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Messaggioda Margaret » 23/05/2013, 23:13

Tu di sicuro sei sempre e comunque più bella...

Come faceva, anche solo mentalmente, a tenergli il broncio quando pronunciava frasi come quella, sincere in tutto e per tutto - e lei lo sentiva dalla voce che era così? No, impossibile.
L'incarnato pallido di Margaret assunse toni più rosati in corrispondenza delle guance, un timido sorriso fece capolino sulle labbra, gli occhi bicromi si abbassarono lentamente verso il terreno e un sorriso imbarazzato fece capolino sulle sue labbra.
Quel pranzo con Robyn non sarebbe potuto andare meglio di così, poco ma sicuro: avevano mangiato benissimo, chiacchierato tutto il tempo, si erano ufficialmente impegnati in una relazione insieme... ora mancava solo una cosa, il regalo di lui per il suo compleanno.
L'attesa era snervante per l'americana, poiché temeva che al fidanzato non piacesse quell'oggetto babbano davvero, per lei, utile; si morse le labbra più e più volta, torturandosele, fino a che il viso dell'altro non le si avvicinò e le labbra non si posarono su quelle di lei, facendola sospirare di piacere.

Mi piace tantissimo, dovrai insegnarmi come si usa ma... E' apprezzato e non trovo le parole per ringraziarti...
Sei un angelo Maggie... Il mio unico e solo angelo.


Davvero?
Ne sono così felice Robyn, vedrai, sarà fantastico usarlo e--


Mi hai rapito il cuore...

Sentì il proprio, di cuore, saltare qualche battito, le guance che si colorarono di un rosso potente, questa volta, e gli occhi che s'illuminarono di felicità per quelle parole.

... anche tu, mio bel Pirata.

Ammise Margaret in un soffio di voce, sorridendogli dolcemente prima d'iniziare a spiegare al fidanzato per filo e per segno come si usasse un cellulare babbano di ultima generazione: il pomeriggio era ancora lungo e loro... erano semplicemente perfetti.


[Fine]
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Margaret
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Messaggioda PnG Staff » 20/04/2021, 17:28

12/06/2114
Aeroporto "Gatwick" di Londra
Ore 15:22


Lo vuoi capire o no che c'è in ballo troppo per continuare con i tuoi capricci?!

Finiscila con questa storia, non ho alcuna intenzione di sposare una perfetta sconosciuta.

Preferisci che il Mondo Magico Naturale incontri il caos? Vuoi davvero essere responsabile di una simile catastrofe?!

Se questo significa poter restare con Emanuelle, allora sia benvenuto il caos, non me ne importa niente.

Cos'ha quella strega umana di così speciale da spingerti verso un'idea tanto folle?!

... Provo amore per lei.

No... No, tu menti Davis, è impossibile che tu...

Non mentirei mai su una cosa tanto importante, è così, quando l'ho vista la prima volta l'ho sentito, è successo.

Tutto ciò non ha senso... A meno che non sia una prova.

Una che?

Una prova, il Mana che sta testando la tua volontà di preservare l'Equilibrio, simulando il tuo innamoramento.

Beh in questo caso temo che il test sia destinato a fallire, non sono degno di Ashaya, che la desse in moglie devota ad un altro come me.

È questo il punto, Davis, maledizione! Nessuno è come te! Non esiste nessuno e la profezia parla chiaro!

Profezia o meno, fino a quando non sarà Emanuelle a interrompere il nostro legame, io non lo farò.

... Ci stai condannando tutti...

E per evitarlo dovrei condannare me stesso all'infelicità eterna? E per chi poi? Per chi mi ha sempre schifato e allontanato per il mio sangue ibrido?

...

Adesso che faccio comodo allora devo adempiere ai miei doveri, ma non ho dimenticato come hanno definito me e la mia, anzi, la nostra famiglia.

Non l'ho dimenticato nemmeno io, ma le questioni personali non c'entrano...

Forse non per te, ma per me c'entrano eccome... Ora lasciami in pace, tra qualche ora sarà qui la mia fidanzata e voglio pensare solo a stare con lei.


