominciavano a salire sul treno.
Mentre la serpina osservava i suoi compagni, i bagagli venivano caricati sul treno, presto il lungo viaggio per la scuola sarebbe iniziato e con esso la famosa cerimonia di smistamento, la bimba era divertita dall’idea di vedere quei bambini piagnucoloni sedersi sullo sgabello ed aspettare il giudizio del Cappello Parlante chissà quali caratteristiche avevano, potevano essere dei Grifi, dei Corvi, dei Tassi, magari dei Draghi e perché no dei Delfini, o forse delle Serpi come lei, difficile a dirsi avrebbe dovuto aspettare la sera per saperlo, ma, alla bimba tutto sommato la cosa interessava poco presto Elisabeth, Kayleen, JaneYue, Caroline Priscilla, Miyabi, Hans, Alexis, Arianna, Jorge, Peter, Steve, Adam, Ethan Travis, Vergil, Typhon, Orion, Ali e Gaia erano ormai saliti sul treno e trovato uno scompartimento di loro gusto l’avevano occupato, intanto dai finestrini dei vagoni i ragazzi salutavano le loro famiglie, ricevendo in alcuni casi le ultime raccomandazione dei genitori, ben presto il treno si mise in movimento ed una volta usciti dalla stazione i ragazzi avrebbero intrapreso un nuovo viaggio ricco di avventure, forse sarebbero nate nuove amicizie o magari qualche vecchio rancore sarebbe rinato, nessuno dei presenti poteva saperlo.


EDIT:
//Ciao Ragazzi, ebbene si, finalmente Hogwarts riapre i battenti, spero di non aver dimenticato nessuno per iniziare la nostra nuova avventura, in caso contrario potreste nominarlo voi, ricordate più siamo e più ci divertiremo. Buon viaggio e buon gioco a tutti. Elisabeth.


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Messaggioda Caroline Priscilla » 31/08/2012, 9:59

[1° Settembre ore 7.00 - Londra – Stazione King Cross – Hogwart’s Express]


Sbrigati papà! Il treno sta per partire!

L'impazienza e l'ansia nella voce della giovane Cappie era ben visibile nel suo modo di parlare. La piccola sentiva l'emozione attanagliarle le viscere, proprio come la prima volta che era stata lì, cosa che quella mattina le aveva impedito di fare colazione. Sapeva che dopo, sul treno, se ne sarebbe pentita. Ma il padre, in previsione dell'insaziabile appetito della figlia, le aveva generosamente dato qualche galeone per permetterle di comprarsi qualcosa da mangiare dal carrello che puntualmente passava per ogni cabina verso metà del viaggio.

Calmati tesoro, c'è ancora tempo prima che parta! E poi, non vuoi salutare tua madre?

disse il padre, voltandosi a fissare Marion, ferma in mezzo ad una folla in continuo movimento. La giovane strega guardò a sua volta in quella direzione, notando come sua madre sembrasse un po' spaesata lì in mezzo, quasi si aspettasse di veder spuntare un mago o una strega da ogni angolo. Il che in effetti poteva essere un'aspettativa più che sensata! Cappie lasciò il carrello con i suoi bagagli alle cure del padre, prima di correre verso la donna e abbracciarla con trasporto.

Stai tranquilla, mami...starò bene! E ci rivedremo per le vacanze di Natale, promesso! disse in un sussurro, affondando il viso nel suo grembo, prima di scioglierla da quell'abbraccio e tornare nel punto dove l'aspettava il padre. La salutò con la mano per un'ultima volta, per poi sparire nel passaggio che l'avrebbe portata al binario 9 ¾.
Caroline Priscilla si sentiva finalmente a casa. Ogni angolo del binario era occupato da giovani maghi e streghe accompagnati dai loro famigliari, mentre montagne di bagagli venivano sistemati nei vari scompartimenti da chi si trovava lì molto prima di loro. La piccola non era affatto cambiata, dopo quell'estate appena trascorsa: la sua altezza (o per meglio dire, bassezza) era sempre rimasta quella. Non sembrava particolarmente abbronzata, anzi, quasi per niente, se non che le lentiggini sembravano risaltare ancora di più sul suo volto da bimba. Anche il sorriso era rimasto sempre quello: aperto, solare, pieno di allegria e di buon umore. Con la bacchetta ben infilata nella tasca dei jeans, la giovane strega si lasciò aiutare dal padre a mettere il proprio baule sul treno e, nel mentre si voltava per salutarlo, la piccola venne presa in braccio da lui, ritrovandosi coi piedi che mancavano il terreno di parecchi centimetri. La piccola avvampò imbarazzata per quel gesto e cercò disperatamente di divincolarsi.

