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Interno Foresta

Messaggioda Lindë » 30/03/2012, 19:58

Ti dice niente il nome Rupert Giles?
... E' stato lui ad insegnarmi molto di quello che so.


Rupert Giles.
Quel nome risuonò nella mente di Lindë come un eco sordo.
Sbattè le palpebre velocemente e più volte, la mente che faceva riaffiorare in sé il ricordo di un volto.

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Lo conosceva?
Aveva qualcosa a che fare col suo vuoto di memoria?
Per la prima volta, Lindë non sapeva come comportarsi. Avrebbe potuto chiedere a Sandyon ulteriori dettagli, ma forse si sarebbe incuriosito ed avrebbe fatto troppe domande. E lei, che non si fidava mai di nessuno, non poteva permetterselo.
Scosse la testa, mentendo, ma non ci furono segni sull'espressione del suo viso o nei suoi occhi che poterono far intendere all'altro qualcosa di diverso da ciò che lei aveva appena detto. O meglio, dal cenno che aveva palesato.
Era inutile e fastidioso, per la donna, rimanere lì.
Aveva curato la sua Plumeria. Aveva conosciuto un suo collega che, forse senza volerlo, forse no, aveva fatto scattare qualcosa in lei. Aveva qualcosa su cui concentrarsi ora.
Se poi Vastnor fosse una persona relativamente mediocre o feccia totale, era ancora troppo presto per dirlo.
Lanciò un'ultima occhiata alla sua piantina, sorridendole dolcemente, prima di tornare gelida nel guardare lui.

Non mi piace essere presa in giro.
Buonanotte.


Il significato? Se lui sapeva qualcosa, allora che parlasse.
Se non sapeva niente, allora che non provocasse.
Non voleva perdere tempo, e non voleva che qualcuno la stuzzicasse.
Con un ultimo cenno del capo, la donna si mosse in direzione del castello, oltrepassando il corpo dell'uomo per allontanarsi poi dalla foresta a passo veloce e silenzioso.

[Fine]
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Messaggioda Lindë » 11/06/2012, 19:56

[Domenica - ore 01.03]


Ciò che era accaduto era stato surreale.
Stava beatamente dormendo, Lindë, all'interno delle Serre come suo solito, quando aveva sentito degli ululati fuori dalla struttura: si era svegliata, sbattendo le palpebre per recuperare lucidità, e vestendosi con le prime cose che aveva trovato sottomano; era uscita, e si era trovato di fronte un lupo bianco che, vedendola, prese ad ulularle contro.

Quello è il lupo della Vireau.

Lo riconobbe subito, d'altronde non c'erano altri lupi in giro per la scuola.
Ma qualsiasi domanda si potesse formare nella sua mente morì sulle labbra della donna quando alzò gli occhi e si ritrovò di fronte uno spettacolo raccapricciante.

Immagine


NOOOOOOO!!!!!

Un urlo angosciato le sfuggì dalle labbra.
I piedi si mossero da soli, facendole oltrepassare Fire senza nemmeno guardarlo.
Si mise a correre Lindë verso l'interno della Foresta Proibita in fiamme, con un unico pensiero in mente: le sue piante.

Non di nuovo, no no no!!!

Era già successo, non sapeva come né perché ma era già successo.
E faceva nuovamente male da morire.
Arrivò all'interno della Foresta, scontrandosi contro diversi rami che le tagliarono i vestiti e le ferirono braccia e gambe e respirando l'aria intossicata dal fumo. Non le importava niente.
Alzò la bacchetta al cielo con uno scatto.

Imbris Creatio!

Dalla punta della bacchetta partì una scia azzurra, che salì fino al cielo e sparì in esso: poco dopo, dei grossi nuvoloni scuri si formarono sopra la sua testa e ancora qualche minuto più tardi delle gocce fredde iniziarono a cadere a terra, scontrandosi contro il fuoco nell'atto di domarlo.

Vi salvo io, non temete, vi salvo io...

Grosse lacrime si formarono agli angoli degli occhi della donna, che dopo aver lanciato l'incanto riprese a correre.
Il suo unico pensiero erano le piante, gli esemplari preziosi che coltivava all'interno della Foresta per permettere loro di crescere in condizioni naturali.
Non poteva pensare, non voleva credere che tutto fosse andato distrutto. Non osava immaginare che fosse successo di nuovo.
Questa volta le avrebbe salvate, questa volta... questa volta...

Immagine


..... no... no... no no no no no NOOOOOOOOO!!!!

Un altro urlo travolse la Foresta Proibita, mentre Lindë si fermava e cadeva a terra, in ginocchio, impossibilitata a fare qualcosa per salvare il suo lavoro, per salvare le sue piante che stavano diventando cenere.
Per la seconda volta.
Iniziò a piangere e a singhiozzare, il fuoco che combatteva con l'acqua per non scomparire sotto il suo esercito di gocce.
Strusciò in avanti, come se fosse senza forze, allungando le braccia per salvare ciò che già non c'era più.
I suoi vestiti si strapparono ancora, un lembo della maglia prese addirittura fuoco costringendola a togliersela.
Lo sguardo era stravolto, di chi ha appena visto la Morte negli occhi. E lei l'aveva appena vista, per la seconda volta.
Si rialzò in piedi dopo almeno quindici minuti, sconvolta e stravolta, dando le spalle a quello scempio, a quell'orrore, per iniziare ad uscire dalla Foresta, per cercare di allontanarsi da quell'incubo, per dimenticare ciò che nei suoi occhi era impresso senza possibilità di rimedio.
Raggiunse il limitare della Foresta Proibita in condizioni pietose, ma nemmeno se ne rendeva conto.

Immagine


Un braccio completamente malandato e sanguinante, l'altro messo non molto meglio.
Non le importava, nemmeno lo sentiva.
Solo il suo sguardo tradiva il dolore. E non certo per le sue ferite.

Le mie piante... i miei fiori... tutto perduto... tutto...