Immagine


Quella conversazione era avvenuta nemmeno due ore prima, in tutt'altra zona del pianeta.
Davis non aveva alcuna intenzione di adempiere ai suoi doveri e Kaim non aveva alcuna voglia di fargli correre dei rischi terribili.
I suoi simili lo avevano avvertito: se il ragazzo non avesse collaborato con le buone, allora sarebbero presto passati alle cattive.
Gli Eladrin era pronti a tutto, anche a torturarlo, minacciarlo di privargli ogni scintilla di Elemento, alterare i suoi ricordi e la sua coscienza.
Qualora Kaim avesse provato ad opporsi, non sarebbe servito ad un bel niente, a parte fomentare lotte ed uccisioni inutili.
Non desiderava tutto ciò per il nipote, ergo, se parlare con lui non era servito a niente, forse la strategia da seguire era un'altra.
Gli era rimasta solo quella chance, ovvero sperare che la strega umana possedesse un minimo di buon senso.
Tra l'altro, per sua fortuna ella era anche una Gildata, capace quindi di sentirsi molto responsabile della salvaguardia di quello che lei chiamava Conflux.
Quando la vide in lontananza varcare l'ingresso della grande struttura babbana, si levò subito in piedi, intercettandola prima che si confondesse tra la folla.

Tu devi essere Emanuelle.
Devo parlarti e subito, la questione è urgente ed importante.
Riguarda Davis.


Sapeva che grazie a quelle ultime parole, avrebbe ottenuto la sua completa attenzione.
Una volta ricevuto il consenso al dialogo, l'individuo la condusse fino ad una zona dell'aeroporto più isolata e tranquilla.
Lì non capitavano molte persone, era il luogo migliore per comunicare a voce moderata e nel contempo garantirle la sicurezza di non trovarsi in trappola.

Il mio nome è Kaim, sono un Eladrin e faccio parte della famiglia di Davis.
Sono suo nonno e per quanto strano possa apparire, ho circa mille anni.


Non aveva né il tono, né l'espressione di un uomo che stesse scherzando, anzi, la fissava con assoluta serietà grave.
Prima che ella potesse riuscire ad indietreggiare, Kaim, le posò una mano sul lato del braccio, investendola con tutti gli Elementi.
Quella era la riprova della veridicità delle sue parole, in quanto un tale patrimonio di Mana poteva appartenere solo a Druidi o, appunto, Eladrin.

Tu sei una Ignis del Fuoco, sei stata scelta per proteggere l'Equilibrio ed è questo che ti chiedo di fare oggi.
L'energia naturale che irradia il mondo, che affonda le sue radici nelle viscere più profonde della Terra, è in pericolo più che mai.
Puoi sembrare un granello di sabbia di fronte ad una tale minaccia, eppure il tuo intervento è vitale più di quanto tu creda.


Purtroppo non le stava nemmeno permettendo di ragionare, realizzare, assimilare chi si stesse trovando davanti.
Questo perché il tempo stringeva, la PassaPorta in possesso della Lamarck sarebbe scaduta entro venti minuti.
Aveva quindi solo quei venti minuti per farle capire quanto fosse necessario che lei, quel giorno, non partisse.

... Il Destino di mio nipote è sposare e congiungersi con una entità reincarnata antichissima nota come Ashaya.
Nel caso in cui non credessi alle mie parole potrai in seguito chiedere consulto alla Sempreverde dei Terran ed avere conferma sulla veridicità delle mie parole.
Davis però si rifiuta categoricamente di adempiere alla profezia che lo vede investito di un onore ed onere così grande e necessario per il Mondo Magico e non.
Questo rifiuto deriva dall'unione stabilita con te, dal sentimento che egli ha maturato nei tuoi confronti e che non gli permette di ragionare con lucidità.
Ho cercato di spiegargli che questo non è un gioco, che non esistono altre vie o possibilità, ma non c'è stato verso... Per questo sono qui ora davanti a te.
Invoco la tua devozione al Mana Rosso che ti ha benedetta e pur sapendo di chiederti un sacrificio enorme... Ti esorto a sciogliere mio nipote dal vostro vincolo.
È l'unica soluzione affinché lui si metta l'anima in pace e scelga di compiere il proprio fato.


