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Interno Foresta

Messaggioda Lindë » 28/03/2012, 12:09

Notte.
Buio.
Silenzio.
Un trittico per lei fin troppo bello per essere vero.
Di giorno stava quasi sempre rintanata nelle sue amate serre, ma questo purtroppo non le impediva di dover venire a contatto col resto del mondo, soprattutto studenti. Solo un paio sembravano essere davvero meritevoli di starla ad ascoltare. Gli altri, invece, credevano che Erbologia fosse una perdita di tempo.

La perdita di tempo è insegnare loro qualcosa.

Cinica, forse. Ma almeno quando stava da sola, era libera di pensare ciò che voleva.
La notte era l'unico momento in cui poteva essere se stessa, lontano da tutti. La Foresta Proibita, ancor più delle serre, contribuiva allo scopo. Nel profondo di essa, Lindë aveva creato una piccola riserva speciale, senza confini precisi a delimitarla: tanto, chi si sarebbe mai addentrato così profondamente in quel luogo? Era lì, in condizioni naturali, che la donna coltivava alcune delle specie più rare per i maghi. Non che la maggior parte ne avesse conoscenza, comunque.

Chissà se sei già fiorita...

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Un piccolo sorriso sfiorò le sue labbra, ripensando alla sua piccola creatura: la Plumeria, un genere di pianta praticamente inesistente in Inghilterra. Ovviamente i babbani, poveri stolti, la usavano come pianta ornamentale. Ma lei aveva scoperto che l'arbusto poteva essere usato per scopi molto più nobili, ad esempio come un unguento contro l'incanto Petrificus Totalus. Aveva perciò deciso di provare a farla crescere in natura, invece che chiusa in un vaso.
Le sembrava sempre di fare un torto alle piante, quando le relegava dentro quei recipienti di terracotta.

Devo molto a tutte loro.

Un pensiero strano, che la fece sospirare. Non ricordava quasi nulla dei tre anni dopo il diploma, ma sapeva dentro di sé che in qualche modo le piante l'avevano salvata. Faceva spesso dei sogni, di notte. Vedeva del fuoco, sentiva se stessa piangere, poi un ramo di fronte al suo corpo... ed il buio. Si svegliava spesso sudata e confusa, ma ancora non riusciva a capire perchè.
Scosse la testa con forza, tirandosi sul capo quel foulard colorato dono dei suoi genitori.

Immagine


Non badava molto al proprio vestiario di solito, ma per andare in giro nella Foresta meglio esser comodi: pantaloni ampi di colore marrone, camicia a maniche lunghe azzurro chiaro, scarpe comode, anche piuttosto infangate e quel foulard a coprirle i capelli lunghi. No, non le importava di non essere femminile, era lì per ben altro motivo.
Arrivò nella zona desiderata, quella circondata da alberi secolari che fungevano da protezione naturale alla sua Plumeria, ma si fermò di colpo.
Sentiva un respiro diverso da quello quasi impercettibile delle piante.
Un respiro che sapeva di carne.
C'era qualcuno.
Lanciò una rapida carrellata intorno a sé, poi si avvicinò come nulla fosse alla sua creatura facendosi però scivolare la bacchetta tra le dita. Forse qualche bastardo voleva distruggere la sua pianta.

... è già successo...

Un flash che Lindë si costrinse a cacciare dalla mente, per rimanere vigile.
Chiunque fosse stato presente, non avrebbe avuto vita facile. Non contro di lei.

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Messaggioda Sandyon » 28/03/2012, 16:33

Non poteva credere che fosse realmente lei.
Osservarla da lontano gli ricordò la prima volta che l'aveva intravista prima della missione assegnatagli al tempo, parevano passati anni e anni, invece a mala pena ne era trascorso uno.
Dal suo canto l'erbologa anche pareva che si fosse fermata a quell'età e a quell'aspetto che tanto lo avevano colpito nei mesi passati, per quel breve periodo che li aveva visti come colleghi, ma non certo di guerra o missione.
Rimase a fissarla per diversi secondi mentre individuava in lei una nota di perplessità e allerta.
Delle grandi capacità analitiche e di sopravvivenza, questo lo doveva riconoscere e non essendoci Mog non potè di certo chiedergli di improvvisare un diversivo per farle perdere la pista.

E' inutile che me ne sto qui, contribuisco solo a farla sentire più a disagio e in pericolo.
In fondo, non dovrebbe ricordarsi di me... Non con queste sembianze.