Papà! Non sono più una bambina! Mettimi giù dai, ci stanno guardando tutti!

disse con voce strozzata, fino a quando Nathaniel, ridendo divertito, non l'accontentò, scompigliandole i capelli con un gesto affettuoso.

Al contrario tesoro,tu sarai sempre la mia bambina, ricordatelo! Ora va, su, il treno sta per partire!

Neanche a farlo apposta, proprio in quel momento si sentì il primo fischio che avvisava tutti i passeggeri di salire e prender posto, in quanto sarebbero partiti a breve. Con le gote ancora infiammate, la piccola salutò il genitore, gridandogli un'ultima raccomandazione ("Prenditi cura della mamma!"), prima di chiudere lo sportellone dietro di sè e dirigendosi verso il suo bagaglio, lasciato in un angolo del corridoio.
Avanti Cappie! Forza e coraggio! si disse mentalmente la bambina, cercando di sollevare da un lato il proprio baule e trascinandolo per tutto il corridoio del primo vagone, alla ricerca di una cabina vuota. Non aveva fatto caso sulla piattaforma del binario se fossero presenti i bambini con il quale aveva stretto amicizia quel primo anno a Hogwarts. Istintivamente, in ogni scompartimento che visitava, cercava la figura di Elisabeth o Jorge (quelli che lei definiva "i due futuri amanti"), ma anche l'altra serpina,JaneYue, e Peter e Ethan Travis, insomma tutti coloro che erano diventati ormai i suoi compagni d'avventura!
Finalmente, dopo un'estenuante ricerca, la giovane strega intravide la figura di Elisabeth entrare in uno scompartimento.

Ellie!

gridò la tassetta, attirando l'attenzione dell'amica e raggiungendola. Il suo primo impulso fu quello di gettarle le braccia al collo, abbracciandola dopo tanto tempo. Tuttavia la presenza dell'ingombrante bagaglio salvò la povera serpina da quell'assalto, mentre ora Cappie riprendeva a sguinzagliare la sua solita parlantina veloce.

Come stai? Come hai passato le vacanze? Tutto bene? Io sono stata a casa dai miei, non siamo andati in molti posti, qualche gita qua e là ma nulla di che. Oh mi sei mancata tantissimo! Mi spiace non averti scritto lettere, purtroppo non teniamo gufi in casa, il gatto se li è mangiati tutti! Però ho deciso quest'anno di comprare un gufo tutto per me, lo terrò in salvo da quel gattaccio malefico! Hai visto gli altri? Jorge? JaneYue? C'è spazio nella cambina? Spero di si, non ce la faccio più a trascinarmi dietro questo coso!

disse, senza mai riprendere fiato, mentre indicava il proprio bagaglio a terra. La piccola attese la risposta di Elisabeth e, nel mentre, sbirciò all'interno dello scompartimento, per vedere se fosse presente qualche viso familiare...


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Messaggioda Ali » 31/08/2012, 12:19

[1° Settembre ore 7.00 - Londra – Stazione King Cross – Hogwart’s Express]