Non volle accennare al fatto che, eventualmente, Davis avrebbe corso dei rischi proseguendo a non collaborare.
Voleva augurarsi che non servisse arrivare a tanto affinché Emanuelle, una Gildata, prendesse la giusta decisione.
Ma era pronto a farlo intendere, nel caso in cui la ragazza si fosse mostrata testarda e cocciuta come il suo attuale partner.

Dovrai sparire, inventare una qualsiasi scusa e prendere le distanze, senza accennare a questa faccenda.
Se lui scoprisse che te ne ho parlato, se lui riuscisse ad intuire qualcosa, sono certo che si opporrebbe con una presa di posizione ancor maggiore.
Hai conosciuto abbastanza bene mio nipote da sapere quanto sia perspicace, sagace, intuitivo.
Gli basterebbe guardarti negli occhi una sola volta e la verità verrebbe letta immediatamente, vanificando tutto.
Le Fiamme ti hanno accompagnata e aiutata nel corso della vita, donandoti forza e sostenendoti come alleate silenziose e benefiche.
È giunto il momento per te di ringraziarle ed io non sono altri che un tramite, un messaggero incaricato di suggerirti come farlo.
Sono costernato di essere piombato nella tua esistenza con tanta veemenza e poco tatto, ma non potevo permettere che mio nipote fosse ancora più coinvolto con te.
Ne soffrirà, ne soffrirai tu... Ma sarà per un bene talmente tanto superiore da giustificare il dolore che proverete.
... Ecco, tieni.


Posando il palmo della mano sul muro vicino a sé, Kaim rese momentaneamente quella superficie dalle sembianze liquide in un cerchio con raggio di due metri.
Dopo di che mostrò alla Lamarck come fosse possibile far affondare l'intero braccio dentro la parete similmente al passaggio per l'Hogwarts Express a King's Cross.

Entrando qui, ti ritroverai in una bolla temporale momentanea.
Un minuto lì varrà come un secondo qui fuori ma dopo mezz'ora verrai respinta all'esterno obbligatoriamente.
Non è molto, ma ti garantirà altro tempo prezioso per pensare ed elaborare quanto ascoltato.
Credo mi sia impossibile fare più di così, il resto lo lascio al tuo buon senso e alla tua responsabilità.
È assai probabile che non ci rivedremo in futuro, per cui il mio non sarà un arrivederci, bensì un addio.


Non avrebbe voluto aggiungere altro, anche perché ormai le chiacchiere stavano a zero.
Le aveva offerto la possibilità di trovare un luogo sicuro dove poter incamerare ogni emozione e digerirla in modo tale da essere poi pronta a fare la cosa giusta.
Purtroppo però, Kaim aveva dimenticato cosa volesse dire rapportarsi agli esseri umani, sopratutto rapportarsi al loro scetticismo e alla loro diffidenza.
Ciò che per lui era lampante ed evidente, agli occhi di mortali tanto fragili come gli uomini appariva invece coperto da un velo opaco e nebbioso.
La signorina Lamarck, tra l'altro, non era che una giovane ragazza, ancora nel pieno di un'età fatta di ribellione, contrasto e rifiuto.
Il Fuoco, inoltre, tanto fungeva da alleato quanto, in casi come quelli, da nemico, distogliendo l'attenzione dalla verità e sbaragliando in misura massiccia la concentrazione.
Nel caso in cui, dunque, Emanuelle avesse mostrato una piena ostilità e poca propensione a collaborare, l'Eladrin avrebbe compreso di dover adottare una diversa strategia.