Trovò l'unica soluzione come la migliore, non sapendo se lei in qualche modo avrebbe reagito a quel suo comportamento oppure no, ma di certo non si sarebbe azzardato a prender parola, non si sentiva nelle condizioni per farlo ed in più la sua comunicazione con il prossimo aveva subito variazioni solo in funzione della compagna.
Il fatto che quella persona fosse di sua profonda conoscenza non era un attenuante, non per lui, non per ora.
Si mosse quindi di qualche passo, uscendo allo scoperto abbassandosi la bandana per mostrare il suo volto, idem fece con il cappello, ma non disse una frase, la fissò solo per pochi secondi, poi si rivolse subito all'albero in fronte a lui mentre la mano sinistra andava a carezzarne la corteccia come se volesse entrare in comunicazione con esso e lentamente avanzava il bisturi di legno levigato iniziando a sfregare piano sulla superficie del grande tronco, apponendo nel contempo sotto allo strumento da lavoro la piccola ampolla dove contenere la linfa prodotta da quell'elemento naturale.
Un tipo di approccio che lei stessa gli aveva insegnato al tempo, facendogli comprendere quanto fosse importante rapportarsi con la natura, poichè essa vive e respira con noi, ci sente, ci ascolta e rispetta anche le nostre esigenze.

Forse ti farà strano, ma se non altro non mi troverai ostile.

Nel frattempo, l'albero proprio come ringraziamento di quel gesto gentile e premuroso, iniziò a far colare una sostanza oleosa di colore bronzeo dentro l'ampolla, riempiendola a poco a poco mentre il piccolo bisturi premeva con poca energia come a facilitargli il compito.
Allo stesso momento, nella testa dell'uomo si stavano focalizzando mille domande, prima tra tutte perchè Lindë in un luogo del genere, o meglio, perchè si trovasse così vicina alla scuola dato che ci era uscita da un bel po'.
La sua presenza lì non era sospetta ma comunque strana, lo metteva in condizione di disagio dato che la maggior parte dei suoi problemi di memoria derivavano da lui, dalla sua premura e bontà, certo, ma non è comunque un bel modo di dimostrare aiuto cancellare i ricordi di un altro essere umano.

Un momento.
A quanto ho sentito avevano nominato una nuova insegnante di Erbologia... Che sia...


C'era un solo modo per scoprirlo.
Voltò appena di pochi centimetri il viso per incontrare nuovamente quello della ragazza di bell'aspetto, mentre richiudeva l'ampolla e lasciava pace al tronco così generoso, le labbra poi si schiusero ed un tono serio, gelido, basso e virile presenziò il circondario di quella porzione di foresta, risultando quasi come se fosse stato utilizzato un megafono visto il silenzio notturno che ne regnava all'interno.

Collega.
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Messaggioda Lindë » 28/03/2012, 18:17

Per diversi minuti non accadde nulla.
Ma Lindë sapeva bene che silenzio non era per forza sinonimo di tranquillità, anzi. Spesso quel termine poteva essere accostato a quello di pericolo.
Finse di non essere minimamente preoccupata, studiando le foglie delicate della sua Plumeria con attenzione per saggiarne la consistenza, la ruvidezza ed il colore. Fortuna che la Luna aiutava quello studio rendendo non indispensabile l'uso della bacchetta.
Poco dopo sentì un movimento alle sue spalle, che la fece voltare. Un uomo di fronte a lei, un volto che le fece avere un altro flash, più vivido dei precedenti.

Immagine


Sbattè le palpebre un paio di volte e quel flash scomparve nel nulla, lasciandole però una strana sensazione nel petto. Non conosceva quell'uomo, eppure... sentiva qualcosa. Come se ci fosse un particolare che sfuggiva alla sua mente.
Eppure l'altro non aveva dato segni di riconoscerla, quindi forse era tutta paranoia.
Lo osservò in silenzio mentre si avvicinava ad un albero, accarezzandone la corteccia prima di far sgorgare da essa del liquido, la sua linfa vitale. Assottigliò lo sguardo a quel gesto mentre lui le rivolgeva un blando saluto.

Collega.

Lindë non rispose, alzandosi in piedi per avvicinarsi a lui, tendendogli la mano ed indicando con lo sguardo il coltellino che l'uomo teneva tra le dita: se Sandyon gliel'avesse dato, la donna l'avrebbe analizzato per un momento prima di porgerlo nuovamente al suo proprietario con espressione indecifrabile.

Più in alto.
A quell'altezza ferisce l'albero.