Era come se il sogno fosse diventato la realtà, pensò Ali mentre varcava la soglia del binario nove e trequarti, quella mattina del primo settembre. Le fiabe che aveva sempre e solo visto in televisione, con magie, principi e principesse stavano come prendendo vita in questo nuovo modo di cui lei era, e ancora stentava a crederci, parte.
Insomma, dai, per arrivare al vagone era passata attraverso un muro, un muro! Se lo avesse raccontato ai suoi amici in Ohio loro non ci avrebbero creduto.
La piccola, con la cascata di capelli rossi che le ricadevano sulle spalle e sulla sciama, guardava ciò che la circondava con gli occhioni blu sgranati, come a voler imprimersi nella mente tutti i dettagli della stazione. Stringeva forte le mani ai suoi genitori, che come lei si guardavano intorno fra l'estasiato e l'impaurito.
I genitori di Ali, infatti, facevano ancora un po' di fatua ad abituarsi al fatto che loro figlia facesse parte di un mondo completamente, o quasi, diverso dal loro.
Quando era arrivata la lettera dalla scuola, con scritto materiale e tutto il resto, Ali aveva iniziato a saltellare per casa felice e contenta che non fosse tutto un sogno, una fantasia, e aveva trascinato quel giorno stesso i genitori a Diagon Alley.
Ali aveva trovato Diagon Alley 'da strizza occhi', come dice sempre lei quando trova qualcosa veramente bello, e aveva trascinato i suoi in tutti i negozi possibili ed immaginabili. Avevano comperato tutto l'occorrente, aveva fatto un conto in banca e i suoi le avevano persino comprato un gatto! Un gatto vero, di quelli grassocci e con il viso paffuto.
Si, insomma, erano giorni che Ali camminava sulle nuvole, e adesso che stava per partire era quasi incontrollabile.
Il treno emise due fischi, il cui significato probabilmente era 'salite a bordo!' quindi Ali si affrettò a salutare i suoi genitori, con le lacrime agli occhi. Un anno intero lontano dalla sua mamma e dal suo papà.. Una lacrima le rigò la guancia, ma il padre le sorrise, abbassandosi alla sua altezza e scompigliandole i capelli.

Fai la brava Alli-polly, ok? Ti scriveremo ogni settimana

Le disse, dandole un bacio sulla guancia. Ali scoppiò a ridere di gusto, sentendo il soprannome. Era tanto che non la chiamava così.

Mi manderai il manoscritto del libro, papà? Eh, prima di pubblicarlo?

Domandò, mentre si staccava da lui per abbracciare la madre. Anche la donna le fece le raccomandazioni del caso, mentre il padre assentiva. Poi, a malincuore dovettero lasciarla andare. La bambina si asciugò gli occhi con il dorso della mano, anche se una ovina nella sua testa la rimproverò perchè così si sarebbe screpolata e, bagaglio ultrapesante in mano, iniziò a passeggiare per i corridoi alla ricerca di uno scompartimento libro.
Camminò un poco, ma abbastanza per accorgersi che non ce n'erano.
Bene, Ali, pensò la bimba, è giunto il momento di fare nuove conoscenze!
Si aprì in un sorriso a cenocinquantamila denti e ben presto notò due ragazzine ferme sulla porta di uno scompartimento. Una era mora, con la frangetta e stava parlando come una macchinetta. L'altra, bionda, la stava ascoltando. Evidentemente si conoscevano già, erano amiche.
Questo intimorì un pochino Ali, che però decise di non darsi per vinta, anche perchè a meno che non avesse voluto farsi tutti il viaggio in piedi, qualcuno avrebbe dovuto conoscere. Quando la bambina mora finì di parlare, Ali si avvicinò al duo, e con un sorriso timido si presentò.

Ciao! Io sono Ali Taylor, e sono nuova. Posso sedermi qui con voi?

Domandò, facendo un sorriso alle altre due.

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Messaggioda JaneYue » 01/09/2012, 0:20

[Stazione di King's Cross - Hogwarts Express 1° Settembre ore 7.00 am]


Gli ultimi due giorni passati con Robert furono molto piacevoli ma passarono abbastanza in fretta. Si allenarono insieme, le diede qualche consiglio su come famigliarizzare con Ray e qualche piccola lezione di volo. Quella scopa non era niente male! La prima volta che vi salì fu quasi imbarazzante. Si fecero parecchie risate ma già dalla seconda volta cominciò a migliorare. La piccola apprendeva in fretta. Nel giro di poche ore riuscì a fare tranquillamente qualche acrobazia ed a volare abbastanza in alto. A scuola avrebbe continuato ad allenarsi. La sera del 31 Agosto andarono a dormire presto. Non erano molto lontani dalla Stazione di King's Cross ma avrebbero comunque dovuto essere lì entro le 7. Si svegliarono alle 5 am, giusto per fare un mini allenamento. Per le 6.30 erano entrambi pronti. Presero il baule, la scopa e la gabbietta con Ray dentro.

Vedrai che ti piacerà Hogwarts piccolo! Disse al cucciolo di Lince.