Mormorava sconvolta, cadendo a terra, in ginocchio una seconda volta.
Non aveva più la forza di fare nulla.
Poteva solo piangere.
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Messaggioda Sandyon » 11/06/2012, 21:41

[ FORESTA INFUOCATA - 01:05 - LUNEDI' ]

Aveva portato in infermeria sia la docente di Babbanologia che quella di Incantesimi, sua compagna per altro.
Inoltre i professori Trigger e Turner si erano occupati di portare sani e salvi anche Tisifone Samyliak e Ferdy Stone, anche loro piuttosto malconci e con i polmoni colmi di ruggine e fumo.
L'aria irrespirabile si stava dipanando per tutta l'area del castello di Hogwarts ma fortunatamente quella pioggia invocata o arrivata per caso aveva tamponato qualche ferita leggera della foresta.
Ad attendere in infermeria non c'era solo la Preside Bergman ma anche Typhon Seal, il ragazzo che nel semestre precedente aveva aiutato in molte occasioni l'ex infermiera scolastica, un elemento valido per dare una mano concreta ai feriti e malandati professori.

Come sta?
COME STA?


Sta' calmo caro, adesso sta un po' così così, ma si riprenderà presto...
Nessuna ferita importante, è solo molto stanca, lasciala riposare e vedrai che a breve tornerà a sorridere come prima!


Sandy! Emergenza!

Che succede Mog?

C'è ancora qualcuno lì fuori, ne sono certo, l'ho intravisto mentre tornavamo indietro!

Mmhhh...

Mi occupo di controllare se c'è ancora qualcuno lì in mezzo all'inferno, mi raccomando Bergman...

Non preoccuparti, vai pure Sandyon, non sono mica la prima sprovveduta che capita in giro sai?

La Preside aveva quel suo solito modo di fare tranquillo, sorridente, il modo di fare tipico di chi è sicuro di se, dei suoi metodi, di quello che fa.
A Sandyon non bastò altro per rassicurarsi conscio delle capacità della donna di mezza età, così si fece veloce e lesto e corse subito diretto presso l'imbocco della foresta proibita che, ancora per un bel po', faceva zampillare fiamme e cenere da tutte le parti.
L'uomo si fermò a breve distanza dalla grande coltre di abeti in rovina che ancora gridavano un aiuto silenzioso, puntando gli occhi dalla zona delle serre, osservandole fuori dal raggio di azione delle fiamme.

Immagine

La porta è aperta...
... Questo significa...


Inspirò profondamente, cominciando a muoversi come un lampo, diretto verso una parte vicina alle serre ma al limitare del bosco.
In effetti doveva collegare tutto quanto, doveva immaginare che forse l'erbologa avrebbe fatto di tutto per salvare le piante.
Il pensiero che fosse in pericolo gli saliva come un groppo terrificante alla gola, come se in quel momento parte del suo mondo dovesse crollargli addosso da un momento all'altro.
Nel mentre si muoveva svelto alzò la bacchetta al cielo, invocando lo stesso incantesimo che poco prima aveva eseguito la Vilvarin, rinforzando l'effetto già potente della magia così da velocizzare il processo di spegnimento dell'incendio, poi, mentre riponeva la bacchetta al suo posto nella fondina dentro la giacca, rallentò un poco, accorgendosi di uno spettacolo a dir poco terrificante.

Lindë!

Non perse tempo ad azionare le gambe, si smaterializzò immediatamente davanti a lei, così ancora scioccata che forse nemmeno si sarebbe accorta di lui e della sua presenza, ma poco importava.
Prima che potesse casomai cadere in terra la afferrò prendendola in braccio, ma mentre la trasportava al sicuro, il più lontano possibile da lì, sotto la pioggia battente e il fumo soffuso del terreno che si ribellava all'umidità, la sentì distintamente parlare in una sorta di trance.
Fermò il suo incedere, per ascoltare le parole della ragazza che proseguiva a chiamare le proprie piante, continuando nel suo pianto disperato, ancora incapace di reagire a tutto quello che stava avvenendo.

Già, per te questa è la seconda volta, ci hai messo così tanto a ricostruirti il tuo mondo...

Rimase fermo ancora un poco, fissando l'orizzonte mentre lei ancora parlava sottovoce e il braccio le sanguinava abbastanza da fare una piccola pozza rossa a terra, all'altezza del portico del castello.
Ci furono altri attimi di esitazione, Sandyon non camminava ancora e lei era ancora lì, distrutta emotivamente, psicologicamente per l'accaduto.
Le piante, le sue povere piante, nelle fiamme, spente della loro verde vitalità.
L'acqua però stava aiutando a limitare i danni, forse si poteva ancora fare qualcosa, ma bisognava fare in fretta.
Posò la donna al terreno, posata su una colonna del portico, facendo uscire la bacchetta e posandola sul braccio recitò una formula, mentre dalla bacchetta fuoriuscivano delle scintille gialline con delle scie bianche intensa.

Vulnera Sanentur...

L'emorragia del braccio sembrò limitarsi e quais scomparire, quindi il peggio era del tutto passato.
Si alzò ancora una volta in piedi e posò la bacchetta, era il momento di agire.

Mog, dalle tutto il supporto che puoi, curala e falla riprendere, non sono ferite gravi, te la puoi cavare!

Si boss, me ne occupo io, fidati che te la rimetto a nuovo!

Bene, mi raccomando, non lasciarla solo un momento, proteggila come... Se dovessi proteggere me, chiaro?

Oh... Si si, chiarissimo... Ma Sandy perché...

A dopo!

Mog non fece in tempo a chiedere il perché di tanta premura che Sandyon scomparve ancora una volta, non potendosi smaterializzare entro le mura del castello, corse velocissimo fino al punto in cui poteva trasportarsi fino all'interno della foresta e così fece, accanto alle serre.
Entrò dentro, osservando dappertutto per rimediare un grosso sacco di proporzioni enormi ed un falcetto, uscendo di corsa e tornando dentro alla grande foresta, scomparendovi per più di mezz'ora...

[ MEZZ'ORA DOPO ]

Mog, come sta?