Poche parole, come sempre.
Voce assolutamente atona, come sempre.
Sperò che l'altro avesse inteso il senso delle sue parole mentre tornava ad inginocchiarsi accanto alla sua creatura. Dalla tasca dei pantaloni estrasse una piccola ampolla, dalla quale lasciò cadere un paio di gocce sulle radici della piantina. Un brivido sembrò percorrere la Plumeria, i cui petali acquisirono un biancore tale da sembrare quasi perlacei sotto la luce della Luna.
Lindë fece un piccolo sorriso soddisfatto, accarezzandone la terra con un piccolo sospiro.
Era quella la sua vita. Lo era sempre stata.
Ed un giorno forse, avrebbe ricordato tutto.
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Messaggioda Sandyon » 28/03/2012, 20:48

Non ha mai perso il suo tocco, anche dopo l'amnesia.
E' una ragazza eccezionale quanto bella.


Questo il commento che risaltò alla sua mente quando la vide versare quella pozione naturale vicino le radici della pianta dalle foglie candide, facendo in modo che avesse un risultato a dir poco sorprendente e miracoloso.
Non c'erano dubbi che una mente profondamente intelligente, preparata e versatile fosse stata presa di mira da quell'organizzazione.
Se la signorina Vilvarin avesse proseguito le sue ricerche ad oggi molte persone sarebbero tornate alla vita dopo meno di 12 ore dal ricevimento dell' "Anatema che Uccide", ma una simile scoperta per alcuni grandi potenti non sarebbe mai dovuta venire alla luce.
Sapeva bene che esibire eccessivamente delle mosse che la ragazza avrebbe potuto intendere facilmente non era altro che una mossa azzardata, ma doveva ammettere che spesso gli veniva naturale con lei essere se stesso, una naturalezza che aveva dovuto reprimere durante il periodo a contatto con lei, ma ora che poteva essere se stesso e conosceva per altro le abitudini di lei, non sentiva altro che il bisogno di non nascondere troppo, forse perchè in passato era stato capace di nasconderle tutto.
Così, quando la professoressa si avvicinò a lui senza rispondere nemmeno al saluto, prima che avanzasse la domanda silenziosa di porgerle il bisturi se lo potè trovare immediatamente davanti, come se l'uomo davanti a lei conoscesse molto bene la sua rinomata pignoleria nei confronti del mondo naturale.

Più in alto.
A quell'altezza ferisce l'albero.


Nello stesso istante che lei pronunciò quelle parole, la mano dell'uomo velocemente percorse il fianco della ragazza raggiungendo la mano tentando di sfilarle la bacchetta dalle dita con una maestria eccellente e dei riflessi pronti e fulminei, per poi rigirarla tra le dita e puntargliela allo stesso fianco carezzato pochi secondi prima, fissandola poi intensamente ma con occhi calmi, tranquilli, per nulla agitati od ostili, infatti al seguito delle sue parole non fece nient'altro che rigirare la bacchetta e prenderla dalla parte della punta per consegnarla nuovamente alla sua legittima proprietaria.

Più attenta.
Così vicina ad uno sconosciuto potrebbe ferire se stessa.


Entrambi avevano dei caratteri molto simili:
Sicurezza, gelo, capacità analitica e poca inclinazione a farsi dare lezioni come se fossero dei bambocci.
Quello lo poteva fare con chiunque altro ma non con lui e quando Sandyon fece quell'appunto in risposta alla giovane sapeva per conoscenza che le sarebbe bruciato allo stesso modo, ma forse il fatto che si fossero punti a vicenda potevano ritenerlo un pacato punteggio pari.
Posò la mano con la quale aveva appena ridato la bacchetta a lei sul tronco dell'albero, porgendogli un'ulteriore carezza, una sorta di dimostrazione pratica che aveva apprezzato il consiglio da parte della docente di Erbologia, poi, richiuse il tappo dell'ampolla riponendola nella sacca di pelle, mentre possibilmente riprendeva possesso del bisturi di legno consegnatogli da Lindë.

Com'è la vita coi bambocci?

Credevo di averla dimenticata la tua voce dritta e autoritaria, e invece è sempre rimasta qui nei miei buoni ricordi.
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Messaggioda Lindë » 28/03/2012, 21:35

Prima che potesse fare qualcosa, la mano dell'uomo si posò sul suo fianco con un movimento fulmineo.
In un solo secondo, Lindë si ritrovò davanti la propria bacchetta dalla parte del manico.
Non si era nemmeno accorta che la bacchetta fosse stata sfilata dalla sua fodera.

Più attenta.
Così vicina ad uno sconosciuto potrebbe ferire se stessa.


