Già, fortunatamente sembrava che la donna non avesse la minima intenzione di dirigersi verso la biblioteca segreta del padre.
Oramai non si faceva più domanda stupide come ad esempio il perchè lei non si fosse stranita a sapere che lui era al corrente di un luogo del genere. Evidentemente era entrata nell'ottica che lui aveva lavorato per il padre in passato e obiettivamente almeno a giudicare dal fatto che si riusciva a trovare nella stessa stanza con lui senza insultarlo, doveva averlo accettato fin da subito.
Cosa ti da' la sicurezza che io non ti tradirei per una somma maggiore?
Per un secondo quella fu la domanda che gli balenò in mente. In fondo, Nicholas poteva contattarlo in qualsiasi momento per offrirgli vagonate di milioni pur di averla per se la sua piccola princesse, lui era un mercenario, sempre stato tale da anni e questo era certo che lei lo sapesse, ma allora perchè fidarsi tanto?
Perchè era stato garantito dalla Preside? Ma se lei la Preside nemmeno la sopportava...
Evidentemente lei voleva credere in lui, evidentemente lei sapeva che poteva contarci, forse Dastel aveva chiacchierato un po' troppo per i suoi gusti ma ormai la ramanzina era stata fatta, quindi pazienza, non c'era da dire altro.
Quella domanda però, così com'era giunta, dovette andarsene quasi subito, proprio nel momento stesso in cui Monique decise per fare una mossa molto azzardata verso di lui.
Si morse il labbro lentamente, fissandolo languida e possibilmente eccitata. Sandyon rimase immobile a fissare quella scena dall'alto tasso si erotismo e femminilità che gli fece accelerare il battito cardiaco anche se all'esterno non dava ancora a vedere nulla.
Perchè lo fa? E' solo questo che vuole? O vuole di più...
Quella fu la successiva ed imponente domanda che si fece, nel mentre prendeva passo e si avvicinava a lei con ancora molta lentezza, non smettendo di fissarla, arrivandole a circa un metro di distanza.
Fremevano entrambi, ognuno per lo stesso identico motivo: la carne, quella che tra loro risultava essere debole ogni volta che si vedevano, come se fosse una sorta di magnetismo, elettricità che si verificava ogni volta che si trovavano abbastanza accanto da sentire il respiro o il profumo della pelle della controparte.
Era un momento delicato, e sapeva bene che ogni mossa avventata sarebbe stata pagata cara le ore successive, dove i comportamento avrebbero preso finalmente lucidità effettiva e lui si sarebbe accorto di quello che aveva fatto, anche se in effetti, quello che forse doveva cercare di farle capire era ben altro e magari era proprio il momento di parlare.
Portò la mano proprio vicino al suo collo, sfiorando la pelle con la sua e poi con una stretta non troppo energica affondo le dita nei capelli mori di lei e facendo leva con il muscolo bicipite la fece avvicinare a lei fino a far si che le loro labbra fossero a miseri millimetri di distanza, così che i loro respiri potessero incrociarsi e almeno loro, fra di loro, cominciare a mischiarsi e unirsi creando un mix perfetto di desiderio e lussuria.
Gli occhi dell'uomo fissi nei suoi, ancora serio, ma allo stesso tempo eccitato seppur lo faceva vedere poco, visto che l'autocontrollo era tutto nella sua disciplina come guerriero a pagamento.
...Vorresti che ti sbattessi qui, su quel divanetto, ora?
La domanda non aveva bisogno di traduzioni, aveva detto esattamente quello che aveva detto, senza mezzi termini o misure.
La voce era roca, bassa, virile, da maschio vissuto e assolutamente... dominante, senza ombra di dubbio.
La presa sui capelli si affievolì lentamente e l'altra mano nel frattempo saettò dietro la schiena di lei e la tirò a se facendo in modo che i due corpi fossero ancora più attaccati l'un l'altro e le labbra ancora più vicine, forse solo un centimetro a separarle.
La mano teneva saldamente, non se ne sarebbe potuta andare nemmeno se lo avesse voluto. Voleva farle comprendere che svegliare troppo quella bestia dentro di lui avrebbe potuto significare potersene pentire, magari in senso buono per il corpo, ma pentirsene in altri sensi e comunque.