Sta sveglia, magari più tranquilla, non so, forse ha fatto qualche incubo ad occhi aperti, ma di salute è un fiore... Oh, scusa la battuta infelice...

Mh, d'accordo...

L'uomo si avvicinò nuovamente alla docente di erbologia, forse adesso più capace di comprendere chi avesse davanti.
Le posò una mano sulla spalla, fissandola infine dritto negli occhi, serio e molto preoccupato.

Va meglio?
... Il sangue si è fermato, vieni, non tutto è perduto...


Se nel caso la donna avesse deciso di provare a seguirlo incuriosita o semplicemente mossa da qualsiasi altro sentimento, Sandyon l'avrebbe condotta fino alla serra ancora una volta, attento a prenderla ancora una volta in braccio casomai ce ne fosse stato il bisogno, per farle vedere che almeno una parte della sua piccola riserva naturale era salva, grazie a qualche sforzo e tanto tempismo.
All'entrata della serra, sistemate in dei vasi di occasione e del terriccio smosso e poco fertile c'erano delle piante, alcune tra le più importanti e rare che la foresta potesse offrire, quelle più di vitale importanze e a rischio di estinzione insomma, oltre ad alcune di natura meno rara e preziosa ma belle a vedersi.
Accanto ad esse, sul tavolo di ferro, il sacco usato da Sandyon con dentro pieni fino all'orlo funghi speciali e piccoli esemplari di insetti utilissimi alle piante come fertilizzanti naturali, oltre che una piccola serie di fiori e germogli di arbusti.
Il falcetto giaceva consumato e bruciacchiato a terra, in un angolo.

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Ho fatto il possibile.
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Messaggioda Lindë » 11/06/2012, 22:07

Le mie piante... le mie piante...

Non riusciva a dire altro. Non voleva dire altro.
Non c'era più niente da dire, non c'era più niente per cui valesse la pena fiatare. Aveva perso tutto.
Non solo il suo lavoro, ma tutta la sua vita.
Le avevano nuovamente strappato l'anima dal petto così, in un attimo.
Non si accorse della figura che si materializzava di fronte a lei e che la teneva stretta per non farla cadere a terra.
Non si accorse di come la stessa figura l'avesse presa in braccio per portarla lontano da lì.
Non si accorse dell'incanto usato dalla medesima figura per guarirle le ferite malandate.
E non si accorse che quella figura lei l'aveva già conosciuta proprio lì, nella Foresta, molte sere prima.
Si lasciò trasportare e curare come se fosse una bambolina inerme, e quando la figura si alzò per allontanarsi da lei, Lindë non fece una piega, rimanendo ferma e socchiudendo gli occhi, come se volesse dormire. Inutile dire che non ci sarebbe mai riuscita.

Mi dispiace... mi dispiace tanto... perdonatemi...

Passò mezz'ora, forse più o forse meno. Non aveva tenuto conto del tempo, non avrebbe nemmeno saputo quantificarlo.
Seppe solo che, ad un certo punto, la figura di prima le tornò davanti.
Si costrinse a riaprire gli occhi, a guardarlo.
Lo conosceva. Era Sandyon.

Va meglio?
... Il sangue si è fermato, vieni, non tutto è perduto...


Lo fissò con sguardo vacuo, come se non capisse le sue parole, tuttavia si alzò per seguirlo.
Camminarono insieme, fino alle serre. E quando vi entrarono, Lindë non poté credere ai suoi occhi: le sue piante, non tutte, ma molte di esse, erano di nuovo lì. Malconcie, strapazzate... ma lì.

Ho fatto il possibile.

Si avvicinò a quei vasi ammucchiati alla buona, sfiorandone il contenuto con mani tremanti.
Aveva ricominciato a piangere, senza nemmeno rendersene conto.
Si volse verso Sandyon, fissandolo per un lungo istante.
Scattò in sua direzione, all'improvviso.
Lo abbracciò, piangendo e singhiozzando come una bambina, nascondendo il viso nel suo petto.

Grazie... grazie grazie grazie grazie...

Non riusciva a dire altro. Non voleva dire altro.
Perchè adesso c'era qualcosa da dire, c'era un motivo per fiatare. Aveva ritrovato una parte di sé.
Ed era tutto merito suo.
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Messaggioda Sandyon » 11/06/2012, 22:45

Una volta entrati dentro quella serra, o meglio quello che rimaneva di una serra, Lindë si ritrovò davanti ai grandi sforzi eseguiti da Sandyon di cercare di salvare il possibile, in modo che lei da quello potesse tornare a far splendere rigogliosa ancora una volta quella piccola porzione di paradiso personale che con tanta fatica aveva ricreato dal nulla.
Sospirò un poco dispiaciuto per non aver potuto fare di più, mentre la osservava passare per le piante accarezzandole appena e fissava tutto quanto a tratti ancora incredula, e per certi versi era così incredulo anche lui di tutto il mazzo che si era fatto per riuscire a renderla più serena che qualcosa era ancora salvo, magari non molto, ma quel poco che serviva per non perdere ancora una volta del tutto la speranza.

Perché potrò aver eliminato il ricordo, ma non la sensazione di perdere tutto...

La vide voltarsi, adesso, solo ora poteva concentrarsi sugli occhi della professoressa, carichi di lacrime e riconoscenza, splendenti come mai li aveva visti in qualunque episodio casuale per i corridoi della scuola fino a quel giorno.
Era surreale, sopratutto perché osservare tanta vita in lei lo faceva rivivere quei vecchi momenti, quando sorrideva, quando rideva, quando sospirava con lui, per lui... Sopra di lui.
Sensazioni che avrebbe dovuto rimuovere, ma se ne era privato così di improvviso, così di istinto e violenza che era difficile ricacciarle immediatamente.
Bastò comunque il pensiero di mancare di rispetto alla sua donna per farlo tornare nuovamente coi piedi per terra, per quanto quando la ragazzo lo abbracciò forte ringraziandolo di cuore, non poté fare a meno di rispondere a quell'abbraccio come meglio poteva, sentendo il suo odore, il sapere di una sua lacrima che era sfuggita sulle sue labbra, il rumore intenso del battito del cuoricino di lei che adesso appariva rinvigorita di energia positiva e intensa.