Gli occhi di Lindë si posarono con più intensità su quelli di Sandyon: solitamente le persone la evitavano visto il suo carattere non propriamente amabile.
Lui invece sembrava simile a lei.
In un certo qual senso, la cosa non le dispiaceva. Se non altro non era stato troppo invadente come l'insegnante di Divinazione. E poi aveva trattato piuttosto bene la corteccia dell'albero, cosa non da tutti.
Gli diede poi le spalle, occupandosi della sua Plumeria. Non passarono molti istanti però, che la sua voce tornò a farsi sentire.

Com'è la vita coi bambocci?

Un'autentica perdita di tempo.

Risposta secca, ma atona.
Non era un mistero che non amasse il contatto umano, figurarsi quello con dei ragazzi ignoranti che pensavano che l'Erbologia fosse un gioco.
Eppure aveva accettato lo stesso quel lavoro.
Forse perchè la Bergman aveva promesso di finanziare i suoi esperimenti con le piante. Sentiva di doverli portare avanti, di dover inventare sempre nuovi unguenti. Come se quella fosse la sua missione.
Come se l'avesse già fatto in passato. Cosa che invece non era, stando ai suoi ricordi.

Avrebbe fatto meglio ad aspettare la mezzanotte piena.
La linfa di bronzo rilascia tutte le sue proprietà dopo quell'ora. Farebbe meglio a prenderne ancora qualche goccia ora, farebbe solo un favore alla Panetula Alvares, ne produce così tanta da congestionare la propria corteccia.


Stava già parlando più del solito.
Ma l'uomo di fronte a sé sembrava capirne qualcosa di piante ed affini.
Naturalmente erano accorgimenti, quelli appena pronunciati, che aveva sviluppato nell'ultimo anno, quando era ricomparsa all'improvviso a casa dei suoi genitori.
Di solito non le piaceva condividere certi segreti con altri. Ma l'insegnante sconosciuto che si trovava a poca distanza da lei sembrava sapere ciò che faceva. E se proprio doveva fare una cosa, tanto valeva farla bene.

Faccio io, se vuole.

Un impeto di generosità.
Che poi fosse verso l'albero o verso di lui, era da definire.
Se Sandyon gliel'avesse permesso, Lindë avrebbe preso il coltello dell'uomo e si sarebbe occupata personalmente di riempire un'ampolla, fatta comparire per l'occasione con la bacchetta, con della nuova linfa di bronzo. Era più lucida della precedente, più oleosa. L'uomo si sarebbe sicuramente accorto della differenza.
A seguito gli avrebbe restituito il coltello, posando i propri occhi nei suoi.

Lindë Vilvarin.
Docente di Erbologia.


Si era presentata. Miracolo.
Quell'uomo doveva essere speciale.
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Messaggioda Sandyon » 29/03/2012, 16:37

Quando vedo i bambini penso che siano una delle poche cose buona che esistano al mondo.
Sono molto diffidente verso gli esseri umani ma almeno credo che i bambini siano ancora troppo... Puri per essere contaminati dal marciume che c'è nel genere umano... Oh, tranquillo Rupert, di te mi fido, lo so che sei un bravo ragazzo, adesso forza, passami quell'estratto di girasole!


Un'autentica perdita di tempo.

Un altro flash, uno stralcio del passato e del tempo passato con la nuova professoressa di Erbologia.
Prima non era così, o meglio, non aveva comunque una buona impressione del genere umano ma se non altro i bambini li salvava dalla lista, invece a vederla ora gli sembrava ancora più fredda e gelida verso gli uomini di quanto non lo fosse già normalmente senza amnesia.
Sandyon in quell'istante si sentì ancora più in colpa verso di lei ma la voce della coscienza gli suggerì che era stato meglio così per lei, dimenticarsi tutto per stare lontana un bel po' dai riflettori, già, un bel po'... Poco più di un anno.

Faccio io, se vuole.

Si vede che ha talento se è tornata a farsi notare dopo così poco.
Forse dovrei tenerla sott'occhio... Mmhh, no, c'è Moni e poi non è più mio dovere.
Mi auguro solo che qui non le rechi fastidio anima viva o del passato.