... Tengo alla felicità di mio nipote e sopratutto alla sua incolumità.
Quindi voglio sia chiaro un concetto: se ci fosse stata una qualsiasi altra soluzione, l'avrei trovata.
Di fronte ad una responsabilità tanto grande non sarà sufficiente dire "No".
Cercheranno di costringerlo, se necessario, trascinandolo di peso al cospetto del suo compito e non è detto che si tratti di una operazione indolore.
Sei diffidente, incredula, sospettosa... Può irritarmi come atteggiamento ma non posso nemmeno permettermi di biasimarlo.
Ti ho già suggerito cosa fare: chiedi a chi pensi possa offrirti delle risposte e scoprirai che le mie parole non sono solo i vaneggiamenti di un folle.
L'importante, te lo ripeto, è che questa persona non sia lui.


Lo sguardo intenso passava da parte a parte la ragazza, facendole ricordare in quel viso le sembianze del fidanzato.
Era un po' come vedere Davis semplicemente invecchiato di una decina d'anni abbondanti e con un buon accenno di barba.
Una somiglianza che insieme agli altri tasselli restituiva un quadro finito limpido e drammaticamente reale.
Per Kaim non era affatto complesso percepire l'Elemento della moretta in completo subbuglio.
Scelse allora di placarlo grazie alle proprie innate capacità, di gran lunga superiori anche a quelle degli stessi Druidi.
Un Druido infatti poteva controbilanciare con un altro Elemento opposto, un Eladrin invece sapeva plasmare l'energia del Mana e alterarne il disordine o il fermento.
Magari in quel modo per Emanuelle sarebbe stato più agevole usare la testa e agire di impulso, da brava Ignis.
Ora però doveva permetterle di trovare silenzio e raccolta, la sua presenza aveva perso motivazione, restare oltre avrebbe solo peggiorato le cose.
Fece un passo indietro, poi la oltrepassò sul lato sinistro, camminando senza voltarsi ma lasciandole in sussurro la sua ultima frase che sapeva di sincero rammarico.

... Mi dispiace...
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Messaggioda Emanuelle » 22/04/2021, 16:10

Aeroporto "Gatwick" di Londra * 12-06-2114 * 15:22


Finalmente quell'incubo stava per finire.
Dopo la chiacchierata col fratello, di circa una settimana prima, Emanuelle aveva finalmente le idee abbastanza chiare da sapere esattamente che cosa volesse.
E ciò che voleva era Davis.
Aveva fatto i propri ragionamenti, la Lamarck, ne aveva parlato con Stella, si era confrontata con lei sulla questione Benedykt e alla fine aveva compreso che se fosse stata single, probabilmente non le sarebbe dispiaciuto avere il Milkovich come fidanzato. Ma al momento lei era fidanzata e non lo era tanto per dire, non si trattava semplicemente di qualcosa di leggero o passeggero.
Sentiva di provare dei forti sentimenti nei confronti del Valefor e per questo motivo aveva scelto infine di dare a loro due come coppia un'altra possibilità, di vedere dove sarebbero finiti, di scoprire insomma quanto sarebbe potuta essere bella la loro vita insieme.
Erano pensieri romantici, positivi, ottimisti, dopo tanto patire da parte della canadese. Quello che era accaduto con Zelos aveva rischiato di mandare all'aria tutta la sua storia con Davis, poi il comportamento di Ben l'aveva ulteriormente confusa, ma adesso la moretta sapeva dove voleva essere e sentiva, in maniera molto chiara e concreta, la mancanza del suo innamorato.
Non avrebbe dovuto attendere molto, ancora una mezz'ora circa e si sarebbe ricongiunta a lui. Il pensiero la rendeva felice, eccitata, euforica e la faceva sentire, sopra tutto quanto vittoriosa nei confronti di Fleurette, che aveva tanto sperato di passare del tempo da sola con Davis.
Indossava un abitino molto semplice e leggero, un pezzo intero color rosso carminio, un po' come le fiamme che vivevano nello spirito della canadese. La parte superiore non presentava maniche, ma bretelle sottilissime che scendevano in una scollatura a v piuttosto interessante. Il vestito proseguiva con una gonnellina, leggerissima, che un solo colpo di vento avrebbe potuto far alzare. Terminavano la mise un paio di zeppe color beige e degli orecchini piuttosto esotici con annessi anelli al dito, poi la sua naturale bellezza, quei capelli lunghi e mossi che scendevano lungo tutta la schiena della Lamarck.