Grazie... grazie grazie grazie grazie...

Ricordi il nostro primo incontro?

In quel laboratorio, quando io ero un altro?

Nella foresta?
... Come immaginerai sono estimatore delle proprietà delle piante come te, e so bene da quello che ti ho visto fare che nelle tue mani le piante diventano uno strumento di miracolo, e la cosa bella è che non uccidi mai nemmeno un petalo di fiore...


La fece allontanare di poco, fissandola negli occhi, cercando di regalarle un sorriso, il più lieve che potesse riuscire ad esprimere, sentendo però molta gioia dentro di se per essere stato capace di regalarle dopo molto tempo un piccolo attimo di nuova umanità.
Posò una mano sul braccio curato, spostando lo sguardo su di esso, assicurandosi che stesse bene e che ci fosse solo una lieve cicatrice.
Adesso però c'era qualcos'altro del quale parlare, per quanto non volesse rovinare quel momento, ma una parte di lui gli disse onestamente che forse in quell'istante non c'era niente che avrebbe potuto spegnere quegli occhi luminosi di felicità.

Ci sono tante persone che hanno bisogno dei tuoi miracoli, io mi avvio verso l'infermeria, tu travasa e renditi sicura che le piante staranno bene fino al tuo ritorno, solo allora raggiungici, per ancora un po' ce la caviamo, la Bergman è sfacciata come al solito e quel Seal è in prima linea continuando a ripetere "Gliela farò vedere io di cosa sono capace a quella lì" e qualcosa mi dice che parla proprio di te!

Si, quella era chiaramente una piccola battuta ironica, anche perché in fondo il peggio era passato visto che si notava già da lontano che l'incendio era completamente spento, potevano stare tranquilli.
Si avvicinò all'uscita della serra, facendole quindi capire che poteva prendersi cura delle sue piccole e verdi superstiti prima di dirigersi all'infermeria per occuparsi delle cose meno divertenti.
La fissò ancora una volta, come a voler imprimere nella sua mente il ricordo di quel sorriso, sperando di poterne vedere molti altri ancora in futuro e si volse per camminare vero il castello.

Adesso ricordo perfettamente... Come facesti a sfiorare le corde del mio cuore...
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Messaggioda Lindë » 11/06/2012, 23:04

L'aveva abbracciato.
Probabilmente una volta tornata lucida si sarebbe data una vangata in testa per quello. Al momento, però, era troppo felice e sollevata per farci caso.
A mente lucida avrebbe anche potuto riflettere su come Sandyon fosse stato fin troppo... premuroso, per una persona che in fondo non conosceva affatto. Un'altra cosa su cui al momento non riusciva proprio a focalizzarsi.

Ricordi il nostro primo incontro?

Ovvio che se lo ricordava.
Era la prima volta che aveva parlato con qualcuno che ne sapeva qualcosa di piante.

Nella foresta?
... Come immaginerai sono estimatore delle proprietà delle piante come te, e so bene da quello che ti ho visto fare che nelle tue mani le piante diventano uno strumento di miracolo, e la cosa bella è che non uccidi mai nemmeno un petalo di fiore...


Uccidere un singolo petalo per lei sarebbe stato come pugnalarsi al cuore.
Ma perchè lui sembrava conoscerla così bene? Anche quella volta alla Foresta aveva avuto la stessa sensazione. Sentiva che Vastnor sapeva molto più di quanto non volesse far credere.
Peccato che al momento c'era altro a cui pensare. E fu sempre lui a farglielo presente.

Ci sono tante persone che hanno bisogno dei tuoi miracoli, io mi avvio verso l'infermeria, tu travasa e renditi sicura che le piante staranno bene fino al tuo ritorno, solo allora raggiungici, per ancora un po' ce la caviamo, la Bergman è sfacciata come al solito e quel Seal è in prima linea continuando a ripetere "Gliela farò vedere io di cosa sono capace a quella lì" e qualcosa mi dice che parla proprio di te!

Seal.
Avrebbe dovuto scambiare due parole con quel ragazzo, per quanto di malavoglia.
Ma le parole di lui le avevano fatto comprendere una cosa: non erano state solo le piante a rimanere ferite nell'incendio.
E per quanto non amasse i rapporti umani, come Infermiera della scuola non poteva esimersi dal curare chi aveva bisogno di lei.
Annuì alle sue parole, lasciandolo allontanarsi mentre tornava dalle sue piante, inginocchiandosi di fronte ad esse per prendersi subito cura di loro.
Due ore dopo circa sarebbe comparsa in Infermeria, stanca ma nuovamente lucida e pronta a soccorrere i feriti.
Nemmeno lei sapeva che da quel giorno, qualcosa sarebbe cambiato.

[FINE]
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Messaggioda Typhon » 26/12/2012, 15:24

L'ultima volta aveva visto scomparire l'orda di visitatori incappucciati oltre le foschie della foresta proibita, per questo, ipotizzando che facessero tutti parte di una schiera simile, Typhon aveva deciso di farsi attendere proprio lì, nello stesso luogo dal quale si accedeva alla fitta boscaglia, per poter parlare una volta per tutte con queste persone e capire cosa volessero con così tanta insistenza dalla sua insegnante.
Solitamente un tipo come lui si sarebbe fatto largamente i cavoli suoi, ma la ragazza che lo seguiva nel corso delle sue ricerche e della sua assistenza presso l'infermeria aveva saputo toccare corde del suo animo come si fa con una chitarra appena acquistata, con leggerezza e delicatezza, per questo Ty si era sentito spinto a fare qualcosa di tanto insolito per il suo essere, ma lo stava facendo con sicurezza.
Uscendo dal retro delle serre si era anche accorto che la temperatura era cambiata e si era fatta più mite, per questo aveva afferrato di corsa il cambio infilandosi qualcosa di un poco più leggero, per non morire dal caldo.
Se ne stava appoggiato ad uno dei tanti tronchi più in vista, osservando con aria gelida e impenetrabile l'orizzonte avanti a se, attendendo che da un momento all'altro le sagome dei due Capi Gilda si mostrassero nitide e potessero inquadrarlo per poi possibilmente rallentare il loro incedere e dedicargli qualche piccolo istante di attenzione.