Pensò tra se l'uomo, mentre la lasciava fare annuendo alla sua domanda implicita di aiutarlo e la osservava interessato nel suo intento di procurarsi altra linfa bronzea ma di un colore molto più intenso e traslucido, segno che era più pregiata e possibilmente più efficace.
L'aveva vista molte altre volte fare delle azioni del genere, ma allora non era Sandyon, era Rupert Giles, il MagiBiologo a capo della ricerca alla quale stava lavorando Lindë, il suo assistente insomma, anche se nel corso dei mesi avevano stabilito più un rapporto di amicizia e confidenza piuttosto che di freddo lavoro e sottomissione di posizione.
All'inizio aveva tenuto il comportamento di una persona tranquilla e sorridente quanto bastava semplicemente per non destare sospetti, poi, lentamente i suoi sorrisi scomparvero per via della naturalezza del suo atteggiamento con lei, più sincero forse, e allora prese posto la fiducia, il rispetto... Il sentimento, chi poteva dirlo, ma oramai era tutto passato, erano due individui diversi, ognuno cambiato a modo suo, ognuno cambiato radicalmente.
Forse la vera e sostanziale differenza, era che il cambiamento di uno dei due non era dipeso da un'azione dell'altro.

Lindë Vilvarin.
Docente di Erbologia.


Gli occhi splendenti ma spenti della ragazza si intensificarono quando si posarono sul viso dell'uomo.
Sandyon per un attimo credette che lei si fosse ricordata qualcosa tanto era impressa nel fissarlo, seria e riflessiva forse.
Era di poche parole, quello si, ma ciò non significava affatto che ci fossero dei pensieri molto profondi dietro quella immagine di cerca e ceramica che si era creata intorno, non per volere suo.
Si era presentata, che cosa assurda, si era presentata, non propriamente come allora e per l'ennesima volta, il mercenario dovette fare i conti son la sua memoria.

Lindë Vilvarin, da oggi farò parte della ricerca e mi auguro potremo ottenere ottimi risultati assieme.
Piacere di conoscerla signor...


Rupert Giles, miss Vilvarin.
Sono stato designato come suo assistente per i prossimi esperimenti, non si faccia problemi a chiedermi ogni cosa lei desideri o necessiti, sono qui per servirla e aiutarla.


Chiederle ogni cosa... Signor Giles? ... Lei ne è... Sicuro?

Uhm? Beh, si... Ecco, io...

Oh Santo cielo signor Giles, stavo scherzando! Ahahah!

Aaahh, bene, mi scusi non avevo inteso, cioè...

Su su, avanti, meglio mettersi a lavorare, andiamo signor Giles!

Si, miss Vilvarin, immediatamente!

Lei è un tipo davvero singolare, ma simpatico...

Grazie... Miss Vilvarin...


Sandyon Vastnor.
Difesa.


La sua risposta fu ben diversa da quella passata, per tono, per forma e... per Identità.
Rispose a quello sguardo intenso, assottigliando gli occhi e ricevendo nuovamente l'ampolla piena di liquido che rivolse nella sacca di pelle, avanzando la mano per farsi ridare il bisturi.
Ovviamente la docente non se lo sarebbe mai ricordato, ma glielo aveva fatto proprio lei quell'arnese da lavoro erbologico nei tempi passati, già, come regalo per il suo compleanno, o meglio, per il compleanno di Rupert Giles.

Il suo decotto ha fatto miracoli con la Plumeria, mi complimento per la tecnica e l'esperienza.

Fu così che, cercando maggiore contatto con lei, tentò un approccio più vicino a quello umano: un complimento.
Come l'avrebbe presa? Forse non gli interessava, forse si.
Da quando l'aveva reincontrata, non gli era più così semplice la comprensione di nulla, nemmeno di se stesso e dei suoi comportamenti.
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Messaggioda Lindë » 29/03/2012, 20:20

Sandyon Vastnor.
Difesa.


Si era presentato anche lui.
Strano, non le sembrava tipo di molte parole ad una prima impressione. Ma forse si sbagliava, chi poteva dirlo. Le aveva permesso di raccogliere la linfa al posto suo, e l'albero ne sembrava felice.
Gli restituì sia l'ampolla che il taglierino, studiandolo per un secondo come se quell'oggetto le dicesse qualcosa.
Corrugò la fronte, ma non disse nulla. Anche perché non avrebbe sinceramente saputo che dire.

Il suo decotto ha fatto miracoli con la Plumeria, mi complimento per la tecnica e l'esperienza.

L'ho affinata... - fece una pausa, persa per un momento - ... negli anni.

E che altro avrebbe potuto rispondere? Non sapeva se fosse così. Non ricordava nulla dei tre anni precedenti. Ma se era capace di produrre unguenti e decotti di quel tipo, da qualche parte doveva aver imparato.
Riprese in mano la propria ampolla, usata poco prima per la Plumeria.
Già il fatto che lui la conoscesse, era alquanto singolare.
Il liquido al suo interno era di colore rosso vivo, sembrava quasi sangue. Chissà, forse era stato usato davvero del sangue come ingrediente per il decotto. Di sicuro comunque non l'avrebbe detto a lui. Lo studiò per un momento, poi passò l'ampolla a Sandyon tendendo la mano.
Nessuno sguardo particolare, occhio spento come sempre.
Peccato che lei non sapesse fosse tutto opera sua.