La scarpa mi sta dando fastidio...
Ah ecco, si è allentato un laccio...


Era appena arrivata in stazione, doveva solo recarsi nel punto in cui era presente la sua Passaporta per prenderla al giusto orario. Un piccolo contrattempo la fece chinare in basso, facendole lasciare la presa sulla propria valigia. Fu proprio in quel momento, però, che giunse un uomo alla Lamarck del tutto sconosciuto e che richiamò la sua attenzione chiamandola per nome.

Tu devi essere Emanuelle.

Immagine


Devo parlarti e subito, la questione è urgente ed importante.

Scusi, chi è lei?

Riguarda Davis.

A quelle parole, lo sconosciuto riuscì a catturare l'attenzione della Ignis, seppur con una certa diffidenza. Nonostante però Emanuelle tentasse di fare domande, lo sconosciuto si rifiutò di rispondere fino a quando la ragazza non lo avesse seguito in una zona più appartata.
Una richiesta assurda dal punto di vista della giovane. L'istinto di mandarlo a quel paese e non ascoltarlo era molto forte, ma si trattenne, catturata da quelle parole che sembravano conoscere molto sia di lei che del suo fidanzato.
Alla fine fu proprio la Ignis a dover cedere, ma si vedevano sul suo volto i segni del disagio e della sfiducia. Continuava a guardarsi intorno, lo sguardo era corrucciato e la bocca chiusa e serrata, dando però forma a quel broncio che il Valefor amava alla follia.
Un broncio messo su non per capriccio ma per giustificato timore, che si appianò solo quando la Lamarck vide di essere stata condotta in una zona più tranquilla, ma comunque di passaggio.

Allora? Che cosa vuole?
Può finalmente dirmi chi è lei?


Il mio nome è Kaim, sono un Eladrin e faccio parte della famiglia di Davis.
Sono suo nonno e per quanto strano possa apparire, ho circa mille anni.


........

Non gli credeva. O meglio, non gli credeva parzialmente, perché alcuni dettagli espressi dall'uomo risuonavano come indizi della verità nella mente di Emanuelle. Quel nome, Kaim, era il secondo nome di Davis, che aveva sempre tenuto nascosto da dove provenisse.
Era assurdo pensare però che potesse essere imparentato con gli Eladrin, erano figure mitologiche più mitologiche delle stesse figure mitologiche!
Nemmeno lo sguardo serio del "nonno" del Valefor riuscì a convincere del tutto la moretta, che sembrava quasi sul punto di indietreggiare e andarsene via.
Ma venne bloccata proprio dalla mano di Kaim, il quale sprigionò nel suo spirito un'ondata di elementi tale che se non fosse stato un Eladrin, di sicuro però doveva appartenere alla razza dei Druidi come minimo.

LASCIAMI!

Il contatto con l'uomo, pur non avendole fatto nulla, fu comunque sgradito per la canadese, che picchiò quella mano con forza, indietreggiando per evitare che l'altro tentasse di nuovo di avvicinarsi troppo a lei.
Iniziava ad essere molto spaventata, molto confusa e lo scetticismo vacillava fra il desiderio di non credergli e scappare via e la spinta a capire se quello che l'altro stava dicendo fosse la verità.

Tu sei una Ignis del Fuoco, sei stata scelta per proteggere l'Equilibrio ed è questo che ti chiedo di fare oggi.
L'energia naturale che irradia il mondo, che affonda le sue radici nelle viscere più profonde della Terra, è in pericolo più che mai.
Puoi sembrare un granello di sabbia di fronte ad una tale minaccia, eppure il tuo intervento è vitale più di quanto tu creda.


Tu... Tu sei pazzo!
Come puoi pensare che creda a questo mucchio di str*****e?!