Uscirono dall'albergo dirigendosi al passaggio per tornare nel Mondo Babbano. Coprì la scopa e la gabbia di Ray prima di passare. Una volta entrati nella Londra babbana, si diressero alla Stazione. Una ventina di minuti dopo, si ritrovarono all'entrata dell'affollatissima Stazione di King's Cross. Andarono velocemente verso il binario 9 ¾ ed si misero in coda per oltrepassare la barriera. Come mai i babbani non se ne fossero mai accorti, la piccola non se lo spiegava! Arrivato il loro turno, oltrepassarono e si ritrovarono nuovamente nel mondo della magia. Il binario era affollatissimo di studenti. I vagoni del treno anche.

Farei meglio a salire. Pensò la piccola.

E' ora! Robert.....grazie.. Jane non riuscì a dire altro. Si era affezionata a lui, le sarebbe mancato.

L'amico la guardò per poi rivolgerle un ampio sorriso e dirle che ci sarebbe sempre stato, per qualsiasi cosa. Disse che le avrebbe mandato qualche gufo di tanto in tanto e che comunque lui avrebbe sempre avuto notizie di lei.

Ah giusto, il contatto all'interno della scuola! Quasi se ne era dimenticata!

Il treno cominciò a fischiare come a voler dire “sbrigatevi a salire o vi lascio qui!” La piccola si voltò verso il mezzo, Robert alzò lo sguardo e le disse di andare. Un'ultima raccomandazione, di stare attenta ma di impegnarsi e divertirsi! Jane annuì.

Allora a presto Robert. Ehm....Se dovessi vederlo...Salutamelo.. Ovviamente si stava riferendo al Sensei. L'amico lo capì ed annuì sorridendole.

State attenti anche voi... Disse prima di voltarsi e dirigersi faticosamente verso uno dei vagoni del treno con appresso baule, scopa e gabbietta. Robert la raggiunse velocemente per aiutarla. Una volta sul treno le passò il baule. Era stracarica! Le disse di non preoccuparsi, le augurò buon anno scolastico per poi allontanarsi dal vagone. Jane gli sorrise, un ultimo sguardo tra i due.

Prese tutte le sue cose e cominciò a camminare lentamente per i corridoi alla ricerca di un vagone libero e di qualcuno che conoscesse come Elisabeth, Cappie, Kayleen, Peter, Jorge ed Ethan. Non le sembrò di vedere nessuno di loro. Chissà se mentre saliva sul treno qualcuno di loro l'avesse vista, lei non ci aveva fatto caso. Continuò a camminare lentamente e con leggera fatica notando vagoni pieni e nemmeno la minima traccia dei suoi nuovi amici!

Dove saranno tutti??... Non finì nemmeno di chiederselo che le sembrò di intravedere Cappie ed Elisabeth ed un'altra ragazzina dai lunghi capelli rossi che non aveva mai visto, vicino all'entrata di uno scompartimento.

Mentre pian piano le raggiunse, sentì Cappie parlare a raffica. Le venne da ridere. Quella tassina era capace di metterla di buon umore!

Cappie, Eli! Quasi urlò per farsi sentire e si spostò sul lato per farsi vedere.

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Messaggioda Kayleen » 01/09/2012, 11:20

[1° Settembre || Stazione di King's Cross - Hogwarts Express || Ore 7.00 circa]


Per Kayleen e per il resto degli studenti di Hogwarts le vacanze si erano concluse.
Dovevano tornare ad Hogwarts, lasciare le loro famiglie e buttarsi di nuovo a capofitto in quel mondo fatto di avventure meravigliose e di lezioni fantastiche: pur di scuola si trattava, ma non aveva niente a che fare con quelle che aveva frequentato nel mondo babbano fino all’età di dieci anni.
Tuttavia, quel giorno c’era qualcosa di diverso: sarebbe tornata al castello non più come matricola, ma come secondina “navigata” ed “esperta”. Almeno di questo ne era convinta. Ci sarebbero stati primini spaesati da spupazzare, mentre a lei sarebbero toccate più responsabilità ma anche più onori. Il club dei duellanti, di cui aveva sentito parlare nei corridoi per esempio.
Non poteva non sentirsi emozionata a riguardo, anche se l’eccitazione per un nuovo anno che iniziava si mescolava al dispiacere di dover lasciare i suoi genitori. Era pur sempre una bambina di dodici anni e ancora aveva bisogno degli abbracci della mamma e del papà, anche se le piaceva fare la dura e fingere di essere già indipendente.