Non sa minimamente cosa le farei, Vice Preside, nemmeno lo immagina quello che mi potrebbe passare per la mente... Ma se è davvero quello che vuole lei, beh per me non lo è più da quella notte.
Dicendo questo, lasciò che la donna potesse allontanarsi qualora l'avesse voluto, distogliendo un secondo lo sguardo per poi tornare ad affondare in quello di lei, inspirando profondamente, senza riuscire a provare quella forte fitta al centro dello stomaco che lo faceva trasalire ogni tanto e sentire assurdamente agitato e nervoso.
Sono entrato in un tunnel di non ritorno, Monique, dove so bene che se ti dessi quello che vogliamo ora, tu da domani ti aspetteresti qualcosa che io non posso darti, perchè il mio passato mi vive ancora dentro e ormai credo che tu il mio passato lo conosca abbastanza.
Si, diceva bene. Del sesso? Si, ma dopo? Non avrebbe mantenuto promesse, non avrebbe imbastito discorsi romantici e non sarebbe nato nulla da quell'unione di corpi, almeno per il suo giudizio attuale.
Da una parte avrebbe voluto toccarla e fare qualsiasi cosa, in un luogo desolato di notte come quello, dove con i loro incanti l'avrebbero potuto rendere inaccessibile e inudibile, certo, questo era vero, ma era il fondo e la motivazione che ci sarebbe stata dietro che era sbagliata e questo Sandyon lo sapeva bene, dimostrando a se stesso ed anche a lei di essere abbastanza maturo da non fare la fine dello sbarbatello che segue gli istinti e dopo... beh dopo, spezza i cuori altrui perchè ha fatto un "errore".
Avanti, dimmi, che cosa vorresti da questa notte? Questo...
E prendendo la sua mano, di lei, la posò proprio sul cavallo dei pantaloni, senza alcun ritegno e problema, dimostrando di non essere affatto un signorino tutto francesismi e buone maniere come gli idioti che si sarebbe dovuta ogni volta sposare, ma che quando sentiva e ci voleva, sapeva farsi capire anche troppo bene senza infiocchettare niente.
Oppure anche qualcos'altro?
E la mano presa da lui venne fatta risalire poi fino all'altezza del centro del petto, spostato un po' verso sinistra, a sfiorare a contatto diretto con il cuore che lei avrebbe potuto sentire come in una palpitazione forsennata e disperata.
Non mi far credere di essere solo desiderosa di così poco, fammi credere che vuoi di più, ma se così fosse, io non voglio... io, non sono ancora pronto a mettere in un cassetto il mio passato!
Lasciò andare la presa e fu lui a fare qualche metro indietro, fissandola ancora ma per niente arrabbiato con lei, probabilmente lo era molto di più con se stesso, ma non poteva farci niente, forse la donna aveva accelerato troppo i tempi, forse aveva osato troppo presto, forse aveva fatto tutto con troppo vigore e questo il corpo e il cuore di Sandyon non lo avevano sopportato abbastanza e quindi, aveva ceduto alla rabbia verso quello che lo aveva fatto morire con una parte di se molto tempo fa e probabilmente aveva reso partecipe la donna di qualcosa che avrebbe voluto contenere dentro al suo animo per tutta la vita, dato che il suo unico intento era quello di non scendere in nessun particolare sentimentale con lei. Già, tutti buoni propositi che lei aveva puntualmente mandato all'aria.
In questi giorni, si tu... Mi sei mancata, ma questo non basta, questo non mi basta, mi dispiace.
E adesso forse si sarebbe veramente capito se la donna avrebbe davvero avuto la stoffa di acquistare molti punti nei suoi confronti oppure no, ma di certo forse nessuna persona avrebbe accettato un rifiuto, orgogliosa come poteva esserlo lei.
Avrebbe dovuto dimostrare una comprensione oltre ogni limite immaginabile che lui da una parte era sicuro che non poteva possedere, altrimenti si sarebbe trovato in grossi guai con il suo spirito e allora si che avrebbe dovuto fare i conti seri con una situazione che non si sarebbe rivelata affatto semplice da gestire, perchè forse lei sarebbe stata la prima donna a dimostrare di avere molto ma molto di più che semplice coraggio e forza di volontà, una donna... esattamente come era lei.
Vattene via...