Sapeva però che lei era una Ignis. Naturale, se fosse stato un Druido non gli sarebbe riuscito così difficile scoprirlo, anzi, al contrario.
Ma Kaim non si era presentato come un Figlio di Gaia, bensì come un Eladrin, una razza di cui Emanuelle aveva sentito parlare solamente una volta e inerenti ad una sorta di leggenda.
Era vero che dopo essere stata Gildata, tante leggende si erano rivelate essere vere, ma poteva davvero credere ciecamente al primo che si definiva appartenente ad una razza leggendaria?
Una mano stretta al petto, l'altra infilata nella borsa, pronta a prendere la bacchetta se l'uomo si fosse rivelato essere più pericoloso che fastidioso. Lo sguardo era fisso sulla figura del parente di Davis, mentre dalla bocca dell'uomo uscivano fuori altre parole, assurde, inverosimili, surreali.

... Il Destino di mio nipote è sposare e congiungersi con una entità reincarnata antichissima nota come Ashaya.

Sì certo!
E lui per caso si è dimenticato di dirmelo?!
Ma per favore!


Nel caso in cui non credessi alle mie parole potrai in seguito chiedere consulto alla Sempreverde dei Terran ed avere conferma sulla veridicità delle mie parole.
Davis però si rifiuta categoricamente di adempiere alla profezia che lo vede investito di un onore ed onere così grande e necessario per il Mondo Magico e non.
Questo rifiuto deriva dall'unione stabilita con te, dal sentimento che egli ha maturato nei tuoi confronti e che non gli permette di ragionare con lucidità.
Ho cercato di spiegargli che questo non è un gioco, che non esistono altre vie o possibilità, ma non c'è stato verso... Per questo sono qui ora davanti a te.
Invoco la tua devozione al Mana Rosso che ti ha benedetta e pur sapendo di chiederti un sacrificio enorme... Ti esorto a sciogliere mio nipote dal vostro vincolo.
È l'unica soluzione affinché lui si metta l'anima in pace e scelga di compiere il proprio fato.


Tutto questo è... Assurdo...
Questo è completamente fuori di testa...


Improvvisamente le sovvenne anche il sospetto che quello altro non fosse che un piano architettato dal suo fidanzato, al solo scopo di... Già, per quale motivo Davis avrebbe dovuto fare una cosa del genere?
Era stronzo e manipolatore, certo, ma persino lui non sarebbe mai arrivato a tanto, non avrebbe raccontato un mucchio di balle al solo scopo di spingere la Lamarck fra le sue braccia.
La loro storia era in bilico, ma il Valefor le aveva lasciato la libertà di decidere. Non l'avrebbe mai costretta ad amarlo, non l'avrebbe mai costretta a scegliere lui, perché se non poteva credere a tante cose, poteva però essere sicura del fatto che il suo amor proprio gli avrebbe impedito di avere accanto una ragazza che non lo amava veramente ma era stata costretta a rimanere insieme a lui.
La testa iniziava a farsi sempre più pesante, ma Emanuelle non poteva perdere la propria concentrazione. Le fiamme nel suo spirito si stavano alterando, come a rispondere veementemente alle parole di Kaim, che proseguiva a fomentare la voglia della Lamarck di prenderlo a male parole, prima di scappare via da lì.

Dovrai sparire, inventare una qualsiasi scusa e prendere le distanze, senza accennare a questa faccenda.
Se lui scoprisse che te ne ho parlato, se lui riuscisse ad intuire qualcosa, sono certo che si opporrebbe con una presa di posizione ancor maggiore.
Hai conosciuto abbastanza bene mio nipote da sapere quanto sia perspicace, sagace, intuitivo.
Gli basterebbe guardarti negli occhi una sola volta e la verità verrebbe letta immediatamente, vanificando tutto.
Le Fiamme ti hanno accompagnata e aiutata nel corso della vita, donandoti forza e sostenendoti come alleate silenziose e benefiche.
È giunto il momento per te di ringraziarle ed io non sono altri che un tramite, un messaggero incaricato di suggerirti come farlo
.
Sono costernato di essere piombato nella tua esistenza con tanta veemenza e poco tatto, ma non potevo permettere che mio nipote fosse ancora più coinvolto con te.
Ne soffrirà, ne soffrirai tu... Ma sarà per un bene talmente tanto superiore da giustificare il dolore che proverete.