Se ne stavano già sulla banchina del binario 9 e ¾ da una buona mezz’ora mentre la maggior parte degli studenti si affannava per arrivare in tempo. Loro si erano mossi in anticipo: qualche giorno a Diagon Alley, per fare gli acquisti necessari, e sveglia alle 5 della mattina della giornata odierna per non rischiare di schiantarsi contro la colonna sbagliata e perdere il treno.
Avevano preparato tutto con minuziosa attenzione: libri, piume, inchiostro, bacchetta, provette, divisa.. Insomma, tutto quello che doveva essere portato. Anche la scelta degli abiti da indossare quel giorno era stata studiata, seppure i risultati come sempre non fossero stati entusiasmanti: un paio di jeans scuri, una camicia bianca a maniche corte ed un gilet di jeans più chiaro, con le tasche anteriori. I capelli biondi li aveva lasciati sciolti e morbidi sulle spalle, anche se non troppo pettinati.

Immagine


La maggior parte dei suoi bagagli era già stata caricata sul treno, l’unica cosa che rimaneva tra le sue mani era un contenitore in vetro, rettangolare, forato nella parte superiore: al suo interno, una piccola rannocchietta verde.
Sì, miracolosamente era riuscita a convincere i suoi genitori a comprarle un animale da portare con sé e lei aveva scelto una ranocchia; l’aveva chiamata Peppermint per via del suo colore verde accesso.

Bhe.. Direi che sono pronta.. –disse con tono basso, deglutendo vistosamente per trattenere le lacrime. Non voleva piangere: non voleva che i suoi si dispiacessero e neppure che qualche compagno di classe la vedesse e la prendesse in giro.
Starò bene e anche Peppermint. –concluse, ora cercando di sorridere, con fare fintamente spensierato.
Ciao papà –esclamò poi, allungandosi verso l’uomo dai capelli neri ed arruffati e gli occhiali rotondi per abbracciarlo. Lo stesso fece con la mamma, una donna bionda dalla carnagione chiara; da lei, oltre che l’abbraccio ricevette anche un bacione sulla guancia.

Vi scriverò, promesso! –concluse, prima di voltarsi, prendere un grande respiro e salire sull’Hogwarts Express.
Il momento più duro era passato, ora doveva solo cercare qualche faccia conosciuta.

Attraversò un vagone dopo l’altro, si fermò solo nel notare Elisabeth ed altre compagne di corso che aveva intravisto in classe e nei corridoi. Scorse anche JaneYue, la bambina conosciuta a Mielandia ad inizio estate.
Si diresse istintivamente verso di loro: non sapeva se loro l'avessero già notata, ma se doveva fare quel lungo viaggio con qualcuno, tanto vale farlo con qualcuno che conosceva.

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Messaggioda Jorge » 02/09/2012, 11:47

[1° Settembre || Stazione di King's Cross - Hogwarts Express || Ore 7.00 circa]


Finalmente le vacanze sono finite…

Quello strano e assurdo pensiero riecheggiava nella mente del piccolo Jorge da ormai due giorni, e precisamente da quando era riuscito a convincere i suoi genitori che no, atterrare a Londra alle 5 del mattino del primo settembre più che una buona idea sembrava un tentativo di boicottare il suo rientro a scuola e che si, i galeoni che era riuscito a mettere da parte durante l’anno scolastico precedente sarebbero bastati non solo per rifornire il suo baule con il necessario per affrontare il secondo anno scolastico, ma anche per fare dormire tutta la famiglia in una stanza al Paiolo Magico.
Il motivo per cui non vedeva l’ora di tornare a scuola era molto semplice: un anno di assenza da Alfama lo aveva “rammollito” per usare uno dei termini che gli avevano rivolto i suoi vecchi amici, seguito da una serie di round di boxe che lui aveva perso rovinosamente. A Hogwarts lo sport babbano non era contemplato come materia e lui era stato troppo preso a imparare a padroneggiare la bacchetta e la scopa per poter stilare anche un programma di ginnastica quotidiana. In più stava iniziando a ragionare da mago, e quindi a considerare la bacchetta un’alleata migliore dei suoi pugni, tralasciando però il particolare che uno, di incantesimi difensivi ne conosceva pochi, e due, in quanto mago minorenne non poteva assolutamente usare la magia al di fuori della scuola, per non parlare di quello Statuto assurdo secondo cui era super vietato mostrare ai babbani la magia. Così aveva passato due mesi a inventarsi bugie su dove aveva passato tutto l’anno, riprendere la mano in furtarelli nelle zone turistiche e incassare o al massimo schivare i pugni dei suoi amici. Per fortuna che il Professor Vastnor almeno teneva in allenamento i riflessi dei suoi studenti.
L’unica cosa positiva di tutte le vacanze era stato vedere gli occhi dei suoi genitori sprizzare fierezza da tutti i pori per i suoi successi scolastici, tanto che la madre aveva voluto fotografarlo con in mano il Deluminatore che la Preside aveva regalato a lui e ad altri due studenti come premio per essere stati i migliori studenti del loro corso.