Mischiando la linfa della Panetula ad 8 gocce di questo decotto, l'unguento per curare il Sectumsempra risulterà più pastoso e veloce nel risultato.
Il tempo di efficacia stimato supera le 48 ore.


Stimato da lei, ovviamente, visto che aveva provato su se stessa se funzionasse o meno.
Un po' incosciente forse fare da cavia, ma non aveva voluto nessuno intorno. Non fidandosi di nessuno, era naturale voler fare tutto da sola.
Oggettivamente poteva non essere quello lo scopo per cui l'uomo l'aveva raccolta. Ma era l'uso più comune da parte di chi capiva qualcosa di Erbologia. E per come l'altro si era approcciato, sembrava saperne abbastanza.
Al massimo avrebbe fatto una faccia confusa, senza capire. Allora lei avrebbe compreso di essersi sbagliata.

Dove ha studiato?

Curiosa? Non dalla voce, atona come sempre.
Anche gli occhi non mostravano scintillii particolari, eppure la domanda l'aveva posta comunque.
Naturalmente non si riferiva agli studi classici, bensì a quelli sulle piante.
Mentre aspettava una sua risposta, con la mano andò a toccarsi il collo. Vi era una collanina intorno ad esso, nascosta sotto i vestiti.

Immagine


Non sapeva dove o quando l'avesse avuta.
Sapeva solo che quando era ricomparsa davanti casa dei suoi genitori ce l'aveva già posata sul petto.
Da allora non se l'era mai più tolta.
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Messaggioda Sandyon » 29/03/2012, 23:04

Aveva dovuto attendere poco per osservare una qualsiasi reazione in lei, anzi, forse più che altro quella che ricordava essere una reazione.
La ragazza avanti a lui era assolutamente gelida, con nessuna inflessione nel volto, non un sorriso, non una smorfia, niente di niente.
Lui anche era passato da uno stadio simile negli anni precedenti ma ricordava bene che non faceva affatto un effetto positivo continuare su quella linea, logorava l'anima a lungo andare e lui sinceramente se l'era logorata anche troppo.

L'ho affinata... negli anni.

Mmhhh...

Questa volta fu lui a darle una dimostrazione delle sue risposte enigmatiche e impossibili da capire e comprendere.
Era come se fosse una sorta di avvicinamento lento, aiutato da quei comportamenti simili che rendevano l'approccio molto più facile, molto più lineare di quanto non si potesse credere.
Quella coppia del passato stava rivivendo attraverso il silenzio gli echi di ore lontane da quel tempo, anche se lei purtroppo non poteva affatto immaginare che in realtà le strade sua e di lui si erano incrociate molto prima di allora.

Mischiando la linfa della Panetula ad 8 gocce di questo decotto, l'unguento per curare il Sectumsempra risulterà più pastoso e veloce nel risultato.
Il tempo di efficacia stimato supera le 48 ore.


E immagino ci siano diversi tagli sul tuo corpo a testimoniarne la veridicità.

Non pose nemmeno la domanda, quasi certo di quello che stava dicendo, come se alla fine quel lato di lei fosse un libro aperto.
Sentiva dentro che presto sarebbe arrivato il momento di rivelarle tutto quanto, di farle presente la realtà ma, come l'avrebbe presa?
Lindë non era Monique e di certo non era innamorata di lui, non allora almeno; pretendere che prendesse bene la questione era pura utopia e francamente Sandyon non si aspettò una sorpresa positiva anche da lei.
Non tutti gli esseri umani al mondo erano in grado di stupirlo, solo le persone realmente speciali potevano e per il momento non pensava lei fosse una candidata tra le possibili conoscenze vitali per la sua esistenza.

Dove ha studiato?

Quella domanda poi lo sollevò dalle sue attenzioni rivolte al passato e alla condizione del corpo della ragazza.
Era davvero interessata a lui, ad un altro essere umano?
No, Sandyon facendo una stima veloce del significato della domanda e sul tono utilizzato dalla docente comprese subito che si trattava di una semplice curiosità data dal fatto che pareva avere molta conoscenza nell'ambiente naturale; una sorta di stima tra colleghi nell'arte erbologica insomma, nulla di più e nulla di meno.
Ripose il bisturi di legno nella sacca e si avvicinò ad un sasso molto grande, dove possibilmente sotto erano presenti dei grossi scorpioni, difatti il repellente fece effetto istantaneo e le creature si misero a scorrazzare ad una velocità inaudita lontano da lui.
La fissò dritto negli occhi, uno sguardo simile se non identico a quello di lei.