Tutto questo non poteva essere vero.
Emanuelle continuava a rifiutarsi di credere, anche se le parole di Kaim la stavano sconvolgendo, stavano scuotendo qualcosa dentro di lei.
Aveva cercato di fare leva sul proprio elemento, che amava, che l'aveva sostenuta, alla quale doveva molto.
Come protettrice del Conflux, la Lamarck doveva fare la sua parte e se un giorno le fosse stato chiesto di compiere un atto per il bene dell'Equilibrio, lei avrebbe dovuto farlo, almeno moralmente.
Sapeva che il principio basilare delle Gilde era rispettare il libero arbitrio, per cui non c'era obbligo né costrizione, ma sapeva che determinati atti erano comunque dovuti.
Iniziava a mancarle il respiro, gli occhi le si stavano già riempiendo di lacrime. Quindi doveva davvero rinunciare a Davis?
Sarebbe stato semplice, avrebbe dovuto semplicemente non presentarsi al loro appuntamento e lui avrebbe compreso che era finita per sempre.
Ma la Lamarck non riusciva ancora ad accettare che le parole di quello sconosciuto potessero essere la realtà. Lei rifuggiva quella realtà, anzi, la trovava assurda, impossibile, anche se alcuni indizi sembravano dire esattamente il contrario.
Poi l'uomo alzò un braccio verso il muro e qualcosa di assurdo apparve sotto gli occhi della giovane.
Qualcosa che infine la spinse a reagire.

Entrando qui, ti ritroverai in una bolla temporale momentanea.

VA*******O!
Sei pazzo se credi che entrerei mai lì dentro!
Anzi sei pazzo se pensi che creda ad ogni singola parola che hai detto!
Non infastidirmi più e non avvicinarti mai più a me o la prossima volta non me ne starò buona ad ascoltare le tue str*****e!
Non seguirmi o mi metto a urlare!


Girò i tacchi la moretta, pronta ad allontanarsi con la mente sconvolta, confusa e arrabbiata, mentre le lacrime minacciavano ancora di uscire. Ma qualcosa arrestò il suo incedere, una nuova frase pronunciata da Kaim, che ebbe il potere di fermarla lì sul posto e prestare ancora attenzione a ciò che egli aveva da dire.

... Tengo alla felicità di mio nipote e soprattutto alla sua incolumità.

Che cosa c***o significa?!

Non si controllava più Pauline, almeno non nel parlato, mentre si rigirava nuovamente furiosa verso l'uomo che sembrava voler proseguire un concetto molto importante, il quale era veramente difficile ignorare.

Quindi voglio sia chiaro un concetto: se ci fosse stata una qualsiasi altra soluzione, l'avrei trovata.
Di fronte ad una responsabilità tanto grande non sarà sufficiente dire "No".
Cercheranno di costringerlo, se necessario, trascinandolo di peso al cospetto del suo compito e non è detto che si tratti di una operazione indolore.


Chi lo vuole costringere?!
Gli Eladrin come te?!


Sembrava quasi che stesse cercando di schernirlo Emanuelle con quella risposta, ma il discorso dell'uomo aveva fatto breccia in quel muro di fuoco divampato con così tanta velocità, raggiungendo se non la ragione almeno la preoccupazione che la ragazza poteva provare per l'incolumità del suo fidanzato.
Questo significava dunque che avrebbe lasciato perdere e si sarebbe fatta indietro?
Assolutamente no, ma aveva bisogno di capire, di comprendere meglio che cosa stesse succedendo e forse correre dal Valefor non era la soluzione che ella, in principio, aveva pensato.