Dai mamma non ti preoccupare… chiudi gli occhi e corri… fidati, non ti farai nulla.

Lasciata la locanda, la famiglia Alvares si era recata in largo anticipo alla stazione del treno e adesso Jorge stava facendo non poca fatica a convincere la mamma a lanciarsi contro quella che per lei era una solida colonna di cemento per poter raggiungere l’Hogwarts Express.

Guarda papà com’è stato bravo… - continuava il portoghese, cercando di trovare il tasto giusto per convincere la donna che però sembrava irremovibile. – Mamma, ti voglio bene.

Le disse alla fine, spazientito, prima di darle un bacio sulla guancia, prenderle una mano e trascinarla, urlante contro la colonna. Con un papà timoroso alla sua destra e una mamma dallo sguardo ancora spiritato alla sua sinistra, Jorge si trascinava il baule pieno di tutti i suoi averi per il binario, con un aria soddisfatta come se avesse vinto alla lotteria. E in un certo senso era così visto che l’anno prima aveva dovuto percorrere quella stessa strada da solo, poiché avevano racimolato i soldi per un solo biglietto aereo.

Eccomi arrivato… io salgo qui – disse non appena arrivarono a una porta del treno relativamente libero dagli studenti. – Quest’anno non voglio sentire storie… mi dovete assolutamente scrivere così le prossime vacanze non sembrerò un pesce fuor d’acqua...

Affermò serio, puntando il dito contro il petto del padre.

Ma i vicini….

Tentò di dire quest’ultimo.

Potete sempre dir loro che avete intenzione di metter su un allevamento di gufi.

E dato questo consiglio, abbracciò velocemente entrambi i genitori e salì, con non poca fatica sul treno. Per risparmiare spazio nel baule e non dover fare a pugni con gli altri studenti nel bagno del treno al momento dell’arrivo a Hogwarts, Jorge aveva già indosso la sua nuova uniforme scolastica, più lunga e più stretta di quella dell’anno precedente: durante l’estate infatti aveva perso un po’ di peso, lontano dai sontuosi banchetti degli elfi domestici, e guadagnato un paio di centimetri in altezza. In quel modo, inoltre, poteva tenere Patis, il suo furetto, in una delle ampie tasche del mantello e non rinchiusa nella gabbietta che, vuota, troneggiava sul baule.

E ora dove mi siedo?

Si chiese, prima di intravedere poco più avanti una massa di riccioli biondi che lo precedeva, andando spedita non sapeva dove.

Figlia dei fiori, è inutile che corri tanto non ti libererai così facilmente di me.

Urlò in direzione di Kayleen per sovrastare il chiacchiericcio degli altri ragazzini. Sul viso aveva stampato un enorme sorriso: passare il viaggio in compagnia della Grifa sarebbe stato di sicuro divertente.

Spoiler:
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Messaggioda Aryanne » 02/09/2012, 16:41

[1° Settembre - Stazione di King's Cross => Hogwarts Express - 6.58 a.m.]


Hogwarts... again.

Fu quello il primo pensiero di Arianna una volta messo piede nella stazione di King's Cross, a Londra: aveva passato quasi tutte le sue vacanze in Italia con la sua famiglia, lontana dagli amici e soprattutto da Vergil; già, da quando era tornata dalla missione a Boston per conto di Vastnor, l'italiana non aveva avuto molto tempo da dedicare al fidanzato, e se a questo si aggiungevano le vacanze passate lontani...

Abbiamo un bel po' di tempo da recuperare.