La Vilvarin parla spesso di vuoti di memoria...
Se non altro vorrei tanto capire se questi tipi c'entrano qualcosa, perché se così fosse, meglio che si decidano a fargliela tornare.
E' stata privata per troppo tempo di una parte di se, sopratutto vista la sua età...


Le braccia incrociate, i pensieri che nitidi e precisi volavano verso i quesiti più normali che potevano sorgere in presenza di persone tanto misteriose e tanto frequenti nelle visite da qualche giorno a quella parte.
Non poteva affatto ricollegare una simile situazione alla morte di Pryce, ci sarebbe voluto un genio, per questo ignorava completamente ogni riferimento alla ricerca o a qualcosa di eccessivamente losco, in più escludeva l'idea che quelli fossero parenti visto che, da quando in qua una ragazza dall'aria nordica ed un uomo dall'aria orientale potevano far parte della stessa famiglia?
Un caso parecchio raro ed atipico, fin troppo, più che altro.

Oh, menomale, si sono decisi...

Sciolse le braccia, mettendosi per bene eretto col busto, stringendo inizialmente di poco i pugni per scaricare via tutta la tensione e il nervosismo accumulati qualche minuto prima, cercando di essere e mostrarsi il più pacato e tranquillo possibile.
Adesso che li osservava bene, i due individui avevano una strana camminata, come quella appartenente ai regnanti del passato, una camminata che nel semplice però mostrava eleganza e portamento di alto onore, tutte cose naturalmente dimenticate di quei tempi.
Si leccò un poco le labbra, spazientito da quella situazione. L'incontrare faccia a faccia due persone eventualmente capaci di farlo volare via con un incantesimo era un azzardo non indifferente, ma Typhon Seal, esattamente per volere del Drago in lui, non si perdeva mai d'animo e pur essendo un poco scosso dentro dall'energia scaturita da quelle due presenze, rimaneva fermo nella sua posizione e nella sua espressione, sostenendo lo sguardo di tutti e due ed anzi, avanzando di qualche passo per andare loro incontro così da accorciare anticipatamente le distanze che li tenevano separati fin troppo per garantire una conversazione a tono normale.

Immagine


Saltiamo i convenevoli per piacere.
Chi siete e cosa volete dalla professoressa?
Non siete i primi a farle visita in poco tempo e lei si sta agitando ogni giorno di più, non mi piace questa storia...


Un leggero sbuffo del naso, esattamente come faceva un Drago quando mostrava le fiamme impetuose dalle proprie narici.
Il ragazzo era giovane, si, assolutamente. Nemmeno diplomato ed ancora con molta strada da fare avanti a se, ma ciò non gli impediva di mostrarsi al prossimo come aveva sempre fatto fin dalla tenera età.
Forse era anche per quello che persone come la Vilvarin, o la Vireau o perché no, anche Vastnor, lo avevano sempre trovato un tipo affidabile o meritevole di minima attenzione e rispetto, proprio per quel suo modo di essere mai falso, mai mediatico, sempre dritto al punto e corretto nel limite delle capacità diplomatiche da lui possedute, cioè le minime sindacali.
Avrebbe dovuto imparare a condurre un dialogo più morbido, più fluido e calmo, ma fino a quel punto Alexis e l'Erbologa ancora non ci erano arrivate, ci sarebbe voluto molto... Molto di più.

Ah... Giusto.
... Typhon Seal.


Un conto è il dialogo poco morbido, un altro la maleducazione.
Gli occhi fissi in quelli di Eibhlin e Yamato, attendendo al più presto possibile una loro risposta chiara, precisa e comprensibile.
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Messaggioda Eibhlin » 10/01/2013, 19:50

[Giovedì - ore 13.42 - Limitare della Foresta]


Era andata bene, tutto sommato.
Non era sicura di aver convinto Lindë a ripensarci, ma lei e Yamato avevano fatto tutto il possibile e sentiva che il Conflux era soddisfatto di loro e del loro operato.
La strada del ritorno fu percorsa in silenzio, poiché Eibhlin non aveva nulla di particolare da dire all'Ignis Elios: sentiva la sua presenza accanto a sé, così differente ed opposta alla propria, eppure la loro complicità con la neo Sempreverde era quasi riuscita ad appianare, in lei, quel fastidio verso il Fuoco che imperversava nell'animo di lui.
Il loro incedere, però, fu interrotto da una presenza nuova, che si presentò di fronte a loro prima ancora che i loro occhi potessero coglierla.

Lo sentite, Oceano?
Credo... Ci siano visite...


Un debole refolo di Eolo sta solleticando la mia Acqua, Sole.
La visita è fuori dal comune.


Replicò l'islandese, il tono di voce pacato quanto l'Acqua presente nel suo animo, mossa appunto da quel lieve sentore di Vento intorno a sé che solleticava non solo il suo Elemento quanto anche la curiosità stessa dell'Acuan Diluvium: non aveva previsto che qualcuno potesse voler fermare il loro ritorno verso i rispettivi villaggi, e nonostante ciò che poteva percepire non veniva da lei considerato come pericoloso o potenzialmente dannoso, la curiosità di capire chi fosse colui o colei che li stava attendendo era molta; e forse, per sua fortuna si potrebbe anche dire, chissà che colui che li stava aspettando non avesse percepito la bramosia di lei di sapere, visto che poco dopo una figura maschile si palesò di fronte ai due Capi Gilda, interrompendone il cammino.
Il ragazzo davanti a loro era lo stesso visto poco prima alle Serre, ed era caratterizzato dallo stesso sguardo determinato di allora: oltre a questo, un'aura di colore lilla pallido pulsava intorno a lui, segno che il Vento dominava il suo animo anche se in modo ancora molto blando; Eibhlin fermò silenziosamente il suo incedere, rimanendo con una gamba indietro rispetto all'altra. Lo sguardo si posò sul ragazzo, fermo e tranquillo, le labbra chiuse in una linea sottile e ferma in attesa di una qualche parola da parte sua.