Studi scolastici per buona parte, poi assistenza ad un collega scienziato nel settore di ricerca molto colto e luminare della materia.
Molto di quello che conosco, inclusi gli ingredienti per questo repellente contro gli scorpioni giganti, lo devo a lui.


Gli occhi poi calarono su quel pendente che adesso portava la Vilvarin al collo.
Era molto bello, molto particolare, molto bello di sicuro.
Ma Sandyon non dovette fissarlo troppo per accorgersi effettivamente che tipo di oggetto fosse, dato che glielo aveva regalato proprio lui.
Un dono piccolo ma significativo: allora era un modo come a farle comprendere che era una ragazza importante per lui, una ragazza che forse avrebbe potuto portare avanti lo scopo che invece Monique aveva definitivamente preso in atto, far sciogliere nuovamente il suo cuore.
I dettagli sul modo in cui glielo regalò e sulle parole che usò lui e con le quali rispose lei però, si sforzò di non ricordarle per il proprio bene.

Singolare come oggetto.
Ogni cosa che hai riconduce alle piante, anche i tuoi occhi sono cangianti come le foglie di autunno.
Un regalo che hai fatto a te stessa in segno di questa tua passione e... amore?


Anche lui si stava sporgendo troppo in avanti, curioso anche lui per certi versi, ma ugualmente atono e secco nel modo di parlare.
Quella notte ognuno di loro si stava comportando come mai era accaduto prima forse, e questo era totalmente incomprensibile e imprevedibile.
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Messaggioda Lindë » 30/03/2012, 12:15

Mmhhh...

Un mugugnio che a lei non diceva niente. Però non fece domande.
Non era un tipo curioso.
O meglio, la sua indole non era più tale da un anno a quella parte. Forse Sandyon si era espresso in quel modo perchè non sapeva come commentare. Non avrebbe dovuto preoccuparsi comunque, non c'era niente da commentare. Almeno per lei.

E immagino ci siano diversi tagli sul tuo corpo a testimoniarne la veridicità.

Alzò un momento il sopracciglio, ma non fiatò a quelle parole di lui.
Sembrava conoscerla fin troppo bene per essere uno sconosciuto. La cosa non le piaceva.

Ciò che c'era ormai non si vede più.

Replicò la donna enigmaticamente.
In effetti non c'era più una sola cicatrice a testimonianza dei suoi esperimenti. Era quel tipo di persona che faceva le cose per bene.
E per quanto non si vantasse della propria femminilità, avere il corpo coperto di cicatrici non le sarebbe piaciuto affatto.
Gli chiese dei suoi studi, per interesse erbologico che per curiosità su di lui come persona. Forse i luoghi dei suoi studi potevano darle qualche indizio sul suo passato, visto che si muovevano sulle piante in modo simile.

Studi scolastici per buona parte, poi assistenza ad un collega scienziato nel settore di ricerca molto colto e luminare della materia.
Molto di quello che conosco, inclusi gli ingredienti per questo repellente contro gli scorpioni giganti, lo devo a lui.


Niente di utile, dunque.
Annuì semplicemente, rimanendo gelida negli occhi e nell'espressione del viso. A volte pensava di aver dimenticato come si rideva. Non ricordava più l'ultima volta che si era sentita spensierata e felice. Ciò che le rasserenava l'animo era stare a contatto con le piante. Ma nemmeno loro la riempivano completamente.
Era sicura che in tutto ciò centrasse il suo passato. Ma anche così fosse stato, come provarlo? Non c'erano indizi, non c'erano nomi, non c'erano luoghi. Era tutto avvolto nel buio.

Singolare come oggetto.
Ogni cosa che hai riconduce alle piante, anche i tuoi occhi sono cangianti come le foglie di autunno.
Un regalo che hai fatto a te stessa in segno di questa tua passione e... amore?


Si era toccata il ciondolo senza accorgersene.
Lo faceva spesso, quando si sentiva più irrequieta del solito. L'uomo che aveva di fronte non aveva nulla di familiare, eppure... eppure sembrava collegato a lei, in qualche modo.
Avrebbe voluto fargli delle domande, ma non ne uscì una dalle sue labbra. Non perchè non ne avesse il coraggio. Sembrava piuttosto che la curiosità non fosse abbastanza da spingerla ad oltrepassare il proprio muro invisibile.