Sei diffidente, incredula, sospettosa... Può irritarmi come atteggiamento ma non posso nemmeno permettermi di biasimarlo.

Oh scusami, sono davvero costernata di non credere alle parole di un pazzo!

Ti ho già suggerito cosa fare: chiedi a chi pensi possa offrirti delle risposte e scoprirai che le mie parole non sono solo i vaneggiamenti di un folle.
L'importante, te lo ripeto, è che questa persona non sia lui.


Conosceva bene anche lei come fosse fatto Davis e sapeva perfettamente quanto potesse essere testardo.
Forse non sapeva tutto di lui, forse non conosceva ogni singolo aspetto della sua vita, ma davvero in una situazione simile era difficile non prevedere che si sarebbe incaponito ancora di più.
Emanuelle finalmente si stava ritrovando a riflettere sulle parole che l'uomo misterioso aveva pronunciato, ad iniziare dal suo stesso nome, identico a quello del Valefor.
Ma non erano solo quelle quattro lettere, "Kaim", che i due condividevano: osservandolo meglio divenne più semplice notare quei tratti che facevano parte anche del suo fidanzato, dai lineamenti del volto, alla corporatura, al colore dei capelli.
Erano tutte vere quelle somiglianze oppure era lei che si stava convincendo ci fossero?
Non riusciva più a distinguere che cosa fosse vero da che cosa fosse falso, ma su una cosa era certa: nemmeno per gioco avrebbe rischiato di mettere in pericolo la vita di Davis, anche se la possibilità che accadesse fosse remota, assurda ed inverosimile.
Poi di colpo, il Fuoco che tanto aveva oscurato il giudizio della moretta si placò di punto in bianco, permettendole di ragionare meglio su quello che stava accadendo, di valutare i rischi ed i pericoli a cui incorreva, lasciandosi trasportare dalla propria emotività.
Di legare tutti i tasselli che Kaim le aveva lasciato e credere finalmente che qualcosa di vero ci fosse, che tutto quello poteva non essere una colossale bugia.

... Mi dispiace...

... Vattene...

Immagine


Quasi ringhiò quell'ordine, lei, una semplice strega contro un Eladrin puro.
Non riusciva a vincere completamente il proprio scetticismo, ma adesso si sentiva meno ottenebrata dalle proprie sensazioni per compiere qualcosa che rischiava di mettere in pericoloso il suo fidanzato.
Non si sarebbe mai fidata di Kaim a tal punto da sfruttare il dono lasciatole, già, un altro segno forse che quell'uomo era chi diceva di essere?
Aveva la testa confusa la Lamarck, avrebbe solo voluto essere lasciata in pace e raggiungere il proprio ragazzo, ma adesso che sapeva quelle cose, davvero poteva comportarsi da persona egoista?
Il parente di Davis aveva pronunciato un nome, Ashaya, che secondo lui la CapoGilda dei Terran conosceva.
Ma in che modo mai lei, una semplice Gildata, avrebbe potuto chiedere al capo di un'altra Gilda di concederle un incontro per parlare di quella questione?
Sarebbe stato difficile persino con il Sole, forse ci sarebbero voluti giorni, e lei non aveva tutto questo tempo.
Poteva rimandare quel viaggio, ma solo di qualche ora, massimo due giorni.
Non sapeva davvero che cosa fare la canadese e in quello stato di incertezza, le venne spontaneo pensare ad una persona in particolare in grado forse di placare le sue ansie ed i suoi dubbi e probabilmente in possesso di una razionalità più fredda per comprendere che cosa andasse fatto.
Era sempre in lotta con suo fratello, ma quando un problema così grande rischiava di schiacciarla, Pauline sembrava tornare bambina ricercando nella figura di Gérôme il confidente in grado di aiutarla.
Lo avrebbe raggiunto una volta sicura di poter effettuare diverse smaterializzazioni. Ci sarebbe voluto un po', ma alla fine la Ignis sarebbe riuscita a raggiungere l'unica persona -nella sua ottica- in grado di aiutarla.

*Fine*
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