Saltiamo i convenevoli per piacere.
Chi siete e cosa volete dalla professoressa?
Non siete i primi a farle visita in poco tempo e lei si sta agitando ogni giorno di più, non mi piace questa storia...


Legato alla sua docente, ecco qual'era la prima cosa che si poteva evincere da quelle poche parole.
Ed impulsivo, sicuramente, pronto ad agire secondo l'istinto, soprattutto se mosso da un istinto di protezione come in quel caso.

Un Ignis perfetto, a prima vista...

Mormorò l'Oceano, a voce bassa ma comunque abbastanza forte da permettere a Yamato di sentirla: a prima vista, sì, perché il Vento che pulsava intorno a lui rendeva le cose ben diverse dall'apparenza.

Ah... Giusto.
... Typhon Seal.


Sono una dei Protettori del Conflux e desideravo solo parlare con la tua docente.
Ora che ciò è avvenuto, posso anche andarmene.


Rispose per prima Eibhlin, onesta ma criptica verso Typhon che, d'altronde, era per lei sempre e comunque uno sconosciuto e dunque sicuramente indegno di conoscere la verità più profonda; inoltre, l'aver usato parole come "Protettore" e "Conflux" le dava la sicurezza che l'altro non avrebbe capito tanto presto di cosa si trattasse davvero, e chissà che nel frattempo la Terran Verdigris - ammesso che avesse accettato l'incarico - non si fosse presa la briga di spiegarglielo personalmente.
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Messaggioda Yamato » 18/01/2013, 20:32

[tahoma]Un debole refolo di Eolo sta solleticando la mia Acqua, Sole.
La visita è fuori dal comune.


Qualunque visita risultava fuori dal comune se significava interrompere il cammino dell'Oceano e del Sole senza il minimo avvertimento.
Non capitava spesso che i due Capi uscissero allo scoperto, quasi mai per la precisione.
Facevano il loro dovere, per poi tornare ai loro affari, invece in quel frangente, qualcuno aveva deciso di bloccarli e richiedere forzatamente la loro attenzione.
Un Vento che nella sua leggerezza riusciva a soffiare abbastanza da farsi notare all'Acqua e al Fuoco, mostrando una determinazione tale da sfiorare la connessione anche con l'impetuosità delle persone che facevano parte della grande Famiglia interna al vulcano neo zelandese.
Al momento Yamato evitò di replicare, limitandosi a rallentare il suo incedere e muovere l'attenzione sugli occhi ghiacciati dell'Oceano, dove in essi riposavano deduzioni e pensieri inespugnabili.
Nonostante la buona curiosità del Sole nel voler comprendere quali meccanismi mentali affollassero il lucido intelletto della ragazza/donna, preferì comunque ritornare con lo sguardo sulla figura che da poco si era palesata avanti a loro che, grazie non solo al suo tono di voce ma anche alla sua naturale impostazione del corpo, lasciò intendere che ordinava di essere ascoltato.
Irriverente come non mai, difatti un tale dato non sfuggì per nulla all'acuto senso ironico di Eibhlin.

Saltiamo i convenevoli per piacere.
Chi siete e cosa volete dalla professoressa?
Non siete i primi a farle visita in poco tempo e lei si sta agitando ogni giorno di più, non mi piace questa storia...


Un Ignis perfetto, a prima vista...

Sorrise con leggerezza, ma con così tanto controllo da apparire a tratti infastidito.
Ognuno di loro possedeva il proprio quantitativo di mistero nei meandri dello sguardo e del silenzio.
Di certo la grinta a quel giovane non mancava, l'energia nel suo animo cambiava quasi fosse camaleontica, in base alle situazioni e le emozioni.
Non era un Ignis, non era un Terran, non era un Acuan.
Non era o forse, era in parte un poco di tutti, quella classica figura poliedrica che solamente con il proprio controllo sul Conflux interiore sarebbe riuscita a trovare la propria via.
Tuttavia, anche se poteva essere considerato ammirevole il suo affronto diretto e preciso verso due figure così misteriose come loro due, Yamato percepì nel suo spirito il fuoco destarsi ed iniziare a danzare.
Conosceva adeguatamente il se stesso di un tempo e se fosse stato ancora un normale Incendio probabilmente avrebbe già tirato fuori la bacchetta per accettare la sfida pronunciata dagli occhi del ragazzo, ma ora lui era un Capo, lui doveva comportarsi nel modo giusto e lasciare che tanto di quell'istinto professato dagli Ignis si tramutasse in un diplomatico sospiro carico di calore e irrequietezza, lasciando che le mani continuassero a prudere ma rimanendo concentrato nel discorso e nella neutralità dell'essere.

In effetti la sua inclinazione potrebbe trarre in inganno anche me.
Ma un Ignis per quanto impulsivo non pecca di educazione, né tanto meno di intelligenza.
Non rispondo a coloro che pretendono risposte senza nemmeno mostrare a testa alta la loro identità.


Ah... Giusto.
... Typhon Seal.


Non avrebbe fatto ricerche su di lui, non al momento.
La sua anima era inquieta e indecisa quasi quanto erano decisi i suoi intenti di protezione nei confronti della nuova possibile Sempreverde.
Ammirevole il suo spirito di sacrificio e difesa, ma Yamato non era lì per giudicare, era solo per parlare con qualcuno che per altro, non era lui.
La prima persona a rispondere fu l'Oceano che con quella sua fredda, criptica e a tratti suadente voce espose al giovane di nome Typhon quali erano le sue posizioni e quali erano i suoi intenti, utilizzando termini complessi e sconosciuti che non avrebbero fatto altro che indurre a nuove domande.
Perché lo aveva fatto? Era forse un modo come un altro per alimentare lo spirito naturale dentro di lui e spingerlo verso le Gilde?
Tanta solidarietà con quel giovane, quasi ingannevole per certi versi, per questo il Sole non credette subito a quella possibilità, evitando di approfondire oltre, sopratutto perché quello significava guardare ancora negli occhi la ragazza/donna e ritrovarsi nuovamente a non capire nulla in mezzo a quelle due distese gelate e imperscrutabilmente solide.