Non lo so - rispose poco dopo Lindë, spostando la mano dal ciondolo per far ricadere il braccio lungo il fianco - Non ricordo chi me l'abbia regalata, o se e quando io l'abbia comprata.

Anche in quel caso, nessuna inflessione particolare della voce.
Come se stesse parlando del tempo.
Chissà se Sandyon si rendeva conto di quanto avesse inciso sul suo animo con quell'Obliviazione.
Lei comunque, non poteva proprio immaginarlo. E forse era meglio così.
Per entrambi.
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Messaggioda Sandyon » 30/03/2012, 19:08

Non lo so... Non ricordo chi me l'abbia regalata, o se e quando io l'abbia comprata.

Annuì appena a quella sua affermazione, non dedicando nessuna parola sulla risposta, semplicemente come se fosse tranquillo e non a conoscenza di quale fosse la reale versione, per quanto dentro di se sapesse che non era minimamente vero.
I fiori di quella piantina brillavano sempre di più, ad ogni secondo che passava.
Sandyon si chiese se quell'effetto fosse stat ricercato oppure no, ma trovò superfluo parlare ancora di certe cose, di erbologia, di piante, di fiori, di vita privata forse.
Tutto quello era sciocco, sapevano entrambi che stavano portando avanti una conversazione con un intento totalmente celato e nascosto, quello di fare domande più precise, ma lui non poteva per via delle ragioni dell'amnesia della docente e lei non voleva forse perchè ancora troppo chiusa in se stessa e nelle sue paure o convinzioni.

E' inutile rimanere qui.
Ci stiamo solo facendo del male, forse io più di lei, ma se attendiamo ancora un poco diverremo irrequieti.


Si alzò da quella pietra, mentre altri scorpioni si allontanavano velocemente, spaventati e inorriditi da quell'odore pungente che soltanto loro potevano percepire.
Voleva a tutti i costi cercare di rimediare in qualche modo, voleva tentare di farle tornare un poco la memoria, anche se riferita a pochissime cose o a pochissimi dettagli.
In un certo qual modo, il senso di colpa non avrebbe dovuto corroderlo così tanto viste le vittime che aveva piazzato sul suo cammino nel corso dei lunghi anni passati nella solitudine, ma a quanto sembrava per quello che riguardava Lindë, pareva che ogni cosa avesse un significato ed una direzione diversa.
Il suo cuore batteva più forte e la sua anima gridava di parlare e di esporre qualcosa, una qualsiasi, purchè fosse per la Vilvarin un motivo di riflessione. Probabilmente, si maledisse per le parole che uscirono poco dopo dalla sua bocca.

Ti dice niente il nome Rupert Giles?
... E' stato lui ad insegnarmi molto di quello che so.


Che mossa azzardata e folle, ma forse ad un occhio attento sarebbe apparsa diversamente.
Sandyon cercava in qualche modo di farle scattare nella testa l'idea di qualcuno da cercare, un'identità da seguire, un sentieri da seguire che forse la poteva portare a conoscere molto di più di se stessa.
Forse un nome come tutti gli altri, vero, sarebbe potuto anche sembrare così, ma Vastnor sperò davvero che per l'insegnante di erbologia ci fosse molto di più dietro.
Scoprire qualcosa su quell'uomo poteva significare scoprire qualcosa di più sul passato, una mossa azzardata ma dentro di se l'uomo pensava ed era certo che vista la sua assunzione in quella scuola, molte persone erano già al corrente del suo ritorno e presto lui stesso sarebbe stato contattato con le solite quattro minacce idiote scritte nelle lingue più disparate e nei modi più o meno volgari.
L'unica certezza era che non avrebbero potuto assoldare Asveras per fargli del male, visto che si stava già occupando di qualcosa di troppo delicato, forse soddisfacente, o per lo meno quelli erano i suoi sospetti.
In caso contrario, un altro po' di serio allenamento con una valida nemesi non poteva che essergli di aiuto per sgranchire leggermente le sue ossa da mercenario fin troppo sedentario di quei tempi.

Più ti guardo negli occhi e più avrei voglia di dire ogni cosa.
Adesso che potrei parlare senza essere ascoltato in segreto da nessuno, senza sentirmi fuori dal mio incarico, ti fisso e vedo così tanto gelo che ho paura di rompere quell'unico specchio di ghiaccio che ti sei posta davanti a difesa dell'umanità.
E se lo rompessi?
Torneresti a vivere oppure senza difese ti taglieresti le vene con i cocci?
Qualcun altro tormentato e ferito dai miei intenti, non mi stupirei se si alleassero un giorno per uccidermi.
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