Non che all'italiana dispiacesse, anzi, ma prima c'era qualcosa di più importante a cui si doveva dedicare, poiché aveva atteso tutta l'estate per avere la sua risposta ed al ritorno a scuola... sì, l'avrebbe pretesa.
Il pensiero di poter finalmente sapere cosa Vastnor avrebbe deciso di fare con lei, se alla fine si fosse convinto a prenderla come apprendista, fece brillare gli occhi di Arianna di sfida ed entusiasmo portandola, per un momento, ad estraniarsi dal resto del mondo.


Immagine


Fu solo la voce della madre, un paio di secondi più tardi, a riportarla coi piedi per terra, piedi che intanto camminavano in modo quasi automatico verso il binario 9 ¾.

Tesoro, sono appena riuscita a sentire tuo padre tramite questi strani cosi babbani, e...

Fammi indovinare, non arriverà in tempo.

Nemmeno si volse, Arianna, verso la signora di bell'aspetto che l'aveva raggiunta con in manco il "coso babbano", ovvero un cellulare, una piccola chicca del mondo non-magico che sicuramente era molto più veloce e pratico di un gufo: la ragazza sapeva bene che suo padre odiava tutto ciò che era babbano, ma persino lui aveva dovuto ammettere la comodità dei telefoni portatili.

Cerca di capire, è così pieno d'impegni...

Riprese a dire Roberta, cercando in qualche modo di difendere il marito pur sapendo benissimo che non c'era niente per cui giustificarlo, mentre insieme alla figlia oltrepassava con nonchalance la colonna che divideva il binario 9 dal 10 per ritrovarsi di fronte all'Espresso per Hogwarts.
Al binario, Arianna riconobbe alcuni studenti passati al secondo anno come Jorge e Kayleen ed altri che non conosceva come Ali, Caroline Priscilla, JaneYue ed Elisabeth in procinto di salire sul treno; per un istante, mentre la madre parlava, si domandò se avrebbe incrociato Alexis sull'Espresso, sapendo bene che Typhon era dovuto rientrare prima a scuola per sistemarsi e poter essere a disposizione della Vilvarin il prima possibile.

Arianna...

Piantala mamma - replicò dura la Draghessa, voltandosi verso di lei con uno scatto rabbioso senza preoccuparsi del fatto che qualcuno avrebbe potuto sentirla - Non sono sorda, ho capito. Mio padre ha così tanti impegni da non poter perdere mezz'ora per accompagnare la figlia al binario ed augurarle di passare bene il suo ultimo anno di scuola. E allora? Credi m'importi qualcosa? Sono partita per sei anni senza vederlo qui al binario a salutarmi, quindi riuscirò a partire anche stavolta.

In realtà le faceva male, e tanto.
Ricordava ancora quando era piccola, quando suo padre non era ancora così importante come politico e poteva dedicarsi a lei: tante volte, mentre lui le rimboccava le coperte, aveva sognato il momento nel quale, affacciandosi dal finestrino del treno per Hogwarts, avrebbe visto i suoi genitori, entrambi, salutarla con la mano sorridenti e felici.
Ma quel sogno da bambina non si era mai avverato.

Senti... è meglio se salgo ora, e tu faresti meglio ad andare.
Ti scrivo in settimana, d'accordo?


Mormorò la Dragargento, dopo quello sfogo che non aveva fatto altro che lasciarle l'amaro in bocca: fece un piccolo sospiro per calmarsi e sorrise come poteva alla madre, avvicinandosi al suo viso per sfiorarne la guancia con un lieve bacio.

Ti voglio bene.
Ciao mamma.


Non disse altro Arianna, dando le spalle alla donna per salire sull'Espresso.
Roberta Ricciardi rimase ferma, sul binario, ad osservare la figlia allontanarsi con espressione pensierosa.


Immagine


Vorrei tanto poterti evitare questo continuo dolore...

Pensò la donna, che in realtà conosceva i pensieri della figlia molto più di quanto questa potesse credere, lanciando un'ultima occhiata alla propria "bambina" prima di dare le spalle al treno e scomparire tra la folla.
Arianna, intanto, era salita sull'Espresso ed ora si guardava intorno cercando qualcuno di conosciuto come la Parker, i suoi compagni di Casata e perché no, magari anche Cartwright.

Alvares, Ward...

Salutò velocemente i due bambini quando passò loro accanto, senza fermarsi perché immaginava fossero impegnati a cercare altri compagni con cui condividere il tragitto di ritorno verso la scuola: sì, quello sarebbe stato un lungo viaggio...
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