Sono una dei Protettori del Conflux e desideravo solo parlare con la tua docente.
Ora che ciò è avvenuto, posso anche andarmene.


Tieni molto alla tua professoressa, giusto ragazzo?
Un giorno potrebbe ritrovarsi a pentirsi di non aver ascoltato le nostre parole.
Per lei è stato scelto un destino molto più grande di quello attuale, che non tu puoi nemmeno immaginare...
Ora però abbiamo faccende molto importanti da sbrigare, non intralciare il nostro cammino.


Così, sfruttando quella grande e possente velocità che caratterizzava i suoi allenamenti e il suo potere, Yamato estrasse la bacchetta dal fodero allacciato al pantalone, facendola vibrare leggermente giusto per fare in modo che dalla punta scaturisse la luce rossa di un incanto.
Per Typhon non sarebbe stato molto semplice accorgersi in tempo di quel gesto, vista la rapidità della mano del Sole.
(Riflessi 22)
Un "Everte Statim" dalla potenza anche piuttosto ribassata, con l'intento di scansarlo forzatamente, non di fargli del male.
La luce andò a cercare di colpire il fianco del ragazzo per farlo volare indietro di pochi metri.
(Cap. Magica 22 + d20 20= 42)
Uno sguardo di intesa con Eibhlin, così da invitarla a prendere passo ed andare avanti, fino a raggiungere i primi accenni di arbusti ed alberi secolari, dove si sarebbero potuti smaterializzare ognuno verso la propria meta designata.

Navigate sempre in acque limpide e calme, Oceano.
Il fuoco non si augura di reincontrarVi presto, la mia persona si.
Omaggi.


Con questo saluto dunque, Yamato Kusanagi si congedò dal luogo inglese per dirigersi dall'altra parte del mondo.
America per la precisione, Los Angeles.
Lì, una Scintilla Irrequieta, attendeva di essere trovata, esaminata ed infine... Alimentata.

} - USCITA PER YAMATO - {[/tahoma]
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Messaggioda Typhon » 19/01/2013, 18:04

Quei due gli davano leggermente sui nervi.
Lo fissavano quasi come se fossero esterni estranei al mondo materiale, immersi nei loro ragionamenti, nei loro silenzi e nei discorsi a bassa voce che potevano capire solamente loro.
Tutta quella flebile attesa di ottenere risposte nascondeva in se una tensione per Ty che sfiorava abbastanza l'indecisione se avanzare ancora di qualche passo o meno.
Fortunatamente non ce ne fu bisogno, la prima a parlare fu la ragazza dai capelli biondi, la pelle dello stesso colore della neve e quegli occhi così penetranti e ghiacciati da rivaleggiare apertamente con quelli della Vice Vireau.

Un Ignis perfetto, a prima vista...

Che cosa diavolo è un Ignis?
Potreste cortesemente evitare di glissare sulle mie domande e rispondere?


Quando poi si mettevano a nominare anche certi nomi o certe cariche senza la minima spiegazione in merito, Typhon Seal andava decisamente su tutte le furie. Di certo la vicinanza con la professoressa Vilvarin lo aveva temprato molto in quel senso, difatti non prendeva decisioni troppo affrettate, contava almeno fino a cinque prima di commettere qualche azione sconsiderata o semplicemente rimaneva in silenzio anche quando le offese e le volgarità salivano talmente a galla da affiorare dalle sue labbra automaticamente.
Quei due però lo stavano mettendo seriamente a dura prova e quando Yamato insinuò per altro che il prefetto fosse un maleducato, la voglia di schiantarlo di nuovo fino alle serre fu tanta, ma scelse di non fare stronzate, non sapeva chi si trovasse avanti a lui e di sicuro la figura dello sciocco non l'avrebbe fatta.

In effetti la sua inclinazione potrebbe trarre in inganno anche me.
Ma un Ignis per quanto impulsivo non pecca di educazione, né tanto meno di intelligenza.
Non rispondo a coloro che pretendono risposte senza nemmeno mostrare a testa alta la loro identità.


Ah... Giusto.
... Typhon Seal.


Palloni gonfiati, o forse no.
Dentro di lui percepiva una grande energia provenire da loro, questo a dir la verità un poco lo inquietava.
Certa gente così vicina alla sua Mentore, certa gente che la cercava così insistentemente.
La stessa energia veniva anche da lei? Tale enorme potere poi, da dove scaturiva sul serio?
Dalla magia impossibile, nemmeno i professori più esperti, nemmeno la Preside emanava una simile... Non sapeva nemmeno come definirla.
Buttò fuori aria, quasi scocciato di tutta quella aspettativa.
Non poteva immaginare che già che loro gli rivolgessero la parola era un grande onore, magari un giorno l'avrebbe capito da solo.

Sono una dei Protettori del Conflux e desideravo solo parlare con la tua docente.
Ora che ciò è avvenuto, posso anche andarmene.


"Conflux"?

Che cosa c***o è un "Conflux"?

Lo pensò, ma non lo disse, anche perché il tono che avrebbe usato non sarebbe stato né pacato né gentile.
Socchiuse gli occhi, cercando la concentrazione dentro di se allo stesso modo di quando la Vilvarin lo invitava alla massima calma mentre dosava gli ingredienti per un composto vista la sua difficoltà.
Spesso capitava che un grammo o un milligrammo in più di qualcosa rendeva il risultato della pozione naturale totalmente differente da quello sperato, ormai Typhon questo lo aveva compreso benissimo.
La prima volta accadde mentre stava cercando di ricreare un unguento che attenuasse il gelo sulla pelle e la aiutasse a tornare gradualmente alla sensibilità.
Quello che venne fuori fu una pomata utile contro le bolle delle ortiche, per carità, utilissima, ma non di certo quello che la professoressa gli aveva richiesto, e di lì via ad altre tre settimane solo a té e biscotti.
Ciò nonostante, ricordava quei momenti con molta serenità, quei momenti quando l'Erbologa sua guida ancora non lo fissava nemmeno negli occhi mentre spiegava, quei momenti nei quali le sue parole erano così fredde che nessun unguento lo avrebbe protetto dal loro gelo.
Ora molte cose erano cambiate, erano diverse. Avevano costruito qualcosa insieme, di piccolo, ancora acerbo, ma il quale valeva la pena fronteggiare chiunque fosse intento a minare quell'equilibrio tanto sudato e ricercato nelle loro vite.

Tieni molto alla tua professoressa, giusto ragazzo?
Un giorno potrebbe ritrovarsi a pentirsi di non aver ascoltato le nostre parole.
Per lei è stato scelto un destino molto più grande di quello attuale, che non tu puoi nemmeno immaginare...
Ora però abbiamo faccende molto importanti da sbrigare, non intralciare il nostro cammino.


Perso nei suoi ragionamenti e nei suoi ricordi momentanei, non si accorse della velocità con la quale Yamato estrasse la bacchetta magica.
Quando i suoi occhi furono abbastanza focalizzati su di lui da capirlo e allo stesso tempo interpretare le sue parole, un fascio di luce flebile schizzò dalla punta del catalizzatore colpendolo in pieno fianco senza nemmeno dargli la possibilità vaga di tentare a spostarsi o scansarlo, schivarlo.
Di impulso gli occhi di Ty si spalancarono, incapaci di comprendere come potesse essere possibile che la persona avanti a lui fosse tanto brava e potente negli incantesimi.
Il suo corpo andò indietro di forse tre o quattro metri, ma con delicatezza. Si capiva chiaramente che l'intento dell'uomo non era ferirlo.
Lo voleva scansare, lo voleva spostare di lì per permettere a lui e ad Eibhlin, la ragazza misteriosa, di andarsene e lasciarlo perdere, adesso intenti a perseguire scopi più interessanti che conversare con lui.
Avvenne tutto così in fretta che Seal poté soltanto spostare lo sguardo un'ultima volta sulla ragazza dai lunghi capelli biondi per provare a chiederle silenziosamente qualche altra risposta a tutte quelle domande che gli frullavano nella testa, poi, non appena i due scomparvero del tutto, rimase lì, da solo, a ripensare alle ultime parole del tipo dalla chiara provenienza orientale.

Tieni molto alla tua professoressa, giusto ragazzo?
Un giorno potrebbe ritrovarsi a pentirsi di non aver ascoltato le nostre parole.
Per lei è stato scelto un destino molto più grande di quello attuale, che non tu puoi nemmeno immaginare...


Un destino... Molto più grande.
Lei parlava di un vuoto di memoria... E se quelle persone l'avessero conosciuta in passato?
Quei tipi non mi convincevano troppo, ma è innegabile l'energia che li accomuna alla Vilvarin.


Si avvicinò al ceppo di un albero tagliato, sedendovi sopra, in lenta e continua riflessione.
Tutto quanto era avvolto da un alone di confusione pura e nessuno dei ragionamenti che seguiva lo portavano a qualcosa di concreto.
Se fosse stato vero che la professoressa dovesse seguire i consigli e le parole di quelle due persone, allora rimanere lì, continuare nel silenzio la sua vita poteva portarla a non tornare mai più sui suoi precedenti passi.
Ma se invece quelle persone le stessero tendendo una trappola? Un modo per trarla in inganno e farle del male?
Si diede uno schiaffo sulla fronte, respirando affannosamente cercando di collegare qualche pezzo ma nulla che fosse mai abbastanza nitido da risultare componibile con altri.
Nella sua vita aveva compreso che spesso la soluzione risiede nel proprio istinto, nei propri intenti provenienti dall'anima, e fu allora che un altro dei tanti strascichi dei ricordi delle lezioni con la ragazza uscirono fuori, chiari e limpidi come l'acqua del lago nelle mattine estive.

Non ci siamo.
Hai paura di prendere un ingrediente, pensi possa morderti forse?


No...
Solo che...


Parla, non ho tempo da perdere.

Ho paura di fare l'ennesimo sbaglio, dannazione!
Ecco cosa c'è... Uff, non mi va di passare altre due settimane a servirle solo la merenda!


La natura è istintiva.
Proprio come essa è selvaggia, lo deve essere anche chi la vuole creare.
Intelligenza si, ma senza rischio non si va da nessuna parte.


La fa facile lei, la natura è sua alleata da sempre...

Ti stai lamentando troppo.
Agisci ora o per me te ne puoi anche andare.


Quella volta l'ingrediente preso seguendo l'istinto fu quello giusto ed il composto venne bene.
Determinati frangenti del suo addestramento lo stavano aiutando a comprendere come si sarebbe dovuto porre nei confronti della Vilvarin.
Forse avrebbe sbagliato, forse non le avrebbe dato il consiglio giusto, ma osservarla così indecisa e preoccupata dal giorno della visita di quel mucchio di persone non lo faceva stare bene.
Aiutare a volte significava dare una piccola spinta, in un senso o in un altro, sperando dentro di se, nella propria anima, che la spinta fosse data nella giusta direzione.
Se avesse seguito il suo istinto, se l'avesse fatta seguire il suo istinto, magari non sarebbe cambiato nulla, ma almeno le avrebbe consigliato di seguire gli stessi insegnamenti che con tanta difficoltà lei aveva dispensato a lui nel corso di quei due anni insieme a scuola.

E come un fottuto idiota ho dimenticato alle serre l'innaffiatoio per le piante...
Seal, aspettati come minimo un mese di merenda obbligata e se tanto mi dà tanto, mi dirà anche di imparare a fare i biscotti!
F*****o!


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